Fratelli di Gesù Quarto Libro del Pentateuco Dopo avere analizzato Genesi, Esodo, Levitico, ora approdiamo al libro dei Numeri. contenuto Il contenuto di questo libro é di carattere narrativo e legislativo e presenta gli avvenimenti nel deserto. Precisazione intorno al titolo Il libro è titolato Arithmoi in greco e Numeri in latino. Di solito la traduzione latina è dipendente nei titoli dalla tradizione dei LXX, traduzione fatta nel terzo e secondo secolo a.C. vicino ad Alessandria d’Egitto. Di solito la traduzione dal greco ha influenzato il titolo latino, così è per tutti i titoli del Pentateuco, mentre qui Arithmoi e Numeri hanno lo stesso significato, ma non uguale. Be mitbar è il titolo ebraico, che vuol dire “Nel deserto”. Ma in questo caso non sono le prime parole con cui inizia il libro, a differenza di ciò che accade nei tre precedenti libri. Be mitbar lo troviamo più avanti nel libro, mentre all’inizio c’è anche qui un atto di parola come nel Levitico. Nel deserto e Numeri sono nomi molto diversi, sembra che non c’entrino niente, ma i titoli dei cinque libri di seguito hanno senso: in principio, i nomi (dei figli di Israele, che scendono in campo), gli parlò (il Dio di Israele, nel Levitico), nel Deserto (che è appunto il luogo in cui Dio parlò). Questa è la lettura ebraica, mentre nella lettura greca e latina c’è l’idea della numerazione. Un conteggio che nella tradizione ebraica significa riflettere, pensare, organizzare, e risponde al mettere numeri in maniera estenuante all’inizio del libro dei numeri della tribù di Israele. Quindi mentre la tradizione ebraica sottolinea il luogo, la tradizione greca sottolinea l’atto del contare come dimensione fondamentale. La tradizione greca infatti va a pescare il contenuto fondamentale del libro: Genesi è la fondazione delle genealogie, Esodo sottolinea l’uscita, il Levitico guarda la classe precisa che produce le leggi, e qui c’è il contare, e il Deuteronomio esprime l’azione ermeneutica di riflettere sulla legge e la reinterpreta, come se fosse ridonata. Rapporto Numeri-Esodo La narrazione in Numeri inizia con gli Israeliti nella pianura del Sinai e li accompagna fino all’ingresso in Palestina. Riprende, quindi, il racconto del passaggio nel deserto interrotto in Es 18,27. Sono presenti aneddoti che delineano l’immagine d’Israele, popolo dalla dura cervice. Fonti La preoccupazione teologica del redattore é quella di presentare Israele come un popolo fornito di strutture amministrativocultuali e, per questo, pronto per l’ingresso nella terra promessa. Struttura La struttura é difficile da individuare perchè il testo si presenta come libro episodico. I 40 anni (cfr. Nm 33-38) e il completo itinerario di 40 nomi geografici (cfr. Nm 33) non eliminano le situazioni di confusione presenti nel cammino d’Israele. In 33,16-35 é delineato il tragitto dal Sinai ad EzionGheber con le tappe che riguardano il territorio a nord-ovest dell’Arabia. E’ a partire da questi versetti che si é individuato il Sinai nel DjebelMousa. Invece, in Nm 33,41-49 viene descritto un altro itinerario da Kades al fiume Arnon ad est del Mar Morto. Sono questi due possibili itinerari a creare difficoltà. Divisione del libro Tuttavia si può dividere il libro in tre sezioni, corrispondenti alle tappe nel deserto: 1) 1,1-10,10= preparativi per la partenza dal Sinai. In questi versetti si ha l’immagine di un Israele comunità numerata, suddivisa e ben organizzata. 2) 10,11-19,22= viaggio d’Israele dal Sinai a Kades, dove pare si sia fermato 38 anni. 3)20,1-36,13= viaggio da Kades a Moab. Contenuti Prima sezione Nm 1-4: é presentato il censimento delle 12 tribù, così come si trovano al Sinai. L’enumerazione permette di vedere il ruolo specifco dei leviti e la loro importanza in Israele. Il censimento ha lo scopo di mostrare che Israele, a partire dalla rivelazione del Sinai, diviene vero popolo. Nm 5-6: si ha la raccolta di diverse leggi, alcune delle quali riguardanti l’attività sacerdotale, come, ad es., la benedizione di Aronne in Nm 6,24-27. Nm7-8: si parla delle offerte per la dedicazione della dimora di Dio e della consacrazione dei leviti, in sostituzione dei primogeniti. Nm 9-10: sono descritte la celebrazione della Pasqua e la ripresa della marcia nel deserto. La Pasqua é segno dell’alleanza (ritorna in ES 24). Contenuti Seconda sezione Nm 11-14: si delineano le tappe nel deserto, dal Sinai sino alla disfatta d’Israele a Horma. Mosè invia esploratori in Canaan. Nm 15-19: si hanno la legislazione circa il culto e la messa in discussione dell’autorità di Mosè Contenuti Terza sezione Nm 20,1-25,18: sono raccontati l’episodio delle acque di Meriba, il castigo di Mosè e Aronne, la morte di Aronne, l’episodio del serpente di bronzo e quello dell’oracolo di Balaan, che, chiamato a maledire Israele, profetizza invece che una stella nascerà da Giacobbe (24,17). Nm 25,19-30,17: viene operato un nuovo censimento; Giosuè é presentato come capo della comunità; si parla di sacrifici e voti. Nm 31,1-36,13: è delineata la divisione della terra promessa; sono narrate le tappe dell’Esodo; vengono definite le frontiere di Canaan. Si parla, infine, della parte dei leviti e della città di rifugio. Teologia Questi sono i principali temi teologici sviluppati in Numeri: Dio Già da Nm 1,1 Dio é presentato come l’interlocutore di Mosè, presente nell’arca soprattutto attraverso la nube (9,15-23). Egli é il vero protagonista di tutta la narrazione. Mosè E’ lui é il mediatore tra Jhwh e il popolo; é il servo di Jhwh. Spesso prende le difese d’Israele dinanzi alla giusta collera di Dio, nonostante prima venga contetato dal popolo stesso. Tuttavia, Mosè ed Aronne diventano, ad un certo punto, i destinatari della condanna di Dio (vd. Nm 20,12) e questo o perché Mosè avrebbe dubitato di Dio in Nm 20,10, o perché Mosè si sarebbe rifiutato di intraprendere la conquista di Canaan. Il testo è, a tal proposito, enigmatico. Popolo Il popolo viene presentato ostinato, infedele, idolatrico, ribelle a Mosè. Il vocabolo adatto per esprimere tale condizione é “mormorazione”, che, da una parte, dice nostalgia d’Israele per il passato e per il periodo di schiavitù, dall’altra, paura di rischiare per il futuro di Dio. “Tentare Dio é non riconoscere il suo potere e non prendere sul serio la sua volontà salvifica”. Il popolo si ribella a Mosè e mormora, per cui piomba su di lui il giudizio di Dio ( Nm 16,28-35), che assume toni apocalittici: La responsabilità é accennata in 16,4-7, affermata in Ez 18. Ma il popolo dalla dura cervice é anche oggetto della premura di Dio, che si rivela come colui che vince anche le resistenze cosmiche (fame, sete, serpenti), militari (tribù beduine) e preternaturali (mago di Balaan) per onore del suo popolo. A queste premure, tuttavia, il popolo risponde lasciandosi conquistare dalle tentazioni, dallo scoraggiamento, dall’idolatria, dal peccato, in virtù della sua stessa libertà (Nm 14,11-12). Il tempo del deserto diviene paradigma per leggere le vicende della storia e della religione d’Israele. L’Israele di Nm, infatti, é quello ideale del deserto, composto dai discendenti delle 12 tribù e la cui unità é determinata da vincoli di sangue e dalla disposizione a vivere secondo le leggi di Jhwh (Nm 9,14). Israele si presenta come comunità organizzata gerarchicamente: Mosè é capo e mediatore, Giosuè guida politica e poi sacerdote per la consultazione di Jhwh (27,21), Aronne e i suoi figli sacerdoti per il culto (Nm 17,16). La parte legislativa di Nm nasce come “siepe” per difendere Israele dai pericoli della fame, dalla sete e dai nemici, cose che suscitano ribellioni e spingono il popolo a voler tornare in Egitto. Deserto Deserto é il momento in cui Israele rivela la sua identità e Dio la sua Parola. Il deserto dice assenza di possibilità di vita, per cui Israele si trova ridotto all’essenziale ed é continuamente posto dinanzi a due vie, quella della fedeltà a Dio e quella dell’idolatria. Il tema del deserto é presente anche in Sap 18,2025; in Pr 36; in Os 2,16. Gli influssi di Nm sono rilevabili in Sir 45-46; Ebr 3,2.5. Fratelli di Gesù