QUARTO CIRCOLO di FROSINONE
SCUOLA ELEMENTARE “MADONNA DELLA NEVE”
Gli alunni delle classi VA e VB presentano
L’Odissea è lo straordinario racconto di un viaggio.
Attraverso un Mediterraneo, ancora in gran parte
sconosciuto, Ulisse tocca terre straniere, ha a che
fare con popoli, mostri, dei, si spinge fino ai confini
del mondo allora conosciuto, nel tentativo di
ritornare a casa, a Itaca, la sua patria.
“Navigando sulla rotta di Ulisse”
è il nostro viaggio virtuale, che ripercorre le
avventurose vicende di Ulisse.
Buona navigazione!
Le tappe del viaggio
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MAPPA INTERATTIVA
1.Troia
2. Paese dei Ciconi
13. Itaca
12. Isola dei Feaci
11.Isola della ninfa Calipso
3. Paese dei Lotofagi
LE TAPPE
DEL
VIAGGIO
10. Isola del sole
9. Scilla e Cariddi
8. Isola delle Sirene
4. Terra dei Ciclopi
5. Reggia di Eolo
6. Terra dei Lestrigoni
7. Grotta della maga Circe
Nome italianizzato dell'eroe della mitologia greca Odisseo.
Ulisse, re di Itaca, è l'eroe assetato di conoscenza, che
compie imprese gloriose e
grazie ai suoi astuti
stratagemmi supera ogni
genere di avversità. Le sue
avventure sono narrate
nell'Odissea, il poema di
Omero che è un
capolavoro dell’epica di tutti i tempi.
L’isola di Itaca, nel mar Ionio, era una delle terre più ricche della
Grecia, il suo re si chiamava Ulisse e governava con molta saggezza. Un
giorno il re greco Menelao lo chiamò per partecipare alla
guerra contro la città di Troia. Questa guerra era
scoppiata perché Elena, moglie di Menelao, era stata
rapita da Paride, il figlio del re di Troia. Per
vendicare l’affronto subito dal re e per liberare
la donna, tutta la Grecia si era armata e aveva
attaccato la città. Ulisse, anche se amava la vita
avventurosa, non aveva alcuna intenzione di
partire. Un oracolo gli aveva predetto
un’assenza di 20 anni se fosse andato
a Troia. Così si finse pazzo. Palamede,
messaggero del re Menelao, lo trovò
alla guida di un aratro a seminare sale…
…Ma, conoscendo la sua astuzia, lo mise alla prova: prese il piccolo Telemaco, il
figlio di Ulisse e lo adagiò davanti all’aratro. Se Ulisse era veramente pazzo
doveva passare sopra il figlio. Ulisse si fermò e partì per Troia.
La guerra durava ormai da ben dieci anni. Allora Ulisse ricorse ad uno dei suoi
tranelli: fece lasciare sulla spiaggia un enorme cavallo di legno, cento volte più
grande di uno vero, con una scritta che lo definiva consacrato alla dea
Atena.Questo cavallo fu riempito di guerrieri greci. I Troiani non sapevano se
trasportarlo dentro le mura. Laocoonte, sacerdote troiano, grida al popolo di
non fidarsi dei doni dei Greci. Prese una lancia e la scagliò contro il fianco del
cavallo. Ma un gigantesco serpente marino uscì dall’acqua e soffocò Lacoonte
con i suoi due figli. La terribile morte del sacerdote convinse i Troiani a portare
il cavallo dentro le mura della città. I Greci aspettarono la notte per uscire dal
cavallo e aprire le porte della città all’esercito: i troiani furono massacrati, le
mura di Troia rase al suolo.
Qui inizia il racconto del viaggio di Ulisse.
E’ un’antica città dell’Asia Minore, capitale della Troade, che, secondo la leggenda,
fu fondata da Dardano e ricevette il proprio nome da Tros o Troo, nipote di
Dardano. Sotto Priamo, figlio di Laomedonte, Troia raggiunse il massimo
splendore, fino a che venne assalita e distrutta dai Greci guidati da Agamennone.
La leggenda omerica ha ricevuto dai ritrovamenti archeologici un fondamento
storico. I resti dell’antica Troia furono portati alla luce per la prima volta dagli
scavi di Schliemann e di W. Dörpfeld (1871-1894) sull’altura di Hisarlik.
Continuati da C. W. Blegen (1938), gli scavi hanno portato alla luce resti della
città dal 3200 a. C. al 400 d. C., suddivisi in nove strati, ciascuno corrispondente a
un abitato. La Troia omerica fu identificata da Dörpfeld nel settimo strato.
Tutto ciò che si sa di Omero è leggenda. E’ vissuto
forse nel IX sec. a. C. Tutto è incerto della sua
vita e la sua stessa esistenza è stata messa in
dubbio. Non si sa dove è nato, forse la città di
Chio, o quella di Colofone, oppure Smirne. La
leggenda ce lo raffigura vecchio, cieco, girovago
e mendico. Ad Omero, considerato il primo poeta
epico, gli antichi attribuirono molte opere:
oltre all'Iliade e all'Odissea. Ma alcuni storici affermano che l'Iliade e
l'Odissea, opere tanto differenti per stili, mondo sociale ed economico, non
potevano essere opera dello stesso autore. Altri storici attribuiscono
invece l'Iliade alla gioventù e l'Odissea alla vecchiaia di Omero. Ancora
oggi, i pareri sono molti e discordanti
Il viaggio di Ulisse
inizia quando la guerra
di Troia ha fine. Dopo
dieci anni di assedio i
Greci riescono a
sconfiggere i Troiani,
grazie allo stratagemma del cavallo di
legno ordito, dall’astuto Ulisse, re di Itaca, che partecipò alla
guerra. I Greci lasciano vittoriosi Troia per tornare nella loro
patria. Ulisse parte con dodici navi per tornare ad Itaca dai suoi
cari: la moglie Penelope, il figlioletto Telemaco e il padre Laerte.
Ma il suo viaggio è destinato a durare molto a lungo: altri dieci
anni, attraverso terre sconosciute e un mare spesso nemico. Nel
suo peregrinare, Ulisse ha con sé un’alleata potente: Atena, la dea
della sapienza, che protegge l’eroe nel suo viaggio.
HOME
Lasciata Troia, Ulisse e i suoi uomini, deviano verso nord alla ricerca di
nuovi saccheggi e arrivano a Ismaro in Turchia. Dopo aver conquistato e
saccheggiato Ismaro, Ulisse incita i suoi uomini a ripartire , ma loro non
vogliono. Hanno disperso facilmente i Ciconi e si
addormentano soddisfatti.
Ma i Ciconi si radunano,
attaccano all’improvviso e
per i Greci è una carneficina.
Riescono a ripartire con le
loro navi, ma devono piangere
molte vittime. Al momento
di prendere la via di casa
incontrano una terribile tempesta.
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Dopo nove giorni approdano in una terra straniera abitata dai Lotofagi, i
mangiatori di loto. Sono giunti fino in Libia. Scesi a terra, si saziano con le
scorte di cibo ancora nelle navi. Ulisse manda in esplorazione alcuni uomini,
ma non ritornano. Allora ne
manda altri, ma anche questi scompaiono.
Decide così di seguirli per scoprire
cosa è successo. Ulisse li ritrova ospiti
del popolo dei Lotofagi, i mangiatori
di loto. Il loto è un frutto senza
nocciolo, color zafferano, grande
come una fava e cresce in grappoli.
Ma chi lo mangia perde la memoria.
Ulisse rifiuta di mangiare il frutto
del loto e costringe i suoi uomini
a ritornare sulle navi.
HOME
Partito dalle coste africane, dopo pochi giorni di navigazione, Ulisse arriva
nell’ arcipelago delle Egadi, nella Sicilia orientale. E’ la terra dei Ciclopi,
giganti primitivi con un occhio solo al centro della fronte. Non hanno leggi
e vivono in grotte profonde nelle montagne. Ulisse e i suoi uomini entrano
in una delle grotte senza sapere che è la dimora di Polifemo, figlio di
Poseidone e gigante cannibale. Verso sera Polifemo rientra con il suo
gregge e chiude
l’entrata con un enorme masso.
Alla vista del mostro Ulisse gli
rivolge parole gentili ma, per tutta
risposta, Polifemo afferra due
dei suoi marinai e li divora.
Al mattino, il ciclope divora
altri due marinai ed esce
con il suo gregge, …
HOME
Polifemo grida di rabbia e di dolore, chiama l’uomo che lo ha
accecato, vuole conoscere il suo nome. E allora
Ulisse risponde “nessuno”. Quando gli altri
Ciclopi accorreranno alle grida di Polifemo
chiedendo il nome del suo accecatore, Polifemo
risponderà “nessuno”. Le navi di Ulisse sono
in mare: il ciclope, furibondo, li aspetta sull’alto
di una rupe e inizia a scagliare pesanti massi
in mare. Ma Ulisse, sentendosi ormai al sicuro,
grida al Ciclope il suo vero nome, perché sappia
chi lo ha sconfitto. Pagherà amaramente questo
atto di superbia: Poseidone sa chi ha accecato
il figlio e lancia ad Ulisse la sua maledizione:
tornerà ad Itaca solo dopo terribili tribolazioni
e molti anni.
HOME
…richiudendo l’entrata con un enorme masso. Durante il giorno, l’astuto Ulisse
prepara un palo appuntito di legno e lo nasconde. La sera, quando Polifemo
rientra, gli si avvicina con tono amichevole e gli offre del vini forte, che aveva
preso ad Ismaro. Il Ciclope beve
d’un fiato e ne chiede ancora, in poco tempo
è ubriaco. A quel punto, Ulisse e i suoi
prendono il palo appuntito e
lo conficcano nell’occhio del Ciclope.
Polifemo, ferito, cerca i Greci con le
mani, ma Ulisse li aveva fatti legare
sotto le pance delle pecore del Ciclope
e, quando lui apre l’ingresso della grotta
aspettando gli uomini al varco,
riescono a fuggire.
HOME
Ulisse, intanto, ha ripreso il mare verso Nord, credendo di salire le
coste della Grecia e si imbatte nelle isole Eolie, al largo della Sicilia,
dove vive il dio dei venti: Eolo, che ospita Ulisse per un mese. Alla
partenza il dio dei venti dà ad Ulisse un dono preziosissimo: un otre
sigillato da un filo d’argento. Dentro l’otre Eolo ha chiuso tutti i venti
tranne il dolce vento occidentale che avrebbe spinto Ulisse verso
Itaca, la sua casa. Ulisse riprende il viaggio, sospinto
dal vento favorevole. Ma,
i marinai, insospettiti,
aprono l’otre. Una terribile
tempesta si abbatte sulle
navi, proprio quando Ulisse
avvista Itaca. Le navi vanno
alla deriva verso l’isola di
Eolo. Ulisse implora il dio
dei venti, ma Eolo gli ordina
di andarsene… (continua)
HOME
Abbattuti, demoralizzati, Ulisse e i suoi compagni riprendono il
mare. Dopo sei giorni di navigazione, approdano nell’isola dei
Lestrigoni. Undici delle dodici navi entrano nel porto, ma Ulisse
decide di ormeggiare la sua imbarcazione
lontana dal porto.Ciò gli salva la vita
perché i Lestrigoni si nutrono di
carne umana. Dall’alto delle
scegliere essi gettano grossi
massi sulle navi ancorate nel
porto, poi uccidono a colpi di
lancia prima di divorarli.
Ulisse riesce a fuggire.
Dopo tante vicissitudini
e tante perdite la flotta,
ridotta a una sola nave, arriva
all’isola di Eea.
HOME
Nell’isola di Ea, probabilmente il promontorio del Circeo, vive Circe,
figlia di Elios, esperta nelle arti magiche e negli incantesimi.
Ulisse manda Euriloco con alcuni compagni ad esplorare la nuova
terra. Nel mezzo della foresta c’è il palazzo di Circe e intorno il
bosco è popolato da tanti animali : sono in realtà uomini trasformati
in animali dai
sortilegi della maga
Circe accoglie gentilmente
i marinai di Ulisse e li invita
alla sua tavola. Solo Euriloco
rinuncia a mangiare e si
nasconde. E fa bene: i cibi
sono in realtà pozioni
misteriose. Con un colpo…
HOME
di bacchetta Circe trasforma gli uomini in maiali e li chiude in una
stalla. Terrorizzato, Euriloco corre ad avvisare Ulisse che era
rimasto in attesa sulla nave; corre allora armato al palazzo di Circe
intenzionato a ucciderla se non gli avesse restituito i compagni.
Fortunatamente incontra il dio Hermes che gli dona un amuleto contro
gli incantesimi della maga. Ulisse siede alla tavola di Circe fingendo di
cedere ai suoi inganni. Ma quando lei lo tocca la magia non fa effetto.
In quel momento Circe comprende di avere davanti a sé l’uomo che una
profezia le aveva annunciato. Cade in ginocchio e implora Ulisse di
risparmiarle la vita, si offre di diventare sua sposa e di renderlo
signore del suo regno. Ulisse vuole che prima gli vengano restituiti i
compagni, poi accetta la proposta; rimane così per un anno nell’isola di
Eea.
HOME
Prima della loro partenza Circe mette in
guardia Ulisse contro i sortilegi delle Sirene,
contro i pericoli di Scilla e Cariddi e contro
quelli dell'isola del Sole. Per evitare che i suoi
marinai vengano attirati dal canto melodioso
delle sirene, Ulisse fa loro colare cera nelle
orecchie. Lui invece si fa legare saldamente
all'albero della nave, e nonostante le sue
preghiere i suoi compagni non lo sciolgono, ma
continuano a remare senza fermarsi in quei
luoghi pieni di minacce; e così le Sirene visto
che le loro lusinghe non avevano sortito
l'effetto desiderato, scomparvero, deluse,
sotto le onde.
HOME
Supposte figlie del dio fluviale Achelòo e
della Musa Calliope adescavano col loro
dolcissimo canto i naviganti, per farli, poi,
naufragare.
La leggenda diceva bellissime e maestre
nel suono del liuto, ma quando esse
tentarono di sedurre gli Argonauti Orfeo
sarebbe entrato in gara con loro e le
avrebbe fatte ammutolire.
Le Sirene erano raffigurate con la testa e
il corpo di giovani donne sino alla cintola,
e, nel resto, come uccelli, o pesci; con uno
specchio in mano.
Le sirene sedevano su uno scoglio
a Nord dello stretto di Messina.
All’avvicinarsi di una nave
iniziavano il loro canto
ammaliatore che nessun uomo
poteva ascoltare senza esserne
avvinto.
I marinai, contro la loro stessa
volontà, dirigevano la prua delle
navi verso gli scogli fino a
naufragare.
Tanto che le sirene erano
circondate da mucchi di scheletri
marinai sfracellati sul loro scoglio
HOME
La nave di Ulisse ritorna
nell'isola di Ea, dove finalmente
l'eroe, come aveva promesso, può
dare una sepoltura degna a
Elpenore. Tuttavia Ulisse perde
sei uomini nello stretto che
separa Cariddi da Scilla, e ci
vuole un coraggio sovrumano per
sfuggire al mostro che attende
al varco i navigatori. Alla fine
Ulisse e i suoi uomini giungono
all'isola di Trinacria, dove
pascolano gli armenti del Sole.
HOME
Bellissima ninfa; si innamorò di
Glauco, e questi di lei,
suscitando la vendicativa
gelosia della maga Circe alla
quale, imprudentemente
sarebbe ricorso Glauco perché
lo aiutasse a farsela
concedere in moglie da Forchi.
Invece Circe avvelenò la fonte,
nella quale Scilla appena ebbe
immerso i piedi, si sarebbe
mutata in un orrendo mostro a
sei teste.
Disperata della sua orribile
metamorfosi, la ninfa si
sarebbe precipitata nel mar di
Sicilia, fra Reggio e Messina
dove afferrava i navigatori per
divorarli vivi.
Figlia, secondo alcuni, di Fàrco, secondo i più di Poseidòne Nettuno e della Terra; mostro annidato sopra una rupe nel
mate di Sicilia, a poca distanza da Scilla. La leggenda la
rappresenta come una crudele rapinatrice che si gettava,
furibonda, sopra i passeggeri, per spogliarli di Ogni loro
avere. Tra quelli che predò ci fu anche Ercole, al quale
tentò di rubare alcuni buoi; ma pagò con la morte la sua
improntitudine, o per mano dell'eroe, o - come riferiscono
i più - fulminata da Giove che la convertì nello scoglio di
fronte a quello di Scilla.
Superate Scilla e Cariddi, Ulisse sbarca sull’Isola del Sole, dove i
compagni mangiano le vacche sacre.
HOME
Il Dio li punisce con una tempesta che li riporta verso Scilla e Cariddi,
ma Ulisse sopravvive, perché non ha toccato le vacche.
L’eroe va alla deriva per nove giorni, finchè arriva a Ogigia, l’isola della
dea Calipso.
HOME
Calipso promette a Ulisse
l’eterna giovinezza e lo tiene
presso di sé, nascosto al mondo.
Ulisse resterà prigioniero
nell’isola di Ogigia per sette
anni, protetto dall’amore di
Calipso. Ma a LUI questo amore
pesa: la sua ansia di vivere, la
sua curiosità del mondo, la sua
nostalgia del ritorno, lo rendono
un uomo che desidera solo la
libertà.
HOME
Atena ordina a Calipso di
permettere a Ulisse di
lasciare l'isola per ritornare
a Itaca. La bella ninfa è a un
tempo triste e adirata: non é
forse stata lei a salvare la
vita di Ulisse, quando scoprì
l'eroe allo stremo delle
forze, aggrappato all'albero
di una nave? E ora che lei lo
ama, gli dei dell'Olimpo
vorrebbero separarla da lui!
HOME
Ma, pur essendo una dea, Calipso è costretta a
cedere. La ninfa dà dunque a Ulisse i mezzi per
costruirsi una nave e gli indica dove trovare gli
alberi più solidi. In capo a cinque giorni Ulisse è
pronto a partire su una zattera. Calipso gli dà
viveri, e l'eroe la lascia a cuor leggero, felice di
poter tornare a Itaca. Ma durante la navigazione
lo vede Poseidone. Il dio del mare, che desidera
vendicarsi di Ulisse che gli ha accecato il figlio, il
ciclope Polifemo, scatena una violenta tempesta.
La dea marina Leucotea viene in aiuto a Ulisse,
dandogli il suo velo.
HOME
Mettendolo intorno alla vita, Ulisse sarà sicuro di non
annegare mai. Però non dovrà avere indosso
nessun'altra veste, e toccata terra dovrà gettare di
nuovo il velo in mare. La tempesta infuria con
accresciuta violenza: Ulisse ha appena il tempo di
togliersi le vesti e di cingersi col velo. Tramortito,
l'eroe viene spinto su una costa rocciosa e deve
raccogliere tutto quel che gli resta delle sue forze
per evitare di essere sfracellato sugli scogli.
HOME
Figlia di Atlante, Calipso vuol dire
“nascosta” o “colei che si nasconde”;
come lei è la sua isola, Ogigia
nascosta.
Bellissima ninfa, abita sull’isola di
Ogigia, dove tiene prigioniero Ulisse
per ben sette anni.
Innamorata dell’eroe, gli promette
l’immortalità purchè acconsenta di
diventare suo sposo.
Per ordine di Zeus, però, dovrà
lasciarlo libero.
Dio del mare, perseguita
tenacemente Ulisse
scatenando tempeste
perché l’eroe gli ha
accecato il figlio Polifemo.
Figlia di Zeus e dea della
saggezza, protegge Ulisse sia
durante il viaggio che al suo
ritorno in patria
Omero la pone all’estremo occidente, al limite delle
Colonne d’Ercole. Ma le Colonne d’Ercole non sono
sempre state a Gibilterra, anticamente forse si
trovavano nel canale di Sicilia. A sud di Creta, c’è
un’isola che, secondo le tradizioni locali, è stata l’isola
di Calipso: Gavdos. Nel Medioevo Gavdos era un covo di
corsari, ma, al tempo di Calipso era un’isola dalla
vegetazione rigogliosa, un autentico paradiso.
Ulisse naufraga sulle coste della terra
dei Feaci. Alla fine raggiunge la foce di
un fiumicello e, sfinito, si addormenta.
Nell'isola di Scheria la principessa
Nausicaa, la graziosa figlia del re Alcino,
scende verso la spiaggia con le sue
ancelle su un carro leggero carico di
panni del palazzo. Giunte sulla sponda di
un fiume dalle acque impetuose, le
fanciulle lavano i panni, poi vanno a
stenderli sul greto per farli asciugare al
sole.
HOME
Il rumore dei loro passi sveglia Ulisse. Le fanciulle fanno
colazione, poi giocano a palla. Ulisse, che non si è ancora
ripreso del tutto dalle sue emozioni, crede di vedere un
gruppo di ninfe. Chiunque esse siano, pensa l'eroe, è meglio
farsi vedere e si fa avanti. Spaventate alla vista di quello
straniero, le fanciulle fuggono. Anche Nausicaa rimane
sorpresa, ma lei è la figlia di un re e si rivolge a Ulisse. Questi
le risponde come se si trovasse dinanzi alla dea Artemide in
persona. Nausicaa ha pietà di lui e richiama le ancelle. Queste
gli danno da mangiare e gli trovano una tunica e un mantello,
quindi gli danno dell'olio finissimo. Nausicaa e le sue ancelle
rimettono la biancheria nel carro e si preparano a rientrare in
città.
HOME
Nausicaa chiede a Ulisse di seguirle a una certa
distanza, poiché, essendo lei l'unica figlia del re,
la gente potrebbe malignare vedendoli assieme.
Egli arriva dunque solo a Scheda al palazzo del
re dei Feaci, Alcinoo, e della sua sposa, la regina
Arete.
Ulisse viene ricevuto con cortesia e con
generosità dai suoi ospiti, ai quali non rivela
però il proprio nome. Egli ammira la ricchezza e
la prosperità della loro isola e racconta al re e
alla regina le sue avventure: come la bella
Calipso l'abbia tenuto prigioniero, come egli
abbia potuto lasciare l'isola di Ogigia, come la
tempesta scatenata da Poseidone abbia fatto
affondare la sua zattera, come il velo di
Leucotea l'abbia salvato da sicura morte.
HOME
Il re Alcinoo e la sua corte rimangono
silenziosi. Il racconto di Ulisse li ha
avvinti, immergendoli in un'atmosfera
d'incanto. Alla fine il re prende la parola e
promette a Ulisse che i Feaci lo
riporteranno a Itaca. Il giorno dopo, Ulisse
si congeda dai suoi ospiti così generosi e,
carico di doni, si imbarca per tornare in
patria. La nave raggiunge Itaca poco prima
dell'aurora. I Feaci sbarcano Ulisse in una
baia riparata e lasciano l'eroe.
HOME
Figlia di Alcinoo,
re dei Feaci,
soccorre Ulisse
approdato sulla
sua terra in
seguito alla
terribile
tempeste
scatenata dal Dio
Poseidone
Su consiglio di Atena, Ulisse non si
reca a corte ma, vestito da
mendicante, va alla stalla di Eumeo,
il guardiano dei porci che gli è
rimasto fedele. Questi lo accoglie
fraternamente pur senza
riconoscerlo e gli narra la situazione
dell'isola : la regina è fedele al re
lontano, ma i Proci la insidiano
corteggiandola e il giovane
Telemaco è partito per Pilo e
Sparta alla ricerca di notizie sul
padre.
HOME
Telemaco intanto è tornato, evitando con l'aiuto di Atena un agguato teso dai
Proci e, subito, si reca da Eumeo. Ulisse, accompagnato da Eumeo, giunge
davanti alla reggia; qui vede il suo vecchio cane Argo il quale riconosce il
padrone e, subito dopo, vinto dall'emozione e dalla vecchiaia, muore. Poi,
sempre travestito da mendicante, entra nella sua casa dove viene insultato e
maltrattato dai Proci. Partiti i Proci per la notte, Telemaco e Ulisse
nascondono tutte le armi esposte nella sala del palazzo. L'eroe incontra
Penelope, ma non le si rivela. Viene poi riconosciuto dalla vecchia nutrice
Euriclea. Penelope comunica ad Ulisse, che per lei è ancora un semplice
mendicante, che proporrà ai Proci una gara: dovranno tendere l'arco che solo
suo marito sapeva usare e tirare una freccia attraverso gli anelli di dodici
scuri.
HOME
Tornano i Proci che nuovamente
insultano Ulisse e Penelope si
presenta loro proponendo la gara.
Tutti accettano ma nessuno
riesce a superarla. Interviene
allora Ulisse che tende l'arco
senza fatica tira la freccia
attraverso gli anelli. Telemaco si
presenta accanto al padre
brandendo l'asta. La vendetta ha
inizio. Ulisse uccide Antinoo, il
capo e il più prepotente dei Proci.
Puoi si rivela ai giovani principi
terrorizzati è la strage.
HOME
Aiutato da Telemaco,da Eumeo e dal
pastore Filezio che hanno chiuso le
porte della sala per impedire a
chiunque di fuggire, Ulisse uccide i
principi e le ancelle che si erano
rivelate infedeli. La regina si rifiuta
di riconoscere lo sposo fino a quando
questi non le ricorda come aveva
costruito il loro letto nuziale,
intagliandolo dalle radici e dal tronco
di un colossale ulivo. Penelope esprime
con il pianto la sua gioia e Ulisse può
finalmente abbracciare la sposa cara
e fedele.
HOME
La dea Atena, per rendere più lunga e
dolce la notte, ferma per qualche tempo la
dea Aurora ritardando l'inizio del giorno.il
dio Hermes conduce agli Inferi le anime
dei Proci che narrano ad Achille e ad
Agamennone la loro vicenda. Ulisse intanto
si è recato dal padre Laerte che, da
quando il figlio è partito, si è ritirato a
vivere come un contadino in campagna. Il
poema si chiude con l'incontro tra Ulisse e
i parenti dei Proci intenzionati a vendicare
i giovani uccisi dal re.Ancora una volta
interviene Atena che, sotto le spoglie del
saggio Mentore, riporta la pace tra Ulisse
e la sua gente.
HOME
Moglie di Ulisse
e madre di
Telemaco,
aspetta
fedelmente il
ritorno dell’eroe,
sopportando con
coraggio le
insidie dei Proci.
Figlio di Ulisse, nel
corso del poema da
giovane timido,
esitante, diventa
uomo coraggioso,
intraprendente.
Aiuterà il padre
nella strage dei
Proci .
Parola greca che significa “pretendenti”. Principi di Itaca e delle isole
vicine, si sono insediati nella reggia di Ulisse e aspirano alla mano di
Penelope. Il loro capo è Antinoo: violento e arrogante, sarà la prima
vittima della vendetta di Ulisse.
L’ipertesto è stato realizzato da:
Insegnante Sonia Gabrielli
Insegnante Daniela Vinciguerra
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