Nel campo di un convento di monaci francescani, vi era un pero selvatico. Il monaco che si occupava del campo lo osservava da alcuni anni ed era preoccupato, ogni anno aspettava che portasse frutto ma ogni anno rimaneva deluso. Il monaco propose al priore del convento di innestarlo. La proposta fu accettata e al tempo giusto venne praticato l’innesto. Come conseguenza, il pero stava per diventare un pero di qualità. Si aspettò con ansia che questo innesto avesse successo, il che avvenne alla seconda primavera. Il pero si rivestì meravigliosamente: tante foglie ma niente frutti! “Adesso è ancora presto” disse il monaco al priore, “vedremo il prossimo anno.” Nel frattempo il pero riceveva il concime e veniva regolarmente zappato a dovere. Gli anni passarono ma i frutti non arrivarono. Al monaco venne in mente un’altra bella idea:”Ne possiamo fare un santo!” “Bella pensata” disse il priore. Con l’accordo di tutti il monaco tagliò il pero, lo portò nel suo laboratorio, si mise all’opera e ne fece una statua, Più la guardava e più era stupito di se stesso: sembrava proprio viva ! Fecero costruire un bell’altare dal muratore e ci collocarono sopra la nuova statua che avevano fatto. Il monaco falegname guardava la sua opera finita e collocata, era soddisfatto, era venuta proprio bene! Il monaco del campo, che aveva piantato altre cose al posto del pero che non portava frutto, voleva anche lui vedere e ammirare il nuovo santo sul suo altare. E vi andò! Mentre guardava stupito il nuovo santo sul suo altare, una donna in ginocchio davanti all’altare , con le lacrime agli occhi pregava accoratamente: “Aiutami tu, tu solo mi puoi aiutare, tu solo puoi fare questo miracolo”. Ascoltando le parole della donna, il monaco cominciò a sorridere, dal sorriso passò alla risata, e stava ridendo così forte che la donna si girò di colpo e gli disse: “Mi vuole dire perchè sta ridendo? Il monaco mentre cercava di trattenere la risata le disse: “Non posso dirglielo altrimenti si offende!” “Me lo dica, non mi offenderò!”La donna insistette diverse volte e alla fine Il monaco, serio, senza più ridere, le disse: “Questo era un pero selvatico e non portava frutto, l’abbiamo innestato a pero ma continuava a non produrre pere, ne abbiamo fatto un santo e lei s’aspetta che faccia i miracoli ? Ne avrà tempo da aspettare!” “C’è uno la cui occupazione è di tagliar cedri; ed egli prende una certa specie d’albero, ne prende dunque una parte per riscaldarsi. Infatti accende il fuoco ed effettivamente cuoce il pane. Lavora anche a un dio cui possa inchinarsi. Ne ha fatto un’immagine scolpita, e le si prostra. Ne brucia effettivamente una metà nel fuoco. Su metà d’esso arrostisce bene la carne che mangia … e si sazia. Inoltre si riscalda e dice: ‘Aha! Mi sono riscaldato. Ho visto la luce del fuoco.’ Ma di ciò che rimane fa effettivamente un dio stesso, la sua immagine scolpita. Gli si prostra e si inchina e lo prega e dice: ‘Liberami, poiché tu sei il mio dio’. E nessuno si sovviene in cuor suo o ha conoscenza o intendimento, dicendo: ‘Ne ho bruciato una metà nel fuoco,e sui suoi carboni ho anche cotto il pane; arrostisco la carne e mangio. Ma del resto ne farò io una semplice cosa detestabile? Mi prostrerò io all’essiccato legno di un albero?’ Egli si pasce di ceneri. Il suo proprio cuore sedotto l’ha sviato. E non libera la sua anima, né dice: ‘Non c’è una falsità nella mia destra?’” - Isaia 44: 14-20 -