a cura dell’ins. A. D’Angelo Il Nilo è uno dei fiumi più lunghi del mondo, che scorre in direzione nord dal lago Vittoria fino al Mediterraneo dopo un percorso di 5584 km. Lungo il suo corso il Nilo viene alimentato da numerosi corsi d'acqua, tra i quali il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco. Attraversa dapprima l'alta valle, scavando il suo percorso in un paesaggio aspro e roccioso e formando numerose cateratte; poi scende verso il deserto sabbioso e si ramifica, nei pressi del Cairo, in un vasto delta,formando un'estesa pianura fertile. Gli antichi Egiziani veneravano il Nilo come un dio, e a lui veniva attribuito il fenomeno delle inondazioni periodiche, che portavano loro vita e prosperità. Nei mesi estivi,tra agosto e settembre, quando nell' Africa centrale è la stagione delle piogge, il fiume si gonfia d' acqua e trabocca nel suo corso inferiore, inondando tutto il terreno circostante. Dopo qualche tempo le acque defluiscono lasciando il terreno ricoperto da limo: una finissima fanghiglia mista a resti organici che le acque del fiume portano con sé. Il limo, uno straordinario concime naturale, dà vita a una vegetazione rigogliosa, formando un paesaggio straordinario: un' oasi lunga centinaia di chilometri, costeggiata da una desolata distesa di sabbia e rocce. Le piramidi, a forma geometrica con base quadrata o rettangolare, nell'antico Egitto erano edifici funerari, destinati a contenere e proteggere la mummia, cioè il corpo del faraone fasciato e conservato con balsami, per garantirgli una vita ultraterrena. All'interno della piramide, al centro, c'era la camera funeraria, dove veniva deposta la mummia del faraone: da essa si dipartivano due corridoi, oltre al corridoio d'ingresso, che dovevano servire per guidare l'anima del defunto verso determinate costellazioni. Eccezionale è infatti la precisione con cui questi corridoi sono orientati astronomicamente, quello a nord verso la stella polare e quello a sud verso Orione. Ed è altrettanto eccezionale la tecnica costruttiva che denota un alto livello di ingegneria, tenuto conto dei modesti mezzi tecnici di quell'epoca: gli strumenti che adoperavano erano in pietra e i blocchi da costruzione, del peso di molte tonnellate, erano trascinati su scivoli e terrapieni, in tempi molto lunghi e con impiego di un elevatissimo numero di uomini e animali da tiro. L'esempio più antico è rappresentato dalla piramide a sei gradoni del faraone Zoser a Saqqara, nei pressi della capitale Menfi. La particolarità di questa struttura è la sovrapposizione di diversi ordini di pietre squadrate che si restringono man mano che si procede verso l'alto. Uno sviluppo delle piramidi a gradoni lo si ha nelle tre piramidi di Giza, presso il Cairo, erette durante la IV dinastia, i cui dislivelli venivano riempiti e rivestiti con blocchi di tufo. La più grande e la più famosa delle tre è la piramide del faraone Cheope, alta 137 metri e ogni lato alla base misura 230 metri, costruita con più di due milioni di blocchi di granito, ciascuno di un metro di lato e del peso di dieci tonnellate. Per la sepoltura non venivano utilizzate solo le piramidi,ma anche le mastabe, tombe a tetto piatto con pareti a scarpata. Le mastabe erano riservate ai membri della famiglia reale, agli alti ufficiali, ai cortigiani e ai funzionari, e per la maggior parte erano dotate di pozzi perpendicolari che conducevano alla camera funeraria contenente la mummia e il corredo funerario. L'arte egizia nasce come espressione di devozione nei confronti del faraone, considerato un dio in terra, o destinata alla decorazione di edifici pubblici e religiosi. Fin dalle epoche più remote, la fede in una vita dopo la morte fece sì che i defunti venissero sepolti con un corredo di beni materiali che assicurasse loro ogni agio anche nell'aldilà. Le ceramiche venivano decorate con scene della vita del tempo; tra i motivi ricorrenti vi sono anche uccelli e animali che abitavano le sponde del Nilo. Molto comuni le piccole sculture in avorio e osso intagliato o in creta. I gioielli erano in oro e pietre dure, decorati con simboli religiosi quali lo scarabeo, il loto, il falcone, il serpente e l'occhio .Si sono conservati ben pochi esempi di mobili del tempo, ma dalle pitture tombali si desume che la forma di sedie, letti, sgabelli e tavoli fosse piuttosto essenziale, decorata a motivi vegetali e con gambe terminanti in zampe animate. Con la riforma religiosa di Ekhnaton cambia anche il modo di rappresentare gli avvenimenti della vita. Gli artisti non sono più ossessionati nella ricerca dell'ideale del bello, ma le loro rappresentazioni diventano più reali e più vicine alla realtà. Il faraone non viene più ritratto sul trono, ma rappresentato in situazioni quotidiane: mentre accarezza la moglie Nefertiti o piange disperato la morte di una delle sue figlie. Una caratteristica saliente delle pitture egizie è la rappresentazione della figura umana, dove la testa è vista di profilo mentre l'occhio è posto di fronte. La scienza fu appannaggio quasi esclusivo dei sacerdoti che se ne servivano a scopi politici e religiosi, mentre gli scribi avevano il compito di trasmettere le conoscenze tecnico-scientifiche indispensabili per la risoluzione dei problemi delle piene periodiche del Nilo. Le inondazioni cancellavano regolarmente i confini dei campi, per cui, quando le acque si erano ritirate, bisognava fissare di nuovo i limiti di proprietà. Da qui lo sviluppo della geometria, che rivestiva quindi un carattere di praticità. Gli antichi egizi per misurare l'estensione dei campi e per squadrare gli enormi blocchi di pietra, utilizzati nella costruzione dei templi e delle piramidi, avevano bisogno di conoscere e di costruire con precisione l'angolo retto. Le osservazioni astronomiche sono documentate dalle iscrizioni e raffigurazioni del cielo dipinte sui sarcofagi. Gli Egizi rivolgevano molta attenzione al ciclo delle stagioni e alle osservazioni astronomiche, perché bisognava sapere con esattezza quando ci sarebbe stata la piena del Nilo. Essi misuravano il tempo sulla base dell'anno solare di 365 giorni, ripartito in 12 mesi di trenta giorni ciascuno. Molto importante era inoltre presso gli Egizi la medicina, che raggiunse un livello notevole anche se legata a concezioni religiose, mista a magia e superstizione. Il papiro Ebers, che risale al 1550 a.C. circa, contiene 700 ricette mediche che prescrivono l'uso di erbe medicinali o di intrugli ottenuti con interiora di animali; le ricette sono accompagnate da preghiere e formule magiche. Alcune cure mostrano un notevole livello di conoscenza della medicina: ad esempio, una ricetta contro la cecità notturna (causata da mancanza di vitamina A) prescrive l'uso del fegato di bue, che appunto contiene la vitamina A. Nel papiro Smith, trovato a Tebe e risalente al 1600 a.C., abbiamo invece la descrizione molto accurata di alcuni difficili interventi chirurgici; inoltre viene insegnato a steccare le ossa e avvolgerle in bende piene di colla (che seccandosi diventa come un gesso). La pratica dell'imbalsamazione infine portò a una profonda conoscenza del corpo umano e a strumenti chirurgici di buona fattura, efficace e precisi. La religione egizia ha origini mitologiche e fantastiche: il dio supremo era Ra, il Sole, da cui provengono molti dei, tra cui Osiride, dio della terra, ucciso e fatto a pezzi per invidia dal fratello Seth. Iside, sua sposa, ricompose il corpo e lo animò, aiutata dal dio Anubi. Osiride divenne così re dei morti e Horus, figlio di Osiride e Iside, sconfisse Seth in battaglia e divenne re della Terra. Moltissimi sono gli dei egizi; uno per ogni manifestazione della vita e il loro aspetto varia a seconda della funzione che riveste. Nel periodo del Nuovo Regno il dio Amon-Ra divenne la principale divinità egizia. Per lui venne costruito il tempio di Karnak, una delle più imponenti strutture religiose della storia, nel quale si entrava attraverso un portone, da cui partiva un viale che conduceva ai piloni, ornati con bassorilievi policromi, raffiguranti le gloriose imprese del faraone. Verso la fine del Nuovo Regno sulla riva sinistra del Nilo sorsero numerosi templi per il culto dei defunti. Le spoglie dei faraoni vennero deposte nelle tombe scavate nella roccia della Valle dei Re, al cui ingresso sorgevano gli edifici religiosi. Il più importante e imponente dei quali è il tempio rupestre di Abu Simbel, fatto costruire dal faraone Ramesse II, uno dei più prolifici costruttori del Nuovo Regno. Il rito della sepoltura dei morti in Egitto costituiva una pratica importantissima, perché gli Egizi credevano che il corpo sopravvivesse al defunto e che senza di esso non potesse esistere. Ecco perché conservavano il cadavere con l' imbalsamazione e la mummificazione. L'imbalsamazione era un rito religioso che ha avuto origine nell'Antico Egitto, probabilmente prima del 4000 a.C., volto a preparare il defunto alla vita ultraterrena. Il corpo del morto veniva portato da un imbalsamatore di professione, in genere un sacerdote. Questi dapprima estraeva il cervello del morto dalle narici con un ferro ricurvo o lo dissolveva con un liquido che iniettava nella testa. Poi praticava un'incisione nel fianco ed estraeva gli intestini, lavandoli e cospargendoli di aromi tritati. Quindi, riempiva il ventre con mirra, cannella e altre essenze profumate e lo ricuciva. Dopo immergeva il corpo in un bagno di sale di soda per settanta giorni. Passato questo tempo, il corpo del defunto veniva avvolto in tre sudari e in una tela rossa, stretta da fasce. Questa procedura veniva compiuta in particolari condizioni di ventilazione e umidità, per cui la materia organica si trasformava senza imputridire. Infine il morto era posto in un sarcofago a forma di cassone, in pietra, in legno o a forma di mummia in cartapesta: variamente decorato e recante iscrizioni. Nella tomba venivano poste copie in pietra o legno del corpo, come sostituti nel caso in cui la mummia fosse andata distrutta, e una copia del Libro dei Morti e tutti gli oggetti necessari per la vita nell'aldilà.