Domenica delle Palme
LA PASSIONE DEL SIGNORE
Trionfo
e condanna,
riconoscimento
e rifiuto del Cristo,
sono gli eventi contraddittori che le letture
di questa domenica ci fanno vivere.
AVANZAMENTO MAUALE
Sono spontanee tante domande:
perché il male? Perché il mondo è fatto così male?
Perché la condanna e l’uccisione dell’innocente?
Perché la crocifissione
come Lui,
del Figlio stesso di Dio, e
la persecuzione di milioni di innocenti?
Perché il mondo è fatto in maniera tale
che chi è buono
viene quasi sempre considerato un debole,
una persona di poco valore,
fino ad apparire,
per riprendere l’intuizione di Dostoevskij,
un idiota?
L’uomo giusto subisce il male
e si chiede perché Dio lo permette?
La risposta che solitamente si ottiene è che
Dio permette il male
per far nascere un bene maggiore che è la libertà:
Ma questa risposta non soddisfa la mente umana,
perché noi crediamo
e affermiamo che
Dio governa il mondo
con la sua
Divina Provvidenza,
che il male c’è nel mondo
e non si può negare,
e che
Dio in nessun modo
vuole il male.
L’uccisione stessa di Cristo è una storica e triste realtà,
è realtà anche la malvagità di chi lo ha ucciso,
e non abbiamo un ordine di idee sufficienti
per spiegare questa dolorosa realtà
del sangue innocente che inonda il mondo.
Il male e la sua origine è la spina nella carne viva
che inquieta colui che crede nel Bene assoluto,
una spina che, fino a quando non sarà estirpata,
produrrà sofferenza, dolore, lacrime, inquietudine.
Il male è un fatto,
e proprio perché l’uomo ne fa l’esperienza,
ha bisogno
di spiegazione e di salvezza.
Ci fa bene guardare
che nell’anima dell’uomo abitano anche
il senso di giustizia
e il bisogno di bene;
e questo fatto ci può aiutare a intravedere
una spiegazione all’origine del male:
il bisogno del bene è il non adeguamento al male,
è essenza specifica
dell’essere umano,
è la libertà,
è il nome dell’uomo;
la libertà e il non adeguamento al male
hanno un prezzo,
quello della croce;
il bisogno del bene
è infatti ribellione allo stato di necessità,
alla logica del potere del più forte
e della sua falsa giustizia.
L’anima che ha bisogno del bene, dice al potere:
non mi avrai mai, la mia anima non l’avrai mai,
il mio regno
e la mia attesa
non è quella del male
e della soggiogazione.
Il potere del male non può accettare il bene,
perché sarebbe la sua sconfitta,
la legge del bene
lo frena,
lo sbaraglia.
Il male preferisce
crocifiggere
chi cerca il bene.
Il serpente del paradiso terrestre
è il simbolo del male perché rappresenta l’astuzia,
cioè l’uso dell’intelligenza
finalizzato unicamente
al successo personale,
alla ricerca di se stesso,
al guadagno
rivolto tutto a sé;
l’astuzia distorce il bene a scapito degli altri.
Il capo di questo mondo di ingannatori
è il serpente
perché non può accettare la presenza del bene,
A suo opposto c’è il Giusto sofferente,
la persona che sa dare la vita
per modificare
il mondo oppressivo,
per i diritti,
per l’uguaglianza
di tutti gli esseri,
per la salvezza dal male:
questo è il senso primo di ogni sofferenza del giusto.
Nell’ultima cena Gesù dà significato alla sofferenza
anche con le parole con cui presenta il calice
dicendo che è dato per
“una nuova alleanza”,
un mondo nuovo e diverso,
quello del trionfo del bene;
la passione del Signore è la rivelazione più grande
di Dio che è amore;
di un Dio che supera il male con l’amore.
Le parole di Gesù:
“Io sono in mezzo a voi come colui che serve”
(Lc 22,27),
amplificano
questo significato
della passione:
Egli si è fatto servitore nostro,
si è messo a nostro servizio,
si è preso la nostra sorte,
trasformandola dal di dentro
con la sua grazia e il suo amore.
Non resta “confuso” l’Innocente
davanti ai tribunali che lo accusano ingiustamente,
davanti alla
falsità del mondo;
al contrario Egli travolge le forze del male,
per la sua dignità e la grandezza d’animo
con cui agisce e opera per il bene del mondo.
FINE
Sunto dell’omelia odierna
di Padre Natalino Costalunga,
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il bisogno del bene