Salvatore Quasimodo
Alle Fronde dei salici
ALLE FRONDE DEI SALICI
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E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Analisi tematica
Parafrasi: Come potevamo noi ancora scrivere
poesie durante l'occupazione tedesca, con i morti
sparsi nelle piazze sui prati gelidi, ascoltando il
pianto innocente dei fanciulli, e l'urlo disperato
delle madri che cercavano i figli uccisi appesi al
palo del telegrafo? Abbiamo lasciato, per voto, le
nostre cetre appese ai rami dei salici, che
oscillavano inerti al triste vento della guerra.
L'autore in questa poesia sottolinea l'impossibilità per i poeti di scrivere durante una
guerra. Gli uomini sconvolti dalla violenza non possono cantare, la loro voce tace
davanti agli orrori dell'occupazione nazista e, come gli ebrei nel salmo 137, appendono
le loro cetre ai salici.
1) tema: la solidarietà tra gli esseri umani (noi) 2) tema: bambini principali vittime della
violenza 3) tema: il dolore provocato dalla guerra
LIVELLO FONICO METRICO E
RITMICO
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Unica strofa composta da 10 versi senza una
precisa struttura rimica.
I versi sono tutti endecasillabi
Enjambement (al lamento / d’agnello);
(figlio/crocifisso)
Solo una rima (lamento 4/vento 10) ma, «il
discorso si sviluppa in forme più comunicative,
insieme drammatiche e composte nel loro
misurato rigore, attraverso la chiara scansione
degli endecasillabi» (G. Baldi)
LIVELLO LESSICALE
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La poesia contiene sia termini del linguaggio colto (cetre)
sia termini più concreti e quotidiani (il palo del telegrafo)
Termini simbolici: agnello (l'innocente sacrificato), croce
(moderno Cristo), cetra (rappresenta la poesia), salice
(l’albero del pianto)
Uso della prima persona plurale: il poeta si fa interprete di
un sentimento collettivo
«La lirica è composta da due periodi: il primo, in cui le
immagini evocano gli orrori della guerra dell’occupazione
nazista, è una lunga domanda che si apre con “E come”,
che già dà il senso dell’interrogarsi angoscioso del poeta;
gli ultimi tre versi costituiscono la seconda parte,
esplicativa» (Marisa Carlà)
LIVELLO
RETORICO
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Domanda retorica iniziale: E come potevamo ...
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metafore: (con il piede straniero; sopra il cuore)
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analogia: (al lamento d’agnello)
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sinestesia: (l’urlo nero)
ALLE FRONDE DEI SALICI di SALVATORE
QUASIMODO fa parte della raccolta poetica Giorno dopo
giorno pubblicata nel 1947.
La poesia fa riferimento
all’occupazione nazista avvenuta dopo l’8 settembre
1943. Racconta lo stesso poeta: “La poesia è stata scritta
alla fine dell’inverno del 1944 nel periodo più crudele
della nostra storia. Nasce da un richiamo a un salmo
della Bibbia, precisamente il 137°, che parla del popolo
ebreo trascinato in schiavitù a Babilonia. È un riferimento
culturale. Il poeta non canta, dico io nel primo verso; e
questo lo dicevano gli ebrei perché il canto è la
rivelazione più profonda del sentimento dell’uomo. “Al
lamento / d’agnello dei fanciulli” , da questo sterminio non
è stata risparmiata nemmeno l’infanzia. Basta ricordare
l’episodio di Marzabotto dove sono stati fucilati e bruciati
1800 italiani. Fra questi, anche bambini di due anni”.
Esprime il nuovo modo si scrivere di Quasimodo dopo la
prima opera Acque e terre e dopo il periodo ermetico.
Ora il poeta si avvia alla nuova di poesia sociale, civile e
corale come scrive nel primo dei saggi sulla poesia nel
1946. La sua bellezza poggia su di un linguaggio nuovo e
chiaro, costruito su tecniche ermetiche ma oramai
sganciate dall’ermetismo, ed esprime la volontà del poeta
di far parlare la poesia dopo il periodo di silenzio.
CON
TES
TUA
LIZZ
AZIO
NE
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Alle Fronde dei salici