L’Illuminismo
La filosofia dei lumi
L’espressione “filosofia dei lumi” divenne di uso
comune nel 1770, ma già in precedenza si diceva
che certe credenze,costumi,istituzioni, come la
tortura,la censura,l’intolleranza religiosa, non
erano più ammissibili in un secolo “illuminato”
come il Settecento, contrapposto alle barbarie
dei secoli precedenti. In particolare, veniva
lodato come “illuminato” il sovrano che
esercitava un governo mite ed introduceva
riforme nell’istruzione e nella legislazione. Una
definizione a tale fenomeno fu data da Immanuel
Kant, il quale affermò: “L’illuminismo è l’uscita
dell’uomo da un condizione di minorità di cui egli
stesso è responsabile. Minorità è l’incapacità di
servirsi del proprio intelletto senza la guida di
altri”.
• La filosofia dei lumi si sviluppa
in Francia nel 700 e pone al
centro del pensiero la ragione.
Non si tratta, però, di un
fenomeno culturale centrato
solo sulla Francia, in quanto
ebbe anche una portata
europea.
• I metri che gli illuministi
utilizzavano per giudicare la
realtà erano due: la ragione e
l’esperienza.
• I “filosofi” di tutta Europa formarono una comunità
diffusa attraverso i loro viaggi e la loro
corrispondenza; usavano spesso il francese per
comunicare e si professavano cosmopoliti o cittadini
del mondo. Alla base della filosofia dei lumi
ritroviamo la rivoluzione scientifica e il pensiero di
due importanti filosofi inglesi: Newton e Locke.
• Il filosofo aveva prodotto
la definitiva sistemazione
delle leggi del moto e
aveva elaborato un
modello dell’universo che
fondeva un rigoroso
sistema matematico e una
prodigiosa capacità di
spiegare in maniera
unitaria i fenomeni fisici,
terrestri e astronomici.
• Il filosofo, con il “Saggio
sull’intelletto”, affermava che la
conoscenza ha il suo limite e la sua fonte
nell’esperienza; infatti ciò di cui non
possiamo fare esperienza, non possiamo
fare conoscenza. Dunque, per conoscere
dobbiamo partire dall’esperienza.
Secondo il filosofo non esistono
conoscenze innate e un accesso
privilegiato alla verità ma ci si deve
accontentare di elaborare più o meno
correttamente i dati dell’esperienza .
Per Locke alla base dello stato vi sono
gli individui con i loro interessi e
pertanto la funzione essenziale deve
essere quella di difendere i diritti di
natura di libertà, proprietà e vita ; se lo
stato non garantisce tali diritti i cittadini
devono rovesciarlo.
• La maggior impresa culturale dell’illuminismo fu l’Enciclopedia, una
monumentale opera diretta dal matematico d’Alembert e dal filosofo
Diderot. Il primo scrisse “Il discorso preliminare”, nel quale veniva
delineato un sistema unitario delle scienze teoriche e pratiche e di tutte le
attività umane. L’Enciclopedia prometteva di occuparsi di tutte le discipline
e i cambi del sapere. Il filosofo, invece, scrisse una grande quantità di
articoli, da “Agricoltura” e “Anima” a “Uomo”.Altri esponenti della
filosofia dei lumi, come Montesquieu, Voltaire e Rousseau, collaborarono
alla stesura dell’opera.
•
L'Enciclopedia riprende la classificazione baconiana del
sapere: dalla distinzione dell'attività, dello spirito umano in
memoria, ragione ed immaginazione deriva la partizione del
sapere in storia, filosofia ed arte. Un'opera così vasta, scritta
da autori per tanti versi differenti fra di loro, non poteva
mantenere una linea di sviluppo unitaria. Se, infatti, lo spirito
che regge l'opera è sicuramente illuministico, non mancano
voci moderate o addirittura tradizionali inserite anche per
servire da copertura contro gli attacchi della censura.
Complessivamente l'Enciclopedia offre l'immagine di un
sapere unitario ed in continua evoluzione. Rientra, infatti,
nell'ambito del sapere ogni attività umana, dalla speculazione
filosofica piú astratta fino alle tecniche industriali ed
artigianali. I meriti fondamentali dell'opera furono, fra gli
altri, quello di aver rappresentato un punto di riferimento per
la cultura progressista e illuministica del tempo e quello di
aver diffuso tra la media e la piccola borghesia francese ed
europea una larga informazione culturale, contribuendo in tal
modo ad elevare il livello di cultura di larghi strati sociali e
favorendo il disegno illuministico di liberazione delle menti
dalle tenebre dell'ignoranza e della superstizione.
• L’illuminismo fornì un grande contributo
all’elaborazione del pensiero politico moderno.
Grandi ammiratori del sistema costituzionale
inglese, gli illuministi,sostenevano un ampio
programma di riforme che prevedeva la libertà
di religione e di stampa, l’abolizione dei
privilegi fiscali e la limitazione dell’assolutismo.
• In Francia la filosofia
dei lumi prende
forma grazie ad
importanti
intellettuali quali
Rousseau, Voltaire e
Montesquieu.
•
Essi furono in principio grandi ammiratori del
sistema costituzionale inglese e lo proposero come
modello nel loro programma di riforme politiche per la
Francia. In particolare Voltaire, a differenza degli altri
filosofi, affermava che la Francia non poteva sviluppare
una monarchia costituzionale simile a quella inglese.
•
Scrittore e filosofo francese nato nel 1689 nei pressi
di Bordeaux e morto nel 1775 a Parigi. Figlio di un
magistrato, venne indirizzato agli studi giuridici che
completò nel 1708. Nel 1714 era già consigliere
al parlamento di Bordeaux e due anni dopo ereditava
da uno zio il titolo nobiliare, il patrimonio e la carica
di presidente dello stesso parlamento. Studioso,
appassionato tanto di problemi giuridici quanto di
scienze naturali e di fisica, venne accolto
dall'accademia delle scienze di Bordeaux, dove
presentò e discusse interessanti argomenti scientifici
e filosofici. Tra le sue opere più importanti troviamo:
“Lettres persanes” , le lettere persiane; Geographica;
L' Esprit des loix, pubblicato a Ginevra. Compì
numerosi viaggi in Ungheria, Austria, Germania,
Svizzera e Italia. Morì a Parigi il 20 febbraio 1757.
In particolare Montesquieu
è noto per l’opera “L'esprit des loix”,
lo spirito delle leggi. Questo trattato storico,
giuridico e politico è un esame comparato
delle diverse forme di governo.
In particolar modo il filosofo si occupa della
monarchia costituzionale inglese
e promuove la libertà di parola, di pensiero e
di religione.
Si esalta, inoltre, la divisione dei
poteri: legislativo,
affidato al Parlamento;
esecutivo,
alla Corona e al governo
e infine il potere giudiziario,
esercitato dalla magistratura.
Voltaire nasce a Parigi il 21 novembre 1694; il suo
vero nome è Francois-Marie Arouet. Figlio di una
ricca famiglia borghese compie i primi studi presso i
giansenisti e i gesuiti, acquisendo una solida
formazione umanistica. Ancora giovanissimo viene
introdotto nella Société du Temple, cenacolo
parigino di orientamento libertino, dove si segnala
subito per la sua vivacità intellettuale . Pochi anni
dopo viene esiliato in Inghilterra a causa di uno
screzio col cavaliere Rohan. Il soggiorno londinese
sarà fondamentale per la formazione intellettuale di
Voltaire: la conoscenza della realtà politica e sociale
britannica lo convince della necessità di una
profonda riforma dello stato assolutistico e feudale
della Francia. Compì numeri viaggi a Parigi,
Berlino, Ginevra e Losanna. Qui, ormai ricco e
famoso, il filosofo trascorrerà gli ultimi vent'anni
della sua vita, divenendo un punto di riferimento
dell'opinione pubblica illuminata di tutta Europa. Si
dedica al teatro e persegue la sua battaglia contro
ogni forma di superstizione e fanatismo religioso.
Muore, infine, a Parigi il 30 maggio 1778.
Jean-Jacques Rousseau è stato
un filosofo, scrittore e musicista svizzero di
lingua francese. Nato da un'umile
famiglia calvinista ginevrina di
origine francese, ebbe una gioventù difficile
ed errabonda durante la quale si convertì
al Cattolicesimo, visse e studiò a Torino e
svolse diverse professioni, tra cui quella della
copia di testi musicali e quella di istitutore.
Trascorse alcuni anni di tranquillità presso la
nobildonna Françoise-Louise de Warens;
quindi, dopo alcuni vagabondaggi tra la
Francia e la Svizzera, si trasferì a Parigi, dove
conobbe e collaborò con gli enciclopedisti.
Nello stesso periodo iniziò la sua relazione
con Marie-Thérèse Levasseur, da cui avrebbe
avuto cinque figli. Si dedicò alla stesura di
numerose opere, tra le quali una delle più
importanti è il “Contratto sociale” .
•
Nel 1762 Rousseau pubblicò la sua opera politica più nota “Il
contratto sociale”. Esso si presenta come immaginazione ideale di
un modello politico, in cui contrappone l’essenza dell’uomo e la
sua intrinseca natura al sistema artificiale e artificioso della vita
sociale. Secondo il filosofo francese, alla base di questa differenza
c’è il tema della proprietà e della disuguaglianza. L’uomo
naturale, infatti, ignorante del valore di possesso, non può
logicamente entrare in conflitto con gli altri esseri, dal momento
che non avverte l’esigenza di competere con gli altri simili. In
realtà, è l’uomo civile che si trova a vivere in uno stato potenziale
a danno degli altri. Tuttavia, tale condizione è insocievole perché
l’uomo non tende ad aggregarsi, infatti per Rousseau non è né un
patto o un contratto a garantire il passaggio dallo stato di natura a
quello civile, bensì un Atto Usurpatorio: la proprietà
privata. Secondo Rosseau, tutti i mali provengono da questa
istituzione: dalla discriminazione economica (ricco-povero) sino
alla trasformazione del potere legittimo in arbitrario. Nel
Contratto Sociale, il filosofo è consapevole che un ritorno allo
Stato di Natura sia impossibile e anacronistico, per questo motivo
realizza idealmente un modello di società che non sia il prodotto
di un’imposizione arbitraria, ma un reale consenso dei vari
associati.
Realizzato da:
De Pasquale François
Furci Giulio
Genovese Alessia
Scolaro Alessia
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