Memorie di una volontroia Fai click per proseguire Piero e Piera erano una giovane coppia Fai click per proseguire Si erano conosciuti in parrocchia e stavano insieme dall‘età di 13 anni Fai click per proseguire Entrambi, avevano aspettato fin dopo il matrimonio, di questo ne andavano fieri. Fai click per proseguire L‘inesperienza però, aveva giocato loro uno scherzo bizzarro Fai click per proseguire Piera, dopo una frettolosa eiaculazione di Piero, era restata incinta. Fai click per proseguire Dopo la gravidanza, dopo un paio di anni trascorsi a badare al piccolo Dhonhovahn, nome scelto da Piera, ispirandosi al protagonista della sua soap preferita, Fai click per proseguire vedendo appassire di giorno in giorno la propria immagine riflessa dallo specchio, volendo dare una svolta alla propria vita, che fosse all‘altezza della sua figura di madre e di moglie modello, Piera decise di dedicarsi al VOLONTARIATO Fai click per proseguire Fiera della sua decisione, volle parlarne a Piero quella sera stessa Fai click per proseguire Lui però, troppo impegnato a prepararsi la borsa per andare all‘appuntamento serale di calcio a cinque con gli amici, si limitò a liquidare il discorso con un: „Si, si, domani ne parliamo“ Fai click per proseguire Piera, felice dell‘interessamento del marito, nei confronti delle sue ambizioni nel campo del sociale, si affrettò a contattare la CROCE PREPUZIO dove in brevissimo tempo le insegnarono il modo giusto di salvare vite umane Fai click per proseguire Trascorsero poche settimane e Piero fu il primo ad accorgersi di quanto per Piera, fosse importante fare del bene. Ma non era tutto Fai click per proseguire Oltre ai suoi doveri di madre e di moglie, Piera aveva una luce diversa negli occhi. Aveva ripreso a truccarsi e ad andare in palestra. Si era fatta anche tatuare l‘ideogramma giapponese della forza, sul pube, radicalmente depilato Fai click per proseguire Piero, commosso da tale dedizione, chiese all‘amata compagna, in cosa consistesse l‘attività svolta nella CP Fai click per proseguire Piera, entusiasta, raccontò al marito di pazze corse in ambulanza, vite salvate ed intubazioni. Più di tutto però, Piero avvertì una particolare sorta di commozione, nella voce di Piera, per quanto riguardava il progetto di assistenza dei poveri rifugiati del Birinbao. Una sorta di ADOZIONE A DISTANZA Fai click per proseguire Quella notte fecero l‘amore come non mai Con tanto di intubazione alla Dott. Dhonhovahn E di bronco ASPIRATO come solo un paio di mie amiche infermiere sanno fare (n.d.r.) ma questo fa parte di un’altra storia. Fai click per proseguire Presto venne il giorno della cerimonia della consegna degli attestati di superamento del corso della durata di ben 175 minuti effettivi, senza recupero, che abilitavano Piera e tutto il suo gruppo a fare quello che normalmente fa un professionista nel resto d‘Europa, dopo 300 ore ed un anno di affiancamento, Piero volle essere presente . Fai click per proseguire Piero però era emozionato anche per un altro motivo. Alla cerimonia, sarebbe stato presente Motumbo, il ragazzo del progetto Birimbao, al quale Piera aveva dedicato tanto tempo. Una sorta di FIGLIO ADOTTIVO Fai click per proseguire Piero sedette nella prima fila dell’aula didattica della CP, così da poter filmare con la propria videocamera, la consegna delle certificazioni, da parte dei ragazzi del Birimbao, che per l’occasione, avrebbero indossato il costume tipico del loro villaggio Fai click per proseguire Il lungo pendaglio della fertilità Visibile al collo di Motumbo nella foto accanto