Valutazione Ambientale: casi di studio Gian Andrea Pagnoni Istituto Delta Ecologia Applicata Via Bela Bartok 29/B, int. 1- 44100 Ferrara Tel.0532/977085; Fax 0532/977801 http://www.istitutodelta.it; http://www.valutazioneambientale.net; [email protected] VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] Indice dei contenuti 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale 2. La Valutazione Ambientale come ricerca 2.1 Caso di studio: l’impatto della attività venatoria 2.2 Caso di studio: l’impatto della fauna sulle coltivazioni 2.3 Cosa ricordarsi della lezione 3. La Valutazione Ambientale come procedura 3.1 La definizione di ambiente 3.2 Storia della valutazione ambientale 3.3 La procedura di VIA 3.3.1 Caso di studio: Progetto di ricerca idrocarburi (screening) 3.3.2 Caso di studio: Progetto di derivazione acque (VIA) 3.3.3 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico (VIA) 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza 3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper 3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico 3.5 La procedura VAS VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale Spesso gli studenti di un corso di Valutazione di Impatto Ambientale confondono la procedura di valutazione ambientale con l'attività di ricerca sull'impatto ambientale. Va quindi chiarito che il termine generico "valutazione ambientale" può essere riferito sia ad una procedura codificata e normata da leggi, sia ad attività di ricerca nei più svariati campi. Per fare alcuni esempi, l’analisi della modifica del valore paesaggistico di un'area a seguito della realizzazione di un'opera, la valutazione dell'impatto del traffico veicolare sulla produttività della selvaggina in una Azienda Faunistico Venatoria sono attività di ricerca che possono essere commissionate a Università o Enti di Ricerca, ma non sono di per se delle procedure. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale Come vedremo meglio nella lezione dedicata, la Valutazione Ambientale come procedura si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera o di un piano. La valutazione viene effettuata sulla base di un’analisi di tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare sull’ambiente in senso lato nelle varie fasi della sua realizzazione: dalla progettazione, alla costruzione, fino alla dismissione. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2. La valutazione ambientale come ricerca In questo capitolo vedremo alcuni esempi di valutazione ambientale come ricerca, successivamente vedremo le tre diverse procedure di valutazione ambientale. I due casi di studio di seguito presentati sono rispettivamente una analisi di un impatto antropico su un sistema naturale (la caccia) e di una componente naturale (fauna) su una componente antropica (agricoltura/economia). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria La caccia in PASSATO 1. utilizzata per ricavare proteine dall’ambiente 2. popolazione umana in equilibrio con le prede La caccia OGGI 1. funzione più che altro ludica 2. l’uomo decide quali e quanti animali uccidere Finalità della ricerca Valutare, il più realisticamente possibile, l’impatto del prelievo venatorio nel Parco Regionale del Delta del Po, in particolare quello sugli uccelli acquatici. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Area Contigua Ex Pre-Parco L.R. 11/1988 e s.m. L. 394/1991 L.R. 6/2005 Ha Area contigua 33.671 Parco 18.860 Area contigua Zona C Zona B Zona A SIC ZPS VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Stazione Pinete e Piallasse di Ravenna Stazione Pineta di Classe Salina di Cervia Stazione Volano Mesola Goro Ha Area contigua 33.671 Parco 18.860 Stazione Comacchio Valli di Comacchio VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria La caccia in queste zone è intensa, prova ne sono l’elevato numero di cacciatori e di appostamenti. Nell’Area Contigua del Parco, a parte la lepre e, in misura molto minore la volpe, gli animali più cacciati appartengono alla classe degli uccelli, in particolar modo alla famiglia Anatidi. Finalità del lavoro è capire l’impatto dell’attività venatoria sulle specie presenti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Lo studio Quando: stagioni venatorie 2004-5, 2005-6, 2006-7 Dove: Parco del Delta del Po Emilia Romagna Monitoraggio sul campo Conteggio del numero di spari uditi e registrazione dell’ora per ognuno di essi, rilevamenti a campione sui carnieri effettivi, mirati a capire quale fosse l’affidabilità dei dati riportati sui tesserini venatori Raccolta dati pregressi Lettura, trascrizione su foglio elettronico e successiva analisi specie specifica dei carnieri (numero di capi abbattuti dai cacciatori nelle zone di Pre-Parco) segnati sui tesserini venatori VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Spari Totale F/O % 2004-5 2005-6 2006-7 1.268 493 513 253 58 83 20.0% 11.8% 16.2% F/O = spari fuori orario Spari 2004-5 2005-6 2006-7 Totale 794 2.269 1.486 F/O 283 461 375 20.3% 25.2% % 35.6% VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria International Waterfowl Census conteggi AZ=alzavola CA=canapiglia CD=codone FG folaga FI=fischione GR=germano reale MO=moriglione MR=moretta MS=marzaiola VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Uccelli acquatici abbattuti nell’Area Contigua. Ipotesi sulle analisi dei tesserini venatori (periodo 2003-2006). Le colonne propongono ipotesi di uccelli acquatici abbattuti in funzione del comportamento dei cacciatori relativo alla segnalazione del capo abbattuto sul tesserino venatorio: da 1/1(= un capo segnato sul tesserino per ogni uccello abbattuto) a 1/5 (= un capo segnato per ogni 5 uccelli abbattuti). Sulla base dei controlli effettuati sul campo e sulle opinioni rilevate tra i vari operatori del settore, riteniamo probabile una situazione tra la prima e la seconda colonna, ovvero si stima un abbattimento medio di circa 25.00040.000 uccelli acquatici/anno VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Inquinamento da piombo Almeno 60 ton. di piombo/anno vengono sparse sul territorio dell’Area Contigua del Parco. Il piombo si concentra attorno agli appostamenti di caccia dove è praticata la pasturazione a fini di richiamo. Provincia g./stag. colpi/g. g/colpo €/colpo cacciatori TOT Pb FE (AC) RA (AC) 20 Min 25 36 g € 0,45 TOT € 760 14 ton. € 171.000 2.780 50 ton. € 625.500 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Inquinamento da piombo Gli effetti tossici dell’ingestione di pallini di piombo da parte di uccelli acquatici (in particolare anatidi e limicoli) e non acquatici sono stati oggetto di studi estesi ed approfonditi (si vedano per esempio Mudge 1992, Sanderson e Bellrose 1986, USFWS 1986, Pain 1992) in molti paesi tra i quali: Canada (Kennedy e Nadeau 1993), Australia (Kingsford et al. 1989), Gran Bretagna, Francia (Pain 1992), Olanda, Giappone (Honda et al. 1990) e Stati Uniti (Sanderson e Bellrose 1986; USFWS 1986). Anche per l’Italia, i dati disponibili indicano che il saturnismo indotto dall’ingestione di pallini da caccia sia un fenomeno diffuso che può essere causa importante di mortalità diretta ed indiretta (Tirelli e Tinarelli 1996). 1a pag. “La Stampa” 30 novembre 2007 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Conclusioni 1. Nell’area contigua del Parco del Delta del Po, il 16% dei colpi è esploso al di fuori degli orari consentiti quindi almeno il 16% degli abbattimenti è illegale. 2. I capi segnati sui tesserini (non tutti quelli abbattuti!) sono una frazione significativa delle popolazioni svernanti (questo è vero specialmente per le specie meno comuni). 3. Per alcune specie, in particolare canapiglia, codone, marzaiola, moretta e moriglione, il prelievo venatorio è di una grandezza significativa rispetto alle popolazioni svernanti e quindi l’attività venatoria ha sicuramente un impatto negativo. 4. Oltre 60 tonnellate di piombo, ogni anno, sono riversate sul fondo degli specchi acquei in cui si caccia, il che comporta problemi di inquinamento e in particolare problemi di saturnismo. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.1 L’impatto della attività venatoria Indicazioni gestionali 1. Rafforzare i controlli (soprattutto al di fuori dell’orario di caccia) 2. Proibire l’utilizzo dei pallini di piombo* e dei bossoli in materiale non riciclabile in tutte le aree contigue del Parco 3. Togliere dalla lista delle specie cacciabili nelle aree contigue le seguenti specie: (acquatici) canapiglia, codone, marzaiola, moretta*, moriglione (non acquatici) beccaccia e cesena * Limitazioni previste dalla normativa regionale sulle ZPS, ma sottoposte a deroga per quanto riguarda i pallini di piombo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni In base alla legge 157/1992 “sulla caccia” e alla specifica Direttiva della Regione Emilia Romagna Delibera n.° 2338 del 19/12/2000, l’Amministrazione Provinciale concede i contributi per la prevenzione e l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole agli imprenditori agricoli di cui all’ art. 2135 del Codice Civile. Col presente studio si è voluto analizzare l’impatto della fauna selvatica sulle attività antropiche presenti nel Mezzano, i dati sono stati poi utilizzati come base per le analisi bio-economiche relative alle singole specie approfondite nei paragrafi dedicati. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni I danni da fauna selvatica, in particolare quella di interesse venatorio, determinano una spesa per risarcimenti a volte difficile da sostenere dalle amministrazioni competenti. In un’area privata basata sull’agricoltura intensiva come il Mezzano, la pressione esercitata sulle colture da animali selvatici ed in particolare da lepre e fagiano, rappresenta un reale problema per lo sviluppo di politiche rurali, ed è causa di conflitti fra mondo venatorio e mondo agricolo. Garantire una gestione sostenibile della fauna limitando i danni a un livello sopportabile per la società è certamente uno degli obiettivi primari della gestione faunistica. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Finalità dello studio Analizzare l’impatto della fauna selvatica sulle attività umane; Metodo 1. Controllo delle perizie per i risarcimenti depositate presso l’ufficio danni della Provincia di Ferrara 2. Periodo di analisi: 10 anni (dal 1993 al 2003); 3. Elaborazioni statistiche 4. Discussioni con rappresentanti della Provincia, delle Guardie Provinciali e degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Bonifica del Mezzano Area di studio Emilia Romagna Provincia Ferrara Bonifica del Mezzano VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Area di studio Emilia Romagna Provincia Ferrara Bonifica del Mezzano VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Dal 1993 al 2003 la spesa per i risarcimenti è di € 805.853 con una media di € 80.585/anno. L’andamento del risarcimento danni nel Mezzano ha subito variazioni fino ad un ordine di grandezza, passando da circa € 20.000 nel 1993 a oltre € 180.000 nel 1998, per poi scendere sensibilmente nel 2000 e 2001 e risalire a € 150.000 e € 260.000 negli ultimi due anni. La spesa per prevenzione danni è più che raddoppiata nel quinquennio 1998-2003. 280.000 240.000 200.000 160.000 120.000 80.000 40.000 0 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 50.000 45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per specie (media 1993-2003) fagiano 38% nutria 11% corvidi 1% lepre 35% anatidi 11% altri 4% tortore, storni, colombi, passeri, ecc. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per specie (periodo 1993 – 2003) 100% 80% Totale 60% 40% 20% 0% 1993 1994 1995 Altro 1996 Anatidi 1997 1998 Corvidi 1999 Fagiano 2000 2001 Lepre 2002 Nutria 2003 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Analisi per coltura (media del periodo 1993-2003) Coltura euro vivaio 22.100 girasole 18.081 mais 10.864 riso 5.422 zucca 4.738 grano 4.332 cocomero 2.844 pomodoro 2.736 melone 1.804 argini 1.675 barbabietola 1.424 La coltura maggiormente colpita nell’arco del decennio studiato è stato il vivaio, con una media annua di € 22.100 euro. Seguono il girasole con una media annua di € 18.081, il mais con € 10.864, il riso con € 5.422, la zucca con € 4.738, il grano con € 4.332 e il cocomero con € 2.844. Il vivaio è una coltura poco rappresentativa del Mezzano (1,1% della SAU nel 2003); il notevole impatto su questa coltura (oltre € 22.000/anno di media) è quindi dovuto all’alto costo intrinseco delle piante da vivaio sul mercato e alla loro elevata sensibilità. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Danni per specie su singola coltura Fagiano € / anno Lepre € / anno girasole 8.241 vivaio 13.046 mais 6.048 zucca vivaio 3.073 Nutria € / anno Anatidi € / anno mais 2.228 riso 2.255 2.781 strutturali 1.201 grano 1.885 cocomero 1.419 zucca 1.179 colza barbabietola 949 girasole 89 190 pomodoro 993 girasole 1.289 grano 587 melone 767 riso 692 cavolo 74 cocomero 509 radicchio 303 cumino 475 mais 16 radicchio 343 pomodoro 259 vivaio 350 barbabietola 11 grano 301 girasole 252 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni Il fagiano è la specie maggiormente impattante sulle attività nel Mezzano; con € 30.739/anno rappresenta il 40,3% dei danni (girasole, vivaio, mais). La lepre è la seconda specie come impatto; con € 28.266/anno rappresenta il 30% dei danni (vivaio, zucca). La nutria ha avuto una importanza crescente in conseguenza dell’aumento delle popolazioni locali, con € 9.261/anno, rappresenta il 10,9% dei danni (mais, danni strutturali, zucca). Gli anatidi, con € 8.596/anno e rappresentano il 13,5% dell’impatto totale. Seguono, con alcuni punti %, corvidi ed altre specie di passeriformi come storni, tortore, passeri, ecc. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 2.3 Cosa ricordarsi della lezione 1. 2. 3. 4. 5. La Valutazione Ambientale può essere l’oggetto sia di una ricerca sia di una procedura Le ricerche sull’impatto ambientale possono essere finalizzate a verificare eventuali impatti sia delle attività umane sull’ambiente sia delle azioni di specie selvatiche sulle attività umane Gli esiti delle ricerche in questo campo devono essere la base per indicazioni gestionali di tipo tecnico che saranno poi valutate a livello politico ed eventualmente messe in pratica La procedura di valutazione ambientale è concettualmente diversa da una ricerca ed è un percorso amministrativo che parte dalle conoscenze di base sull’ambiente in cui si intende operare ed arriva a verificare in via preventiva se il progetto o il piano può avere il permesso di essere sviluppato. All’interno della procedura per l’analisi degli impatti si dovrà avere una conoscenza approfondita dell’ambiente in cui si opera. Tale conoscenza è basata sul recupero bibliografico delle informazioni e dei dati e, in assenza di informazioni sufficienti, su una ricerca appositamente predisposta. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3. La valutazione ambientale come procedura Come abbiamo precedentemente detto, la Valutazione Ambientale come procedura si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera o di un piano. La valutazione viene effettuata sulla base di un’analisi di tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare sull’ambiente in senso lato: dalla progettazione, alla realizzazione, fino alla dismissione. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3. La valutazione ambientale come procedura 3.1 La definizione di ambiente 3.2 Storia della Valutazione Ambientale 3.3 La procedura di VIA 3.3.1 Progetto di ricerca idrocarburi (Screening) 3.3.2 Progetto di derivazione acque (VIA) 3.3.3 Progetto di realizzazione parco eolico (VIA) 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza 3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper 3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico 3.5 La procedura VAS http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Dal punto di vista semantico il termine può essere usato con significati particolari in diversi contesti. 1. Nozione in senso spaziale (vano, abitazione, parte di un locale ove si vive o si svolge la propria attività); 2. Nozione figurata (insieme di condizioni sociali, culturali, storiche, geografiche in cui si vive; 3. Oggetto di studio dell'ecologia (oikos logos), un tempo trattata come branca della biologia è oggi una disciplina autonomia. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente In biologia, principalmente in ecologia, l’ambiente indica tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o il comportamento di un organismo, di una popolazione o di una specie, ovvero l’insieme degli aspetti abiotici (luce, aria, acqua, suolo, ecc.) e biotici (altri esseri viventi e loro relazioni). Talvolta viene utilizzato come sinonimo di ecosistema. In contesto non-tecnico, come in politica, si riferisce spesso all'ambiente naturale, la parte del mondo naturale che, per qualsivoglia ragione, viene considerata importante o di valore dagli esseri umani. In ambito umanistico (letteratura, storia e sociologia) è l'ambito culturale in cui uno vive o è stato educato, e le persone o istituzioni con cui interagisce (ambiente sociale). http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Tutte queste tipologie di ambiente, per il fatto di essere in contatto tra loro, possono essere alterate da agenti esterni. Le alterazioni possono essere diverse secondo: natura, origine, obiettivo dell'alterazione. Se l’aggressione è operata dall’uomo è definita inquinamento. Oltre alle elaborazioni svolte dal mondo scientifico ve ne sono anche da parte del mondo giuridico (legislatori, magistrati, ecc.) e per l'analisi ambientale sono particolarmente importanti i significati dal punto di vista ecologico e giuridico. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente La prima elaborazione del concetto di ambiente in sede europea risale alla Direttiva sulla Valutazione di Impatto ambientale (Direttiva 85/337/CEE) in cui l'art. 3 circoscrive " … l'ambiente alle risorse complessive naturali e culturali in un giusto equilibrio dei fattori fisici (suolo, acqua, aria, clima), del paesaggio e della cultura". La Direttiva 85/337/CEE è l'unica norma che fornisce una definizione giuridica di ambiente, mentre nel nostro ordinamento normativo nazionale non esiste un articolo di legge che definisca l'ambiente in modo preciso. Questo non è solo un limite normativo, ma anche la conseguenza della considerevole varietà di significati che il termine può avere. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Il primo documento con il quale è stata formulata a livello internazionale la nozione di ambiente è il testo elaborato da un Comitato di esperti incaricati dalla 15a conferenza dei Ministri di Giustizia del Consiglio d'Europa ad Oslo (17-19/06/1986), in materia di responsabilità per danni da attività pericolose. In tale contesto fu elaborata per la prima volta una definizione giuridica di ambiente : L’ambiente è costituito dalle seguenti componenti 1. le risorse naturali biotiche ed abiotiche; 2. l'interazione tra le citate componenti, il paesaggio e il patrimonio culturale. www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Dal punto di vista giurisprudenziale, le prime definizioni di ambiente in Italia erano legate ad una visione estetica e statica del paesaggio come bellezza naturale percepita dall’esterno. L’art. 9 della costituzione italiana parla esplicitamente di paesaggio (ad oggi è di fatto l'unico esplicito riferimento all'ambiente). Le norme sulle bellezze paesaggistiche e sulla tutela del paesaggio si sviluppano già dagli anni '30 (legge n. 1497 del 1939). Oggi c’è un ampliamento del concetto alle sue componenti essenziali ed intrinseche (flora, fauna, geologia, ecc.) e quindi l’ambiente deve essere intenso nel suo insieme, nella sua totalità. Secondo la Corte Costituzionale (sentenza n. 641 del 1987), “l’ambiente non è passibile di una situazione soggettiva di tipo appropriativo appartenendo alla categoria dei beni liberi, fruibili dalla collettività e non dai singoli". Tuttavia l’”ambiente salubre”, inteso in una concezione sanitaria di ambiente giuridicamente apprezzabile e rilevante (art. 32 Cost.) può essere collegato ai diritti della persona, che comprendono anche l’integrità fisica e psichica e la salvaguardia della qualità della vita. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente La Suprema corte di Cassazione in una sentenza stabilisce che l’ambiente è un fenomeno unitario e che, come un diritto della personalità, costituisce un diritto fondamentale dell’uomo (Cass. S.U. 6 ottobre 1979 n. 5172). La Corte di Cassazione si impegna a dare una definizione di ambiente affermando che per “ambiente deve intendersi il contesto delle risorse naturali e delle stesse opere più significative dell’uomo protette dall’ordinamento…l’ambiente è una nozione, oltreché unitaria, anche generale, comprensiva delle risorse naturali e culturali, veicolata nell’ordinamento italiano da diritto comunitario” (Cass. Pen., sez. III, 28 ottobre 1993, n. 9727, Benericetti). Dal punto di vista normativo, in Italia la elaborazione del concetto di ambiente si basa sostanzialmente su tre normative: Legge 979/1982 “Disposizioni per la difesa del mare” Legge 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette” Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale” http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Disposizioni per la difesa del mare (Legge 979/1982). All'art. 25 vengono definite le Riserve marine: "Le riserve naturali marine sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.". In questa definizione la normativa pone le basi per inquadrare il concetto di ambiente comprensivo di risorsa cultura, educazione, economica. Legge quadro sulle aree protette (Legge 394/1991). Da qui si enucleano i principi fondamentali del nostro sistema giuridico ambientale. Si fa esplicito riferimento a: a) norme costituzionali (art. 9 sulle bellezze paesaggistiche e art. 32 sulla salute umana), b) riferimenti scientifici (scienza, patrimonio naturale), d) politiche ambientali (tutela, valorizzazione e conservazione del territorio), e) riferimenti giurisprudenziali (in particolare agli interventi della Corte Costituzionale quando invita ad una leale cooperazione tra Enti (Regione, Provincia, ecc.), f) carta della natura (adottata da una comitato su proposta del Ministro dell'ambiente che ha la finalità di evidenziare lo stato dell'ambiente, i punti migliori e i vulnerabili). http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente Fondamentale per i temi trattati è il recente Decreto Legislativo 152/2006 recante Norme in materia ambientale che di fatto definisce l’ambiente attraverso il concetto di impatto ambientale: c) impatto ambientale: l'alterazione qualitativa e/o quantitativa dell'ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali ed economici, in conseguenza dell'attuazione sul territorio di piani o programmi o della realizzazione di progetti relativi a particolari impianti, opere o interventi pubblici o privati, nonché della messa in esercizio delle relative attività; http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.1 La definizione di ambiente art. 117 della costituzione (modificato dalla L. cost. 18 ottobre 2001) Originaria formulazione: non nomina l’ambiente e riguarda le competenze legislative regionali, parla di urbanistica, cave e torbiere, pesca, foreste, porti lacuali … mai inserite in un contesto ambientale. Attuale formulazione (art. 3, lett. g): Potestà legislativa esclusiva dello stato è la tutela dell’ambiente dell’ecosistema e dei beni culturali; Potestà legislativa concorrente” delle Regioni sono la tutela e sicurezza del lavoro, alimentazione, governo del territorio, protezione civile …”. Questo determina un concetto di “ambiente presupposto” che viene lasciato alla dottrina, alla giurisprudenza, il che comporta a contrasti interpretativi che hanno necessitato diverse volte l’intervento della Corte Costituzionale. Es. il caso delle industrie a rischio di incidente rilevante, che ha creato conflitti tra Stato e Regioni. Tali conflitti sono stati risolti dalla Corte costituzionale, ma danno il segno della mancanza di una potestà legislativa chiara in materia ambientale. Dal 2003 è in corso una nuova riforma costituzionale che riguarda la competenza esclusiva attribuita alle regioni, la quale non riguarda materie ambientali e la competenza esclusiva per tutela della salute, sicurezza, alimenti, rimane allo Stato. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Nel 1760 a.C. il codice Hammurabi (re babilonese) è un importantissimo codice che regolamenta l'uso del territorio con la costruzione di canali per l'irrigazione (anticipando grandi civiltà che avranno un impatto importante sul territorio come gli Egizi con la gestione delle acque del Nilo e i Cinesi con il Canale Imperiale del 600 d.C.). Il codice Hammurabi prevedeva sanzioni in caso di problemi negli scambi commerciali, ma soprattutto è la prima traccia di un codice che difende la salute delle persone, il codice infatti prevedeva sanzioni (anche piuttosto pesanti) per gli errori dei medici. Virgilio, nelle Georgiche (37-30 a.C.), un poema didascalico sull’agricoltura, invita a far rinascere i valori dell’agricoltura tradizionale praticamente scomparsi in seguito alla intensa attività bellica. Cornelio Tacito (55-117 d.C.) costituisce uno dei testimoni più significativi del problema ambientale per i Romani, descrivendo ciò che accade nel 15 a.C. riguardo la questione (allora molto importante) delle frequenti inondazioni del Tevere e delle proposte di interventi da realizzare. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Un momento importante nello sviluppo del concetto e delle procedure di Valutazione Ambientale si ha quando, nel 1548, in Gran Bretagna, venne costituita una Commissione per esaminare gli effetti che la costruzione di fornaci nel Sussex e nel Kent avrebbe avuto sull’economia della regione. Parametro di valutazione non erano i valori e gli interessi di tutela ambientale i vantaggi economici e sociali. Ciononostante, già in quella circostanza le modalità con cui la Commissione si trovò ad operare erano molto simili a quelle odierne: natura tecnica della Commissione, coinvolgimento del pubblico, previsione di misure volte a contrastare gli effetti negativi, ecc. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale La considerazione della componente ambientale nel processo di valutazione degli effetti causati dall’implementazione di una determinata manifestazione di ‘sviluppo’ è un fenomeno relativamente recente. Si sviluppa a partire dagli anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti e Gran Bretagna e poi in tutto il mondo occidentale. La presa di coscienza è avvenuta su due fronti che si sono reciprocamente influenzati e condizionati: l’opinione pubblica e il mondo politico. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Quattro sono le motivazioni che spiegano lo sviluppo della Valutazione Ambientale tra gli anni '60 e '70: 1. le maggiori conoscenze scientifiche e la pubblicità hanno consentito una larga diffusione delle notizie relative ai danni ambientali prodotti dall’incremento dello sviluppo e delle attività tecnologiche; 2. la diffusione delle attività dei gruppi di pressione sull’opinione pubblica e sulle forze di governo, prima di tutto negli USA e nel Regno Unito grazie anche al sostegno dei media che hanno consentito di portare alla luce nuovi temi ambientali, come la minaccia del nucleare e la lotta alla caccia e all’estinzione delle balene; 3. il massiccio incremento nell’impiego di certe risorse e dalla previsione di scenari preoccupanti relativamente al ridursi della capacità di riproduzione di determinate risorse (i settori che suscitavano maggiore preoccupazione erano quello energetico, con la crisi petrolifera degli anni Settanta, il settore minerario e le risorse forestali); 4. l'insieme dei precedenti fattori, che hanno contribuito a rendere gli Stati sviluppati occidentali più attenti nel rispondere alle pressioni dell’opinione pubblica, portando quindi ad un dibattito acceso ed integrato sui temi indicati. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Il National Environmental Policy Act (NEPA), adottato negli Stati Uniti il 31 dicembre 1969, è l’atto con cui viene tradizionalmente indicata la nascita della “moderna” valutazione ambientale (sia nella forma semplice che in quella strategica, visto che l’atto si riferisce anche alle proposte di legge). La section 102 del NEPA: 1. obbliga le amministrazioni federali a prendere in considerazione per le loro attività di pianificazione e decisione tutte le conoscenze disponibili per verificare le ripercussioni che dette attività possono avere sull’ambiente ed a sviluppare adeguate metodologie e procedure che assicurino la considerazione degli aspetti ambientali accanto a quelli tecnici ed economici; 2. instaura un meccanismo penetrante che incide in modo sostanziale nel processo decisionale delle stesse amministrazioni costringendole ad introiettare a fianco delle loro finalità istituzionali, anche valori di ordine ambientale. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale In Europa i primi paesi ad introdurre richieste di VIA furono: 1. 1976 la Repubblica Federale Tedesca (con una decisione del Gabinetto Federale che introduce un esame di compatibilità ambientale delle misure pubbliche prese dalle autorità, incluse proposte di legge, regolamenti, atti amministrativi, programmi e progetti); 2. il 10 luglio 1976 in Francia viene emanata la legge n. 76-629 "relative à la protection de la nature". Tale legge ha la caratteristica di introdurre tre diversi livelli di valutazione: etudes d’environment, notices d’impact e etudes d’impact. Si pongono così le basi per l'introduzione della VIA anche in ambito europeo. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Alla proposta di una direttiva sulla VIA da parte della Comunità Europea nel Second Action Programme on the Environment (1977), iniziarono forti opposizioni che portarono ad un dibattito di 8 anni, fino alla Direttiva 85/337/CEE "Concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati". Questo è il primo tentativo europeo di introdurre una disciplina il più organica possibile sulla scia del modello americano (iniziato negli anni '70 e sistemato nel corso del tempo). I concetti basilari sono pubblicità, informazione e partecipazione, viene data una definizione di impatto ambientale, vi è la distinzione in interventi pubblici e privati, degli effetti diretti e indiretti. Questa direttiva propone un lungo elenco di opere da sottoporre a VIA con due livelli di importanza: nell'allegato I le opere per le quali la VIA è obbligatoria in tutta la Comunità, nell'allegato II sono elencati quei progetti per i quali gli stati membri devono stabilire delle soglie di applicabilità. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale L'Olanda, nel 1986, è la prima nazione ad applicare la nuova Direttiva europea. I primi dibattiti pubblici sull'esperienza americana ebbero luogo in Italia nella seconda metà degli anni '70 e fin da subito si è parlato di un rapporto tra valutazione di progetti e valutazione di piani, tema rimasto ricorrente di tutti i dibattiti sulla introduzione della metodologia in Italia. Il primo pronunciamento legislativo italiano risale all'art. 6 della legge 349 del luglio 1986 (la legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente), articolo interpretato come stralcio per una serie di provvedimenti "ponte" relativi ad una serie di adempimenti VIA, in attesa che venisse varata la legge di accoglimento della direttiva CEE. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale Con il DPCM 377/1988 del 10 agosto 1988 e il DPCM 27 dicembre 1998 si è intesa la direttiva come una nuova procedura autorizzativa essenzialmente interna alla pubblica amministrazione e ne hanno fatto una sorta di pratica burocratica aggiuntiva alla già cospicua documentazione richiesta per l'iter autorizzativo di un progetto. Inoltre nel DPCM 377/1988 vengono sottoposti a VIA solo i progetti di cui all'allegato I della Direttiva 85/337/CEE, mentre non si fa cenno alcuno ai progetti di cui all'allegato II. Per le inadempienze rispetto alle indicazioni della 85/337/CEE e in particolare per non aver individuato i progetti dell'allegato 2, la UE avvia nei confronti dell'Italia una procedure di infrazione che, per le inadempienze nel nostro paese, si tramuta in un ricorso presentato alla Corte di giustizia Europea. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale La svolta verso un nuovo periodo iniziò con l'emanazione del DPR 12 aprile 1996, il cosiddetto Atto di indirizzo e coordinamento, che definisce le condizioni, i criteri e le norme tecniche per l'applicazione dell'allegato II della 85/337/CEE. Di fatto, con il DPR 12 aprile 1996 viene conferito alle regioni ed alle province autonome il compito di attuare la Direttiva 85/337/CEE per tutte quelle categorie di opere, elencate in due allegati, A e B, non comprese nella normativa statale, ma previste dalla direttiva comunitaria. Il 31 luglio 2007, dopo anni di attesa e tra polemiche di tipo sia politico che tecnico, è entrato in vigore il Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale”, modificato dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 nr. 4. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) si occupa della valutazione di progetti e va distinta dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che si occupa di piani o programmi. Inoltre, per capire la complessità della procedura dobbiamo immedesimarci nei diversi punti di vista, spesso conflittuali che si contrappongono in una VIA: quello del proponente e quello del valutatore. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Pensiamo ad una serie di opere, ad es. una autostrada, un termovalorizzatore, un parco eolico per la produzione di energia elettrica, un'opera di derivazione acque da un corso idrico finalizzata al miglioramento della qualità delle acque di un allevamento ittico, ad una cava di ghiaia, ecc. Pianificazione urbana Smaltimento rifiuti Uso di risorse rinnovabili VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA I conflitti intrinseci di una valutazione ambientale Rimanendo sull’esempio del termovalorizzatore, pensiamo poi alle aspettative che il proponente (finanziatore) e le persone al contorno (progettisti, tecnici, operai, ecc.) hanno nei confronti della proposta progettuale e, infine, pensiamo alla tensione che persone non coinvolte economicamente possono avere nei confronti dell'opera (abitanti nei pressi del proposto termovalorizzatore, abitanti distanti dal termovalorizzatore ma i cui rifiuti verranno qui smaltiti, ARPA per il monitoraggio delle variabili ambientali, Ente di gestione dell'energia elettrica, politici, amministratori, ecc.). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA I conflitti intrinseci di una valutazione ambientale Se riusciamo a fare questo sforzo capiremo che la procedura di VIA nasce dal riconoscimento che il mercato e le tradizionali analisi economiche (anche le più raffinate analisi costi-benefici, per quanto in Italia largamente inutilizzate) non sono in grado, per limiti intrinseci, di tenere conto degli impatti sull'ambiente. Risulta necessario introdurre uno strumento super partes che possa valutare gli impatti complessivi (economici, sociali, floro, faunistici, ecc.) in modo indipendente ed esterno al processo di progettazione: l'ente di competenza. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA La definizione della procedura di VIA Il D.legs. 152/2007 come modificato dal D. Legs. 16 gennaio 2008, n.4 definisce la procedura di valutazione ambientale dei progetti (VIA), come: il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo III della seconda parte del presente decreto, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, la definizione dei contenuti dello studio d’impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del progetto, dello studio e degli esiti delle consultazioni, l’informazione sulla decisione ed il monitoraggio. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Quindi la VIA si esplica attraverso una procedura amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera proposta sulla base di un'analisi di tutti gli effetti che l'opera stessa esercita sull'ambiente e sulle componenti socio economiche interessate nelle varie fasi della sua realizzazione: dalla progettazione, alla costruzione, fino alla dismissione. Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA sono: •Studio d’Impatto Ambientale (SIA) •Coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali interessate •Pubblicità del procedimento •Partecipazione al procedimento http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA Studio d’Impatto Ambientale (SIA): è il documento tecnico redatto dal proponente dello studio, in cui è presentata una descrizione approfondita e completa delle caratteristiche del progetto e delle principali interazioni dell’opera con l’ambiente circostante, di cui deve essere fatto un quadro completo per quanto riguarda la situazione precedente la realizzazione dell’opera e una previsione della situazione successiva alla realizzazione. Pubblicità del procedimento: il proponente l’opera deve depositare presso gli uffici indicati dalle amministrazioni locali coinvolte una copia del progetto, dello studio d’impatto ambientale, e della sintesi non tecnica, a disposizione di chiunque voglia consultarli. Contestualmente deve inoltre provvedere alla pubblicazione di un annuncio su uno o più quotidiani di livello provinciale, regionale, o nazionale, a seconda del rilievo dell’opera, con riferimento all’Avvio del procedimento di valutazione. Partecipazione al procedimento: chiunque può presentare in forma scritta osservazioni sull’opera proposta; tali osservazioni devono essere prese in considerazione per il rilascio del giudizio di compatibilità ambientale e possono dare origine a un’inchiesta pubblica per l’esame dello studio presentato e delle osservazioni. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA Dalla revisione delle procedure di VIA contenuta nella Direttiva 97/11/CE e anticipatamente recepiti nell’ordinamento italiano con il DPR 12 aprile 1996, il testo normativo definisce tre fasi o procedure, ovvero dei tre strumenti operativi: 1. Scoping 2. Screening o verifica 3. SIA o Studio di Impatto Ambientale http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: lo scoping Il Decreto Legislativo 152/2006, all'art. 27, comma 2, dice che per i progetti che sono sottoposti a valutazione d'impatto ambientale, è facoltà del committente o proponente, prima dell'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale, richiedere all'autorità competente che venga esperita una fase preliminare avente lo scopo di definire, in contraddittorio con l'autorità medesima, le informazioni che devono essere contenute nello studio di impatto ambientale. Lo strumento scoping è quindi teso ad individuare (in un processo formale o informale a seconda della normativa regionale di riferimento), in consultazione tra autorità competente e proponente, quali informazioni devono essere fornite nello Studio di Impatto Ambientale, ed in particolare l’individuazione degli impatti ambientali, specialmente quelli importanti, i tipi di alternative da considerare, le misure per mitigare gli impatti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: lo screening Qualora esistessero dubbi sulla assoggettabilità di un progetto alla VIA il proponente deve chiedere alla Autorità competente (ufficio VIA regionale) di effettuare una verifica detta "screening". Si tratta di una valutazione formale per verificare se un progetto rientra nelle tipologie elencate nei vari allegati o se la sua localizzazione è riferibile ad aree naturali protette o particolarmente sensibili. L’autorità competente deve dare risposta entro 90 gg. Sia la norma nazionale che le norme regionali in materia di VIA hanno due elenchi di progetti con soglie dimensionali diverse che indicano se il determinato progetto deve essere sottoposto a verifica o a VIA. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA In definitiva, lo strumento screening riguarda la decisione, presa sullo specifico progetto, caso per caso, dall’autorità competente se deve essere effettuato lo svolgimento di una procedura di VIA a partire dalla redazione di un esauriente Studio di Impatto Ambientale (SIA). Lo Studio d'Impatto Ambientale (SIA) è il documento tecnico redatto dal proponente dello studio, in cui è presentata una descrizione approfondita e completa delle caratteristiche del progetto e delle principali interazioni dell'opera con l'ambiente circostante, di cui deve essere fatto un quadro completo per quanto riguarda la situazione ante operam e una previsione della situazione post operam. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA Secondo il Decreto Legislativo 152/2006, art. 27, comma 1, lo studio di impatto ambientale è predisposto a cura e spese del committente o proponente, secondo le indicazioni di cui all'Allegato V (vedi Decreto Legislativo 152/2006 allegati). Tale allegato indica i contenuti minimi di un SIA: • • • • • • • caratteristiche del progetto illustrazione delle soluzioni alternative analisi della qualità ambientale, ovvero descrizione dell'ambiente con particolare riferimento alle componenti potenzialmente interferite descrizione dei probabili effetti sull'ambiente, sia positivi che negativi (ovvero descrizione degli impatti potenziali) descrizione delle misure di mitigazione o compensazione riassunto non tecnico analisi delle difficoltà incontrate (ad es. nella raccolta dati, mancanza di conoscenze, lacune tecniche o amministrative, ecc.). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA Anche se la precedente normativa in materia di VIA è stata sostituita dal D.legs. 152/2006, molti SIA di fatto vengono svolti e valutati seguendo ancora la strutturazione del DPCM 27 dicembre 1988. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3 La procedura di VIA Il SIA: i tipi di impatto Nella accezione comune il termine impatto viene generalmente inteso in senso negativo. Non è sempre così dato che gli impatti antropici vengono (almeno in linea di principio) pensati per avere impatti positivi sull’uomo. Pensiamo allo sviluppo economico e allo sviluppo sociale, agli impatti positivi che politiche economiche e sociali hanno avuto sull’ambiente umano. A parte l’applicazione del principio di precauzione, la norma ci aiuta a capire quali possono essere gli effetti che devono essere tenuti in considerazione durante una valutazione ambientale. Gli effetti potenzialmente significativi conseguenti a sorgenti di impatto possono essere di vario tipo. La Direttiva 42/01/CE sulla Valutazione Ambientale Strategica, all’Allegato I (nota 1 del punto 4) ed all’Allegato II (punto 2) indica le principali categorie di effetti significativi da considerare : • Effetti primari e secondari • Effetti a breve, medio e lungo termine • Effetti temporanei e permanenti • Effetti reversibili e irreversibili • Effetti cumulativi e sinergici • Effetti locali, di area vasta, transfrontalieri • Effetti positivi e negativi • Effetti certi, possibili, probabili VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Titolo - Istanza per il permesso di ricerca per la coltivazione di idrocarburi Province - Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna. Comuni - Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Castel Bolognese, Cotignola, Faenza, Forlì, Imola, Lugo, Massa Lombarda, Mordano, Ravenna, Russi, S. Agata sul Santerno e Solarolo. Soggetto proponente – Privato VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) L’area della Bassa Pianura Padana presenta caratteristiche geominerarie di notevole interesse, pertanto viene proposta una indagine geofisica che, attraverso l’interpretazione di dati registrati in superficie, relativi alle differenti proprietà fisiche delle rocce, consente di ottenere un’immagine del sottosuolo e verificare la eventuale presenza di idrocarburi. Il programma lavori proposto per perseguire gli obiettivi minerari individuati nell’area del permesso sarà così articolato: PRIMA FASE: studi geologici e geofisici (mediante prospezione geofisica) SECONDA FASE: acquisto e reprocessing di linee sismiche TERZA FASE: acquisizione di nuovi dati sismici. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Rispetto alla L.R. 9/99, il progetto in esame ricade nella tipologia B.1.2 “Attività di ricerca di minerali solidi, di idrocarburi e di risorse geotermiche incluse le relative attività minerarie”. L’area di progetto comprende un sito della Rete Natura 2000: SICZPS IT4070022 denominato “Bacini di Russi e Fiume Lamone” localizzato in Provincia di Ravenna Secondo la normativa vigente il progetto: 1) rientra in una procedura di verifica/screening 2) l’ente di competenza è la Regione Emilia Romagna 3) deve essere sottoposto anche a Valutazione di Incidenza Ambientale (DPR 357/1997 e succ. modif.) VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Struttura dello screening 1) 2) Quadro di riferimento programmatico 3) Quadro di riferimento progettuale 4) Quadro di riferimento ambientale (idrografia, aree di particolare interesse culturale e naturalistico) 5) Fattori d’impatto (suolo, rumore e vibrazioni, atmosfera, ambiente idrico) quadro di riferimento ambientale (idrografia, suolo e sottosuolo, rischio sismico, subsidenza, aria) 6) Studio d’incidenza ambientale 7) Sintesi non tecnica 8) Cartografia e allegati VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro programmatico Per quanto riguarda la programmazione territoriale la zona è disciplinata dai seguenti strumenti pianificatori principali: P.T.P.R. Piano Territoriale Paesistico Regionale P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento delle Province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena. P.R.G. Piano Regolatore Generale dei Comuni interessati P.A.I. Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico P.T.A. Piano Regionale di Tutela delle Acque VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro programmatico (stralcio) P.T.C.P. di Forlì-Cesena Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Forlì-Cesena, adottato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 53971/127 del 14 luglio 2005, individua entro la zona del Permesso i seguenti ambiti di tutela (tratto dalla Tavola 2, Foglio 239 SE e Foglio 240 SO allegati al P.T.C.P “Zonizzazione paesistica”): art. 17 “Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua” • il principale corso d’acqua interessato dalle aree di tutela dell’art. 17 è il Fiume Montone • sono ammesse nelle aree opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico di cui al secondo comma lettere b) (“Zone ricomprese entro il limite morfologico”, con riferimento alle aree di terrazzo fluviale per gli alvei non arginati; per gli alvei arginati la fascia, in assenza di limiti morfologici certi, corrisponde alla zona di antica evoluzione ancora riconoscibile o a “barriere” di origine antropica delimitanti il territorio agricolo circostante qualora questo presenti ancora elementi marcatamente connessi al corso d’acqua) e c) (“Zone di tutela del paesaggio fluviale”, con riferimento alle aree di paleoterrazzo fluviale, in genere insediativo, per gli alvei non arginati; per gli alvei arginati la fascia, in genere assente, corrisponde alle zone caratterizzate da difficoltà di scolo e/o di ristagno delle acque del reticolo idrografico ad esse afferente) qualora siano previste in strumenti di pianificazione nazionali, regionali o provinciali. I progetti di tali opere dovranno verificarne oltre alla fattibilità tecnica ed economica, la compatibilità rispetto alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio interessato direttamente o indirettamente dall’opera stessa, con riferimento ad un tratto significativo del corso d’acqua e ad un adeguato intorno, anche in rapporto alle possibili alternative. Detti progetti dovranno essere sottoposti alla valutazione di impatto ambientale, qualora prescritta da disposizioni comunitarie, nazionali o regionali VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro programmatico (stralcio) P.T.C.P. di Forlì-Cesena art. 18 “Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua” • sono individuati e perimetrati gli invasi ed alvei di laghi, bacini e corpi idrici superficiali che presentano caratteri di significativa rilevanza idraulica, morfologica e paesistica, intesi come sede prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso corrente, ovvero costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena comprendenti • negli invasi ed alvei di cui al primo comma sono ammessi esclusivamente interventi finalizzati ad occupazioni temporanee se non riducono la capacità di portata dell’alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena art. 21B “Zone ed elementi di tutela dell’impianto storico della centuriazione” • zone che individuano l’appartenenza alle seguenti categorie: “zone di tutela della struttura centuriata”, e “zone di tutela degli elementi della centuriazione” sono qui considerate le strade, le strade poderali e interpoderali, i canali di scolo e di irrigazione P.R.G. In riferimento ai P.R.G. l’area del permesso ricade quasi esclusivamente in zona agricola ad esclusione delle aree di pertinenza dei centri urbani e degli alvei dei corsi d’acqua principali che comunque non saranno interessati dai lavori d’indagini. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro programmatico (stralcio) 1.8.2 P.T.C.P. di Bologna Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bologna, approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 19 del 03/03/04, individua entro la zona del Permesso i seguenti ambiti di tutela (tratto dalla Tavola 1 allegata al P.T.C.P. “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali”): art. 4.2 “Reticolo idrografico principale” e art. 4.3 “Fasce di tutela fluviale” • il principale corso d’acqua interessato dalle aree di tutela dell’art. 4 è il Fiume Santerno • le fasce di tutela sono definite in relazione a connotati paesaggistici, ecologici e idrogeologici; comprendono le aree significative ai fini della tutela e valorizzazione dell’ambiente fluviale dal punto di vista vegetazionale e paesaggistico, e ai fini del mantenimento e recupero della funzione di corridoio ecologico, o ancora ai fini della riduzione dei rischi di inquinamento dei corsi d’acqua e/o di innesco di fenomeni di instabilità dei versanti; comprendono inoltre le aree all’interno delle quali si possono realizzare interventi finalizzati a ridurre l’artificialità del corso d’acqua. Le norme del presente articolo si applicano anche alle aree latistanti al reticolo • nelle fasce di tutela fluviale sono ammissibili, nei limiti in cui siano ammessi dagli strumenti urbanistici comunali impianti temporanei per attività di ricerca di risorse nel sottosuolo. art. 8.2 d1) “Zone di tutela della struttura centuriata” e art. 8.2 d2) “Zone di tutela di elementi della centuriazione” • d1) zone di tutela della struttura centuriata, cioè aree estese ed omogenee in cui l’organizzazione della produzione agricola e del territorio segue tuttora la struttura centuriata come si è confermata o modificata nel tempo • d2) zone di tutela di elementi della centuriazione, cioè aree estese nella cui attuale struttura permangono segni, sia localizzati sia diffusi, della centuriazione • la zona storica di tutela è presente all’interno del Comune di Mordano • nell’ambito delle zone di cui alle lettere d1) e d2) sono comunque consentite: opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Coerenza con gli strumenti di programmazione e pianificazione La normativa di tutela specifica del Piano non prevede vincoli particolari che interferiscano con l’attività di ricerca. Il progetto risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai piani territoriali e dai vincoli normativi precedentemente elencati; gli impatti potenziali e le relative misure di mitigazione, per rientrare nella totale compatibilità con i vincoli presenti, sono evidenziati nella presente relazione. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro di riferimento progettuale Sono presenti sia potenziali rocce madri, sia rocce serbatoio che di copertura e di diversi tipi di trappole. L’obiettivo minerario dell’area in Istanza è costituito dai livelli torbiditici all’interno della successione di età Plio-Pleistocenica riempiti di gas biogenico. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Esempi schematici dei diversi tipi di trappole nella zona in esame. Sezione sismica passante nelle vicinanze dell’area in esame con interpretate in maniera schematica i diversi tipi di trappole. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro di riferimento progettuale Azioni di cantiere L’indagine geofisica è la metodologia scientifica che, attraverso l’interpretazione di dati registrati in superficie, relativi alle differenti proprietà fisiche delle rocce che costituiscono il nostro pianeta, consente di ottenere un’immagine del sottosuolo. La registrazione dei dati geofisici viene effettuata tramite strumenti ad alta sensibilità capaci di cogliere le minime perturbazioni prodotte nel sottosuolo o da sorgenti di energia naturale, quali terremoti, campi elettromagnetici, magneto-tellurici, gravitazionali ecc. (geofisica passiva), o da sorgenti di energia artificiale (geofisica attiva). La sismica a riflessione rientra tra i metodi di geofisica attiva. I dati registrati sul terreno vengono elaborati con appositi programmi di calcolo che ricostruiscono immagini del sottosuolo in 2D e 3D. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro di riferimento progettuale La progettazione di un rilievo sismico viene di seguito schematicamente riassunta. Ricognizione ed accordo con i proprietari dei terreni interessati Rilevamento dei punti di energizzazione e ricezione Posizionamento geofoni (scatolette cilindriche di circa 25-30 cm di lunghezza, 15-20 cm di larghezza e 15 cm di altezza) per la ricezione del segnale sismico. Essi, tramite cavi, sono collegati tra loro (per una distanza di circa 30 mt) mentre non sono collegati all’unità centrale, (rappresentata da un calcolatore installato dentro un ulteriore automezzo di registrazione) con cavi ma tramite segnali iodio. in totale per ogni fase di acquisizione simultaneamente si utilizzeranno n. 2.600 geofoni e saranno attive n. 13-14 linee sismiche. La campagna d’indagini coprirà un’area di circa 150 km2 a cui corrispondono circa n. 8.000 punti ricezione (geofoni) e n. 12.000 punti di energizzazione. L’attività si svilupperà a ciclo continuo. Energizzazione e registrazione lungo il tracciato sismico Rimozione materiali e ripristino del territorio Liquidazione danni eventuali VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro ambientale Il territorio è quello tipico della bassa pianura, caratterizzato da agricoltura meccanizzata ed elevata antropizzazione; è presente una rete di canali che nascono nel territorio a nord delle bonifiche rinascimentali come canali di bonifica o di alimentazione delle numerose attività come mulini, filatoi e concerie VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro ambientale 3.1 Ubicazione geografica ed infrastrutture principali 3.2 Clima e atmosfera 3.3 Aria 3.4 Inquadramento geologico 3.4.1 Stratigrafia 3.4.2 Evoluzione Strutturale 3.4.3 La catena Alpina 3.4.4 La catena Appeninica settentrionale 3.5 Caratterizzazione idrica superficiale 3.6 Caratterizzazione idrica profonda 3.7 Caratterizzazione geologica e geomorfologia 3.8 Caratterizzazione suolo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Quadro ambientale 3.9 Rischio sismico 3.10 Rischio subsidenza 3.11. Unità di paesaggio e complessi archeologici 3.11.1 La centuriazione 3.11.2 Le terre vecchie 3.11.3 UDP delle ville 3.11.4 Insediamenti urbani storici 3.12 Aree a valenza naturalistica 3.12.1 Zone di tutela del paesaggio fluviale 3.12.2 Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale 3.12.3 Zone di tutela naturalistica 3.12.4 SIC-ZPS IT4070022 “Bacini di Russi” VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Analisi degli impatti potenziali 4.1 Emissioni sonore ed impatto acustico 4.2 Vibrazioni 4.3 Rischio sismico 4.4 Subsidenza 4.5 Occupazione del suolo 4.6 Impatti in atmosfera 4.7 Ambiente idrico 4.8 Rifiuti 4.9 Impatti su ecosistemi flora e fauna Immagini di un fonometro e di una mappa delle isoacustiche VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Analisi degli impatti potenziali Non sono previste realizzazioni di opere, pertanto non sussiste il rischio sismico. L’attività in oggetto determina la produzione di vibrazioni o impulsi (onde elastiche) la cui propagazione in superficie risulta estremamente limitata. Si tratta in ogni caso di effetti che non arrecano potenziali impatti negativi. L’occupazione di suolo è un fattore d’impatto a durata limitata nel tempo dal momento che al termine delle operazioni si provvede al recupero dell’area indagata ed alla restituzione della originaria destinazione d’uso. L’attività di prospezione oggetto dello screening non comporta alcun impatto potenziale con la componente suolo e sottosuolo e quindi con il fenomeno subsidenza, in quanto non è prevista alcuna estrazione di fluidi. Per quanto riguarda la qualità dell’aria si ritiene che le attività oggetto del presente screening possano provocare impatti del tutto trascurabili e determinati dalle sole emissioni dei mezzi meccanici in azione. L’impatto sull’ambiente idrico è pressoché nullo, in quanto l’attività in esame non prevede l’approvvigionamento idrico e neppure la produzione di rifiuti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Analisi degli impatti potenziali Essendo il progetto costituito da attività di ricerca di superficie, non presenta particolari impatti significativi a carico degli ecosistemi naturali e della fauna e flora ivi presenti tranne che per la componente “inquinamento acustico”. L’area del permesso “Ponte dei Grilli” risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai piani territoriali e dai vincoli normativi precedentemente elencati. Inoltre durante la fase di prospezione geofisica, la società proponente dichiara di escludere da qualsiasi attività le aree ad elevata valenza culturale e naturalistico. La massa battente in esame produrrà un rumore presso le aree abitate che si annullerà per distanze sorgente-ricettore superiori a 400 metri lineari (di notte) e a 130 metri lineari (di giorno). Per quanto concerne le aree protette presenti nel territorio (aree di interesse paesaggistico ambientale e le aree a tutela naturalistica), il rumore si annullerà alla distanza di 230 metri durante il giorno e a 730 m durante la notte. Al fine di evitare la indebita esposizione al rumore della popolazione presente nelle abitazioni residenziali ed alla fauna presente nelle aree naturali, tutte le attività in oggetto si terranno a distanze tali da rispettare i limiti di legge. Per le succitate osservazioni, lo studio di incidenza ambientale non evidenzia potenziali impatti negativi né a carico degli ecosistemi, ne a carico di fauna e flora ivi presenti, tanto meno nei confronti delle specie di interesse conservazionistico presenti nell’area SIC-ZPS IT4070022 “Bacini di Russi”. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening) Mitigazioni 1. l’interdizione delle attività nelle aree urbane, nelle aree protette e nelle aree ad elevata valenza culturale e naturalistica: •alvei e corsi d’acqua tutelati: Santerno, Senio, Lamone, Montone; •complessi archeologici: a Nord dell’abitato di Russi (RA), limite NE dell’area d’indagine; •aree di concentrazione di materiali archeologici: tra gli abitati di Solarolo e Bagnara di Romagna (RA); •zone umide, a NW dell’abitato di Mordano (BO); •SIC-ZPS IT4070022 denominato “Bacini di Russi e Fiume Lamone” lungo il fiume Lamone tra gli abitati di Bagnacavallo e Russi (RA). 2. La prescrizione a mantenersi, da tali aree, a distanze superiori a quelle riportate in tabella. Esito procedura: positivo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro programmatico Vincolo ambientale ai sensi della L. 431/85, oggi abrogata dal D.L. 490/1999. Il sito è incluso nella perimetrazione del Parco del Delta, ai sensi della L.R. 27/1988 e del Piano della Stazione Volano-Mesola-Goro. Il Piano Territoriale del 1997 inserisce in Zona Preparco la parte centrale della Valle (PP.SMT e PP.SMT.G1) e le fasce esterne in Zona B (B.SMT). Questo stesso principio è applicato dal Piano del 1991 anche se i confini individuati non sono coincidenti con i precedenti. Zona Ramsar denominata “Valle Bertuzzi e specchi d’acqua limitrofi”, istituita con D.M. 13 luglio 1981 (G.U. n. 203 del 25/7/81). SIC e ZPS (IT4060004) denominate “Valle Bertuzzi, Valle Porticino, Cannevié”, individuato ai sensi delle DIR 79/409/CEE e DIR 92/43/CE. PTCP della provincia di Ferrara: 1.Parchi Regionali, L.R. 27/’88; 2.Dossi o dune di rilevanza storico documentale e paesistica, art. 20°; 3.Zona di tutela naturalistica, art. 25. PRG di Comacchio, art. 65 Sottozone “E3” vallive. Il progetto risulta compatibile con tutti i vincoli che insistono nel territorio anche ad area vasta (intero complesso di Val Cantone). La presenza di un sito Rete Natura 2000 necessita della procedura di Valutazione di Incidenza. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale Tipologia Valli salmastre Estensione 560 ha Comune Comacchio Proprietà Privata Il complesso è utilizzato principalmente per l’allevamento ittico, la gestione è di tipo estensivo tradizionale con pesca ai lavorieri e sfrutta i movimenti migratori delle specie ittiche catadrome tipiche di ambiente salmastro (anguilla, cefali, spigola, orata), la cui biologia prevede la riproduzione in acque di mare e lo sviluppo in acque interne. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale La pesca avviene in autunno e primavera, i due periodi di massima migrazione del pesce adulto. In questi periodi si fa entrare acqua dall’esterno della valle per richiamare il pesce in migrazione verso il lavoriero. Sempre nel periodo primaverile la valle rimane in comunicazione con le acque esterne per permettere anche la rimonta naturale degli individui giovani nati in mare. Per sopperire alla bassa immigrazione giovanile vengono effettuate semine primaverili di individui giovani (novellame) acquistati da commercianti specializzati. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale Nel corso degli ultimi decenni, la variazione d’uso del territorio e l’avvento dell’agricoltura intensiva meccanizzata con utilizzo di grandi quantità di fertilizzanti azotati, hanno determinato nei sistemi acquatici della bassa pianura fenomeni di eutrofizzazione cronica e la progressiva scomparsa delle macrofite radicanti a favore di macroalghe verdi opportuniste e/o di fitoplancton. Tali condizioni rendono particolarmente difficoltosa la gestione itticolturale per i seguenti motivi: 1) più frequenti sono le crisi anossiche estive e le gelate invernali (la grande quantità di macrofite fungeva da volano chimico e termico), 2) il pesce trova minor rifugio ed è più esposto alla predazione degli uccelli ittiofagi, 3) la rimonta naturale di novellame dal mare è per alcune specie (anguilla, spigola, orata) diminuita moltissimo anche a causa del peggioramento qualitativo delle acque interne. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale In queste condizioni la circolazione idraulica è il cuore della gestione di una valle da pesca dato che su di essa si basa la corretta ossigenazione della colonna d’acqua, il ricambio idrico, la rimonta del novellame, la chiamata degli adulti al lavoriero, ecc. Diversamente da quanto poteva avvenire 50 anni fa la possibilità di muovere grandi quantità d’acqua è essenziale per: 1. contrastare le frequenti crisi anossiche estive, 2. il corretto richiamo di tutti gli individui sessualmente maturi al lavoriero o, in inverno, alle peschiere, 3. contrastare le possibilità di gelate invernali (ghiacciando lo strato superficiale delle peschiere con acqua dolce o immettendo nella valle acqua salata), 4. la seconda chiamata (pesca quaresimale), 5. la rimonta del novellame che non può essere correttamente effettuata attraverso sifoni, 6. gestire acque spesso cariche di nutrienti la cui necessità può essere alternativamente di acqua dolce o di acqua salmastra (si veda paragrafo sugli impatti potenziali). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale Realizzazione di una chiavica progettata per derivare fino a circa 5.800 l/sec Il progetto rientra nella categoria B.1.21 della L.R. 9/1999 “Derivazioni di acque superficiali ed opere connesse che prevedano derivazioni superiori a 200 litri al minuto secondo …” In progetto è all’interno di un’area protetta ai sensi della L. 394/1991 per cui ai sensi dell’art. 5, comma 5, le soglie dimensionali sono ridotte del 50%. Il proponente dichiara che utilizzerà la chiavica con una derivazione media non superiore a 100 litri al secondo (il che è la realtà), ma l’Ente di competenza richiede comunque la procedura di VIA. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro progettuale Per i riferimenti progettuali e le specifiche richieste si rimanda ai seguenti documenti forniti dal committente: 1) Relazione Geologica. 2) Relazione descrittiva relativa al diritto acquisito di prelievo acque dal Po di Volano. 3) Relazione tecnica di progetto dello Studio Tecnico … 4) Carta del progetto. 5) Parere del Comune di Comacchio. 6) Nulla Osta ai fini idraulici … per la costruzione di opera idraulica per la presa di acqua dal Po di Volano, rilasciato dall’Ufficio Difesa del Suolo Provinciale di Ferrara. 7) Nulla Osta ai fini idraulici … per la realizzazione di due condotte a cavaliere dell’argine del fiume Po di Volano, rilasciato dall’Ufficio Difesa del Suolo Provinciale di Ferrara. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro ambientale Il complesso Valle Cantone – Valle Nuova costituisce uno dei siti più originali dell’intero Parco per quanto concerne la biodiversità floristica e vegetazionale. Di conseguenza è possibile riscontrare in questo territorio habitat naturali poco degradati rispetto ad altri ambienti simili del sistema vallivo costiero e sono presenti popolamenti cospicui, di specie vegetali rare, altrove minacciate. La componente principale è rappresentata dalle alofite, tra cui Salicornia patula, Bassia hirsuta, Sarcocornia fruticosa var. deflexa, Puccinellia palustris, Aeluropus littoralis, Agropyron elongatum, Artemisia coerulescens, Juncus acutus, Bupleurum tenuissimum, Plantago cornuti, Limonium serotinum, Limonium virgatum; queste due ultime specie sono protette da Legge Regionale. Nelle parti inondate dei bacini le comunità di macrofite sommerse ospitano, accanto a Ruppia cirrhosa, l’alga verde a candelabro Lamprothamnium papulosum, che testimonia in virtù delle sue esigenze particolari le buone condizioni delle acque. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro ambientale Il complesso di Valle Bertuzzi presenta emergenze faunistiche importantissime soprattutto relative all’avifauna, presente come svernante, nidificante e migratrice rende il complesso di Valle Bertuzzi uno degli ambienti umidi più importanti d’Italia. Sui dossi interni vi sono colonie spesso miste di caradriformi come gabbiano comune (Larus ridibundus), gabbiano corallino (Larus melanocephalus). Molto importanti a livello nazionale sono le colonie nidificanti di sterna comune (Sterna hirundo), fraticello (Sterna albifrons), gabbiano reale (Larus cachinnans). Nidificano inoltre il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), la folaga (Fulica atra), il falco di palude (Falco aeruginosus). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Quadro ambientale A differenza di quanto si verifica in alcuni tratti del Delta Veneto o delle Valli di Comacchio, dove le installazioni per l’itticoltura, estensiva o intensiva e altre attività di estrazione o lavorazione, segnano il paesaggio con manufatti di difficile integrazione, il sistema di Valle Bertuzzi manifesta un’omogeneità visiva che lo valorizza in modo determinante, e che richiede pratiche e accorgimenti propri della salvaguardia e della conservazione. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Analisi degli impatti potenziali L’assenza del progetto, che finora ha creato ostacoli in parte superati grazie alla oculata gestione del capovalle, non potrà durare a lungo. Le motivazioni di preoccupazione per la mancata realizzazione sono le seguenti: 1. il periodo estivo (in particolare i mesi di luglio e agosto) è foriero di grandi problemi in valle e una eventuale anossia prolungata potrebbe portare alla morte di tutto il pesce presente (situazione non infrequente a livello locale), 2. in autunno e in inverno si ripresentano periodicamente problemi di gestione idrica finalizzata al richiamo del pesce adulto al lavoriero e in peschiera, 3. in inverno sono maggiormente possibili morie dovute a prolungate gelate. Il progetto è di fondamentale importanza per l’area, ne consegue che l’alternativa 0 risulta avere un impatto negativo rispetto all’alternativa di progetto. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Analisi degli impatti potenziali Schema degli afflussi nell’asta del Po di Volano VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Analisi degli impatti potenziali Andamento stagionale del prelievo idrico previsto per le diverse fasi di gestione vallicolturale (s.n.=secondo necessità). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Analisi degli impatti potenziali L’impatto sul corso del Po di Volano Analizzando l’andamento stagionale e lo schema degli afflussi del Po di Volano si può notare che il prelievo ha un’importanza poco significativa sul volume di acqua del Volano stesso. Tale considerazione viene ulteriormente rafforzata dal fatto che il tratto del Volano in cui la chiavica sarà costruita è a circa 4 chilometri dalla foce e risente quindi dell’influenza della marea. Inoltre, considerato che in Val Cantone viene attuata una vallicoltura tradizionale estensiva, l’impatto sulle acque reflue scaricate nel Volano è nullo o eventualmente positivo. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Analisi degli impatti potenziali 30 25 20 15 Gli impatti potenziali previsti sono relativi a: 1. eccessiva immissione di nutrienti all’interno del bacino, 2. eccessiva dolcificazione dell’acqua, 3. repentino cambiamento dei livelli idrici durante il periodo di nidificazione degli uccelli acquatici presenti 10 5 0 1-gen-96 20-feb-96 10-apr-96 30-mag-96 19-lug-96 7-set-96 27-ott-96 16-dic-96 19-feb-97 10-apr-97 30-mag-97 19-lug-97 7-set-97 27-ott-97 16-dic-97 19-feb-98 10-apr-98 30-mag-98 19-lug-98 7-set-98 27-ott-98 16-dic-98 30 25 20 15 10 5 0 31-dic-96 25 20 15 10 5 0 31-dic-97 65.5 30 Andamenti annuali della concentrazione dell’azoto inorganico (mg N/l), somma dell’azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, nelle acque del Po di Volano, alla sezione Ponte Varano (ARPA, Ferrara), nel quadriennio 1996-99 25 20 15 10 5 0 31-dic-98 19-feb-99 10-apr-99 30-mag-99 19-lug-99 7-set-99 27-ott-99 16-dic-99 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Mitigazioni Sulla base della elaborazione dei dati forniti dall’ARPA viene proposto un calendario di derivazione delle acque del Po di Volano. Nella prima colonna a sinistra si evidenzia la praticabilità della derivazione delle acque in cui si sconsiglia il prelievo nei mesi da gennaio a marzo, nella colonna di destra si evidenziano mesi in cui è possibile la derivazione, ma si suggerisce una analisi preventiva della qualità delle VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Mitigazioni I periodi più “critici” per la pregiata vegetazione macrofitica sommersa (Ruppietum cirrhosae e Lamprothamnietum papulosi) sono la primavera e l’estate. Nel periodo marzoaprile è consigliabile mantenere i livelli idrici leggermente più bassi rispetto all’inverno, questo per favorire la fotosintesi e quindi la ripresa vegetativa dei nuovi getti sul fondo, e anche la sosta dei limicoli migratori che prediligono fondali bassi. Nel periodo marzo-giugno è opportuno mantenere relativamente costante il livello idrico per la presenza di importanti colonie nidificanti di Caradriformi: non superare un dislivello di 20 cm. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA) Monitoraggio In seguito alla realizzazione dell’opera inizierà una fase di monitoraggio della qualità delle acque (in ingresso ed in uscita ), finalizzata alla definizione del migliore protocollo di gestione dei prelievi delle acque stesse. Viene definito quindi un protocollo di monitoraggio con indicazione dei tempi e dei parametri da analizzare: temperatura dell’acqua, salinità, concentrazione dell’ossigeno disciolto, pH, azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, fosforo ortofosfato reattivo, silice reattiva, clorofilla a fitoplanconica. Il monitoraggio di un anno verrà ripetuto ogni tre anni. Esito procedura: positivo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro programmatico 1. descrizione del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori, di settore e territoriali, nei quali è inquadrabile il progetto stesso; 2. descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli strumenti pianificatori, 3. quadro di riferimento che descriva inoltre: a) l’attualità del progetto e la motivazione delle eventuali modifiche apportate dopo la sua originaria concezione; b) eventuali disarmonie di previsioni contenute in distinti strumenti programmatori. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro programmatico Il Piano Energetico Regionale esclude dalle ipotesi di realizzazione di parchi eolici le seguenti aree: Parchi; Siti Natura 2000; Aree di elevata diversità floristicovegetazionale; Aree sottoposte a vincolo paesaggistico (Decreto Legislativo 490/99). Ai sensi del Piano Energetico Regionale l’area di intervento è tra quelle a maggiore potenziale energetico eolico. Piano Energetico Regionale, in rosso le zone escluse in nero le aree idonee VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro programmatico Nel Piano Energetico Regionale, viene enfatizzata la linea politica energetica capace di fornire adeguati servizi allo sviluppo sostenibile di attività produttive ed insediamenti umani. Tale linea politica viene individuata da diverse azioni, tra le quali spicca l’estensione del ricorso alle fonti rinnovabili. Il progetto è quindi coerente con lo scenario di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale evidenziando, in particolare, l’allineamento con gli obiettivi previsti dal Piano Energetico Regionale VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro progettuale La potenza totale da installare sarà di 22,95 MW equivalenti all’installazione di n° 27 aerogeneratori della potenza unitaria di 850 KW, con una produzione anteperdita di 47.047 MWh/anno. Le scelte progettuali, sono frutto di un percorso tecnico-scientifico, sono basate sulle condizioni del vento esistenti in zona (anemologia dell’area) e riguardano essenzialmente due macro-aspetti: 1. la scelta delle macchina da installare; 2. il relativo posizionamento nel territorio (lay-out d’impianto), basato su ventosità, vicinanza a linee elettriche, accessibiltà viaria. In figura: carta della isoventosità VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro progettuale Fase di cantiere ed avviamento strade di accesso strade interne sottostazione di trasformazione cavidotto interrato a media tensione piazzole aerogenaratori linea elettrica di raccordo ad alta tensione Fase di esercizio controllo aerogeneratori manutenzione ordinaria manutenzione straordinaria Fase di dismissione smantellamento opere esistenti ripristino condizioni iniziali del sito VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro progettuale CAD 3D della sottostazione di trasformazione, cavidotto interrato, piazzola per l’aerogeneratore VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro progettuale Realizzazione linea elettrica di raccordo con la stazione di trasformazione e trasporto aerogeneratori VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro progettuale L’art. 12 del D. Lgs 387 prevede l’obbligo di dismissione degli impianti tra le prescrizioni dell’Autorizzazione Unica. Una volta conclusa la vita utile dell’installazione si procederà allo smantellamento degli equipaggiamenti e delle installazioni, ed a restaurare completamente l’area coinvolta. A differenza della maggior parte degli impianti per la produzione di energia, gli impianti eolici possono essere smantellati facilmente e rapidamente. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro ambientale Il progetto è localizzato in aree con la massima produzione di anidride carbonica e ossidi di azoto a livello regionale e l’area di progetto è considerata Zone di Risanamento rispetto a CO2 a NO2 e PM10. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro ambientale In tutta questa zona si alternano zone pascoli e arbusteti (JuniperoPyracanthetum coccineae e Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii) con piccoli boschetti di cerro presenti quasi esclusivamente nei pressi delle selle e nelle zone meno esposte al vento. La porzione sommitale dell'area di intervento, interessata dall'installazione delle strutture eoliche, è interamente colonizzata da praterie emicriptofitiche secondarie riferibili all'ordine Brometalia erecti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Quadro ambientale A livello di area vasta sono presenti 12 specie animali di interesse conservazionistico, di cui 5 sono inserite nell’allegato I della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” (e successive modifiche). Delle 12 specie di interesse conservazionistico presenti ad area vasta, 8 specie possono interagire con il progetto in quanto frequentano le praterie d’altitudine sono aree utilizzate a fini trofici: falco pecchiaiolo, biancone, aquila reale, lanario, pellegrino, codirosso e codirossone. A livello di area di progetto, delle 8 specie suddette, solo il codirossono è nidificante, sono altresì stati avvistati il falco pecchiaiolo e il biancone che utilizzano l’area di progetto con finalità trofiche. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) L’analisi delle alternative Il progetto non ammette consistenti variazioni del numero della posizione e delle caratteristiche meccanico-strutturali, pertanto rappresenta di per se l’unica alternativa possibile al progetto stesso ed ogni variazione comporta una riduzione dell’efficienza produttiva. Nello stesso tempo l’alternativa 0 non può di fatto essere considerata come l’assenza di progetto, infatti dato che l’Umbria si trova in una situazione di crescente disavanzo tra domanda e offerta di energia elettrica (PER) l’assenza di progetto (alternativa 0) significa attingere dal parco termoelettrico di rete. Di fatto l’alternativa 0 è semplicemente uno spostamento del problema energetico in altro luogo, con conseguente aggiornamento e potenziamento del parco termoelettrico medio italiano. Le due alternative analizzate sono quindi: 1. ipotesi di progetto 2. alternativa zero (ricorso all’energia elettrica di rete tramite potenziamento altrove del parco termoelettrico esistente per una produzione di energia equivalente a 22,95 MW. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale La matrice più nota è la Matrice di Leopold (1971), che ha gettato le basi a numerosi sviluppi concettuali per le matrici ambientali. È una matrice bidimensionale che permette di identificare gli impatti potenziali, mettendo in relazione tutte le possibili azioni (elencate orizzontalmente) che hanno una certa probabilità a verificarsi durante la fase di costruzione del progetto oggetto di studio, con quelle ambientali (verticali) che si incrociano. La matrice originale riporta in colonna una lista di 100 azioni di progetto previste (suddivise in 11 categorie riguardanti la fase di costruzione e di esercizio) e in riga 88 componenti ambientali su cui agiscono le azioni stesse. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale (componenti e fattori) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. atmosfera: qualità dell’aria e caratterizzazione meteoclimatica; ambiente idrico: acque sotterranee e superficiali; suolo e sottosuolo: profilo geologico e pedologico; vegetazione, flora, fauna: specie, comunità ed emergenze; ecosistemi: complessi di componenti e fattori biotici e abiotici tra loro interagenti; salute pubblica: come individui e comunità; rumore e vibrazioni: la condizione ambientale ante operam radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: la condizione ambientale ante operam; paesaggio: aspetti morfologici e culturali. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Traffico veicolare, Modifiche della viabilità esistente, Produzione di onde elettromagnetiche, Emissione di rumore e vibrazioni, Elementi che occupano il suolo, Elementi che occupano lo spazio aereo Produzione di polveri e gas, Produzione di rifiuti, Produzione di energia elettrica. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale (l’Indice di Qualità Ambientale) La matrice di Leopold permette di mettere in relazione fattori di impatto e componenti ambientali, ma non permette di per se la quantificazione di tali impatti, i quali possono essere negativi, positivi o nulli. La quantificazione degli impatti è stata effettuata con comparazione delle alternative (tra cui l’alternativa 0) cui veniva assegnato un valore grazie a funzioni di utilità. Le funzioni di utilità sono state sviluppate assegnando ad ogni alternativa un Indice di Qualità Ambientale (IQA) variabile tra 0 e 1 a seconda che la soddisfazione fosse minima o massima sulla base di dati bibliografici o di campo. Questo ha permesso di concentrarsi, non tanto sugli impatti quanto sulla qualità ambientale, prima e dopo la realizzazione dell’opera di progetto. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale (l’Indice di Qualità Ambientale) Non sempre si ha a che fare con gli estremi 1 e 0 della soddisfazione ambientale, ma secondo la situazione i dati a disposizione e la componente analizzata si possono avere valori di soddisfazione decimali dell’unità. IQA Fase di esercizio 1 0,8 Ipotesi zero 0,6 Parco eolico 0,4 0,2 0 0 Un impatto positivo su una determinata componente (es. paesaggio o qualità dell’aria) determinerà una posizione dell’IQA superiore nell’alternativa di progetto rispetto all’alternativa 0. Viceversa in caso di impatto negativo. 20 40 60 80 100 Potenzialità biotica Fase di esercizio 1,0 Centrale a gas 0,8 Parco eolico 0,6 IQA Alternativa zero 0,4 0,2 0,0 0 3 6 9 12 ton CO2 (x1.000) 15 18 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale (la quantificazione degli impatti) I diversi impatti sulle diverse componenti (es. paesaggio, fauna, rumore, aspetti socio economici, ecc.) sono stati pesati con la matrice degli impatti di Bresso che incrocia tra loro, caratterizzandoli, le risorse con gli impatti Le risorse vengono classificate a seconda della rarità (comuni/rare), della rinnovabilità (rinnovabili/non rinnovabili) e della strategicità (strategiche/non strategiche), mentre gli impatti vengono classificati in funzione della durata (breve o lungo termine), della reversibilità (reversibile/non reversibile) o della dimensione (locali-regionali o nazionali-sovranazionali). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Il modello matriciale (la quantificazione degli impatti) Impatti BT / R / NS LT / NR / LR BT / R / LR BT / NR / LR LT / R / NS LT / R / LR BT / NR / NS Risorse LT / NR / NS Comuni / rinnovabili / non strategiche 1 2 3 4 Comuni / non rinnovabili / non strategiche Comuni / rinnovabili / strategiche Rare / rinnovabili / non strategiche 2 4 6 8 Rare / rinnovabili / strategiche Rare / non rinnovabili / non strategiche Comuni / non rinnovabili / strategiche 3 6 9 12 Rare / non rinnovabili / strategiche 4 8 12 16 BT = breve termine R = reversibili LR = locali-regionali LT = lungo termine NR = non reversibili NS = nazionali-sovranazionali VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti Fase di cantiere IQA 1,0 0,8 0,6 Parco eolico 0,8 Alternativa zero 0,6 Solare fotovoltaico IQA 0,4 0,4 0,2 0,2 0,0 0 20 40 60 Fase di cantiere 1,0 80 Alternativa zero Parco eolico 0,0 100 0 10 ecosistemi e vegetazione (%) Fase di esercizio IQA 1,0 Solare fotovoltaico 0,4 0,2 60 70 Parco eolico 0,6 IQA 50 Centrale a gas 0,8 Alternativa zero 0,6 30 40 ton CO2 Fase di esercizio 1,0 Parco eolico 0,8 20 Alternativa zero 0,4 0,2 0,0 0 20 40 60 80 ecosistemi e vegetazione (%) 100 0,0 0 3 6 9 12 ton CO2 (x1.000) 15 18 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti (paesaggio: isopotenzialità) In base alla valutazione ottenuta, gli ambiti esaminati sono stati classificati in 4 classi di isopotenzialità: ambiti a potenzialità biotica bassa (0-3), medio-bassa (4-7), medio-alta (8-13), alta (14-20) Caratteristiche ambientali in fase di cantiere Aree urbane Aree agricole Alvei Aree verdi Strade Diversità 0 0 1 1 0 Superficie a copertura vegetale perenne 0 0 1 2 0 Stratificazione della vegetazione 0 0 1 2 0 Naturalità 0 0 1 1 0 Rarità 0 1 1 1 0 Funzione ecologica 0 1 1 1 0 Integrità 0 1 1 1 0 Legame con la rete dei biotopi naturali 0 1 1 1 0 Legame con la rete del connettivo verde e degli spazi aperti 0 1 1 1 0 Grado di isolamento dall’azione antropica 0 0 0 1 0 Totale 0 5 9 12 0 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti (paesaggio: intrusione visiva) VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti (paesaggio: intrusione visiva) IQA Fase di esercizio 1 Parco eolico totale Parco eolico reale Paesaggio attuale Ipotesi zero potenziale 0,8 0,6 0,4 0,2 0 0 20 80 60 40 Percentuale visiva occupata 100 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti (paesaggio: opinione popolazione) Domanda 1 Domanda Presentazione di due punti di vista (foto) del paesaggio attuale Quanto vale questo paesaggio? Presentazione degli stessi punti di vista con aerogeneratori fotoinseriti Voto A1 Voto A2 9,34 9,20 Voto B1 Voto B2 2 Quanto vale questo paesaggio? 6,97 6,22 3 Quanto vale questo paesaggio sapendo che evita l’immissione in atmosfera di 40.000 t all’anno di CO2? 8,60 7,65 4 Quanto vale questo paesaggio sapendo che il parco eolico potrebbe essere fonte di morte per alcune specie di uccelli? 7,30 6,20 A1: immagine (dimensione A4) di un punto di vista come è attualmente A2: stesso punto di vista con il progetto fotoinserito B1: immagine (dimensione A4) di un secondo punto di vista B2: stesso punto di vista con il progetto fotoinserito Il voto è la media di tutti i voti dati dagli intervistati (n=56) VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) La quantificazione degli impatti Fase di esercizio IQA Peso Qualità ambientale Parco Alternativa 0 Bresso Parco Alternativa 0 Polveri 1 1 1 1 1 Qualità dell’aria 1 0 12 12 0 Ambiente idrico superficiale e sotterraneo 1 1 2 2 2 Suolo e sottosuolo 1 0,14 2 2 0,28 0,9 1 2 1,8 2 Fauna 0 1 9 0 9 Rumore 0,69 1 2 1,38 2 1 0 6 6 0 Attività socio-economiche 0,96 1 6 5,80 6 Paesaggio e patrimonio storico/culturale 0,5 0,66 4 2 2,64 33,98 24,92 Componenti Ecosistemi vegetazione e flora Salute pubblica Qualità ambientale prevista VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA) Conclusioni La scelta del parco risulta conflittuale (caratteristica intrinseca dell’eolico) con aspetti positivi ed altri negativi. In fase di cantiere la qualità ambientale risulta peggiorata rispetto alla alternativa 0 (matrice non presentata). In fase di esercizio l’ipotesi di progetto contribuisce ad un incremento della qualità ambientale totale la quale risulta complessivamente maggiorata rispetto all’alternativa 0 (da 24,9 a 33,9). L’attuale procedura è in corso. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La Rete Natura 2000 L’Unione Europea si è dotata di un meccanismo di tutela in tutto il territorio dell’Unione che va al di la dei confini politici dei diversi stati membri. La rete natura 2000 (istituita con la Direttiva habitat 92/42/CEE) è un complesso di aree protette, caratterizzate dalla presenza di habitat, specie animali e vegetali di interesse comunitario, finalizzata alla salvaguardia delle sue componenti più vulnerabili per conservare la biodiversità presente sul continente europeo. La rete comprende una vasta tipologia di habitat di tutto il continente europeo, i più rappresentati sono le zone umide ma ne fanno parte anche foreste, brughiere e praterie, comprese le aree marine. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La Rete Natura 2000 La rete è finalizzata in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva 92/42/CE "Habitat" e delle specie di cui all'allegato I della Direttiva 79/409/CEE "Uccelli" e delle altre specie migratrici che tornano regolarmente in Italia. Presentiamo stralcio degli allegati 1 delle direttive “habitat” e “uccelli”, che individuano rispettivamente habitat e specie di uccelli di interesse comunitario. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La Rete Natura 2000 Il territorio dell'Unione Europea, in base a caratteristiche ecologiche omogenee, é stato suddiviso in 9 Regioni biogeografiche. Esse rappresentano la schematizzazione spaziale della distribuzione degli ambienti e delle specie raggruppate per uniformità di fattori storici, biologici, geografici, geologici, climatici, in grado di condizionare la distribuzione geografica degli esseri viventi. Le Regioni biogeografiche individuate: Alpina – Anatolica - Artica - Atlantica - Mar Nero – Boreale – Continentale – Macaronesica – Mediterranea – Pannonica – Steppica Il territorio italiano è interessato da tre di queste regioni: Mediterranea – Continentale – Alpina http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La Rete Natura 2000 ai sensi della Direttiva “Habitat”, è costituita da: Sito di Importanza Comunitaria proposto (pSIC): i siti individuati dalle regioni e dalle Province autonome con il progetto Bioitaly rispondenti ai criteri di designazione enunciati dalla direttiva Habitat. Sito di Importanza Comunitaria (SIC): i siti inseriti nell’elenco ufficiale comunitario a seguito della conclusione dei seminari biogeografici. Zona di Protezione Speciale (ZPS): area funzionale al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie di avifauna selvatica elencate negli allegati della Direttiva 79/409/CEE e successive modifiche. Zona Speciale di Conservazione (ZSC): questa denominazione viene assunta dai SIC quando vengono designati dal Ministero dell’Ambiente (entro 6 anni dall’approvazione dell’elenco ufficiale comunitario). VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La Rete Natura 2000 Tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla differente localizzazione in quanto sono riferite rispettivamente alla conservazione della fauna selvatica e degli habitat. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale Riferimenti normativi a livello europeo •Direttiva n. 79/409/CEE del 2 aprile 1979. Concernente la conservazione degli uccelli selvatici. •Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992. Relativa la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Riferimenti normativi a livello nazionale •Legge n. 157 dell'11 febbraio 1992. Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. •DPR n.357 del 8 settembre 1997. Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. •DPR n.357 del 8 settembre 1997 – Allegato G. Contenuti della relazione per la valutazione di incidenza di piani e progetti. •DPR n.120 del 12 marzo 2003. Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale La valutazione d’incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat” con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale. In ambito nazionale, la valutazione d’incidenza viene disciplinata dall’art. 6 del DPR 12 marzo 2003 n.120 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l’art.5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva “Habitat”. Il DPR 357/97 è stato, infatti, oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea che ha portato alla sua modifica ed integrazione da parte del DPR 120/2003. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale Non esistono soglie dimensionali ne distanze La valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito. Lo studio per la valutazione di incidenza deve essere redatto secondo gli indirizzi dell’allegato G al DPR 357/97. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale L’ allegato G del DPR 357/97 (non modificato dal DPR 120/2003, ma ampiamente implementato ed approfondito da norme regionali), prevede che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere: 1) una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all’uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate; 2) un’analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni ecologiche. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale VINCA negativa Qualora, a seguito della valutazione di incidenza, un piano o un progetto risulti avere conseguenze negative sull’integrità di un sito (valutazione di incidenza negativa), si deve procedere a valutare le possibili alternative. In mancanza di soluzioni alternative, il piano o l’intervento può essere realizzato solo per motivi di rilevante interesse pubblico e con l’adozione di opportune misure compensative dandone comunicazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (DPR 120/2003, art. 6, comma 9). VINCA negativa con specie o habitat prioritari Se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritari, l’intervento può essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica, o per esigenze di primaria importanza per l’ambiente, oppure, previo parere della Commissione Europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico (DPR 120/2003, art. 6, comma 10). In tutti gli altri casi (motivi interesse privato o pubblico non rilevante), si esclude l’approvazione. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale VINCA, VIA e VAS La direttiva “Habitat” non fa riferimento esplicito alla direttiva sulla valutazione di impatto ambientale 85/337 CEE (modificata dalla direttiva 97/11 CEE). Emerge tuttavia con chiarezza che il fattore da cui discende una valutazione ai sensi della direttiva 85/337 CEE è pressoché identico a quello previsto dalla direttiva 92/43 CEE: esso infatti è essenzialmente legato alla probabilità d’incidenza negativa. Analogamente, dall’analisi della recente direttiva sulla VAS (2001/42/CE) emerge che tutti i piani da sottoporre a VAS richiedono la valutazione d’incidenza riferibile all’art. 6 della direttiva “Habitat”. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale VINCA, VIA e VAS È interessante evidenziare come la valutazione d’incidenza dimostri una rilevante efficacia nella sua applicazione coerente e concreta. Essa è infatti una procedura valida sia per i progetti (interventi localizzati e puntuali) che per i piani (strumenti di organizzazione territoriale globali e di ampio spettro): in questo modo, la valutazione d’incidenza realizza il duplice obiettivo di analizzare gli interventi (siano essi puntuali o di ampia scala) e, allo stesso tempo, di garantire che ogni singolo sito contribuisca efficacemente allo sviluppo della rete Natura 2000. In questo senso la procedura di VINCA può essere considerata precursore della procedura di VAS, dato che è il primo momento in cui a livello normativo viene richiesta una valutazione di piani e programmi e non solo di opere o progetti. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Descrizione del piano/progetto Per i riferimenti progettuali sono stati analizzati i seguenti documenti: 1. Progetto per la modifica della casa colonica in affittacamere per l’attività di Turismo Rurale. 2. Progetto di demolizione e costruzione di edifici in azienda agricola. 3. Progetto di esecuzione di un’area di sosta per camper per 50 poste; 4. Tavole allegate ai progetti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Complementarietà con altri piani e/o progetti Compatibilità con piani territoriali e vincoli normativi Il progetto risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai piani territoriali provinciale (PTCP), comunale (PRG Comacchio), con le norme tecniche di attuazione del Parco del Delta del Po e con gli altri vincoli di tipo naturalistico analizzati. 1. Piano Territoriale del Parco: i progetti risultano compatibili con il Piano Territoriale della Stazione Valli di Comacchio, purché non avvengano movimentazioni di terreno che portino alla “modifica dell’andamento piano altimetrico” (Zone PP AGR b, pag. 12 del Piano Territoriale); 2. PTCP di Ferrara: i progetti risultano compatibili con gli artt. 9 e 19 del PTPC (pagg. 7 e 20), il quale ai punti B e C di pag. 20 definisce che “sono in via prioritaria collocate le attività di agriturismo e di turismo rurale … i sentieri, i percorsi cicloturistici … purché previsti negli strumenti urbanistici generali comunali o in programmi di valorizzazione territoriale”; ai sensi dell’art. 9 risulta importante “applicare tecniche di ingegneria naturalistica … “. 3. PRG di Comacchio: i progetti risultano compatibili con quanto definito dal PRG di Comacchio (E2 Zone Agricole di Salvaguardia art. 64) a pagg. 92-94. 4. I progetti, dando la possibilità di alloggio (turismo rurale) e camper, possono essere considerati complementari al progetto LIFE in via di attuazione “Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio”, il quale comprende la ricostituzione di una “salinetta” a fini di tutela dei mestieri locali e di fruizione turistica. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Ambito di riferimento L’area di intervento è nel margine nord orientale del SIC e appena esterno alla ZPS “Valli di Comacchio”, è dedicata all’agricoltura con presenza di alcune case coloniche e magazzini. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Ambito di riferimento L'area si trova all’interno di vigneti e pioppeti colturali attorno cui si localizzano seminativi e tipologie marginali quali pertinenze, accessi e fossi. Nei sopralluoghi e nell’analisi cartografica e bibliografica non sono stati individuati aspetti di vegetazione naturale o seminaturale, anche perché il paesaggio è fortemente segnato dalla presenza umana. L’antropizzazione dell’area nelle immediate vicinanze dell’intervento permette la presenza, quasi esclusiva, di specie animali ubiquitarie e tipiche degli ambienti antropizzati. Carta della vegetazione del Parco del Delta del Po VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Ambito di riferimento La scheda della Rete Natura 2000 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Ambito di riferimento Habitat (Direttiva Habitat) 4 habitat di interesse comunitario, 2 dei quali prioritari Codice 92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba Codice 1150 - * Lagune costiere Codice 1410 - Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi); Codice 1510 - * Steppe salate mediterranee (Limonietalia); Specie (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli) Piante - * Salicornia veneta Invertebrati - Lycaena dispar Pesci - Aphanius fasciatus, Petromyzon marinus, Pomatoschistus canestrini, Padogobius panizzai Anfibi - Emys orbicularis, Triturus carnifex Uccelli – 37 specie Mammiferi - Lutra lutra (fino agli anni ’80) A livello puntiforme, ovvero nelle aree di intervento, non sono presenti ne habitat ne specie di interesse comunitario. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA) Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario Si tratta di un sito che attualmente ospita entità vegetali sinantropiche e presenta habitat fortemente disturbati e privi di valore naturalistico-ambientale (cfr. carta della vegetazione del Parco del Delta del Po, Piccoli et al., 1999). Il sito oggetto di intervento non presenta aspetti faunistici di interesse conservazionistico, di conseguenza le singole aree d’intervento non risentiranno di impatti significativi né in corso d’opera né ad interventi eseguiti. Monitoraggio in fase di esercizio Visti gli impatti non significativi del progetto, non sono previste attività di monitoraggio Esito della procedura positivo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Descrizione del piano/progetto Caratteristiche tecniche del rotore Diametro 58 m Altezza da terra dell’asse principale 55 m Velocità di rotazione delle pale 14,5–31,6 rpm Numero pale 3 Piattaforma d’appoggio 30 x 25 m Edificio di controllo Dimensioni alla base 10,73 x 9,93 m Altezza 5,70 m Elettrodotto Lunghezza Media Tensione interrato (nel sito) 2.840 m Lunghezza MT interrato (in uscita dal sito) 2100 m Opere di riassetto stradale Lunghezza complessiva 1.850 m Carreggiata 4m Spessore del terreno rimosso Circa 40 cm Potenza: 24 macchine da 800 kw VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Complementarietà con altri piani e/o progetti Il progetto risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai piani territoriali generali (PTCP, PRG, ecc.) e di settore (piani di bacino, piano energetico regionale, ecc.), e con gli altri vincoli di tipo naturalistico presenti. Il progetto si trova a circa 1,5 km da un SIC/ZPS in cui sono presenti uccelli di interesse comunitario tra cui l’aquila reale (Aquila chrysaetos). La biologia delle specie potenzialmente interferite è tale da richiedere lo Studio di Incidenza Ambientale anche se il progetto è al di fuori dell’area SIC/ZPS VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Ambito di riferimento Della approfondita analisi degli aspetti biotici e abiotici presentiamo qui solo l’aspetto critico. Ovvero tralasciamo di discutere delle interferenze risultate nulle o positive, ovviamente esplicitate nello Studio di Incidenza Ambientale, e presentiamo le analisi sulle possibili interferenze con specie di uccelli di interesse comunitario presenti nel SIC/ZPS: Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e Aquila reale (Aquila chrysaetos). habitat 8 di cui habitat prioritari 4 specie animali 29 di cui specie animali prioritarie 0 specie vegetali 0 specie vegetali prioritarie 0 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario Autore Luogo Coll./aerogen./a Rapaci/aerogen./a Benner 1993 Germania 309 Benner 1993 Svezia 895 Erickson et al. 2001 Altamont (California) Erickson et al. 2001 Buffalo Ridge Thelander e Rugge 2000 0,007 - 0,100 0,000 - 4,45 0,000 - 0,036 Altamont (California) 0,19 0,10 Strickland et al. 2000 Buffalo Ridge (Minnesota) 0,57 Janss 1998 Tarifa (Spagna) Janss 2001 Tarifa (Spagna) Meek et al. 1993 Scozia 0,17 Musters et al. 1996 Olanda 2-7 Percival 1999 Francia 0 Winkelman 1994 Olanda 14,6 - 32,8 0,030 0 0,000 VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario 1. Sul SIC/ZPS non si rilevano interferenze diverse dal pericolo di collisione diretta: non sono qui infatti possibili impatti spesso significativi, quali: perdita di habitat per la fauna, diminuzione degli spazi ambientali (una delle cause maggiori della scomparsa e della rarefazione di molte specie), ne disturbo provocato dalle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria (indicati da molti autori come una delle cause principali dell’abbandono di queste aree da parte degli uccelli); 2. Possiamo ritenere non significativo l’impatto sulla chirotterofauna residente nel SIC, che peraltro non presenta specie di interesse comunitario; 3. Gli uccelli più colpiti probabilmente saranno i rapaci cui seguono poi i passeriformi (quasi certamente a livelli non significativi), mentre per gli altri uccelli di grandi dimensioni potenzialmente a rischio (ciconiformi, anseriformi e charadriformi) non si rilevano interferenze potenziali in quanto non caratteristici del SIC in oggetto. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario 1. Per quanto riguarda i rapaci il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è in una categoria SPEC 4, ovvero si trova in uno stato di conservazione favorevole concentrato in Europa (Tucker e Heath 1994) e non si rilevano interferenze potenzialmente con gli individui presenti nel SIC. 2. Diversamente, l’Aquila reale (Aquila chrysaetos) è in una categoria SPEC 3, ovvero è una specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa ha uno stato di conservazione non favorevole, ma in Italia la popolazione è stabile (Tucker e Heath 1994). Il parco eolico la montagna, posizionato a circa 1 km dal confine del SIC, si trova sicuramente all’interno dell’home range della coppia di aquile nidificante nel SIC. Il pericolo di collisioni con aereogeneratori è, potenzialmente, un fattore limitante per la conservazione della popolazione, ma è impossibile verificare la reale significatività di tale impatto prima di un monitoraggio locale post operam. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Alternative all’opera di progetto Allo stato attuale della tecnologia, l’eolico previsto nell’opera di progetto è, assieme all’idroelettrico, l’unica tipologia di produzione di energia da fonte rinnovabile comparabile con centrali a petrolio o altri combustibili fossili. Pertanto non vi sono alternative credibili all’opera di progetto. Misure di mitigazione Fermo restando che solamente un monitoraggio potrà verificare una eventuale influenza significativa dell’impianto rispetto alla coppia di aquile presenti nel SIC si propone, come misure di mitigazione: 1. la piantumazione di arbusti nelle immediate vicinanze delle turbine al fine di limitare la densità di roditori che richiamerebbero rapaci in caccia; 2. la colorazione delle pale per scoraggiare l’avvicinamento alle turbine; 3. la geometria degli aerogeneratori (tubulari e non a traliccio) prevista per l’opera di progetto è già di per se una forma di mitigazione. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA) Conclusioni 1. Vi sono ragionevoli possibilità di interferenza tra l’opera di progetto e la coppia di Aquila reale nidificante nel SIC, nonché con altre specie di rapaci come il Falco pecchiaiolo; 2. In virtù della biologia delle specie in questione, le interferenze non sono quantificabili prima di un monitoraggio locale; 3. L’opera di progetto è inquadrabile in un piano internazionale di riduzione dei gas serra, per gli stati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto il quale inquadra l’opera tra i progetti di pubblica utilità legate alla salute pubblica (Consiglio di Stato, Sesta Sezione, con sentenza n. 680/2005); 4. L’opera può essere approvata con conseguente informativa al Ministero dell’Ambiente e all’UE, con tutte le indicazioni del caso in merito a protocolli di monitoraggi e misure di compensazione emergenti dai risultati dei monitoraggi. Esito della procedura: negativo VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I fondamenti Ai sensi dell'art. 5, comma d, del Decreto Legislativo 152/2006 come modificato dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 nr. 4, per piani e programmi si intendono "tutti gli atti e provvedimenti di pianificazione e di programmazione comunque denominati previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative adottati o approvati da autorità statali, regionali o locali, compresi quelli cofinanziati dalla Comunità europea, nonché le loro modifiche; salvi i casi in cui le norme di settore vigenti dispongano altrimenti, la valutazione ambientale strategica viene eseguita, prima dell'approvazione, sui piani e programmi adottati oppure, ove non sia previsto un atto formale di adozione, sulle proposte di piani o programmi giunte al grado di elaborazione necessario e sufficiente per la loro presentazione per l'approvazione". VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I fondamenti Mentre la procedura di VIA si concentra sui progetti, la procedura di VAS si concentra sui piani. Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del Decreto Legislativo 16 gennaio 2008 nr. 4, “la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.” VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I problemi La TAV Torino-Lione ha costituito un caso molto significativo che spesso dal 2006 ha invaso le diverse fonti di notizie. Il caso della TAV Torino-Lione è una dimostrazione lampante di come i processi decisionali legati alle grandi opere sul territorio richiedano il coinvolgimento effettivo dei soggetti interessati: le apparenti scorciatoie istituzionali non solo non accorciano i tempi, ma producono l’effetto esattamente opposto, ovvero blocchi sociali e quantomeno ritardi, se non la compromissione delle prospettive di realizzazione. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I problemi Secondo il suo produttore, il nuovo processore Xeon DualCore serie 5100 della Intel migliora le prestazioni rispetto ai precedenti e produce un minor impatto ambientale. Non si può essere più lontani dal caso precedente: qui l’impatto ambientale non viene invocato da utenti preoccupati, ma viene invece evocato dal produttore come problema risolto sul piano tecnologico. La capacità di dissolvere gli impatti ambientali diventa fattore competitivo. Non si tratta evidentemente di un caso isolato. Molte News censite nel web hanno queste caratteristiche: la presentazione di nuovi prodotti “a basso impatto ambientale”. Come possiamo poi essere sicuri che non si tratti solo di pubblicità, ma che effettivamente le performances siano quelle dichiarate? Gli strumenti per rispondere ci sono (ad esempio controlli di terzi attraverso certificazioni di prodotto), ma esiste anche un problema di qualità e credibilità della comunicazione. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I problemi In tali condizioni spesso si inseriscono speculazioni economiche e politiche, e conflitti sociali talvolta basati sulla ignoranza e talvolta basati sulle sindromi NIMBY e affini, di cui accenniamo alcune definizioni. La sindrome più famosa è NIMBY, dall’inglese Not In My Backyard, “non nel mio cortile”, ovvero “realizza pure il progetto che hai in mente, ma fuori dal territorio della mia comunità”, una posizione dettata dal coinvolgimento emotivo delle popolazioni locali nei confronti di opere di interesse ad area vasta. Atteggiamenti più incisivi di NIMBY sono NIABY (Not In Anyone’s Backyard, ovvero “no nel cortile di nessuno”), BANANA (Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anyone, “non costruire assolutamente nulla in nessun luogo vicino ad alcuna persona), o NOPE (Not in Our Planet Earth “non sul nostro pianeta terra”) posizioni più integraliste non necessariamente dettate da comprensibili preoccupazioni locali, ma da atteggiamenti aprioristicamente negativi tipici delle posizioni più estreme e prive di capacità di dialogo. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS I problemi Più finalizzate ad esigenze personali di tipo politico od economico sono i dinieghi legati non tanto allo spazio quanto al tempo. NIMTOO (Not in My Term of Office, “non durante il mio mandato”) allontana le grane del decisore nel tempo lasciandole a qualcun altro, mentre il più limitato NIMEY (Not in My Election Year, “non nell’anno delle mie elezioni”) può anche allusivamente lasciar intendere che bisogna solo aspettare un po’ di tempo, poi se ne potrà parlare. Questo non significa che tutti i problemi siano risolti migliorando i processi di partecipazione. Un problema almeno equivalente (anche se oscurato dagli aspetti socio-economici della questione) è quello del merito tecnico effettivo degli impatti prevedibili. Se non si troverà una strada efficace per tenerne conto sia in sede istituzionale sia nel processo di partecipazione, resterà la contrapposizione irrisolvibile tra le paure delle popolazioni locali e le sicurezze pregiudizialmente auto-assolutorie dei proponenti. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS La storia della VAS (i primordi) Nel 1973 il primo programma di azione ambientale della Commissione Europea (Environmental Action Plan) sottolinea l’importanza di una VIA estesa a tutti i piani per prevenire danni ambientali alla fonte. Proposta di Direttiva CEE del 16 giugno 1980: … occorre introdurre dei principi generali di VIA aventi l’obiettivo di accrescere l’efficacia organizzativa delle procedure di programmazione con cui si autorizzano attività private e pubbliche che possono avere un impatto rilevante sull’ambiente, con particolare riguardo per la programmazione e la presa di decisione relative a singole opere, a piani di assetto territoriale, a programmi di sviluppo regionale, a programmi economici, compresi quelli riguardanti settori specifici. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS La storia della VAS (le intenzioni) Nel 1985 la Direttiva sulla VIA (85/337/CEE) stabilisce le norme per la redazione e la valutazione delle procedure di VIA per il livello progettuale. Nel 1987, nel Environmental Action Plan, si ha l’impegno ad estendere la VIA alle politiche ed ai piani ed alla loro implementazione sulla base delle procedure previste nella Direttiva sulla VIA. Nel 1989, la Commissione inizia un lavoro interno su una prima proposta di direttiva sulla VAS. Nel quarto Environmental Action Plan (1993-2000) si sottolinea la necessità di una valutazione di impatti ambientali di tutte le politiche rilevanti, dei piani e dei programmi per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale dello sviluppo economico. http://www.valutazioneambientale.net VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS La storia della VAS (il superamento dei limiti della VIA) Nel 1993, nel rapporto quinquennale della Commissione sull’applicazione e sull’efficacia della Direttiva VIA tra gli Stati Membri: 1) si evidenzia come molte decisioni politiche fossero state definite al di sopra del livello progettuale e che ciò poneva una intrinseca limitazione alla VIA progettuale, 2) non venivano prese adeguatamente in considerazione soluzioni alternative per la realizzazione e la localizzazione di un progetto. In conclusione la valutazione ambientale deve essere effettuata ad un livello decisionale più alto (al livello di pianificazione e/o di programmazione) per considerare tutti gli aspetti rilevanti indotti da una modificazione ambientale. Nel 1995, la Commissione inizia a lavorare per una Direttiva sulla VAS. Il 4 dicembre 1996 la Commissione adotta la proposta di Direttiva sulla VAS, conosciuta come proposta per la valutazione degli effetti dei piani e dei programmi sull’ambiente. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS La storia della VAS (la VINCA come precursore della VAS) Già nel 1992 la Direttiva 92/43/CEE “habitat”, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, introduce la valutazione ambientale di piani e progetti che possono verosimilmente avere impatti significativi sugli habitat tutelati dalla direttiva (SIC). Per tali piani e progetti risulta necessaria una adeguata valutazione degli impatti significativi nell’area interessata (compresi gli impatti indiretti cumulativi), sia individualmente che in combinazione con altri piani o progetti. Si tratta della Valutazione di Incidenza. Nel 1997, DPR 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE habitat, sostiene che: “Nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei SIC; I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistici venatori, presentano una relazione documentata per individuare e valutare i principali effetti che il piano può avere sul SIC, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.” VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS La storia della VAS (la direttiva europea) Nel 2001 la proposta diventa Direttiva 2001/42/CE “concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, la quale completa l’esistente sistema di VIA progettuale estendendolo al livello di piani e programmi. La Direttiva ha le finalità di: 1. Avere un approccio di tipo estensivo, ovvero spostare l’attenzione della VIA dal “progetto” al “piano progetto”. 2. Allargare la VIA di progetto per farne uno strumento concettuale e metodologico in grado si supportare l’elaborazione del piano. Piani di settore, territoriali, piano-processo, ecc. 3. Ripensare il punto di vista della pianificazione interiorizzando in essa gli approcci ed i modelli ecologici, della sostenibilità, ecc. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS Finalità della VAS La VAS riguarda problemi a scala geografica più ampia e si concentra su impatti strategici, mentre le valutazioni di impatto ambientale tendono a concentrarsi maggiormente su uno specifico progetto in una localizzazione specifica. Secondo Sadler e Verheem (1996), la VAS è un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze in campo ambientale delle azioni proposte (politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi) al fine di garantire che tali conseguenze siano pienamente incluse e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale. La VAS deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS Finalità della VAS Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del D. legs. 16 gennaio 2008, n. 4, “la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull’ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.” Ai sensi dell’art. 5, comma 1, del D. legs. 16 gennaio 2008, n. 4, “la valutazione ambientale di piani e programmi (… è) il processo che comprende (…) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l’elaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l’espressione di un parere motivato, l’informazione sulla decisione ed il monitoraggio; Prevale il criterio ampio di partecipazione e tutela degli interessi legittimi; titolare del diritto di partecipazione è “chiunque”. La direttiva non prevede un limite dell’interesse legato alla potenziale lesione di diritti. VALUTAZIONE AMBIENTALE Casi di studio [Gian Andrea Pagnoni] 3.5 La procedura di VAS Finalità della VAS Nel rapporto ambientale devono essere individuate, descritte e valutate anche le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma. Prevale il criterio ampio di partecipazione e tutela degli interessi legittimi; titolare del diritto di partecipazione è “chiunque”. La direttiva non prevede un limite dell’interesse legato alla potenziale lesione di diritti. Durante l’attuazione del piano o programma è previsto un monitoraggio al fine di contrastare gli effetti negativi derivanti dall’attuazione dello stesso. Ciò premette di effettuare correzioni al processo in atto.