Valutazione Ambientale: casi di studio
Gian Andrea Pagnoni
Istituto Delta Ecologia Applicata
Via Bela Bartok 29/B, int. 1- 44100 Ferrara
Tel.0532/977085; Fax 0532/977801
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
Indice dei contenuti
1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale
2. La Valutazione Ambientale come ricerca
2.1 Caso di studio: l’impatto della attività venatoria
2.2 Caso di studio: l’impatto della fauna sulle coltivazioni
2.3 Cosa ricordarsi della lezione
3. La Valutazione Ambientale come procedura
3.1 La definizione di ambiente
3.2 Storia della valutazione ambientale
3.3 La procedura di VIA
3.3.1 Caso di studio: Progetto di ricerca idrocarburi (screening)
3.3.2 Caso di studio: Progetto di derivazione acque (VIA)
3.3.3 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico (VIA)
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza
3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper
3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico
3.5 La procedura VAS
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Casi di studio
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1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale
Spesso gli studenti di un corso di Valutazione di Impatto
Ambientale confondono la procedura di valutazione ambientale
con l'attività di ricerca sull'impatto ambientale.
Va quindi chiarito che il termine generico "valutazione ambientale"
può essere riferito sia ad una procedura codificata e normata da
leggi, sia ad attività di ricerca nei più svariati campi.
Per fare alcuni esempi, l’analisi della modifica del valore
paesaggistico di un'area a seguito della realizzazione di un'opera, la
valutazione dell'impatto del traffico veicolare sulla produttività della
selvaggina in una Azienda Faunistico Venatoria sono attività di
ricerca che possono essere commissionate a Università o Enti di
Ricerca, ma non sono di per se delle procedure.
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1. Le diverse tipologie di valutazione ambientale
Come vedremo meglio nella lezione dedicata, la Valutazione
Ambientale come procedura si esplica attraverso una procedura
amministrativa finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di
un'opera o di un piano. La valutazione viene effettuata sulla base di
un’analisi di tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare
sull’ambiente in senso lato nelle varie fasi della sua realizzazione:
dalla progettazione, alla costruzione, fino alla dismissione.
Pianificazione urbana
Smaltimento rifiuti
Uso di risorse rinnovabili
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2. La valutazione ambientale come ricerca
In questo capitolo vedremo alcuni esempi di valutazione ambientale
come ricerca, successivamente vedremo le tre diverse procedure di
valutazione ambientale.
I due casi di studio di seguito presentati sono rispettivamente una
analisi di un impatto antropico su un sistema naturale (la caccia) e
di una componente naturale (fauna) su una componente antropica
(agricoltura/economia).
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2.1 L’impatto della attività venatoria
La caccia in PASSATO
1. utilizzata per ricavare proteine dall’ambiente
2. popolazione umana in equilibrio con le prede
La caccia OGGI
1. funzione più che altro ludica
2. l’uomo decide quali e quanti animali uccidere
Finalità della ricerca
Valutare, il più realisticamente possibile, l’impatto del prelievo
venatorio nel Parco Regionale del Delta del Po, in particolare quello
sugli uccelli acquatici.
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Area Contigua
Ex Pre-Parco
L.R. 11/1988 e s.m.
L. 394/1991
L.R. 6/2005
Ha
Area contigua
33.671
Parco
18.860
Area contigua
Zona C
Zona B
Zona A
SIC
ZPS
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Stazione
Pinete e Piallasse
di Ravenna
Stazione
Pineta di Classe
Salina di Cervia
Stazione
Volano Mesola Goro
Ha
Area contigua
33.671
Parco
18.860
Stazione
Comacchio
Valli di Comacchio
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2.1 L’impatto della attività venatoria
La caccia in queste zone è intensa,
prova ne sono l’elevato numero di
cacciatori e di appostamenti.
Nell’Area Contigua del Parco, a parte
la lepre e, in misura molto minore la
volpe,
gli
animali
più
cacciati
appartengono alla classe degli uccelli,
in particolar modo alla famiglia
Anatidi.
Finalità del lavoro è capire l’impatto
dell’attività venatoria sulle specie
presenti.
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Lo studio
Quando: stagioni venatorie 2004-5, 2005-6, 2006-7
Dove: Parco del Delta del Po Emilia Romagna
Monitoraggio sul campo
Conteggio del numero di spari uditi e registrazione dell’ora per ognuno di
essi, rilevamenti a campione sui carnieri effettivi, mirati a capire quale
fosse l’affidabilità dei dati riportati sui tesserini venatori
Raccolta dati pregressi
Lettura, trascrizione su foglio elettronico e successiva analisi specie
specifica dei carnieri (numero di capi abbattuti dai cacciatori nelle
zone di Pre-Parco) segnati sui tesserini venatori
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Spari
Totale
F/O
%
2004-5 2005-6 2006-7
1.268
493
513
253
58
83
20.0%
11.8%
16.2%
F/O = spari fuori orario
Spari 2004-5 2005-6 2006-7
Totale
794
2.269
1.486
F/O
283
461
375
20.3%
25.2%
% 35.6%
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2.1 L’impatto della attività venatoria
International Waterfowl Census
conteggi
AZ=alzavola CA=canapiglia CD=codone FG folaga FI=fischione GR=germano reale
MO=moriglione MR=moretta MS=marzaiola
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Uccelli acquatici abbattuti nell’Area Contigua. Ipotesi sulle analisi dei
tesserini venatori (periodo 2003-2006).
Le colonne propongono ipotesi di uccelli acquatici abbattuti in funzione del
comportamento dei cacciatori relativo alla segnalazione del capo abbattuto
sul tesserino venatorio: da 1/1(= un capo segnato sul tesserino per ogni
uccello abbattuto) a 1/5 (= un capo segnato per ogni 5 uccelli abbattuti).
Sulla base dei controlli effettuati sul campo e sulle opinioni rilevate tra i vari
operatori del settore, riteniamo probabile una situazione tra la prima e la
seconda colonna, ovvero si stima un abbattimento medio di circa 25.00040.000 uccelli acquatici/anno
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Inquinamento da piombo
Almeno 60 ton. di piombo/anno
vengono sparse sul territorio dell’Area
Contigua del Parco. Il piombo si
concentra attorno agli appostamenti di
caccia dove è praticata la pasturazione
a fini di richiamo.
Provincia g./stag. colpi/g. g/colpo €/colpo cacciatori TOT Pb
FE (AC)
RA (AC)
20
Min 25
36 g
€ 0,45
TOT €
760
14 ton. € 171.000
2.780
50 ton. € 625.500
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Inquinamento da piombo
Gli effetti tossici dell’ingestione di pallini di piombo
da parte di uccelli acquatici (in particolare anatidi e
limicoli) e non acquatici sono stati oggetto di studi
estesi ed approfonditi (si vedano per esempio Mudge
1992, Sanderson e Bellrose 1986, USFWS 1986, Pain
1992) in molti paesi tra i quali: Canada (Kennedy e
Nadeau 1993), Australia (Kingsford et al. 1989),
Gran Bretagna, Francia (Pain 1992), Olanda,
Giappone (Honda et al. 1990) e Stati Uniti
(Sanderson e Bellrose 1986; USFWS 1986). Anche
per l’Italia, i dati disponibili indicano che il
saturnismo indotto dall’ingestione di pallini da caccia
sia un fenomeno diffuso che può essere causa
importante di mortalità diretta ed indiretta (Tirelli e
Tinarelli 1996).
1a pag. “La Stampa”
30 novembre 2007
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Conclusioni
1. Nell’area contigua del Parco del Delta del Po, il 16% dei colpi è
esploso al di fuori degli orari consentiti quindi almeno il 16%
degli abbattimenti è illegale.
2. I capi segnati sui tesserini (non tutti quelli abbattuti!) sono una
frazione significativa delle popolazioni svernanti (questo è vero
specialmente per le specie meno comuni).
3. Per alcune specie, in particolare canapiglia, codone, marzaiola,
moretta e moriglione, il prelievo venatorio è di una grandezza
significativa rispetto alle popolazioni svernanti e quindi l’attività
venatoria ha sicuramente un impatto negativo.
4. Oltre 60 tonnellate di piombo, ogni anno, sono riversate sul
fondo degli specchi acquei in cui si caccia, il che comporta
problemi di inquinamento e in particolare problemi di
saturnismo.
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2.1 L’impatto della attività venatoria
Indicazioni gestionali
1. Rafforzare i controlli (soprattutto al di fuori dell’orario di
caccia)
2. Proibire l’utilizzo dei pallini di piombo* e dei bossoli in
materiale non riciclabile in tutte le aree contigue del Parco
3. Togliere dalla lista delle specie cacciabili nelle aree contigue le
seguenti specie: (acquatici) canapiglia, codone, marzaiola,
moretta*, moriglione (non acquatici) beccaccia e cesena
* Limitazioni previste dalla normativa regionale sulle ZPS, ma sottoposte
a deroga per quanto riguarda i pallini di piombo
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
In base alla legge 157/1992 “sulla caccia” e alla specifica Direttiva della
Regione Emilia Romagna Delibera n.° 2338 del 19/12/2000,
l’Amministrazione Provinciale concede i contributi per la prevenzione e
l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni
agricole agli imprenditori agricoli di cui all’ art. 2135 del Codice Civile.
Col presente studio si è voluto analizzare l’impatto della fauna selvatica
sulle attività antropiche presenti nel Mezzano, i dati sono stati poi utilizzati
come base per le analisi bio-economiche relative alle singole specie
approfondite nei paragrafi dedicati.
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
I danni da fauna selvatica, in particolare quella di interesse venatorio,
determinano una spesa per risarcimenti a volte difficile da sostenere dalle
amministrazioni competenti.
In un’area privata basata sull’agricoltura intensiva come il Mezzano, la
pressione esercitata sulle colture da animali selvatici ed in particolare da
lepre e fagiano, rappresenta un reale problema per lo sviluppo di politiche
rurali, ed è causa di conflitti fra mondo venatorio e mondo agricolo.
Garantire una gestione sostenibile della fauna limitando i danni a un livello
sopportabile per la società è certamente uno degli obiettivi primari della
gestione faunistica.
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Finalità dello studio
Analizzare l’impatto della fauna selvatica sulle attività umane;
Metodo
1. Controllo delle perizie per i risarcimenti depositate presso
l’ufficio danni della Provincia di Ferrara
2. Periodo di analisi: 10 anni (dal 1993 al 2003);
3. Elaborazioni statistiche
4. Discussioni con rappresentanti della Provincia, delle Guardie
Provinciali e degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia).
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Bonifica del Mezzano
Area di studio
Emilia Romagna
Provincia Ferrara
Bonifica del Mezzano
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Area di studio
Emilia Romagna
Provincia Ferrara
Bonifica del Mezzano
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Dal 1993 al 2003 la spesa per i
risarcimenti è di € 805.853 con
una media di € 80.585/anno.
L’andamento del risarcimento
danni nel Mezzano ha subito
variazioni fino ad un ordine di
grandezza, passando da circa €
20.000 nel 1993 a oltre €
180.000 nel 1998, per poi
scendere sensibilmente nel 2000
e 2001 e risalire a € 150.000 e €
260.000 negli ultimi due anni.
La spesa per prevenzione danni
è più che raddoppiata nel
quinquennio 1998-2003.
280.000
240.000
200.000
160.000
120.000
80.000
40.000
0
93
94
95
96
97
98
99
00
01
02
03
50.000
45.000
40.000
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Analisi per specie (media 1993-2003)
fagiano
38%
nutria
11%
corvidi
1%
lepre
35%
anatidi
11%
altri
4%
tortore, storni,
colombi, passeri, ecc.
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Analisi per specie (periodo 1993 – 2003)
100%
80%
Totale
60%
40%
20%
0%
1993
1994
1995
Altro
1996
Anatidi
1997
1998
Corvidi
1999
Fagiano
2000
2001
Lepre
2002
Nutria
2003
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Analisi per coltura (media del periodo 1993-2003)
Coltura
euro
vivaio
22.100
girasole
18.081
mais
10.864
riso
5.422
zucca
4.738
grano
4.332
cocomero
2.844
pomodoro
2.736
melone
1.804
argini
1.675
barbabietola
1.424
La coltura maggiormente colpita nell’arco del
decennio studiato è stato il vivaio, con una media
annua di € 22.100 euro. Seguono il girasole con una
media annua di € 18.081, il mais con € 10.864, il riso
con € 5.422, la zucca con € 4.738, il grano con €
4.332 e il cocomero con € 2.844.
Il vivaio è una coltura poco rappresentativa del
Mezzano (1,1% della SAU nel 2003); il notevole
impatto su questa coltura (oltre € 22.000/anno di
media) è quindi dovuto all’alto costo intrinseco delle
piante da vivaio sul mercato e alla loro elevata
sensibilità.
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Danni per specie su singola coltura
Fagiano
€ / anno
Lepre
€ / anno
girasole
8.241
vivaio
13.046
mais
6.048
zucca
vivaio
3.073
Nutria
€ / anno
Anatidi
€ / anno
mais
2.228
riso
2.255
2.781
strutturali
1.201
grano
1.885
cocomero
1.419
zucca
1.179
colza
barbabietola
949
girasole
89
190
pomodoro
993
girasole
1.289
grano
587
melone
767
riso
692
cavolo
74
cocomero
509
radicchio
303
cumino
475
mais
16
radicchio
343
pomodoro
259
vivaio
350
barbabietola
11
grano
301
girasole
252
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2.2 L’impatto della fauna sulle coltivazioni
Il fagiano è la specie maggiormente impattante sulle attività nel
Mezzano; con € 30.739/anno rappresenta il 40,3% dei danni (girasole,
vivaio, mais).
La lepre è la seconda specie come impatto; con € 28.266/anno
rappresenta il 30% dei danni (vivaio, zucca).
La nutria ha avuto una importanza crescente in conseguenza
dell’aumento delle popolazioni locali, con € 9.261/anno, rappresenta il
10,9% dei danni (mais, danni strutturali, zucca).
Gli anatidi, con € 8.596/anno e rappresentano il 13,5% dell’impatto
totale.
Seguono, con alcuni punti %, corvidi ed altre specie di passeriformi
come storni, tortore, passeri, ecc.
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2.3 Cosa ricordarsi della lezione
1.
2.
3.
4.
5.
La Valutazione Ambientale può essere l’oggetto sia di una ricerca sia di una
procedura
Le ricerche sull’impatto ambientale possono essere finalizzate a verificare
eventuali impatti sia delle attività umane sull’ambiente sia delle azioni di
specie selvatiche sulle attività umane
Gli esiti delle ricerche in questo campo devono essere la base per indicazioni
gestionali di tipo tecnico che saranno poi valutate a livello politico ed
eventualmente messe in pratica
La procedura di valutazione ambientale è concettualmente diversa da una
ricerca ed è un percorso amministrativo che parte dalle conoscenze di base
sull’ambiente in cui si intende operare ed arriva a verificare in via preventiva
se il progetto o il piano può avere il permesso di essere sviluppato.
All’interno della procedura per l’analisi degli impatti si dovrà avere una
conoscenza approfondita dell’ambiente in cui si opera. Tale conoscenza è
basata sul recupero bibliografico delle informazioni e dei dati e, in assenza di
informazioni sufficienti, su una ricerca appositamente predisposta.
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3. La valutazione ambientale come procedura
Come abbiamo precedentemente detto, la Valutazione Ambientale
come procedura si esplica attraverso una procedura amministrativa
finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera o di un
piano. La valutazione viene effettuata sulla base di un’analisi di
tutti gli effetti che l’opera o il piano possono esercitare
sull’ambiente in senso lato: dalla progettazione, alla realizzazione,
fino alla dismissione.
Pianificazione urbana
Smaltimento rifiuti
Uso di risorse rinnovabili
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3. La valutazione ambientale come procedura
3.1 La definizione di ambiente
3.2 Storia della Valutazione Ambientale
3.3 La procedura di VIA
3.3.1 Progetto di ricerca idrocarburi (Screening)
3.3.2 Progetto di derivazione acque (VIA)
3.3.3 Progetto di realizzazione parco eolico (VIA)
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza
3.4.1 Caso di studio: Progetto di agriturismo e sosta camper
3.4.2 Caso di studio: Progetto di realizzazione parco eolico
3.5 La procedura VAS
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3.1 La definizione di ambiente
Dal punto di vista semantico il termine può essere usato con
significati particolari in diversi contesti.
1. Nozione in senso spaziale (vano, abitazione, parte di un locale
ove si vive o si svolge la propria attività);
2. Nozione figurata (insieme di condizioni sociali, culturali, storiche,
geografiche in cui si vive;
3. Oggetto di studio dell'ecologia (oikos logos), un tempo trattata
come branca della biologia è oggi una disciplina autonomia.
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3.1 La definizione di ambiente
In biologia, principalmente in ecologia, l’ambiente indica tutto ciò che può
influire direttamente sul metabolismo o il comportamento di un organismo,
di una popolazione o di una specie, ovvero l’insieme degli aspetti abiotici
(luce, aria, acqua, suolo, ecc.) e biotici (altri esseri viventi e loro relazioni).
Talvolta viene utilizzato come sinonimo di ecosistema.
In contesto non-tecnico, come in politica, si riferisce spesso all'ambiente
naturale, la parte del mondo naturale che, per qualsivoglia ragione, viene
considerata importante o di valore dagli esseri umani.
In ambito umanistico (letteratura, storia e sociologia) è l'ambito culturale
in cui uno vive o è stato educato, e le persone o istituzioni con cui
interagisce (ambiente sociale).
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3.1 La definizione di ambiente
Tutte queste tipologie di ambiente, per il fatto di essere in contatto
tra loro, possono essere alterate da agenti esterni. Le alterazioni
possono essere diverse secondo: natura, origine, obiettivo
dell'alterazione.
Se l’aggressione è operata dall’uomo è definita inquinamento.
Oltre alle elaborazioni svolte dal mondo scientifico ve ne sono
anche da parte del mondo giuridico (legislatori, magistrati, ecc.) e
per l'analisi ambientale sono particolarmente importanti i significati
dal punto di vista ecologico e giuridico.
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3.1 La definizione di ambiente
La prima elaborazione del concetto di ambiente in sede europea
risale alla Direttiva sulla Valutazione di Impatto ambientale
(Direttiva 85/337/CEE) in cui l'art. 3 circoscrive " … l'ambiente alle
risorse complessive naturali e culturali in un giusto equilibrio dei
fattori fisici (suolo, acqua, aria, clima), del paesaggio e della
cultura".
La Direttiva 85/337/CEE è l'unica norma che fornisce una
definizione giuridica di ambiente, mentre nel nostro ordinamento
normativo nazionale non esiste un articolo di legge che definisca
l'ambiente in modo preciso.
Questo non è solo un limite normativo, ma anche la conseguenza
della considerevole varietà di significati che il termine può avere.
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3.1 La definizione di ambiente
Il primo documento con il quale è stata formulata a livello
internazionale la nozione di ambiente è il testo elaborato da un
Comitato di esperti incaricati dalla 15a conferenza dei Ministri di
Giustizia del Consiglio d'Europa ad Oslo (17-19/06/1986), in
materia di responsabilità per danni da attività pericolose. In tale
contesto fu elaborata per la prima volta una definizione giuridica di
ambiente :
L’ambiente è costituito dalle seguenti componenti
1. le risorse naturali biotiche ed abiotiche;
2. l'interazione tra le citate componenti, il paesaggio e il patrimonio
culturale.
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3.1 La definizione di ambiente
Dal punto di vista giurisprudenziale, le prime definizioni di ambiente in Italia erano
legate ad una visione estetica e statica del paesaggio come bellezza naturale
percepita dall’esterno. L’art. 9 della costituzione italiana parla esplicitamente di
paesaggio (ad oggi è di fatto l'unico esplicito riferimento all'ambiente). Le norme
sulle bellezze paesaggistiche e sulla tutela del paesaggio si sviluppano già dagli anni
'30 (legge n. 1497 del 1939).
Oggi c’è un ampliamento del concetto alle sue componenti essenziali ed intrinseche
(flora, fauna, geologia, ecc.) e quindi l’ambiente deve essere intenso nel suo
insieme, nella sua totalità.
Secondo la Corte Costituzionale (sentenza n. 641 del 1987), “l’ambiente non è
passibile di una situazione soggettiva di tipo appropriativo appartenendo alla
categoria dei beni liberi, fruibili dalla collettività e non dai singoli".
Tuttavia l’”ambiente salubre”, inteso in una concezione sanitaria di ambiente
giuridicamente apprezzabile e rilevante (art. 32 Cost.) può essere collegato ai diritti
della persona, che comprendono anche l’integrità fisica e psichica e la salvaguardia
della qualità della vita.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.1 La definizione di ambiente
La Suprema corte di Cassazione in una sentenza stabilisce che l’ambiente è un
fenomeno unitario e che, come un diritto della personalità, costituisce un diritto
fondamentale dell’uomo (Cass. S.U. 6 ottobre 1979 n. 5172).
La Corte di Cassazione si impegna a dare una definizione di ambiente affermando
che per “ambiente deve intendersi il contesto delle risorse naturali e delle stesse
opere più significative dell’uomo protette dall’ordinamento…l’ambiente è una
nozione, oltreché unitaria, anche generale, comprensiva delle risorse naturali e
culturali, veicolata nell’ordinamento italiano da diritto comunitario” (Cass. Pen., sez.
III, 28 ottobre 1993, n. 9727, Benericetti).
Dal punto di vista normativo, in Italia la elaborazione del concetto di ambiente si
basa sostanzialmente su tre normative:
Legge 979/1982 “Disposizioni per la difesa del mare”
Legge 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette”
Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale”
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.1 La definizione di ambiente
Disposizioni per la difesa del mare (Legge 979/1982). All'art. 25 vengono definite le
Riserve marine: "Le riserve naturali marine sono costituite da ambienti marini, dati
dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante
interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con
particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza
scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.". In questa
definizione la normativa pone le basi per inquadrare il concetto di ambiente
comprensivo di risorsa cultura, educazione, economica.
Legge quadro sulle aree protette (Legge 394/1991). Da qui si enucleano i principi
fondamentali del nostro sistema giuridico ambientale. Si fa esplicito riferimento a:
a) norme costituzionali (art. 9 sulle bellezze paesaggistiche e art. 32 sulla salute
umana), b) riferimenti scientifici (scienza, patrimonio naturale), d) politiche
ambientali (tutela, valorizzazione e conservazione del territorio), e) riferimenti
giurisprudenziali (in particolare agli interventi della Corte Costituzionale quando
invita ad una leale cooperazione tra Enti (Regione, Provincia, ecc.), f) carta della
natura (adottata da una comitato su proposta del Ministro dell'ambiente che ha la
finalità di evidenziare lo stato dell'ambiente, i punti migliori e i vulnerabili).
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.1 La definizione di ambiente
Fondamentale per i temi trattati è il recente Decreto Legislativo
152/2006 recante Norme in materia ambientale che di fatto
definisce l’ambiente attraverso il concetto di impatto ambientale:
c) impatto ambientale: l'alterazione qualitativa e/o quantitativa
dell'ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori
antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici, paesaggistici,
architettonici, culturali ed economici, in conseguenza dell'attuazione
sul territorio di piani o programmi o della realizzazione di progetti
relativi a particolari impianti, opere o interventi pubblici o privati,
nonché della messa in esercizio delle relative attività;
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.1 La definizione di ambiente
art. 117 della costituzione (modificato dalla L. cost. 18 ottobre 2001)
Originaria formulazione: non nomina l’ambiente e riguarda le competenze legislative regionali,
parla di urbanistica, cave e torbiere, pesca, foreste, porti lacuali … mai inserite in un contesto
ambientale.
Attuale formulazione (art. 3, lett. g):
Potestà legislativa esclusiva dello stato è la tutela dell’ambiente dell’ecosistema e dei beni
culturali;
Potestà legislativa concorrente” delle Regioni sono la tutela e sicurezza del lavoro,
alimentazione, governo del territorio, protezione civile …”.
Questo determina un concetto di “ambiente presupposto” che viene lasciato alla dottrina, alla
giurisprudenza, il che comporta a contrasti interpretativi che hanno necessitato diverse volte
l’intervento della Corte Costituzionale. Es. il caso delle industrie a rischio di incidente rilevante,
che ha creato conflitti tra Stato e Regioni. Tali conflitti sono stati risolti dalla Corte costituzionale,
ma danno il segno della mancanza di una potestà legislativa chiara in materia ambientale.
Dal 2003 è in corso una nuova riforma costituzionale che riguarda la competenza esclusiva
attribuita alle regioni, la quale non riguarda materie ambientali e la competenza esclusiva per
tutela della salute, sicurezza, alimenti, rimane allo Stato.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Nel 1760 a.C. il codice Hammurabi (re babilonese) è un importantissimo codice che
regolamenta l'uso del territorio con la costruzione di canali per l'irrigazione
(anticipando grandi civiltà che avranno un impatto importante sul territorio come gli
Egizi con la gestione delle acque del Nilo e i Cinesi con il Canale Imperiale del 600
d.C.). Il codice Hammurabi prevedeva sanzioni in caso di problemi negli scambi
commerciali, ma soprattutto è la prima traccia di un codice che difende la salute
delle persone, il codice infatti prevedeva sanzioni (anche piuttosto pesanti) per gli
errori dei medici.
Virgilio, nelle Georgiche (37-30 a.C.), un poema didascalico sull’agricoltura, invita a
far rinascere i valori dell’agricoltura tradizionale praticamente scomparsi in seguito
alla intensa attività bellica.
Cornelio Tacito (55-117 d.C.) costituisce uno dei testimoni più significativi del
problema ambientale per i Romani, descrivendo ciò che accade nel 15 a.C. riguardo
la questione (allora molto importante) delle frequenti inondazioni del Tevere e delle
proposte di interventi da realizzare.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Un momento importante nello sviluppo del concetto e delle
procedure di Valutazione Ambientale si ha quando, nel 1548, in
Gran Bretagna, venne costituita una Commissione per esaminare
gli effetti che la costruzione di fornaci nel Sussex e nel Kent
avrebbe avuto sull’economia della regione.
Parametro di valutazione non erano i valori e gli interessi di tutela
ambientale i vantaggi economici e sociali. Ciononostante, già in
quella circostanza le modalità con cui la Commissione si trovò ad
operare erano molto simili a quelle odierne: natura tecnica della
Commissione, coinvolgimento del pubblico, previsione di misure
volte a contrastare gli effetti negativi, ecc.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
La considerazione della componente ambientale nel processo di
valutazione degli effetti causati dall’implementazione di una
determinata manifestazione di ‘sviluppo’ è un fenomeno
relativamente recente. Si sviluppa a partire dagli anni ’60 e ’70
negli Stati Uniti e Gran Bretagna e poi in tutto il mondo occidentale.
La presa di coscienza è avvenuta su due fronti che si sono
reciprocamente influenzati e condizionati: l’opinione pubblica e il
mondo politico.
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Casi di studio
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Quattro sono le motivazioni che spiegano lo sviluppo della Valutazione Ambientale
tra gli anni '60 e '70:
1. le maggiori conoscenze scientifiche e la pubblicità hanno consentito una larga
diffusione delle notizie relative ai danni ambientali prodotti dall’incremento dello
sviluppo e delle attività tecnologiche;
2. la diffusione delle attività dei gruppi di pressione sull’opinione pubblica e sulle
forze di governo, prima di tutto negli USA e nel Regno Unito grazie anche al
sostegno dei media che hanno consentito di portare alla luce nuovi temi ambientali,
come la minaccia del nucleare e la lotta alla caccia e all’estinzione delle balene;
3. il massiccio incremento nell’impiego di certe risorse e dalla previsione di scenari
preoccupanti relativamente al ridursi della capacità di riproduzione di determinate
risorse (i settori che suscitavano maggiore preoccupazione erano quello energetico,
con la crisi petrolifera degli anni Settanta, il settore minerario e le risorse forestali);
4. l'insieme dei precedenti fattori, che hanno contribuito a rendere gli Stati
sviluppati occidentali più attenti nel rispondere alle pressioni dell’opinione pubblica,
portando quindi ad un dibattito acceso ed integrato sui temi indicati.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Il National Environmental Policy Act (NEPA), adottato negli Stati Uniti il 31
dicembre 1969, è l’atto con cui viene tradizionalmente indicata la nascita
della “moderna” valutazione ambientale (sia nella forma semplice che in
quella strategica, visto che l’atto si riferisce anche alle proposte di legge).
La section 102 del NEPA:
1. obbliga le amministrazioni federali a prendere in considerazione per le
loro attività di pianificazione e decisione tutte le conoscenze disponibili per
verificare le ripercussioni che dette attività possono avere sull’ambiente ed
a sviluppare adeguate metodologie e procedure che assicurino la
considerazione degli aspetti ambientali accanto a quelli tecnici ed
economici;
2. instaura un meccanismo penetrante che incide in modo sostanziale nel
processo decisionale delle stesse amministrazioni costringendole ad
introiettare a fianco delle loro finalità istituzionali, anche valori di ordine
ambientale.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
In Europa i primi paesi ad introdurre richieste di VIA furono:
1. 1976 la Repubblica Federale Tedesca (con una decisione del Gabinetto
Federale che introduce un esame di compatibilità ambientale delle misure
pubbliche prese dalle autorità, incluse proposte di legge, regolamenti, atti
amministrativi, programmi e progetti);
2. il 10 luglio 1976 in Francia viene emanata la legge n. 76-629 "relative à
la protection de la nature". Tale legge ha la caratteristica di introdurre tre
diversi livelli di valutazione: etudes d’environment, notices d’impact e
etudes d’impact.
Si pongono così le basi per l'introduzione della VIA anche in ambito
europeo.
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Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Alla proposta di una direttiva sulla VIA da parte della Comunità Europea
nel Second Action Programme on the Environment (1977), iniziarono forti
opposizioni che portarono ad un dibattito di 8 anni, fino alla Direttiva
85/337/CEE "Concernente la valutazione dell'impatto ambientale di
determinati progetti pubblici e privati".
Questo è il primo tentativo europeo di introdurre una disciplina il più
organica possibile sulla scia del modello americano (iniziato negli anni '70
e sistemato nel corso del tempo). I concetti basilari sono pubblicità,
informazione e partecipazione, viene data una definizione di impatto
ambientale, vi è la distinzione in interventi pubblici e privati, degli effetti
diretti e indiretti. Questa direttiva propone un lungo elenco di opere da
sottoporre a VIA con due livelli di importanza: nell'allegato I le opere per le
quali la VIA è obbligatoria in tutta la Comunità, nell'allegato II sono
elencati quei progetti per i quali gli stati membri devono stabilire delle
soglie di applicabilità.
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
L'Olanda, nel 1986, è la prima nazione ad applicare la nuova Direttiva
europea.
I primi dibattiti pubblici sull'esperienza americana ebbero luogo in Italia
nella seconda metà degli anni '70 e fin da subito si è parlato di un rapporto
tra valutazione di progetti e valutazione di piani, tema rimasto ricorrente di
tutti i dibattiti sulla introduzione della metodologia in Italia.
Il primo pronunciamento legislativo italiano risale all'art. 6 della legge 349
del luglio 1986 (la legge istitutiva del Ministero dell'Ambiente), articolo
interpretato come stralcio per una serie di provvedimenti "ponte" relativi
ad una serie di adempimenti VIA, in attesa che venisse varata la legge di
accoglimento della direttiva CEE.
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
Con il DPCM 377/1988 del 10 agosto 1988 e il DPCM 27 dicembre 1998 si
è intesa la direttiva come una nuova procedura autorizzativa
essenzialmente interna alla pubblica amministrazione e ne hanno fatto una
sorta di pratica burocratica aggiuntiva alla già cospicua documentazione
richiesta per l'iter autorizzativo di un progetto.
Inoltre nel DPCM 377/1988 vengono sottoposti a VIA solo i progetti di cui
all'allegato I della Direttiva 85/337/CEE, mentre non si fa cenno alcuno ai
progetti di cui all'allegato II.
Per le inadempienze rispetto alle indicazioni della 85/337/CEE e in
particolare per non aver individuato i progetti dell'allegato 2, la UE avvia
nei confronti dell'Italia una procedure di infrazione che, per le
inadempienze nel nostro paese, si tramuta in un ricorso presentato alla
Corte di giustizia Europea.
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3.2 Cenni di storia della valutazione ambientale
La svolta verso un nuovo periodo iniziò con l'emanazione del DPR 12 aprile
1996, il cosiddetto Atto di indirizzo e coordinamento, che definisce le
condizioni, i criteri e le norme tecniche per l'applicazione dell'allegato II
della 85/337/CEE. Di fatto, con il DPR 12 aprile 1996 viene conferito alle
regioni ed alle province autonome il compito di attuare la Direttiva
85/337/CEE per tutte quelle categorie di opere, elencate in due allegati, A
e B, non comprese nella normativa statale, ma previste dalla direttiva
comunitaria.
Il 31 luglio 2007, dopo anni di attesa e tra polemiche di tipo sia politico
che tecnico, è entrato in vigore il Decreto Legislativo 152/2006 “Norme in
materia ambientale”, modificato dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008
nr. 4.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3 La procedura di VIA
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.3 La procedura di VIA
La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) si occupa della
valutazione di progetti e va distinta dalla Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) che si occupa di piani o programmi.
Inoltre, per capire la complessità della procedura dobbiamo
immedesimarci nei diversi punti di vista, spesso conflittuali che si
contrappongono in una VIA: quello del proponente e quello del
valutatore.
Pianificazione urbana
Smaltimento rifiuti
Uso di risorse rinnovabili
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Casi di studio
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3.3 La procedura di VIA
Pensiamo ad una serie di opere, ad es. una autostrada, un
termovalorizzatore, un parco eolico per la produzione di energia
elettrica, un'opera di derivazione acque da un corso idrico
finalizzata al miglioramento della qualità delle acque di un
allevamento ittico, ad una cava di ghiaia, ecc.
Pianificazione urbana
Smaltimento rifiuti
Uso di risorse rinnovabili
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3.3 La procedura di VIA
I conflitti intrinseci di una valutazione ambientale
Rimanendo sull’esempio del
termovalorizzatore, pensiamo poi
alle aspettative che il proponente
(finanziatore) e le persone al
contorno (progettisti, tecnici, operai,
ecc.) hanno nei confronti della
proposta progettuale e, infine,
pensiamo alla tensione che persone
non coinvolte economicamente
possono avere nei confronti dell'opera (abitanti nei pressi del
proposto termovalorizzatore, abitanti distanti dal
termovalorizzatore ma i cui rifiuti verranno qui smaltiti, ARPA per il
monitoraggio delle variabili ambientali, Ente di gestione dell'energia
elettrica, politici, amministratori, ecc.).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3 La procedura di VIA
I conflitti intrinseci di una valutazione ambientale
Se riusciamo a fare questo sforzo capiremo che la procedura di VIA
nasce dal riconoscimento che il mercato e le tradizionali analisi
economiche (anche le più raffinate analisi costi-benefici, per quanto
in Italia largamente inutilizzate) non sono in grado, per limiti
intrinseci, di tenere conto degli impatti sull'ambiente.
Risulta necessario introdurre uno strumento super partes che possa
valutare gli impatti complessivi (economici, sociali, floro, faunistici,
ecc.) in modo indipendente ed esterno al processo di
progettazione: l'ente di competenza.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
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3.3 La procedura di VIA
La definizione della procedura di VIA
Il D.legs. 152/2007 come modificato dal D. Legs. 16 gennaio 2008,
n.4 definisce la procedura di valutazione ambientale dei progetti
(VIA), come:
il processo che comprende, secondo le disposizioni di cui al titolo III
della seconda parte del presente decreto, lo svolgimento di una
verifica di assoggettabilità, la definizione dei contenuti dello studio
d’impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la
valutazione del progetto, dello studio e degli esiti delle
consultazioni, l’informazione sulla decisione ed il monitoraggio.
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3.3 La procedura di VIA
Quindi la VIA si esplica attraverso una procedura amministrativa
finalizzata a valutare la compatibilità ambientale di un'opera
proposta sulla base di un'analisi di tutti gli effetti che l'opera stessa
esercita sull'ambiente e sulle componenti socio economiche
interessate nelle varie fasi della sua realizzazione: dalla
progettazione, alla costruzione, fino alla dismissione.
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA sono:
•Studio d’Impatto Ambientale (SIA)
•Coinvolgimento di tutte le amministrazioni locali interessate
•Pubblicità del procedimento
•Partecipazione al procedimento
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA
Studio d’Impatto Ambientale (SIA): è il documento tecnico redatto dal proponente dello
studio, in cui è presentata una descrizione approfondita e completa delle caratteristiche del
progetto e delle principali interazioni dell’opera con l’ambiente circostante, di cui deve essere
fatto un quadro completo per quanto riguarda la situazione precedente la realizzazione
dell’opera e una previsione della situazione successiva alla realizzazione.
Pubblicità del procedimento: il proponente l’opera deve depositare presso gli uffici indicati
dalle amministrazioni locali coinvolte una copia del progetto, dello studio d’impatto ambientale, e
della sintesi non tecnica, a disposizione di chiunque voglia consultarli. Contestualmente deve
inoltre provvedere alla pubblicazione di un annuncio su uno o più quotidiani di livello provinciale,
regionale, o nazionale, a seconda del rilievo dell’opera, con riferimento all’Avvio del
procedimento di valutazione.
Partecipazione al procedimento: chiunque può presentare in forma scritta osservazioni
sull’opera proposta; tali osservazioni devono essere prese in considerazione per il rilascio del
giudizio di compatibilità ambientale e possono dare origine a un’inchiesta pubblica per l’esame
dello studio presentato e delle osservazioni.
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA
Dalla revisione delle procedure di VIA contenuta nella Direttiva 97/11/CE e
anticipatamente recepiti nell’ordinamento italiano con il DPR 12 aprile
1996, il testo normativo definisce tre fasi o procedure, ovvero dei tre
strumenti operativi:
1. Scoping
2. Screening o verifica
3. SIA o Studio di Impatto Ambientale
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: lo scoping
Il Decreto Legislativo 152/2006, all'art. 27, comma 2, dice che per i
progetti che sono sottoposti a valutazione d'impatto ambientale, è facoltà
del committente o proponente, prima dell'avvio del procedimento di
valutazione di impatto ambientale, richiedere all'autorità competente che
venga esperita una fase preliminare avente lo scopo di definire, in
contraddittorio con l'autorità medesima, le informazioni che devono essere
contenute nello studio di impatto ambientale.
Lo strumento scoping è quindi teso ad individuare (in un processo formale
o informale a seconda della normativa regionale di riferimento), in
consultazione tra autorità competente e proponente, quali informazioni
devono essere fornite nello Studio di Impatto Ambientale, ed in particolare
l’individuazione degli impatti ambientali, specialmente quelli importanti, i
tipi di alternative da considerare, le misure per mitigare gli impatti.
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: lo screening
Qualora esistessero dubbi sulla assoggettabilità di un progetto alla VIA il
proponente deve chiedere alla Autorità competente (ufficio VIA regionale)
di effettuare una verifica detta "screening". Si tratta di una valutazione
formale per verificare se un progetto rientra nelle tipologie elencate nei
vari allegati o se la sua localizzazione è riferibile ad aree naturali protette o
particolarmente sensibili. L’autorità competente deve dare risposta entro
90 gg.
Sia la norma nazionale che le norme regionali in materia di VIA hanno due
elenchi di progetti con soglie dimensionali diverse che indicano se il
determinato progetto deve essere sottoposto a verifica o a VIA.
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA
In definitiva, lo strumento screening riguarda la decisione, presa sullo
specifico progetto, caso per caso, dall’autorità competente se deve essere
effettuato lo svolgimento di una procedura di VIA a partire dalla redazione
di un esauriente Studio di Impatto Ambientale (SIA).
Lo Studio d'Impatto Ambientale (SIA) è il documento tecnico redatto dal
proponente dello studio, in cui è presentata una descrizione approfondita e
completa delle caratteristiche del progetto e delle principali interazioni
dell'opera con l'ambiente circostante, di cui deve essere fatto un quadro
completo per quanto riguarda la situazione ante operam e una previsione
della situazione post operam.
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3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA
Secondo il Decreto Legislativo 152/2006, art. 27, comma 1, lo studio di
impatto ambientale è predisposto a cura e spese del committente o
proponente, secondo le indicazioni di cui all'Allegato V (vedi Decreto
Legislativo 152/2006 allegati). Tale allegato indica i contenuti minimi di un
SIA:
•
•
•
•
•
•
•
caratteristiche del progetto
illustrazione delle soluzioni alternative
analisi della qualità ambientale, ovvero descrizione dell'ambiente con
particolare riferimento alle componenti potenzialmente interferite
descrizione dei probabili effetti sull'ambiente, sia positivi che negativi
(ovvero descrizione degli impatti potenziali)
descrizione delle misure di mitigazione o compensazione
riassunto non tecnico
analisi delle difficoltà incontrate (ad es. nella raccolta dati, mancanza di
conoscenze, lacune tecniche o amministrative, ecc.).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3 La procedura di VIA
Gli elementi caratterizzanti la procedura di VIA: il SIA
Anche se la precedente
normativa in materia di VIA
è stata sostituita dal D.legs.
152/2006, molti SIA di fatto
vengono svolti e valutati
seguendo ancora la
strutturazione del DPCM 27
dicembre 1988.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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[Gian Andrea Pagnoni]
3.3 La procedura di VIA
Il SIA: i tipi di impatto
Nella accezione comune il termine impatto viene generalmente inteso in senso negativo.
Non è sempre così dato che gli impatti antropici vengono (almeno in linea di principio) pensati
per avere impatti positivi sull’uomo. Pensiamo allo sviluppo economico e allo sviluppo sociale,
agli impatti positivi che politiche economiche e sociali hanno avuto sull’ambiente umano.
A parte l’applicazione del principio di precauzione, la norma ci aiuta a capire quali possono
essere gli effetti che devono essere tenuti in considerazione durante una valutazione ambientale.
Gli effetti potenzialmente significativi conseguenti a sorgenti di impatto possono essere di vario
tipo. La Direttiva 42/01/CE sulla Valutazione Ambientale Strategica, all’Allegato I (nota 1 del
punto 4) ed all’Allegato II (punto 2) indica le principali categorie di effetti significativi da
considerare :
• Effetti primari e secondari
• Effetti a breve, medio e lungo termine
• Effetti temporanei e permanenti
• Effetti reversibili e irreversibili
• Effetti cumulativi e sinergici
• Effetti locali, di area vasta, transfrontalieri
• Effetti positivi e negativi
• Effetti certi, possibili, probabili
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Titolo - Istanza per il permesso di ricerca per la coltivazione di
idrocarburi
Province - Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna.
Comuni - Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Castel Bolognese,
Cotignola, Faenza, Forlì, Imola, Lugo, Massa Lombarda, Mordano,
Ravenna, Russi, S. Agata sul Santerno e Solarolo.
Soggetto proponente – Privato
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
L’area della Bassa Pianura Padana presenta caratteristiche geominerarie di notevole interesse, pertanto viene proposta una
indagine geofisica che, attraverso l’interpretazione di dati registrati
in superficie, relativi alle differenti proprietà fisiche delle rocce,
consente di ottenere un’immagine del sottosuolo e verificare la
eventuale presenza di idrocarburi.
Il programma lavori proposto per perseguire gli obiettivi minerari
individuati nell’area del permesso sarà così articolato:
PRIMA FASE: studi geologici e geofisici (mediante prospezione
geofisica)
SECONDA FASE: acquisto e reprocessing di linee sismiche
TERZA FASE: acquisizione di nuovi dati sismici.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
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3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Rispetto alla L.R. 9/99, il progetto in esame ricade nella tipologia
B.1.2 “Attività di ricerca di minerali solidi, di idrocarburi e di risorse
geotermiche incluse le relative attività minerarie”.
L’area di progetto comprende un sito della Rete Natura 2000: SICZPS IT4070022 denominato “Bacini di Russi e Fiume Lamone”
localizzato in Provincia di Ravenna
Secondo la normativa vigente il progetto:
1) rientra in una procedura di verifica/screening
2) l’ente di competenza è la Regione Emilia Romagna
3) deve essere sottoposto anche a Valutazione di Incidenza
Ambientale (DPR 357/1997 e succ. modif.)
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Struttura dello screening
1) 2) Quadro di riferimento programmatico
3) Quadro di riferimento progettuale
4) Quadro di riferimento ambientale (idrografia, aree di particolare
interesse culturale e naturalistico)
5) Fattori d’impatto (suolo, rumore e vibrazioni, atmosfera,
ambiente idrico)
quadro di riferimento ambientale (idrografia, suolo e sottosuolo,
rischio sismico, subsidenza, aria)
6) Studio d’incidenza ambientale
7) Sintesi non tecnica
8) Cartografia e allegati
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro programmatico
Per quanto riguarda la programmazione territoriale la zona è
disciplinata dai seguenti strumenti pianificatori principali:
P.T.P.R. Piano Territoriale Paesistico Regionale
P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento delle Province di
Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena.
P.R.G. Piano Regolatore Generale dei Comuni interessati
P.A.I. Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico
P.T.A. Piano Regionale di Tutela delle Acque
VALUTAZIONE AMBIENTALE
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3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro programmatico (stralcio)
P.T.C.P. di Forlì-Cesena
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Forlì-Cesena, adottato con Delibera del
Consiglio Provinciale n. 53971/127 del 14 luglio 2005, individua entro la zona del Permesso i seguenti ambiti di
tutela (tratto dalla Tavola 2, Foglio 239 SE e Foglio 240 SO allegati al P.T.C.P “Zonizzazione paesistica”):
art. 17 “Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua”
• il principale corso d’acqua interessato dalle aree di tutela dell’art. 17 è il Fiume Montone
• sono ammesse nelle aree opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere
geognostico di cui al secondo comma lettere b) (“Zone ricomprese entro il limite morfologico”, con riferimento
alle aree di terrazzo fluviale per gli alvei non arginati; per gli alvei arginati la fascia, in assenza di limiti
morfologici certi, corrisponde alla zona di antica evoluzione ancora riconoscibile o a “barriere” di origine
antropica delimitanti il territorio agricolo circostante qualora questo presenti ancora elementi marcatamente
connessi al corso d’acqua) e c) (“Zone di tutela del paesaggio fluviale”, con riferimento alle aree di paleoterrazzo
fluviale, in genere insediativo, per gli alvei non arginati; per gli alvei arginati la fascia, in genere assente,
corrisponde alle zone caratterizzate da difficoltà di scolo e/o di ristagno delle acque del reticolo idrografico ad
esse afferente) qualora siano previste in strumenti di pianificazione nazionali, regionali o provinciali. I progetti di
tali opere dovranno verificarne oltre alla fattibilità tecnica ed economica, la compatibilità rispetto alle
caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio interessato direttamente o indirettamente dall’opera
stessa, con riferimento ad un tratto significativo del corso d’acqua e ad un adeguato intorno, anche in rapporto
alle possibili alternative. Detti progetti dovranno essere sottoposti alla valutazione di impatto ambientale,
qualora prescritta da disposizioni comunitarie, nazionali o regionali
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro programmatico (stralcio)
P.T.C.P. di Forlì-Cesena
art. 18 “Invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua”
• sono individuati e perimetrati gli invasi ed alvei di laghi, bacini e corpi idrici superficiali che presentano
caratteri di significativa rilevanza idraulica, morfologica e paesistica, intesi come sede prevalente, per la piena di
riferimento, del deflusso corrente, ovvero costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di
piena comprendenti
• negli invasi ed alvei di cui al primo comma sono ammessi esclusivamente interventi finalizzati ad occupazioni
temporanee se non riducono la capacità di portata dell’alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da
risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena
art. 21B “Zone ed elementi di tutela dell’impianto storico della centuriazione”
• zone che individuano l’appartenenza alle seguenti categorie: “zone di tutela della struttura centuriata”, e
“zone di tutela degli elementi della centuriazione” sono qui considerate le strade, le strade poderali e
interpoderali, i canali di scolo e di irrigazione
P.R.G.
In riferimento ai P.R.G. l’area del permesso ricade quasi esclusivamente in zona agricola ad esclusione delle aree
di pertinenza dei centri urbani e degli alvei dei corsi d’acqua principali che comunque non saranno interessati dai
lavori d’indagini.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro programmatico (stralcio)
1.8.2 P.T.C.P. di Bologna
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bologna, approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 19 del
03/03/04, individua entro la zona del Permesso i seguenti ambiti di tutela (tratto dalla Tavola 1 allegata al P.T.C.P. “Tutela dei sistemi
ambientali e delle risorse naturali e storico culturali”):
art. 4.2 “Reticolo idrografico principale” e art. 4.3 “Fasce di tutela fluviale”
• il principale corso d’acqua interessato dalle aree di tutela dell’art. 4 è il Fiume Santerno
• le fasce di tutela sono definite in relazione a connotati paesaggistici, ecologici e idrogeologici; comprendono le aree significative ai
fini della tutela e valorizzazione dell’ambiente fluviale dal punto di vista vegetazionale e paesaggistico, e ai fini del mantenimento e
recupero della funzione di corridoio ecologico, o ancora ai fini della riduzione dei rischi di inquinamento dei corsi d’acqua e/o di innesco
di fenomeni di instabilità dei versanti; comprendono inoltre le aree all’interno delle quali si possono realizzare interventi finalizzati a
ridurre l’artificialità del corso d’acqua. Le norme del presente articolo si applicano anche alle aree latistanti al reticolo
• nelle fasce di tutela fluviale sono ammissibili, nei limiti in cui siano ammessi dagli strumenti urbanistici comunali impianti temporanei
per attività di ricerca di risorse nel sottosuolo.
art. 8.2 d1) “Zone di tutela della struttura centuriata” e art. 8.2 d2) “Zone di tutela di elementi della centuriazione”
• d1) zone di tutela della struttura centuriata, cioè aree estese ed omogenee in cui l’organizzazione della produzione agricola e del
territorio segue tuttora la struttura centuriata come si è confermata o modificata nel tempo
• d2) zone di tutela di elementi della centuriazione, cioè aree estese nella cui attuale struttura permangono segni, sia localizzati sia
diffusi, della centuriazione
• la zona storica di tutela è presente all’interno del Comune di Mordano
• nell’ambito delle zone di cui alle lettere d1) e d2) sono comunque consentite: opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo
che abbiano carattere geognostico.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Coerenza con gli strumenti di programmazione e pianificazione
La normativa di tutela specifica del Piano non prevede vincoli
particolari che interferiscano con l’attività di ricerca.
Il progetto risulta nel complesso compatibile con quanto previsto
dai piani territoriali e dai vincoli normativi precedentemente
elencati; gli impatti potenziali e le relative misure di mitigazione,
per rientrare nella totale compatibilità con i vincoli presenti, sono
evidenziati nella presente relazione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro di riferimento progettuale
Sono presenti sia potenziali rocce madri, sia rocce serbatoio che di
copertura e di diversi tipi di trappole.
L’obiettivo minerario dell’area in Istanza è costituito dai livelli
torbiditici all’interno della successione di età Plio-Pleistocenica
riempiti di gas biogenico.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Esempi schematici dei diversi tipi di trappole nella zona in esame.
Sezione sismica passante nelle vicinanze dell’area in esame con
interpretate in maniera schematica i diversi tipi di trappole.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro di riferimento progettuale
Azioni di cantiere
L’indagine geofisica è la metodologia scientifica che, attraverso
l’interpretazione di dati registrati in superficie, relativi alle differenti
proprietà fisiche delle rocce che costituiscono il nostro pianeta, consente di
ottenere un’immagine del sottosuolo.
La registrazione dei dati geofisici viene effettuata tramite strumenti ad alta
sensibilità capaci di cogliere le minime perturbazioni prodotte nel
sottosuolo o da sorgenti di energia naturale, quali terremoti, campi
elettromagnetici, magneto-tellurici, gravitazionali ecc. (geofisica passiva),
o da sorgenti di energia artificiale (geofisica attiva). La sismica a riflessione
rientra tra i metodi di geofisica attiva.
I dati registrati sul terreno vengono elaborati con appositi programmi di
calcolo che ricostruiscono immagini del sottosuolo in 2D e 3D.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro di riferimento progettuale
La progettazione di un rilievo sismico viene di seguito schematicamente riassunta.
Ricognizione ed accordo con i proprietari dei terreni interessati
Rilevamento dei punti di energizzazione e ricezione
Posizionamento geofoni (scatolette cilindriche di circa 25-30 cm di lunghezza, 15-20 cm di
larghezza e 15 cm di altezza) per la ricezione del segnale sismico. Essi, tramite cavi, sono
collegati tra loro (per una distanza di circa 30 mt) mentre non sono collegati all’unità centrale,
(rappresentata da un calcolatore installato dentro un ulteriore automezzo di registrazione) con
cavi ma tramite segnali iodio. in totale per ogni fase di acquisizione simultaneamente si
utilizzeranno n. 2.600 geofoni e saranno attive n. 13-14 linee sismiche. La campagna d’indagini
coprirà un’area di circa 150 km2 a cui corrispondono circa n. 8.000 punti ricezione (geofoni) e
n. 12.000 punti di energizzazione. L’attività si svilupperà a ciclo continuo.
Energizzazione e registrazione lungo il tracciato sismico
Rimozione materiali e ripristino del territorio
Liquidazione danni eventuali
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro ambientale
Il territorio è quello tipico della bassa pianura, caratterizzato da
agricoltura meccanizzata ed elevata antropizzazione; è presente
una rete di canali che nascono nel territorio a nord delle bonifiche
rinascimentali come canali di bonifica o di alimentazione delle
numerose attività come mulini, filatoi e concerie
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro ambientale
3.1 Ubicazione geografica ed infrastrutture principali
3.2 Clima e atmosfera
3.3 Aria
3.4 Inquadramento geologico
3.4.1 Stratigrafia
3.4.2 Evoluzione Strutturale
3.4.3 La catena Alpina
3.4.4 La catena Appeninica settentrionale
3.5 Caratterizzazione idrica superficiale
3.6 Caratterizzazione idrica profonda
3.7 Caratterizzazione geologica e geomorfologia
3.8 Caratterizzazione suolo
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Quadro ambientale
3.9 Rischio sismico
3.10 Rischio subsidenza
3.11. Unità di paesaggio e complessi archeologici
3.11.1 La centuriazione
3.11.2 Le terre vecchie
3.11.3 UDP delle ville
3.11.4 Insediamenti urbani storici
3.12 Aree a valenza naturalistica
3.12.1 Zone di tutela del paesaggio fluviale
3.12.2 Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale
3.12.3 Zone di tutela naturalistica
3.12.4 SIC-ZPS IT4070022 “Bacini di Russi”
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Analisi degli impatti potenziali
4.1 Emissioni sonore ed impatto acustico
4.2 Vibrazioni
4.3 Rischio sismico
4.4 Subsidenza
4.5 Occupazione del suolo
4.6 Impatti in atmosfera
4.7 Ambiente idrico
4.8 Rifiuti
4.9 Impatti su ecosistemi flora e fauna
Immagini di un fonometro e di una mappa
delle isoacustiche
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Analisi degli impatti potenziali
Non sono previste realizzazioni di opere, pertanto non sussiste il rischio sismico.
L’attività in oggetto determina la produzione di vibrazioni o impulsi (onde elastiche) la cui
propagazione in superficie risulta estremamente limitata. Si tratta in ogni caso di effetti che non
arrecano potenziali impatti negativi.
L’occupazione di suolo è un fattore d’impatto a durata limitata nel tempo dal momento che al
termine delle operazioni si provvede al recupero dell’area indagata ed alla restituzione della
originaria destinazione d’uso.
L’attività di prospezione oggetto dello screening non comporta alcun impatto potenziale con la
componente suolo e sottosuolo e quindi con il fenomeno subsidenza, in quanto non è prevista
alcuna estrazione di fluidi.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria si ritiene che le attività oggetto del presente screening
possano provocare impatti del tutto trascurabili e determinati dalle sole emissioni dei mezzi
meccanici in azione.
L’impatto sull’ambiente idrico è pressoché nullo, in quanto l’attività in esame non prevede
l’approvvigionamento idrico e neppure la produzione di rifiuti.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Analisi degli impatti potenziali
Essendo il progetto costituito da attività di ricerca di superficie, non presenta particolari impatti
significativi a carico degli ecosistemi naturali e della fauna e flora ivi presenti tranne che per la
componente “inquinamento acustico”.
L’area del permesso “Ponte dei Grilli” risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai
piani territoriali e dai vincoli normativi precedentemente elencati. Inoltre durante la fase di
prospezione geofisica, la società proponente dichiara di escludere da qualsiasi attività le aree ad
elevata valenza culturale e naturalistico.
La massa battente in esame produrrà un rumore presso le aree abitate che si annullerà per
distanze sorgente-ricettore superiori a 400 metri lineari (di notte) e a 130 metri lineari (di
giorno). Per quanto concerne le aree protette presenti nel territorio (aree di interesse
paesaggistico ambientale e le aree a tutela naturalistica), il rumore si annullerà alla distanza di
230 metri durante il giorno e a 730 m durante la notte. Al fine di evitare la indebita esposizione
al rumore della popolazione presente nelle abitazioni residenziali ed alla fauna presente nelle
aree naturali, tutte le attività in oggetto si terranno a distanze tali da rispettare i limiti di legge.
Per le succitate osservazioni, lo studio di incidenza ambientale non evidenzia potenziali impatti
negativi né a carico degli ecosistemi, ne a carico di fauna e flora ivi presenti, tanto meno nei
confronti delle specie di interesse conservazionistico presenti nell’area SIC-ZPS IT4070022
“Bacini di Russi”.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.1 Progetto di ricerca di idrocarburi (Screening)
Mitigazioni
1. l’interdizione delle attività nelle aree urbane, nelle aree protette e nelle aree ad elevata
valenza culturale e naturalistica:
•alvei e corsi d’acqua tutelati: Santerno, Senio, Lamone, Montone;
•complessi archeologici: a Nord dell’abitato di Russi (RA), limite NE dell’area d’indagine;
•aree di concentrazione di materiali archeologici: tra gli abitati di Solarolo e Bagnara di Romagna (RA);
•zone umide, a NW dell’abitato di Mordano (BO);
•SIC-ZPS IT4070022 denominato “Bacini di Russi e Fiume Lamone” lungo il fiume Lamone tra gli abitati di
Bagnacavallo e Russi (RA).
2. La prescrizione a mantenersi, da tali aree, a distanze superiori a quelle riportate in tabella.
Esito procedura: positivo
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro programmatico
Vincolo ambientale ai sensi della L. 431/85, oggi abrogata dal D.L. 490/1999.
Il sito è incluso nella perimetrazione del Parco del Delta, ai sensi della L.R. 27/1988 e del Piano
della Stazione Volano-Mesola-Goro. Il Piano Territoriale del 1997 inserisce in Zona Preparco la
parte centrale della Valle (PP.SMT e PP.SMT.G1) e le fasce esterne in Zona B (B.SMT). Questo
stesso principio è applicato dal Piano del 1991 anche se i confini individuati non sono coincidenti
con i precedenti.
Zona Ramsar denominata “Valle Bertuzzi e specchi d’acqua limitrofi”, istituita con D.M. 13 luglio
1981 (G.U. n. 203 del 25/7/81).
SIC e ZPS (IT4060004) denominate “Valle Bertuzzi, Valle Porticino, Cannevié”, individuato ai
sensi delle DIR 79/409/CEE e DIR 92/43/CE.
PTCP della provincia di Ferrara: 1.Parchi Regionali, L.R. 27/’88; 2.Dossi o dune di rilevanza
storico documentale e paesistica, art. 20°; 3.Zona di tutela naturalistica, art. 25.
PRG di Comacchio, art. 65 Sottozone “E3” vallive.
Il progetto risulta compatibile con tutti i vincoli che insistono nel territorio anche ad
area vasta (intero complesso di Val Cantone). La presenza di un sito Rete Natura
2000 necessita della procedura di Valutazione di Incidenza.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
Tipologia Valli salmastre
Estensione 560 ha
Comune Comacchio
Proprietà Privata
Il complesso è utilizzato principalmente per l’allevamento ittico, la
gestione è di tipo estensivo tradizionale con pesca ai lavorieri e sfrutta i
movimenti migratori delle specie ittiche catadrome tipiche di ambiente
salmastro (anguilla, cefali, spigola, orata), la cui biologia prevede la
riproduzione in acque di mare e lo sviluppo in acque interne.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
La pesca avviene in autunno e primavera, i due
periodi di massima migrazione del pesce adulto. In
questi periodi si fa entrare acqua dall’esterno della
valle per richiamare il pesce in migrazione verso il
lavoriero.
Sempre nel periodo primaverile la valle rimane in
comunicazione con le acque esterne per permettere
anche la rimonta naturale degli individui giovani nati
in mare.
Per sopperire alla bassa immigrazione giovanile
vengono effettuate semine primaverili di individui
giovani (novellame) acquistati da commercianti
specializzati.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
Nel corso degli ultimi decenni, la variazione
d’uso del territorio e l’avvento dell’agricoltura
intensiva meccanizzata con utilizzo di grandi
quantità di fertilizzanti azotati, hanno
determinato nei sistemi acquatici della bassa
pianura fenomeni di eutrofizzazione cronica e la
progressiva scomparsa delle macrofite radicanti
a favore di macroalghe verdi opportuniste e/o
di fitoplancton.
Tali condizioni rendono particolarmente difficoltosa la gestione itticolturale per i
seguenti motivi: 1) più frequenti sono le crisi anossiche estive e le gelate invernali
(la grande quantità di macrofite fungeva da volano chimico e termico), 2) il pesce
trova minor rifugio ed è più esposto alla predazione degli uccelli ittiofagi, 3) la
rimonta naturale di novellame dal mare è per alcune specie (anguilla, spigola,
orata) diminuita moltissimo anche a causa del peggioramento qualitativo delle
acque interne.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
In queste condizioni la circolazione idraulica è il cuore della gestione di una valle da
pesca dato che su di essa si basa la corretta ossigenazione della colonna d’acqua, il
ricambio idrico, la rimonta del novellame, la chiamata degli adulti al lavoriero, ecc.
Diversamente da quanto poteva avvenire 50 anni fa la possibilità di muovere grandi
quantità d’acqua è essenziale per:
1. contrastare le frequenti crisi anossiche estive,
2. il corretto richiamo di tutti gli individui sessualmente maturi al lavoriero o, in
inverno, alle peschiere,
3. contrastare le possibilità di gelate invernali (ghiacciando lo strato superficiale
delle peschiere con acqua dolce o immettendo nella valle acqua salata),
4. la seconda chiamata (pesca quaresimale),
5. la rimonta del novellame che non può essere correttamente effettuata attraverso
sifoni,
6. gestire acque spesso cariche di nutrienti la cui necessità può essere
alternativamente di acqua dolce o di acqua salmastra (si veda paragrafo sugli
impatti potenziali).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
Realizzazione di una chiavica progettata per derivare fino a circa 5.800 l/sec
Il progetto rientra nella categoria B.1.21 della L.R. 9/1999 “Derivazioni di acque
superficiali ed opere connesse che prevedano derivazioni superiori a 200 litri al
minuto secondo …”
In progetto è all’interno di un’area protetta ai sensi della L. 394/1991 per cui ai
sensi dell’art. 5, comma 5, le soglie dimensionali sono ridotte del 50%.
Il proponente dichiara che utilizzerà la chiavica con una derivazione media non
superiore a 100 litri al secondo (il che è la realtà), ma l’Ente di competenza richiede
comunque la procedura di VIA.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro progettuale
Per i riferimenti progettuali e le specifiche richieste si rimanda ai seguenti
documenti forniti dal committente:
1) Relazione Geologica.
2) Relazione descrittiva relativa al diritto acquisito di prelievo acque dal Po di
Volano.
3) Relazione tecnica di progetto dello Studio Tecnico …
4) Carta del progetto.
5) Parere del Comune di Comacchio.
6) Nulla Osta ai fini idraulici … per la costruzione di opera idraulica per la presa di
acqua dal Po di Volano, rilasciato dall’Ufficio Difesa del Suolo Provinciale di Ferrara.
7) Nulla Osta ai fini idraulici … per la realizzazione di due condotte a cavaliere
dell’argine del fiume Po di Volano, rilasciato dall’Ufficio Difesa del Suolo Provinciale
di Ferrara.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro ambientale
Il complesso Valle Cantone – Valle Nuova
costituisce uno dei siti più originali dell’intero
Parco per quanto concerne la biodiversità
floristica e vegetazionale. Di conseguenza è
possibile riscontrare in questo territorio habitat
naturali poco degradati rispetto ad altri
ambienti simili del sistema vallivo costiero e
sono presenti popolamenti cospicui, di specie
vegetali rare, altrove minacciate.
La componente principale è rappresentata dalle alofite, tra cui Salicornia patula,
Bassia hirsuta, Sarcocornia fruticosa var. deflexa, Puccinellia palustris, Aeluropus
littoralis, Agropyron elongatum, Artemisia coerulescens, Juncus acutus, Bupleurum
tenuissimum, Plantago cornuti, Limonium serotinum, Limonium virgatum; queste
due ultime specie sono protette da Legge Regionale. Nelle parti inondate dei bacini
le comunità di macrofite sommerse ospitano, accanto a Ruppia cirrhosa, l’alga
verde a candelabro Lamprothamnium papulosum, che testimonia in virtù delle sue
esigenze particolari le buone condizioni delle acque.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro ambientale
Il complesso di Valle Bertuzzi presenta
emergenze faunistiche importantissime
soprattutto relative all’avifauna, presente
come svernante, nidificante e migratrice
rende il complesso di Valle Bertuzzi uno
degli ambienti umidi più importanti
d’Italia.
Sui dossi interni vi sono colonie spesso miste di caradriformi come
gabbiano comune (Larus ridibundus), gabbiano corallino (Larus
melanocephalus). Molto importanti a livello nazionale sono le colonie
nidificanti di sterna comune (Sterna hirundo), fraticello (Sterna albifrons),
gabbiano reale (Larus cachinnans). Nidificano inoltre il cavaliere d’Italia
(Himantopus himantopus), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), la
folaga (Fulica atra), il falco di palude (Falco aeruginosus).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Quadro ambientale
A differenza di quanto si verifica in alcuni tratti
del Delta Veneto o delle Valli di Comacchio,
dove le installazioni per l’itticoltura, estensiva
o intensiva e altre attività di estrazione o
lavorazione, segnano il paesaggio con
manufatti di difficile integrazione, il sistema di
Valle Bertuzzi manifesta un’omogeneità visiva
che lo valorizza in modo determinante, e che
richiede pratiche e accorgimenti propri della
salvaguardia e della conservazione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Analisi degli impatti potenziali
L’assenza del progetto, che finora ha creato ostacoli in parte superati grazie alla
oculata gestione del capovalle, non potrà durare a lungo. Le motivazioni di
preoccupazione per la mancata realizzazione sono le seguenti:
1. il periodo estivo (in particolare i mesi di luglio e agosto) è foriero di grandi
problemi in valle e una eventuale anossia prolungata potrebbe portare alla morte di
tutto il pesce presente (situazione non infrequente a livello locale),
2. in autunno e in inverno si ripresentano periodicamente problemi di gestione
idrica finalizzata al richiamo del pesce adulto al lavoriero e in peschiera,
3. in inverno sono maggiormente possibili morie dovute a prolungate gelate.
Il progetto è di fondamentale importanza per l’area, ne consegue
che l’alternativa 0 risulta avere un impatto negativo rispetto
all’alternativa di progetto.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Analisi degli impatti potenziali
Schema degli afflussi nell’asta del Po di Volano
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Analisi degli impatti potenziali
Andamento stagionale del prelievo idrico previsto per le diverse fasi di gestione
vallicolturale (s.n.=secondo necessità).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Analisi degli impatti potenziali
L’impatto sul corso del Po di Volano
Analizzando l’andamento stagionale e lo schema degli afflussi del Po di
Volano si può notare che il prelievo ha un’importanza poco significativa sul
volume di acqua del Volano stesso. Tale considerazione viene
ulteriormente rafforzata dal fatto che il tratto del Volano in cui la chiavica
sarà costruita è a circa 4 chilometri dalla foce e risente quindi
dell’influenza della marea.
Inoltre, considerato che in Val Cantone viene attuata una vallicoltura
tradizionale estensiva, l’impatto sulle acque reflue scaricate nel Volano è
nullo o eventualmente positivo.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Analisi degli impatti potenziali
30
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15
Gli impatti potenziali previsti sono relativi a:
1. eccessiva immissione di nutrienti
all’interno del bacino,
2. eccessiva dolcificazione dell’acqua,
3. repentino cambiamento dei livelli idrici
durante il periodo di nidificazione degli
uccelli acquatici presenti
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Andamenti annuali della concentrazione dell’azoto
inorganico (mg N/l), somma dell’azoto ammoniacale,
nitroso e nitrico, nelle acque del Po di Volano, alla
sezione Ponte Varano (ARPA, Ferrara), nel quadriennio
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10-apr-99 30-mag-99
19-lug-99
7-set-99
27-ott-99
16-dic-99
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Mitigazioni
Sulla base della elaborazione dei dati forniti
dall’ARPA viene proposto un calendario di
derivazione delle acque del Po di Volano.
Nella prima colonna a sinistra si evidenzia la
praticabilità della derivazione delle acque in
cui si sconsiglia il prelievo nei mesi da
gennaio a marzo, nella colonna di destra si
evidenziano mesi in cui è possibile la
derivazione, ma si suggerisce una analisi
preventiva della qualità delle
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Mitigazioni
I periodi più “critici” per la pregiata
vegetazione macrofitica sommersa (Ruppietum
cirrhosae e Lamprothamnietum papulosi) sono
la primavera e l’estate. Nel periodo marzoaprile è consigliabile mantenere i livelli idrici
leggermente più bassi rispetto all’inverno,
questo per favorire la fotosintesi e quindi la
ripresa vegetativa dei nuovi getti sul fondo, e
anche la sosta dei limicoli migratori che
prediligono fondali bassi.
Nel periodo marzo-giugno è opportuno
mantenere relativamente costante il livello
idrico per la presenza di importanti colonie
nidificanti di Caradriformi: non superare un
dislivello di 20 cm.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.2 Realizzazione di opere di prelievo acque (VIA)
Monitoraggio
In seguito alla realizzazione dell’opera inizierà una fase di
monitoraggio della qualità delle acque (in ingresso ed in uscita ),
finalizzata alla definizione del migliore protocollo di gestione dei
prelievi delle acque stesse.
Viene definito quindi un protocollo di monitoraggio con indicazione
dei tempi e dei parametri da analizzare: temperatura dell’acqua,
salinità, concentrazione dell’ossigeno disciolto, pH, azoto
ammoniacale, nitroso e nitrico, fosforo ortofosfato reattivo, silice
reattiva, clorofilla a fitoplanconica.
Il monitoraggio di un anno verrà ripetuto ogni tre anni.
Esito procedura: positivo
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro programmatico
1. descrizione del progetto in relazione agli stati
di attuazione degli strumenti pianificatori, di
settore e territoriali, nei quali è inquadrabile il
progetto stesso;
2. descrizione dei rapporti di coerenza del
progetto con gli obiettivi perseguiti dagli
strumenti pianificatori,
3. quadro di riferimento che descriva inoltre: a)
l’attualità del progetto e la motivazione delle
eventuali modifiche apportate dopo la sua
originaria concezione; b) eventuali disarmonie di
previsioni contenute in distinti strumenti
programmatori.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro programmatico
Il Piano Energetico Regionale esclude
dalle ipotesi di realizzazione di parchi
eolici le seguenti aree: Parchi; Siti Natura
2000; Aree di elevata diversità floristicovegetazionale; Aree sottoposte a vincolo
paesaggistico (Decreto Legislativo
490/99).
Ai sensi del Piano Energetico Regionale
l’area di intervento è tra quelle a
maggiore potenziale energetico eolico.
Piano Energetico
Regionale, in rosso le zone
escluse in nero le aree
idonee
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro programmatico
Nel Piano Energetico Regionale, viene enfatizzata la linea politica
energetica capace di fornire adeguati servizi allo sviluppo sostenibile di
attività produttive ed insediamenti umani. Tale linea politica viene
individuata da diverse azioni, tra le quali spicca l’estensione del ricorso
alle fonti rinnovabili.
Il progetto è quindi coerente con lo
scenario di pianificazione e
programmazione territoriale e
settoriale evidenziando, in
particolare, l’allineamento con gli
obiettivi previsti dal Piano Energetico
Regionale
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro progettuale
La potenza totale da installare sarà di 22,95 MW equivalenti
all’installazione di n° 27 aerogeneratori della potenza unitaria di 850 KW,
con una produzione anteperdita di 47.047 MWh/anno.
Le scelte progettuali, sono frutto di un
percorso tecnico-scientifico, sono basate
sulle condizioni del vento esistenti in zona
(anemologia dell’area) e riguardano
essenzialmente due macro-aspetti:
1. la scelta delle macchina da installare;
2. il relativo posizionamento nel territorio
(lay-out d’impianto), basato su ventosità,
vicinanza a linee elettriche, accessibiltà
viaria.
In figura: carta della isoventosità
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro progettuale
Fase di cantiere ed avviamento
strade di accesso
strade interne
sottostazione di trasformazione
cavidotto interrato a media tensione
piazzole aerogenaratori
linea elettrica di raccordo ad alta
tensione
Fase di esercizio
controllo aerogeneratori
manutenzione ordinaria
manutenzione straordinaria
Fase di dismissione
smantellamento opere esistenti
ripristino condizioni iniziali del sito
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro progettuale
CAD 3D della sottostazione
di trasformazione, cavidotto
interrato, piazzola per
l’aerogeneratore
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro progettuale
Realizzazione linea elettrica
di raccordo con la stazione
di trasformazione e
trasporto aerogeneratori
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro progettuale
L’art. 12 del D. Lgs 387 prevede
l’obbligo di dismissione degli impianti
tra le prescrizioni dell’Autorizzazione
Unica.
Una volta conclusa la vita utile
dell’installazione si procederà allo
smantellamento degli equipaggiamenti
e delle installazioni, ed a restaurare
completamente l’area coinvolta.
A differenza della maggior parte degli
impianti per la produzione di energia,
gli impianti eolici possono essere
smantellati facilmente e rapidamente.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro ambientale
Il progetto è localizzato in aree con la
massima produzione di anidride
carbonica e ossidi di azoto a livello
regionale e l’area di progetto è
considerata Zone di Risanamento
rispetto a CO2 a NO2 e PM10.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro ambientale
In tutta questa zona si alternano
zone pascoli e arbusteti (JuniperoPyracanthetum coccineae e Spartio
juncei-Cytisetum sessilifolii) con
piccoli boschetti di cerro presenti
quasi esclusivamente nei pressi delle
selle e nelle zone meno esposte al
vento.
La porzione sommitale dell'area di
intervento, interessata
dall'installazione delle strutture
eoliche, è interamente colonizzata da
praterie emicriptofitiche secondarie
riferibili all'ordine Brometalia erecti.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Quadro ambientale
A livello di area vasta sono presenti 12 specie animali di interesse
conservazionistico, di cui 5 sono inserite nell’allegato I della
Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” (e successive modifiche). Delle 12
specie di interesse conservazionistico presenti ad area vasta, 8
specie possono interagire con il progetto in quanto frequentano le
praterie d’altitudine sono aree utilizzate a fini trofici: falco
pecchiaiolo, biancone, aquila reale, lanario, pellegrino, codirosso e
codirossone.
A livello di area di progetto, delle 8 specie suddette, solo il
codirossono è nidificante, sono altresì stati avvistati il falco
pecchiaiolo e il biancone che utilizzano l’area di progetto con
finalità trofiche.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
L’analisi delle alternative
Il progetto non ammette consistenti variazioni del numero della posizione
e delle caratteristiche meccanico-strutturali, pertanto rappresenta di per
se l’unica alternativa possibile al progetto stesso ed ogni variazione
comporta una riduzione dell’efficienza produttiva.
Nello stesso tempo l’alternativa 0 non può di fatto essere considerata
come l’assenza di progetto, infatti dato che l’Umbria si trova in una
situazione di crescente disavanzo tra domanda e offerta di energia
elettrica (PER) l’assenza di progetto (alternativa 0) significa attingere dal
parco termoelettrico di rete. Di fatto l’alternativa 0 è semplicemente uno
spostamento del problema energetico in altro luogo, con conseguente
aggiornamento e potenziamento del parco termoelettrico medio italiano.
Le due alternative analizzate sono quindi:
1. ipotesi di progetto
2. alternativa zero (ricorso all’energia elettrica di rete tramite
potenziamento altrove del parco termoelettrico esistente per una
produzione di energia equivalente a 22,95 MW.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale
La matrice più nota è la Matrice di Leopold (1971), che ha gettato
le basi a numerosi sviluppi concettuali per le matrici ambientali. È
una matrice bidimensionale che permette di identificare gli impatti
potenziali, mettendo in relazione tutte le possibili azioni (elencate
orizzontalmente) che hanno una certa probabilità a verificarsi
durante la fase di costruzione del progetto oggetto di studio, con
quelle ambientali (verticali) che si incrociano.
La matrice originale riporta in
colonna una lista di 100 azioni di
progetto previste (suddivise in 11
categorie riguardanti la fase di
costruzione e di esercizio) e in riga
88 componenti ambientali su cui
agiscono le azioni stesse.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale (componenti e fattori)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
atmosfera: qualità dell’aria e
caratterizzazione meteoclimatica;
ambiente idrico: acque sotterranee e
superficiali;
suolo e sottosuolo: profilo geologico
e pedologico;
vegetazione, flora, fauna: specie,
comunità ed emergenze;
ecosistemi: complessi di componenti e
fattori biotici e abiotici tra loro
interagenti;
salute pubblica: come individui e
comunità;
rumore e vibrazioni: la condizione
ambientale ante operam
radiazioni ionizzanti e non ionizzanti:
la condizione ambientale ante operam;
paesaggio: aspetti morfologici e
culturali.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Traffico veicolare,
Modifiche della viabilità esistente,
Produzione di onde elettromagnetiche,
Emissione di rumore e vibrazioni,
Elementi che occupano il suolo,
Elementi che occupano lo spazio aereo
Produzione di polveri e gas,
Produzione di rifiuti,
Produzione di energia elettrica.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale (l’Indice di Qualità Ambientale)
La matrice di Leopold permette di mettere in relazione fattori di
impatto e componenti ambientali, ma non permette di per se la
quantificazione di tali impatti, i quali possono essere negativi,
positivi o nulli.
La quantificazione degli impatti è stata effettuata con
comparazione delle alternative (tra cui l’alternativa 0) cui veniva
assegnato un valore grazie a funzioni di utilità. Le funzioni di utilità
sono state sviluppate assegnando ad ogni alternativa un Indice di
Qualità Ambientale (IQA) variabile tra 0 e 1 a seconda che la
soddisfazione fosse minima o massima sulla base di dati
bibliografici o di campo.
Questo ha permesso di concentrarsi, non tanto sugli impatti quanto
sulla qualità ambientale, prima e dopo la realizzazione dell’opera di
progetto.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale (l’Indice di Qualità Ambientale)
Non sempre si ha a che fare con gli
estremi 1 e 0 della soddisfazione
ambientale, ma secondo la situazione i
dati a disposizione e la componente
analizzata si possono avere valori di
soddisfazione decimali dell’unità.
IQA
Fase di esercizio
1
0,8
Ipotesi zero
0,6
Parco eolico
0,4
0,2
0
0
Un impatto positivo su una determinata
componente (es. paesaggio o qualità
dell’aria) determinerà una posizione
dell’IQA superiore nell’alternativa di
progetto rispetto all’alternativa 0.
Viceversa in caso di impatto negativo.
20
40
60
80
100
Potenzialità biotica
Fase di esercizio
1,0
Centrale a gas
0,8
Parco eolico
0,6
IQA
Alternativa zero
0,4
0,2
0,0
0
3
6
9
12
ton CO2 (x1.000)
15
18
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale (la quantificazione degli impatti)
I diversi impatti sulle diverse componenti (es. paesaggio, fauna,
rumore, aspetti socio economici, ecc.) sono stati pesati con la
matrice degli impatti di Bresso che incrocia tra loro,
caratterizzandoli, le risorse con gli impatti
Le risorse vengono classificate a seconda della rarità
(comuni/rare), della rinnovabilità (rinnovabili/non rinnovabili) e
della strategicità (strategiche/non strategiche), mentre gli impatti
vengono classificati in funzione della durata (breve o lungo
termine), della reversibilità (reversibile/non reversibile) o della
dimensione (locali-regionali o nazionali-sovranazionali).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Il modello matriciale (la quantificazione degli impatti)
Impatti
BT / R / NS LT / NR / LR
BT / R / LR BT / NR / LR LT / R / NS
LT / R / LR BT / NR / NS
Risorse
LT / NR / NS
Comuni / rinnovabili / non strategiche
1
2
3
4
Comuni / non rinnovabili / non strategiche
Comuni / rinnovabili / strategiche
Rare / rinnovabili / non strategiche
2
4
6
8
Rare / rinnovabili / strategiche
Rare / non rinnovabili / non strategiche
Comuni / non rinnovabili / strategiche
3
6
9
12
Rare / non rinnovabili / strategiche
4
8
12
16
BT = breve termine
R = reversibili
LR = locali-regionali
LT = lungo termine
NR = non reversibili
NS = nazionali-sovranazionali
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti
Fase di cantiere
IQA
1,0
0,8
0,6
Parco eolico
0,8
Alternativa zero
0,6
Solare fotovoltaico
IQA
0,4
0,4
0,2
0,2
0,0
0
20
40
60
Fase di cantiere
1,0
80
Alternativa zero
Parco eolico
0,0
100
0
10
ecosistemi e vegetazione (%)
Fase di esercizio
IQA
1,0
Solare fotovoltaico
0,4
0,2
60
70
Parco eolico
0,6
IQA
50
Centrale a gas
0,8
Alternativa zero
0,6
30
40
ton CO2
Fase di esercizio
1,0
Parco eolico
0,8
20
Alternativa zero
0,4
0,2
0,0
0
20
40
60
80
ecosistemi e vegetazione (%)
100
0,0
0
3
6
9
12
ton CO2 (x1.000)
15
18
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti (paesaggio: isopotenzialità)
In base alla valutazione ottenuta, gli ambiti esaminati sono stati
classificati in 4 classi di isopotenzialità: ambiti a potenzialità biotica bassa
(0-3), medio-bassa (4-7), medio-alta (8-13), alta (14-20)
Caratteristiche ambientali in fase di cantiere
Aree urbane
Aree agricole
Alvei
Aree verdi
Strade
Diversità
0
0
1
1
0
Superficie a copertura vegetale perenne
0
0
1
2
0
Stratificazione della vegetazione
0
0
1
2
0
Naturalità
0
0
1
1
0
Rarità
0
1
1
1
0
Funzione ecologica
0
1
1
1
0
Integrità
0
1
1
1
0
Legame con la rete dei biotopi naturali
0
1
1
1
0
Legame con la rete del connettivo verde e degli spazi aperti
0
1
1
1
0
Grado di isolamento dall’azione antropica
0
0
0
1
0
Totale
0
5
9
12
0
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti (paesaggio: intrusione visiva)
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti (paesaggio: intrusione visiva)
IQA
Fase di esercizio
1
Parco eolico totale
Parco eolico reale
Paesaggio attuale
Ipotesi zero potenziale
0,8
0,6
0,4
0,2
0
0
20
80
60
40
Percentuale visiva occupata
100
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti (paesaggio: opinione popolazione)
Domanda
1
Domanda
Presentazione di due punti di vista (foto) del
paesaggio attuale
Quanto vale questo paesaggio?
Presentazione degli stessi punti di vista con
aerogeneratori fotoinseriti
Voto A1
Voto A2
9,34
9,20
Voto B1
Voto B2
2
Quanto vale questo paesaggio?
6,97
6,22
3
Quanto vale questo paesaggio sapendo che evita
l’immissione in atmosfera di 40.000 t all’anno di CO2?
8,60
7,65
4
Quanto vale questo paesaggio sapendo che il parco
eolico potrebbe essere fonte di morte per alcune
specie di uccelli?
7,30
6,20
A1: immagine (dimensione A4) di un punto di vista come è attualmente
A2: stesso punto di vista con il progetto fotoinserito
B1: immagine (dimensione A4) di un secondo punto di vista
B2: stesso punto di vista con il progetto fotoinserito
Il voto è la media di tutti i voti dati dagli intervistati (n=56)
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
La quantificazione degli impatti
Fase di esercizio
IQA
Peso
Qualità ambientale
Parco
Alternativa 0
Bresso
Parco
Alternativa 0
Polveri
1
1
1
1
1
Qualità dell’aria
1
0
12
12
0
Ambiente idrico superficiale e sotterraneo
1
1
2
2
2
Suolo e sottosuolo
1
0,14
2
2
0,28
0,9
1
2
1,8
2
Fauna
0
1
9
0
9
Rumore
0,69
1
2
1,38
2
1
0
6
6
0
Attività socio-economiche
0,96
1
6
5,80
6
Paesaggio e patrimonio storico/culturale
0,5
0,66
4
2
2,64
33,98
24,92
Componenti
Ecosistemi vegetazione e flora
Salute pubblica
Qualità ambientale prevista
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.3.3 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VIA)
Conclusioni
La scelta del parco risulta conflittuale (caratteristica intrinseca
dell’eolico) con aspetti positivi ed altri negativi.
In fase di cantiere la qualità ambientale risulta peggiorata rispetto
alla alternativa 0 (matrice non presentata).
In fase di esercizio l’ipotesi di progetto contribuisce ad un
incremento della qualità ambientale totale la quale risulta
complessivamente maggiorata rispetto all’alternativa 0 (da 24,9 a
33,9).
L’attuale procedura è in corso.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La Rete Natura 2000
L’Unione Europea si è dotata di un meccanismo di tutela in tutto il territorio
dell’Unione che va al di la dei confini politici dei diversi stati membri.
La rete natura 2000 (istituita con la Direttiva habitat 92/42/CEE) è un
complesso di aree protette, caratterizzate dalla presenza di habitat, specie
animali e vegetali di interesse comunitario, finalizzata alla salvaguardia
delle sue componenti più vulnerabili per conservare la biodiversità
presente sul continente europeo.
La rete comprende una vasta tipologia di habitat di tutto il continente
europeo, i più rappresentati sono le zone umide ma ne fanno parte anche
foreste, brughiere e praterie, comprese le aree marine.
http://www.valutazioneambientale.net
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La Rete Natura 2000
La rete è finalizzata in particolare alla tutela di una serie di
habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II
della Direttiva 92/42/CE "Habitat" e delle specie di cui all'allegato
I della Direttiva 79/409/CEE "Uccelli" e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia.
Presentiamo stralcio degli allegati 1 delle direttive “habitat” e
“uccelli”, che individuano rispettivamente habitat e specie di
uccelli di interesse comunitario.
http://www.valutazioneambientale.net
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La Rete Natura 2000
Il territorio dell'Unione Europea, in base a caratteristiche ecologiche omogenee, é
stato suddiviso in 9 Regioni biogeografiche.
Esse rappresentano la schematizzazione spaziale della distribuzione degli ambienti e
delle specie raggruppate per uniformità di fattori storici, biologici, geografici,
geologici, climatici, in grado di condizionare la distribuzione geografica degli esseri
viventi.
Le Regioni biogeografiche individuate:
Alpina – Anatolica - Artica - Atlantica - Mar Nero
– Boreale – Continentale – Macaronesica –
Mediterranea – Pannonica – Steppica
Il territorio italiano è interessato da tre di queste
regioni: Mediterranea – Continentale – Alpina
http://www.valutazioneambientale.net
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La Rete Natura 2000 ai sensi della Direttiva “Habitat”, è costituita da:
Sito di Importanza Comunitaria proposto (pSIC): i siti individuati dalle
regioni e dalle Province autonome con il progetto Bioitaly rispondenti ai
criteri di designazione enunciati dalla direttiva Habitat.
Sito di Importanza Comunitaria (SIC): i siti inseriti nell’elenco ufficiale
comunitario a seguito della conclusione dei seminari biogeografici.
Zona di Protezione Speciale (ZPS): area funzionale al mantenimento di
uno stato di conservazione soddisfacente delle specie di avifauna selvatica
elencate negli allegati della Direttiva 79/409/CEE e successive modifiche.
Zona Speciale di Conservazione (ZSC): questa denominazione viene
assunta dai SIC quando vengono designati dal Ministero dell’Ambiente
(entro 6 anni dall’approvazione dell’elenco ufficiale comunitario).
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La Rete Natura 2000
Tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale
sovrapposizione alla differente localizzazione in quanto sono riferite
rispettivamente alla conservazione della fauna selvatica e degli habitat.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
Riferimenti normativi a livello europeo
•Direttiva n. 79/409/CEE del 2 aprile 1979. Concernente la conservazione degli
uccelli selvatici.
•Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992. Relativa la conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Riferimenti normativi a livello nazionale
•Legge n. 157 dell'11 febbraio 1992. Norme per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio.
•DPR n.357 del 8 settembre 1997. Regolamento recante attuazione della direttiva
92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché
della flora e della fauna selvatiche.
•DPR n.357 del 8 settembre 1997 – Allegato G. Contenuti della relazione per la
valutazione di incidenza di piani e progetti.
•DPR n.120 del 12 marzo 2003. Regolamento recante modifiche ed integrazioni al
decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n.357, concernente
attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali
e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
La valutazione d’incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è
necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze
significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o
congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di
conservazione del sito stesso.
Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della direttiva “Habitat”
con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze
di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle
specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio
ambientale.
In ambito nazionale, la valutazione d’incidenza viene disciplinata dall’art. 6 del DPR
12 marzo 2003 n.120 (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l’art.5 del
DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e
4 della direttiva “Habitat”. Il DPR 357/97 è stato, infatti, oggetto di una procedura di
infrazione da parte della Commissione Europea che ha portato alla sua modifica ed
integrazione da parte del DPR 120/2003.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
Non esistono soglie dimensionali ne distanze
La valutazione d’incidenza si applica sia agli interventi che ricadono
all’interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo),
sia a quelli che pur sviluppandosi all’esterno, possono comportare
ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati
nel sito.
Lo studio per la valutazione di incidenza deve essere redatto
secondo gli indirizzi dell’allegato G al DPR 357/97.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
L’ allegato G del DPR 357/97 (non modificato dal DPR 120/2003, ma
ampiamente implementato ed approfondito da norme regionali), prevede
che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere:
1) una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia
riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla
dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all’uso delle
risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento e al disturbo
ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le
tecnologie utilizzate;
2) un’analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale
di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche,
abiotiche e le connessioni ecologiche.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
VINCA negativa
Qualora, a seguito della valutazione di incidenza, un piano o un progetto risulti
avere conseguenze negative sull’integrità di un sito (valutazione di incidenza
negativa), si deve procedere a valutare le possibili alternative. In mancanza di
soluzioni alternative, il piano o l’intervento può essere realizzato solo per motivi di
rilevante interesse pubblico e con l’adozione di opportune misure compensative
dandone comunicazione al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (DPR
120/2003, art. 6, comma 9).
VINCA negativa con specie o habitat prioritari
Se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritari, l’intervento può
essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza
pubblica, o per esigenze di primaria importanza per l’ambiente, oppure, previo
parere della Commissione Europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse
pubblico (DPR 120/2003, art. 6, comma 10). In tutti gli altri casi (motivi interesse
privato o pubblico non rilevante), si esclude l’approvazione.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
VINCA, VIA e VAS
La direttiva “Habitat” non fa riferimento
esplicito alla direttiva sulla valutazione di
impatto ambientale 85/337 CEE (modificata
dalla direttiva 97/11 CEE). Emerge tuttavia
con chiarezza che il fattore da cui discende
una valutazione ai sensi della direttiva 85/337
CEE è pressoché identico a quello previsto
dalla direttiva 92/43 CEE: esso infatti è
essenzialmente legato alla probabilità
d’incidenza negativa.
Analogamente, dall’analisi della recente
direttiva sulla VAS (2001/42/CE) emerge che
tutti i piani da sottoporre a VAS richiedono la
valutazione d’incidenza riferibile all’art. 6 della
direttiva “Habitat”.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4 La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale
VINCA, VIA e VAS
È interessante evidenziare come la valutazione d’incidenza dimostri una
rilevante efficacia nella sua applicazione coerente e concreta. Essa è infatti
una procedura valida sia per i progetti (interventi localizzati e puntuali) che
per i piani (strumenti di organizzazione territoriale globali e di ampio
spettro): in questo modo, la valutazione d’incidenza realizza il duplice
obiettivo di analizzare gli interventi (siano essi puntuali o di ampia scala)
e, allo stesso tempo, di garantire che ogni singolo sito contribuisca
efficacemente allo sviluppo della rete Natura 2000.
In questo senso la procedura di VINCA può essere considerata precursore
della procedura di VAS, dato che è il primo momento in cui a livello
normativo viene richiesta una valutazione di piani e programmi e non solo
di opere o progetti.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Descrizione del piano/progetto
Per i riferimenti progettuali sono stati
analizzati i seguenti documenti:
1. Progetto per la modifica della casa
colonica in affittacamere per
l’attività di Turismo Rurale.
2. Progetto di demolizione e
costruzione di edifici in azienda
agricola.
3. Progetto di esecuzione di un’area
di sosta per camper per 50 poste;
4. Tavole allegate ai progetti.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Complementarietà con altri piani e/o progetti
Compatibilità con piani territoriali e vincoli normativi
Il progetto risulta nel complesso compatibile con quanto previsto dai piani territoriali provinciale
(PTCP), comunale (PRG Comacchio), con le norme tecniche di attuazione del Parco del Delta del
Po e con gli altri vincoli di tipo naturalistico analizzati.
1. Piano Territoriale del Parco: i progetti risultano compatibili con il Piano Territoriale della
Stazione Valli di Comacchio, purché non avvengano movimentazioni di terreno che portino alla
“modifica dell’andamento piano altimetrico” (Zone PP AGR b, pag. 12 del Piano Territoriale);
2. PTCP di Ferrara: i progetti risultano compatibili con gli artt. 9 e 19 del PTPC (pagg. 7 e 20), il
quale ai punti B e C di pag. 20 definisce che “sono in via prioritaria collocate le attività di
agriturismo e di turismo rurale … i sentieri, i percorsi cicloturistici … purché previsti negli
strumenti urbanistici generali comunali o in programmi di valorizzazione territoriale”; ai sensi
dell’art. 9 risulta importante “applicare tecniche di ingegneria naturalistica … “.
3. PRG di Comacchio: i progetti risultano compatibili con quanto definito dal PRG di Comacchio
(E2 Zone Agricole di Salvaguardia art. 64) a pagg. 92-94.
4. I progetti, dando la possibilità di alloggio (turismo rurale) e camper, possono essere
considerati complementari al progetto LIFE in via di attuazione “Ripristino ecologico e
conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio”, il quale comprende la
ricostituzione di una “salinetta” a fini di tutela dei mestieri locali e di fruizione turistica.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Ambito di riferimento
L’area di intervento è nel margine
nord orientale del SIC e appena
esterno alla ZPS “Valli di Comacchio”,
è dedicata all’agricoltura con
presenza di alcune case coloniche e
magazzini.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Ambito di riferimento
L'area si trova all’interno di vigneti e
pioppeti colturali attorno cui si
localizzano seminativi e tipologie
marginali quali pertinenze, accessi e
fossi. Nei sopralluoghi e nell’analisi
cartografica e bibliografica non sono
stati individuati aspetti di vegetazione
naturale o seminaturale, anche
perché il paesaggio è fortemente
segnato dalla presenza umana.
L’antropizzazione dell’area nelle
immediate vicinanze dell’intervento
permette la presenza, quasi
esclusiva, di specie animali
ubiquitarie e tipiche degli ambienti
antropizzati.
Carta della vegetazione del Parco del Delta del Po
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Ambito di riferimento
La scheda della Rete Natura 2000
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Ambito di riferimento
Habitat (Direttiva Habitat) 4 habitat di interesse comunitario, 2 dei quali prioritari
Codice 92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Codice 1150 - * Lagune costiere
Codice 1410 - Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi);
Codice 1510 - * Steppe salate mediterranee (Limonietalia);
Specie (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli)
Piante - * Salicornia veneta
Invertebrati - Lycaena dispar
Pesci - Aphanius fasciatus, Petromyzon marinus, Pomatoschistus canestrini, Padogobius panizzai
Anfibi - Emys orbicularis, Triturus carnifex
Uccelli – 37 specie
Mammiferi - Lutra lutra (fino agli anni ’80)
A livello puntiforme, ovvero nelle aree di
intervento, non sono presenti ne habitat
ne specie di interesse comunitario.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.1 Progetto agriturismo e sosta camper (VINCA)
Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario
Si tratta di un sito che attualmente ospita entità vegetali sinantropiche e presenta
habitat fortemente disturbati e privi di valore naturalistico-ambientale (cfr. carta
della vegetazione del Parco del Delta del Po, Piccoli et al., 1999).
Il sito oggetto di intervento non presenta aspetti faunistici di interesse
conservazionistico, di conseguenza le singole aree d’intervento non risentiranno di
impatti significativi né in corso d’opera né ad interventi eseguiti.
Monitoraggio in fase di esercizio
Visti gli impatti non significativi del progetto, non sono previste attività di
monitoraggio
Esito della procedura positivo
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Descrizione del piano/progetto
Caratteristiche tecniche del rotore
Diametro
58 m
Altezza da terra dell’asse principale
55 m
Velocità di rotazione delle pale
14,5–31,6 rpm
Numero pale
3
Piattaforma d’appoggio
30 x 25 m
Edificio di controllo
Dimensioni alla base
10,73 x 9,93 m
Altezza
5,70 m
Elettrodotto
Lunghezza Media Tensione interrato (nel sito)
2.840 m
Lunghezza MT interrato (in uscita dal sito)
2100 m
Opere di riassetto stradale
Lunghezza complessiva
1.850 m
Carreggiata
4m
Spessore del terreno rimosso
Circa 40 cm
Potenza: 24 macchine da 800 kw
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Complementarietà con altri piani e/o progetti
Il progetto risulta nel complesso
compatibile con quanto previsto dai
piani territoriali generali (PTCP, PRG,
ecc.) e di settore (piani di bacino,
piano energetico regionale, ecc.), e
con gli altri vincoli di tipo naturalistico
presenti.
Il progetto si trova a circa 1,5 km da
un SIC/ZPS in cui sono presenti
uccelli di interesse comunitario tra cui
l’aquila reale (Aquila chrysaetos). La
biologia delle specie potenzialmente
interferite è tale da richiedere lo
Studio di Incidenza Ambientale anche
se il progetto è al di fuori dell’area
SIC/ZPS
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Ambito di riferimento
Della approfondita analisi degli aspetti biotici e abiotici presentiamo
qui solo l’aspetto critico. Ovvero tralasciamo di discutere delle
interferenze risultate nulle o positive, ovviamente esplicitate nello
Studio di Incidenza Ambientale, e presentiamo le analisi sulle
possibili interferenze con specie di uccelli di interesse comunitario
presenti nel SIC/ZPS: Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e Aquila
reale (Aquila chrysaetos).
habitat
8
di cui habitat prioritari
4
specie animali
29
di cui specie animali prioritarie
0
specie vegetali
0
specie vegetali prioritarie
0
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario
Autore
Luogo
Coll./aerogen./a
Rapaci/aerogen./a
Benner 1993
Germania
309
Benner 1993
Svezia
895
Erickson et al. 2001
Altamont (California)
Erickson et al. 2001
Buffalo Ridge
Thelander e Rugge 2000
0,007 - 0,100
0,000 - 4,45
0,000 - 0,036
Altamont (California)
0,19
0,10
Strickland et al. 2000
Buffalo Ridge (Minnesota)
0,57
Janss 1998
Tarifa (Spagna)
Janss 2001
Tarifa (Spagna)
Meek et al. 1993
Scozia
0,17
Musters et al. 1996
Olanda
2-7
Percival 1999
Francia
0
Winkelman 1994
Olanda
14,6 - 32,8
0,030
0
0,000
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario
1. Sul SIC/ZPS non si rilevano interferenze diverse dal pericolo di collisione
diretta: non sono qui infatti possibili impatti spesso significativi, quali:
perdita di habitat per la fauna, diminuzione degli spazi ambientali (una
delle cause maggiori della scomparsa e della rarefazione di molte specie),
ne disturbo provocato dalle operazioni di manutenzione ordinaria e
straordinaria (indicati da molti autori come una delle cause principali
dell’abbandono di queste aree da parte degli uccelli);
2. Possiamo ritenere non significativo l’impatto sulla chirotterofauna
residente nel SIC, che peraltro non presenta specie di interesse
comunitario;
3. Gli uccelli più colpiti probabilmente saranno i rapaci cui seguono poi i
passeriformi (quasi certamente a livelli non significativi), mentre per gli
altri uccelli di grandi dimensioni potenzialmente a rischio (ciconiformi,
anseriformi e charadriformi) non si rilevano interferenze potenziali in
quanto non caratteristici del SIC in oggetto.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Interferenze con habitat e specie di interesse comunitario
1. Per quanto riguarda i rapaci il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è in
una categoria SPEC 4, ovvero si trova in uno stato di conservazione
favorevole concentrato in Europa (Tucker e Heath 1994) e non si rilevano
interferenze potenzialmente con gli individui presenti nel SIC.
2. Diversamente, l’Aquila reale (Aquila chrysaetos) è in una categoria SPEC
3, ovvero è una specie la cui popolazione globale non è concentrata in
Europa, ma che in Europa ha uno stato di conservazione non favorevole,
ma in Italia la popolazione è stabile (Tucker e Heath 1994). Il parco eolico
la montagna, posizionato a circa 1 km dal confine del SIC, si trova
sicuramente all’interno dell’home range della coppia di aquile nidificante
nel SIC.
Il pericolo di collisioni con aereogeneratori è, potenzialmente, un fattore
limitante per la conservazione della popolazione, ma è impossibile
verificare la reale significatività di tale impatto prima di un monitoraggio
locale post operam.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Alternative all’opera di progetto
Allo stato attuale della tecnologia, l’eolico previsto nell’opera di progetto è,
assieme all’idroelettrico, l’unica tipologia di produzione di energia da fonte
rinnovabile comparabile con centrali a petrolio o altri combustibili fossili.
Pertanto non vi sono alternative credibili all’opera di progetto.
Misure di mitigazione
Fermo restando che solamente un monitoraggio potrà verificare una
eventuale influenza significativa dell’impianto rispetto alla coppia di aquile
presenti nel SIC si propone, come misure di mitigazione:
1. la piantumazione di arbusti nelle immediate vicinanze delle turbine al
fine di limitare la densità di roditori che richiamerebbero rapaci in caccia;
2. la colorazione delle pale per scoraggiare l’avvicinamento alle turbine;
3. la geometria degli aerogeneratori (tubulari e non a traliccio) prevista per
l’opera di progetto è già di per se una forma di mitigazione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.4.2 Progetto per la costruzione di un parco eolico (VINCA)
Conclusioni
1. Vi sono ragionevoli possibilità di interferenza tra l’opera di progetto e la
coppia di Aquila reale nidificante nel SIC, nonché con altre specie di rapaci
come il Falco pecchiaiolo;
2. In virtù della biologia delle specie in questione, le interferenze non sono
quantificabili prima di un monitoraggio locale;
3. L’opera di progetto è inquadrabile in un piano internazionale di riduzione
dei gas serra, per gli stati che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto il quale
inquadra l’opera tra i progetti di pubblica utilità legate alla salute pubblica
(Consiglio di Stato, Sesta Sezione, con sentenza n. 680/2005);
4. L’opera può essere approvata con conseguente informativa al Ministero
dell’Ambiente e all’UE, con tutte le indicazioni del caso in merito a
protocolli di monitoraggi e misure di compensazione emergenti dai risultati
dei monitoraggi.
Esito della procedura: negativo
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I fondamenti
Ai sensi dell'art. 5, comma d, del Decreto Legislativo
152/2006 come modificato dal Decreto Legislativo 16
gennaio 2008 nr. 4, per piani e programmi si intendono
"tutti gli atti e provvedimenti di pianificazione e di
programmazione comunque denominati previsti da
disposizioni legislative, regolamentari o amministrative
adottati o approvati da autorità statali, regionali o locali,
compresi quelli cofinanziati dalla Comunità europea,
nonché le loro modifiche; salvi i casi in cui le norme di
settore vigenti dispongano altrimenti, la valutazione
ambientale strategica viene eseguita, prima
dell'approvazione, sui piani e programmi adottati oppure,
ove non sia previsto un atto formale di adozione, sulle
proposte di piani o programmi giunte al grado di
elaborazione necessario e sufficiente per la loro
presentazione per l'approvazione".
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I fondamenti
Mentre la procedura di VIA si concentra sui
progetti, la procedura di VAS si concentra sui piani.
Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del Decreto
Legislativo 16 gennaio 2008 nr. 4, “la valutazione
ambientale di piani e programmi che possono avere
un impatto significativo sull’ambiente ha la finalità
di garantire un elevato livello di protezione
dell’ambiente e contribuire all’integrazione di
considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione,
dell’adozione e approvazione di detti piani e
programmi assicurando che siano coerenti e
contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo
sostenibile.”
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I problemi
La TAV Torino-Lione ha costituito un caso molto
significativo che spesso dal 2006 ha invaso le
diverse fonti di notizie.
Il caso della TAV Torino-Lione è una
dimostrazione lampante di come i processi
decisionali legati alle grandi opere sul territorio
richiedano il coinvolgimento effettivo dei
soggetti interessati: le apparenti scorciatoie
istituzionali non solo non accorciano i tempi, ma
producono l’effetto esattamente opposto, ovvero
blocchi sociali e quantomeno ritardi, se non la
compromissione delle prospettive di
realizzazione.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I problemi
Secondo il suo produttore, il nuovo processore Xeon DualCore serie 5100 della Intel migliora le prestazioni rispetto
ai precedenti e produce un minor impatto ambientale.
Non si può essere più lontani dal caso precedente: qui l’impatto
ambientale non viene invocato da utenti preoccupati, ma viene invece
evocato dal produttore come problema risolto sul piano tecnologico. La
capacità di dissolvere gli impatti ambientali diventa fattore competitivo.
Non si tratta evidentemente di un caso isolato. Molte News censite nel
web hanno queste caratteristiche: la presentazione di nuovi prodotti “a
basso impatto ambientale”.
Come possiamo poi essere sicuri che non si tratti solo di pubblicità, ma
che effettivamente le performances siano quelle dichiarate? Gli strumenti
per rispondere ci sono (ad esempio controlli di terzi attraverso
certificazioni di prodotto), ma esiste anche un problema di qualità e
credibilità della comunicazione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I problemi
In tali condizioni spesso si inseriscono speculazioni economiche e politiche, e
conflitti sociali talvolta basati sulla ignoranza e talvolta basati sulle sindromi NIMBY
e affini, di cui accenniamo alcune definizioni.
La sindrome più famosa è NIMBY, dall’inglese Not In My Backyard, “non nel mio
cortile”, ovvero “realizza pure il progetto che hai in mente, ma fuori dal territorio
della mia comunità”, una posizione dettata dal coinvolgimento emotivo delle
popolazioni locali nei confronti di opere di interesse ad area vasta.
Atteggiamenti più incisivi di NIMBY sono NIABY (Not In Anyone’s Backyard, ovvero
“no nel cortile di nessuno”), BANANA (Build Absolutely Nothing Anywhere Near
Anyone, “non costruire assolutamente nulla in nessun luogo vicino ad alcuna
persona), o NOPE (Not in Our Planet Earth “non sul nostro pianeta terra”) posizioni
più integraliste non necessariamente dettate da comprensibili preoccupazioni locali,
ma da atteggiamenti aprioristicamente negativi tipici delle posizioni più estreme e
prive di capacità di dialogo.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
I problemi
Più finalizzate ad esigenze personali di tipo politico od economico sono i dinieghi
legati non tanto allo spazio quanto al tempo. NIMTOO (Not in My Term of Office,
“non durante il mio mandato”) allontana le grane del decisore nel tempo lasciandole
a qualcun altro, mentre il più limitato NIMEY (Not in My Election Year, “non
nell’anno delle mie elezioni”) può anche allusivamente lasciar intendere che bisogna
solo aspettare un po’ di tempo, poi se ne potrà parlare.
Questo non significa che tutti i problemi siano risolti migliorando i processi di
partecipazione. Un problema almeno equivalente (anche se oscurato dagli aspetti
socio-economici della questione) è quello del merito tecnico effettivo degli impatti
prevedibili.
Se non si troverà una strada efficace per tenerne conto sia in sede istituzionale sia
nel processo di partecipazione, resterà la contrapposizione irrisolvibile tra le paure
delle popolazioni locali e le sicurezze pregiudizialmente auto-assolutorie dei
proponenti.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
La storia della VAS (i primordi)
Nel 1973 il primo programma di azione ambientale della Commissione
Europea (Environmental Action Plan) sottolinea l’importanza di una VIA
estesa a tutti i piani per prevenire danni ambientali alla fonte.
Proposta di Direttiva CEE del 16 giugno 1980: … occorre introdurre dei
principi generali di VIA aventi l’obiettivo di accrescere l’efficacia
organizzativa delle procedure di programmazione con cui si autorizzano
attività private e pubbliche che possono avere un impatto rilevante
sull’ambiente, con particolare riguardo per la programmazione e la presa
di decisione relative a singole opere, a piani di assetto territoriale, a
programmi di sviluppo regionale, a programmi economici, compresi quelli
riguardanti settori specifici.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
La storia della VAS (le intenzioni)
Nel 1985 la Direttiva sulla VIA (85/337/CEE) stabilisce le norme per la
redazione e la valutazione delle procedure di VIA per il livello progettuale.
Nel 1987, nel Environmental Action Plan, si ha l’impegno ad estendere la
VIA alle politiche ed ai piani ed alla loro implementazione sulla base delle
procedure previste nella Direttiva sulla VIA.
Nel 1989, la Commissione inizia un lavoro interno su una prima proposta
di direttiva sulla VAS.
Nel quarto Environmental Action Plan (1993-2000) si sottolinea la
necessità di una valutazione di impatti ambientali di tutte le politiche
rilevanti, dei piani e dei programmi per raggiungere l’obiettivo della
sostenibilità ambientale dello sviluppo economico.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
La storia della VAS (il superamento dei limiti della VIA)
Nel 1993, nel rapporto quinquennale della Commissione sull’applicazione e
sull’efficacia della Direttiva VIA tra gli Stati Membri: 1) si evidenzia come
molte decisioni politiche fossero state definite al di sopra del livello
progettuale e che ciò poneva una intrinseca limitazione alla VIA
progettuale, 2) non venivano prese adeguatamente in considerazione
soluzioni alternative per la realizzazione e la localizzazione di un progetto.
In conclusione la valutazione ambientale deve essere effettuata ad un
livello decisionale più alto (al livello di pianificazione e/o di
programmazione) per considerare tutti gli aspetti rilevanti indotti da una
modificazione ambientale.
Nel 1995, la Commissione inizia a lavorare per una Direttiva sulla VAS.
Il 4 dicembre 1996 la Commissione adotta la proposta di Direttiva sulla
VAS, conosciuta come proposta per la valutazione degli effetti dei piani e
dei programmi sull’ambiente.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
La storia della VAS (la VINCA come precursore della VAS)
Già nel 1992 la Direttiva 92/43/CEE “habitat”, relativa alla conservazione
degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche,
introduce la valutazione ambientale di piani e progetti che possono
verosimilmente avere impatti significativi sugli habitat tutelati dalla
direttiva (SIC). Per tali piani e progetti risulta necessaria una adeguata
valutazione degli impatti significativi nell’area interessata (compresi gli
impatti indiretti cumulativi), sia individualmente che in combinazione con
altri piani o progetti. Si tratta della Valutazione di Incidenza.
Nel 1997, DPR 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante attuazione
della direttiva 92/43/CEE habitat, sostiene che: “Nella pianificazione e
programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza
naturalistico-ambientale dei SIC; I proponenti di piani territoriali,
urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistici venatori,
presentano una relazione documentata per individuare e valutare i
principali effetti che il piano può avere sul SIC, tenuto conto degli obiettivi
di conservazione del medesimo.”
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
La storia della VAS (la direttiva europea)
Nel 2001 la proposta diventa Direttiva 2001/42/CE “concernente la
valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, la
quale completa l’esistente sistema di VIA progettuale estendendolo al
livello di piani e programmi.
La Direttiva ha le finalità di:
1. Avere un approccio di tipo estensivo, ovvero spostare l’attenzione della
VIA dal “progetto” al “piano progetto”.
2. Allargare la VIA di progetto per farne uno strumento concettuale e
metodologico in grado si supportare l’elaborazione del piano. Piani di
settore, territoriali, piano-processo, ecc.
3. Ripensare il punto di vista della pianificazione interiorizzando in essa gli
approcci ed i modelli ecologici, della sostenibilità, ecc.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
Finalità della VAS
La VAS riguarda problemi a scala geografica più ampia e si concentra su
impatti strategici, mentre le valutazioni di impatto ambientale tendono a
concentrarsi maggiormente su uno specifico progetto in una localizzazione
specifica.
Secondo Sadler e Verheem (1996), la VAS è un processo sistematico
inteso a valutare le conseguenze in campo ambientale delle azioni
proposte (politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi) al fine di
garantire che tali conseguenze siano pienamente incluse e affrontate in
modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso
piano delle considerazioni di ordine economico e sociale.
La VAS deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del
programma ed anteriormente alla sua adozione.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
Finalità della VAS
Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del D. legs. 16 gennaio 2008, n. 4, “la valutazione
ambientale di piani e programmi che possono avere un impatto significativo
sull’ambiente ha la finalità di garantire un
elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’integrazione di
considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e
approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e
contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.”
Ai sensi dell’art. 5, comma 1, del D. legs. 16 gennaio 2008, n. 4, “la valutazione
ambientale di piani e programmi (… è) il processo che comprende (…) lo
svolgimento di una verifica di assoggettabilità,
l’elaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la
valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti
delle consultazioni, l’espressione di un parere motivato, l’informazione sulla
decisione ed il monitoraggio;
Prevale il criterio ampio di partecipazione e tutela degli interessi legittimi; titolare
del diritto di partecipazione è “chiunque”. La direttiva non prevede un limite
dell’interesse legato alla potenziale lesione di diritti.
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Casi di studio
[Gian Andrea Pagnoni]
3.5 La procedura di VAS
Finalità della VAS
Nel rapporto ambientale devono essere individuate, descritte e valutate
anche le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito
territoriale del piano o del programma.
Prevale il criterio ampio di partecipazione e tutela degli interessi legittimi;
titolare del diritto di partecipazione è “chiunque”. La direttiva non prevede
un limite dell’interesse legato alla potenziale lesione di diritti.
Durante l’attuazione del piano o programma è previsto un monitoraggio al
fine di contrastare gli effetti negativi derivanti dall’attuazione dello stesso.
Ciò premette di effettuare correzioni al processo in atto.
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