“… mettevano in comune i loro beni” Noi, cosa abbiamo messo in comune? • La decisione di partecipare • La presenza • L’interesse • L’entusiasmo e le resistenze • La fatica • I talenti e i limiti • Disponibilità di tempo, di ascolto • Desiderio di cambiamento e novità • Lavoro comune tra sacerdoti e laici (CPP) Gli incontri fatti con le Vicarie Data incontro Vicarie Orario Luogo Martedì 6 maggio ANZIO E NETTUNO 21.00 Anzio Parrocchia S. Teresa Mercoledì 7 maggio CIAMPINO E MARINO 20.30 Ciampino Parr. Gesù Divin Operaio Mercoledì 14 maggio ALBANO E ARICCIA 20.30 Pavona Parr. S. Eugenio Giovedì 15 maggio POMEZIA 20.30 Pomezia Parr. San Benedetto Venerdì 16 maggio APRILIA 20.30 Aprilia Parr. SS. Pietro e Paolo I contributi ricevuti VICARIA N° parrocchie N° risposte ALBANO 10 10 ARICCIA 8 7 CIAMPINO 6 5 MARINO 6 5 POMEZIA 15 15 APRILIA 11 11 ANZIO 12 8 76 8 8 69 NETTUNO Totale parrocchie Aggregazioni laicali Aggregazioni presenti al Convegno Totale partecipanti al Convegno Contributi inviati alla segreteria del CPD 13 109 11 Sintesi dei contributi 1. la scheda di lavoro 2. dalle Vicarie 3. dalle Aggregazioni laicali 4. alcune particolarità dalle Parrocchie 1. La scheda di lavoro 1. La Pastorale parrocchiale Quali sono le tre scelte pastorali sulle quali la tua comunità parrocchiale (Aggregazione) si impegna maggiormente? Quali sforzi si stanno facendo verso una pastorale integrata? 1. La scheda di lavoro 2. Le Sfide Rispetto al territorio, alle persone e alla cultura del nostro tempo, quali sono le sfide che la vostra comunità parrocchiale/Aggregazione deve ancora cogliere? 1. La scheda di lavoro 3. I Cambiamenti Quali cambiamenti sono necessari per rispondere alle sfide pastorali che avete rilevato? In che cosa la Pastorale integrata può rispondere concretamente? 1. La scheda di lavoro 4. Le Risorse Che tipo di coordinamento, strutture, risorse sono necessarie per un rinnovamento della pastorale? 2. Dalle Vicarie • Voglia di confrontarsi • Desiderio di comunione • Poco riferimento al vicariale, chiusura nel confine del parrocchiale • Mancanza di chiarezza su che cos’è pastorale integrata (forse legata alla mancanza di chiarezza su cos’è pastorale) 2. Dalle Vicarie • Sproporzione tra l’impegno nel “fare” pastorale e il risultato che se ne ottiene. • I cambiamenti indicati come necessari, rimangono nella sfera dei “buoni propositi” perché mancano indicazioni concrete di “COME” oltre che previsione di momenti valutativi 2. Dalle Vicarie • Desiderio di vicinanza da parte del “diocesano” non come controllo o giudizio ma come supporto • Conoscenza del territorio e bisogno di formazione degli operatori pastorali 3. Dalle Aggregazioni laicali • Desiderio di una maggior conoscenza fondata su un confronto diretto • Forte attaccamento al proprio carisma e alle proprie specificità indispensabili per una identità forte e chiara 3. Dalle Aggregazioni laicali • Disponibilità alla collaborazione; meno evidente, invece, il senso di corresponsabilità che fa sentire proprio anche l’impegno altrui • Mancanza di chiarezza su che cos’è pastorale integrata alle volte manifestata come timore di efficientismo e uniformismo 3. Dalle Aggregazioni laicali • Risulta poco chiaro il significato di “necessità di comunione”, ridotto alle volte ad un mettersi accanto. • Necessità di figure capaci di mediare tra la Diocesi, le Parrocchie e le Aggregazioni 3. Particolarità dalle parrocchie • Desiderio di un rapporto nuovo con il territorio • Consapevolezza del “non basto a me stessa”, disponibilità al confronto per un cammino insieme 3. Particolarità dalle parrocchie • Sproporzione tra le possibilità della comunità parrocchiale (non sappiamo nemmeno quanti e chi siamo) e le dimensioni delle sfide • Viene evidenziato da un lato il desiderio di integrare le Aggregazioni e dall’altro le difficoltà concrete nel farlo 3. Particolarità dalle parrocchie •Insofferenza data dal sentirsi “distributore di sacramenti” • Necessità di superare il settorialismo che rischia di degenerare in fazioni contrapposte • Convinzione profondo della necessità di un aiuto perché il cambiamento divenga reale Il lavoro del CPD Consapevolezza di essere chiamati per primi a condividere la ricerca e lo sforzo del rinnovamento in atto Dibattito schietto e costruttivo Introduzione del Vescovo Introduzione del Vescovo • una nuova pastorale richiede anche nuovi organismi di PARTECIPAZIONE: nuovi nello stile e nello spirito Introduzione del Vescovo • lo stile della Chiesa diocesana deve essere quello della sinodalità (cf. Pastores gregis). La responsabilità del Vescovo suppone anche la partecipazione di tutti i fedeli (corresponsabilità/sensus fidelium) al bene della Chiesa locale “che formano” (=alla quale danno FORMA) Introduzione del Vescovo • Il Vescovo è chiamato non solo a rispondere ma anche a discernere la “verità” della domanda • Il CPD deve essere esempio di impegno, metodo e attuazione della corresponsabilità per tutti i CPP Indicazioni per il lavoro Indicazioni per il lavoro Grande senso di responsabilità di fronte a questo materiale che rappresenta l’impegno, la partecipazione del vissuto ecclesiale di molti battezzati della nostra Chiesa Indicazioni per il lavoro Non aggiungere nemmeno uno “iota” al materiale inviato dalle Vicarie, Parrocchie, Aggregazioni, ma coglierne indicazioni per il cammino comune Indicazioni per il lavoro Lasciarsi guidare dalla speranza e non farsi frenare dalle difficoltà che derivano dalla mole di materiale e dalla delicatezza dei suoi contenuti Traccia di lavoro 1. Situazione di partenza (30 min.) Il primo tempo: lettura di tutto il materiale che è stato consegnato per fare una fotografia della situazione che ne emerge Traccia di lavoro 2. Interpretazione (45 min.) Rilettura della realtà alla luce delle indicazioni delle sfide e dei cambiamenti per cogliere gli elementi maggiormente evidenziati. Presentare un riassunto dei punti emergenti che richiedono un’attenzione immediata per un cambiamento in chiave di PI Traccia di lavoro 3. Indicazioni di direzione (45 min.) Partendo dalle risorse e dai cambiamenti indicati nelle schede di sintesi, individuare il COME, CON CHI e CON CHE COSA procedere Sintesi finale lavori di gruppo CPD Situazione di partenza • Si percepisce un bisogno di cambiamento/rinnovamento • Desiderio di comunione (espresso come condivisione e corresponsabilità) • Attenzione ai giovani e alla famiglia • Difficoltà di comprendere cos’è Pastorale Integrata, alle volte percepita come una “cosa” in più e non come stile pastorale Situazione di partenza •Tradizionale fatta di sacramentalizzazione (evangelizzazione, liturgia, carità) •Oratorio •Catechesi in preparazione ai sacramenti (anche adulti, principalmente genitori dei ragazzi della catechesi) •Caritas Interpretazione • da un religiosità tradizionale ad una scelta di fede • riscoperta del senso di appartenenza • accettazione dell’altro • fare comunione all’interno della comunità parrocchiale definendo uno stile nuovo di vita comune • spinta missionaria per un confronto ecclesiale più ampio Interpretazione • emergenza educativa espressa in tre attenzioni prioritarie: giovani, famiglia, operatori pastorali • indifferenza religiosa • immigrazione • sviluppare legame con il territorio che parta dalla reale conoscenza e dal rispetto reciproco (istituzione pubbliche, associazioni, scuola, lavoro) Indicazioni di direzione • Linee guida diocesane da applicare a vari livelli, traducendole in obiettivi semplici, concreti, verificabili • il CPP come punto di partenza per il rinnovamento (rappresentatività dei membri, esigenza della loro formazione, ruolo di guida nella definizione d’identità della comunità) Indicazioni di direzione •Struttura di mediazione delle linee guida: CPD, CPV (raccordo tra ecclesiale e territorio), CPP • Centro Pastorale Diocesano per la formazione degli operatori (formatori, metodo, sussidi, verifica, superamento di difficoltà) Considerazioni conclusive del Vescovo Considerazioni conclusive del Vescovo • La soluzione per il cambiamento è “dentro di noi”. La “pastorale integrata” va in questa linea: non è un’altra cosa da fare, ma il “come fare”, lo spirito con cui fare. In questo senso la richiesta di linee guida non devono essere delle scuse per togliersi il problema della responsabilità personale Considerazioni conclusive del Vescovo • Ancora dobbiamo chiarire cosa vogliamo dire con PI ma il desiderio c’è già. Il linguaggio è nuovo e per questo ci vuole tempo per interiorizzarlo ma la questione vera è VIVERE questo rinnovamento in atto. Considerazioni conclusive del Vescovo • Se possiamo dire raggiunta la collegialità episcopale, non lo possiamo affermare lo stesso delle Diocesi: la “communio ecclesiarum” non è partita. Lo stesso succede tra di noi: i sacerdoti si incontrano, ma le Parrocchie no. Come superare il clericalismo e l’immobilismo se chi guida le comunità non parte? Bisogna fare un esame nel modo di essere guida di comunità. Considerazioni conclusive del Vescovo •il bisogno è quello di allargare la partecipazione (questo può essere un obbiettivo pastorale?) • nella Parrocchia l’obbiettivo deve essere la vita ordinaria, “tutta la vita del cristiano, dall’inizio alla fine” L’ordinario non come fastidio ma come chance per il rinnovamento Considerazioni conclusive del Vescovo • Le indicazioni di priorità (giovani, famiglia, operatori pastorali, …) sono il territorio • Dalla pastorale tradizionale dobbiamo ricuperare la pastorale di Tradizione (=trasmissione della fede) • La Chiesa non può non essere “Mater et Magistra”. E questo va sostenuto da strutture. Considerazioni conclusive del Vescovo • Credo che si debbano incoraggiare spazi di confronto vicariali • L’importanza di un Centro di formazione (direttori degli Uffici di Curia) • Una formazione per la conoscenza reciproca e del territorio • La “pastorale integrata” è lo stile, il modo, non un obbiettivo Grazie per l’attenzione Spazio agli INTERVENTI in sala