Le migrazioni di transito e l’Africa mediterranea a cura di Immacolata Caruso [email protected] 11 Marzo 2008 Università di Bari - Dipartimento per lo Studio delle Società Mediterranee Piazza C. Battisti, 1, Bari Le ragioni dello studio: le premesse I flussi migratori internazionali hanno subito nell’ultimo decennio rilevanti trasformazioni Molti paesi sono diventati allo stesso tempo paesi di origine e di destinazione di migranti Trasformazione paesi med. da paesi di origine e destinazione dei flussi anche in paesi di transito Mobilità diversa per modalità e tipologia di migranti I migranti per raggiungere la meta finale, passano per diversi territori, generando relazioni, più o meno legali, con i paesi di transito A livello internazionale incrementati il dialogo e la cooperazione tra Stati nella gestione dei flussi migratori Aumento dei flussi irregolari o clandestini Processo di revisione orientamenti politici e giuridici in materia di migrazioni Le leggi in materia di migrazioni sono diventate più restrittive Le ragioni dello studio: le questioni • I governi dei paesi coinvolti nella migrazione di transito devono far fronte a problemi inediti: Di ordine economico – Come assorbire questi nuovi immigrati su un mercato del lavoro che spesso si deve già confrontare con problemi di disoccupazione e sottoimpiego? • Di ordine sociale - Come rispondere ai bisogni di una nuova popolazione in situazione di precarietà? - Come prevenire le tensioni sociali fra gli immigrati e la popolazione locale? • Di ordine amministrativo e giuridico - Come adattare a questo nuovo fenomeno le regole e le normative già definite per le forme di migrazione dominante? • Di sicurezza - Come far fronte alle organizzazioni criminali dedicate al traffico degli esseri umani? • Rispetto alle politiche interne e alle relazioni estere Le ragioni dello studio: transito e Africa mediterranea L’Africa e l’Europa sono strettamente interconnesse dai flussi migratori sia per ragioni di prossimità geografica, sia per i rilevanti divari socio-economici che permangono tra i due continenti • I 20 paesi meno sviluppati sono in • • • Africa, di cui più della metà nell’Africa occidentale Un tasso di natalità pari a circa il 3% Una popolazione di 920 milioni di persone Il 50% vive al di sotto della linea di povertà • Lunghi e pericolosi viaggi dei • 15 dei 20 paesi più sviluppati al • • • • mondo si trovano in Europa Un basso, e in alcuni casi stagnante, tasso di natalità Una popolazione pari a 462 milioni di persone L’Unione Europea a 25 (Ue 25) è oramai il secondo polo economico al mondo l’Europa nuova «terra promessa» migranti africani attraverso tutto il continente africano I paesi attraversati, e in particolare quelli nei quali i migranti sostano prima dell’ultimo passaggio verso l’Europa, vengono così coinvolti nelle migrazioni di transito La struttura dello studio • I flussi migratori nel Mediterraneo I dati • Le migrazioni di transito Le migrazioni di transito: quale definizione? L’ analisi: studi di settore e statistiche della polizia sul numero di fermi operati alle frontiere Le rotte Gli effetti delle migrazioni nei paesi di transito Il caso Libia Il caso Egitto • Conclusioni e prospettive I flussi migratori nel Mediterraneo: i dati (Fonti: ONU, International Migration. Wall Chart, 2006; Carim, Mediterranean Migration Report 2006/2007) • • • 65.441.000 milioni di immigrati in Europa, pari all’8,2 % della popolazione totale; 60,8 % di immigrati residenti nell’ UE 25; All’interno dell’EU 25, 15.518.000 milioni di immigrati, pari all’8,5 % della popolazione totale dell’area e al 24 % del totale degli immigrati in Europa, residenti nell’area mediterranea, composta da Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo; • Nei paesi mediterranei delle sponde meridionale e orientale, paesi di origine d’importanti flussi migratori ( circa 10 milioni di emigrati, tra i 5 e i 6, 4 milioni in Europa ed il resto nei paesi arabi soprattutto del Golfo, in America e Canada), forte presenza di immigrati sul totale della pop. nazionale; • Tra i 17 e i 23 milioni gli immigrati irregolari. L’International Center for Migration Policy Development (Icmpd) stima che ogni anno attraversino il Mediterraneo circa 100-120.000 immigrati irregolari, di cui 55.000 provenienti dalle aree maghrebina e libico-egiziana, 35.000 dall’area subsahariana, e 30.000 da altri paesi I flussi migratori in Africa I DATI • Nel 2006 circa 16.968.000 milioni di immigrati ( 2 % della pop. tot. africana) • Il 71% proveniente dai paesi dell’Africa sub sahariana • La quota degli immigrati regolari nel continente africano è superiore a quella relativa agli immigrati nell’area mediterranea europea, considerata una zona di attrazione privilegiata per i flussi migratori extra comunitari. I FATTI Le politiche restrittive dell’Ue a partire dagli anni ’80 hanno ridotto i flussi regolari verso l’Europa mediterranea Il gran numero di immigrati in Africa è conseguenza di flussi migratori interni - + di 1/3 dei paesi africani presenta situazioni di conflitto o guerre civili - disastri ambientali dovuti a cambiamenti climatici e crisi ricorrenti di siccità determinano ulteriori migrazioni di massa Numerosi sono i migranti africani che scelgono di andare all’estero per ragioni di studio o professionali LO SCENARIO I paesi dell’area sub-sahariana attualmente esercitano una pressione notevole sui paesi dell’area maghrebina e libico-egiziana dove, già nel 2006, c’erano 1.196.000 milioni di immigrati regolari. La migrazione di transito: quale definizione? Una sosta di passaggio di varia durata mentre si è in viaggio tra due o più paesi, sia attraverso l’utilizzo di un unico mezzo di trasporto che attraverso mezzi di trasporto diversi (International Organisation for Migration-Iom): migranti = viaggiatori internazionali? Originata da «stranieri che risiedono in un paese per un certo periodo di tempo mentre sono in attesa di emigrare permanentemente in un altro paese» (United Nation Economic Commission for Europe- Un/ Ece) Una situazione di permanenza indeterminata in un paese di accoglienza che si può evolvere in un’ulteriore migrazione verso il paese finale di destinazione in relazione alla presenza di condizioni strutturali o individuali specifiche: la distanza tra i paesi di origine e di destinazione la posizione geografica che il paese di transito si trova ad avere nelle rotte dell’immigrazione spesso irregolare la presenza di una rete familiare o amicale che possa fornire assistenza la facilità di trovare impiego la presenza di un sistema legislativo più o meno restrittivo nei paesi di transito e di destinazione 1. 2. 3. 4. 5. La migrazione di transito come fase del processo migratorio , L’analisi: studi di settore e statistiche della polizia sul numero di fermi operati alle frontiere • I PAESI Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania, principali paesi di transito e luoghi di imbarco per i migranti di origine sub-sahariana • Libano, Egitto, Turchia e Siria soprattutto per quelli provenienti dal Corno d’Africa, dall’Asia centrale e dalla stessa area medio-orientale • Difficoltà nel documentare la nazionalità degli immigrati per inaffidabilità sistemi d’anagrafe e contesto culturale in cui le etnie travalicano le differenze tra gli Stati • • • • I DATI Marocco 2005: fermate 30.000 persone, di cui più della metà provenienti dall’Africa sub-sahariana Algeria e Tunisia: circa 10.000 persone ogni anno Libia e Mauritania: incremento sostanziale dei fermi operati ogni anno Turchia: 2005:44.000 unità, la maggior parte dei quali provenienti dalla Moldavia, Pakistan, Iran, Afganistan e Iraq. • Nel 2003 circa il 25% degli immigrati di provenienza sub-sahariana, 25 % di provenienza principalmente asiatica, e il rimanente 50% di migranti «autoctoni» • La presenza di migranti sub-sahariani • Nel 2005, nei centri di Ceuta e Melilla, il in transito risulta essere in aumento • Tra i principali paesi europei di arrivo • c’è Spagna e Italia 61% degli immigrati di nazionalità subsahariana 2006- Spagna: immigrati provenienti dall’Africa sub-sahariana= 4,1% / tot. Immigrati; Italia: 23% africani/ tot. Le rotte Tre rotte: 1. 2. 3. La rotta dell’Africa occidentale La rotta dell’Africa settentrionale ed orientale La rotta del Mediterraneo orientale Spesso coincidono con: I percorsi utilizzati per gli ingressi illegali in Europa Le antiche vie carovaniere utilizzate dai nomadi dall’interno alla costa La rotta dell’Africa occidentale 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Agadès (Niger) Tamanrasset (Algeria) Maghnia (Algeria) Oujda (Marocco) Sahara occidentale Fascia costiera di El Aiun Isola di Fuerteventura (Spagna) 1. 2. 3. 4. Nador (Marocco) Oujda (Marocco) Ceuta e Melilla (possedimenti spagnoli in Marocco) Malaga e Almeria (Spagna) 1. 2. Tangeri e Tetouan (Marocco) Algeciras (Spagna) La rotta dell’Africa settentrionale ed orientale La Libia negli ultimi anni ha sostituito la Tunisia come principale paese di transito e di destinazione 1. 2. 3. 4. Shebha, Al Jawf (Libia) Zuwarah, Tripoli e Zilten (Libia) Isola di Malta Pantelleria, Linosa, Sicilia e Lampedusa (Italia) La rotta del Mediterraneo orientale Percorsa sia dai migranti di provenienza asiatica e medio orientale che dai migranti del corno d’Africa 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. I paesi di transito sono: Egitto Giordania Libano Siria Cipro Turchia Grecia Gli effetti delle migrazioni nei paesi di transito Ai migranti in transito si aggiungono quelli che eleggono gli stessi paesi di transito a meta finale del loro viaggio e i rifugiati Il tempo necessario ai migranti in transito per poter raggiungere una nuova destinazione e ai rifugiati per ottenere un documento di riconoscimento del loro status, fa sì che permangano nel paese di prima accoglienza per un periodo più lungo del previsto Essi entrano, spesso in maniera illegale, nel mercato del lavoro locale, confondendosi con gli immigrati in attesa di permesso di soggiorno, a loro volta alla ricerca di occupazione Finiscono per assimilarsi ed essere considerati come un unico blocco di immigrati irregolari Tale blocco s’inserisce in economie già deboli ( alti tassi di disoccupazione, infrastrutture sociali già sovraccariche ed apparati amministrativi e legali inadeguati) La loro presenza è, nel complesso, considerata come sgradita dalle autorità, e percepita come indesiderabile dalle popolazioni locali Gli effetti delle migrazioni nei paesi di transito: il caso Libia La Libia ha sempre attratto immigrati, sia per effetto della composizione della sua popolazione che per la struttura della sua economia A partire dagli anni novanta, un’intensa politica pan-africana del governo libico che, attraverso una serie di accordi bilaterali e multilaterali con gli altri paesi africani, ha promosso la libera circolazione di persone, capitali e merci Contemporaneamente, per far fronte alle necessità del settore dell’estrazione degli idrocarburi, sono state realizzate campagne mirate ad attrarre lavoratori stranieri Si è registrato un incremento nei flussi d’ingresso Nel 2004, gli immigrati rappresentavano il 25/ 30% della pop. tot., circa 2.000.000-2.500.000 milioni di persone, di cui 1.000.000-1.500.000 provenienti da altri paesi africani La maggior parte degli immigrati originari dell’Africa sub sahariana s’inserisce nel mercato del lavoro locale La presenza sul mercato del lavoro informale dei migranti irregolari è un fenomeno esteso quanto quello del transito Gli effetti delle migrazioni nei paesi di transito: il caso Egitto Nell’ultimo decennio si è registrato un intensificarsi dei flussi dei rifugiati Nel 2006, solo nel continente africano, si sono avuti 3.000.000 di rifugiati, in gran parte originari del Corno d’Africa (Somalia, Eritrea ed Etiopia), della regione dei grandi laghi (Ruanda, Uganda, Burundi, e parte della Repubblica democratica del Congo) e del Sudan A questi si sono poi aggiunti quelli provenenti da altre aree di conflitto quali l’Iraq ed il Libano, geograficamente prossimi ai principali paesi di accoglienza, rappresentati da Egitto, Giordania, Siria e Turchia L’Egitto, che ospita uno dei cinque maggiori centri al mondo dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), nel gennaio 2005 ospitava 20.300 rifugiati, di cui il 73 per cento di provenienza sudanese, il 18 per cento somala e il rimanente da altri 27 paesi africani Tale situazione si è ulteriormente aggravata in seguito all’afflusso dei rifugiati iracheni che,secondo le stime del Unhcr, all’inizio del 2007 avevano raggiunto, nel solo Egitto, il numero di 100.000 persone (la Siria accoglie circa 1.000.000 di rifugiati iracheni, la Giordania 700.000, il Libano e la Turchia più di qualche decina di migliaia) Conclusioni L’analisi condotta e i dati disponibili sulle migrazioni di transito suggeriscono che: 1. La migrazione di transito non rappresenta una modalità, quanto piuttosto una fase del processo migratorio Il percorso migratorio spesso non è definito dall’inizio del viaggio, ma si modifica durante il cammino obbligando i migranti a scegliere nuove destinazioni e vie diverse per raggiungerle Tali alternative sono condizionate dalle risorse disponibili e dai controlli a cui il migrante va incontro Ciò determina, oltre che un’incertezza sui tempi di durata dell’intero processo migratorio, anche una moltiplicazione delle rotte prescelte 2. Il dato più evidente è la commistione fra i migranti in transito e quelli irregolari (migranti in attesa di permesso di soggiorno, rifugiati in attesa di documenti, clandestini), che provoca nei paesi interessati una serie di effetti imprevisti. Nel caso dei paesi dell’Africa mediterranea, ciò è dovuto principalmente al loro divenire, negli ultimi decenni, al tempo stesso, paesi di transito, di destinazione e di emigrazione. Questa sovrapposizione, avvenuta in un arco di tempo relativamente breve e in contesti contrassegnati da economie ancora in via di sviluppo, non ha permesso ai relativi governi di affrontare la gestione dei flussi in maniera efficace sviluppando apparati amministrativi, normativi e strutture socio-economiche adeguate Conclusioni e prospettive Sebbene tutti i paesi di prima accoglienza seguano una politica tesa a salvaguardare l’occupazione dei loro connazionali contro la concorrenza straniera sui mercati del lavoro locali, soltanto il Marocco nel 2003 e la Tunisia nel 2004 hanno definito strumenti giuridici che regolano l’ingresso, la permanenza e l’uscita degli stranieri Tali leggi, tuttavia, pur prevedendo sanzioni applicabili sia ai trafficanti che agli stessi immigrati, non contemplano la protezione dei diritti degli immigrati nei confronti dei datori di lavoro o dell’amministrazione pubblica I governi dei paesi dell’area maghrebina e libico-egiziana, in accordo con i paesi dell’UE 25, sono alla ricerca di un approccio globale per il controllo e la prevenzione dei flussi delle migrazioni irregolari e dei migranti di transito. Conferenze interministeriali a Tunisi nell’ottobre 2002, Rabat nell’ottobre 2003 e Algeri nel settembre 2004, riflettono la volontà di aderire alle richieste di cooperazione dell’Ue nella gestione delle migrazioni. Nel corso di tali riunioni, cui hanno partecipato Algeria, Spagna, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Portogallo, Marocco e Tunisia, è stata sancita l’importanza del dialogo fra gli Stati sulle migrazioni in risposta al bisogno emergente di una maggiore coesione nei processi decisionali Le cose sulle due rive erano chiare a metà, apparivano e sparivano, fra la luce ed il buio. T. Salih, La stagione della migrazione a Nord, 1992. Caruso I., Venditto B., I flussi migratori. Le migrazioni di transito, in Malanima P. (a cura di ) (2008), Rapporto sulle Economie del Mediterraneo, il Mulino