BUSTI MATTEO ANNO SCOLASTICO 2005-2006 CLASSE 5SG1 “Quel dolce paese che non dico” PULCI CARDUCCI LEOPARDI NIEVO FOSCOLO DANTE PRATOLINI LEE MASTERS MANZONI ARIOSTO TASSO A Zacinto “Ne mai più toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia…” William Turner “Norham castle” Alla stazione in una mattina d’autunno “Flebile, acuta, stridula fischia la vaporiera da presso. Plumbeo il cielo e il mattino d’autunno come un grande fantasma n’è intorno.” Monet “Stazione” Tancredi nella selva incantata “Al fine un largo spazio in forma scorge d’anfiteatro, e non è pianta in esso, salvo che nel suo mezzo altero sorge, quasi eccelsa piramide, un cipresso.” HOME Spoon River “…e il ritmo dell’Ode di Wordsworth vi rimormori all’orecchio, mentre da mane a sera lui gironzola ripetendo frammenti di quella comune sentenza: <<Oh, perché inorgoglirsi quando siamo mortali?>>” Friedrich “Cimitero nella neve” La vigna di Renzo “Era un guazzabuglio di steli, che facevano a soverchiarsi l’uno con l’altro nell’aria, o a passarsi avanti, strisciando sul terreno, a rubarsi in somma il posto per ogni verso; una confusione di foglie, di fiori, di frutti, di cento colori, di cento forme, di cento grandezze: spighette, pannocchiette, ciocche, mazzetti, capolini bianchi, rossi, gialli, azzurri.” HOME Tutto è male “Entrate in un giardino di piante, d’erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagione dell’anno.Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in stato di souffrance, qual individuo più, qual meno.” Emil Nolde “Girasoli e papaveri” Canto XIII - La selva dei suicidi “<<Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: ben dovrebb’ esser la tua man più pia, se state fossimo anime di serpi.>>” Giovanni Stradano “La selva dei suicidi” Il castello di Fratta - L’antro delle streghe “Ma nel canto più buio e profondo di essa apriva le sue fauci un antro acherontico, una caverna ancor più tetra e spaventosa, dove le tenebre erano rotte dal crepitante rosseggiar dei tizzoni, e da due verdastre finestrelle imprigionate da una doppia inferriata.” HOME Sonnet composed upon Westminster Bridge “The beauty of the morning: silent, bare, Ships, towers, domes, theatres, and temples lie Open unto the fields, and to the sky;” Andrew Conway Orlando dall’osteria alla piazza “Orlando, che sentito ha già il romore, come in piazza era venuto un guerriere, il qual provar si volea col signore, presto s’armò, per andare a vedere; ma l’ostier suo, per non pigliare errore, volle che pegno lasciassi il destriere…” HOME La pazzia di Orlando “Aveano in su l’entrata il luogo adorno coi piedi storti edere e viti erranti. Quivi soleano al più cocente giorno stare abbracciati i duo felici amanti. V’aveano i nomi lor dentro e d’intorno, più che in altro dei luoghi circostanti, scritti qual con carbone e qual con gesso, e qual con punte di coltelli impresso.” HOME Il Quartiere “Noi eravamo contenti del nostro Quartiere. Posto al limite del centro della città, il Quartiere si estendeva fino alle prime case della periferia, là dove cominciava la via Aretina, coi suoi orti e la sua strada ferrata, le prime casa borghesi, e i villini. Via Pietrapiana era la strada che tagliava diritto il Quartiere, come sezionando fra Santa Croce e l’Arno sulla destra, i Giardini e l’Annunziata sulla sinistra.” HOME