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Premessa
Questa presentazione non vuole essere una storia di Santi, ma in
queste pagine viene illustrato il rapporto che alcuni di loro
avevano con gli Angeli e in particolare con il loro Angelo custode.
Se il lettore alla parola “Angelo” gli viene da sorridere allora è
meglio per lui che chiuda subito questo pps e si cerchi qualcosa di
suo gradimento altrove, se invece, è interessato ad approfondire
come questi esseri spirituali, che sono accanto a noi dalla nascita
fino alla fine della nostra vita terrena e che hanno sicuramente
influito anche sulla vita di alcuni santi, queste letture “magari” lo
convinceranno che pure lui ne ha uno al suo fianco.
Ebbe molte visioni di Angeli. Racconta: «Vidi un Angelo vicino a me in forma
corporea, che sempre vedo con grande stupore… Non era grande, ma piccolo,
molto bello, il viso così acceso che pareva venisse dagli Angeli molto elevati,
quelli che paiono avvolti di fiamme, di quelli che chiamano Cherubini … Gli
vedevo nelle mani un dardo d’oro spesso e al termine del metallo, mi
sembrava avesse un po’ di fuoco. Mi pareva che me lo introducesse alcune
volte nel cuore e che giungesse fino al ventre; quando lo levava mi sembrava
che mi traesse tutta con sé e mi lasciasse totalmente infiammata di grande
amore per Dio» (Vita 29, 13).
Così la raffigurò Gian Lorenzo Bernini
nella sua celebre statua.
Il cuore della Santa è conservato in
una teca ad Alba de Tormes, in
Spagna, dove è possibile osservare
delle ferite. Dopo la sua morte,
sottoposta ad autopsia, fonti del
tempo sostengono avvenne un evento
miracoloso: si dice che, estrattole il
cuore, furono osservate proprio le
cinque ferite che ella aveva descritto,
attribuite secondo la chiesa alla
transverberazione di cui una di
dimensioni superiori ai 5 centimetri.
Estasi di Santa Teresa, Roma, S. Maria della Vittoria
Santa Teresa del Bambin Gesù o
Santa Teresa di Lisieux o anche
Piccolo Fiore come viene chiamata,
pregata e adorata dalla comunità
cattolica mondiale, non ci ha
lasciato scritti in particolare sugli
Angeli, ma in compenso ci ha
lasciato una delle più belle poesie
dedicate all’Angelo custode.
Glorioso custode della mia anima,
Tu che splendi nel cielo più bello
come una dolce e pura fiamma
vicino al trono dell'Eterno,
Tu discendi per me sulla terra
e illuminandomi con il tuo splendore
bell'angelo diventi per me un fratello!...
Conoscendo la mia grande debolezza
Tu mi prendi per mano;
e ti osservo con tenerezza
mentre levi la pietra dal mio cammino;
sempre la tua voce mi invita
a guardare solo i cieli;
più mi vedi piccola e umile
più divieni radioso.
Oh Tu! Tu che attraversi lo spazio
più veloce dei lampi
Ti supplico, vola al posto mio
da coloro che mi sono cari.
Con la tua ala asciuga le lacrime
canta l'immensa bontà di Dio
canta che soffrire è gioia
e piano piano, mormora il mio nome...
Questa suora è nota per il quadro della Divina Misericordia, presente in quasi tutte le chiese e che le era stato
commissionato dallo stesso Gesù.
La mistica polacca descrive l’Angelo come una figura luminosa e raggiante, sguardo modesto e sereno, con un
raggio di fuoco che gli esce dalla fronte. L’Angelo è una presenza discreta che parla poco, agisce e soprattutto
non si distacca mai da lei. Una volta in risposta alla domanda fatta a Gesù “ per chi pregare”, le compare il suo
Angelo Custode che le ordina di seguirlo e la conduce in Purgatorio dove essa afferma: “ Il mio Angelo Custode
non mi abbandonò un solo istante”. In un’altra occasione, in viaggio a Varsavia, il suo Angelo Custode si rende
visibile e le tiene compagnia. In un’altra circostanza le raccomanda di pregare per un’anima.
Ella vive col suo Angelo cCstode in intimo rapporto, lo prega e invoca spesso ricevendo da lui aiuto e sostegno
ed afferma: “ Oh, quanto poco la gente pensa a questo, che ha sempre presso di se un testimone di tutto!
Peccatori, ricordate che avete un testimonio per le vostre azioni!”.
Dalle sue meditazioni, l’amore tra l’Angelo e l’uomo.
Il loro amore è lontano dall'eguagliare quello di Dio. Gli Angeli
amano le creature di un amore immenso, di un amore di verità e di
rigenerazione. È un amore intenso che sorge dal cuore del Verbo,
perché vedono in esso la dignità delle creature e l'amore che Egli
prova per loro; questo amore degli Angeli rappresenta, per cosi
dire, la sovrabbondanza dell'amore del Verbo, che gli Angeli
raccolgono in sé e trasmettono poi alla creatura nella parte più
nobile del suo essere, cioè il cuore. Oh! Se la creatura conoscesse
l'immenso amore degli Angeli!... Il loro amore rende l'anima saggia
e prudente: saggia nelle sue opere, che compie con retta
intenzione per la più grande gloria di Dio; prudente nel mantenere
le virtù che danno vita a tutti gli amori, la cui unione forma un
anello prezioso per il fidanzamento della sposa; i Serafini che li
hanno comunicati discendono dal Cielo, li prendono con due delle
loro ali, li ornano con altre due e li portano con le ultime due in
presenza dello Sposo.
A tale vista, i Cori degli Angeli si levano e anch'essi vogliono fare qualcosa per la sposa, ma, non
sapendo che cosa, si mettono a lodarla di tutto cuore dicendo: "Ella è degna di ricevere un nuovo
nome", e prosternandosi - poiché nella sposa essi onorano lo Sposo - le rendono omaggio".
Nella notte del 18 luglio 1830, verso le ore 23,30, si
sentì sommessamente chiamare dai piedi del letto;
Suor Labouré! ...Suor Labouré. Si svegliò di soprassato
e vide un bimbo risplendente di luce, il suo Angelo
Custode, che la invitava a recarsi in cappella: “Vieni!, in
cappella la Madonna ti aspetta”. La novizia non se lo
fece ripetere. Si vestì e seguì la sua guida celeste.
Nella cappella, la giovane suora fu condotta fino al
presbiterio e qui la SS. Vergine non si fece attendere.
Un fruscio di veste di seta ed ecco la Regina del Cielo
avanzare dalla parte destra e venire a sedersi sulla
poltroncina, da cui il direttore, il Padre Aladel, soleva
tenere le sue istruzioni alle novizie. Col cuore
traboccante di gioia, S. Caterina si gettò in ginocchio,
giunse le mani e le posò in grembo alla Vergine Santa.
Ebbe così inizio, tra la Mamma Celeste e l'umile suora,
un colloquio durato oltre due ore. Prima di scomparire,
come qualcosa che si spegne, la SS. Vergine disse a
S. Caterina: Ritornerò, figlia mia, perché ho una
missione da affidarti!
A lei la madonna affidò il compito di far coniare la
Medaglia Miracolosa.
Possiamo dire senza esagerazioni che il ministero visibile dell’Angelo Custode nei tempi moderni non fu
mai più ammirabile e meglio attestato che nella vita di Santa Gemma Galgani. I suoi grandi doni e
specialmente le azioni evidenti del suo Angelo Custode furono provate più di una volta dal suo padre
spirituale, Padre Germano di S. Stanislao, un sacerdote dell’ordine dei Passionisti molto acculturato, e una
guida molto prudente e illuminata.
Gemma vedeva costantemente il suo Angelo con i suoi occhi; essi si parlavano, come da amica ad amico;
pregavano insieme. Egli vegliava su di lei mentre riposava. In una delle sue lettere ella scrive: “Gesù non
mi ha lasciata sola, egli permette al mio Angelo Custode di rimanere sempre con me.
Eppure, ella finirà per "testare" la presenza, obbedendo alla lettera agli ordini di Padre Germano e questo ci
permette di dire che si tratta del solo caso negli annali dell'angelologia moderna in cui il suo protetto sputa
sul suo Angelo Custode! Un giorno che l'Angelo Custode si presentò, Gemma gli sputò sul volto, cercando
di rinviarlo. Ma l'Angelo non si mosse, ed anche, laddove Gemma sputò, ai piedi dell'Angelo spuntò una
rosa bianca; sui suoi petali era scritto in lettere d'oro "si riceve tutto dall'Amore“.
Sotto dettatura angelica, (aveva a disposizione
8 Angeli, ma pure l’Arcangelo San Michele le
faceva visita), scrisse "Mistica Città di Dio"
ovvero la vita della Madonna .
Ho già detto che gli Angeli Custodi di Maria
erano mille, e non uno solo come capita per
ogni comune mortale. E in considerazione della
sua dignità, i mille Angeli custodivano e
assistevano Maria con una vigilanza superiore a
quella di qualsiasi altro Angelo verso l'anima a
lui raccomandata. Oltre questi mille, che erano
suoi custodi assidui ed ordinari, la servivano,
nelle diverse occasioni che si presentavano,
molti altri Angeli, specialmente dopo il
concepimento del Verbo divino incarnato.
La memoria di Santa Margherita Maria Alacoque, francese, è legata alla diffusione della
devozione del Sacro Cuore, senza di lei non ci sarebbero nel mondo le varie chiese dedicate
appunto al Sacro Cuore. Dai suoi scritti si legge: Dio vuole l'unione degli Angeli e degli uomini.
Se si potessero unire le loro devozioni e tutti partecipassero al bene spirituale reciproco, penso
che il Cuore divino ne gioirebbe. Desidererebbe che si mostrasse una particolare devozione
per gli Angeli, che sono fatti per amarlo, onorarlo e lodarlo nel divino sacramento dell'amore.
Così, se fossimo più uniti a loro, gli Angeli potrebbero intercedere per noi nella sua divina
presenza, per rendergli omaggio e per amarlo. Ciò porterebbe beneficio a noi e anche a tutti
coloro che lo amano e riparerebbe le irriverenze che commettiamo nella sua santa presenza.
Questo un brano tratto dai suoi
scritti: “….provavo d’altra parte
una tale gioia per la presenza
degli Angeli e i loro discorsi mi
riempirono di così tanta felicità
che non avrei mai creduto che i
santissimi angeli fossero così
gentili e capaci di donare alle
anime tali delizie. Avevo
pregato gli Angeli, in modo
particolare i Serafini e i
Santissimi Custodi mi dissero:
Ora ricevi quello che i Serafini
possiedono e potrai così
partecipare alla loro gioia”.
Ecco quello che fa per voi l'Angelo Custode e quello che
voi dovete fare per lui. L'Angelo Custode allontana da voi
i mali del corpo e dell'anima; egli lotta contro i vostri
nemici, vi eccita nel fare il bene; porta a Dio le vostre
preghiere ed inscrive sul libro della vita le vostre buone
opere; prega per voi, vi segue fino alla morte, e vi porterà
nel seno di Dio, se vivete nella giustizia nel mentre che
sarete sulla terra (...). Un nulla può affliggere il nostro
corpo per sempre, un incidente può per sempre anche
rapirvi la vita dalla vostra anima. Voi non siete affatto
abbastanza accorti per allontanare ed evitare tutti i
pericoli; e quand'anche lo sareste abbastanza, sovente
non lo potreste voi stessi. Quello che voi non vedete, il
vostro Angelo Custode lo può per voi, ed egli protegge il
vostro corpo e la vostra anima allontanando tutto quello
che potrebbe essergli pregiudizievole; egli lo fa senza
che voi ve ne accorgiate. Se talvolta vi riflettereste, e che
vi domandiate come siete sfuggito a tale incidente, a tale
disgrazia, voi tocchereste con mano l'azione del vostro
buon Angelo (...). Infine, figlia mia, il vostro Angelo
Custode vi seguirà dappertutto; vi seguirà tutti i giorni
della vostra vita, e quando Dio vi trarrà da questo mondo,
egli vi presenterà a Lui.
Padre Lamy era un povero prete campagnolo, delle
sue innumerevoli esperienze e conversazioni con gli
Angeli, sono arrivate fino a noi tante e solide
informazioni, grazie soprattutto al suo biografo, il
conte Paul Biver.
“….quando vedete una cinquantina di Angeli insieme
ne restate abbagliati: allora non pensate più a pregare
Dio. Quegli specchi dorati che non cessano di
spostarsi sembrano tanti soli! Che meraviglioso
spettacolo dev'essere in Cielo, con milioni di Angeli in
volo!... Gli Angeli hanno un aspetto molto più
luminoso della Vergine. Con quei bei riflessi che si
muovono continuamente sull'abito bianco, sembrano
dei brillanti ufficiali intorno a Lei, così semplici nel loro
candore.
Parlo
della
santissima
Vergine,
indipendentemente dalla sua luce. Quando si mostra
in quella che potrei chiamare la sua grande gloria, mi
impaurisce un po' perché il sole non è che una debole
luce al suo confronto... Con quale semplicità e affetto
gli Angeli la circondano! Dio ne ha donati alla Vergine
migliaia e migliaia e Lei li conosce tutti per nome. Loro
la chiamano con un solo nome: Regina. Ognuno ha
una fisionomia particolare, ma sono tutti belli. Gli
Angeli la chiamano "Regina" con un tono molto
rispettoso e quando Lei si rivolge all‘Arcangelo lo
chiama semplicemente "Gabriele", in tono materno".
Quando Brigida si recò in pellegrinaggio
alla grotta di San Michele Arcangelo a
Monte Sant’Angelo, vide una moltitudine
di Angeli che cantando melodiosamente
dicevano: “Sii benedetto, nostro Dio,
che sei stato sei e sarai senza inizio e
senza fine! Ci hai creato spiriti, ci hai
posto al tuo servizio e a quello degli
uomini della tua dolcezza, consolazione
e visione. Ma poiché sembriamo
sconosciuti agli uomini, ha voluto
mostrare in questo luogo le tue
benedizioni e la dignità e l’eccellenza
che ci hai dato, affinché l’uomo
imparasse ad amarti a desiderare il
nostro soccorso”.
Nel corso della sua complessa e ricchissima esperienza mistica, Don Bosco dimostrò spesso
molta attenzione per gli Angeli Custodi, cercando di inculcarne la devozione tra i tanti giovani che
gli vivevano accanto ogni giorno. Da novello sacerdote volle celebrare la sua prima Messa proprio
all’Altare dell’Angelo Custode. “Ravvivate la fede nell’Angelo Custode – diceva spesso – che è
con voi ovunque siate. Uno tra gli episodi più singolari che costituiscono il notevole corpo di fatti
miracolosi che hanno accompagnato Don Bosco riguarda la vicenda del cane nero che appariva
quando il santo era in pericolo e allontanava i malintenzionati con il suo aspetto certamente poco
rassicurante. Don Bosco chiamò quel cane Giorgio e sostenne che sotto le spoglie dell’animale si
celava il suo Angelo Custode.
Le visioni erano per Teresa una
componente quotidiana della vita. Essa
riguardavano sia la passione e morte di
Gesù, sia episodi della vita della Vergine
e del Santi. Più di una volta esse ebbero
per oggetto il mondo angelico: gli Angeli
di cui parla la Bibbia e l’Angelo Custode.
Del proprio Angelo Custode Teresa
percepiva la presenza: lo vedeva alla
propria destra, come “uomo luminoso”, e
vedeva anche l’Angelo dei suoi visitatori.
San Filippo Neri camminava spesso per le strade di Roma, un giorno incontrò un mendicante
che gli chiese l’elemosina. Il Santo, conosciuto per la sua misericordia con i bisognosi, subito
voleva dargli i pochi soldi che aveva. Ma questi li rifiutò sorridendo: “Volevo vedere di che cosa
sei capace!” e scomparve. Il Santo raccontava più tardi a due preti amici che il mendicante era il
suo Angelo Custode che si travestì per mostrargli quanto piace a Dio e agli Angeli la misericordia
con i poveri.
Nell’anno 1820, nella festa dell’Angelo Custode, Anna
Katharina Emmerick ricevé la grazia delle visioni sugli
Angeli buoni e cattivi e sulla loro attività. La beata
dichiarò: “Vidi una chiesa terrena piena di persone da me
conosciute. Molte altre chiese si stagliavano, su questa,
come sui piani di una torre, ed ognuna aveva un Coro
diverso di Angeli. In cima a tutti i piani c’era la S. Vergine
Maria, cinta dal sublime Ordine, era dinanzi al trono della
Santissima Trinità. In alto si stendeva un cielo pieno di
Angeli e c’era un ordine e una vita indescrivibilmente
meravigliosa mentre sotto, nella Chiesa, tutto era oltre
misura sonnolento e trascurato. Questo si poteva notare
particolarmente perché era la festa dell’Angelo, e ogni
parola che il prete pronunciava durante la santa Messa, in
modo diffuso, gli Angeli la presentavano a Dio, così tutta
quella pigrizia era rigenerata per la gloria di Dio. Io vidi
ancora in questa Chiesa come gli Angeli custodi
esercitano il loro ufficio: scacciano dagli uomini gli spiriti
cattivi, suscitando in essi pensieri migliori; in questo
modo gli uomini possono concepire immagini serene. Gli
Angeli custodi aspirano a servire e ad eseguire il comando
di Dio; la preghiera dei loro protetti li rende ancor più
fervidi d’amore verso l’Onnipotente”.
Rosa ebbe grande familiarità
con il proprio Angelo Custode,
ed egli l’ascoltava e le dava
ordini e messaggi. Più di una
volta quando la Santa era
gravemente ammalata, le portò
le medicine necessarie per
curarla. Una volta l’Angelo fu
visto accanto a Rosa alla
finestra della sua cella, mentre
entrambi contemplavano il cielo
stellato.
Affascina la Stein il lavoro dell’aAgelo che non va
“intralciato”: solo così avverrà una specifica epifania
dell’Angelo, un Angelo liberatore, dunque, oltre che
messaggero e distributore di grazie.
I puri spiriti angelici sono caratterizzati da vita
perfetta, essi, totalmente liberi dalla materia,
possono procedere da sé in un movimento del tutto
diverso da quello umano.
Gli Angeli, quindi colti come fiumi che tornano al
luogo da cui sono venuti per poi riscorrere. Luogo
divino che alimenta in permanenza la loro funzione
di collaboratori di Dio e suoi messaggeri: essi
soltanto possono trasmettere “la potenza gerarchica:
sono, infatti, messaggeri di Dio, inviati a portare la
luce divina nella creazione”. Gli Angeli sono i primi
illuminati da Dio e fungono da suoi intermediari nelle
rivelazioni trasmesse all’uomo: “I puri spiriti sono
come raggi attraverso i quali la luce eterna si
comunica alla creazione”.
San Bernardo nella Regola ricorda ai suoi
monaci che quando recitano l’Ufficio divino, lo
facciano alla presenza di Dio e degli angeli. In
un altro passo dice: «Siamo devoti e
riconoscenti a questi custodi così esimi,
sappiamo corrispondere al loro amore,
onoriamoli per quanto possiamo e come siamo
in dovere di fare… Siamo come fratelli più
piccoli, e ci resta da percorrere un cammino
lungo e pericoloso, ma non dobbiamo temere
nulla perché siamo sotto la protezione di
custodi così eccelsi. Essi, che ci guidano nel
nostro cammino, non possono essere né vinti
né ingannati, e ancor meno possono
ingannarci. Sono fedeli, prudenti, e potenti.
Perché spaventarci? Basta che li seguiamo e
che rimaniamo uniti ad essi e così vivremo
all’ombra dell’Onnipotente».
Ebbe la grazia di avere sempre vicino a
sé il suo Angelo Custode per 34 anni.
Lo vedeva di notte e di giorno. L’Angelo
irradiava una luce celestiale che illuminava
l’abitazione affinché potesse recitare di
notte l’Ufficio divino e accudire ai mestieri
di casa. Lo vedeva alla sua destra sia che
stesse in casa, in chiesa o per la via. Se
qualcuno faceva qualcosa di cattivo in sua
presenza, si copriva il volto con le mani.
Era così intensa la luce che irradiava che
non lo poteva guardare direttamente in
fronte se non quando pregava, quando era
tentata dai demoni o quando parlava del
suo celeste protettore col suo confessore.
Aveva la figura di un bambino di dieci
anni, coperto da un abito bianco o tunica
che gli giungeva fino alle caviglie,
lasciando scoperti solo i piedi nudi; il suo
volto guardava il cielo e le mani erano
incrociate sul petto e i capelli sparsi sulla
spalla in riccioli d’oro.
Dice nella sua “Autobiografia”: «Adoperare gli
Angeli per me è un fatto comune e quotidiano.
Quando ho bisogno di chiamare una persona,
mando l’Angelo e successivamente questa
giunge, sia essa a me nota o sconosciuta. Di
giorno, di notte, di buon’ora o tardi ho
chiamato in questo modo il mio segretario che
viveva assai lontano, e sempre l’Angelo me lo
ha portato. Mai mi ha deluso e molti giorni,
per casi imprevisti, ho chiamato la stessa
persona anche tre volte ed è sempre venuta.
Desiderosa di sapere in qual modo mi
facessero questo servizio, tutti mi dicevano
sempre la stessa cosa, che avevano sentito
un’inquietudine. Tutti entravano da me
dicendo: “Mi ha chiamato attraverso un
Angelo? Non mi ha lasciato in pace finché
non sono venuto”. Per questo a tutte le
persone che frequento dico che usino gli
Angeli come faccio io».
Sugli Angeli di Padre Pio sono stati scritti numerosi libri.
Queste sono alcune sue frasi e racconti significativi.
Invoca il tuo Angelo Custode, che ti illuminerà e ti guiderà. Il
Signore te lo ha messo vicino appunto per questo. Perciò
serviti di lui.
E se la missione del nostro Angelo Custode è grande, quella
del mio è di certo più grande, dovendomi fare anche da
maestro nella spiegazione di altre lingue.
Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da
voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così
lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non
hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed
avrai subito la risposta".
Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle
lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse
brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace".
Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne
accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto
tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli
Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro
messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".
In una lettera scritta da Padre Pio a Raffaelina Cerase il 20 aprile 1915, il Santo
esalta l’amore di Dio che ha donato all’uomo un dono così grande come
l’Angelo Custode:
«O Raffaelina, quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di
un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!)
nell’atto che diamo disgusto a Dio! Quanto riesce dolce per l’anima credente
questa grande verità! Di chi dunque può temere l'anima devota che si studia
d’amare Gesù, avendo sempre con sé un sí insigne guerriero? O non fu egli
forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo
difesero l’onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed
infine li ridussero alla perdita e li rilegarono nell'inferno?
Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la
sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci.
Prendete la bella abitudine di pensar sempre a lui. Che vicino a noi sta uno
spirito celeste, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, ci
guida, ci protegge come un amico, un fratello, deve pur riuscire a noi sempre
di consolazione, specie nelle ore per noi più tristi.
Sappiate, o Raffaelina, che questo buon angelo prega per voi: offre a Dio tutte
le vostre buone opere che compite, i vostri desideri santi e puri. Nelle ore in
cui vi sembra di essere sola e abbandonata non vi lagnate di non avere un’
anima amica, a cui possiate aprirvi ed a lei confidare i vostri dolori: per carità,
non dimenticate questo invisibile compagno, sempre presente ad ascoltarvi,
sempre pronto a consolarvi.
O deliziosa intimità, o beata compagnia! O se gli uomini tutti sapessero
comprendere ed apprezzare questo grandissimo dono che Iddio, nell’eccesso
del suo amore per l'uomo, a noi assegnò questo celeste spirito! Rammentate
spesso la di lui presenza: bisogna fissarlo coll'occhio dell’anima;
ringraziatelo, pregatelo. Egli è così delicato, così sensibile; rispettatelo.
Abbiate continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Invocate
spesso questo angelo custode, quest’angelo benefico, ripetete spesso la
bella preghiera: «Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidata dalla bontà
del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre».
O glorioso custode
del mio corpo e della mia anima,
che brilli nel Cielo
pieno di luce e di splendore!
Per me scendi sulla Terra
e m’illumini con la tua luce.
Tu, mio fratello e mio amico,
tu sei il mio consolatore.
Fine
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Angeli e Santi