Avanzamento manuale
Come credenti in Gesù Cristo, animati dal desiderio di far conoscere colui che
ha dato senso e speranza alla nostra vita, ci rivolgiamo con rispetto e amicizia
a tutti i cercatori di Dio.
Li riconosciamo in tanti uomini e donne del nostro tempo, guardando alla
situazione di inquietudine diffusa…
Siamo cercatori di felicità, appassionati e mai sazi. Questa inquietudine ci
accomuna tutti. Sembra quasi che sia la dimensione più forte e consistente
dell’esistenza, il punto di incontro e di convergenza delle differenze.
Non può essere che così: è la nostra vita quotidiana il luogo da cui sale
la sete di felicità. Nasce con il primo anelito di vita e si spegne con
l’ultimo. Nel cammino tra la nascita e la morte, siamo tutti cercatori di
felicità.
Chiunque ama la vita e cerca la gioia duratura per sé e per gli altri, non
riuscirà certamente ad accontentarsi di proposte che legano la felicità
unicamente al possesso, alla conquista, al potere, al solo piacere, all’egoismo
personale e di gruppo.
Come credenti, abbiamo una convinzione irrinunciabile, che ci viene dalla nostra
esperienza cristiana….La vita è bella nonostante tutte le prove e le disavventure,
perché esistiamo e sperimentiamo l’amore.
L’esperienza della fragilità, del limite, della malattia e della morte può
insegnarci alcune cose fondamentali. La prima è che non siamo eterni…La
seconda e che non siamo onnipotenti…e infine la fragilità ci insegna che i beni
più importanti sono la vita e l’amore.
La fede cristiana non è una delle tante visioni del mondo o interpretazioni
della storia, personale e collettiva, Per un cristiano la fede è incontro con
Gesù di Nazareth, condannato alla morte di croce dagli uomini, ma che Dio
ha risuscitato dai morti…
La prospettiva che illumina la vita, anche nel duro confronto con la morte,
è…la speranza dischiusa dalla risurrezione di Cristo.
Nell’esperienza cristiana, la speranza è una dimensione irrinunciabile, fondata
nell’incontro stesso col Signore Gesù: è lui risorto da morte a illuminare il
presente e ad aprire il nostro sguardo verso un futuro affidabile e bello.
Il paradiso è un’immagine per dire il compimento della nostra esistenza come
relazione piena con Dio e con tutte le persone che abbiamo amato e che ci hanno
amato…Davvero l’annuncio cristiano del paradiso è bella notizia: ci aiuta a
vivere con speranza e responsabilità la nostra vita, perché non siamo esseri
viventi il cui orizzonte è la morte, ma esseri mortali il cui orizzonte è la vita.
Signore mio Dio unica mia
speranza, fa che stanco non smetta
di cercarTi, ma cerchi il Tuo volto
sempre con ardore.
Dammi la forza di cercare ,
Tu che ti sei fatto incontrare, e mi
hai dato la speranza di sempre più
incontrarTi.
Davanti a Te sta la mia forza e la
mia debolezza: conserva quella,
guarisci questa.
Davanti a Te sta la mia scienza e la
mia ignoranza; dove mi hai aperto,
accoglimi al mio entrare; dove mi
hai chiuso, aprimi quando busso.
Fa che mi ricordi di Te, che intenda
Te, che ami Te. Amen!
(S.Agostino)
Elaborazione dalla “Lettera ai cercatori di Dio“ CEI, Commissione
Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi,
(Aprile 2009)
a cura delle Monache Benedettine S. Margherita Fabriano
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cercatori di Dio