Trasformazioni, crisi e reazioni a livello locale Presentazione del II° rapporto di monitoraggio del Tavolo per la Salvaguardia del Patrimonio Produttivo ‘Imprese sotto pressione 2007’ ELEMENTI DEL CAMBIAMENTO DEL MODELLO INDUSTRIALE Cosa dicono gli studi recenti… L’Italia, come altri paesi OCSE, è alle prese con un processo ormai trentennale di riduzione del peso dell’industria nell’economia (in termini relativi diminuisce il peso del valore aggiunto e dell’occupazione in manifattura) dovuto a fattori interni ai sistemi industriali (frammentazione del processo produttivo, outsourcing, crescita dei servizi, ecc.) (Rowthorn and Coutts, 2004; Debande, 2006) All’interno della manifattura, la specializzazione internazionale dell’Italia non ha subito mutamenti nell’ultimo decennio (Barba Navaretti et al., 2007). La recente dinamica dell’export (in ripresa a partire dal 2006) ha riguardato indistintamente sia settori a media-alta specializzazione tecnologica sia settori del made in Italy (Barba Navaretti et al., 2007) Nella destinazione d’uso, In generale l’Italia ha aumentato dal 1996 al 2004 un importante vantaggio comparato nella produzione di beni intermedi (parti e componenti) perdendo in quelli finali di consumo; rimane un elevato vantaggio comparato nella meccanica (Foresti e Trenti, 2006) La capacità di recupero sembra legata a upgrading dei prodotti, aumento dei VMU all’export (Quintieri, 2007) e processi delocalizzativi (Giovannetti e Quintieri, 2007) Distruzione creatrice: aumentano le cessazioni di impresa (Banca d’Italia, 2007) Difficoltà del paradigma settoriale nella spiegazione delle dinamiche di ripresa recenti: da una parte enfasi sulle caratteristiche delle imprese medio-grandi; dall’altra nuova valorizzazione del paradigma distrettuale MAPPA DELL’ANALISI Ci sono regole che possono aiutare ad interpretare le trasformazioni del tessuto economico locale? ? ? trasformazione Impresa ? ? LE SFIDE DI UN’AZIONE DI MONITORAGGIO • Classificare i casi sulla base delle caratteristiche coinvolte • Individuare la correlazione tra caratteristiche e fase di trasformazione • Esaminare le ripercussioni sui sistemi locali di fornitura delle imprese coinvolte • Discriminare tra i casi sulla base degli esiti del processo (prossimo step) METODOLOGIA: CASI DI STUDIO • 35 imprese transitate dal 2004 al 2007 sul Tavolo della Salvaguardia • interviste dirette (questionario strutturato) • analisi dei bilanci (e formulazione di indici comparati a livello settoriale) • ricodificazione dei dati per impresa sulla base di una scala di punteggi METODOLOGIA: CASI DI STUDIO Settori N. % Servizi alle imprese 1 3% Sistema moda 4 11% Vetro e ceramica 1 3% Fabbricazione macchine elettriche 6 17% Chimica 2 6% Alimentare 4 11% Fabbricazione macchine 8 23% Mobili 2 6% Carta ed editoria 2 6% Prodotti in metallo 4 11% Costruzioni 1 3% fasce addetti n. imprese % < 20 3 Piccola 21 - 50 11 40% 51 - 100 8 Media 101 - 250 9 49% > 250 4 Grande addetti N. casi 35 Min 16 1st quartile 35 Mediana 69 3rd quartile Max 35 100% 11% Media Kurtosis 145 1.050 147 10,64 Skewness 3,27 CV (standard deviation/mean) 1,59 Sample standard deviation 231,05 FATTORE INTERNO: INDICATORI Elementi qualitativi Intervista diretta • ruolo nei processi decisionali • aree di business • incidenza dei clienti più importanti • concentrazione di mercato • quote di mercato • costo materie prime • innovazione dell'azienda leader • presenza di produzione differenziata o diversificata • grado di differenziazione • mercati di riferimento • innovazione • spesa in ricerca • tipo di marchio • pubblicità • collaborazioni con imprese • organizzazione del lavoro • difficoltà nel reperire manodopera qualificata • collaborazioni per la ricerca • strutture del territorio • andamento dell'impresa prima dell'evento critico • crisi di liquidità Elementi quantitativi Bilanci aziendali • variazione quota di mercato nazionale (stima) • ROS azienda • ROS sintetico (confronto con media di settore) • costo del lavoro rispetto al settore • outsourcing delle attività • valore aggiunto per addetto rispetto al settore • ROI azienda • ROI sintetico • ROE azienda • ROE sintetico • durata delle scorte • reddito netto d'esercizio (sintetico) • indice di liquidità primaria FATTORE INTERNO: FAMIGLIE DI INDICATORI Impresa e mercato: • ruolo nei processi decisionali Differenziazione di prodotto: • presenza di produzione differenziata o • aree di business • incidenza dei clienti più importanti • concentrazione di mercato • quote di mercato • costo materie prime • innovazione dell'azienda leader • variazione quota di mercato nazionale (stima) diversificata • grado di differenziazione • mercati di riferimento • innovazione • spesa in ricerca • tipo di marchio • Pubblicità • ROS azienda • ROS sintetico Equilibrio finanziario: • andamento dell'impresa prima dell'evento Organizzazione e territorio: • collaborazioni con imprese critico • crisi di liquidità • ROI azienda • ROI sintetico • ROE azienda • ROE sintetico • durata delle scorte • reddito netto d'esercizio (sintetico) • indice di liquidità primaria • organizzazione del lavoro • difficoltà nel reperire manodopera qualificata • collaborazioni per la ricerca • strutture del territorio • costo del lavoro rispetto al settore • outsourcing delle attività • valore aggiunto per addetto rispetto al settore Differenziazione di prodotto: FATTORE INTERNO: TIPOLOGIE • presenza di produzione differenziata o diversificata • grado di differenziazione • mercati di riferimento • innovazione • spesa in ricerca • tipo di marchio • Pubblicità • ROS azienda • ROS sintetico Famiglie Tipologie Impresa e mercato differenziazione di prodotto equilibrio finanziario organizzazione e territorio Reattive (Σn. az. con valore ≥ a 5) 29% 46% 29% 17% Affaticate (Σn. az. con valore > 3 < 5) 43% 34% 20% 23% Sofferenti (Σn.az. con valore ≤ a 3) 29% 20% 51% 60% totale 100% 100% 100% 100% Equilibrio finanziario: • andamento dell'impresa prima dell'evento critico • crisi di liquidità • ROI azienda • ROI sintetico • ROE azienda • ROE sintetico • durata delle scorte • reddito netto d'esercizio (sintetico) • indice di liquidità primaria Organizzazione e territorio: • collaborazioni con imprese • organizzazione del lavoro • difficoltà nel reperire manodopera qualificata • collaborazioni per la ricerca • strutture del territorio • costo del lavoro rispetto al settore • outsourcing delle attività • valore aggiunto per addetto rispetto al settore FATTORE ESTERNO: INDICATORI Elementi qualitativi Elementi quantitativi Intervista diretta Bilanci aziendali andamento della domanda nelle attività di riferimento variazione dell’indice di specializzazione settoriale provinciale tecnologia nel settore di riferimento (in evoluzione o matura) ROI di settore ROE di settore ROS di settore FATTORE ESTERNO: TIPOLOGIE Dimensione media 113 Tipologie FATTORE ESTERNO Avvantaggiate (Σn. az. con valore ≥ a 4,5) 31% Svantaggiate (Σn. az. con valore < 4,5) 69% totale 100% Dimensione media 162 POSIZIONAMENTO DEI CASI 6 Sofferenti avvantaggiate Reattive avvantaggiate Dimensione media 87 Dimensione media 124 5 FATTORE ESTERNO 4 3 Sofferenti svantaggiate Reattive svantaggiate Dimensione media 64 Dimensione media 326 2 1 0 0 5 10 15 20 FATTORE INTERNO 25 30 35 RISULTATO FATTORE INTERNO SOFFERENTI (18) REATTIVE (17) Dimensione media 68 Dimensione media 230 (135) 89% un punteggio basso 71% hanno un punteggio alto negli indicatori di “equilibrio negli indicatori finanziario” “differenziazione di (contro un 46% nel campione) prodotto” (contro un 34% nel campione) MAPPA DELL’ANALISI (PASSAGGIO 1) Strategia d’impresa Importanza delle strategie di innovazione e differenziazione Impresa trasformazione LA DINAMICA STRUTTURALE (occupazione 2001 – 2004, Fonte ISTAT) Crescita locale di servizi alla persona è inferiore alla crescita strutturale Dinamica economica strutturale: +21 Dinamica economica locale bolognese: -2,6 Dinamica dell'occupazione (shift&share) provincia di Bologna 35% + 28,9 Occupazione 2001-2004 + 8,1% Occupazione 2001-2004 (+10,4 terziario avanzato) 30% 25% servizi alla persona Crescita locale di servizi avanzati è superiore alla crescita strutturale nazionale 20% 15% 10% servizi alle imprese 5% energia e costruzioni commercio e turismo 0% manifattura -5% Settore meno dinamico a livello locale - 5,2% Occupazione 2001 - 2004 -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% 25% Dinamica dell'occupazione (shift&share) Regione Emilia Romagna 30% 35% LA DINAMICA STRUTTURALE E LOCALE NELLA MANIFATTURA (occupazione 2001 – 2004, Fonte ISTAT) Componente locale -0,2; componente strutturale -10,4 10% Diminuiscono le unità locali, aumenta l’export Indice di specializzazione 1,33 e + 15,5% var. export 2001-2005 - 1% UL tessile abbigliamento 8% vantaggio locale Bologna 6% minerali non metalliferi 4% DINAMICI 2% macchine elettriche 0% -2% -4% -6% -8% -25% Prodotti chimici D legno CRISI carta Indice di specializzazione 1,10 e var. export +33,7% +2,6% UL -20% mezzi di trasporto -15% -10% componente strutturale Indice di specializzazione 1,07, var. exp. -23,5% - 2,8% UL alimentari macchine metallurgia altra manifattura -5% Indice di specializzazio ne 1,4 e var. export -11,3% - 1% UL 0% Indice di specializzazion e 1,01 Var. export +7% 0% UL CONFRONTO TRA MONITORAGGIO E COMPONENTI (STRUTTURALE E LOCALE) Confronti emblematici: il sistema moda del monitoraggio fa peggio di quello che ci attende dalla dinamica di settore; la carta va male sia nella dinamica che nel monitoraggio; alimentare nel monitoraggio reagisce alla scarsa dinamica locale; la fabbricazione macchine si divide tra buoni e cattivi risultati ma prevalentemente dinamiche aziendali reattive; metallurgia le imprese del monitoraggio si distribuiscono equamente tra sofferenti e reattive. Le reattive hanno dimensione maggiore 57% del campione è in linea con la componente strutturale 43% in linea con la componente locale Cosa significa? L’andamento complessivo del settore aiuta un po’ di più a comprendere come si stanno comportando le imprese rispetto al vantaggio competitivo locale; In generale l’effetto strutturale sembra avvalorare la presenza di fenomeni di trasformazione. Quindi nelle fasi di trasformazione contano le strategie di impresa ma in quadro di “specializzazione settoriale” IL FATTORE CRITICO Difficoltà al reperimento di risorse finanziarie Delocalizzazioni non andate a buon fine Deterioramento delle relazioni di collaborazione con altre imprese Concorrenza sleale Inserimento in mercati poco redditizi Investimenti non andati a buon fine Forte rallentamento della domanda Presenza di nuovi attori Dinamicità del settore Crescente potere di mercato da parte della committenza Appesantimento della struttura aziendale Strategia aggressiva dei concorrenti e perdita di quote di mercato MAPPA DELL’ANALISI (PASSAGGIO 2) Strategia d’impresa Importanza delle strategie di innovazione e differenziazione trasformazione Impresa Specializzazione Posizionamento dell’impresa in un settore in crisi o dinamico Competitività locale Capacità di risposta dinamica IL RADICAMENTO DELLE IMPRESE: CASO DI STUDIO (1 + 10) IMPRESA ‘REATTIVA SVANTAGGIATA’ (unità DL ma dentro impresa DK) Dimensione unità 157 all’interno di gruppo industriale internazionale Clienti principali: multinazionali dell’elettronica Complessità Capacità di codificare Specializzazione Posizione nella filiera internazionale in funzione del prodotto, relazioni, forme gerarchiche Impatto di uno shock esterno sulla subfornitura CASO DI STUDIO: ALCUNI ELEMENTI tipo di settore tecnologia del settore mercato livello del prodotto richiesto settore di nicchia medio-alta molto concentrato ed effervescente alti standard qualitativi SETTORE tecnologia incorporata Alto contenuto di elettronica per il controllo della macchina priorità nella macchina gestione del porcesso porduttivo Livello di governo di queste tecnologie tipo di attività Ciclo di vita del prodotto tempi di consegna Andamento del segmento fattori cruciali per la competizione fattori importanti per la competizione prezzo della macchina esternalizzazione SUBFORNITURA motivi esternalizzazione subfornitori caratteristiche fornitori motivi del radicamento Durata dei rapporti di fornitura livello di indipendenza dei subfornitori elevato non costante/non ripetitivo inferiore ai 5 anni dimezzati (6-8 mesi) in aumento qualità/tempi di consegna/prezzo innovazione/flessibilità produttiva/stabilità finanziaria importante ma nella sua interezza più del 90% costi di produzione/punte congiunturali principalmente locali qualità/rispetto tempi di consegna/conoscenza specializzata alta specializzazione/feedback continuo molto lunghi alto rapporto fiduciario elevato co-realizzazione elevata ridefinizione della subfornitura solo se il territorio non risponde in modo conforme MAPPA DELL’ANALISI (PASSAGGIO 3) Strategia d’impresa Subfornitura e fornitura strategica Importanza delle strategie di innovazione e differenziazione Importanza delle capacità dei fornitori trasformazione Impresa Specializzazione Posizionamento dell’impresa in un settore in crisi o dinamico Competitività locale Capacità di risposta dinamica COME STA IL SISTEMA PRODUTTIVO BOLOGNESE? E DOVE VA…..? ANALISI DELLE COMPONENTI - Il sistema cresce (occupazione) grazie ad una forte componente di terziario; Una parte di questa componente è collegata ad una ridefinizione competitiva della produzione manifatturiera (servizi a supporto della produzione); una parte è collegata alle dinamiche demografiche ed al mercato del lavoro locale - La manifattura locale ‘tiene’ ma con forti disomogeneità (processi di selezione e riposizionamento competitivo in atto) Nei settori di specializzazione ‘storica’ si registra spesso una situazione di crisi; nella fabbricazione macchine c’è una flebile tenuta ma con un forte incremento della capacità competitiva (es. macchine elettriche) ANALISI DEL MONITORAGGIO - Per le imprese che denunciano fasi di trasformazione il ‘punto dolente’ è la scala organizzativa e sapere gestire finanziariamente la transizione; - Per le imprese reattive è cruciale innovare e differenziare; Innovare e differenziare è cruciale dunque per riposizionarsi e uscire dalla crisi!! - Pesa lo svantaggio settoriale (in linea con andamento della componente strutturale) ANALISI DEL SISTEMA DI FORNITURA - Presenza di elevate specializzazioni e sistemi di fornitura ‘non catturati’ ancora capaci di contribuire alla generazione di valore (attenzione non tutte le filiere sono così!) CONCLUSIONI Le attuali trasformazioni acuiscono la selezione tra le imprese soprattutto quelle meno strutturate) Policy possibile?: aggregazioni, reti….. Le attuali trasformazioni implicano nuove capacità all’interno della filiera Policy possibile? Trasferimento tecnologico più inclusivo anche di imprese tendenzialmente svantaggiate; interventi di innovazione a livello di filiera Le attuali trasformazioni rimettono al centro le politiche territoriali (senza le quali si rischia un impatto negativo delle ristrutturazioni) Policy possibile? Schemi di riqualificazione professionale, altri interventi di carattere “orizzontale” e “territoriale”