Università delle Liberetà 3° CORSO DI SCIENZE E FEDI RELIGIONI E CREDENZE SCIENZA E MAGIA venerdì 18.30-20.00 dall’ 8 gennaio 2010 12 incontri a cura di Bassi, Catanese, Trifiletti Con la collaborazione di esperti, si farà una breve ricerca delle contaminazioni fra religioni e credenze nella cultura e nell’inconscio, del frequente connubio tra scienza , religione e potere dei labili confini tra scienza e non scienza. Good= buono; evil= diavolo Calendario • 8 gennaio • • • • • • • Discorso introduttivo a cura di Bassi, Catanese, Trifiletti 15 “ Gli Angeli (padre Oscar ) 22 “ Il culto della Dea Madre e le krivapete (dott. A. De Stefano) 29 “ Credere e fare. Il rapporto magia-religione-scienza in prospettiva antropologica ( prof. G. Gri ) 5 febbraio Religione e superstizione in letteratura: Apuleio (prof. S. Minisini ) 12 “ Miracoli, religione naturale e politeismo nella riflessione Filosofica di David Hume (prof T. Sguazzero) 19 “ Psicologia del sacro (dott. G Justulin) 26 “ Astronomia e astrologia (prof. M.Bassi) • 5 marzo • 12 “ • 19 “ • 26 “ Ildegarda di Bingen: una monaca controcorrente, ‘femminista’ del XII sec (prof. G. Catanese) Il postmoderno, la quarta via, fisica ed esoterismo Parliamone (prof. G. Trifiletti ) Animismo Africano (padre Oscar ) Disagio e bisogno del sacro (prof. V.Gregorio) Non men che saver , dubbiar m’aggrada (Dante Alighieri) Abbiamo necessità di comprendere che la verità, forse, «quando cade dal cielo, sulla terra si rompe in cento pezzi, un pezzetto a disposizione di ciascuno». (Raimond Panikkar) Alcune affermazioni di Panikkar • Una verità che io immagino come assoluta, togliendole quindi ogni relazione - che è l’essenza della verità - per definizione non è verità, nemmeno quella che viene presentata come divina. Quindi smascherare questa piaga dell’umanità è un progresso, che è necessario operare in questo momento storico. Dove il contrario non è l’indifferenza, non è affermare che la verità non esiste. La verità esiste, ma è relativa: a noi, ad una mente, a qualsiasi cosa.. • A questo proposito devo dire subito ai puritani, non per consolarli ma per chiarificare, che la relatività che io difendo e di cui sono convinto, non è il relativismo, dove tutto è uguale. La relatività non è relativismo: la verità è relativa. Ma per superare il relativismo non si deve cadere nell’assolutismo. Il rimedio sarebbe peggio della malattia. Il relativismo non va bene, ma la relatività implica di non perdere la misura umana. • In ogni monoteismo Dio è presente attraverso un messaggio specifico e unico che esclude gli altri. Nella prassi è stato mutato in ideologia, facendo della sua interpretazione l’unica via per conoscere Dio ad esclusione delle altre. • Così, per il monoteismo, la parola divina si trasforma in uno strumento per il potere. E l’interpretazione è un potere culturale che diventa mezzo per fondare il potere politico-sociale…. • Si può affermare che Dio non parlerà né farà rivelazioni dopo quella ebraica, o quella cristiana o quella islamica, e ciò che ha detto - a ciascuna di loro - è l’ultima rivelazione e quindi il sigillo delle verità? • lo stesso Dio sarebbe prigioniero della rivelazione dei suoi libri all’uomo,e a maggior ragione lo stesso uomo, in tutto il suo essere pensiero, azione, ragione e cuore, sarebbe prigioniero di questa rivelazione scritta. • E ciò che complica la questione oggi, si cela nel divario crescente tra ciò che la terra umana chiede sia scritto da una parte, e dall’altra quello che ha scritto Dio, ossia tra il reale e il trascendente. Le sponde del Mediterraneo sono state testimoni di fasi storiche in cui questa interpretazione e questa prassi hanno trasformato il monoteismo in un esercitazione di forza, di invasione e di egemonia, di cui le crociate non sono che una manifestazione. In questi momenti l’essere umano ha distrutto in nome della verità rivelata, e ha trasformato Dio in un semplice capo militare, e la teologia in una formula linguistica. E il monoteismo non è stato considerato una preghiera ma è diventato una spada. • Da quattro secoli, e in particolare nell'ultimo, si è imposta in Occidente una moderna religione civile" che ha inteso soppiantare le religioni tradizionali e ha reso "sacre" la scienza e la tecnologia. Tutto ciò che non è misurabile secondo i criteri della scienza è stato sospinto ai margini o negato. Ma in questo modo l'uomo occidentale si vieta la comprensione di una parte importante della realtà. • Panikkar esorta a ricondurre la scienza entro i suoi confini, a riconoscere che la creatività umana può assumere forme non inquadrabili in un unico sistema e a lavorare affinché metodo scientifico e tradizione religiosa diano vita, rinunciando al proprio imperialismo culturale, a una simbiosi del pensiero umano. Ogni uomo ha fede. Solo gli animali non ne hanno. Ogni uomo è consapevole di non sapere tutto, sa che davanti a lui c'è l'ignoto. Non capisce il mistero ma ne è profondamente consapevole E questa consapevolezza è la descrizione fenomenologica della fede . Dallo studio di Panikkar. Tavertet Credenze e riti scaramantici • Nelle tradizioni e credenze popolari fin dall'antichità la superstizione nell'interpretare segni della natura o nel prevedere il futuro, ha svolto un ruolo determinante nella vita e nei costumi popolari. • Il periodo natalizio si pone in un momento dell’anno che storicamente era ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo. Già gli antichi Romani celebravano l'inizio d'anno con feste in onore al dio Giano e alla dea Strenia (da cui strenna natalizia). • La Befana è un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali. Inizialmente, nel periodo romano politeista, la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e della fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della nuova semina si diceva passasse, con un gruppo nutrito di donne, sopra i campi, proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto. Le contaminazioni pagane e cristiane generano quindi una figura di donna che è un misto di culture, da una parte vive la buona Diana e dall’altra la cattiva strega che deve essere bruciata. Pregare un Santo, per ottenere protezione e aiuto, e ricorrere a riti magici e pozioni, per ottenere amore e salute, in un passato remoto, ma non lontanissimo, nella mente di molti convivevano, dando vita a un parallelo fatto di religione e di credenze che trovava posto nei convincimenti di persone sia semplici che di cultura. La preghiera era figlia della fede, la magia era figlia sia della paura del male sia degli scarsi risultati raggiunti dalla medicina, in epoche nelle quali anche in casi di malattie non gravi era da non escludersi la morte. Medicina, religione, stregoneria si confondevano, vivevano l’una a fianco all’altra, offrivano agli occhi di molti le stesse rassicurazioni e “promettevano” gli stessi risultati. La medicina era realmente in grado di guarire tutte le malattie? La fede era sempre tanto profonda da sorreggere l’uomo in ogni situazione di dolore? I riti magici erano un rifugio psicologico o una alternativa resa convincente dal fatto che aveva saputo resistere nel tempo Si deve aggiungere poi che molti riti e precetti, in tutte le religioni rappresentano una disciplina utile ad infondere lo spirito di gruppo Magia Chi pensa che magico sia sinonimo di arcaico o superstizioso, non si è forse reso conto come proprio la nostra era tecnologica e computerizzata ha fatto della magia quasi un modus vivendi e non parlo solo di oroscopi e cartomanti televisive e non Grandi personaggi della filosofia, della sociologia, dell'antropologia, della letteratura hanno dedicato alla voce magia interi volumi; non soltanto per criticarla, raccontarla o denigrarla, ma addirittura per celebrarla. Scuole di etnologia si sono contrapposte nel tentativo di delineare contorni, competenze e ambiti nei quali il fenomeno magico nasce e si esprime. Frazer, autore della monumentale opera "Il ramo d'oro", definisce la magia come "la sorella bastarda della scienza"; e Lehmann pensa ad essa come ad una "messa in pratica delle superstizioni"; Durkeim la carica di significati antireligiosi quando la definisce eversione dell'ordine cristiano, come rapporto di forze oscure e peccaminose". In pratica la magia sballottata tra sacro e profano, tra scienza e superstizione, rimbalza su ogni sponda, dove fermandosi, dove fuggendone, ma sempre lasciando una traccia più o meno vistosa della sua innegabile potenza ammaliatrice. • E' quasi inspiegabile - afferma Alexandrian - che, alla fine del XX secolo, nonostante i progressi della fisica nucleare, della medicina, dell'astrofisica e della psicoanalisi, esistano ancora lettori appassionati di opere sulla magia e sulla stregoneria e che le riviste, sempre più numerose, le conferenze e gli studi su tali argomenti assumano l'importanza di un fenomeno sociologico. Si può ragionevolmente presumere che, nel corso del XXI secolo, e oltre, vi saranno ancora cultori appassionati della filosofia occulta. • Scacciata dalla porta, col neopositivismo, sembra che l'ideologia dell'incantesimo rientri dalla finestra scortata dai filosofi del cosiddetto pensiero 'negativo' Differenza fra mago e scienziato • La scienza è conoscenza della natura, attraverso l'interrogazione della stessa. Lo scienziato conosce costringendo la natura a rispondergli, a svelarsi quale essa è . significa che per volare non cerco di infrangere la legge di gravità con una scopa magica, ma che, studiando il volo degli uccelli, calcolando la gravità, le forze ecc. costruisco un aeroplano, che vola seguendo le leggi della natura stessa. • Il mago, invece, non ha nessun rispetto, nessuna predisposizione fanciullesca, umile, di fronte al reale. Al contrario, è guidato da un desiderio, un sogno, di onnipotenza. Pensa di poter agire senza limiti, senza regole, contro natura. • Purtroppo la scienza, o meglio la tecnica, viene oggi sempre più spesso utilizzata con una mentalità magica. Qualche cenno di storia della scienza • Prima della rivoluzione scientifica risulta spesso impossibile distinguere il mago, dal tecnologo e dallo scienziato, coesistendo sovente nella stessa persona queste tre diverse attitudini nei confronti della natura, dal Seicento in poi scienza e magia si sono separate in modo definitivo. • Storici importantissimi intendono lo sviluppo della scienza seicentesca come un costante progresso e una sistematica eliminazione di modelli di spiegazione scientifica obsoleti. • Ma non tutti per es.J. Ferguson, autore di una celebre Bibliotheca Chemica (1906) per primo riconobbe la grande importanza e la costante influenza di Paracelso: proprio nel periodo che segna la maturazione intellettuale di Newton, tra il 1650 e il 1670, in Inghilterra l'influenza di Paracelso non stava svanendo, ma anzi era al suo apice Newton non vide nel progresso delle teorie esplicative meccaniciste un argomento per destituire di valore esplicativo filosofie non meccaniciste. La grande impresa di Newton, al contrario, «potrebbe essere considerata un ultimo e titanico tentativo di conciliare magia e meccanicismo in un unico, armonioso sistema di saggezza universale» (C. Webster). Tra Newton e Paracelso vi furono elementi di forte continuità: sia l'uno che l'altro ritenevano che per l'uomo la priorità assoluta fosse la certezza della salvazione, entrambi consideravano che il loro compito intellettuale fosse essenzialmente quello di comprendere il rapporto tra l'umanità e il Creatore. • Anche Bacone Francesco(1561-1626) ,che tanto avversò la magia, operò in realtà, in modo simile a Paracelso fondando il proprio approccio alla scienza sull'idea biblica di un ritorno dell'uomo a un dominio perduto sulla natura. Questa nuova interpretazione è sostenuta con particolare vigore da Webster. • Per una corretta valutazione del rapporto tra magia e scienza nel periodo della rivoluzione scientifica è indispensabile tener conto, sostengono sempre i critici della tradizione storiografica positivista, anche del ruolo positivo svolto dalla cultura profetica e millenaristica. • Vediamo qualche esempio di personaggi noti come scienziati, ma in realtà con profondi legami col mondo della magia J. Dee (1527 - 1608) , il matematico elisabettiano riscopritore di Euclide, si dedicò con l'aiuto del ciarlatano Edward Kelley, all'evocazione degli spiriti dei defunti. Gerolamo Cardano (1501-1576) , forse il più geniale degli algebristi moderni, spaziò tutti i campi del magico ed usò la matematica anche come tecnica strumentale per le sue pratiche astrologico-cabalistiche. Il medico Jean Fernel (1497-1559) , uomo di non indifferente statura clinica, applicò l'astrologia alla terapeutica (cosa peraltro consueta ad ogni medico), ma vi aggiunse talismani, evocazioni e formule. Anche Michele Serveto (1511-1553) (condiscepolo di Vesalio) al quale si attribuisce la prima idea della circolazione polmonare, non ebbe alcun ritegno a dedicarsi all’astrologia. Tra i grandi astronomi dell'epoca non vanno taciute le dichiarate simpatie magico-astrologiche di Tycho, Digges, Regiomontano, Keplero,Copernico. J.Kepler (1571-1630) • Il caso del Somnium di Keplero, spesso sottaciuto o solo accennato nelle storie della scienza, è al riguardo emblematico. E’ un opera autobiografica e non certo solo di fantasia che ci racconta la filiazione culturale del padre dell'astronomia e dell'ottica moderna. • Egli racconta che, ancor fanciullo, iniziato dalla madre, una Strega, alle tecniche della magia popolare (in effetti Katarina Kepler fu sottoposta ad un processo per stregoneria e riuscì a salvarsi grazie all’intervento del figlio), avendo smarrito alcuni talismani, viene ceduto in luogo di quelli al capitano di una nave che spesso faceva uso dei servigi della Strega; costui lo conduce all'isola di Uranisburg, dove lo vende a Tycho Brahe che lo istruisce ai segreti dell'astronomia e dell'astrologia. • E' questa parabola il segno emblematico di tutta la sua epoca: nell'istruzione del giovane Duracoto (lo pseudonimo scelto da Keplero) figlio naturale della Strega e figlio putativo del Dotto-Mago-Astronomo si riconosce il cammino di quell'età del mondo, breve, ma intensa che va sotto il nome di Rinascimento scientifico: un tempo in cui l’uomo è figlio della Strega e dello scienziato. • Apparentemente può sembrare strano che nel Rinascimento, forse ancora più che nel Medioevo, prolifichi l'arte magica e trovi sostenitori entusiasti in pensatori quali Marsilio Ficino o Pico della Mirandola, o Giordano Bruno. • L'attenzione generale di cui gode la magia in questo periodo é da ricercare essenzialmente nello spirito degli umanisti, desiderosi di esaltare la libertà e la potenza dell'uomo in tutte le sue sfumature e, indubbiamente, l'idea di poter operare sulla natura non può che piacere. In Ficino la magia e l‘astrologia vengono considerate non già manifestazioni di superstizione, ma tecniche pienamente legittime, rivolte o allo studio dell'ordine naturale ( l'astrologia ) o alla realizzazione del dominio dell'uomo sulla natura (la magia) • Per Pico le cose stanno diversamente: egli apprezza con estremo entusiasmo le arti magiche, che consentono all'uomo di dominare la natura imponendosi su di essa, proprio perché vi scorge una esaltazione del libero arbitrio umano, ma non può assolutamente accettare l'astrologia: l'idea che tutto sia prevedibile tramite la consultazione degli astri é un'evidente limitazione del libero arbitrio umano. Un discorso simile vale per Giordano Bruno, che arriva perfino a vedere la matematica come un qualcosa assai vicino alla magia: non a caso il processo che lo porterà a bruciare vivo sul rogo il 17 febbraio 1600 comincia con l'accusa da parte del nobile veneziano che lo ospitava e pare che egli lo abbia denunciato per dispetto, in quanto Bruno gli aveva promesso di insegnargli la magia-matematica, ma lui era insoddisfatto degli insegnamenti. Al di là di questa vicenda personale, é interessante notare l'interessamento di Bruno per la magia : come capacità di cogliere i meccanismi secondo i quali l'unità si articola nella molteplicità, e la molteplicità é tutta "ricomposta" nell'unità. In un altro scritto il Nolano dà una definizione del mago, colui che esercita le arti magiche: magus significat sapientem cum virtute agendi. • La magia, spesso circondata nei secoli precedenti di un'aura demoniaca, diventa nel Rinascimento la positiva scienza della trasformazione, segno concreto del dominio dell'uomo sugli elementi. • Sarà poi nel 1700, con l'avvento dell‘illuminismo, che si sottoporrà la ragione ad un più critico esame, ecco allora che Kant istituirà un vero e proprio tribunale della ragione, dove la ragione é allo stesso tempo imputato e giudice: imputato nel senso che si indaga su quali siano i suoi limiti e il suo campo di applicabilità, giudice nel senso che é proprio lei che indaga e giudica se stessa! • Per tutto l’Illuminismo si discute ancora di magia, ma in termini tali da far cadere ogni concetto di crimine o eresia, vi sarà per esempio la ridicolizzazione dell’atto stregonesco, attribuito più a stupidità umana che a potere demoniaco. • Questa smisurata fiducia nella ragione umana, sarà tipica di pensatori quali Cartesio,Spinoza e Hobbes. • Per dovere di cronaca il pensiero cartesiano venne condannato dalla Chiesa cattolica e le sue opere nel 1663 furono messe all’Indice Matematica • Per il pitagorismo il numero, più che indicare una quantità, rappresentava simbolicamente un'essenza qualitativa, contenente in sé la grande legge di armonia che regola tutte le cose. Questa dottrina, quindi, oltre ad essere una scuola di filosofia e matematica, costituiva soprattutto un orientamento mistico e morale i cui principi erano tenuti segreti e solo gli iniziati potevano comprenderli. • I famosi Versi d'oro, attribuiti a Pitagora, in realtà compilati nel secondo secolo dopo Cristo costituiscono un testo importante per la letteratura esoterica. Essi danno regole di vita a chiunque desideri diventare un iniziato. Rendi giusti omaggi agli Dei, secondo le leggi; Rispetta il giuramento, gli eroi e i saggi; Onora i genitori, i re e i benefattori; Scegli come amici i migliori tra gli uomini; Sii gentile e dolce, accomodante negli affari; Non odiare il tuo amico per piccoli errori; Servi con tutte le tue forze la giusta causa: Chi fa tutto ciò che può fa ciò che deve. Ma devi saper reprimere come un severo maestro, l'appetito, il sonno, Venere e la collera. Non venir meno all'onore né da vicino né da lontano, e devi essere un rigoroso testimone di te stesso. Sii giusto nelle azioni e non solo nelle parole; Non dare mai frivoli pretesti al male. La sorte come ci ha arricchito può renderci poveri; Ma dobbiamo tutti morire, sia deboli che potenti. Non essere refrattario alla tua parte di dolore; Accettane il rimedio utile e salutare, e sappi che sempre gli uomini virtuosi sono i meno disgraziati fra i mortali afflitti. Rassegna il tuo cuore alle proposte ingiuste; Lascia che la gente parli e segui sempre la tua linea. ma soprattutto non fare nulla che non sia esempio, di rettitudine e di utilità. Fai camminare davanti a te il consiglio che ti rischiari, affinché dietro non segua l'assurdità. La stupidaggine è sempre il peggiore dei mali, e l'uomo senza testa risponde dei propri errori. non agire senza sapere, e sii zelante nell'apprendere: dai tempo allo studio che ti darà felicità. Non tralasciare di curare la tua salute; Ma prendi il necessario con sobrietà. Nella vita è permesso tutto ciò che non nuoce; Sii elegante e puro senza suscitare invidia. Fuggi sia la negligenza che l'insolente lusso: Non agire senza pensare a ciò che fai, e la sera rifletti su tutta la giornata. Cosa ho fatto? Cosa ho udito? Cosa devo rimpiangere? Così salirai verso la divina virtù. O ineffabile Tetractys, ti prendo a testimone. O fonte inestinguibile delle forze dei tempi; E tu che sai pregare, quando gli Dei sono con te, finisci la loro opera e lavora con fede. Presto e senza fatica arriverai a conoscere da dove viene, dove va e dove si ferma il tuo essere; Senza paura e senza desideri saprai i segreti che la natura nasconde ai mortali indiscreti. Pesterai sotto i tuoi piedi la debolezza umana che la fatalità conduce senza scopo e a caso. Saprai chi conduce l'incerto avvenire, e quale nascosto demone tiene le fila del destino. Allora salirai sul carro di luce. Spirito vincitore e re della materia. Comprenderai il regno paterno di Dio. E potrai sederti in una calma eterna. • Nulla ci è giunto degli scritti di Pitagora e solo pochi frammenti di quelli dei suoi diretti discepoli. Essi ebbero, però, una notevole influenza sul pensiero di Platone e, in linea generale, il pitagorismo, insieme all'orfismo e agli orientamenti misterici, fu alla base delle dottrine mistiche che si svilupparono nel periodo ellenistico e i cui influssi rimasero vivi nel Medioevo e, in particolare nel Rinascimento. • Comunque ancora nel XV secolo insigni educatori come Erasmo (1466 1536) e J. L. Vives (1492 - 1540) ritenevano non utile la matematica per la formazione delle persone poiché tendeva a distrarle dai fini pratici della vita. • La riscoperta della matematica durante l’Umanesimo ebbe un duplice effetto spesso contraddittorio. Da una parte si intuirono le enormi possibilità ad essa collegate per lo studio della natura , ma dall'altra si individuò la via più facile della numerologia e della mistica dei numeri. Come nella tradizione della Scuola Pitagorica tornava l'armonia delle figure e delle proporzioni che con i numeri a lato avrebbero permesso di scoprire una qualche cabala nascosta, ad esempio nella Bibbia, una qualche formula magica che avesse permesso all'uomo di salvarsi o di scoprire una qualche verità trascendente. Le armonie divine dovevano avere una qualche relazione con cerchi, triangoli, quadrati ed altre figure geometriche tra cui, naturalmente, i solidi regolari. La stessa creazione doveva avere una matrice di matematica "spirituale" che era studiata a tal fine dai pitagorici del Rinascimento. La matematica certamente ebbe il merito fondamentale di iniziare ad unificare un linguaggio che sempre più era per iniziati nelle varie tradizioni. Dai concetti astratti, dalle similitudini, dalle analogie, dai sillogismi, dalle proprietà di colori, suoni ed odori, dalle cause ed accidenti si passava sempre più ad un qualcosa che aveva un linguaggio univoco al quale non si poteva sfuggire con sofismi di varia natura.. E fu proprio la potenza predittiva di questo "linguaggio", della sua univocità che permise, alla fine del Seicento l'affermarsi della tradizione meccanicista. Ma ciò non tragga in inganno: la scena era in gran parte occupata da altre vicende, da magia, alchimia ed astrologia (le controversie su tali problematiche erano, all'epoca, forse più importanti di quella tra geocentrismo ed eliocentrismo). La scienza che noi oggi vogliamo vedere laica e scevra da inquinamenti irrazionali nasceva immersa in questa cultura (quanto si ritiene oggi scientifico nasceva mescolato al mistico addirittura nello stesso autore) e se da una parte si può dire con l'aiuto dell'opera dei classici greci, dall'altro è necessario affermare che anche nonostante essi (per la loro visione statica ed in qualche modo già chiusa e determinata del mondo circostante) Implicazioni scienza-politica Interessante è anche apprendere che non furono i membri della Royal Society l‘antica accademia nazionale inglese delle scienze a farsi promotori di una battaglia contro le credenze nella stregoneria. Essi,in realtà, erano spaventati dalle implicazioni atee del meccanismo di Cartesio e di Hobbes e non seguirono con coerenza la filosofia meccanicista. Il meccanicismo escludeva il ricorso al sovrannaturale, ma la tradizione religiosa ammetteva senza tentennamenti l'esistenza di una gerarchia di spiriti, ivi compresi i demoni, e respingere la stregoneria e la magia diabolica significava schierarsi su posizioni religiosamente eterodosse. È anche noto che la Royal Society, fondata nel 1660 sotto gli auspici di Carlo II Stuart, traeva origine dal «Collegio Invisibile», istituito a Londra nel 1645 da Boyle e Locke, che a sua volta discendeva dalla segretissima setta dei Rosacroce, insediatasi a Londra fin dal 1610, in pratica i primi appartenenti alla Royal Society erano massoni Molti di essi, seguendo le utopie ideologiche di Francesco Bacone, si prodigavano a divulgare ed esaltare i risultati dell’indagine scientifica newtoniana, perché questa tornava molto utile al nuovo ordine politico ed alla nascente massoneria. Alchimia • Tra gli alchimisti certo non mancavano ciarlatani e truffatori, che giravano le corti d’Europa in cerca di un potente che li riempisse d’oro (questo sì reale!). Offrivano le loro conoscenze di medicina, astrologia, filosofia e mistica, condite da abbondanti trucchi e illusioni per stupire re e cortigiani • Ma l’alchimia aveva anche un lato meno oscuro, ed è grazie a questo che in un certo qual modo,si svilupperà la chimica. La maggior parte delle trasformazioni che gli alchimisti realizzavano erano in realtà semplici reazioni chimiche, e fu per studiare queste che furono compilati i primi preziosissimi manuali in cui si insegnava come distillare, come estrarre un metallo dal suo minerale, come ottenere un vetro o manipolare la polvere da sparo. Le prime nozioni sui passaggi di stato della materia e sulla combinazione degli elementi chimici furono ordinate e raccolte proprio dagli alchimisti. • E le sostanze che usavano gli alchimisti, così come i loro strumenti e le loro tecniche, in fin dei conti erano le stesse che venivano utilizzate per preparare colori da pittura, profumi e soprattutto farmaci. L'alchimia tra le varie pratiche era certamente quella i cui cultori custodivano più gelosamente i suoi segreti. Questo è uno dei motivi per cui si sa molto poco delle pratiche magiche ed alchemiche. Solo pochi, pure sapienze elette, gli iniziati, potevano avere le facoltà per operare in tali campi. Per essere iniziati non bastava una scuola; occorreva avere delle proprietà particolari, essere dotati da Dio di particolari poteri, in modo che si può anche sostenere che il mago rinascimentale è un poco un eletto da Dio, una specie di Santo. In questo senso la magia non temeva smentite. Il linguaggio criptico conteneva in sé sempre una affermazione ed il suo contrario ed il mago era inattaccabile. Se delle cose non andavano poi come dovevano era perché il 'paziente' non aveva fatto esattamente, non si era attenuto, non era stato casto, non... Medicina • Ben poco si era fatto in vari secoli nel campo della medicina da quanto si sapeva di Ippocrate e Galeno. L'intervento di Theophrast Bompast von Hohenheim (14931541), detto Paracelso (più grande che Celso), che non era neppure un medico nel senso tradizionale ma solo un chirurgo, dette uno scossone a tale medicina che, anche per quello che egli stesso dice, corrispose all'operazione fatta da Lutero con la Chiesa cristiana: egli bruciò in piazza il Canone di Avicenna che era il testo canonico di ogni medico, allo stesso modo che Lutero aveva bruciato in pubblico la bolla papale di scomunica. • Un tale personaggio, che certamente non ebbe un percorso intellettuale netto e chiaro, era un 'abusivo' che si permetteva di interferire in un campo nel quale da centinaia d'anni si lavorava lucrosamente senza essere disturbati. Da qui gli odi che Paracelso riuscì ad attirarsi e, con essi, le calunnie di ogni tipo. • La novità sostanziale introdotta da Paracelso nel pensiero è certamente quella che ogni fenomeno naturale discende da cause naturali. Non esistono fenomeni strani e misteriosi, occorre studiarli per capire la loro natura e l'uomo è in grado di farlo, è in grado cioè di penetrare tali segreti naturali mediante una ricerca di tipo sperimentale. Tra i fenomeni naturali vi sono anche le malattie che non possono avere cure standard ma che debbono essere seguite nel loro decorso, caso per caso. Naturalmente queste enunciazioni restano in gran parte tali ed i metodi di cura non sono del tutto differenti da quelli che prevedono, ancora, l'uso di magia (ficiniana), astrologia ed alchimia.. • La novità è il diverso approccio che, per esempio, vede nell'alchimia non un mezzo per soddisfare brame di potenza mediante l'arricchimento, ma un metodo per elaborare pozioni che siano in grado di alleviare i dolori ed i malanni dell'intera umanità .In un certo modo il mago assume un poco il ruolo del santo. La scienza dunque iniziò ad affermarsi con molte difficoltà invischiata in varie forme di irrazionalismo e anche i vari scienziati che sono i padri fondatori della scienza moderna furono immersi nella cultura ermetica, cabalistica ed alchemica del loro tempo. E successivamente ? E oggi? Scienze, magia,credenze e fedi sono proprio così nettamente distinte? «Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra… ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi » (Cartesio da "Discorso sul metodo") bibliografia • Paolo Rossi Il tempo dei maghi. Rinascimento e modernità Raffaello Cortina, 2006. • C. Webster, Magia e scienza da Paracelso a Newton, Il Mulino, Bologna 1984; • • http://www.pbmstoria.it/dizionari/storiografia/lemmi/245.htm http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/raimonpanikkar/ambiscienza.htm • http://www.ugobecciani.it/libri/streghe.doc