Secondo la meccanica classica, che afferma che l’energia cinetica è uguale a K 1 mv 2 2 2K la velocità è data da v m Di conseguenza, un corpo m, a seconda dell’energia cinetica che acquista, potrebbe raggiungere qualsiasi velocità. Secondo le previsioni relativistiche, invece, la velocità v, pur potendosi avvicinandosi molto alla velocità della luce c, non la potrà mai raggiungere. Secondo la meccanica classica un corpo può raggiungere qualsiasi velocità. v 2K m Vale infatti la relazione dove K è l’energia cinetica trasferita al corpo, inizialmente fermo, e m è la sua massa. Se ad esempio cedessimo ad un elettrone 1 Mev di energia, secondo la meccanica classica la velocità raggiunta dall’elettrone sarebbe di 5.9 108m/s, che equivale a circa due volte la velocità della luce (c) nel vuoto. Secondo la relatività speciale invece, un corpo non può muoversi con velocità superiore o uguale a quella della luce nel vuoto. Fino a quale velocità posso accelerare un corpo? Nel 1963 lo scienziato William Bertozzi effettuò un esperimento in proposito, con l’intento di dimostrare l’esistenza della velocità limite. Facendo uso dell’apparato sperimentale schematizzato nel seguito, venivano creati degli elettroni liberi che poi erano accelerati mediante opportune differenze di potenziale. In relazione ad ogni “spinta” data agli elettroni, cioè ad ogni energia trasferita ad essi, Bertozzi misurò la velocità acquisita dalle particelle cariche. L’apparato sperimentale - generatore elettrostatico di Van de Graaff: una macchina per produrre cariche elettriche e fornire loro un’energia cinetica fino a 1,5 MeV tramite lavoro elettrostatico. - LINAC (acceleratore lineare): un tubo metallico al cui interno, nella prima parte dell’esperimento, non vi sono campi elettrici, a differenza della seconda parte, durante la quale contribuisce ad accelerare gli elettroni. - disco di alluminio: su cui urtano gli elettroni al loro arrivo e abbastanza spesso da impedire che essi lo attraversino. - oscillografo: uno strumento connesso alle posizioni di partenza e arrivo degli elettroni tramite due cavi identici che introducono lo stesso ritardo. Acceleratore lineare (LINAC) Disco di alluminio Van der Graaf Oscillografo L’esperimento Bertozzi procedette alla misurazione della velocità degli elettroni * al variare della loro energia cinetica, ovvero al variare delle differenze di potenziale fornite loro** per accelerarli * La velocità è ottenuta dal rapporto tra lo spazio (la lunghezza del tubo percorso) e il tempo di volo (ovvero quello intercorso tra l’ingresso nel LINAC e l’arrivo al disco di alluminio). ** L’energia cinetica di un corpo può essere espressa in eV (1 eV (electron-volt) = 1,6 x 10-19 J = energia acquistata da un elettrone che attraversa la differenza di potenziale di 1 V). Infatti, per il teorema delle forze vive la variazione di energia cinetica K in un intervallo di tempo ∆t ha un valore K2 - K1, che è uguale al lavoro L compiuto nello stesso intervallo di tempo, ovvero K2 - K1 = L. Inoltre dall’elettrostatica si sa che il lavoro fatto dalle forze del campo, quando un elettrone passa da un punto a potenziale V1 a uno a potenziale V2, è dato da L = e(V1 - V2). Dunque K2 - K1 = e(V2 - V1), ovvero K = eV. Prima misurazione* Energia cinetica = 0.5 Mev v2 = 6,7 x 1016 m2/s2 Quarta misurazione ** Energia cinetica = 4,5 MeV v2 ≈ 9 x 1016 m2/s2 Seconda misurazione * Quinta misurazione ** Energia cinetica = 1 MeV v2 = 7,8 x 1016 m2/s2 Energia cinetica = 15 MeV v2 ≈ 9 x 1016 m2/s2 Terza misurazione * Energia cinetica = 1,5 MeV v2 = 8,4 x 1016 m2/s2 * L’accelerazione viene fornita agli elettroni solo dal Van de Graff. L’apparato acceleratore del LINAC è, infatti tenuto spento. Esso funge da semplice tubo in cui è creato il vuoto in modo che la velocità degli elettroni stessi non cambi. **L’accelerazione è fornita agli elettroni sia dal Van de Graff, sia del LINAC, che viene acceso. I valori di v2 previsti dalle leggi della meccanica classica (v2 = 2K/m) erano nettamente superiori a quelli ottenuti sperimentalmente. Energia cinetica Valori sperimentali K(MeV) (vsper)2 (m/sec)2 6.8*1016 7.7*1016 8.3*1016 8.8*1016 9.0*1016 0.5 1.0 1.5 4.5 15.0 Valori previsti dalle leggi della meccanica classica (vclass.)2 (m/sec.)2 17.6*1016 35.3*1016 53*1016 160*1016 530*1016 La linea tratteggiata rappresenta le previsioni della meccanica classica. La curva continua rappresenta i valori ottenuti sperimentalmente, che collimano con le previsioni della relatività. La linea orizzontale in rosso corrisponde alla velocità della luce nel vuoto. Osservazioni I valori di v2 corrispondono a quelli sperimentali solo per valori molto bassi di energia cinetica. Al crescere dell’energia cinetica la velocità degli elettroni aumenta, ma molto meno di quanto dovrebbe in base alle leggi della meccanica classica. Quando la velocità degli elettroni aumenta, aumenta anche la loro massa inerziale, ovvero la resistenza che oppongono all’accelerazione. Al crescere dell’energia cinetica la velocità tende a stabilizzarsi intorno a un valore fisso v2 = 9 x 1016 m2/s2, che rappresenta la velocità limite. Il valore della velocità limite corrisponde a quello della velocità della luce. Conclusioni La velocità della luce è la velocità limite alla quale una particella può avvicinarsi senza mai raggiungerla. L’esperimento è in accordo con le previsioni della relatività, che aveva proposto una nuova formula per calcolare l’energia cinetica. K=mc2 [(1/V1 - v2/c2) - 1] Dimostrazione Per questa formula è impossibile che la velocità v raggiunga o superi quella della luce, perché si otterrebbe un valore negativo sotto radice. I valori della velocità calcolati con questa formula corrispondono a quelli sperimentali. Ene rgia cinetica Valori sperimentali K(MeV) (vsper)2 (m/s ec)2 6.8*1016 7.7*1016 8.3*1016 8.8*1016 9.0*1016 0.5 1.0 1.5 4.5 15.0 Valori previst i dalle leggi relativisti che (vrel.)2 (m/s ec.)2 6.7*1016 8.0*1016 8.4*1016 8.9*1016 9.0*1016 E’ stato quindi dimostrato… … che la velocità della luce è la velocità limite! Einstein aveva ragione! Energia totale relativistica E Si ottiene dalla somma dell’energia che un corpo di massa m possiede a riposo e la sua energia cinetica. E = mc2 + 1/2 mv2 E = mc2 (1 + v2/2c2) 1 + v2/2c2 1/V1 - v2/c2 E = mc2 Energia cinetica relativistica K Si ottiene dalla differenza tra l’energia totale del corpo e la sua energia a riposo. K = mc2 - mc2 K = mc2 ( - 1) K = mc2 [(1/V1 - v2/c2) - 1] Torna indietro