Bambini adottati con deficit di attenzione Silvia Andrich Psicologa e genitore adottivo Auditorium Scuola Primaria “Don Milani” Pergine Valsugana, 18 aprile 2015 Perché i bambini adottati possono avere difficoltà di attenzione? Ipervigilanza Molto più comunemente le difficoltà di attenzione manifestate dai bambini adottati sono da ricondursi all’ipervigilanza, ovvero dalla mancanza di attenzione selettiva e dalla attenzione distribuita a tutto ciò che accade attorno a loro, ostacolando così la “giusta attenzione” verso l’apprendimento di tante nuove e complesse nozioni scolastiche. L’ipervigilanza è presente nei bambini per molti anni. La difficoltà nel porre una diagnosi di ADHD I sintomi cardine dell’ADHD sono frequentemente presenti in bambini adottati anche se non ADHD La diagnosi differenziale tra un disturbo ADHD ed un quadro reattivo caratterizzato da sintomi di inattenzione, iperattività ed impulsività è spesso molto difficile in caso di bambini adottati. Tuttavia a livello nazionale e internazionale c’è una rilevante percentuale di bambini ADHD tra gli adottati, molto superiore a quella della popolazione dei figli biologici. E ciò da cosa può dipendere? Fattori ereditari e legati alla nascita Esposizione intrauterina ad alcool, nicotina o droghe Nascita pretermine e basso peso alla nascita Ritardo nella crescita Sindrome feto-alcolica Coinvolgimento SNC Disturbi cerebrali (encefaliti, traumi) Complicanze perinatali Malnutrizione Avere un genitore ADHD Fattori ambientali nei primi anni di sviluppo Elevata instabilità familiare Disturbi psicologici e comportamentali dei genitori e scarsa competenza genitoriale Istituzionalizzazione Istituti non idonei Deprivazione fisica ed affettiva Strategie comportamentali negative Trascuratezza fisica e psicologica Violenze fisiche Abusi sessuali Abbandono Un bambino non sufficientemente pensato, curato e amato può avere grossi problemi nell’acquisizione dei processi di autoregolazione (e non solo). Molti bambini adottati, il più delle volte non sono orfani ma le condizioni socio-economiche della famiglia d’origine non permette loro di ricevere un’adeguata assistenza e per tale motivo vengono istituzionalizzati e resi adottabili Adozione Non è un evento normale e si discosta totalmente da una situazione tipica in cui un bambino è allevato in maniera continuativa dai genitori biologici. Appare chiaro che in questo contesto, situazioni di malnutrizione severa e assenza di stimolazioni psico-fisiche adeguate verso il bambino, su basi biologiche già peraltro alterate, possono essere causa di insorgenza di diverse forme di ritardi e di ADHD Dalla pratica clinica Dall’esperienza clinica internazionale, nazionale e personale, risulta che i bambini adottati dalla Russia e dall’ Est- Europeo, in genere, sono più a rischio di sviluppare ADHD per i motivi già esposti. I bambini provenienti invece dal Sud America hanno una minore vulnerabilità nello sviluppare un ADHD, ma sono dotati di un temperamento che in alcuni casi è flemmatico, in altri invece è molto più vicino all’iperattivo. Adolescenti , problemi di attenzione e difficoltà scolastiche Negli adolescenti adottati l’apprendimento può essere disturbato in misura maggiore rispetto ai non adottati, dall’emotività, dalla conflittualità, dalla ricerca di sé e della propria identità e se stranieri dalle difficoltà linguistiche profonde. La difficoltà nella concentrazione e la fatica del pensare … Chi pensa può far emergere ricordi e ferite dolorose. In adolescenza il trauma dell’abbandono può riemergere amplificando a dismisura le inevitabili frustrazioni evolutive tipiche dell’età: l’essere lasciati dalla ragazza o dal ragazzo, il tradimento di un amico, l’esclusione dal gruppo. Una recente ricerca Da una recente ricerca condotta da Molin, Cornoldi e Manganiello, alla quale ha partecipato anche il nostro Ente “Amici Trentini” è emerso che il 40% degli adolescenti del campione (tot. 45) presenta un DSA e quasi un 20% un ADHD. Tratto da “Adolescenti adottati e scuola” di Molin, Manganiello, Cornoldi, 2015, Psicologia e scuola n. 38 pp29-35 Fin dall’inizio della scolarizzazione i bambini adottati mostrano difficoltà di apprendimento (lettura,scrittura e calcolo) e difficoltà comportamentali (attenzione e autoregolazione) in misura significativamente maggiore dei non adottati. Cosa emerge dalla ricerca? La percentuale di diagnosi di DSA e ADHD che il gruppo di adolescenti esaminati ha ricevuto è molto superiore alle stime nazionali. Tratto da “Adolescenti adottati e scuola” di Molin, Manganiello, Cornoldi, 2015, Psicologia e scuola n. 38 pp29-35 Le difficoltà iniziali aumentano e si evolvono durante la scuola secondaria di primo grado, rivelando sempre una fragilità che necessita di risposte adeguate. Nella scuola media Le difficoltà sono maggiormente diffuse nell’area linguistica e nelle aree scientifiche e logico-matematiche (astrazione). Aumentano esponenzialmente i ritmi di apprendimento, la flessibilità e la mole di lavoro sia a scuola che a casa. Il necessario accompagnamento nello studio giornaliero del ragazzo da parte dei genitori rende più arduo lo sviluppo di un metodo di studio personale e autonomo e ciò può scatenare conflitti e scontri. Ci si dimentica totalmente dell’adozione e dei suoi risvolti sia emotivi che cognitivi, tendendo ad equiparare il ragazzo e la ragazza agli altri studenti. Le storie difficili dei nostri bambini e dei nostri ragazzi adottati necessitano di attenzioni scolastiche speciali. Il caso di D. 13 anni, ucraino, seconda media: quando la difficoltà attentiva nasconde altre problematiche Prima valutazione cognitiva dopo essere stato visto da più psicologi per problemi di comportamento (eccessiva esuberanza e problemi di concentrazione) e problemi legati alla scarsa elaborazione della sua storia precedente l’adozione. D. ha stabilito un buon attaccamento con i genitori adottivi da subito (cinque anni l’età di adozione). I problemi con la scuola si sono verificati fin dalla scuola primaria, ma entrambi i genitori, con titolo di studio elevato, lo hanno sempre aiutato e supportato nello studio. In particolare l’apprendimento della lingua italiana è avvenuto senza difficoltà. C’è sempre stata una naturale predisposizione per l’apprendimento delle lingue straniere. Le difficoltà maggiori al momento della valutazione interessano l’area logico-matematica e la difficoltà di attenzione. E’ scarsamente autonomo nello studio, poco impegnato. In classe disturba, non sta attento ed è in continuo movimento. Gioca a calcio ma ultimamente è costretto a saltare gli allenamenti a causa dello studio e dei compiti che non riesce a finire se non a tarda sera. I risultati del test cognitivo Wisc-IV Il livello intellettivo globale (QIT 66) si situa al di sotto delle 2 DS dalla media 100, con un profilo caratterizzato da un indice Comprensione Verbale di 80 (funzionamento cognitivo limite) e da un indice di Ragionamento visuopercettivo di 71 (quasi – 2 DS, ). Indice di Comprensione verbale 80 Somiglianze Vocabolario Comprensione 8 9 *3 Indice di Ragionamento visuo – percettivo 71 Disegno con cubi Concetti illustrati Ragionam. con matrici *7 *5 *5 Memoria di lavoro 67 Memoria di cifre (MBT sequenziale in avanti e all’indietro) *4 Riord. lettere-numeri * 5 Velocità di elaborazione 79 Cifrario 8 Ricerca di simboli *5 Valutazione delle abilità scolastiche Lettura Non presenta difficoltà di lettura strumentale Scrittura Grafia Grafia eccessivamente micrografica di difficile decifrazione. Ortografia Non presenta problemi nella competenza ortografica. Aree carenti Calcolo Presenta rilevanti problematiche nell’ambito del calcolo e nella risoluzione problemi logici e artimetici Comprensione del testo E’ l’abilità scolastica più compromessa. (4/12 nel testo narrativo e 1/10 nel testo informativo) Studio Non è autonomo. Necessita di studiare molto, ripetere in continuazione. Fatica a trattenere nella MLT informazioni. Tutto tende a scivolare via … Autostima e motivazione Entrambe sono molto carenti. Conclusioni Il deficit cognitivo di D. è presumibilmente causato prevalentemente da deprivazioni psico-fisiche e sensoriali nella prima infanzia e dall’ADHD. Le strumentalità di base della letto-scrittura sono state acquisite, mentre si denotano prestazioni deficitarie nella maggior parte delle abilità logicomatematiche e della comprensione del testo. Comprensione linguistica profonda e ruolo della memoria di lavoro La debole memoria di lavoro unita alla fatica nel pensare e nell’essere concentrato, concorre ad impedire la formazione di collegamenti e di concettualizzazioni più profonde. La difficoltà di comprensione e il non raggiungimento di prerequisiti logici necessari rendono ancor più difficile l’attenzione sostenuta creando affaticamento e disagio. L’attenzione e l’autoregolazione Nei test specifici dell’attenzione ottiene risultati sufficienti sia a livello visivo che uditivo, ma la concentrazione decade bruscamente durante la somministrazione di prove lunghe e complesse. E’ estremamente e facilmente distraibile. A scuola non riesce a stare fermo, è fortemente impulsivo e manca di autocontrollo. I compiti e lo studio domestico sono diventati un’impresa quasi impossibile, tanto che rischia di perdere l’anno. L’intervento A livello scolastico si è reso opportuno fare la richiesta del sostegno scolastico e operare una riduzione e una semplificazione a livello di contenuti per ciascuna disciplina, adattando i libri di testo e le verifiche. D. è impegnato in un percorso di potenziamento delle abilità cognitive e di autocontrollo. Partecipa molto volentieri. Ha ripreso regolarmente a giocare a calcio. Sia D. che i genitori sono ora molto più tranquilli e sereni. Questi ultimi hanno preso consapevolezza e hanno ridimensionato le loro richieste e aspettative. Hanno entrambi imparato a rispettare la fatica dello studio del proprio figlio. D. frequenta con alcuni compagni di classe un centro pomeridiano di aiuto compiti e a casa i genitori si avvalgono dell’aiuto esterno di un insegnante che lavora con D. nella comprensione del testo. Ora la domenica fanno tante cose insieme e si divertono. Grazie per l’attenzione!!!!