La Grecia del IV secolo
La fine dell’età classica
1.Crisi di Atene dopo
la disfatta
2.Declino di Sparta
3.Breve ascesa di
Tebe
La Grecia del IV sec.:
la crisi delle poleis
5.Le conquiste di
Alessandro Magno
6.I nuovi regni
ellenistici
4.Affermazione della
Macedonia
Il dramma di Atene
 Dopo la guerra del Peloponneso grave crisi politica,
economica e sociale in tutta la Grecia
 Ad Atene all’umiliazione della sconfitta si aggiunse la
terribile esperienza del governo tirannico dei Trenta.
 Nonostante la restaurazione della democrazia
(Trasibulo), la crisi morale è diffusa; l’attività dei
sofisti è avvertita come un pericolo dagli ambienti
tradizionalisti perché insistono sulla relatività delle
opinioni e dei valori.
 Il filosofo Socrate che pure non condivide i metodi dei
sofisti è processato e condannato a morte con
l’accusa di corrompere l’animo dei giovani.
Il declino di Sparta
 Nonostante la vittoria Sparta è incapace di ricoprire il
ruolo di città-guida del mondo greco.
 I motivi sono vari: immobilità dei suoi ordinamenti
politici, numero ristretto dei cittadini, assenza del
dibattito politico, corruzione.
 Di fronte all’irrequietezza di altre poleis (Tebe, Argo,
Corinto, Atene) e a numerose rivolte, Sparta stringe
nel 386 a.C. la pace del Re (o di Antalcida) con i
Persiani.
 Il patto prevede che le città greche dell’Asia Minore e
Cipro rientrino sotto il dominio persiano e tutte le
confederazione di città greche siano sciolte ad
eccezione della Lega peloponnesiaca.
La breve ascesa di Tebe
 L’atteggiamento di Sparta provoca malcontento nelle altre città;
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l’iniziativa di ribellione è presa da Tebe, la più importante polis
della Beozia, nella quale nel 379 a.C. si instaura un governo
democratico.
I Tebani, alla guida di Pelopida ed Epaminonda, intraprendono
una politica di espansione militare.
Lo scontro decisivo tra Sparta e Tebe a Leuttra nel 371 vede
una vittoria netta dei Tebani grazie alla falange obliqua.
Il dominio e l’economia di Sparta si sgretolano: i Messeni si
ribellano e fondano una comunità indipendente alle pendici del
monte Itome.
Di fronte all’avanzata tebana, Sparta e Atene si coalizzano; nella
battaglia di Mantinea (362) i Tebani riportano un’altra vittoria.
Tuttavia i successi di Tebe sono frutto di circostanze eccezionali
e la città non ha risorse economiche e politiche per poter
ricoprire un ruolo di primo piano.
Una nuova protagonista: la Macedonia
 Regno situato al nord della Grecia ed in gran parte montagnoso,
popolato da genti diverse (greche e non) e amministrato dalla
dinastia degli Argèadi, ha nel legname la sua maggiore risorsa.
 Alla base della crescita economica, politica e militare sta
l’acquisizione delle miniere d’oro del Pangeo in Tracia da parte
del sovrano Filippo II che potenzia l’economia monetaria e
rafforza l’esercito, organizzando una nuova tattica.
Una nuova protagonista: la Macedonia
 Di fronte al pericolo macedone ad Atene l’opinione pubblica e gli
intellettuali si dividono tra fautori ed oppositori di Filippo. Il
grande oratore Demostene esorta gli Ateniesi ed i Greci a lottare
contro il sovrano “barbaro” per difendere la propria
indipendenza, mentre Isocrate sostiene che le forze dei Greci si
devono unire intorno a Filippo per distruggere l’unico vero
nemico, cioè i Persiani.
 Si forma un’ampia coalizione contro Filippo; nel 338 a Cheronea
la falange macedone annienta i Greci.
 Il sovrano macedone piuttosto che umiliare le città greche, ha
bisogno di averle a fianco per realizzare il suo progetto più
ambizione, l’attacco definitivo ai Persiani. Convoca quindi a
Corinto un congresso delle poleis che proclamano la pace
generale e costituiscono la Lega di Corinto, un’alleanza
panellenica con a capo il re macedone che si impegnava ad
aiutare il re in caso di aggressione.
 I progetti di Filippo sono stroncati dal pugnale di un sicario (336)
Alessandro, sovrano macedone e
persiano
 Il figlio Alessandro (356-323 a.C.) stroncò i tentativi di ribellione
delle città greche, punendo esemplarmente Tebe.
 Riprese il progetto paterno contro la Persia (su cui regnava
Dario III). Vinse i Persiani per la prima volta sul fiume Granico
(334) in Frigia, invase l’Anatolia e a Siria, dove a Isso distrusse
l’esercito nemico, prese prigionieri la moglie e i figli del Gran Re.
Rifiuta le proposte di pace, perché ambisce all’intero impero.
 Invade poi la Fenicia e l’Egitto, dove viene accolto come un
liberatore ed i sacerdoti di Ammone lo proclamano figlio del dio.
Alessandro trova conferma della sua origine divina.
 Si sposta poi in Mesopotamia dove a Gaugamela sull’alto Tigri
annienta definitivamente l’esercito persiano. La fuga di Dario si
conclude nella Battriana dove viene ucciso a tradimento dal
satrapo di questa regione.
Alessandro, sovrano macedone e
persiano
 Alessandro aspira a presentarsi come erede della
dinastia achemenide e difensore della legalità, perciò
rende gli onori alle spoglie del re e punisce il suo
assassino. In questo modo trova il consenso dei
nobili persiani.
 Adotta il fastoso cerimoniale di corte ed i costumi dei
re persiani, diffonde la leggenda della sua nascita
divina, auspica la fusione dei Macedoni e dei
Persiani, destinati a guidare un impero universale,
favorisce in primo luogo i matrimoni.
 Questo progetto riscuote favore tra i Persiani, ma
irritazione tra i generali macedoni.
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La Grecia del IV secolo a. C. - Liceo Classico Statale F.Capece