Funzione tutoriale in Alternanza Scuola / Lavoro Corso tutor interni in A.S.L. USRV Regione Veneto Treviso 14/12/09 Schema dell’intervento • • • • • Raccordi con i precedenti interventi Normativa di riferimento Cosa significa fare ed essere tutor Strumenti per il tutor Elementi di criticità e di positività M.Bernardi 2 Per una continuità con le precedenti relazioni… Funzione tutoriale perché? Nei sistemi formativi avanzati occorre ripensare l’azione formativa per rispondere all’evoluzione dei modelli classici e routinari, per superare logiche prettamente trasmissive, tipiche di un setting tradizionale in funzione del raggiungimento degli obiettivi posti dalla U.E. M.Bernardi 3 Per una continuità… • Funzione tutoriale perché? In favore di un trattamento personalizzato dell’allievo e per favorire il progressivo sviluppo di autonomia e consapevolezza delle risorse cognitive ed emotive dell’allievo di fronte alla complessità dei saperi e delle conoscenze (relazione prof. Rigo) M.Bernardi 4 Per una continuità… Funzione tutoriale perché? Nella riforma del mercato del lavoro emerge la necessità di un nuovo raccordo tra mondo della scuola e realtà del lavoro e di forme di “accompagnamento” per incrementare le forme di integrazione (relazione prof.ssa Ascione) M.Bernardi 5 Elementi normativi Legge 53/03 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (art4 comma2) Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77 "Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53" M.Bernardi 6 Decreto Legislativo n°77 del 15/04/05,art. 5 1 Nei percorsi in alternanza la funzione tutoriale e' preordinata alla promozione delle competenze degli studenti ed al raccordo tra l'istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il territorio. La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza e' svolta dal docente tutor interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno di cui al comma 3. . M.Bernardi 7 2 Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza. M.Bernardi 8 Funzione tutoriale che si realizza Sul versante educativo • Promozione delle competenze, assistenza e guida dello studente • Cura della progettazione, monitoraggio dell’azione formativa e valutazione E non dell’esperienza Sul versante organizzativo • Raccordo tra istituzione scolastica, mondo del lavoro e territorio • Cura dei flussi comunicativi interni e della gestione della documentazione solo… M.Bernardi 9 Tutoraggio: forma di assistenza educativa che, sviluppandosi nell’ambito di un rapporto personalizzato, mira ad aiutare l’allievo ad assumersi la responsabilità della propria formazione e al tempo stesso a risolvere i problemi ad essa connessi. (Thesaurus europeo dell’educazione) M.Bernardi 10 Funzioni del tutoraggio • Individuazione potenzialità: facilitare nel soggetto il riconoscimento di risorse da lui utilizzabili. • Scaffolding affettivo e motivazionale: incoraggiare, aiutare, approvare. • Orientamento: mostrare come si fa, rendere espliciti gli obiettivi, delineare delle possibilità. • Comunicazione: favorire l'interscambio e le integrazioni di conoscenze teorico-pratiche tra i diversi partners. M.Bernardi 11 In ASL – docente, tutor o responsabile di progetto? • Ruoli diversi che possono essere affidati alla stessa persona, tuttavia è necessario distinguere quali azioni afferiscono ad un ruolo e quali ad un altro • Si tratta di ruoli contigui che possono essere sovrapponibili per alcuni aspetti, cambia il livello di autonomia e responsabilità in relazione ad un obiettivo (educativo – organizzativo –gestionale) M.Bernardi 12 Per identificare un ruolo… • definire compiti e azioni (oggetto) • svolti con o per qualcuno (rapporti) • utilizzando capacità personali e professionali • funzionali ad un obiettivo chiave riconosciuto all’interno e all’esterno dell’organizzazione . M.Bernardi 13 Quali sono gli l’obiettivi chiave? Identità di ruolo Aspettative personali Vincoli della struttura Cosa mi attendo dall’assunzione di questo ruolo? (connesse al sé, alle relazioni, al lavoro) Quali limiti nell’autonomia d’azione? (tempi, spazi, risultati, rapporti ecc.) Aspettative dei ruoli contigui Cosa gli altri si attendono da me? (in termini di azioni, risultati, tipo di relazioni ecc.) M.Bernardi 14 Aree da presidiare 6 aree di presidio per l’esercizio di un tutoraggio efficace: • culturale-simbolica, ovvero di costruzione di senso e di significato durante l’azione formativa; • socio-affettiva, ovvero di ascolto e sostegno del singolo e del gruppo, di “lettura” e interpretazione delle dinamiche di gruppo; M.Bernardi 15 negoziale-integrativa, ovvero di mediazione e di gestione strategica rispetto alla rete di relazioni che si crea tra partecipanti- docenti- committenti; educativo-processuale, ovvero di presidio del processo formativo e di monitoraggio dell’apprendimento, di valutazione; logistico-organizzativa, ovvero di cura degli aspetti organizzativi, procedurali, operativi che consentono lo svolgimento dell’evento; normativo-formale, ovvero di garanzia e rispetto delle regole, di documentazione. Benozzo A., Piccardo C., 2002 ( a cura di), Tutor all’opera, Guerini e Associati, Milano M.Bernardi 16 Per presidiare queste aree occorre fornire una risposta a: Quali obiettivi sono prioritari? Di cosa si occupa il tutor? Quali capacità mette in gioco il tutor? M.Bernardi Con chi si rapporta? 17 Area culturale - simbolica • Cosa fa?: comunica la cornice concettuale e istituzionale dell’ASL, traccia il confine di senso dell’esperienza • Con chi?: con dirigenti, colleghi, studenti, genitori • Con quali capacità?: di comunicazione, di gestione delle riunioni, di condivisione di una vision della scuola ecc. M.Bernardi 18 Area socio - affettiva • Cosa fa?: ascolta, sostiene le ansie, i timori relativi all’impatto con il nuovo ambiente, fornisce aiuto nella gestione delle emozioni, stimola l’autovalutazione e l’empowerment • Con chi?: prevalentemente con studenti • Con quali capacità?: di comunicazione e gestione delle relazioni M.Bernardi 19 Area negoziale integrativa • Cosa fa?: ricerca e mette in contatto l’ interno e l’esterno della scuola, media tra esigenze e “linguaggi” diversi, individua soluzioni soddisfacenti tra più interlocutori, gestisce le relazioni strategiche tra i diversi “attori” • Con chi?: con i colleghi, il tutor esterno, gli studenti e i genitori • Con quali capacità?: di comunicazione, di cooperazione, di problem solving, di negoziazione, di presa di decisione in modo condiviso M.Bernardi 20 Area educativo processuale • Cosa fa?: partecipa alla progettazione, individua e propone esperienze formative finalizzate, ha cura del processo d’apprendimento, partecipa al monitoraggio e alla valutazione finale degli apprendimenti e dell’esperienza • Con chi?: principalmente con i colleghi, il tutor esterno e gli studenti • Con quali capacità?: di co-progettazione, di sviluppo delle competenze, di valutazione e di innovazione. M.Bernardi 21 Area logistico organizzativa • Cosa fa?: cura gli aspetti organizzativi del processo (tempi, spazi, materiali), stabilisce delle procedure, rintraccia e mette a disposizione strumenti necessari per “facilitare” l’acquisizione di competenze • Con chi?: principalmente con i colleghi e il tutor esterno • Con quali capacità?: di comunicazione e di organizzazione M.Bernardi 22 Area normativo -formale • Cosa fa?: cura gli aspetti documentali del processo (contratti formativi, registri, elementi per la valutazione ecc.), redige la documentazione richiesta dal progetto, comunica le “regole” dell’esperienza agli interessati e chiede il loro rispetto ecc. • Con chi?: Dirigente Scolastico, Segreteria, Aziende, studenti • Con quali capacità?: di comunicazione e di corretta gestione della documentazione M.Bernardi 23 Dirigente scolastico Docenti Comitato scientifico Referente progetto d’istituto C.d.C Titolare o referente d’azienda Segreteria Tutor interno Tutor esterno Allievi Genitori M.Bernardi 24 Per vivere bene nelle organizzazioni Una “sana” gestione del ruolo implica anche la definizione esplicita dei limiti d’autonomia e dei livelli di responsabilità M.Bernardi 25 Ruolo di possibile tensione perché … • Ruolo di confine (probabili diversità di aspettative e di gestione dei processi di comunicazione) • Ruolo nuovo (difficoltà di messa a fuoco di aspettative adeguate) • Ruolo innovativo (stimola modifiche nel proprio comportamento, nel comportamento degli altri, nelle regole organizzative) M.Bernardi 26 Elementi di criticità Il tutor in ASL è un ruolo che richiede una negoziazione lunga e faticosa che coinvolge, insieme al tutor stesso, i suoi numerosi stakeholders, al di là di quanto dichiarato nei documenti di progetto • Negoziazione tra diverse aspettative di ruolo, spesso implicite nelle richieste che si rivolgono al tutor. • Aspettative implicite e aspettative esplicite possono confliggere, essere incoerenti rispetto ai risultati, legate ad interessi personali più che organizzativi ecc. M.Bernardi 27 Il focus dell’attività del tutor in ASL • Tutorship indica una relazione • Il Tutor in ASL diviene il fulcro delle relazioni che si stabiliscono tra i diversi “attori” M.Bernardi 28 IN SINTESI IL DOCENTE TUTOR Presidia l’area della comunicazione garantendo il passaggio delle informazioni fra tutti i partecipanti ai processi educativi e di apprendimento, tra la scuola e l’organizzazione lavorativa Presidia l’area della relazionalità ponendosi come facilitatore di relazioni positive, rendendo più facile l’inserimento e l’appartenenza al gruppo classe e l’inserimento nella realtà lavorativa Presidia l’area della progettazione formativa attuando una mediazione sul piano progettuale in modo che le strategie didattiche differenziate si svolgano all’interno di un piano unitario il cui scopo è costituito dal successo formativo di ciascun soggetto M.Bernardi 29 Strumenti di lavoro per l’organizzazione • Data base aziende • Documentazione a supporto dell’alternanza (prima del periodo di inserimento in azienda) Richiesta Adesione Azienda Alternanza Scuola-Lavoro.doc ,lettera azienda invio doc .doc,Abbinamenti Studenti-Tutor Scolastico ASL 2009-2010.doc, Convenzione con ditta.doc,Patto formativo.doc • M.Bernardi 30 Strumenti di lavoro per la valutazione • strumenti di monitoraggio e valutazione (in itinere ed ex post)Allegato 1 azienda valuta scuola.doc,Allegato 2 valutazione azienda studente.doc, Allegato 3 stagista valuta azienda.doc, Allegato 4 stagista valuta scuola.doc, Allegato 5 stagista valuta ASL.doc, Allegato 6 scuola valuta azienda.doc, Allegato 7 scuola valuta stagista.doc, Allegato 8 CdC valuta stagista.doc M.Bernardi 31 Possibili momenti difficili • Con il consiglio di classe in fase di progettazione (stesura del progetto, tema dell’equivalenza formativa, modificazioni o integrazioni al curricolo…) e di valutazione (chi valuta cosa e come) • Con il Comitato Tecnico Scientifico nella fase di validazione (cosa può apportare all’interno della scuola, quali feedback può cogliere l’istituzione, quale convenienza per ciascuno….) • Con il Collegio Docenti nelle fasi di ideazione e valutazione (per diversità di visioni della scuola, per mancanza di prospettive comuni, per difficoltà gestionali, per mancanza di documentazione sufficiente, per contrasti interpersonali, …) M.Bernardi 32 Possibili momenti “d’oro” • La motivazione degli allievi • L’appoggio dei genitori • Il “riconoscimento sociale” dei tutor esterni • Le innovazioni nella scuola riconducibili all’esperienza in ASL M.Bernardi 33 Consigli per vivere bene il ruolo di tutor • • • • “Mai da soli”: il gruppo è una forza Non accettare deleghe in bianco dal c.d.c. Coinvolgere il dirigente Rendere i genitori e gli studenti parte attiva • Valorizzare le aziende • Pianificare, realizzare, verificare e cambiare (insieme a …) M.Bernardi 34 Per un tutor … È importante aver “cura” dei più giovani M.Bernardi 35 Per un tutor È necessario apprendere come sfruttare le situazioni mantenendo gli “equilibri” M.Bernardi 36 Per un tutor Il gruppo è una forza M.Bernardi 37 Per un tutor È importante capire quando dire “no”, se è il caso. M.Bernardi 38 Per un tutor È opportuno avere una “visione dall’alto” dell’Alternanza M.Bernardi 39 Per un tutor (… come per tutti) È necessario trovare occasioni di felicità nel lavoro M.Bernardi 40