Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli
SPAZIO LIBERO
Numero 12 – Maggio 2005
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ANNO I
IL GRUPPO E IL CONTESTO
Lo scenario di riferimento non è dei più incoraggianti: l’economia italiana, nel contesto di un’economia eurohe
avanza, arretra costanteme
Siamo, come paese produttore/trasformatore in una fascia di mezzo e quindi sempre spiazzati: troppo cari i prodotti a
basso valore aggiunto e ad alta manodopera perché mai si potranno comprimere i salari a livello orientale;
troppo scarso il contenuto di innovazione tecnologica nei prodotti maturi come l’auto; infine, al di là di alcune
nicchie, nessuna seria produzione nell’Hi tech.
Aggiungiamo che il tessuto produttivo, l’azienda familiare, condanna le imprese in una dimensione micro e non
potendosi più sperare in una svalutazione competitiva i margini vengono irrimediabilmente erosi.
La necessità di un sistema creditizio che, sul modello tedesco che sta riprendendo colpi, vada oltre il prestare denaro
ma che sia anche consulenza e aggregazione di imprese, se non addirittura, codecisore dei processi produttivi ha
almeno dignità di dibattito, prima che diventi, anziché ragionato e scelto, necessitato dalla mancata restituzione
del debito, come potrebbe essere il caso della Fiat.
Ma il dato dimensionale riguarda anche il sistema bancario: i nostri giganti nel contesto domestico, sono nani nel
contesto europeo, lillipuziani nel contesto mondiale e la ricerca di partner è d’obbligo. La proroga, ancora non
attiva, del fondo nazionale per gli esuberi ci dice che le aggregazioni ci saranno e passeranno ancora una volta
per la cancellazione di posti di lavoro. Ora, per le aggregazioni le strade sono due: le logiche pure del mercato con
cacciatore e preda, oppure il governo dei processi come ambirebbe a fare Fazio. Ma se la strada di Fazio è il
pasticcio di questi giorni o le convenienze politiche, come parte della vicenda Banco insegna o la mancata fusione
San Paolo Banca di Roma di qualche anno fa conferma - solo per rimanere nel Gruppo – allora forse è migliore il
meccanismo di mercato.
Mercato che avrebbe bisogno di regole, di certezze, di rispetto per tutti gli attori del credito: territori di riferimento,
azionisti, clienti, risparmiatori, lavoratori; la risposta a tutto ciò anziché una legge vera, organica sul credito è la
conferma del mandato a vita per il Governatore di Bankitalia.
Il nostro Gruppo è tutto all’interno, di questa logica, con gli amministratori che rilasciano dichiarazioni a ruota libera,
a volte divergenti, su aggregazioni nazionali piuttosto che transfrontaliere. L’unica certezza che vorremmo per
simili operazioni è la trasparenza - così come dichiarato a seguito del fallito tentativo con Dexia - trasparenza
qualunque sia l’interlocutore.
PER LA PRECISIONE
Non sono un fisico, ma in casa qualche elettrodomestico ce l’ho.
Così, quando, con molto ritardo, nel numero di gennaio 2005 di Obiettivo Imprese ho letto la trascrizione
dell’intervento pronunciato dal Direttore Generale nell’ambito della Convention di Sorrento del 3
dicembre, mi ha colto un vago sconcerto.
L’espressione “scaricare a terra il potenziale inespresso” ricorre per ben sei volte.
In maniera tanto poco casuale da essere successivamente ripresa in tutta la gerarchia aziendale, passando
per i Capi Mercato fino ad arrivare ai Direttori di Filiale, un vero e proprio leitmotiv.
Da scettico-probabilista, in primo luogo nei riguardi di me stesso, ho ritenuto opportuno fare una verifica.
Dal Vocabolario della Lingua Italiana di Nicola Zingarelli, dodicesima edizione:
scaricare, A, 6: privare della carica elettrica
terra, A, II, 5: punto di un circuito elettrico con potenziale prossimo allo zero, quale è quello della superficie
terrestre/ Scaricare a terra, far scaricare sul suolo, con un filo, una carica elettrica/ Presa di terra,
sistema di conduttori elettrici collegato direttamente al terreno, nel quale vengono disperse le cariche
elettriche.
Della presa di terra, ha sentito parlare almeno una volta chiunque abbia in casa un elettrodomestico.
Lo sconcerto non era privo di fondamento, tuttavia mi è parso utile un ulteriore approfondimento.
“Il potenziale in un punto di un campo elettrostatico è il rapporto costante tra l’energia potenziale che
acquista una carica posta nel punto considerato, rispetto ad un punto fisso di riferimento, e la carica
medesima. Come potenziale di riferimento si sceglie quello della Terra, posto per convenzione uguale a
zero.”(Fisica per Licei Classici, Paravia, Torino, 1977, pag. 145)
Definito il potenziale come rapporto, esso risulta nullo quando è nullo il numeratore, cioè l’energia
potenziale, di cui vi risparmio la definizione scientifica, ai nostri fini non necessaria.
in sintesi, scaricare a terra significa azzerare, disperdendola, l’energia potenziale.
Esattamente il contrario di quello che, sicuramente, intendeva il Direttore Generale.
Ognuno può scegliere le forme di comunicazione che ritiene che più opportune, ed efficaci.
Tuttavia, perché sia realmente efficace, la comunicazione non può prescindere dalla esattezza, dalla
correttezza dei concetti espressi.
Come direbbe qualcuno, con tanti auguri di buon lavoro.
Il credente deve andare a votare
Nel merito della questione referendaria è bene che ciascuno si informi e comprenda pienamente,
consapevolmente e, soprattutto, in coscienza cosa fare.
Ma non è del merito che qui si vuol parlare, quando c’è prima un’insopprimibile questione di
metodo.
Ed il metodo è quello dell’invito al non voto che arriva dalla Conferenza Episcopale Italiana .
Non è possibile, per un credente, affermare che la questione della procreazione assistita sia questione
eticamente rilevante e poi fondare la propria strategia sul non voto, utilizzando:
il 20% di elettorato che ormai, strutturalmente, non va più a votare disinteressandosi
completamente della “res publica”, agganciandosi così furbescamente ai “menefreghisti”;
quella quota di persone che, per ignoranza dell’argomento, comunque tenderà a non andare a
votare e che verrà incoraggiati a non informarsi dall’indicazione della Chiesa la quale,
“assolvendoli” dalla non partecipazione, contribuirà così ulteriormente alla passività sociale,
dalla Chiesa stessa denunciata in altre occasioni a favore di una cittadinanza attiva.
Ancora, non è possibile, per un credente, affermare che le proprie posizioni siano ampiamente
condivise e poi rinunciare a verificarne la condivisibilità attraverso l’esercizio della democrazia,
cioè votando e contandosi.
E’ inaccettabile per chi voglia dirsi, e si senta, intimamente cristiano, e che quindi è naturalmente
portato a “farsi carico” (quale carico ha portato il Cristo sulle sue spalle?), mettersi sullo stesso
piano dei “menefreghisti”.
Infine il credente non potrà mai essere costretto da una norma scritta ad andare contro la propria
Fede e, similmente, non avrà bisogno di una norma scritta per seguire la propria Fede.
Chi scrive, da credente, andrà a votare.
LA NONNA D’IRPINIA O DEL PICCOLO MONDO ANTICO
Maria Carmela Iuliano, con i suoi 108 anni e otto mesi, in assoluto la “nonna d’Irpinia “, “la
donna più anziana” della Provincia di Avellino, si è addormentata nella giornata del
4
maggio nella sua abitazione in Via Due Principati ad Avellino.
Le nuove frontiere della scienza invitano a non meravigliarsi più di tanto per questi primati.
Sembrerebbe che fra mezzo secolo sarà una regola per le future generazioni raggiungere e
superare il secolo di vita. Nel recente passato, quando mi è capitato di fare cenno alla
scienza e alla modernità del tempo presente, questa mia zia, sorridendo, mi ha sempre
risposto: “Figlio mio, gli uomini hanno sempre fatto guai quando andavano piano, figurati
quanti guai sono capaci di fare oggi che possono andare così veloci”. Arzilla quanto minuta,
zia Carmiluccia non ha mai sopportato la televisione.
Lei ha sempre vissuto il tempo in modo rallentato, quasi fermo. A lei per anni interessava più di ogni altra cosa - ritornare dove era nata il 14 settembre del 1896. A Nusco.
Soprattutto dal terremoto (quello del 1980 - precisava - perché lei ricordava bene il rosario
di tutti i terremoti del “secolo breve”). Nella sua casa in Via delle Pergole, i suoi ritorni da
maggio ad ottobre erano sempre più speciali. I parenti e gli amici festeggiavano i suoi
compleanni (per il passato raramente fortunati). Ma non solo. Il ritorno era atteso - mi ha
confessato una volta - perché in questo luogo lei dimenticava il tempo e gli anni passati. Fra
queste “quattro vecchie pietre” lei ritrovava
il significato vero della sua esistenza,
l’aspirazione - istintiva - ad un limite. Nusco è sempre stato
il
luogo della sua
“im/mortalità”, che ha sempre coinciso - necessariamente - con il tempo che si ferma, dove
la velocità non ha più ragione d’essere.
continua: LA NONNA D’IRPINIA O DEL PICCOLO MONDO ANTICO
Dovremmo tutti imparare a capire il fascino discreto, ma carico di significati, di
questo insegnamento. Un piccolo, sapiente e prezioso lascito. Un dono per tutti.
Rivolto a tutti. “Non dimenticare di fare l’articolo sul giornale con la fotografia “ – mi
ricordava ogni anno a pochi giorni del suo nuovo traguardo. La sua grande simpatia
per i giornali e le foto è andata di pari passo con l’insofferenza verso le riprese
televisive. Quando le chiedeva il perché, mi rispondeva con semplicità e candore:
“Non mi piace vedermi in tv perché mi fa impressione, mi ricorda troppo la morte”.
Ancora oggi - lo confesso - cerco di capire il significato vero di altre sue parole: “i
giornali e la foto stanno davanti a noi, mentre la televisione sta dietro di noi”. Forse è
vero che la tv - negatrice di memoria - uccide “il tempo presente”, proprio perché lo
rappresenta oltre ogni limite. Una donna come zia Carmiluccia che ha raggiunto 108
anni e 8 mesi, - immersa in un “eterno - tempo - presente”, vedeva lontano solo se
socchiudeva gli occhi. Vedeva cose che noi non riusciamo più a vedere. Ecco perché durante il rito funebre - ho pensato che sarebbe stato meglio organizzare una festa
piuttosto che un funerale. Sono sicuro che a zia Carmiluccia, - buona ed ironica come
era - avrebbe fatto piacere una bella marcia funebre e un bel manifesto con una sua
foto e con la scritta: “io sono riuscita ad arrivare a quasi centonove anni, vi auguro di
cuore che anche voi possiate fare lo stesso”.
Se esiste un paradiso, una cosa è certa: lei ci è arrivata come desiderava - elegante e
pettinata – e con tante cose da raccontare.
Cinema e cultura
Taxi Lovers
“Taxi Lovers”, è un thriller, che si intreccia con una storia d’amore, ambientato nella città di
Roma, con una breve parentesi finale in un’isola del mare Egeo. Massimo (Edoardo Leo) 30
anni, guidatore di taxi, durante una corsa notturna carica Giovanna (Elisabetta Cavallotti)
una giovane donna dal fascino formidabile. Tra i due s’instaura subito un rapporto
conflittuale che per ragioni alchemiche sfocia in una particolare confidenza. Giovanna è la
figlia di Anghelos (Alberto Di Stasio) un boss della malavita internazionale. La personalità di
Giovanna, nonostante il suo ambiente, è quella di una donna libera nello spirito e nei
sentimenti. Marco (Paolo Gasparini) l’uomo con il quale divide la sua vita affettiva, è un
piccolo boss che sta tentando di portare a termine un’operazione legata ad un micro-chip del
valore di svariati milioni di euro che gli permetterà il grande salto di qualità
nell’organizzazione. Marco, nel corso dell’operazione, commette un omicidio
nell’appartamento che divide con Giovanna. Marco perderà la vita inseguendo il sogno di una
“ricchezza” ottenuta troppo facilmente. Giovanna, dopo rocambolesche avventure, riuscirà ad
impossessarsi del micro-chip ricavando dalla vendita una cifra considerevole che le
permetterà di approdare all’isola greca di cui è originaria.
POSSONO GIOVANI ATTORI DAR FASTIDIO ALLE GRANDI PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE DANDO
VITA AD UN SOGNO NATO IN UNO SPOGLIATOIO DURANTE UNA PARTITA DI BENEFICENZA?
LA RISPOSTA E' SI.
UNITI CON LA VOGLIA DI FARE SENZA DOVER NECESSARIAMENTE RIENTRARE NELLE GRANDI PRODUZIONI
PER DIMOSTRARE CHE IL BUON
CINEMA ITALIANO ESISTE.... Sì, LO HANNO FATTO.
HANNO SOGNATO, HANNO LAVORATO, SI SONO AUTOPRODOTTI E HANNO GIRATO UN GIALLO.
DEGNO DI ESSERE VISTO.
SIPARIETTO
LA STRANA COPPIA
MASOCHISMO
SPORT
VOGLIAMO INVITARVI AD UNA FESTA
11 giugno 2005
Parco Naturale Fondi di Baia Bacoli (NA)
4° incontro annuale per il tesseramento
FISAC/CGIL
11 giugno 2005
h 16.00
ritrovo partecipanti: Parcheggio ristorante “La
Ninfea”, Lucrino
Escursione storico/naturalistica
“Oasi naturalistica di Baia”
h.16.30
Attività ludico/sportive
Animazione bambini
a cura di “Frizzi e Lazzi”
Animazione ragazze/ragazzi
con incontri di calcetto e pallavolo
h 17.00
Apertura villaggio/bazar
h.19.30
Parco Naturale
Fondi di Baia-Bacoli
cena - spettacolo con
Cabaret dei “I CUGINETTI A SFERA”
Musica e canti classici napoletani “I
PARTENOPE”
Teatro con “PEPPE SOLE”
Iscritti e bimbi
coniugi
ospiti :
Per prenotazioni rivolgersi al sindacalista di riferimento Bimbi
Adulti
€ 5
€ 10
€ 8
€ 15
La Redazione
Giorgio Campo hanno collaborato: Giovanni Marino e Cecilia Scaringella
Alfredo Conte
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