La narrazione in sé e i suoi elementi Il racconto della vita… non è una favola Quante scuse ho inventato io pur di fare sempre a modo mio evitare così una storia importante non volevo così ritrovarmi già grande quanta gente ho incontrato io quante storie quante compagnie ma ora voglio di più una storia importante quello che sei tu forse sei tu fermati un istante parla chiaro come non hai fatto mai dimmi un po' chi sei non riesco a liberarmi questa vita mi disturba sai come ti vorrei quanto ti vorrei apro le mie mani per riceverti (ma un pensiero mi porta via) mentre tu le chiudi per difenderti (la tua paura è anche un po' la mia) forse noi dobbiamo ancora crescere (forse è un alibi è una bugia) se ti cerco ti nascondi poi ritorni fermati un istante parla chiaro metti gli occhi dentro i miei come ti vorrei non riesco a liberarmi questa vita mi disturba sai come tu vorrei quanto ti vorrei (Eros Ramazzotti, una storia importante ) E’ vero che noi non siamo la stessa persona di dieci anni fa, nè saremo uguali tra dieci anni. Ma è anche vero che nessuno di noi si trasforma al punto da divenire totalmente un’altra persona La nostra vita è caratterizzata da: cambiamenti e continuità. Due linee necessarie per progettare il nostro futuro. Sono due linee: quella che siamo stati e quella che siamo, per dirci cosa saremo La continuità è il filo rosso che accompagna la nostra vita, che è resa possibile dal processo di comprensione delle esperienze. Comprendendole manteniamo un senso coerente di noi stessi: idee affetti esperienze preferenze … Nel comprenderle entra in gioco anche il ricordo Il ricordo è la presenza nella memoria di un passato vivo che permette di vivere la continuità della propria identità e di manifestarla. Grazie al ricordo, possiamo considerare i cambiamenti alla luce del nostro passato e viverli all’interno di un contesto stabile. Chi ha un’identità personale solida nei cambiamenti: continua a sentirsi: sufficientemente stabile e sa ridefinire la propria identità senza frantumarla In caso contrario, le novità spezzano e generano sconcerto e confusione Uno strumento che aiuta a tenere uniti continuità e cambiamento è la narrazione della propria vita Raccontandosi ognuno di noi racconta la propria identità Ognuno costruisce una narrazione intorno ad eventi selezionati, collegati sulla base di un tema, implicito ma anche esplicito. L’uomo è nato per ricordare La storia e la sua trama • Raccontarsi, a sé e agli altri significa conoscersi meglio, ma il racconto non è una lista di episodi separati, anche se personali. • Un buon racconto contiene piccoli o grandi avvenimenti che scandiscono i nodi cruciali del nostro tempo e definiscono un tempo della nostra vita. • La trama evidenzia il “nucleo narrativo” del racconto esso è il modo di attribuire il significato alle esperienze. • Il nucleo riflette le convinzioni personali, le teorie su di sé, sul mondo, sui valori che la persona si è costruita. 7 elementi di questo nucleo: • • • • • • • Tono narrativo Immaginario personale Linee tematiche Impostazioni ideologiche Immagini Conclusione generativa Valutazione della storia • Tono narrativo, cioè il senso generale di ottimismo e pessimismo che pervade il racconto. • Immaginario personale, cioè l’insieme di immagini cariche emotivamente raccolte nel corso delle esperienze vissute in età prescolare che possono influenzare tutta la vita, i comportamenti e le esperienze della persona. • Linee tematiche, cioè i desideri centrali e il modo di perseguire i propri obiettivi. • Impostazioni ideologiche, cioè le convinzioni relative a sé, agli altri, al mondo. • Immagini, cioè figure che uniscono ruoli ed aspetti divergenti di sé: il guaritore, l’insegnante, l’arbitro, il guerriero, il superstite… • Conclusione generativa, cioè un finale che sia un nuovo inizio, un modo in cui il Sé sopravviva nel dono fatto alla generazione successiva. • Valutazione della storia, cioè la sua definitiva accettazione nonostante i limiti. In sintesi: Se vuoi conoscermi devi conoscere la mia storia, perché la mia storia definisce chi sono. Se io voglio conoscere me stesso, per penetrare il significato della mia stessa vita, allora anch’io devo arrivare a conoscere la mia storia. (Mc. Adams) Imparare a leggere la propria storia personale • In fondo si può leggere solo qualcosa che è già scritto. • Non si può leggere una cosa per un’altra! Riconoscenza grata • Saper leggere la vita vuol dire ritrovare a ogni passo la riconoscenza nei confronti di Dio e delle persone che hanno mediato la sua benevolenza • Un buon credente, un buon lettore della propria esistenza, trova quest’amore all’inizio della sua storia, ma anche ad ogni riga di essa, come un senso già presente, da Dio stesso seminato nei solchi del quotidiano La propria storia come luogo di preghiera: Così leggendo la propria storia, umana, si impara a leggere Dio, la sua presenza di amore Imparare a scrivere • Scrivere significa elaborare personalmente un senso, e in qualche modo attribuirlo alla realtà, alla propria esistenza. • Scrivere: è riassumere un processo mentale e di concluderlo con un’affermazione. • Scrivere è la forma più alta del pensare. Implica un maggior coinvolgimento del soggetto. Arte e fatica dello scrivere Scrivere è andare oltre quel senso già presente, per attingere a un senso nascosto Con il modello dell’integrazione la persona: • Non cancella ciò che è scritto ma ne dà un senso • Non subisce ma si lascia attrarre: la croce di Cristo ci permette di integrare la vita accogliendola e raccogliendola tutta attorno a sé, anche quella passata… nulla vada perduto (Gv 6) • Non dimentica, ma impara a ricordare Il processo dell’integrazione dà nuovi significati alla nostra storia: vuol dire apprendere e ricordare, far vivere e rivivere il proprio passato, scegliere di attribuire un significato alla propria vita, in libertà e responsabilità, eventualmente riscattare e risanare il proprio passato… E’ grande pedagogia imparare a trasformare l’eventuale zavorra del passato, a recuperare energie e fecondità anche dalle ferite, inferte o subite …o anche dai vizi… I vizi e difetti: ci aspettano, nel corso della vita come ospiti dai quali bisogna prima o poi passare… i vizi entrano nella composizione della virtù come i veleni nella composizione dei rimedi. La saggezza si mescola e li tempera e se ne serve utilmente contro i mali della vita. La fatica di diventare migliori. Ciò che non è integrato diventa disintegrante Una violenza subita in passato non è necessariamente disintegrante lo diventa quando non è stata integrata, o sottoposta a un processo di riappropriazione e rielaborazione dell’evento. Lo stesso processo d’integrazione può convertire l’influsso della vicenda sofferta da negativo in positivo Quel passato mai passato Il passato è lì che chiede di essere significato o risignificato. L’abbiamo vissuto ma poi è come se ci venisse riconsegnato perché lo sappiamo comprendere in profondità, valutare in pienezza, scoprire quel valore rimasto nascosto, correggere. Il passato è sempre da vivere, nel senso di dare senso alla propria storia. Ricordare L’uomo spirituale che invecchia così, pur andando incontro a un processo di logoramento della capacità mnemonica, diventa sempre più capace di ricordare ciò che è essenziale, cioè quel che Dio ha fatto nella sua storia, in ogni frammento di essa, e apprende l’arte di ricucire i pezzi e di scorgere la bellezza e l’armonia dei brandelli. Raccontare per ritrovarsi «A volte siamo così distratti e sconvolti da ciò che capita, che poi fatichiamo a ritrovare noi stessi. Eppure si deve. Non si può affondare in ciò che ci circonda. E’ in te che le cose devono venir chiare, non sei tu che devi perderti nelle cose». (Etty Hillesum) Una storia Ez 16 Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era Amorreo e tua madre Hittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato l'ombelico e non fosti lavata con l'acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale, né fosti avvolta in fasce. Occhio pietoso non si volse su di te per farti una sola di queste cose e usarti compassione, ma come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna, il giorno della tua nascita. Passai vicino a te e ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue e cresci come l'erba del campo. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio; ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta; ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo: misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. Così fosti adorna d'oro e d'argento; le tue vesti eran di bisso, di seta e ricami; fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo; diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina. Crescesti e ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza: il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà; ma eri nuda e scoperta. Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia. Raccontarsi per conoscersi «La nostra vita si gioca tutta nel comprendere le motivazioni (sempre ambigue ed ambivalenti) che ci muovono nei concreti atteggiamenti e comportamenti che assumiamo», impariamo ad accogliere la grazia faticosa del conoscersi, imparando a gestire meglio quelle energie e risorse che, pur presenti in noi, non riusciamo però ad utilizzare perché nascoste a noi stessi. “Da te, gli uomini”, disse il piccolo principe, “coltivano cinquemila rose nello stesso giardino…e non trovano quello che cercano… E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua…” E il piccolo principe soggiunse: “Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore”. "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". “L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. "E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..." "Io sono responsabile della mia rosa”... ripetè il piccolo principe per ricordarselo. Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è tra mille mattini freschi di biciclette mille più tramonti dietro i fili del tram ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore larghe e vuote di un'estate di città accanto alla mia ombra lunga di malinconia io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento e dentro a un senso di inutilità... e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai strada facendo vedrai che non sei più da solo strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore, vedrai io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al mondo io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità e giovane e invecchiato mi son detto tu vedrai Vedrai vedrai strada facendo vedrai che non sei più da solo strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore vedrai e una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è finita cos'è che mi spezza il cuore tra canzoni e amore che mi fa cantare e amare sempre più perché domani sia migliore, perché domani tu strada facendo vedrai (Claudio Baglioni, Strada facendo) La cosa più importante che tu possiedi al mondo è il tuo presente. Oggi tu puoi essere felice. La maggior parte dei nostri mali dipende dai residui del passato e dai timori che riguardano il futuro. Tutto il tuo passato Dio se lo è ripreso e tutto il tuo futuro sta nelle sue mani. Accogli tutte le gioie che la vita ti offre e sii felice. Accogli le fatiche della vita e sii te stesso. Il passato è tuo e ti appartiene: La memoria è recuperare il vissuto, per impedire che la storia vada nel dimenticatoio Il passato è tuo e ti appartiene: La memoria ha anche dei virus: memoria ingrata, parziale, superficiale, lamentosa, ferita, depressa, arrabbiata…. A ricordare si impara in modo che tu possa sempre dire: io amo il mio oggi…