Era un'antica fabbrica di armi in disuso. Dal 1983 il lavoro gratuito di
tanti, soprattutto giovani, lo ha trasformato in una profezia di pace, un
monastero metropolitano aperto 24 ore su 24.
E' un punto di incontro tra culture, religioni, schieramenti diversi per
conoscersi, dialogare, camminare insieme.
E' un riferimento per i giovani che hanno voglia di dare un senso alla
propria vita.
E' una casa aperta a chi cerca un soccorso: madri sole, carcerati,
stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro.
E' un luogo di preghiera dove chiunque può sostare, incontrare il
silenzio e Dio.
E' un luogo dove ognuno può restituire qualcosa di sé: tempo,
professionalità, beni spirituali e materiali.
Il risultato? Milioni di persone aiutano milioni di persone.
Il Sermig - Servizio Missionario Giovani - è nato per concretizzare un sogno:
sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo. La premessa indispensabile è
considerare il mondo la nostra casa e tutti gli uomini parte dell'unica famiglia umana.
Il metodo è quello di vivere in prima persona la solidarietà verso i poveri e offrire
risposte concrete.
La restituzione dei nostri beni, delle nostre capacità, del nostro tempo e di ogni
nostra risorsa è la strada per finanziare i progetti di sviluppo e le azioni pace.
Per gestire questi progetti il Sermig ha dato vita alla Cooperativa Internazionale per
lo Sviluppo (C.I.S.) con l'intento di sostenere o far nascere comunità con una solida
base spirituale che coordinino sul posto i progetti, coinvolgendo la popolazione
locale.
Un gruppo di esperti in diverse tecnologie (il gruppo
Re.Te. - Restituzione Tecnologica) individua e realizza
risposte appropriate di supporto ai progetti. In 42 anni
abbiamo realizzato
più di 2.300 interventi umanitari e progetti di sviluppo
in 88 nazioni del mondo e più di 100 azioni di pace in
paesi in guerra.
Arsenale della
Speranza
San Paolo del
Brasile
Arsenale
dell’Incontro
Giordania
SALVIAMO 100.000 BAMBINI
Abbiamo ascoltato voci da tutto il mondo: bambini che hanno fame, bambini
soldato, bambini di strada, bambini usati per il vizio degli adulti…
Tutte ci dicono la stessa cosa. C’è un'urgenza alla quale chi si dice operatore di pace
deve rispondere: evitare che milioni e milioni di vite vengano buttate via.
Che mondo è un mondo in cui chi è adulto, anziché proteggere le giovani vite, le usa
per i propri scopi? Che mondo è un mondo un cui i pochi che si siedono ad una
tavola imbandita guardano indifferenti altri rovistare nella spazzatura, alla ricerca
della sopravvivenza di un giorno? Basta il filtro di uno schermo televisivo a renderci
così insensibili?
Ci piacerebbe che i bambini del mondo entrassero nella vita quotidiana di ogni
nostra famiglia, con l’impegno di devolvere l’equivalente di una giornata di lavoro al
mese per aiutarli. Proprio come se la nostra famiglia fosse composta da un bambino
in più. Un’adozione di tipo morale, non rivolta ad uno specifico bambino ma a
sostenere spesso un’intera comunità, affinché non debba più vivere il dramma di
sacrificare piccole vite per salvarne altre.
SERMIG E TERZO MONDO
"VITA AI BAMBINI"
Il dramma silenzioso del Terzo Mondo, le drammatiche
condizioni di vita di tre quarti dell'umanità, è stato
costantemente per il Sermig una realtà di riferimento, con
cui confrontarsi per crescere, verso cui attivarsi,
coinvolgendo al contempo quanti si incontrano in una
cultura della solidarietà, della mondialità, della
"restituzione".
Nel 1987 il Sermig dà vita alla "CIS – Ass. Cooperativa
Internazionale per lo Sviluppo"; un nuovo strumento per
gestire le attività a favore del Terzo Mondo, ma
soprattutto un passo importante per far crescere il
cammino dei venti anni precedenti.
I bambini di strada
non sono il problema,
sono la soluzione del
nostro problema se il
nostro cuore si
allarga a
comprendere le
cause che li spingono
nella strada e ad
eliminarle
(Dom Luciano
Mendes de Almeida)
Ogni attività nasce da un incontro, con persone, luoghi,
situazioni complesse e gravi… che possono essere
comprese essenzialmente nell’umiltà di cercare di
calarvisi dentro, per quanto possibile "nei panni degli
altri".
Si crea così la possibilità di un cammino comune e di uno
scambio profondo di esperienze, che possano essere
sotto ogni aspetto fattori di successo nel dare
indispensabili risposte concrete.
I bambini di strada
non sono il problema,
sono la soluzione del
nostro problema se il
nostro cuore si
allarga a
comprendere le
cause che li spingono
nella strada e ad
eliminarle
(Dom Luciano
Mendes de Almeida)
L'Arsenale sorge in un quartiere dove emarginazione, intolleranza, povertà
non sono solo parole. Una realtà che ci ha spinto a pensare, ad interpellarci e poi,
per esigenza d'amore, a prendere posizione.
La nostra fraternità è aperta all'accoglienza 24 ore su 24.
Tutti sono disponibili ad aiutare qualsiasi donna o uomo che, con sincerità, voglia
uscire da qualsiasi situazione di degrado, purché accetti un metodo, una famiglia,
una severità. L'Arsenale non è solo dentro l'Arsenale, è anche fuori: le nostre
fraternità sono persone che vanno tra le persone, per condividere ed essere
condivisi.
POLIAMBULATORIO "GIOVANNI PAOLO II"
Aperto nel novembre 1988, fornisce cure mediche
a persone in difficoltà. Gestisce più di diciottomila
cartelle cliniche. Vi operano medici specialisti nei
vari settori della medicina, farmacisti, infermieri,
nonché volontari per l'accoglienza, per lo
smistamento delle medicine, per le pulizie. Dal
1998 sono presenti un ambulatorio odontoiatrico
e una sezione che rende possibile effettuare alcuni
esami clinici di base.
CENTRO COME NOI "SANDRO PERTINI"
Dal 1988 offre accoglienza notturna a persone - italiane o
straniere - che non sanno dove passare la notte. È gestito
esclusivamente da volontari che si alternano ogni notte,
tenendolo aperto trecentosessantacinque giorni all'anno
nelle sue due strutture, quella maschile e quella femminile.
CENTRO "MADRE TERESA"
Accoglienza residenziale per donne gestita
da volontari che condividendo il metodo del
Sermig sono disponibili a farsi carico dei
loro problemi e ad accompagnarle nella loro
decisione di cambiare vita.
L’Ospiteria dell’Arsenale della Pace sorge in uno dei padiglioni dell’ex Arsenale
Militare di Torino - la palazzina Aloisio – ristrutturata e trasformata in foresteria per
l’accoglienza residenziale di giovani, famiglie, gruppi e studenti che desiderano
condividere l’esperienza di spiritualità e di servizio del Sermig. Organizzata su cinque
piani, l’Ospiteria dell’Arsenale della Pace permette di accogliere
contemporaneamente persone con esigenze molto diverse tra loro. Agli ospiti è
chiesto di partecipare responsabilmente alla vita della casa rispettando tempi,
attrezzature e spazi messi a disposizione di tutti. L’accoglienza offre:
Camere singole, doppie, triple, quadruple con bagno
Alcune camere attrezzate per disabili
Colazione a self-service
Sala per incontri da 100 posti, spazio bimbi, sala tv
Lavanderia interna a gettoni
Cappella interna che si affaccia sul terrazzo
Presenza notturna per emergenza
Parcheggio interno per auto e furgoni
Nelle prime attività di sensibilizzazione svolte dal Sermig ci
sentivamo spesso dire dalla gente "…ci avete dato speranza".
Non ne eravamo consapevoli, ma abbiamo iniziato a
comprendere che la speranza è un dono di Dio e si comunica
con i nostri gesti, le nostre parole, noi stessi.
La Fraternità del Sermig vuole aiutare l'uomo del nostro
tempo a "tirar fuori" la speranza assopita, non un facile
ottimismo ma un concreto atteggiamento di fiducia e di
abbandono, come di coloro che - piccoli e poveri - ripongono
in Dio ogni loro attesa.
In un tempo di incertezza, di disperazione, questo annuncio è
fondamentale e qualifica la nostra chiamata: siamo chiamati
alla speranza per risvegliare la speranza.
Il nostro annuncio è credibile solo se ci svuotiamo di noi
stessi e ci riempiamo della Presenza di Dio.
"Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: 'Beati voi poveri, perché vostro è il regno di
Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e
respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in
quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo
infatti facevano i loro padri con i profeti'" (Lc 6, 20-23).
"... Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi
domandi ragione della speranza che è in voi" (1 Pt 3,15).
Il cammino della Fraternità del Sermig è iniziato dall'incontro con Dio,
un incontro che ha cambiato radicalmente la nostra vita,
il nostro modo di pensare, di agire.
La presenza di Dio è la verità che ci avvolge.
Qualunque cosa facciamo, in tutte le stagioni della nostra vita,
Dio è dentro di noi, opera con noi.
La nostra mentalità viene così trasformata secondo una logica
che non è più la nostra ma è la logica di Dio.
SPIRITUALITA' DELLA PRESENZA
La nostra vita ha preso la strada del Signore quando abbiamo incontrato la preghiera e per
prima cosa abbiamo capito che non sapevamo pregare. Da quel momento abbiamo desiderato
con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente, con tutte le nostre forze, imparare a
pregare e la bontà del Signore ci è venuta incontro.
Pregare è restituire il tempo a Dio, desiderare che Lui abiti nel nostro cuore, pensare e volere
ciò che a lui piace .
La preghiera non si esaurisce nei momenti stabiliti, personali o comunitari che siano, ma aspira
decisamente a farci camminare alla presenza del Signore. Allora la preghiera si fa vita e la vita
diventa una preghiera incessante. Noi, come tanti contemplativi della strada, diventiamo i
portatori di una invisibile ma concreta eucaristia alla gente distratta ma tanto inquieta di oggi.
Questo doveva essere il ruolo di Maria, a fianco di suo Figlio, tra la sua gente, ed è la ragione
per cui Maria ha assunto per noi un'importanza particolare. Da un lato è il modello di presenza
nel mondo cui ci ispiriamo, d'altro lato è l'intermediaria per le preghiere difficili e importanti
della Comunità. Ogni preghiera particolare passa attraverso di lei.
SPIRITUALITA' DELLA RESTITUZIONE
Quando riconosciamo che la vita è un dono di Dio, nasce il desiderio di amarlo, di lodarlo, di
servirlo nei fratelli. Il "Padre nostro" ci entra nel cuore, scopriamo la fratellanza fra tutti gli
uomini, figli dello stesso Padre: la restituzione dei nostri beni, delle nostre capacità, del nostro
tempo e di ogni nostra risorsa all'umanità che geme ne è la logica conseguenza.
"Restituzione" diventa condividere tempo, professionalità, cultura, beni materiali e spirituali
con i più poveri, per il loro sviluppo e la loro dignità; aiutare l'uomo a scoprire i propri talenti;
concepire la vita come dono e valore assoluto in ogni suo momento e in ogni suo modo di
esprimersi; valorizzare ogni capacità umana, per umile che sia, e trovare nei momenti deboli
della vita, come il tempo della sofferenza, il valore del dono.
La restituzione ci aiuta a scoprire quello che di noi non è ancora condiviso con i fratelli: diventa
un cammino di conversione.
SPIRITUALITA' DELL'ACCOGLIENZA
L'uomo ha bisogno di casa, di lavoro, di istruzione e di cure mediche... ma non gli basta.
L'uomo ha bisogno di amare e di sentirsi amato in mezzo agli uomini,
ma neppure questo gli basta.
L'uomo ha bisogno di Dio perché è figlio di Dio.
I suoi desideri più profondi sono il segno della sua origine dal Dio Amore.
E' Dio che ci insegna ad amare, che ci fa sperimentare la commozione del cuore,
come al Samaritano del Vangelo.
E' Dio che ci educa a lasciare le nostre sicurezze, per rispondere ai bisogni dei fratelli.
SPIRITUALITA' DELLA PACE
Dedichiamo la nostra vita, la nostra preghiera incessante a convertire il "lupo"
della guerra, della fame, della disoccupazione, della non vita e soprattutto il "lupo" che è in
noi perché la pace, che è dono di Dio, si manifesti tra gli uomini.
La pace è possibile, ma l'uomo deve volerla. Ci sarà pace se ci sarà riconciliazione, se ci si
chiederà reciprocamente perdono, se l'odio si scioglierà, se emergeranno rispetto, concordia,
mansuetudine.
Serviamo la pace con tutto il cuore, un cuore disarmato che ha cancellato le parole nemico,
rancore, mio, per sostituirle con la parola "perdono".
Non è la giustizia né la rivendicazione dei diritti a fare incontrare gli uomini,
ma è la scelta della bontà che li rende ricercatori di giustizia, persone solidali.
I buoni non sono mai stranieri nel mondo, non sono estranei a nulla e a nessuno.
La bontà è disarmante: pone la persona prima di ogni altra ragione o interesse, considera
l'altro non come potenziale nemico, ma come qualcuno con cui si può dialogare, fa incontrare
gli uomini al di là delle diversità e fa sentire la diversità
come ricchezza per aiutare a crescere.
FILOSOFIA
- amare con il cuore di Dio
- ricambiare il male con il bene
- la bontà che disarma
- l'imprevisto accolto
- il diverso capito
- il sì come Maria, senza condizioni
- la gioia della restituzione
- le gocce che diventano mare
- i piccoli che fanno cose piccole
- i piccoli che fanno cose grandi
- una famiglia che accoglie
- il silenzio che parla
- la forza della preghiera
- l'impossibile cancellato nella fede
- l'umiltà che costruisce
- il problema dell'altro che diventa mio
- l'io che è già noi
- condividere la gioia e il dolore
- portare i pesi gli uni degli altri
- il bene fatto bene
- il valore di un minuto
- l'impegno per la pace
- la certezza della speranza
- amare la vita
- poveri, ma ricchi di Dio
- amici di Gesù nel suo Spirito alla presenza
del Padre.
L'umiltà che costruisce
Il problema dell'altro che
diventa mio
Amare con il cuore di Dio
L'io che è già noi
Ricambiare il male con il bene
Condividere la gioia e il dolore
La bontà che disarma
Portare i pesi gli uni degli altri
L'imprevisto accolto
Il bene fatto bene
Il diverso capito
Il sì come Maria, senza condizioni Il valore di un minuto
L'impegno per la pace
Liberi di dire sì
La certezza della speranza
Liberi di stare insieme
Amare la vita
La gioia della restituzione
Poveri, ma ricchi di Dio
Le gocce che diventano mare
Amici di Gesù nel suo Spirito
I piccoli che fanno cose piccole
alla presenza del Padre.
I piccoli che fanno cose grandi
"Non fare a nessuno ciò che
Una famiglia che accoglie
non piace a te. Da' il tuo pane a
Il silenzio che parla
chi ha fame e fa' parte dei tuoi
La forza della preghiera
L'impossibile cancellato nella fede vestiti agli ignudi.
Lo spirito che ci guida
Chiedi il parere ad ogni
persona che sia saggia e
non disprezzare nessun
buon consiglio.
In ogni circostanza
benedici il Signore e
domanda che ti sia guida
nelle tue vie e che i tuoi
sentieri e i tuoi desideri
giungano a buon fine" (Tb
4,15a-16a.18-19a).
Ogni giorno dell'anno,
insieme ad una pagina
della Regola, cerchiamo di
vivere uno di questi
impegni come riferimento
per la giornata.
"Forgeranno le loro spade in vomeri...
non si eserciteranno più nell'arte della guerra".
La Provvidenza ci ha permesso di trasformare un Arsenale di guerra in una casa a
servizio della pace.
Le nostre case, in ogni parte del mondo, dovranno assomigliare all' Arsenale della
Pace di Torino: saranno luoghi ristrutturati con il lavoro di tanti, accoglienti ma sobri,
curati ed abbelliti da opere d'arte per offrire a tutti, anche ai più miseri, la possibilità
di venire a contatto con ciò che è bello.
Saranno monasteri a cielo aperto nelle grandi città, luoghi di fraternità e di ricerca di
Dio, punti di ristoro come gli antichi monasteri, disponibili ad accogliere chiunque in
qualsiasi ora del giorno o della notte. Vi troveranno posto le carità più urgenti e
necessarie, ma soprattutto saranno aperti all'incontro con chiunque voglia ricercare
il senso della propria vita. Saranno in particolare case per i giovani, gli uomini di
domani che più di tutti portano le ferite delle povertà del nostro tempo.
"Se vuoi vivere in questa Fraternità i doni del tuo battesimo, scegli di essere nella
Chiesa non come in una struttura, ma come in una presenza, la presenza di Gesù,
aderendo a lui con amore... È una presenza a volte difficile da riconoscere, faticosa
da vivere, ma è reale. Gesù l'ha voluta per aprirci la strada del Regno e per
annunciare a tutti la lieta novella."
tratto dalla regola: "Fraternità nella chiesa"
La comunione tra noi non sarebbe tale se non fosse comunione profonda nella
Chiesa, con i suoi pastori, e la nostra comunità non sarebbe una risposta al nostro
tempo se non fosse comunità nella Chiesa. Viviamo profondamente le ansie della
Chiesa, sentiamo su di noi le urgenze che i pastori avvertono.
La fedeltà alla Chiesa è alla base della nostra scelta.
ATTENZIONE AI SEGNI DEI TEMPI
Si cambia se ci si sente davvero in cammino, se non ci si appropria del dono ricevuto,
ma lo si mette continuamente in gioco, rimanendo attenti ai segni dei tempi.
L'uomo impara così a leggere i grandi avvenimenti della storia, così come i fatti e gli
incontri semplici del quotidiano, in un'ottica particolare, che è l'ottica di Dio.
E diventa disponibile a ricercare risposte nuove e adeguate all'oggi.
La settimana di formazione permette ai giovani di condividere la vita
della Fraternità del Sermig. L’esperienza e’ un cammino che e’
importante vivere dall’inizio alla fine e che comprende:
Laboratori esperienziali e di approfondimento su mondialità e restituzione,
accoglienza, pace e Giovani della Pace, spiritualità e Sacra Scrittura, musica e canto. I
laboratori sono un momento di confronto e di crescita a partire dall’esperienza
dell’Arsenale della Pace e dei giovani che vi partecipano.
Lavoro manuale volto ad aiutare le persone che accogliamo(preparazione del
materiale per i carichi umanitari, pulizia delle accoglienze) e a completare la
ristrutturazione dell'Arsenale.
Momenti di spiritualità: ricerca delle motivazioni alla fede, esperienza di silenzio,
riscoperta della preghiera liturgica.
E’ un’esperienza che prevede tempi di formazione
alla cultura della pace e della vita, tempi dedicati
alla spiritualità, tempi di lavoro manuale; la
proposta si arricchisce continuamente grazie
all’incontro con i giovani, all’ascolto dei loro desideri
e bisogni, all’attenzione ai segni dei tempi.
I giovani che vi prendono parte provengono da tutta
Italia e dall’estero; sono gruppi organizzati (scout,
parrocchie, scuole…) o singoli. Nell’anno alcune
settimane sono dedicate ai ragazzi dai 14 ai 16 anni;
altre ai giovani oltre i 16 anni; sovente vi prendono
parte anche intere famiglie.
Di settimana in settimana il numero varia dai 50 ai
400 partecipanti, per arrivare ad accogliere circa
2500 giovani all’anno.
Mentre i giovani vivono questa esperienza,
l’Arsenale continua ad ospitare persone con gravi
difficoltà.
A turno, alcuni che lo desiderano, possono
affiancarsi alla Fraternità e ai volontari per
conoscere lo stile con cui vengono svolti i servizi di
accoglienza. Al termine dell’esperienza settimanale
abboneremo per un anno i partecipanti alla rivista
“Nuovo Progetto” come strumento per continuare il
cammino cominciato insieme sulla via della pace e
della speranza.
La sistemazione che offriamo è molto semplice
(materassino e sacco a pelo); chiediamo a chi ha
esigenze diverse di contattarci telefonicamente.
I pasti saranno consumati presso il nostro selfservice, pertanto non servono attrezzature per
cucinare o per consumare il pasto. Ci
raccomandiamo di non sprecare nulla, soprattutto il
cibo, per educarci al rispetto dei poveri e di coloro
che in varie forme ci hanno donato ogni cosa.
Nei momenti liberi, prima e dopo il pranzo e la cena,
potete organizzarvi per eventuali vostre attivita'
(tenete conto che salvo una volta in cui potra'
esservi richiesto il servizio al self service avrete
sempre un'ora libera prima o dopo i pasti, a seconda
del vostro turno). Dopo pranzo proponiamo a chi
vuole l’Audioforum: un momento di ascolto sulla
musica contemporanea.
L’esperienza inizia il martedi’ alle ore 9; vi
chiediamo però di arrivare già lunedì sera
dalle ore 20 in poi e di essere autonomi per
la cena.
L’esperienza termina con la serata conclusiva
di venerdi’; e’ possibile ripartire nella
mattinata di sabato oppure subito dopo il
pranzo, vivendo ancora insieme un
momento i servizio nella mattinata.
L’esperienza che vi proponiamo sarà ricca di
contenuti, per potersi preparare al meglio vi
consigliamo di visitare tutto il sito e in particolare di
leggere la presentazione dell’Arsenale e della
Fraternità.
Per chi vuole approfondire o impostare un cammino
di preparazione con i ragazzi, vi consigliamo di
leggere insieme alcuni brani tratti dal libro di
Ernesto Olivero “Dio non guarda l’orologio” (vedi la
sezione "Pubblicazioni"), che potranno aiutarvi a
capire meglio la filosofia e la vita della Fraternità
attraverso episodi di vita vissuta.
L'Arsenale continua a portare avanti il progetto 'Salviamo
almeno 100.000 bambini' (per maggiori informazioni
www.giovanipace.org); oltre ad aiuti in denaro,
continuiamo a raccogliere generi di prima necessita' da
spedire con i container.
Se volete, vi proponiamo di iniziare l'esperienza di
condivisione gia' da casa promuovendo una raccolta e
portando poi il materiale all'Arsenale al vostro arrivo.
Clicca qui per scaricare il volantino dei materiali che
raccogliamo.
Sarebbe importante infine poter incontrare in anticipo
qui all’Arsenale gli animatori dei gruppi (telefonare ad
Andrea Bisacchi allo 011-4368566 per fissare un
appuntamento).
Ricordiamo a tutti i partecipanti di
non dimenticare:
il sacco a pelo e il materassino,
i guanti da lavoro,
scarpe chiuse
e se volete Bibbia e block notes.
MOMENTI
DI
SERVIZIO
MOMENTI
D’INCONTRO
MOMENTI
DI
SILENZIO
MOMENTI
DI
PACE
Una scritta "PACE" di colore blu, avvolta e sostenuta da tante
bandiere di tutto il mondo, dà corpo al sogno e al desiderio
di unire i popoli sotto un'unica bandiera per sconfiggere la
fame e la guerra.
La scritta "PACE" è in italiano per ricordare il primo Arsenale
di guerra che è stato trasformato in un luogo di pace, di
preghiera e di accoglienza in Italia, luogo dove è nata l'idea di
questa bandiera.
Un simbolo che è stato condiviso da tutti gli ambasciatori
accreditati in Italia e dai rappresentanti di tutte le religioni
del mondo.
Gemellato con il sacro convento di San Francesco in Assisi
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SerMiG