DOMENICA XXXI DEL TEMPO ORDINARIO/C 3 novembre 2013 Sapienza 11, 22-12,2 - 2 Tessalonicesi 1, 11-2,2 - Luca 19, 1-10 “UN UOMO, DI NOME ZACCHEO, VOLEVA VEDERE GESÙ” (Cf.Luca 19, 2) Avanzamento manuale ZACCHEO il PECCATORE E’ uno che aveva sfruttato gli altri, facendosi ricco, uno strozzino, collaborazionista con i romani occupanti, fatto che lo rendeva inosservante della legge ebraica che esigeva separazione assoluta dagli stranieri. Per questo è chiamato pubblicano e peccatore. Forse la curiosità di vedere Gesù rivela in Zaccheo la ricerca di una luce nuova per la sua vita, il desiderio di un riscatto. LA GENTE. La gente comune aveva già messo nel catalogo dei peccatori il ricco Zaccheo, soprattutto perché era un usuraio. Anche i capi avevano già marchiato Zaccheo come pubblicano e peccatore. La gente comune, condizionata dai capi, mantiene le distanze da Zaccheo, e mormora… non può difendersi in altra maniera. I capi vivono una posizione ambigua e ipocrita: un distacco prudente in pubblico, e qualche intrallazzo per interesse privato, dato che Zaccheo era un uomo di prestigio. La gente è manipolata nella sua opinione ed è in balia del più forte che detiene i mezzi di informazione. Così la gente condanna e insieme rispetta l’usuraio Zaccheo perché lo chiedono i capi, e la stessa gente, chiede con forti grida la condanna a morte di Gesù dichiarato innocente dal magistrato romano. Così facciamo anche noi oggi: per colpa di un rom, si invoca la pena capitale per tutti i rom, e per la carneficina di Erba provocata da italiani, neppure un esame di coscienza per domandarci le cause, o prevenire tanta violenza. GESÚ Questo Vangelo ha per centro l’opera di salvezza attuata da Dio, amante della vita. E’ un invito alla speranza per chi si è perduto La coscienza della colpa e macchiato. non deve portare alla disperazione, ma alla ricerca di Colui che ci può salvare e darci la forza per fare ancora del bene… Nessuna situazione umana per quanto inquinata dal peccato, è preclusa all’incontro con Dio. Questo Vangelo è invito a tutti i discepoli del Signore, a tutti i credenti, a tutti coloro che vogliono dare un apporto positivo alla società, e alla civiltà, è un invito a non distruggere i campi dei nomadi, a non uccidere chi ha ucciso, a non lanciare bombe sulla città degli innocenti per colpire invano il dittatore. Perché il male non si può eliminare moltiplicando il male. E’ un invito a offrire lavoro, cultura, spazi e mezzi per vivere onestamente… perché se non creiamo queste possibilità per sopravvivere resta solo la via del crimine organizzato. Chi invoca la strage degli innocenti è pericoloso ! persegue il percorso del nazismo. La speranza di Gesù è quella di una Chiesa in cui tutti vengano accolti, il suo desiderio è quello di avere discepoli che escano dai loro cenacoli per andare “a cercare e a salvare ciò che era perduto”. Sunto dell’Omelia odierna del Padre Dehoniano Natalino Costalunga F I N E