In cammino verso la Pasqua Riflessioni di don Tonino Bello Voglia di camminare Coraggio, gente! La Pasqua ci dice che la nostra storia ha un senso, e non è un insieme di inutili sussulti. Che quelli che stiamo percorrendo non sono sentieri interrotti. Che la nostra esistenza personale non è sospesa nel vuoto né consiste in uno spettacolo senza rete. Precipitiamo in Dio. In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Coraggio, gente! La Pasqua prosciughi i ristagni di disperazione sedimentati nel nostro cuore. E, insieme al coraggio di esistere, ci ridia la voglia di camminare. Dal deserto al Calvario Dal deserto del digiuno e della tentazione fino al monte Calvario, la pace passa attraverso tutte le strade scoscese della Quaresima. E quando arriva ai primi tornanti del Calvario, non cerca deviazioni di comodo, ma vi si inerpica fino alla croce. Sì, la pace, prima che traguardo, è cammino, cammino in salita. E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi parte. Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai (su questa terra, s'intende) pienamente raggiunta. Un mondo nuovo Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «terzo giorno». Da quel versante, le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate, lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo. Coraggio, fratello Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. C'è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra un assurdo. Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. Donna, non piangere Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrere. Vedi: la collina del Calvario, che l'altro ieri era solo un teschio coperto di fango, oggi si è improvvisamente ricoperta di fiori. Siamo appena al terzo giorno: ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. No, non misurare sui calendari dell'uomo la distanza che separa quest'alba luminosa dal tramonto livido dell'ultimo venerdì. Non è trascorso del tempo: è passata un'eternità. Donna, tu non lo sai, ma oggi è cominciata la nuova creazione. Irrompe la Pasqua Coraggio! Irrompe la Pasqua! È il giorno dei macigni che rotolano via dall'entrata dei sepolcri. È il tripudio di una notizia che si temeva non potesse giungere più e che corre di bocca in bocca ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici. È la gioia delle apparizioni del Risorto che scatena abbracci nel Cenacolo. È la festa degli ex delusi dalla vita, nel cui cuore dilaga ora la speranza. Che sia anche la festa in cui il traboccamento della comunione venga a lambire le sponde della nostra isola solitaria. Una grande speranza Aiutaci, Signore, a portare nel mondo e dentro di noi la tua risurrezione. Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente di chi piange. Concedi a chi non crede in te di comprendere che la tua Pasqua è l'unica forza della storia perennemente eversiva. E poi, finalmente, o Signore, restituisci anche noi, tuoi credenti,[email protected] alla nostra condizione di uomini. Amen. Elaborato da Antonio Barone e rifinito da Eugenio