È non
ascoltare
la Parola
di Dio
“Ascoltate: Ecco, il seminatore uscì a seminare:
mentre seminava, una parte cadde lungo la
strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
Un’altra parte cadde sul terreno sassoso,
dove non c’era molta terra; e subito germogliò
perché il terreno non era profondo, ma quando
spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici,
seccò.
Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi
crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
Altre parti caddero sul terreno buono e
diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il
trenta, il sessanta, il cento per uno.”
E diceva: “Chi ha orecchi per ascoltare,
ascolti !”
La parabola è uno strumento comunicativo
che attraverso immagini induce a cercare un
significato
ulteriore
sotto
quello
immediato.
Nel vangelo di Matteo (13,1-23), Gesù
spiega ai discepoli il perché delle parabole,
ricordando le parole del profeta Isaia che
dice:
E Gesù continua: “Ma beati
i vostri occhi perché vedono
e i vostri orecchi perché
sentono. In verità vi dico:
molti profeti e giusti hanno
desiderato vedere ciò che
voi vedete, e non lo videro,
e ascoltare ciò che voi
ascoltate, e non l’udirono!”
Il seminatore con gesto generoso e largo sparge il seme senza
badare a sprechi:
non
è una semina casuale ma
perfettamente intenzionale.
La parola viene seminata sulla strada, sul terreno
sassoso, o tra i rovi: il seme è perciò donato e
consapevolmente gettato.
Il seme, infatti, che contiene in sé la vita, ha
precisamente il potere di rivelare la qualità nascosta e
invisibile del terreno in cui è sparso.
Colui che semina capisce che
il terreno è sassoso solo
dall’esito del seme che vi
aveva intenzionalmente
seminato.
Il seme seminato da
ogni parte svela la natura di
ogni terreno su cui cade,
portandone alla luce le realtà
e gli ostacoli che di volta in
volta si frappongono tra il
seme e la possibilità del
frutto.
In questo svelamento
sta la fecondità del seme e
non solo nel fatto che porta
frutto.
a)Riflessione
b)Insegnamento della Chiesa
c)Il nostro carisma
a)Riflessione
Il seme della
Parola ha il
potere di
smascherarci e
metterci a nudo:
di fronte ad essa
non ci si può
nascondere né si
può fingere.
Non dobbiamo però sentirci sotto esame ma
dobbiamo essere più docili all’ascolto così da non
pretendere che il frutto della nostra semina dipenda
esclusivamente da noi.
Tutto quello che facciamo invece è nelle mani del
Signore e sarà Lui a rendere stabile la nostra casa e fertile il
nostro terreno.
Dobbiamo
educarci
affinché il
seme che ci è
donato possa
giungere a
compimento e
produrre
frutto.
Educarsi significa rinunciare liberamente al desiderio di
voler gestire il domani.
Educarsi significa continuamente rinunciare a questa
gestione, nella consapevolezza che il Padre sa di che cosa
abbiamo bisogno.
Occorre riconoscere semplicemente la potenza di vita che ci
è stata donata.
b)Insegnamento della
Chiesa
VERBUM DOMINI n.25
“A Dio che si rivela è dovuta l’obbedienza della fede con la quale l’uomo
si abbandona tutt’intero e liberamente, prestando il pieno ossequio
dell’intelletto e della volontà e assentendo volontariamente alla
Rivelazione che egli fa.
Con queste parole la Costituzione dogmatica Dei Verbum ha espresso in
modo preciso l’atteggiamento dell’uomo nei confronti di Dio. La risposta
propria dell’uomo al Dio che parla è la fede. In ciò si evidenzia che per
accogliere la Rivelazione, l’uomo deve aprire la mente e il cuore
all’azione dello Spirito Santo che gli fa capire la Parola di Dio presente
nelle sacre Scritture: In effetti è proprio la predicazione della Parola, a far
sorgere la fede, con la quale aderiamo di cuore alla verità rivelataci e
affidiamo tutto noi stessi a Cristo: la fede viene dall’ascolto e l’ascolto
riguarda la Parola di Cristo. E’ tutta la storia della salvezza che in modo
progressivo ci mostra questo intimo legame tra Parola di Dio e la fede che
si compie nell’incontro con Cristo. Con Lui, infatti, la fede prende la
forma dell’incontro con una Persona alla quale si affida la propria vita.
Cristo Gesù rimane presente oggi nella storia, nel suo corpo che è la
Chiesa, per questo l’atto della nostra fede è un atto nello stesso tempo
c) Il nostro carisma
Madre Speranza ci ricorda
che per sradicare dai
nostri cuori le cattive
abitudini e acquistare le
virtù, occorre non soltanto
adornare i nostri cuori con
le gemme preziose della
carità, abnegazione,
mortificazione silenzio e
fervore, bisogna coltivare
con diligenza e particolare
cura la divina parola nel
cuore affinché produca
abbondantemente ricchi
frutti di virtù.
Per l’amore di Dio, necessita mettere tutta la fiducia
e la
gioia nelle parole di Colui che è pienezza di verità, amore,
carità, sapienza e santità. Più precisamente la Madre ci dice:
“ Gesù sa che abbiamo bisogno di due cose, senza
le quali non possiamo fare niente di buono, a
beneficio delle nostre anime o dei nostri fratelli in
questa miserabile vita, ed è per questo che, come a
dei malati, ci ha donato il suo Sacro Corpo come
alimento e ci ha comunicato la sua divina Parola,
affinché sia luce ai nostri passi: Diciamo allora da
questo momento: “Signore, parla che il tuo servo
ascolta.”
“Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto:
spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento
per uno.”
E diceva: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!”
Signore Gesù, di fronte a
te, parola di verità e amore
che si dona, come Pietro ti
dico:
“Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita
eterna.”
Signore Gesù, ti ringrazio
perché la parola del tuo
amore si è fatta corpo
donato sulla croce, ed è
viva per noi nel
sacramento dell’Eucarestia.
Domandiamoci se siamo
disposti a dire il nostro
“SI” al Signore.
Sulla nostra copia seguiamo alcuni solisti che ci
propongono questa bellissima preghiera di Michel Quoist
“Ho paura di dire di sì, o Signore.
Dove mi condurrai?
Ho paura di avventurarmi,
ho paura di firmare in bianco,
ho paura del sì che reclama altri sì.
Eppure non sono in pace.
Mi insegui, o Signore, sei in agguato, da ogni parte.
Cerco il rumore perché temo di inseguirTi,
ma ti infiltri in silenzio.
Fuggo dalla vita perché Ti ho intravisto,
ma mi attendi quando giungo in fondo alla strada.
Dove mi potrei nascondere?
Ovunque Ti incontro:
Non è dunque possibile sfuggirTi?
Ma ho paura a dire sì, o Signore,
ho paura di darti la mano, Tu la tieni nella tua:
Ho paura di incontrare il tuo sguardo, Tu sei un seduttore.
Ho paura della tua esigenza, Tu sei un Dio geloso.
Sono braccato, ma mi nascondo.
Sono prigioniero, ma mi dibatto,
e combatto sapendomi vinto.
Perché Tu sei il più forte o signore,
Tu possiedi il Mondo e me lo sottrai.
Quando tendo le mani per cogliere persone e cose,
esse svaniscono ai miei occhi.
Non è una cosa allegra, Signore,
non posso prendere nulla per me.
Avvizzisce tra le mie dita il fiore che raccolgo,
muore sulle mie labbra il sorriso che abbozzo,
mi lascia ansante ed inquieto il valzer che ballo.
Tutto mi sembra vuoto,
tutto mi sembra vano,
hai creato il deserto attorno a me.
E ho fame.
E ho sete.
Non mi potrebbe saziare il mondo intero.
Eppure ti amavo, o Signore;
che ti ho dunque fatto?
Per Te lavoravo, per Te mi spendevo.
O gran Dio terribile, che vuoi ancora?
Piccolo voglio di più per te e per il Mondo.
Prima conducevi la tua azione,
ma Io non so che farmene.
Mi invitavi ad approvarla, m’invitavi a sostenerla,
volevi interessarmi al tuo lavoro,
ma vedi piccolo, invertivi le parti.
Ti ho seguito con gli occhi, ho veduto la tua buona volontà.
Ora Io voglio di più per te.
Non farai più la tua azione,
ma la volontà del tuo Padre celeste.
Dì un sì piccino.
Ho bisogno del tuo sì, così come ho avuto bisogno del sì di Maria per
venire sulla terra,
perché io debbo essere nel tuo lavoro,
io debbo essere nella tua famiglia,
io debbo essere nel tuo quartiere,
e non devi esserci tu.
Il mio sguardo penetra e non il tuo,
la mia Parola trasporta e non la tua,
la mia vita trasforma e non la tua.
Dammi Tutto, abbandonami Tutto.
Ho bisogno del tuo sì per sposarti e scendere sulla terra.
Ho bisogno del tuo sì per continuare a salvare il Mondo!
O Signore ho paura della tua esigenza,
ma chi ti può resistere?
Affinché venga il Tuo Regno e non il mio,
affinché sia fatta la tua volontà e non la mia,
aiutami a dire Sì.
Michel Quoist
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13 maggio 2012 - 4°La durezza di cuore