Alda
Merini
(Milano, 1931 – Milano, 2009)
“Io non fui originata
Ma balzai prepotente
Dalle trame del buio
[…]”
La vita
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Milano, 21 marzo 1931
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Istituto professionale e studi di pianoforte
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1946, composizione poesie
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1950, inizio pubblicazione e frequentazione di poeti famosi
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1953, matrimonio con Ettore Carniti e raccolte poetiche
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1955, nascita della prima figlia e raccolta “Tu sei Pietro”
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1965 - 1972, manicomio, silenzio poetico e nascita delle
tre figlie
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“La Terra Santa”
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1981, morte del marito e legame matrimoniale con il poeta
Michele Pierri
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1985, “L’ultima verità. Diario di una diversa”
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Ricovero, 1987 – 1995, raccolte poetiche
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1996, Premio Viareggio per la Poesia, candidatura Nobel
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2002, “Magnificat. Un incontro con Maria”, Premio Dessì
per la Poesia
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Rifugio sui Navigli, hotel
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Milano, 1 novembre 2009
Contesto storico
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Secolo di guerre e rivoluzioni
Nuovi sistemi politici: i totalitarismi
Nuovi patti e nuove leggi
Periodo di pace: scoperte e innovazioni, boom economico, l’uomo approda
sulla luna
Contesto culturale
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Correnti di pensiero che riflettono il panorama politico e sociale
Le avanguardie, le correnti letterarie
Letteratura animata da senso di insoddisfazione, di ribellione e di
irrequietezza
Nascita della psicoanalisi, distruzione dell’io
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto un’isterica.
da La gazza ladra – venti ritratti, (1985)
Sono nata il 21 a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera
.
da Il volume del canto, (1979)
L’ultima verità. Diario di una diversa
“[…] la nostra giornata era una continua adorazione delle cose più insulse. […] lì
dentro ci si scordava della religione, di tutto ciò che concerne l’idea del
Signore. E purtuttavia, quella, io l’ho chiamata Terra Santa proprio perché
non vi si commetteva peccato alcuno, proprio perché era il paradiso
promesso dove la mente malata non accusava nessun colpo, dove non soffriva
più, o dove il martirio diventava tanto alto da rasentare l’estasi. […] Non ci
davano mai nulla da fare. Ma ogni giorno quella tortura da purgatorio, anzi da
girone dell’inferno, ci toccava e noi dovevamo subirla. Io non sapevo
nemmeno più di essere una donna. […] Insomma ero una sposa e una madre
felice anche se talvolta davo segni di stanchezza e mi si intorpidiva la mente.
Provai a parlare di queste cose a mio marito, ma lui non fece cenno di
comprenderle e così il mio esaurimento si aggravò […] le cose andarono di
male in peggio tanto che un giorno diedi in escandescenza e mio marito non
trovò di meglio che chiamare un’ambulanza, non potevo certo prevedere che
mi avrebbero portata in un manicomio. […] quando mi ci trovai nel mezzo
credo che impazzii sul momento stesso in quanto mi resi conto di essere
entrata in un labirinto dal quale avrei fatto molta fatica ad uscire. […] Dopo
qualche giorno mio marito venne a prendermi, ma io non volli seguirlo. Avevo
imparato a riconoscere in lui un nemico e poi ero così debole e confusa che a
casa non avrei potuto far nulla. E quella dissero che era stata una mia
seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di coercitiva punizione.
Spazio spazio io voglio
Spazio spazio io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
da Vuoto d’amore, (1991)
O mia poesia, salvami
O mia poesia, salvami,
per venire a te
scampo alle invitte braccia del
demonio:
nel sogno bugiardo
agguanta la mia gonna la sua fiamma
e io vorrei morire
per i mille patimenti che m’infligge.
Nulla vale la durata di una vita
ma se mi alzo e divoro
con un urlo il mio tempo di respiro,
lo faccio solo pensando alla tua
sorte,
mia dolce chiara bella creatura,
mia vita e morte,
mia trionfale e aperta poesia
che mi scagli al profondo
perché ti dia le risonanze nuove.
E se torno dal chiuso dell’inferno
torno perché tu sei la primavera:
perché dunque rifiuti me germoglio,
casto germoglio della vita tua?
da Vuoto d’amore, 1991
Magnificat
A me, dico,
Tu hai mandato un angelo,
e mi è sembrato un così grosso dilemma:
perché non ti sei manifestato
come un padre celeste?
Perché, mio Dio, mi hai aggredita
con questa presenza angelica?
Ho dovuto coprirmi la faccia
e le orecchie e gli occhi
per non sentire il rombo delle sue ali.
Dio, che spavento,
rombavano nell’azzurro
come due grosse eliche,
ed io ero rapita in un turbine
quasi portata via dal cielo
e portata via dalla terra,
così, a mezz’aria,
come se fossi stata
in un delirio pieno.
da Magnificat. Un incontro con
Maria (2002)
“Io la vita l’ho goduta
tutta, a dispetto di quello
che vanno dicendo sul
manicomio.
Io la vita l’ho goduta
perché mi piace anche
l’inferno della vita e la vita
è spesso un inferno...per
me la vita è stata bella
perché l’ho pagata cara”.
Io non ho bisogno di
denaro.
Ho bisogno di
sentimenti,
di parole, di parole
scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli
alberi,
di canzoni che facciano
danzare le statue,
di stelle che mormorino
all' orecchio degli
amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia
la pesantezza delle
parole,
che risveglia le emozioni
e dà colori nuovi.
Alda Merini
(Terra d'Amore 2003)
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Alda Merini - Franco Maria Boschetto