Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2005
Capitolo 11. Potere e politica
POTERE E
POLITICA
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Capitolo 11. Potere e politica
Contenuti della lezione:
• I concetti di potere e politica; lo
Stato-nazione
• I principali attori del sistema politico
• I movimenti nazionalisti e la
globalizzazione
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Capitolo 11. Potere e politica
Parte I: i concetti di potere e politica; lo
Stato-nazione
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Il potere (o più tecnicamente la potenza) è la
capacità di individui o gruppi di far valere la
propria volontà, anche contro le resistenze
altrui.
Il potere così inteso può essere:
- economico: esercitato da chi possiede beni
materiali o risorse finanziarie;
- ideologico:esercitato da chi è in grado di
influenzare le opinioni altrui (es. intellettuali,
predicatori, giornalisti);
- politico: esercitato da chi detiene gli strumenti
della forza fisica (nelle società moderne è lo
Stato).
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•
L’autorità è una forma legittima di potere  quanti
sono soggetti all’autorità acconsentono
spontaneamente” a essa. L’autorità conferisce
“forma” e stabilità alla potenza.
Max Weber (1922), secondo un’impostazione
largamente utilizzata sino ad oggi, distingue tre tipi di
potere legittimo (autorità):
a)
potere tradizionale;
b)
potere razional-legale;
c)
potere carismatico.
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• Il potere è dunque un relazione sociale
asimmetrica;
• in base ai rapporti di forza presenti nella società
tra i soggetti culturali, politici ed economici, si
impone un certo ordine sociale e si determinano
alcune possibilità di mutamento;
• chi esercita potere è definito élite o classe
dirigente (economica, ideologica, politica): in
ogni campo, è sempre una minoranza che si
impone e governa la maggioranza (teoria della
classe dominante “versus” teoria delle élites)
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-
In senso lato, con il termine politica ci si riferisce all’attività
decisionale che viene espletata in un qualunque ambito;
-
in senso specifico, la politica ha a che fare con il potere politico
(=esercizio o possibilità dell’esercizio della coercizione fisica). In
questo senso la politica, che si gioca sempre sul sottile filo
consenso\uso della forza, presenta due dimensioni:
a) Politics: regole del gioco politico, relazione amico\nemico, nella
modernità dimensione dove si articola il sottile equilibrio tra
mutamento e conservazione dell’ordine; ha più a che fare con la
dimensione della potenza che dell’autorità
b) Policy: amministrazione e governo. E’ possibile grazie
all’esistenza di un’autorità (conditio sine qua non)
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Lo Stato consiste in un apparato politico che esercita su un
determinato territorio il monopolio legittimo della forza fisica.
Lo Stato-nazione è uno Stato in cui la grande maggioranza
della popolazione è composta da cittadini che si considerano
parte di una medesima nazione.
La maggior parte delle società moderne sono Statinazione (forma dominante della politica
contemporanea).
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Le caratteristiche dello Stato-nazione:
- sovranità: esercizio dell’autorità su un territorio dai
confini chiaramente definiti, all’interno dei quali chi la
detiene ha il monopolio legittimo della forza fisica;
- cittadinanza: la maggior parte degli individui sono
cittadini con eguali diritti e doveri, membri a pari titolo
della stessa comunità politica;
- nazionalismo: insieme di simboli e credenze che danno
un senso di appartenenza a una comunità nazionale.
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Due forme fondamentali di regime (o sistema) politico
Democrazia
Autoritarismo
= governo del popolo
diretta
- limitazioni o assenza della
partecipazione popolare;
- precedenza degli interessi dello
Stato su quelli del cittadino;
- assenza di procedure sancite
giuridicamente per l’alternanza
di governo.
rappresentativa
decisioni prese da rappresentanti
eletti dai detentori dei diritti politici
decisioni prese insieme dai detentori
dei diritti politici
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Paradosso della democrazia
La democrazia si diffonde
in tutto il mondo
Crescono l’insoddisfazione
e l’indifferenza per la democrazia
Daniel Bell  i governi nazionali sono:
- troppo piccoli per affrontare le grandi questioni (concorrenza
economica mondiale, distruzione dell’ecosistema terrestre);
- troppo grandi per affrontare le piccole questioni (problemi
locali).
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Parte II: i principali attori del sistema
politico
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• La modernità porta con sè l’idea della reciproca
autonomia tra “società politica” e “società civile”;
• tuttavia, società politica e società civile fanno
parte del medesimo sistema e dunque sono
interdipendenti;
• ne consegue che gli ATTORI POLITICI sono
strettamente interdipendenti con i soggetti sociali
(classi, gruppi economici, ecc.) e, in forme
diverse, li “rappresentano” (formalmente o
sostanzialmente)
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L’attività politica si può esercitare in forme
ortodosse
- partiti politici;
- elezioni;
- rappresentanza.
eterodosse
- rivoluzioni;
- movimenti sociali.
La rivoluzione consiste nel rovesciamento di un ordine
politico attraverso un’azione violenta di massa.
Un movimento sociale è un’azione collettiva tesa a
perseguire un interesse o un obiettivo comune di
trasformazione, attraverso iniziative esterne alle
istituzioni.
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Un PARTITO è un’organizzazione orientata alla conquista del
potere politico.
Un sistema di partito dipende da:
- vicende storiche;
- cultura politica;
- tipo di sistema elettorale.
Schematicamente:
- sistema elettorale maggioritario  sistema bipartitico
(convergenza verso il centro, due partiti dominanti e spesso simili)
- sistema elettorale proporzionale  sistema multipartitico
(rappresentanza di alternative radicali, governi di coalizione,
rischio di elezioni anticipate)
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I MOVIMENTI SOCIALI variano in base a:
- tipo di conflitto espresso (materialisti versus post-materialisti);
-identità e progetto (totalizzante versus parziale; ideologia
politica e utopia sociale versus pragmatico);
- modo di svolgimento dell’azione collettiva o repertori di
protesta (logica del numero, del danno, della testimonianza);
- forme organizzative (verticali versus reticolari).
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• I contro-movimenti si oppongono a quelli sorti
per provocare un cambiamento (animati spesso
dal contro-soggetto del conflitto);
• adottano il medisimo “stile” complessivo;
• inizialmente si dispiegano per difendere uno
status quo; alcuni si trasformano promuovondo
un contro-progetto (rielaborazione ideologicoutopica di una qualche “tradizione”)
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•
I movimenti sociali e i contro-movimenti si
trasformano in base ad un ciclo:
a) Stato nascente
b) Mobilitazione
c)
Consolidamento (o Smobilitazione = maggior
pericolo di formazione di gruppi minoritari e
terroristici)
d) Istituzionalizzazione (il movimento si fa partito,
rete associativa, innerva delle sue innovazioni il
tessuto sociale)
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Dopo l’ascesa e il consolidamento del movimento operaio
(il principale movimento della società industriale) dalla
seconda metà del XX secolo i movimenti sociali si sono
diffusi in tutto il mondo:
- movimenti femministi e per i diritti civili (anni ’60 e ’70);
- movimenti antinucleare ed ecologico (anni ’80);
- movimenti per i diritti degli omosessuali (anni ’90);
- movimenti antiglobalisti (inizio del XXI secolo).
Essi sono definiti nuovi movimenti sociali  prodotti della
società tardo-moderna che differiscono dalle forme di
azione collettiva precedenti per: obiettivi, metodi,
orientamenti
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L’uso delle tecnologie informatiche da parte dei nuovi
movimenti sociali consente di:
- costruire reti internazionali diffuse in tutto il mondo;
- la coalizzazione dei movimenti sociali di tutto il mondo in reti
internazionali;
- rispondere immediatamente agli eventi;
- accedere a fonti di informazione;
- premere su multinazionali, governi e organismi internazionali.
Netwars: conflitti internazionali generalizzati, che hanno per
oggetto l’informazione e la capacità di richiamare l’attenzione
pubblica.
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Parte III: i movimenti nazionalisti
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I movimenti nazionalisti sono i movimenti sociali più
importanti del mondo contemporaneo.
E. Gellner: nazionalismo, nazione e stato nazionale sono un
prodotto della civiltà moderna e risalgono alla rivoluzione
industriale del tardo XVIII secolo.
nazione e nazionalismo erano sconosciuti nelle società
tradizionali.
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Critiche alla teoria di Gellner
- non spiega le passioni che il nazionalismo è in grado di
suscitare  la forza del nazionalismo è la sua capacità di
creare un’identità;
- sottovaluta il fatto che il nazionalismo attinge a sentimenti e
forme di simbolismo che risalgono a epoche precedenti.
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Il fenomeno delle nazioni senza stato
La presenza di etnie diverse da quella maggioritaria in uno
stato nazionale crea situazioni nelle quali si danno molte
caratteristiche costitutive della nazione, ma senza una
comunità politica indipendente  nazione senza stato
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Si possono distinguere tre tipi di nazioni senza stato:
- lo stato nazionale riconosce le differenze culturali della
minoranze etniche e consente loro un certo grado di
espressione attiva, ma il potere resta concentrato nella mani
del governo e del parlamento nazionale (es. Scozia, Galles,
Paesi baschi e Catalogna);
- lo stato nazionale ha una struttura federale e garantisce
alle minoranze etniche una maggiore autonomia (es. Quebec
e Fiandre);
- lo stato nazionale nega con la forza il riconoscimento delle
minoranze etniche (es. tibetani in Cina, curdi e palestinesi in
Medio Oriente, ceceni in Russia).
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Nei paesi in via di sviluppo i percorsi del nazionalismo,
della nazione e dello stato nazionale sono stati diversi da
quelli seguiti nelle società industriali, poiché:
- sono in gran parte ex colonie europee  hanno da poco
conquistato l’indipendenza;
- i loro confini sono stati tracciati arbitrariamente  sono
mosaici composti da diverse etnie;
- ottenuta l’indipendenza, si sono dovuti scontrare con la
difficoltà di creare un’idea di nazione e di appartenenza
nazionale.
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La globalizzazione sta sempre più incidendo:
- sullo sviluppo di un “mondo senza confini”;
- sull’indebolimento dell’identità nazionale.
Crisi dello stato-nazione e guerre civili postmoderne
Ma allo stesso tempo:
- La maggior parte dei paesi del mondo oggi è uno stato
nazionale (o aspira a esserlo) tranne i failed states;
-lo stato nazionale è divenuto un’istituzione politica universale;
-Il nazionalismo è ancora una risorsa di mobilitazione forte e
genera “comunità esplosive”
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