Sandro Mario Moraldo
La questione linguistica in Italia
tra plurilinguismo e potenziato inglese
Conferenza del Lunedì, Istituto per la Traduzione e l’Interpretazione, Università degli Studi di Heidelberg, 20 giugno 2011
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1) Silvio Berlusconi e la questione linguistica
2) L’insegnamento della/e lingua/e straniera/e nell’ordinamento
scolastico italiano
3) Conoscenze e competenze delle lingue straniere degli Italiani
4) LETitFLY
5) CLIL
Legge 5 giugno 1990, n.148
Riforma dell'ordinamento della scuola elementare
L'insegnamento della lingua straniera, previsto nel curriculo della scuola elementare dai
programmi del 1985, è stato formalmente introdotto dall'art. 10 della legge di riforma 5
giugno 1990 n. 148. Tale normativa prevede che il suddetto insegnamento sia impartito da
docenti elementari di ruolo che hanno dato la loro disponibilità a frequentare appositi corsi
di formazione finanziati dal Ministero.
Art. 2, comma f della Legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al Governo per la
definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 2 Aprile 2003)
(…) la scuola primaria promuove, nel rispetto delle diversità
individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire
e sviluppare le conoscenze e le abilità di base fino alle prime
sistemazioni logico-critiche, di far apprendere i mezzi espressivi, ivi
inclusa l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’Unione
europea oltre alla lingua italiana. (...) la scuola secondaria di primo
grado, attraverso le discipline di studio (...) introduce lo studio di
una seconda lingua dell’Unione europea...
Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59
Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al
primo ciclo dell'istruzione
Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 Art. 5. Finalità
1. La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le diversità individuali, ivi
comprese quelle derivanti dalle disabilità, promuove, nel rispetto delle diversità
individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire e sviluppare
le conoscenze e le abilità di base, ivi comprese quelle relative all'alfabetizzazione
informatica, fino alle prime sistemazioni logico-critiche, di fare apprendere i
mezzi espressivi, la lingua italiana e l'alfabetizzazione nella lingua inglese, di
porre le basi per l'utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del
mondo naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi, di valorizzare le capacità
relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di educare ai principi
fondamentali della convivenza civile.
1) Silvio Berlusconi e la questione linguistica
Conferenza stampa del 22 ottobre 2008
(Silvio Berlusconi e Mariastella Gelmini)
le famose tre I della riforma scolastica
1. Impresa
2. Internet e
3. Inglese
(campagna elettorale del 2001)
Conferenza stampa del 22 ottobre 2008 (Silvio Berlusconi e Mariastella Gelmini)
«Poi ci hanno accusato di aver ridotto il numero delle ore dedicate allo
studio della lingua inglese. È falso. Le ore di insegnamento dell’inglese
nelle elementari sono rimaste quelle di prima...che funzionavano.
Abbiamo in 1a elementare un’ora, in 2a elementare due ore, in 3a, 4a
e 5a elementare tre ore…non solo…ma le famiglie possono richiedere
di potenziare lo studio dell’inglese di altre due ore, naturalmente
cambiando in studio dell’inglese le due ore che sono invece dedicate allo
studio di una seconda lingua comunitaria che è prevalentemente il
francese o il tedesco. Quindi, credo che questo sia qualcosa di molto
positivo».
Decreto Legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, Art. 25. Comma 2
Art. 25: Insegnamento dell'inglese, della seconda lingua
comunitaria e della tecnologia
2. Al fine di offrire agli studenti l'opportunità di conseguire un livello di
apprendimento della lingua inglese analogo a quello della lingua italiana
e' data facoltà, nella scuola secondaria di primo grado, alle famiglie che
ne facciano richiesta, di utilizzare, per l'apprendimento della predetta
lingua, anche il monte ore dedicato alla seconda lingua comunitaria.
Tale scelta e' effettuata al primo anno della scuola secondaria di primo
grado e si intende confermata per l'intero corso della scuola secondaria
di primo grado ed anche per i percorsi del secondo ciclo di istruzione e
formazione. (…)
ISTAT: La lingua italiana, i dialetti e le lingue straniere
(Periodo di riferimento: Anno 2006; Diffuso il: 20 aprile 2007)
2. LE LINGUE STRANIERE: UNA CONOSCENZA DIFFUSA MA DI
BASSA QUALITÀ
Considerando la lingua conosciuta meglio, il 7,6% degli intervistati che parlano
almeno una lingua straniera ritengono di avere un livello di competenza ottimo, il
24,3% un livello buono, il 37,7% ritiene di avere un livello di competenza sufficiente
e il 30,4% scarso.
Le persone intervistate dichiarano, dunque, un livello di conoscenza delle lingue
straniere abbastanza modesto. Per l’inglese il livello di conoscenza è scarso per più
del 30% degli intervistati. La quota di persone che dichiarano una conoscenza
ottima dell’inglese è ristretta, il 5,7%, mentre il 23,6% dichiara un buon livello di
conoscenza.
LETitFLY: La domanda di formazione linguistica in Italia
(2006)
Corriere della sera 19 giugno 2008
La traccia e gli errori
La giustificazione
LETitFLY (2006)
L’indagine sulla domanda di formazione linguistica delle imprese
Dai dati emerge un profilo abbastanza problematico, poiché predominano
atteggiamenti di chiusura dovuti, probabilmente, alla prevalente dimensione ridotta
delle imprese, ma anche alla scarsa propensione a valutare positivamente le
discontinuità che l’integrazione a livello mondiale degli scambi sta innescando.
Sicuramente i dati sono contraddittori: infatti, il 76% degli intervistati dichiara di
essere d’accordo sulla necessità di avere, all’interno della propria impresa, personale
con competenze linguistiche, ma, nello stesso tempo, il 51% condivide
l’affermazione relativa al fatto che, se non si utilizzano le lingue, non è affatto
necessario organizzare corsi di formazione sulle lingue. L’inglese appare per
definizione la lingua più utile: gli intervistati, imprenditori o dirigenti aziendali, lo
classificano così quasi all’unanimità (99,4%). Seguono a distanza il tedesco (28,3%),
il francese (27,7%) e lo spagnolo (19,7%).
1.2. Quante sono le lingue straniere conosciute
Degli italiani che hanno conoscenze linguistiche il 63,7% di questi afferma di sapere
oltre alla lingua nativa solo una lingua, il 28,6% due e un marginale 6,4% tre (tab. 6).
Dalla lettura in sequenza dei dati, emerge con chiarezza il divario che separa il nostro paese
dal raggiungimento dell'obiettivo, fissato dal Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 e
successivamente ribadito dalla Commissione Europea nel 2005, della padronanza da parte
dell'intera popolazione di almeno 2 lingue straniere oltre alla lingua madre.
Conclusione della Presidenza, Consiglio Europeo di Barcellona (15/16 marzo 2002)
44. Il Consiglio europeo invita ad intraprendere ulteriori azioni in questo campo: migliorare la padronanza delle competenze di base, segnatamente mediante
l'insegnamento di almeno due lingue straniere sin dall'infanzia (...)
Commission of the European Communities; Commission Staff Working Paper:
progress towards the Lisbon Objectives in Education and Training, Brussels,
22.03.2005)
Most EU pupils do not reach the objective of proficiency in at least two foreign
languages. At present (2002), an average of only 1.3 and 1.6 foreign languages per pupil
are taught in the Member States in general lower- and upper-secondary education
respectively. Major efforts will have to be made by most countries in order to reach the
objective of a European average level of at least two foreign languages learned by all.
2.3. Il livello di conoscenza delle lingue straniere
Ma chi dice di conoscere una lingua straniera è effettivamente in grado di utilizzarla? Probabilmente
no, almeno per più della metà del campione (tab. 21). Chiedendo, infatti, di fare una valutazione del
proprio livello di competenza linguistica, è emerso che il 50,1% (per la prima lingua conosciuta), e
ben il 59,6%, per chi dichiara di conoscerne una seconda, definisce scarso il proprio livello di
competenza, ed un altro 19% (il 18,6% per la seconda lingua) lo ritiene appena sufficiente.
ISTAT: La lingua italiana, i dialetti e le lingue straniere (riferimento: Anno 2006; Diffuso il: 20
aprile 2007)
2. LE LINGUE STRANIERE: UNA CONOSCENZA DIFFUSA MA DI BASSA QUALITÀ
Considerando la lingua conosciuta meglio, il 7,6% degli intervistati che parlano almeno una lingua straniera
ritengono di avere un livello di competenza ottimo, il 24,3% un livello buono, il 37,7% ritiene di avere un livello
di competenza sufficiente e il 30,4% scarso. Le persone intervistate dichiarano, dunque, un livello di conoscenza
delle lingue straniere abbastanza modesto. Per l’inglese il livello di conoscenza è scarso per più del 30% degli
intervistati. La quota di persone che dichiarano una conoscenza ottima dell’inglese è ristretta, il 5,7%, mentre il
23,6% dichiara un buon livello di conoscenza.
Classi di età
scarso
Competenze in Inglese
sufficiente buone
molto buone
Competenze in Francese
scarso sufficient
buone
molto
e
buone
6-24
27,0
40,9
27,2
4,8
29,9
41,4
25,2
3,5
25-34
25,5
40,6
26,7
7,2
34,1
42,7
18,4
4,8
35-44
33,8
38,6
21,9
5,7
40,3
39,8
15,5
4,4
45-54
39,7
37,0
18,2
5,2
46,4
37,1
13,1
3,4
55-64
46,0
32,8
15,6
5,6
45,0
35,3
15,7
4,0
65 e più
42,3
32,9
17,0
7,8
43,6
35,8
15,0
5,5
Media
31,6
39
23,6
5,7
39,0
39,2
17,6
4,2
Lettera aperta (12.10.2008) dell‘insegnante di
tedesco Maria Caterina Polidoro (Taranto) al
Commissario europeo per le politiche
linguistiche ed il multilinguismo Léonard
Orban
Risposta del Commissario Orban (24.10.2008) per
mano di Adam Tyson, (Directorate General for
Education and Culture : Ref Adonis D(2008) rep
13923)
Ref Adonis D(2008) rep 13923
Gentile signore/a,
Il Commissario Orban mi ha chiesto di rispondere al suo e-mail.
La Commissione non si può pronunciare sul disegno di legge a cui lei fa riferimento, poiché in
base alle informazioni in nostro possesso è ancora oggetto di discussione in sede parlamentare.
Ad ogni modo, la Commissione riafferma il suo forte impegno per la promozione e la protezione
delle lingue europee. A questo proposito, la comunicazione recentemente adottata – Il multilinguismo:
una risorsa per l'Europa e un impegno comune (COM (2008) 566) – ha considerevolmente
rafforzato la nostra strategia a favore della diversità linguistica. (...)
L'articolo 149 del Trattato che ha istituito l'Unione Europea non affida alla Commissione
competenze dirette in materia di istruzione, ma è comunque utile ricordare che tutti i paesi membri,
all'occasione del Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002, hanno sottoscritto l'obiettivo di insegnare,
oltre alla lingua madre, altre due lingue. Questo obiettivo rimane valido e la Commissione vi
attribuisce grande importanza. L'aspettativa della Commissione non può che essere che le riforme nel
campo dell'istruzione perseguano questo obiettivo, alla pari degli altri che sono stati oggetto di accordi a
livello europeo. Ad ogni paese spetta naturalmente la scelta quanto ai mezzi con cui perseguire gli obiettivi
comuni.
Cordiali saluti
Adam Tyson (Head of Unit, European Commission - Directorate General for Education and Culture, Unit 01 - Policy
and interinstitutional coordination)
Petizione degli insegnanti per l'abrogazione
dell'art.25
giovedì 09 ottobre 2008
Al Ministro della Pubblica Istruzione
Alla VII Commissione Istruzione della Camera
Alle Organizzazioni Sindacali
Ai Dirigenti Scolastici
All’associazione ANILS
Alle associazioni ANIF ADILT - AISPI Scuola
LETitFLY (2006)
Le lingue più importanti nelle imprese:
Inglese
Tedesco
Francese
Spagnolo
Cinese
Arabo
Giapponese
Russo
→
→
→
→
→
→
→
→
(Fonte: MLPS-RTI LETitFLY, 2006)
71,9%
20,6%
17,6%
6,7%
2,0%
1,0%
0,4%
0,4%
Grado di utilità di avere personale con consocenze di lingue
straniere nelle imprse italiane:
molto utile
utile
poco utile
per niente utile
non so
→
→
→
→
→
57,3%
38,1%
3,0%
1,1%
0,4%
(Fonte: MLPS-RTI LETitFLY: La domanda di formazione linguistica delle imprese italiane, 2006)
PIANO DEGLI STUDI (Scuola Secondaria Superiore; di II° grado)
N.B. Dal primo anno del secondo biennio è previsto l’insegnamento in lingua
straniera di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa nell’area delle attività
e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli
insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di
organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro
famiglie.
Liceo Linguistico
Dal secondo anno del secondo biennio è previsto inoltre l’insegnamento, in una
diversa lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL), compresa
nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o
nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del
contingente di organico ad esse assegnato, tenuto conto delle richieste degli
studenti e delle loro famiglie.
Nome Cognome
Struttura
Contatti
www.unibo.it
Art. 2, comma f della Legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al Governo per la
definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 2 Aprile 2003)
(…) la scuola primaria promuove, nel rispetto delle diversità
individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire
e sviluppare le conoscenze e le abilità di base fino alle prime
sistemazioni logico-critiche, di far apprendere i mezzi espressivi, ivi
inclusa l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’Unione
europea oltre alla lingua italiana. (...) la scuola secondaria di primo
grado, attraverso le discipline di studio (...) introduce lo studio di
una seconda lingua dell’Unione europea...
Avviso di Rettifica (in GU 27 maggio 2004, n. 123)
Arti. 5
1. La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le
diversità individuali, ivi comprese quelle derivanti dalle
disabilità, promuove, nel rispetto delle diversità individuali,
lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire e
sviluppare le conoscenze e le abilità di base, ivi comprese
quelle relative all'alfabetizzazione informatica, fino alle
prime sistemazioni logico-critiche, di fare apprendere i
mezzi espressivi, la lingua italiana e l'alfabetizzazione nella
lingua inglese (…)
I percorsi formativi
a) per l'insegnamento (…) nella scuola primaria,
un corso di laurea magistrale quinquennale,
a ciclo unico (…) comprensivo di tirocinio da
avviare a partire dal secondo anno di corso;
b) per l'insegnamento nella scuola secondaria di
primo e secondo grado, un corso di laurea
magistrale biennale ed un successivo anno di
tirocinio formativo attivo.
4. Costituiscono parte integrante dei percorsi formativi ai fini
del raggiungimento degli obiettivi di cui all'articolo 2:
a) l'acquisizione delle competenze linguistiche di lingua
inglese di livello B2 previste dal "Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue" adottato nel 1996 dal Consiglio
d'Europa. La valutazione o la certificazione di dette competenze
costituisce requisito essenziale per conseguire l'abilitazione
Percorsi formativi
2. I percorsi formativi sono così articolati:
a) per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria, un corso di
laurea magistrale quinquennale, a ciclo unico in deroga a quanto previsto dall'articolo
8, comma 2, del decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22
ottobre 2004, n. 270, comprensivo di tirocinio da avviare a partire dal secondo anno di
corso;
b) per l'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, un corso di
laurea magistrale biennale ed un successivo anno di tirocinio formativo attivo.
4. Costituiscono parte integrante dei percorsi formativi ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di cui all'articolo 2: a) l'acquisizione delle competenze linguistiche di lingua
inglese di livello B2 previste dal Quadro comune europeo di riferimento per le lingue
adottato nel 1996 dal Consiglio d'Europa. La valutazione o la certificazione di dette
competenze costituisce requisito essenziale per conseguire l'abilitazione
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La scuola primaria