A cura di Chiara Barsotti, Filippo Bisti & Eleonora Trifirò Classe 4°G - Liceo Scientifico Statale ”U.Dini” Pisa con la collaborazione della Prof.ssa Cristiana Lardicci Bibliografia L’importanza che ebbe Antonio Pacinotti nel secolo d’oro dell’elettricità è stata ampiamente riconosciuta sia dalla sua nazione che dalla sua città, ne sono un esempio i francobolli emessi in suo onore e il busto di Pacinotti nel cortile della Sapienza a Pisa. Facendo un giro nel centro storico della città è possibile trovare frequenti riferimenti alla figura dello scienziato pisano. Porta il suo nome uno dei più nobili, maestosi ed importanti lungarni, quello su cui si affaccia il Palazzo Regio, e su di esso sbocca una delle più belle strade di Pisa, ovvero la tortuosa e nobile Via Santa Maria, asse stradale che, partendo dal Duomo, si snoda fra antichi e maestosi palazzi signorili; in uno di essi, al n. 24 nacque e morì A. Pacinotti. Immagine di Lungarno Pacinotti Indietro Antonio Pacinotti Antonio Pacinotti nacque il 17 giugno 1841 in Pisa nella sua abitazione ubicata nell’attuale via Santa Maria n° 24 a fianco alla Domus Galilaeana. “Ebbe per Pisa affetto filiale e dacchè poté stabilirvisi, non se ne distaccò più. In questa Università dove il padre suo fu lodatissimo insegnante di Fisica tecnologica egli fece studi di Fisica sperimentale, allievo di Matteucci e di Felici, qui si laureò nel 1861, qui fece i primi lavori e già celebre, qui fu chiamato a succedere al padre nel 1881.” “Prima egli aveva occupato diversi uffici nelle università e nelle scuole secondarie d’Italia: nel 1861 era assistente di Fisica tecnologica nella nostra Università e l’anno successivo, in Firenze aiuto alla cattedra di Astronomia retta dal celebre Donati; dopo essere stato professore di fisica nel 1863 al Regio Liceo Cicognini a Prato, era passato a Bologna a insegnare Fisica e Chimica al R. Istituto tecnico poi fisica generale applicata all’Istituto industriale e professionale, dove rimase fino al 1873. In quest’ anno fu nominato ordinario di Fisica presso l’Università di Cagliari donde, si mosse solo quando fu chiamato presso l’università nostra.” Da: Annuario della Reale Università di Pisa per l’anno accademico 1912 - 1913 Avanti Ammesso all’università nel 1856, a soli 15 anni, Pacinotti progettò a 18 anni, quando era ancora studente, una macchina magneto-elettrica, convinto com’era della "importanza grandissima che avrebbe avuto la creazione di una macchina capace di trasformare il lavoro meccanico in elettricità.” Lo scienziato descrisse in modo completo e dettagliato la sua “macchinetta” già nel 1861, ma trascurò di brevettare il suo dispositivo e tardò a pubblicare l’articolo che apparve sulla rivista Il Nuovo Cimento , Serie1, vol XIX , solo nel 1865. Descrizione della macchinetta Ecco come Pietro Blaserna (1836-1918), professore di fisica a Roma e presidente dell’Accademia dei Lincei, commentò il lavoro: «Leggendola (la descrizione), si ha l’impressione di uno scritto fatto da un giovane d’ingegno, educato a buona e severa scuola. L’autore descrive con grande chiarezza il suo anello, ne determina con esattezza il rendimento e si persuade che esso è molto migliore ai modelli allora esistenti … Il Pacinotti si accorge che il suo anello presenta il carattere della reversibilità, cioè a dire che, facendolo girare con braccio o con altro motore qualunque, esso vi fornisce corrente continua; all’incontro esso gira, se gli si applica una corrente.” Schema della macchinetta contenuto nei “Sogni” Avanti In quello stesso anno, Pacinotti si recò a Parigi e a Londra, per alcune ricerche ed incontrò Teofilo Zenobio Gramme, un belga che lavorava nell’officina parigina “Froment”. In visita alla fabbrica per l’acquisto di una vite micrometrica, Pacinotti si trovò a discutere col signor Dumoulin, succeduto al Froment, "sulla possibile utilizzazione dell’elettricità come forza motrice, questione che la Casa Froment studiava da vari anni senza però riuscire ad ottenere nessun risultato industrialmente pratico. Pensai che l’occasione era ottima per poter parlare del mio motorino". L’affare non andò in porto, nel 1869 Gramme brevettò il suo dispositivo e nel 1871 ne iniziò la produzione industriale. Negli anni successivi la vita di Pacinotti trascorse tra reclami e rivendicazioni, ebbe tuttavia la stima di eminenti colleghi e scienziati quali Silvanus Thompson (1851-…), Werner Von Siemens (1816-1892), Gilberto Govi (1826-1889) che non misero mai in dubbio la sua priorità scientifica. Antonio Pacinotti morì il 25 Marzo del 1912 nella stessa stanza dell’ abitazione in cui era nato. Il suo corpo è sepolto nel Camposanto Monumentale di Pisa. Indietro La Macchinetta Indietro Il Busto di Pacinotti Indietro I francobolli di Pacinotti 50° anniversario della morte di A. Pacinotti, 12 giugno 1962, 70 L., diagramma della dinamo, blu e nero,Val:31 dicembre 1963, Tir 4.865.739 50° anniversario della morte di A. Pacinotti, 12 giugno 1962, 30 L., diagramma della dinamo, rosso e nero,Val: 31 dicembre 1963,Tir. 7.959.953 Indietro La Tomba di Pacinotti Indietro L’Elettrocalamita Fissa L’elettrocalamita fissa è formata da una U di materiale ferromagnetico ai cui due bracci sono avvolte due bobine di filo di rame. Nella parte superiore sono state applicate due protesi metalliche entro cui ruota l’elettrocalamita trasversale. Indietro L’Elettrocalamita Trasversale L’Anello di Pacinotti L’elettrocalamita rotante è composta da una ruota di ferro dentata su cui è avvolto un unico filo di rame suddiviso in 16 bobine. La corrente passa da una bobina a quella diametralmente opposta grazie ad una ingegnosa rete di contatti situati nella parte inferiore dell’anello. Indietro I contatti a “struscio” Il collettore che permette l’alimentazione grazie alla rotazione di una bobina diversa Indietro Il Funzionamento Funzionamento come dinamo: Fornendo un’energia meccanica alla macchinetta questa produce una corrente continua proporzionale all’energia impiegata. Questa è dovuta alla formazione di una corrente indotta nelle bobine della calamita trasversale che ruotano nel campo magnetico dell’elettrocalamita fissa. Funzionamento come motore elettrico: La forma circolare dell’elettrocalamita trasversale permette l’invertibilità del processo. Fornendo una corrente continua alla macchinetta questa produce un lavoro meccanico espresso dalla rotazione dell’anello. Questa rotazione è determinata dalla formazione di una coppia di forze tra i due campi magnetici. Indietro Antonio Pacinotti con la progettazione della sua “Macchinetta” ottimizzò il funzionamento del motore elettrico in grado di trasformare energia elettrica in energia meccanica e garantire a corrente continua un rendimento costante ed una potenza superiore rispetto a quella fornita dalle apparecchiature simili già esistenti a quell’epoca. La cosa ancor più interessante di questa macchinetta è che poteva, se sollecitata da una forza meccanica, fornire energia elettrica e quindi comportarsi in modo reversibile da dinamo. Indietro Avanti FONDO ANTONIO PACINOTTI nella Domus Galilaeiana Il Fondo comprende: •Serie Quaderni (1860 -1911), appunti relativi ad esperimenti •Serie Carteggio : tra i corrispondenti si segnalano Galileo Ferraris , Riccardo Felici , Augusto Righi , Giovan Battista Dinati, W. Siemens . •Serie Privative •Serie Appunti scolastici, tra cui quelli dei corsi universitari tenuti da O. Mossotti sulla Geodesia e Meccanica celeste e da E. Betti sull'analisi superiore. •Appunti vari, registri relativi ad esperimenti, memorie , sommari dei corsi da lui tenuti in vari anni accademici, circa 200 disegni di progetti. Indietro Bibliografia - “Antonio Pacinotti e il secolo dell’elettricità” Film documentario di Stefano Nannipieri, produzione dell’Associazione La Limonaia, realizzazione di Alfea Cinematografica; -http://biblio.adm.unipi.it -http://www.unipi.it/athenet -http://www.ipsiapacinotti.pt.it -http://www.fondazionegalileogalilei.it/collezioni/ pacinotti -http://www.domusgalilaeana.it indietro