Eziologia
Numerosi studi epidemiologici condotti negli ultimi 25 anni hanno
consentito di individuare alcune variabili individuali che si associano
ad un maggior rischio di malattia; queste variabili sono state definite
fattori di rischi coronarico.
FATTORI DI
RISCHIO NON
MODIFICABILI
Età
Sesso
Fattori genetici e
familiarità per C.I.
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Università di Catania
FATTORI DI RISCHIO
PARZIALMENTE
MODIFICABILI
Ipertensione
arteriosa
Diabete Mellito
Ipercolesterolemia
Basso colesterolo
HDL
FATTORI DI
RISCHIO
MODIFICABILI
Fumo
Abuso di alcool
Dieta
Ipertensione arteriosa
In Italia l’ipertensione arteriosa colpisce il 30-40% della popolazione adulta
oltre i 60 anni.
Il rischio coronarico e vascolare aumenta del 20% per un aumento di
pressione media di 10 mmHg.
Categoria
Ottimale
Normale
Normale alta
Ipertensione di grado I (lieve)
Ipertensione di grado II (moderata)
Ipertensione di grado III (severa)
Ipertensione sistolica isolata
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Sistolica
(mmHg)
< 120
120 – 129
130 – 139
140 – 159
160 – 179
> 180
> 140
Diastolica
(mmHg)
< 80
80 – 84
85 – 89
90 – 99
100 – 109
≥ 110
< 90
Ipertensione arteriosa
Fattori che favoriscono l’evoluzione della cardiopatia ischemica
nell’ipertensione
Fattori emodinamici:
• Pressione intraluminale
• La velocità di flusso (le turbolenze ematiche)
• Lesioni endoteliali
Fattori metabolici:
• Aumento di proteine fibrose nella tunica media
• Alterata permeabilità endoteliale
• Migrazione e proliferazione di cellule muscolari lisce
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Ipercolesterolemia
Valori “normali” secondo NCEP, National Cholesterol Education
Program ,ATP III
Colesterolo totale (CT):
<200 mg/dl.
Colesterolo LDL (LDL-C):
<160 mg/dl (in soggetti altrimenti sani);
<130 mg/dl (in soggetti con più di due fattori di rischio cardiovascolare);
<100 mg/dl (in soggetti già interessati da lesioni vascolari, diabetici o affetti da
sindrome metabolica).
Colesterolo HDL (HDL-C):
>40 mg/dl. Se alto è protettivo!
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Ipercolesterolemia
TRIGLICERIDI
<200 mg/dl (in soggetti altrimenti sani);
<150 mg/dl (in soggetti con altri fattori di rischio lipidici).
Importanti in pazienti con concomitante ipercolesterolemia e/o diabetici.
Apolipoproteina B (ApoB): <130 mg/dl. In genere proporzionale all’LDL-C.
Apolipoproteina A (ApoA): >130 mg/dl. In genere proporzionale all’HDL-C.
Lipoproteina (a) : <30 mg/dl. Può essere elevata anche a colest. normale
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Ipercolesterolemia
• Dietetiche
Cause
• Condizioni parafisiologiche: gravidanza, menopausa
• Patologie concomitanti: Ipotiroidismo, IRC, patologie
epatiche ed ematologiche
• Primitive: ereditate come malattie o sviluppate per
predisposizione genetica
Studio
Framingham
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Soggetti con elevati livelli sierici di
colesterolo totale, presentano un aumentato
rischio di sviluppare CHD. Per ogni aumento
dell’1% di colesterolo totale si ha un aumento
del 2-3% di CHD.
Diabete
Il diabete aumenta
sensibilmente il
rischio di eventi
cardiovascolari
Iperglicemia e insulinoresistenza, determinano
un’alterazione del microcircolo e
uno stato di infiammazione
vasale, responsabili del danno
microvascolare.
Caratteristica la pluridistrettualità
delle lesioni vascolari (coronarie,
carotidi, arti) e l’assenza dei
sintomo doloroso.
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Fumo
Effetti del fumo sull’apparato cardiovascolare:
Acuti
A lungo
termine
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Alterazioni emodinamiche: aumento della
frequenza cardiaca e della resistenza
delle arterie.Conseguentemente aumenta
la contrattilità del muscolo cardiaco e la
sua domanda di ossigeno. Ciò abbassa
la soglia dell’ischemia.
Effetto sull’attività dell’endotelio dei vasi
arteriosi: il fumo, attraverso meccanismi
non completamente chiariti, impedisce il
normale funzionamento dell’endotelio,
facendo perno sulla degradazione
dell’ossido nitrico prodotto dalla cellule
endoteliali,aprendo la strada
all’aterosclerosi.
Fumo
Il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari aumenta da 3 a 9 volte
con il fumo di sigaretta. Il fumo di sigaretta è inoltre il principale fattore di
rischio per un'improvvisa e rapida morte (entro un'ora) per infarto: il rischio
per i fumatori è da due a quattro volte superiore rispetto a quello dei non
fumatori.
Se associato ad altri fattori, quali il diabete e l'ipertensione arteriosa,
aumenta esponenzialmente la mortalità cardiovascolare.
L'associazione tra fumo di sigaretta e patologie cardiovascolari è meno
evidente nella donna che nell'uomo. Tuttavia in donne oltre i 35 anni che
assumono contraccettivi orali, il fumo di sigaretta comporta certamente un
netto aumento del rischio cardiovascolare.
Nella popolazione italiana l’abitudine al fumo di sigaretta riguarda il 30%
degli uomini e il 21% delle donne.
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Obesità
In media in Italia il 18% degli uomini e il 22% delle donne è obeso e
ha un indice di massa corporea (ICM) attorno a 27 Kg/m2 per gli
uomini e a 26 Kg/m2 per le donne.
Prevalenza dell’obesità nelle diverse aree geografiche italiane
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Obesità
Il Rischio dipende dal grado di obesità e dalla localizzazione del
grasso: il rischio di morte per patologia cardiovascolare è direttamente
correlato alla circonferenza addominale, che a sua volta è correlato alla
quantità di grasso periviscerale.
In particolare il grasso intra addominale è strettamente correlato alla così
detta SINDROME METABOLICA diagnosticabile per la presenza di almeno
3 tra i seguenti indicatori:
• Alterazioni del metabolismo glicidico e lipidico (glicemia superiore a 110
mg, trigliceridemia superiore a 150 mg/dl, colesterolo HDL < a 50 negli
uomini e 40 nelle donne)
• Obesità viscerale (adiposità viscerale con valori della circonferenza
addominale superiori a cm 88 nella donna e cm 120 nell’uomo)
• Ipertensione arteriosa (valori pressori superiori a 130/80 mmHg)
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Carte del Rischio
Strumenti fondamentali che esprimono il rischio di eventi
cardiovascolari a 10 anni, in base all’associazione dei vari fattori di
rischio .
Uomini diabetici
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Uomini non diabetici
Carte del Rischio
Donne diabetiche
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Donne non diabetiche
Fisiopatologia
Formazione ed evoluzione della placca
Ipertensione
Iperlipidemia
Diabete
Altri fattori
Monociti
Piastrine
Cellule
muscolari lisce
Fattori di crescita
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Macrofagi
Fisiopatologia
Lipidi
Cellule schiumose
Cellule
infiammatorie
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Fibre
collagene
Fisiopatologia
•
Una lesione aterosclerotica di un ramo
epicardico determina a valle della
stenosi una caduta di pressione
proporzionale alla riduzione del calibro
vasale.
•
Il gradiente pressorio che si crea stimola
la dilatazione dei vasi di resistenza, allo
scopo di mantenere un flusso adeguato
in condizioni basali.
•
Se la stenosi riduce la sezione del ramo
epicardico di oltre l’80%, si ha una
riduzione del flusso anche in condizioni
basali; in questa situazione l’albero
coronarico impegna gran parte della sua
“riserva” per mantenere un apporto
metabolico adeguato.
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Coronaria
normale
Placca ateromasica
subocclusiva (>75%)
Placca stenosante Placca ateromasica
associata a
(< 50%)
vasospasmo
Fisiopatologia
Regolazione del flusso ematico
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Fisiopatologia
DOLORE TORACICO
Lo squilibrio tra richiesta
e apporto di ossigeno a
livello miocardico,
comporta l’insorgenza
della sintomatologia
clinica
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Dolore Toracico
1. LOCALIZZIZIONE: retrosternale con irradiazione a collo, braccia,
spalle, mascelle, epigastrio o schiena.
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Dolore Toracico
2. RELAZIONE CON UN FATTORE SCATENANTE: attività fisica,
stress emotivo, freddo, pasto abbondante, fumo.
Angina da decubito: manifestazione meno frequente che insorga con
un cambiamento della postura e si ritiene sia causata da variazioni del
volume ematico
3. CARATTERISTICHE: viene definito come costrizione, dolore urente,
soffocamento, oppressione. Associato a sudorazione, dispnea,
debolezza, nausea, astenia, sincope.
4. DURATA: alcuni minuti, mai più di 15-20 min. Regredisce in pochi
minuti all’interruzione dell’esercizio.o con l’assunzione di nitrati.
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Diagnosi Differenziali del Dolore
Toracico
Altre cause cardiovascolari
Cause gastrointestinali
Stenosi aortica
Spasmo esofageo
Cardiomiopatia ipertrofica
Reflusso esofageo
Ipertensione sistemica
Rottura dell’esofago
Insufficienza aortica
Ulcera peptica
Anemia grave, ipossia
Cause psicogene
Dissecazione aortica
Ansia
Pericardite
Depressione
Prolasso della mitrale
Psicosi
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Diagnosi Differenziali del Dolore
Toracico
Cause neuro-muscolo-scheletriche
Malattie degenerative della colonna
Sindrome dello scaleno
Herpes zoster
Cause polmonari
Embolia polmonare
Pneumotorace
Polmonite - pleurite
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COME RICONOSCERE IL DOLORE TORACICO
FATTORI
SCATENANTI
SI RIDUCE CON
Costrittivo
(stringimento)
Gravativo (peso)
Sforzo Emozione
Riposo Nitroglicerina
(compresse da
sciogliere sotto la
lingua)
Retrosternale Irradiato
alla gola
Urente (bruciore)
Pasto Riposo a letto
Antiacidi
Dolore muscolare e Costole Sterno Muscoli
intercostale
pettorali
Trafittivo (di breve
durata)
Movimento Pressione
locale Respirazione
profonda
Antidolorifici
CAUSA
LOCALIZZAZIONE
CARATTERISTICHE
Malattia coronarica
Retrosternale (al
centro del torace)
Irradiato al braccio
sinistro
Malattie dell'esofago
Pleurite
Parte laterale del
torace
Trafittivo (di lunga
durata)
Respirazione
profonda, tosse
Antidolorifici
Gastrite e Ulcera
Epigastrico (alla bocca
dello stomaco)
Urente (bruciore
sordo)
Eccessi alimentari
Digiuno
Cibo antiacidi
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