LA POESIA PER GIOCARE.
GIOCARE CON LA POESIA.
Il verso, la strofa, la rima,
il ritmo
Esistono diversi tipi di rima.
Le più comuni sono:
• la rima baciata
• la rima alternata
• la rima incrociata
La rima baciata
La rima baciata è rappresentata dallo schema
AABB
e prevede che la rima unisca i versi due a due.
Vediamo, come esempio,
l’incipit
di una famosa filastrocca
di Gianni Rodari:
Incipit de
“La filastrocca di Pinocchio”:
un libro di Gianni Rodari
“Qui comincia, aprite l’occhio, A
l’avventura di Pinocchio,
burattino famosissimo
A
per il naso arcilunghissimo.“
B
B
La rima alternata
La rima alternata segue lo schema
ABAB
e prevede la rima tra l’ultima sillaba
del primo e del terzo verso,
del secondo e del quarto
e così via.
Vediamo, come esempio,
l’inizio de
La canzonetta del freddo di Ignazio Drago:
“La canzonetta del freddo”
di
Ignazio Drago
“ Stasera pure il vento
si vorrebbe riscaldare:
implora il suo lamento
ad ogni casolare. ”
A
B
A
B
La rima incrociata
La rima incrociata
è rappresentata dallo schema
ABBA
e prevede identità di suono finale
tra il primo e il quarto verso
e tra il secondo e il terzo.
Per esempio:
“ Cade la neve ”
di
Ada Negri
“ Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.”
A
B
B
A
Le figure retoriche
I poeti, quando scrivono,
non usano solo i versi e le rime,
ma utilizzano anche dei “trucchi”
per rendere più piacevoli
e facili da ricordare
i loro componimenti.
Sono accorgimenti che chiamiamo:
“figure retoriche”.
Vediamone alcune...
L’ “ anàfora ”
Una tra le più semplici
figure retoriche si chiama
“ anàfora ”
(parola greca che vuol dire “ripetizione”)
e consiste nel ripetere una o più parole
all’inizio di un verso o di una strofa.
Ad esempio:
Giovannino Perdigiorno, di Gianni Rodari
Giovannino Perdigiorno
ha perso il tram di mezzogiorno,
ha perso la voce, l'appetito,
ha perso la voglia di alzare un dito,
ha perso il turno ha perso la quota,
ha perso la testa (ma era vuota),
ha perso le staffe ha perso l'ombrello,
ha perso la chiave del cancello
ha perso la voglia ha perso la via;
tutto è perduto fuorché l'allegria.
La “ similitudine ”
E’ una forma di paragone, di confronto.
Quando si vuole descrivere qualcosa,
capita spesso di fare il confronto
con un’altra che le è simile, dicendo ad es. :
“Quella persona...
è precisa come un orologio,
forte come un toro,
dispettosa come una scimmia,
veloce come un lampo...”
Quasi sempre, la “similitudine” si riconosce
dalla presenza dell’avverbio “come”,
che unisce i due termini di paragone (forte come...).
Ma la medesima funzione può essere ricoperta
anche da espressioni quali:
sembra,
pare,
tale e quale a,
simile a....
Le similitudini servono a rafforzare una descrizione
e le troviamo spesso nelle poesie.
Ancora una volta, ci viene in aiuto Gianni Rodari...
Il gatto inverno
(incipit),di G. Rodari
“Ai vetri della scuola stamattina
l'inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio...”
L’inverno viene paragonato a
un vecchio gatto grigio che...
La “ metafora ”
La “metafora”
(che significa “trasportare”, “trasferire”)
è una specie di similitudine abbreviata,
perché è priva dell’avverbio come.
Le qualità di una cosa vengono infatti
“trasferite” su un’altra, senza mediazioni.
Per esempio, la frase:
Laura ha i capelli d’oro
significa Laura ha i capelli biondi come l’oro.
“Natale”, di Giuseppe Ungaretti
“ Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo di strade...”
In questa poesia
Giuseppe Ungaretti usa una metafora:
le strade trafficate del periodo natalizio
che lui deve prendere per raggiungere casa
e festeggiare con le persone a lui care
diventano “come” un gomitolo...
La “personificazione”
A volte il poeta attribuisce a cose inanimate,
concrete o astratte,
qualità, sentimenti o azioni tipiche delle persone.
Questa figura retorica si chiama
“personificazione”
ed è un “trucco” divertente
perché fa diventare umane
delle cose che non lo sono.
Guardate questa... 
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch...
E’ giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace…
di nuovo
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
(A. Palazzeschi, La fontana malata, 6-25)
Abbiamo detto che una delle particolarità
della poesia è quella del ritmo,
della musicalità del testo poetico.
La musicalità può essere nelle parole scelte
ma anche nella loro disposizione
che permette “effetti sonori” particolari.
Anche questo è un “trucco” del poeta,
cioè una “figura retorica”, che egli utilizza per
attirare la nostra attenzione.
Si chiama: “Allitterazione”.
L’ “Allitterazione”
“Allitterazione”
è una parola che deriva dal latino
e significa “ripetere le lettere”.
Nomi di personaggi di fantasia
o marchi famosi
sono allitterazioni:
Coca Cola, Cip e Ciop, Pinco Panco...
L’allitterazione li rende simpatici,
musicali e facili da ricordare. 
L’ ”allitterazione” più celebre
L’espressione
“fru fru tra le fratte”
con la sua ripetizione di f
è la più celebre allitterazione
della poesia italiana.
La troviamo nella poesia
L’assiuolo
(che è il nome di un uccello notturno)
del poeta Giovanni Pascoli
Nella sua parte centrale, la poesia recita:
« Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com'eco di un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù... »
•
•
•
Allitterazione
Anafora
Onomatopea
“L’onomatopea”
Capita spesso, quando parliamo,
di riprodurre suoni ( buumm... ),
rumori ( tic-tac-tic-tac ), versi di animali
(Muuu.... dal quale, il verbo mu-ggire;
Beee.... da cui il verbo be-lare; ecc.).
Questi suoni sono “onomatopee”.
Anche l’ “onomatopea”
(che vuol dire: “stesso suono”)
è una figura retorica usata in poesia.
Esempi di “onomatopea”... già noti.
L’uccello notturno ( assiuolo )
della poesia di Giovanni Pascoli,
L’assiuolo, emetteva un suono:
“chiù”
Anche la fontana della poesia di Palazzeschi
produceva strani rumori:
“Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete,
clocchette, chchch...”
•
I “Limerick”
“Limerick” è il nome di una città irlandese.
Ma è anche la denominazione di un particolare tipo
di poesia “nonsense” resa famosa da Edward Lear,
un poeta e pittore inglese dell’Ottocento.
Si tratta di un breve componimento
costituito da un’unica strofa di cinque versi
che descrive personaggi bizzarri
che compiono azioni senza senso.
Ecco due esempi di Gianni Rodari,
contenuti nel suo libro:
Grammatica della Fantasia
Una volta un dottore di Ferrara
voleva levare le tonsille a una zanzara.
L’insetto si rivoltò
e il naso puncicò
a quel tonsillifico dottore di Ferrara.
C’era un batterista di Forlì
che si agitava come un colibrì
e braccia e gambe in tanto movimento
lo facevan sollevar dal pavimento,
quel levitante batterista di Forlì
Struttura compositiva di un
“Limerick”
Il limerick,
nella sua apparente irrazionalità,
segue regole ben precise.
Infatti, oltre ad essere composto
sempre da cinque versi
secondo lo
schema
AA BB A
Esso ha sempre la seguente struttura:
• il primo verso presenta il protagonista e ne indica la località
di origine;
• il secondo specifica una qualità o azione del personaggio;
• il terzo espone le vicende del protagonista o la reazione
di altri personaggi;
• il quarto porta a conclusione le avventure o disavventure;
• il quinto si collega al primo, attribuendo al protagonista una
qualità particolarmente strana,
non di rado inventando un termine per descriverla.
Esempi di “limerick” scritti dai
compagni
C’era una volta un orologiaio in Perù
che riparava orologi a cucù
e ai clienti li offriva assi spesso
per poterli appendere al cesso.
Quell’igienico orologiaio in Perù.
( Alex, Francesco, Gabriele, Karim, Mattia Passerini )
Un insegnante di Lettere di Brentonico
voleva spiegare qualcosa di atomico.
Quando iniziò a parlare...
Evento: Daniele decise di collaborare!
Quell’atomico insegnante di Brentonico.
( Andrea, Daniele, Piero )
Siam napoletane, umbre, bolognesi e trentine
ma proprio bizzarre e birichine
stiamo inventando un limerick strano
e la fantasia ci ha preso la mano
a noi fantasiose napoletane, umbre, bolognesi e trentine.
( Aurora,Clelia, Giusy, Laura, Lucia )
C’è un pidocchio sulla testa
di una persona che va a una festa
il pidocchio inizia a saltare
e il pover’uomo si deve grattare
oh, pruriginato uomo col pidocchio sulla testa.
( Aurora, Clelia, Giusy, Laura, Lucia )
C’era un cane molto ciccione
sempre affacciato ad un balcone.
Abbaiava, abbaiava
ma nessuno lo ascoltava...
Quell’abbaiante cane ciccione.
( Beatrice, Greta, Linda, Lisa, Oumayma, Petra )
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