PROGETTO DI ZONA
2012 - 2016
UN PO’ DI NUMERI PER COMINCIARE….
Nella zona di Forlì sono presenti 17 gruppi che operano in 21 realtà
parrocchiali… Di questi, 12 sono nel Comune di Forlì e gli altri 5 in
altrettanti comuni del circondario (Forlimpopoli, Bertinoro, Meldola,
Predappio, Rocca)
Nel 2012 i capi censiti nei gruppi sono 312, gli AE 18, altri 37 sono
censiti in zona e svolgono vari incarichi o servizi in supporto alla zona,
nelle pattuglie PC, Ambiente, nella rivendita "il Gallo", nei Foulards
Blancs e nell’associazione “La Traccia” che si occupa della gestione delle
case scout.
I ragazzi censiti sono invece 1596 distribuiti in 25 branchi (625 L/C),
27 reparti (642 E/G) e 16 clan (329 R/S).
I valori di fondo del progetto
Il cammino continua…In questi anni è aumentato il senso di
appartenenza associativa, grazie allo stile di confronto e di
collaborazione vissuto dai capi nelle Branche e grazie al lavoro
del Consiglio di Zona
Essere capi”, non “fare i capi”…siamo persone prima che capi e
siamo coscienti che la nostra missione educativa si realizza con
ciò che trasmettiamo in parole e azioni, ma soprattutto con la
testimonianza di ciò che siamo nel profondo. Se noi oggi siamo
chiamati ad essere capi è perché un Altro per primo ci ha
affascinati, accolti ed amati per quello che siamo: sentiamo così
di potere, a nostra volta, accogliere ed amare i nostri ragazzi, con
entusiasmo e voglia di spenderci gratuitamente
Gli ambiti del nostro progetto
Come Agesci ci diamo un progetto per migliorare l’intenzionalità e la
concretezza della nostra azione educativa. Abbiamo scelto di mantenere
quattro ambiti di intervento per distinguere meglio i diversi elementi su
cui impegnarci come Zona, ma siamo consapevoli che vari obiettivi sono
tra loro intrecciati e interdipendenti;
Abbiamo inoltre pensato di celebrare i 90 anni dello scoutismo
forlivese nel 2013 con una route dei capi e crediamo che questo
evento possa offrire l’opportunità di vivere i quattro ambiti di questo
progetto in un’ esperienza forte e unificante.
1.
Trasmettere la fede sentendosi chiesa
2.
3.
Vivere il territorio e raccontarlo
Mantenere la qualità e promuovere il
cambiamento
4.
Investire nella formazione
permanente.
1. Fede e Chiesa diocesana
Il precedente progetto di Zona ha favorito una maggiore collaborazione
dell’Agesci con le altre associazioni diocesane ……evidenziando nello stesso
tempo alcuni problemi riguardanti la rappresentanza dell’associazione, il
coinvolgimento della base e lo stile “pesante” di questi eventi.
Senza moltiplicare gli eventi, crediamo che la Zona debba responsabilizzare
le Comunità Capi nella scelta, le branche nella preparazione e i
singoli capi nella testimonianza.
La carenza di assistenti e l’aumento dell’età nei sacerdoti della nostra diocesi,
così come il dibattito regionale sul percorso di iniziazione cristiana
all’interno delle unità, pongono l’associazione di fronte a nuove sfide.
OBIETTIVI - Fede e Chiesa diocesana


Far crescere nei capi il senso di
appartenenza alla Chiesa
Curare la formazione del capo –
catechista
Comitato
Cura
delle
relazioni con le
altre associazioni
ecclesiali
Organizzazione
di un convegno
sul tema
dell’iniziazione
cristiana
Organizzazione
di momenti di
incontro e
confronto con
vescovo, AE e
parroci
Consiglio
Organizzazione
di
occasioni formative
sul tema fede (catechesi
per CoCa, momenti di
spiritualità …)
Divulgazione di
occasioni formative
presenti in diocesi
(proposte dell’Ufficio
Catechistico;
Laboratori della fede;
…)
Confronto di
esperienze con le
diverse realtà della
Diocesi per un
arricchimento
reciproco
Branche
Coinvolgimento
Capi
Riscoperta e
nella
valorizzazione
preparazione
del servizio di
degli eventi
capo come
diocesani
vocazione e
Approfondiment testimonianza.
o del tema
catechesi in unità
(promuovendo il
confronto di
esperienze e la
diffusione di
strumenti)

2. Territorio
L’Agesci è sicuramente fra le associazioni giovanili più importanti del nostro
territorio: siamo riconosciuti e cercati sia dalle Istituzioni …..da altre
associazioni
Pur rimarcando la specificità della nostra missione educativa, riteniamo di
poter migliorare la nostra “presenza” nel territorio in termini di
testimonianza.
La fiducia nel futuro, lo spendersi per le nuove generazioni, l’impegno per il
“bene comune” e l’attenzione per l’ambiente sono aspetti ordinari della
nostra vita scout.
Va consolidata e migliorata l’esperienza di comunicazione all’interno e
all’esterno della zona, curando maggiormente il collegamento coi gruppi...
Tenendo conto infine dell’evoluzione della società nel nostro territorio
riteniamo di doverci porre maggiormente di fronte al problema
dell’integrazione fra culture, con l’ingresso nelle nostre unità degli
immigrati di seconda generazione.
OBIETTIVI - Territorio


Migliorare la consapevolezza dei capi di
“vivere il territorio” attraverso il servizio
Rendere la presenza scout sul territorio più
efficace, significativa e concreta
(partecipazione dei gruppi e comunicazione)
Comitato
Cura
del sito di
zona e dei rapporti
con la stampa locale
Cura dei
rapporti con le
Istituzioni (Comune,
Provincia, Ente
Parco…)
Maggiore
coordinamento
con le Pattuglie
PC e Ambiente,
Collaborazione
con le altre
associazioni
Consiglio
Conoscenza
e
diffusione delle
attività della
Pattuglia Ambiente,
della PPC e dei
Foulard Blanc
Collaborazione
solida e ordinaria
con Il Momento
Sensibilizzazion
e ai temi del
consumo critico
Branche
Eventi
di branca
sul territorio con
attenzione alle zone
“prive di scoutismo”
Confronto sulle
esperienze legate
all’ingresso in unità
di ragazzi immigrati.
Capi
Protagonisti
nel territorio con
il proprio
servizio e capaci
di “raccontarlo

3. Associazione e Sviluppo
Consapevoli che lavorare per uno sviluppo che dia qualità alla proposta scout
sia un continuo divenire, riteniamo che l’impegno sullo sviluppo debba
seguire due filoni: il mantenimento qualitativo dell’esistente, anche
come capacità di affrontare con chiarezza di intenti e fiducia reciproca le
situazioni critiche, e la promozione dello sviluppo vero e proprio.
Queste due filoni non solo guardano nella stessa direzione ma si sostengono
l’un l’altro perché sono parte della stessa progettualità. E’ difficile
sopravvivere se non si guarda lontano, è rischioso guardare lontano se non
si hanno piedi forti e ben piantati.
L’esperienza vissuta insieme in questi anni ci ha reso consapevoli come da soli
non si vada da nessuna parte. Crediamo quindi che i gruppi siano chiamati
a vivere il proprio scoutismo superando il pensiero debole
dell’autoreferenzialità, a condividere lealmente le proprie situazioni in zona,
sperimentando anche l’efficacia della “contaminazione buona” e lavorando
in un clima fraterno e sereno.
OBIETTIVI – Associazione e Sviluppo

Consolidare la qualità della proposta
scout presente nei gruppi

Favorire uno sviluppo sostenibile nel
tempo
Comitato
Progetto
di
sviluppo nel
territorio con
attenzione
all’esistente e al
“nuovo possibile”
Monitoraggio
dell’andamento dei
gruppi
Sostegno e
accompagnament
o alle Coca dei
gruppi in difficoltà
Consiglio
Definizione
di
un piano di
sviluppo annuale,
per far il punto
come zona e
condividere risorse e
bisogni
Formazione
specifica dei capi
gruppo per
sostenerli nella loro
programmazione,
anche mettendo in
circolo le diverse
esperienze
Branche
Capi
Coordinamento
Sensibilizzazion
proficuo degli
Iabz col comitato
come osservatorio
privilegiato sulla
vita delle unità
Approfondiment
o della riflessione
sui percorsi verso la
e dei Capi a
portare il proprio
servizio dove
“serve”
partenza
4. Formazione Capi
Crediamo che la nostra competenza di capi unita alla “solidità” di persone
testimoni delle scelte della “partenza” farà la felicità degli altri e dunque la
nostra … E’ importante che i capi siano sostenuti da una forte motivazione e
che sempre più siano resi consapevoli che il loro servizio è risposta ad una
“chiamata”.
La Zona deve quindi fornire valide occasioni di formazione per i
capi nei luoghi “istituzionali” (Consiglio di Zona - Branche –
Convegni), curando in maniera specifica i percorsi di
inserimento di giovani capi nel “tirocinio” e dei capi di
provenienza “extra-associativa”.
Si ritiene infine di poter cominciare ad utilizzare la rete dei formatori della zona
per rispondere in maniera puntuale ed efficace alle specifiche richieste delle
Co.Ca.
OBIETTIVI – Formazione Capi

Contribuire alla crescita metodologica
e associativa dei capi della zona
Curare in maniera particolare la
crescita dei giovani capi nel tirocinio e
degli adulti di provenienza extraassociativa

Comitato
Rete
formatori
al servizio delle
Co.Ca e della Zona
Proposta di
adeguate attività
per capi di
provenienza extraassociativa e per
capi tirocinanti
Incontro con le
Comunità Capi
Consiglio
Attività
formative
finalizzate alla
crescita “al ruolo” e
“nel ruolo” di
Capogruppo
Organizzazione
di una route dei
capi nel 2013
Branche
Relazione efficace
tra IABZ– Comitato
– Consiglio di zona,
al fine di coordinare le
proposte formative
degli incontri di branca
Preparazione degli
eventi di branca
come occasione
formativa e di
confronto fra i capi
Promozione del
confronto fra stili e
tradizioni dei gruppi in
vista degli eventi di
zona.

Capi
Dare
maggiore
solidità ai nostri
capi, fornendo
occasioni di
formazione
permanente e di
confronto
Scarica

pwp - Agesci zona di Forlì