Il disagio in ambito scolastico Prevenzione ed intervento Siracusa, Convegno 2006 – Dott.ssa Gaia Oldani, Psicologa Uno o più “disagi”? Per “disagio” si intende uno stato emotivo di malessere della persona che, in generale, può essere distinto in: ► Non grave: malessere per esperienze di insuccesso che si esprime con comportamenti di aggressività o isolamento ► Intermedio: si esprime con comportamenti trasgressivi spesso di gruppo (bande, bullismo) ► Grave: si esprime con comportamenti “oltre il limite” e spesso illegali (fuga, tossicodipendenza, spaccio, furti) (Liverta Sempio, Confalonieri, Scaratti, 1999) Il disagio scolastico “uno stato emotivo non correlato significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistici o di ritardo cognitivo, che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali (scarsa partecipazione, disattenzione, comportamenti di rifiuto e disturbo, inadeguate relazioni coi compagni), che non permettono al ragazzo di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando al massimo le proprie capacità cognitive, affettive e relazionali” (Mancini e Gabrielli, 1998) Quale disagio? ► Fenomeno complesso legato alla scuola, quale agenzia educativa e luogo di crescita, di formazione della propria identità e successo personale ► Determinato dalla relazione fra più fattori che portano a diverse manifestazioni ► Necessità di un’ottica di causalità multifattoriale e circolare che porti ad affrontare il disagio secondo un approccio globale Contesto socioeconomico e socioculturale Risorse e fattori individuali Disturbi e difficoltà di apprendimento Disagio dell’alunno,dell’insegnante, della famiglia Difficoltà relazionali Insuccesso scolastico Bassa autostima DISAGIO Bassa motivazione Dispersione,abbandono Fattori legati a dinamiche familiari Fattori interni all’istituzione scolastica Le manifestazioni ► Difficoltà di apprendimento ► Difficoltà di comportamento ► Difficoltà relazionali ► Bullismo Il Bullismo ► Pericolosa relazione tra il coinvolgimento in episodi di prepotenza a scuola e disagio successivo: Bulli maggior probabilità di incorrere in: devianza, comportamenti antisociali,abuso di sostanze Vittime maggior rischio di bassa autostima, abbandono scolastico e depressione (Berthold e Hoover, 2000) Il disagio “non manifesto” ► Ci sono ragazzi bravi a scuola ed adeguati con gli insegnanti che vivono invece in situazione di disagio: ► Vittime di bullismo ► Insofferenza verso lo studio e la scuola ► Sofferenza nei rapporti coi compagni ► Vissuti d’ansia L’ottica di intervento ► “Tamponare l’emergenza” non è una soluzione ► Necessità di agire senza aspettare l’insorgere dei problemi: non solo prevenzione del disagio, ma: Promozione dell’agio L’azione si configura come: ► Analisi del contesto scolastico ed istituzionale specifico ► Coinvolgimento di tutte le componenti scolastiche ► Integrazione e condivisione delle progettualità ► Valorizzazione delle risorse interne alla scuola ► Operatività nella quotidianità Perciò: ► Intervento, prevenzione e promozione dell’agio in un’ottica di promozione del benessere delle persone e non in un’ottica di contenimento e “pronto soccorso” ► Necessità di progettare interventi “di sistema”, miranti al cambiamento del clima della scuola e favorenti la promozione dell’agio ► La figura dello “psicologo scolastico” Progettazione che prevede l’integrazione al proprio interno di diversi livelli di intervento: ► scuola come sistema: formazione e co-costruzione di percorsi con gli insegnanti, progetti educativi a tema, laboratori su tematiche o problematiche specifiche, spazi d’ascolto con specialisti, incontri di formazione/informazione coi genitori, introduzione di nuove metodologie (didattiche, tecnologiche, sportive) ► gruppo classe: metodologie di gestione della classe, Cooperative Learning, Tutoring, educazione emotiva, laboratori ed azioni specifiche con l’intervento di specialisti ► singoli individui. Lo sport come prevenzione del disagio ► Valore aggiunto del contesto sportivo fuori e dentro la realtà scolastica: ►I ragazzi lo cercano spontaneamente: valore motivazionale alto ► E’ un laboratorio di sperimentazione di relazioni sociali ► E’ un laboratorio di sperimentazione delle proprie potenzialità e dei propri limiti: gestione dell’ansia, superamento di ostacoli, tolleranza alla frustrazione ► La comunicazione non verbale è valorizzata: integrazione dei ragazzi immigrati ► E’ un contesto di regole forti da rispettare La gestione del contesto sportivo ► E’ importante che sia attuata in modo competente: ► Gestione ► Gestione ► Gestione ► Gestione ► Gestione del gruppo e delle sue dinamiche delle regole della competizione della comunicazione degli aspetti di crescita individuale L’A.I.P.P.S. e la prevenzione del disagio ► Utilizzo del valore e delle caratteristiche del contesto e dell’azione sportiva in vista di un buon sviluppo della personalità del ragazzo, attraverso un ottica psicologica “non invasiva”: Osservazione di ciò che avviene durante la pratica sportiva e Lettura clinica dei dati osservati. Lettura delle dinamiche di relazione e comunicazione tra sé e gli altri Nella strutturazione del setting ludico – sportivo, gli strumenti di lettura mettono in risalto dei “segnali d’allarme”, che possono “autocorreggersi” con un’adeguata modifica dell’ - ecologia del territorio - (Bateson) Il Progetto di prevenzione “Rapsodo” ► Progetto con caratteristiche di prevenzione ► Luogo d’azione: scuole ► Attivazione e gestione di uno spazio sportivo con metodologia A.I.P.P.S., all’interno del contesto scolastico. Contemporanea attivazione di uno spazio d’ascolto per la rielaborazione dei vissuti di agio e disagio di tutti i soggetti coinvolti nell’attività. ► Monitoraggio dei risultati Bibliografia: G, Chesi C. (2005),Tra agio e disagio: quale prevenzione?, Milano: Unicopli. ► Liverta Sempio, Confalonieri, Scaratti, (1999), ► Cavicchioli L’abbandono scolastico. Aspetti culturali, cognitivi, affettivi. Milano: Raffaello Cortina Editore. ► Regoliosi L., (2000), La prevenzione del disagio giovanile, Roma: Carocci.