Le filosofie del
Romanticismo
Quadro cronologico
Il Romanticismo
L’impostazione culturale illuminista, dominante nel XVIII secolo, viene
contestata alla fine del secolo da alcuni intellettuali
questo nuovo spirito si manifesta soprattutto in Germania con il
movimento dello Sturm und Drang (“tempesta e impeto”) che
anticipa i temi fondamentali del Romanticismo
si scaglia contro la ragione
illuminista rivalutando il
sentimento e, con esso, la
poesia, l’arte e la religione
rifiuta la visione
meccanicista della natura,
considerata al contrario
come un tutto animato
in contrapposizione con il cosmopolitismo illuminista, si
afferma l’interesse per la storia e per il ruolo svolto dai
popoli e dal loro sentimento nazionale
Il Romanticismo tedesco
Sono gli intellettuali tedeschi a sviluppare le
tematiche proprie del Romanticismo
Johann Wolfgang
von Goethe
(1749-1832)
la natura e Dio sono strettamente congiunti: la
forza divina si manifesta nella natura attraverso la
varietà delle forme e della vita
Friedrich Schiller
(1759-1805)
nell’arte si realizza l’armonia tra natura e
spirito: l’educazione estetica armonizza l’istinto
sensibile e quello razionale
Friedrich Heinrich
Jacobi
(1743-1819)
solo un sapere immediato e intuitivo può
cogliere l’essenza della realtà: ciò determina la
superiorità delle fede e della ragione rispetto
all’intelletto
Johann Gottfried
von Herder
(1744-1803)
si interessa del linguaggio, della sua evoluzione e
del rapporto tra immagini sensibili e ragione
L’origine dell’Idealismo
Nell’ambito filosofico il Romanticismo tedesco ruota
intorno alla discussione sul criticismo kantiano
problema della cosa in sé:
appare una contraddizione
cercare l’origine del fenomeno
nella stessa realtà
portare a compimento la
rivoluzione copernicana di Kant:
intelletto umano = produttivo
della realtà
IDEALISMO
=
il pensiero produce la
realtà, cioè solo il pensiero
rivela pienamente le cose
Fichte: una filosofia della libertà
La filosofia di Johann Gottlieb Fichte cerca di
esprimere lo stretto legame tra filosofia e vita
Fichte studia filosofia e teologia e
conosce Kant, grazie al quale
pubblica la sua prima opera
i suoi interessi spaziano dalla
storia, alla politica, all’etica e alla
pedagogia
in ognuno di questi campi Fichte
esprime il valore della libertà, intesa
come progressiva realizzazione
della razionalità
Fichte: l’idealismo
Secondo Fichte la filosofia di Kant ha un esito dogmatico, perché attribuisce
la finitezza della coscienza all’azione esercitata dalla realtà esterna
è necessario quindi fondare un idealismo critico che,
riconoscendo la finitezza della coscienza, la spieghi in base alla
coscienza stessa
solo chi è portato alla
spontaneità e alla
libertà può cogliere la
verità dell’idealismo
chi è incline a pensare che le
nostre rappresentazioni
dipendano dalle cose esterne
cade inevitabilmente nel
dogmatismo
“la scelta della filosofia dipende da che uomo si sia”
Fichte: la Dottrina della scienza
L’attività libera e spontanea, principio della coscienza, è l’Io:
dall’attività dell’Io discendono i tre principi della Dottrina della scienza
1. L’Io si autopone
come attività
originaria: identità
2. L’Io
contrappone a
se stesso un
Non Io e si
autolimita
3. il Non Io divisibile,
le cose del mondo,
sono opposte all’Io
divisibile, empirico
Fichte: il sapere teoretico e il sapere pratico
La scissione nell’attività dell’Io determina la struttura del sapere
A partire dal terzo principio si possono distinguere due parti del sapere
SAPERE TEORETICO
=
l’Io si riconosce limitato dal Non Io,
il soggetto dipende dall’oggetto, le
rappresentazioni appaiono come
indipendenti dall’Io
SAPERE PRATICO
=
la contrapposizione del Non Io
genera lo sforzo dell’Io, la sua
attività incessante nella quale
afferma la sua libertà
l’infinito superamento del Non
Io da parte dell’Io, alla ricerca
della propria libertà, costituisce
la destinazione dell’uomo
l’ideale infinito cui l’uomo deve tendere è la realizzazione dell’assoluto
Fichte: il diritto e lo Stato
L’attività libera dell’Io si manifesta soprattutto nella morale e nel diritto
nel mondo del diritto si sviluppa l’interazione e la limitazione reciproca tra
esseri razionali liberi: la mia libertà si costituisce attraverso la libertà degli altri
la destinazione dell’uomo e della sua libertà è quella di
superare il vizio dell’inerzia, dell’inattività
lo Stato ha il compito di educare gli uomini attraverso un
processo di continuo autoperfezionamento, fino alla nascita
di una società morale perfetta
garantendo le
libertà civili
organizzando
l’economia
promuovendo la
cultura
Fichte: la missione del popolo tedesco
Richiamandosi a questo modello statale, Fichte rivolge un appello al
popolo tedesco perché si appresti a riconquistare la propria libertà
secondo Fichte il popolo tedesco deve
recuperare lo spirito
fecondo dell’originaria
cultura tedesca
rivitalizzare spiritualmente il mondo
decaduto sotto l’influenza dei popoli
neolatini, in particolare dei francesi
egli fonda così il mito del popolo tedesco, elevato a guida
spirituale dell’umanità nel suo processo di rigenerazione
Schelling: la vita
Friedrich Wilhelm Joseph Schelling studia al seminario
protestante di Tubinga
durante gli studi condivide con
Hegel l’entusiasmo per gli ideali
della Rivoluzione francese
agli studi di filosofia e teologia,
seguono quelli di scienze
naturali
svolge la sua attività di
insegnamento in varie città
tedesche, fin quando si reca a
Berlino per ricoprire la cattedra
che era stata di Hegel
Schelling: la natura e lo spirito
Nella prima fase del suo pensiero Schelling, in
continuità con Fichte, mantiene l’unità tra Io e Non Io
inizialmente Schelling ritiene
che la natura (Non Io) sia il
prodotto inconscio dello
spirito
è necessario tuttavia
approfondire il rapporto tra
l’Io e la natura per cogliere
la loro identità originaria
FILOSOFIA DELLA NATURA
Schelling: la filosofia della natura
La natura non va intesa né in senso meccanicista, né
secondo un finalismo esterno
anche nella natura
si manifesta,
inconsciamente,
l’attività dello
spirito
la natura deve
essere pensata
nell’ottica di un
organicismo
immanente: ogni
parte dipende dal
tutto
natura e spirito vanno visti all’interno di una unità che
superi la loro scissione:
L’ ASSOLUTO
Schelling: la filosofia dello spirito
Nella complementarietà tra natura e spirito, la filosofia dello spirito (filosofia
trascendentale) ripercorre le tappe cha portano al sorgere della coscienza
la coscienza segue tre fasi nel suo progressivo sviluppo
1. dalla sensazione
all’immaginazione
produttiva: l’Io acquisisce
consapevolezza della
propria attività
2. dall’immaginazione
produttiva alla
riflessione: l’Io si
distacca dal mondo
degli oggetti
Filosofia teoretica
3. dalla
riflessione alla
volontà: l’Io si
coglie come
spontaneità che si
autodetermina
Filosofia pratica
Schelling: la storia e la provvidenza
La posizione dello spirito come volontà avviene nella
morale, nel diritto e nella storia
la morale pone l’accento sulla libertà
dell’individuo, il diritto sulla necessità
nella storia si fondono le leggi,
che la guidano verso un progetto
ideale, e la libertà degli individui
la storia è la progressiva manifestazione di Dio e
della sua provvidenza attraverso la libertà
dell’uomo
Schelling: l’arte
Filosofia teoretica e filosofia pratica presuppongono entrambe
ancora la distinzione tra soggetto e oggetto
l’arte consente di
armonizzare pienamente
natura e spirito
nell’atto della creazione artistica,
avviene la fusione tra un
momento inconscio e
spontaneo come l’agire della
natura (l’ispirazione) e di un atto
consapevole e cosciente
(l’esecuzione)
in questo modo la bellezza finita
può esprimere l’infinito
Schelling: l’ultima fase del suo pensiero
Nell’ultima fase della sua vita, criticando la filosofia
hegeliana, Schelling distingue la filosofia positiva da
quella negativa
Filosofia negativa
=
identifica la realtà con la
razionalità e si limita allo studio
dell’essenza
Filosofia positiva
=
riguarda l’esistenza effettiva
delle cose, in particolare Dio e
le sue manifestazioni nella
natura e nella storia
mitologia
=
la religione
naturale mostra la
manifestazione di
Dio nella natura
rivelazione
=
gli uomini divengono
consapevoli della
manifestazione
divina
L’eredità dell’Idealismo
A partire dalla discussione sulla filosofia kantiana, l’Idealismo sottolinea
l’apertura del pensiero e la sua capacità di rivolgersi alla totalità del
reale
l’Idealismo tedesco trova il suo sbocco
nella filosofia hegeliana che ne porta a
compimento le tematiche fondamentali
se alla fine del XIX secolo la filosofia
idealista sarà contestata, nel
Novecento verrà invece rivalutata e
recuperata
sarà in particolare il neoidealismo
italiano, con Croce e Gentile, a
svilupparne alcuni aspetti
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