[email protected] Premessa Questa presentazione non vuole essere una storia di Santi, ma in queste pagine viene illustrato il rapporto che alcuni di loro avevano con gli Angeli e in particolare con il loro Angelo custode. Se il lettore alla parola “Angelo” gli viene da sorridere allora è meglio per lui che chiuda subito questo pps e si cerchi qualcosa di suo gradimento altrove, se invece, è interessato ad approfondire come questi esseri spirituali, che sono accanto a noi dalla nascita fino alla fine della nostra vita terrena e che hanno sicuramente influito anche sulla vita di alcuni santi, queste letture “magari” lo convinceranno che pure lui ne ha uno al suo fianco. Ebbe molte visioni di Angeli. Racconta: «Vidi un Angelo vicino a me in forma corporea, che sempre vedo con grande stupore… Non era grande, ma piccolo, molto bello, il viso così acceso che pareva venisse dagli Angeli molto elevati, quelli che paiono avvolti di fiamme, di quelli che chiamano Cherubini … Gli vedevo nelle mani un dardo d’oro spesso e al termine del metallo, mi sembrava avesse un po’ di fuoco. Mi pareva che me lo introducesse alcune volte nel cuore e che giungesse fino al ventre; quando lo levava mi sembrava che mi traesse tutta con sé e mi lasciasse totalmente infiammata di grande amore per Dio» (Vita 29, 13). Così la raffigurò Gian Lorenzo Bernini nella sua celebre statua. Il cuore della Santa è conservato in una teca ad Alba de Tormes, in Spagna, dove è possibile osservare delle ferite. Dopo la sua morte, sottoposta ad autopsia, fonti del tempo sostengono avvenne un evento miracoloso: si dice che, estrattole il cuore, furono osservate proprio le cinque ferite che ella aveva descritto, attribuite secondo la chiesa alla transverberazione di cui una di dimensioni superiori ai 5 centimetri. Estasi di Santa Teresa, Roma, S. Maria della Vittoria Santa Teresa del Bambin Gesù o Santa Teresa di Lisieux o anche Piccolo Fiore come viene chiamata, pregata e adorata dalla comunità cattolica mondiale, non ci ha lasciato scritti in particolare sugli Angeli, ma in compenso ci ha lasciato una delle più belle poesie dedicate all’Angelo custode. Glorioso custode della mia anima, Tu che splendi nel cielo più bello come una dolce e pura fiamma vicino al trono dell'Eterno, Tu discendi per me sulla terra e illuminandomi con il tuo splendore bell'angelo diventi per me un fratello!... Conoscendo la mia grande debolezza Tu mi prendi per mano; e ti osservo con tenerezza mentre levi la pietra dal mio cammino; sempre la tua voce mi invita a guardare solo i cieli; più mi vedi piccola e umile più divieni radioso. Oh Tu! Tu che attraversi lo spazio più veloce dei lampi Ti supplico, vola al posto mio da coloro che mi sono cari. Con la tua ala asciuga le lacrime canta l'immensa bontà di Dio canta che soffrire è gioia e piano piano, mormora il mio nome... Questa suora è nota per il quadro della Divina Misericordia, presente in quasi tutte le chiese e che le era stato commissionato dallo stesso Gesù. La mistica polacca descrive l’Angelo come una figura luminosa e raggiante, sguardo modesto e sereno, con un raggio di fuoco che gli esce dalla fronte. L’Angelo è una presenza discreta che parla poco, agisce e soprattutto non si distacca mai da lei. Una volta in risposta alla domanda fatta a Gesù “ per chi pregare”, le compare il suo Angelo Custode che le ordina di seguirlo e la conduce in Purgatorio dove essa afferma: “ Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante”. In un’altra occasione, in viaggio a Varsavia, il suo Angelo Custode si rende visibile e le tiene compagnia. In un’altra circostanza le raccomanda di pregare per un’anima. Ella vive col suo Angelo cCstode in intimo rapporto, lo prega e invoca spesso ricevendo da lui aiuto e sostegno ed afferma: “ Oh, quanto poco la gente pensa a questo, che ha sempre presso di se un testimone di tutto! Peccatori, ricordate che avete un testimonio per le vostre azioni!”. Dalle sue meditazioni, l’amore tra l’Angelo e l’uomo. Il loro amore è lontano dall'eguagliare quello di Dio. Gli Angeli amano le creature di un amore immenso, di un amore di verità e di rigenerazione. È un amore intenso che sorge dal cuore del Verbo, perché vedono in esso la dignità delle creature e l'amore che Egli prova per loro; questo amore degli Angeli rappresenta, per cosi dire, la sovrabbondanza dell'amore del Verbo, che gli Angeli raccolgono in sé e trasmettono poi alla creatura nella parte più nobile del suo essere, cioè il cuore. Oh! Se la creatura conoscesse l'immenso amore degli Angeli!... Il loro amore rende l'anima saggia e prudente: saggia nelle sue opere, che compie con retta intenzione per la più grande gloria di Dio; prudente nel mantenere le virtù che danno vita a tutti gli amori, la cui unione forma un anello prezioso per il fidanzamento della sposa; i Serafini che li hanno comunicati discendono dal Cielo, li prendono con due delle loro ali, li ornano con altre due e li portano con le ultime due in presenza dello Sposo. A tale vista, i Cori degli Angeli si levano e anch'essi vogliono fare qualcosa per la sposa, ma, non sapendo che cosa, si mettono a lodarla di tutto cuore dicendo: "Ella è degna di ricevere un nuovo nome", e prosternandosi - poiché nella sposa essi onorano lo Sposo - le rendono omaggio". Nella notte del 18 luglio 1830, verso le ore 23,30, si sentì sommessamente chiamare dai piedi del letto; Suor Labouré! ...Suor Labouré. Si svegliò di soprassato e vide un bimbo risplendente di luce, il suo Angelo Custode, che la invitava a recarsi in cappella: “Vieni!, in cappella la Madonna ti aspetta”. La novizia non se lo fece ripetere. Si vestì e seguì la sua guida celeste. Nella cappella, la giovane suora fu condotta fino al presbiterio e qui la SS. Vergine non si fece attendere. Un fruscio di veste di seta ed ecco la Regina del Cielo avanzare dalla parte destra e venire a sedersi sulla poltroncina, da cui il direttore, il Padre Aladel, soleva tenere le sue istruzioni alle novizie. Col cuore traboccante di gioia, S. Caterina si gettò in ginocchio, giunse le mani e le posò in grembo alla Vergine Santa. Ebbe così inizio, tra la Mamma Celeste e l'umile suora, un colloquio durato oltre due ore. Prima di scomparire, come qualcosa che si spegne, la SS. Vergine disse a S. Caterina: Ritornerò, figlia mia, perché ho una missione da affidarti! A lei la madonna affidò il compito di far coniare la Medaglia Miracolosa. Possiamo dire senza esagerazioni che il ministero visibile dell’Angelo Custode nei tempi moderni non fu mai più ammirabile e meglio attestato che nella vita di Santa Gemma Galgani. I suoi grandi doni e specialmente le azioni evidenti del suo Angelo Custode furono provate più di una volta dal suo padre spirituale, Padre Germano di S. Stanislao, un sacerdote dell’ordine dei Passionisti molto acculturato, e una guida molto prudente e illuminata. Gemma vedeva costantemente il suo Angelo con i suoi occhi; essi si parlavano, come da amica ad amico; pregavano insieme. Egli vegliava su di lei mentre riposava. In una delle sue lettere ella scrive: “Gesù non mi ha lasciata sola, egli permette al mio Angelo Custode di rimanere sempre con me. Eppure, ella finirà per "testare" la presenza, obbedendo alla lettera agli ordini di Padre Germano e questo ci permette di dire che si tratta del solo caso negli annali dell'angelologia moderna in cui il suo protetto sputa sul suo Angelo Custode! Un giorno che l'Angelo Custode si presentò, Gemma gli sputò sul volto, cercando di rinviarlo. Ma l'Angelo non si mosse, ed anche, laddove Gemma sputò, ai piedi dell'Angelo spuntò una rosa bianca; sui suoi petali era scritto in lettere d'oro "si riceve tutto dall'Amore“. Sotto dettatura angelica, (aveva a disposizione 8 Angeli, ma pure l’Arcangelo San Michele le faceva visita), scrisse "Mistica Città di Dio" ovvero la vita della Madonna . Ho già detto che gli Angeli Custodi di Maria erano mille, e non uno solo come capita per ogni comune mortale. E in considerazione della sua dignità, i mille Angeli custodivano e assistevano Maria con una vigilanza superiore a quella di qualsiasi altro Angelo verso l'anima a lui raccomandata. Oltre questi mille, che erano suoi custodi assidui ed ordinari, la servivano, nelle diverse occasioni che si presentavano, molti altri Angeli, specialmente dopo il concepimento del Verbo divino incarnato. La memoria di Santa Margherita Maria Alacoque, francese, è legata alla diffusione della devozione del Sacro Cuore, senza di lei non ci sarebbero nel mondo le varie chiese dedicate appunto al Sacro Cuore. Dai suoi scritti si legge: Dio vuole l'unione degli Angeli e degli uomini. Se si potessero unire le loro devozioni e tutti partecipassero al bene spirituale reciproco, penso che il Cuore divino ne gioirebbe. Desidererebbe che si mostrasse una particolare devozione per gli Angeli, che sono fatti per amarlo, onorarlo e lodarlo nel divino sacramento dell'amore. Così, se fossimo più uniti a loro, gli Angeli potrebbero intercedere per noi nella sua divina presenza, per rendergli omaggio e per amarlo. Ciò porterebbe beneficio a noi e anche a tutti coloro che lo amano e riparerebbe le irriverenze che commettiamo nella sua santa presenza. Questo un brano tratto dai suoi scritti: “….provavo d’altra parte una tale gioia per la presenza degli Angeli e i loro discorsi mi riempirono di così tanta felicità che non avrei mai creduto che i santissimi angeli fossero così gentili e capaci di donare alle anime tali delizie. Avevo pregato gli Angeli, in modo particolare i Serafini e i Santissimi Custodi mi dissero: Ora ricevi quello che i Serafini possiedono e potrai così partecipare alla loro gioia”. Ecco quello che fa per voi l'Angelo Custode e quello che voi dovete fare per lui. L'Angelo Custode allontana da voi i mali del corpo e dell'anima; egli lotta contro i vostri nemici, vi eccita nel fare il bene; porta a Dio le vostre preghiere ed inscrive sul libro della vita le vostre buone opere; prega per voi, vi segue fino alla morte, e vi porterà nel seno di Dio, se vivete nella giustizia nel mentre che sarete sulla terra (...). Un nulla può affliggere il nostro corpo per sempre, un incidente può per sempre anche rapirvi la vita dalla vostra anima. Voi non siete affatto abbastanza accorti per allontanare ed evitare tutti i pericoli; e quand'anche lo sareste abbastanza, sovente non lo potreste voi stessi. Quello che voi non vedete, il vostro Angelo Custode lo può per voi, ed egli protegge il vostro corpo e la vostra anima allontanando tutto quello che potrebbe essergli pregiudizievole; egli lo fa senza che voi ve ne accorgiate. Se talvolta vi riflettereste, e che vi domandiate come siete sfuggito a tale incidente, a tale disgrazia, voi tocchereste con mano l'azione del vostro buon Angelo (...). Infine, figlia mia, il vostro Angelo Custode vi seguirà dappertutto; vi seguirà tutti i giorni della vostra vita, e quando Dio vi trarrà da questo mondo, egli vi presenterà a Lui. Padre Lamy era un povero prete campagnolo, delle sue innumerevoli esperienze e conversazioni con gli Angeli, sono arrivate fino a noi tante e solide informazioni, grazie soprattutto al suo biografo, il conte Paul Biver. “….quando vedete una cinquantina di Angeli insieme ne restate abbagliati: allora non pensate più a pregare Dio. Quegli specchi dorati che non cessano di spostarsi sembrano tanti soli! Che meraviglioso spettacolo dev'essere in Cielo, con milioni di Angeli in volo!... Gli Angeli hanno un aspetto molto più luminoso della Vergine. Con quei bei riflessi che si muovono continuamente sull'abito bianco, sembrano dei brillanti ufficiali intorno a Lei, così semplici nel loro candore. Parlo della santissima Vergine, indipendentemente dalla sua luce. Quando si mostra in quella che potrei chiamare la sua grande gloria, mi impaurisce un po' perché il sole non è che una debole luce al suo confronto... Con quale semplicità e affetto gli Angeli la circondano! Dio ne ha donati alla Vergine migliaia e migliaia e Lei li conosce tutti per nome. Loro la chiamano con un solo nome: Regina. Ognuno ha una fisionomia particolare, ma sono tutti belli. Gli Angeli la chiamano "Regina" con un tono molto rispettoso e quando Lei si rivolge all‘Arcangelo lo chiama semplicemente "Gabriele", in tono materno". Quando Brigida si recò in pellegrinaggio alla grotta di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, vide una moltitudine di Angeli che cantando melodiosamente dicevano: “Sii benedetto, nostro Dio, che sei stato sei e sarai senza inizio e senza fine! Ci hai creato spiriti, ci hai posto al tuo servizio e a quello degli uomini della tua dolcezza, consolazione e visione. Ma poiché sembriamo sconosciuti agli uomini, ha voluto mostrare in questo luogo le tue benedizioni e la dignità e l’eccellenza che ci hai dato, affinché l’uomo imparasse ad amarti a desiderare il nostro soccorso”. Nel corso della sua complessa e ricchissima esperienza mistica, Don Bosco dimostrò spesso molta attenzione per gli Angeli Custodi, cercando di inculcarne la devozione tra i tanti giovani che gli vivevano accanto ogni giorno. Da novello sacerdote volle celebrare la sua prima Messa proprio all’Altare dell’Angelo Custode. “Ravvivate la fede nell’Angelo Custode – diceva spesso – che è con voi ovunque siate. Uno tra gli episodi più singolari che costituiscono il notevole corpo di fatti miracolosi che hanno accompagnato Don Bosco riguarda la vicenda del cane nero che appariva quando il santo era in pericolo e allontanava i malintenzionati con il suo aspetto certamente poco rassicurante. Don Bosco chiamò quel cane Giorgio e sostenne che sotto le spoglie dell’animale si celava il suo Angelo Custode. Le visioni erano per Teresa una componente quotidiana della vita. Essa riguardavano sia la passione e morte di Gesù, sia episodi della vita della Vergine e del Santi. Più di una volta esse ebbero per oggetto il mondo angelico: gli Angeli di cui parla la Bibbia e l’Angelo Custode. Del proprio Angelo Custode Teresa percepiva la presenza: lo vedeva alla propria destra, come “uomo luminoso”, e vedeva anche l’Angelo dei suoi visitatori. San Filippo Neri camminava spesso per le strade di Roma, un giorno incontrò un mendicante che gli chiese l’elemosina. Il Santo, conosciuto per la sua misericordia con i bisognosi, subito voleva dargli i pochi soldi che aveva. Ma questi li rifiutò sorridendo: “Volevo vedere di che cosa sei capace!” e scomparve. Il Santo raccontava più tardi a due preti amici che il mendicante era il suo Angelo Custode che si travestì per mostrargli quanto piace a Dio e agli Angeli la misericordia con i poveri. Nell’anno 1820, nella festa dell’Angelo Custode, Anna Katharina Emmerick ricevé la grazia delle visioni sugli Angeli buoni e cattivi e sulla loro attività. La beata dichiarò: “Vidi una chiesa terrena piena di persone da me conosciute. Molte altre chiese si stagliavano, su questa, come sui piani di una torre, ed ognuna aveva un Coro diverso di Angeli. In cima a tutti i piani c’era la S. Vergine Maria, cinta dal sublime Ordine, era dinanzi al trono della Santissima Trinità. In alto si stendeva un cielo pieno di Angeli e c’era un ordine e una vita indescrivibilmente meravigliosa mentre sotto, nella Chiesa, tutto era oltre misura sonnolento e trascurato. Questo si poteva notare particolarmente perché era la festa dell’Angelo, e ogni parola che il prete pronunciava durante la santa Messa, in modo diffuso, gli Angeli la presentavano a Dio, così tutta quella pigrizia era rigenerata per la gloria di Dio. Io vidi ancora in questa Chiesa come gli Angeli custodi esercitano il loro ufficio: scacciano dagli uomini gli spiriti cattivi, suscitando in essi pensieri migliori; in questo modo gli uomini possono concepire immagini serene. Gli Angeli custodi aspirano a servire e ad eseguire il comando di Dio; la preghiera dei loro protetti li rende ancor più fervidi d’amore verso l’Onnipotente”. Rosa ebbe grande familiarità con il proprio Angelo Custode, ed egli l’ascoltava e le dava ordini e messaggi. Più di una volta quando la Santa era gravemente ammalata, le portò le medicine necessarie per curarla. Una volta l’Angelo fu visto accanto a Rosa alla finestra della sua cella, mentre entrambi contemplavano il cielo stellato. Affascina la Stein il lavoro dell’aAgelo che non va “intralciato”: solo così avverrà una specifica epifania dell’Angelo, un Angelo liberatore, dunque, oltre che messaggero e distributore di grazie. I puri spiriti angelici sono caratterizzati da vita perfetta, essi, totalmente liberi dalla materia, possono procedere da sé in un movimento del tutto diverso da quello umano. Gli Angeli, quindi colti come fiumi che tornano al luogo da cui sono venuti per poi riscorrere. Luogo divino che alimenta in permanenza la loro funzione di collaboratori di Dio e suoi messaggeri: essi soltanto possono trasmettere “la potenza gerarchica: sono, infatti, messaggeri di Dio, inviati a portare la luce divina nella creazione”. Gli Angeli sono i primi illuminati da Dio e fungono da suoi intermediari nelle rivelazioni trasmesse all’uomo: “I puri spiriti sono come raggi attraverso i quali la luce eterna si comunica alla creazione”. San Bernardo nella Regola ricorda ai suoi monaci che quando recitano l’Ufficio divino, lo facciano alla presenza di Dio e degli angeli. In un altro passo dice: «Siamo devoti e riconoscenti a questi custodi così esimi, sappiamo corrispondere al loro amore, onoriamoli per quanto possiamo e come siamo in dovere di fare… Siamo come fratelli più piccoli, e ci resta da percorrere un cammino lungo e pericoloso, ma non dobbiamo temere nulla perché siamo sotto la protezione di custodi così eccelsi. Essi, che ci guidano nel nostro cammino, non possono essere né vinti né ingannati, e ancor meno possono ingannarci. Sono fedeli, prudenti, e potenti. Perché spaventarci? Basta che li seguiamo e che rimaniamo uniti ad essi e così vivremo all’ombra dell’Onnipotente». Ebbe la grazia di avere sempre vicino a sé il suo Angelo Custode per 34 anni. Lo vedeva di notte e di giorno. L’Angelo irradiava una luce celestiale che illuminava l’abitazione affinché potesse recitare di notte l’Ufficio divino e accudire ai mestieri di casa. Lo vedeva alla sua destra sia che stesse in casa, in chiesa o per la via. Se qualcuno faceva qualcosa di cattivo in sua presenza, si copriva il volto con le mani. Era così intensa la luce che irradiava che non lo poteva guardare direttamente in fronte se non quando pregava, quando era tentata dai demoni o quando parlava del suo celeste protettore col suo confessore. Aveva la figura di un bambino di dieci anni, coperto da un abito bianco o tunica che gli giungeva fino alle caviglie, lasciando scoperti solo i piedi nudi; il suo volto guardava il cielo e le mani erano incrociate sul petto e i capelli sparsi sulla spalla in riccioli d’oro. Dice nella sua “Autobiografia”: «Adoperare gli Angeli per me è un fatto comune e quotidiano. Quando ho bisogno di chiamare una persona, mando l’Angelo e successivamente questa giunge, sia essa a me nota o sconosciuta. Di giorno, di notte, di buon’ora o tardi ho chiamato in questo modo il mio segretario che viveva assai lontano, e sempre l’Angelo me lo ha portato. Mai mi ha deluso e molti giorni, per casi imprevisti, ho chiamato la stessa persona anche tre volte ed è sempre venuta. Desiderosa di sapere in qual modo mi facessero questo servizio, tutti mi dicevano sempre la stessa cosa, che avevano sentito un’inquietudine. Tutti entravano da me dicendo: “Mi ha chiamato attraverso un Angelo? Non mi ha lasciato in pace finché non sono venuto”. Per questo a tutte le persone che frequento dico che usino gli Angeli come faccio io». Sugli Angeli di Padre Pio sono stati scritti numerosi libri. Queste sono alcune sue frasi e racconti significativi. Invoca il tuo Angelo Custode, che ti illuminerà e ti guiderà. Il Signore te lo ha messo vicino appunto per questo. Perciò serviti di lui. E se la missione del nostro Angelo Custode è grande, quella del mio è di certo più grande, dovendomi fare anche da maestro nella spiegazione di altre lingue. Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed avrai subito la risposta". Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire". In una lettera scritta da Padre Pio a Raffaelina Cerase il 20 aprile 1915, il Santo esalta l’amore di Dio che ha donato all’uomo un dono così grande come l’Angelo Custode: «O Raffaelina, quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell’atto che diamo disgusto a Dio! Quanto riesce dolce per l’anima credente questa grande verità! Di chi dunque può temere l'anima devota che si studia d’amare Gesù, avendo sempre con sé un sí insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l’onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li ridussero alla perdita e li rilegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Prendete la bella abitudine di pensar sempre a lui. Che vicino a noi sta uno spirito celeste, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, ci guida, ci protegge come un amico, un fratello, deve pur riuscire a noi sempre di consolazione, specie nelle ore per noi più tristi. Sappiate, o Raffaelina, che questo buon angelo prega per voi: offre a Dio tutte le vostre buone opere che compite, i vostri desideri santi e puri. Nelle ore in cui vi sembra di essere sola e abbandonata non vi lagnate di non avere un’ anima amica, a cui possiate aprirvi ed a lei confidare i vostri dolori: per carità, non dimenticate questo invisibile compagno, sempre presente ad ascoltarvi, sempre pronto a consolarvi. O deliziosa intimità, o beata compagnia! O se gli uomini tutti sapessero comprendere ed apprezzare questo grandissimo dono che Iddio, nell’eccesso del suo amore per l'uomo, a noi assegnò questo celeste spirito! Rammentate spesso la di lui presenza: bisogna fissarlo coll'occhio dell’anima; ringraziatelo, pregatelo. Egli è così delicato, così sensibile; rispettatelo. Abbiate continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Invocate spesso questo angelo custode, quest’angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: «Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidata dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre». O glorioso custode del mio corpo e della mia anima, che brilli nel Cielo pieno di luce e di splendore! Per me scendi sulla Terra e m’illumini con la tua luce. Tu, mio fratello e mio amico, tu sei il mio consolatore. Fine [email protected]