Storia dell’Informatica e del Calcolo
Automatico:
la storia di Internet
Alessia Albanese
Giuseppe Carotenuto
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La storia di Internet: cosa vedremo...
 Internet la 'preistoria'
 Internet la 'storia’: Arpanet - la progenitrice di Internet
 Da Arpanet a Internet
 WWW: architettura, i protocolli e i linguaggi del Web
 Internet: verso il futuro
 Internet: un linguaggio comune TCP/IP (i protocolli)
 Internet: una rete di reti (Internet, Intranet, Extranet)
 Sicurezza e privacy
 La dimensione economica e sociale della rete
 I pionieri di Internet
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Internet la 'preistoria'
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Internet: ….
Premessa
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Internet: la “preistoria”
Premessa
Lo sviluppo di una tecnologia e delle sue basi teoriche è
difficile che abbia un andamento lineare riconducibile a un
solo individuo o ad un unico progetto.
Anche alla nascita di Internet hanno contribuito diverse idee
e vari protagonisti.
Tentiamo di individuare quali sono state le istanze che nel
loro complesso costituiscono la 'preistoria' della rete.
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Internet: la “preistoria”
Il contesto è quello della 'guerra fredda' e della contesa
tecnologica che ne derivò tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Evento simbolo di questa contesa:
messa in orbita dello Sputnik
(primo
satellite
artificiale
sovietico) nel 1957.
Immagine del satellite Sputnik.
Questo successo della tecnologia sovietica seminò nel campo
occidentale, e negli USA, una profonda inquietudine. La
supremazia
tecnico-militare
base
dell'intero
sistema
ideologico americano era stata duramente scossa.
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Internet: la “preistoria” - l’ARPA
L'amministrazione USA concepì l'idea di creare un'agenzia
per stimolare e finanziare la ricerca di base in settori con
possibile ricaduta militare.
McElroy, segretario alla Difesa, convinse il presidente
Eisenhower a mettere tale agenzia alle dipendenze del
Pentagono.
Oltre a stimolare l'attività scientifica con finalità strategiche,
essa avrebbe anche ridotto le tensioni tra le varie armi nella
spartizione dei fondi dedicati a ricerca e sviluppo.
Nel 1958 il Congresso approvò la costituzione e il
finanziamento dell’ARPA Advanced Research Projects
Agency, con sede nell'edificio del Pentagono a Washington.
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Internet: la “preistoria” - l’ARPA
L'ARPA indirizzò le sue attività nella ricerca aerospaziale,
ma pochi mesi dopo tutti i programmi spaziali vennero
trasferiti alla NASA.
Per l’ARPA fu individuata come nuova area di sviluppo la
“neonata scienza dei calcolatori”.
Cronologia dei Direttori della ARPA/DARPA fino ad oggi
Mr. Roy W. Johnson
1958-1959
Dr. Robert S. Cooper
1981-1985
MG Austin W. Betts
1959-1961
Dr. Robert C. Duncan
1986-1988
Dr. Jack P. Ruina
1961-1963
Dr. Raymond S. Colladay
1988-1989
Dr. Robert L. Sproull1963-1965
Dr. Craig I. Fields
1989-1990
Dr. Charles M. Herzfeld
1965-1967
Dr. Victor H. Reis
1990-1991
Dr. Eberhardt Rechtin
1967-1971
Dr. Gary L. Denman
1991-1995
Dr. Stephen J Lukasik
1971-1975
Mr. Larry Lynn
1995-1998
Dr. George H. Heilmeier
1975-1977
Dr. Frank L. Fernandez
1998-2001
Dr. Robert R. Fossum
1977-1981
Dr. Anthony J. Tether
2001-Present
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Internet: la “preistoria” - l’ARPA
Un impulso decisivo in questa direzione venne dal terzo
direttore Jack Ruina che introdusse uno stile di lavoro molto
informale e chiamò a lavorare con lui colleghi bravi ma
lontani dagli schemi militari. Citiamo J.C.R. Licklider, detto
Lick, uno dei personaggi più geniali e creativi della storia
dell'informatica.
Lick rimase molto poco all'ARPA. Ma il suo passaggio lasciò
un segno così profondo da influenzare tutto lo sviluppo
successivo di questa agenzia.
Tra le tante eredità, l'idea di far interagire i computer in una
rete fu raccolta da Bob Taylor, giovane e brillante scienziato
chiamato dal successore di Lick, Ivan Sutherland, anche lui
proveniente dal MIT.
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Internet: la “preistoria”
-
la Rand
Un altro dei centri legati alla ricerca militare, collocato questa
volta sulla West Coast è la Rand Corporation.
Azienda californiana nata dalla Douglas Aircraft e resasi
autonoma nel dopoguerra per proseguire gli sforzi di ricerca
applicata avviati nel corso del conflitto mondiale.
Il settore aeronautico costituiva il dominio principale delle
sue attività di ricerca e consulenza (gran parte dei suoi studi
e ricerche erano commissionati dall'aviazione).
Nel 1959 venne assunto un giovane ingegnere che aveva
lavorato nel settore delle valvole per computer: Paul Baran
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Internet: la “preistoria”
-
la Rand
Nella neonata divisione informatica, si mise a lavorare sul
seguente problema: come riuscire a garantire che il sistema
di comando e controllo strategico dell'esercito rimanesse se
non intatto almeno operativo in caso di attacco nucleare. Le
reti di comunicazione tradizionali su cui si basava l'intero
apparato di
controllo
militare
erano estremamente
vulnerabili.
Due le conclusioni:
la prima era che una rete sicura dovesse avere una
configurazione decentralizzata e ridondante, in modo che
esistessero più percorsi possibili lungo i quali far viaggiare un
messaggio da un punto a un altro;
la seconda, legata alla prima, era che il sistema di
telecomunicazioni dovesse basarsi sulle nuove macchine di
calcolo digitale, in grado di applicare sistemi di correzione
degli errori e scelta dei canali di comunicazione.
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Internet: la “preistoria”
-
la Rand
Baran aveva elaborato un modello in cui:
ciascun nodo fosse collegato ad almeno altri quattro nodi;
nessun nodo avesse la funzione di concentratore, al
contrario di quanto avveniva per la rete telefonica.
In questo modo ogni nodo poteva continuare a lavorare,
ricevendo, elaborando e trasmettendo informazioni, anche
nel caso in cui alcuni fra i nodi vicini fossero stati
danneggiati.
L'assenza di un nodo centrale eliminava ogni possibile
obiettivo strategico, la cui distruzione avrebbe compromesso
il funzionamento dell'intera rete.
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Internet: la “preistoria”
-
la Rand
Baran ebbe anche un'altra intuizione geniale: piuttosto che
inviare un messaggio da un nodo all'altro come un unico
blocco di bit, era meglio dividerlo in parti separate, che
potessero viaggiare attraverso vari percorsi verso la
destinazione, dove sarebbero stati ricomposti.
Convinto della bontà del suo progetto, intorno agli anni '60
iniziò a pubblicare vari articoli; ma le sue idee trovarono una
decisa opposizione, soprattutto da parte di quella che
avrebbe dovuto esserne la principale destinataria: la AT&T,
monopolista delle telecomunicazioni.
Dopo vari tentativi di convincere i tecnici del colosso
industriale a prendere in esame il progetto, nel 1965 Baran si
diede per vinto e passò a lavorare ad altri temi.
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Internet: la “preistoria”
-
la Rand
Paul Baran On
Distributed
Communications
Networks
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Internet:la “preistoria”-National Physical Laboratory
Contemporaneamente, partendo da premesse diverse, un
fisico inglese Donald Davies che lavorava al National Physical
Laboratory, era giunto a conclusioni simili a quelle di Baran.
Contemporaneamente anche Leonard Kleinrock, del MIT
(Massachussets Institute of Technology) scrive una tesi sulla
teoria della commutazione a pacchetto (Packet Switching)
Problema: creare una rete pubblica veloce ed efficiente da
mettere a disposizione le capacità di elaborazione interattiva
dei computer di seconda generazione anche a distanza, senza
che le differenze di sistema operativo condizionassero la
comunicazione.
Soluzione (trovata da Davies): si basava sull'idea di
suddividere i messaggi da inviare in blocchi uniformi.
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Internet: la “preistoria”-National Physical Laboratory
Un computer avrebbe potuto gestire l'invio e la ricezione di
molti messaggi contemporaneamente, suddividendo il tempo
di elaborazione per ciascun messaggio in ragione dei blocchi
di dati.
Devis denominò:
tali parti di messaggio 'pacchetto' (packet),
il sistema di comunicazione 'commutazione di pacchetto'
(packet switching), alternativa alla 'commutazione di
circuito' (su cui si basavano i sistemi telefonici tradizionali).
Idee e intuizioni teoriche, elaborate in sedi diverse e
indipendenti, confluirono pochi anni dopo nel progetto
Arpanet, progenitrice di Internet.
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Internet la 'storia':
Arpanet - la progenitrice di Internet
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Internet: la “storia” - Arpanet
Anche Robert Taylor giudicava assurda l'incomunicabilità
reciproca che quelle possenti e costose macchine
dimostravano.
Possibile che non fosse possibile
condividere risorse tanto costose?
Si decise a sottoporre al direttore dell'agenzia, Charles
Herzfeld, il finanziamento di un progetto volto a consentire la
comunicazione e lo scambio di risorse tra i computer dei vari
laboratori universitari finanziati dall'agenzia.
Il progetto fu approvato e Taylor ebbe carta bianca:
iniziò così la storia di Arpanet, la rete dell'ARPA.
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Internet: la “storia” - Arpanet
Taylor decise di chiamare a sovraintendere agli aspetti tecnici
del progetto un giovane e geniale informatico che aveva
conosciuto al MIT, Larry Roberts.
Roberts accolse l'invito, e si mise subito al lavoro contattando
i migliori colleghi disponibili sulla piazza, tra cui Frank Heart,
massimo esperto di elaborazione in tempo reale.
Purtroppo però per molti mesi il problema di progettare una
rete abbastanza affidabile e veloce da permettere
l'elaborazione interattiva a distanza rimase insoluto.
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Internet: la “storia” - Arpanet
Alla fine del 1967 Roberts partecipò ad una conferenza alla
quale intervenne un collaboratore di Donald Davies, che
illustrò il principio della commutazione di pacchetto, e fece
riferimento ai lavori precedenti di Baran su questo tema:
fu come trovare l'ago nel pagliaio.
Nel giro di sei mesi Roberts elaborò le specifiche di progetto
della rete, facendovi confluire tutte quelle idee che erano
rimaste nell'aria per oltre un decennio.
La rete dell'ARPA sarebbe stata una
commutazione di pacchetto in tempo reale.
rete
a
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Internet: la “storia” - Arpanet
Per migliorarne l'efficienza e l'affidabilità, Roberts accolse nel
suo progetto un’idea di Wesley Clark.
IDEA: piuttosto che collegare direttamente i vari
grandi computer, ogni nodo sarebbe stato gestito da
un computer specializzato dedicato alla gestione del
traffico al quale sarebbe stato connesso il computer
che ospitava (host) i veri e propri servizi di
elaborazione.
Tale computer dedicato alla gestione del traffico viene
battezzato Interface Message Processor, IMP.
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Internet: la “storia” - Arpanet
Obiettivo: Bob Taylor voleva aumentare la produttività e la
qualità del lavoro scientifico nei centri finanziati dall'ARPA,
permettendo ai ricercatori universitari di comunicare e di
condividere le risorse informatiche, a quei tempi
costosissime e di difficile manutenzione.
Fase esecutiva del progetto Arpanet iniziò nel 1969
La realizzazione degli IMP (il vero cuore della rete) venne
sorprendentemente assegnata alla Bolt Beranek and
Newman (BBN), una piccola azienda con sede a Cambridge,
la cittadina nei pressi di Boston dove sorgevano i due istituti
universitari più importanti del paese, Harvard e MIT.
Quando fu affidato l'appalto dell'ARPA, Frank Heart era
direttore della divisione informatica e si assunse la
responsabilità del progetto degli IMP.
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Internet: la “storia” - Arpanet
Il gruppo di collaboratori era di altissimo livello: tra questi Bob
Khan, uno dei teorici delle reti di computer, che ebbe un ruolo
fondamentale nella progettazione dell'architettura della rete.
Gruppo di Sviluppo dell’IMP
IMP: Interface Message Processor
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Internet: la “storia” - Arpanet
Il primo IMP fu consegnato alla University of California il 2
settembre e fu immediatamente connesso al grande
elaboratore SDS Sigma 7 della UCLA senza alcuna difficoltà.
Il secondo IMP fu installato il primo di ottobre presso lo
Stanford Research Institute (SRI), dove fu collegato ad un
mainframe SDS 940.
Il progetto dell'ARPA si era finalmente materializzato in una
vera rete, costituita da due nodi connessi con una linea
dedicata a 50 kbps.
Mappa di Arpanet:
primi due nodi
i
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Internet: la “storia” - Arpanet
Dopo l’installazione avvenuta in Settembre, i Logs scritti
a mano dalla UCLA mostrano la prima connessione hostto-host, tra UCLA e SRI, fatta il 25 Ottobre 1969. Il
primo ‘Log-In’ fece creshare l’IMPs, ma il secondo no!!
UCLA IMP Log scritto a mano che mostra la prima
connessione avvenuta con successso con lo SRI
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Internet: la “storia” - Arpanet
Arpanet si presentava così nel 1969:
I quattro nodi:
IBM 360
DEC
PDP-8
il
primo
minicomputer di successo.
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DEC PDP-10
DEC PDP-11
Internet: la “storia” - Arpanet
Arpanet si presentava così nel 1971:
Mappa di Arpanet 1971
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Internet: la “storia” - Arpanet
Arpanet si presentava così nel 1973:
Mappa di Arpanet 1973
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Internet: la “storia” - Arpanet
Arpanet si presentava così nel 1975:
Mappa di Arpanet 1975
I nodi erano aggiunti al ritmo di uno per mese
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Internet: la “storia” - Arpanet
Dopo pochi giorni fu tentato il primo collegamento tra host
facendo simulare al Sigma 7 il comportamento di un
terminale remoto del 940: l'esperimento con qualche
difficoltà iniziale andò a buon fine. La rete poteva
funzionare.
Nei mesi successivi
vennero collegati i
nodi dell'Università
della California
Santa Barbara
(UCSB) e dello
Utah.
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Internet: la “storia” - IMP
Parallelamente allo sviluppo degli IMP, un altro problema
riguardava:
 la comunicazione tra host e IMP,
 la comunicazione tra host e host.
PROBLEMA: individuare le possibili applicazioni che la rete
avrebbe potuto supportare.
L'ARPA delegò questo aspetto del progetto direttamente ai
laboratori di ricerca delle università coinvolte: dopotutto, era un
problema loro sapere che cosa fare della rete, una volta che
l'ARPA l'avesse realizzata.
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Internet: la “storia” - RFC
I giovani ricercatori coinvolti decisero di costituire un gruppo
comune, che battezzarono Network Working Group (NWG), di
cui assunse la direzione uno tra i più attivi nel gruppo: Steve
Crocker, della UCLA. Le riunioni del NWG assunsero subito un
tono assai informale e cooperativo.
Ogni idea, risorsa e strumento che veniva elaborato dai primi
'utenti-creatori' della rete diveniva subito una ricchezza comune.
Steve Crocker si rese conto della necessità di iniziare a mettere
su carta il frutto di tante discussioni; scrisse il primo documento
ufficiale del gruppo, dedicato al problema della comunicazione
tra host che, per indicare che era solo una bozza da rifinire,
venne intitolato Request for Comment (RFC).
Questa denominazione dei documenti tecnici è sopravvissuta
alla sua storia, usata ancora oggi per siglare le specifiche
tecniche ufficiali di Internet.
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Internet: la “storia” - RFC
Network Working Note
RFC-6
Steve Crocker, UCLA
10 April 1969
CONVERSATION WITH BOB KAHN
I talked with Bob Kahn at BB&N yesterday. We talked about code conversion
in the IMP's, IMP-HOST communication, and HOST software.
BB&N is prepared to convert 6, 7, 8, or 9 bit character codes into 8-bit
ASCII for transmission and convert again upon assembly at the destination
IMP. BB&N plans a one for one conversion scheme with tables unique to the
HOST. I suggested that places with 6-bit codes may also want case shifting.
Bob said this may result in overflow if too many case shifts are necessary.
I suggested that this is rare and we could probably live with an overflow
indication instead of a guarantee.
With respect to HOST-IMP communication, we now have a five bit link field
and a bit to indicate conversion. Also possible is a 2-bit conversion
indicator, one for converting before sending and one for converting after.
This would allow another handle for checking or controlling the system.
The HOST can send messages or portions of a message to its IMP specifying
1. Tracing
2. Conversion
3. Whether message is for destination IMP or HOST
4. Send RFNM
5. HOST up or down
6. Synchronization
7. Format Error Messages
8. Master Link Clear
9. Status Requested
The IMP can send to its HOST information on
1. Conversion
2. REFNM Arrived
3. IMP up or down
4. Synchornization
5. Called HOST not Responding
6. Format Error
7. Status in IMP
I also summarized for Bob the contents of Network Notes l, 2, and 3.
Request for Comment
(RFC)-6: Resoconto della
conversazione tra Steve
Crocker e Bob Kahn
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Internet: la “storia” - NCP
Primo risultato del NWG (fine 1969): rudimentale sistema di
terminale remoto, battezzato Telnet.
 non ancora il telnet oggi ancora in uso, (1972);
 sistema non nuovo rispetto ai terminali dei mainframe (già in
funzione da anni).
PROBLEMA: Trovare un modo per far comunicare gli host da pari a pari.
Cioè:
Trovare un qualche insieme di “regole” condivise da computer diversi.
Venne poi l'idea di chiamare queste regole ’PROTOCOLLI'.
Dopo un anno: le specifiche per il protocollo di comunicazione
tra host erano pronte.
Il protocollo fu battezzato NCP (Network Control Protocol).
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Internet: la “storia” - FTP
Poco più tardi: venne sviluppato il primo protocollo applicativo
vero e proprio per il trasferimento di file da un host all'altro:
File Transfer Protocol.
L'applicazione di posta elettronica ebbe la maggiore influenza
nell'evoluzione della rete.
L'idea di un ingegnere della BBN, Ray Tomlison, che provò ad
adattare un sistema di messaggistica sviluppato per funzionare
su un minicomputer multiutente.
L'esperimento funzionò, e il NWG accolse subito l'idea,
integrando nel protocollo FTP le specifiche per mandare e
ricevere messaggi indirizzati a singoli utenti.
In pochi mesi gli utenti (alcune centinaia) di Arpanet iniziarono
ad utilizzare la rete per scambiarsi messaggi.
Era divenuta un sistema di comunicazione tra una comunità di
giovani ricercatori di informatica!
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Internet: la “storia” - Arpanet
Larry Roberts decise rendere pubblici i risultati conseguiti dal
progetto.
Affidò a Bob Khan l'organizzazione di una dimostrazione
pubblica: evento che ebbe luogo nell'ambito della International
Conference on Computer Communications (ottobre 1972).
Il successo fu oltre ogni aspettativa: si decise anche di fondare
l’International Network Working Group, che ereditò la funzione
di sviluppare gli standard per la rete Arpanet dal precedente
NWG, e la cui direzione fu affidata a Vinton Cerf della UCLA.
Subito dopo, Cerf fu contattato da Kahn per lavorare insieme
ad un problema nuovo:
come far comunicare reti basate su tecnologie diverse?
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Internet: la “storia” - TCP
Altri esperimenti nel settore delle reti di computer, alcuni dei
quali basati su comunicazioni radio e satellitari.
La comunicazione tra reti diverse avrebbe consentito la
diffusione delle risorse disponibili su Arpanet ad una quantità di
utenti assai maggiore con costi molto bassi.
In pochi mesi elaborarono le specifiche di un nuovo protocollo di
comunicazione tra host battezzato Transmission Control Protocol.
Il TCP :
 implementava l'idea della comunicazione a pacchetti;
 era indipendente dalla struttura hardware;
 introduceva anche il concetto di gateway, una macchina che
doveva fare da raccordo tra due reti diverse.
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Internet: la “storia” - Arpanet
I risultati furono pubblicati nel 1974 in un articolo: “A Protocol
for Packet Network Internetworking”, in cui comparve per la
prima volta il termine “internet”.
Le ripercussioni dell'articolo di Cerf e Kahn furono enormi.
Ben presto numerosi ricercatori si posero a rifinire la proposta
iniziale e a sperimentarne varie implementazioni.
La prima dimostrazione pubblica di un collegamento tra
Arpanet, Satnet e Packet Radio Network fu fatta (luglio 1977).
Il sistema collegava un computer in viaggio su un camper
lungo la Baia di San Francisco a uno installato a Londra, e via
satellite in Virginia e attraverso ARPANET all’Information
Sciences Institute dell’Università del Sud della California.
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Internet: la “storia” - Arpanet
Il collegamento funzionò perfettamente e convinse la DARPA
(al nome originale dell'agenzia si era aggiunto il termine
Defense) a finanziarne lo sviluppo.
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Internet: la “storia” - TCP/IP
L’anno successivo Cerf, Steve Crocker e Danny Cohen
svilupparono il progetto iniziale del nuovo protocollo
dividendolo in due parti:
TCP: gestione della creazione e del controllo dei pacchetti
IP: gestione dell'instradamento dei dati.
Successivamente il TCP/IP sarà adottato ufficialmente come
protocollo standard della rete Arpanet (e di tutte le reti
finanziate dall'agenzia), sostituendo l'ormai datato e
inefficiente NCP.
Veniva aperta la strada alla nascita di Internet.
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Internet: la “storia” DARPA e DCA
Arpanet, la cui gestione era stata affidata dalla DARPA alla
Defense Communication Agency (DCA), continuava la sua
espansione, sia come diffusione sia, soprattutto, come servizi
e applicazioni che vi venivano sviluppati.
Nel giugno 1975 fu creato il primo gruppo di discussione
basato sulla posta elettronica, ospitato sull'host della DARPA e
battezzato MsgGroup i cui temi principali erano di natura
tecnica, anche se non mancarono polemiche su fatti esterni.
Dato il successo di MsgGroup, comparvero altri gruppi di
discussione non ufficiali ospitati sugli host universitari.
Altra pietra
simulazione.
miliare
fu
lo
sviluppo
dei
primi
giochi
di
Come aveva previsto Licklider quindici anni prima, si era
costituita una vera e propria comunità intellettuale sulla base
di un sistema di comunicazione interattivo.
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Internet da ArpaNET ad InterNet
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da ArpaNet a InterNet: CsNet
Arpanet aveva dimostrato gli enormi vantaggi che l’utilizzo
delle reti di comunicazione arrecavano alla comunità
scientifica; anche se, all’inizio degli anni '80, solo 15 tra i
dipartimenti di informatica del paese avevano il privilegio di
possedere un nodo.
Fu la National Science Foundation (NSF), ente governativo
preposto al finanziamento della ricerca di base, che iniziò a
sponsorizzare la costruzione di reti meno costose tra le
università americane.
1981 - nacque CsNet (Computer Science Network), una rete
che collegava i dipartimenti informatici di tutto il sistema
accademico statunitense.
1979 - era stata già creata Usenet infrastruttura a basso costo
che collegava i computer della Duke University e della
University of North Carolina, permettendo lo scambio di
messaggi articolati in forum.
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da ArpaNet a InterNet: BitNet e MilNet
1981 - alla City University of New York fu creata BitNet
(acronimo di Because It's Time Net), che fu estesa a Yale.
Pur adottando tecnologie diverse rispetto a quelle di Arpanet,
comunicavano con essa grazie ai gateway basati sul TCP/IP.
Anche alcuni paesi del blocco occidentale iniziarono a creare
reti di ricerca, basate sullo stesso protocollo e quindi in grado
di interoperare con quelle nordamericane.
1983 - la DCA decise di dividere Arpanet in due rami per
motivi di sicurezza:
 uno militare, chiuso, detto Defense Data Network prima e
Milnet poi;
 uno per la comunità scientifica che non avrebbe avuto limiti
di interconnessione esterna.
La vecchia Arpanet diveniva il cuore della neonata Internet.
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da ArpaNet a InterNet: da NCP a TCP/IP
Venne fondato un nuovo organismo di gestione tecnica della
rete, l’Internet Activities Board (IAB), di cui faceva parte
l'Internet Engineering Task Force (IETF), con il compito di
definire gli standard della rete.
Parallelamente procedeva l'evoluzione tecnica della rete; due
le tappe fondamentali:
 1 gennaio 1983 - DARPA e DCA deciserò di far migrare i nodi
di Arpanet ufficialmente da NCP a TCP/IP.
 Paul Mockapetris, Jon Postel e Craig Partridge cominciarono
a lavorare su un nuovo sistema per individuare i nodi della
rete, molto più maneggevole degli indirizzi numerici IP.
Le RFC 892 e 893 delineavano il Domain Name System. Ci
volle ancora un anno prima che il DNS fosse accettato da tutti
e messo in funzione.
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da ArpaNet a InterNet: NSFnet
1986 - A causa della scarsità dei fondi, la NSF decise di
coinvolgere le università nella costruzione della nuova
infrastruttura: essa si assunse l'onere di realizzare un
backbone NSFnet ad alta velocità per congiungere i cinque
maggiori centri di supercalcolo del paese con una linea
dedicata a 56 Kbps a cui le università avrebbero potuto
accedere gratuitamente a patto di creare a loro spese le
infrastrutture locali.
Quasi tutte le università statunitensi si riunirono in consorzi
per costruire delle reti regionali connesse a NSFnet, e
contemporaneamente era iniziata la diffusione delle reti
locali.
Il numero di host di Internet decuplicò, raggiungendo quota
diecimila.
Anche le reti private come Decnet, Compuserve e MCI
decisero di connettersi ad Internet.
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da ArpaNet a InterNet: NSFnet
Tra il 1985 e il 1988 il backbone della NSFnet dovette essere
aggiornato ad una rete T1 a 1,544 Mbps, e un anno dopo il
numero di host superò le 100 mila unità.
A questo punto divenne evidente che la vecchia Arpanet
aveva ormai esaurito la sua funzione.
Inoltre, la DARPA era ormai rivolta ad altri interessi e non
intendeva più spendere i 15 milioni di dollari annui per
quella vecchia rete.
Nel 1989, a venti anni dalla sua nascita, il processo di
smantellamento di Arpanet ebbe inizio: tutti i siti vennero
trasferiti alla rete della NSF o a qualcuna delle reti regionali.
Alla fine dell'anno Arpanet aveva cessato di esistere, e il
glorioso IMP numero 1 divenne un reperto in mostra alla
UCLA, dove tutto era iniziato.
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NSFnet : IBM, MCI e Merit Network
Nel 1990 - IBM, MCI e Merit Network crearono
un'organizzazione senza fini di lucro chiamata Advanced
Network and Services (ans) che aveva la missione di gestire
e commercializzare i servizi di nsfnet oltre che di potenziare,
assieme a Merit Network, la dorsale già esistente.
Gennaio 1991 - Entra in gioco un altro contendente, Sprint,
a cui viene affidato il compito di sviluppare le connessioni
con le reti della ricerca in Europa, e successivamente con
l'Asia, attraverso quello che all'epoca si chiamava nsf icm
(International Connections Manager).
Le organizzazioni commerciali, non usavano nsfnet, avevano
creato il cix (Commercial Internet Exchange) a San
Francisco e Sprint offriva la connessione tra la dorsale
americana e le reti della ricerca in Europa e in Asia.
Novembre 1992 - attivata una terza versione della dorsale
dotata di linee T3 a 45 Mbit per secondo (versione finale di
nsfnet destinata a rimanere in funzione fino all'aprile del
1995).
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vbns
Maggio 1993 - lo staff tecnico della National Science
Foundation ipotizzò una trasformazione nell'architettura di
nfsnet che avrebbe dovuto portare alla costruzione di una
dorsale ad altissima velocità vbns (very high-speed
Backbone Network Service) e diversi nap (Network Access
Point) per consentire alle singole reti regionali di collegarsi
alla dorsale e scambiare traffico tra loro.
I nap e la vbns avrebbero continuato a ricevere sovvenzioni
governative rispettivamente per quattro e cinque anni,
mentre le reti regionali si sarebbero trasformate da rsp
(Regional Service Provider) in nsp (Network Service
Provider) fornendo i propri servizi a pagamento e ricevendo
sovvenzioni pubbliche quadriennali solo se si fossero
agganciate ad almeno tre nap.
Così veniva garantita la connessione a Internet per tutte le
università statunitensi, ma si favoriva un'evoluzione
commerciale dell'infrastruttura esterna alla dorsale così da
svincolarla entro quattro anni dai finanziamenti governativi.
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vbns
Un'altra componente chiave dell'architettura era la creazione
di un Routing Arbiter (ra) per gestire tabelle e database
d'instradamento globali a beneficio delle varie reti periferiche.
La dorsale vbns è entrata in funzione nell'aprile del 1995 e
collega i cinque centri di supercalcolo statunitensi con linee
ottiche a 155 Mbps gestite da MCI (tutti quelli già connessi da
nsfnet nel 1986 tranne il John von Neumann Supercomputer
Center).
L'accesso alla vbns è consentito alle organizzazioni che devono
eseguire applicazioni ad altissima velocità come il calcolo
scientifico e la visualizzazione d'immagini in movimento.
La gestione del Routing Arbiter viene affidata a Merit Network
nel luglio del 1994. I nap regionali sono gestiti da Pacific Bell a
San Francisco, Ameritech Advanced Data Services (aads) a
Chicago, Sprint nel New Jersey, vicino a New York e
Metropolitan Fiber Systems (mfs) nella cittadina di Vienna in
Virginia, nei pressi della capitale Washington.
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vbns
La nuova vbns costituisce la prima realizzazione della NREN
(National Research and Education Network) che costituisce a
sua volta il primo tassello della Electronic Information
Infrastructure che il presidente Bill Clinton ha definito in una
legge del 1991 chiamata High Performance Computing Act.
Con l'avvento della vbns, il primo passo verso la trasformazione
della rete Internet americana è stata la creazione dei quattro
nap (Network Access Point) ciascuno incaricato di presidiare
una porzione del territorio statunitense. Il primo era quello di
New York (in realtà nel New Jersey) gestito da Sprint.
Le prime connessioni erano verso Stoccolma e Sophia Antipolis
e si affiancavano alle linee verso il Regno Unito e verso la
Scandinavia già create dalla JvNCnet.
Le linee intercontinentali di Sprint furono estese a Londra,
Parigi, Tokyo, Bonn, Milano, la Cina, la Malesia, il Sud Africa e il
Medio Oriente. Questa presenza diffusa conserva a Sprint il
ruolo di ponte verso gli altri continenti per la rete della ricerca
statunitense, anche dopo lo scioglimento della nsfnet.
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vbns
1992 - Sprint lanciò per prima un servizio di accesso per i privati,
SprintLink, con 320 punti di presenza nei soli Stati Uniti e con
numerose ramificazioni in Europa e in Italia. La topologia è a due
livelli (un primo dedicato ai clienti privati, un secondo costituito da
una dorsale che interconnette i nodi della rete SprintLink).
All'interno di ciascuno di questi ultimi viene impiegata una rete
locale fddi (Fiber Distributed Data Interface) in fibra ottica a 100
Mbps. La rete SprintLink si collega anche ai vari punti
d'interscambio del traffico esterni alla dorsale per la ricerca: fixEast e fix-West per l'interconnessione con le strutture governative
americane, cix (Commercial Internet Exchange) a Santa Clara e
mae-East (Metropolitan Area Exchange) per il traffico
commerciale.
Verso l'interno troviamo Ameritech Advanced Data Services
responsabile del nodo di Chicago assieme a Bellcore di cui è una
controllata. Questo nodo serve tutti i Network Service Provider
dell'area urbana di Chicago con linee telefoniche dedicate a 45
Mbps o linee ottiche a 155 Mbps. Il protocollo trasmissivo è atm. 52
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vbns
A Washington troviamo la mfs Communications Company che
offre una copertura nazionale piuttosto ampia (oltre quaranta città
americane collegate in fibra ottica) che si estende anche a Londra,
Francoforte, Parigi, Zurigo e Stoccolma, oltre che Città del Messico
(nap, con tecnologia atm, si collega da una parte alla dorsale vbns
e dall'altra a una serie di fornitori di accesso regionali e locali che
hanno il vincolo di agganciarsi a mfs con linee della velocità min.
di 1,5 Mbps).
Quest'ultima ha costruito una propria rete di mae (Metropolitan
Area Exchange) che copre le città di Chicago, Dallas, Houston, Los
Angeles (in co-gestione con l'Information Sciences Institute), New
York, San Jose, Parigi e Francoforte. Il nap più remoto è quello di
San Francisco dove Pacific Bell interconnette svariati Network
Service Provider regionali usando linee ad alta velocità da 36
Mbps e 139 Mbps con tecnologia atm. Il valore è più basso della
velocità nominale delle linee ds3 e oc-3 (45 Mbps e 155 Mbps)
perché tiene conto dell'effettivo volume di traffico che riesce a
convogliare su una di queste linee usando il protocollo atm.
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vbns
Dovendosi collegare ai nap per accedere alla dorsale della ricerca,
le singole reti regionali si sono riunite in diversi consorzi.
Uno dei primi consorzi creati allo scopo di far fronte all'imminente
scioglimento della nsfnet è stato il coren (Corporation for
Research and Enterprise Networking), nato nel 1992 su iniziativa
di MCI per riunire tutte le principali otto delle reti regionali attive
all'epoca
barrnet,
cicnet,
midnet,
nearnet,
nysernet,
NorthWestNet, suranet, Westnet (con la sola eccezione di pcsnet).
Il coren, a cui successivamente si è aggiunta anche Sequinet,
aveva lo scopo di creare una dorsale comune per scambiare
traffico al di fuori di nsfnet. Oggi alcune di queste reti regionali
sono state acquistate da società private (vedi riquadro), ma la
struttura d'interconnessione funziona ancora e vi si sono aggiunte
altre strutture interregionali tra cui i numerosi Metropolitan Area
Exchange allestiti da mfs.
La tendenza è verso velocità sempre maggiori e verso un impiego
diffuso della fibra ottica. L'autostrada elettronica americana sta
prendendo forma di mese in mese.
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World Wide Web: Archie
La diffusione conseguente alla nscita di NSFnet aveva
cambiato il quadro degli utenti della rete: agli informatici si
erano affiancati fisici, chimici, matematici e alcuni studiosi
dell'area umanistica.
Parallelamente la quantità di risorse disponibili cresceva in
modo esponenziale.
Entrambi i fenomeni contribuirono agli inizi degli anni 90 ad
una trasformazione dei servizi di rete e alla comparsa di una
serie di nuove applicazioni user-friendly.
1989 - programma Archie di indicizzazione del contenuto
degli archivi pubblici di file basati su FTP, da parte di Peter
Deutsch, (ricercatore della McGill University di Montreal).
Subito numerosi server Archie comparvero su Internet.
1990 - Brewster Kahle (della Thinking Machine, azienda
leader per i supercomputer paralleli), sviluppò il primo
sistema di information retrieval distribuito, il Wide Area
Information Server (WAIS).
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World Wide Web: Gopher
1991 - primo strumento di interfaccia universale alle risorse
di rete orientato al contenuto e non alla localizzazione: il
Gopher (marmotta scavatrice simbolo dell'università).
Paul Lindner e Mark P. McCahill (University of Minnesota)
realizzarono il prototipo di un sistema di accesso alle risorse
di rete interne
al campus con
interfaccia
a
menu
descrittivi,
e
con architettura
client-server (in
modo
da
distribuire
su
più
host
il
carico
di
indicizzazione).
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World Wide Web
1989-1992: Il World Wide Web sviluppato nei laboratori
informatici del CERN di Ginevra, cominciò ad attirare
l'attenzione della comunità di utenti Internet:
 Marzo 1989: primo documento ufficiale - Tim Berners Lee,
(del centro informatico del grande laboratorio), concepì
l'idea di un "sistema ipertestuale per facilitare la
condivisione di informazioni tra gruppi di ricerca nella
comunità della fisica delle alte energie”.
 Novembre
1990:
secondo
documento
ufficiale
descrizione del protocollo HTTP, del concetto di browser e di
server, in cui compariva il nome ideato da Berners Lee per la
sua creatura: World Wide Web.
Berners Lee sviluppò il primo browser/editor Web battezzato
anch’esso World Wide Web con funzionalità avanzatissime,
purtroppo però le macchine Next erano poche al mondo.
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World Wide Web
Le caratteristiche peculiari che hanno fatto di World Wide
Web una vera e propria rivoluzione nel panorama degli
strumenti di comunicazione possono essere riassunte nei
seguenti punti:
 la sua diffusione planetaria;
 la facilità di utilizzazione delle interfacce;
 la sua organizzazione ipertestuale;
 la
possibilità
di
trasmettere/ricevere
informazioni
multimediali;
 le semplicità di gestione per i fornitori di informazione.
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World Wide Web: Line Mode Browser
Per facilitare la sperimentazione del nuovo sistema
ipertestuale di diffusione delle informazioni su Internet,
Berners Lee realizzò un browser con interfaccia a caratteri,
facilmente portabile su altre architetture, battezzato Line
Mode Browser.
Marzo 1991 - Line Mode Browser venne distribuito in
formato sorgente attraverso alcuni gruppi di discussione e
una versione funzionante fu messa on-line tramite un
collegamento telnet pubblico su un host del CERN.
Intanto iniziavano a sorgere i primi server Web esterni al
CERN, sempre legati al mondo della fisica nucleare. Alla fine
dell'anno se ne contavano circa cinquanta.
L'interesse intorno a questa nuova applicazione cresceva,
ma era contemporaneamente limitato dall'ostica interfaccia
a caratteri del browser.
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World Wide Web: WWW Viola e Mosaic
1992 - Pei Wei, studente di Stanford, realizzò un browser
grafico per X-window battezzato WWW Viola.
Marc Andressen, specializzando presso il National Center for
Supercomputing Applications (NCSA) della University of
Illinois, insieme ad Eric Bina concepì l'idea di sviluppare un
browser web grafico: Mosaic. Fu una rivelazione per gli
utenti Internet soprattutto per la semplicità di installazione e
di uso.
 Gennaio 1993 - prima versione per Unix X-window
 Settembre 1993 - prime versioni per Windows e Macintosh
Grazie a Mosaic e alla sottostante architettura Web, Internet
divenne uno spazio informativo ipermediale aperto alla
portata di tutti.
In pochi mesi furono attratti migliaia di utenti sul WWW
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World Wide Web: Netscape
Fine 1993 - Marc Andressen lasciò il NCSA.
Marzo 1994 - Andressen fonda con Jim Clark (tra i fondatori
della Silicon Graphics) una società Mosaic Communication
per sfruttare commercialmente il successo di Mosaic.
La società fu ridenominata in Netscape Communication, in
essa confluirono alcuni collaboratori di Andressen e il
browser Web fu riscritto interamente.
Dopo pochi mesi la prima versione beta di Netscape
Navigator fu distribuita. Le caratteristiche innovative lo
resero l'erede di Mosaic.
Maggio 1994 - prima WWW Conference ('Woodstock del
Web') a Ginevra.
Ottobre 1994 - seconda WWW Conference tenuta a Chicago.
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World Wide Web: W3 Consortium e Internet Society
14 Dicembre 1994 - Prima riunione della Fondazione del W3
Consortium, organizzazione voluta da Tim Berners Lee per
gestire in modo pubblico lo sviluppo delle tecnologie Web.
Con cinque milioni di host, tra cui 25 mila server Web,
Internet stava nuovamente cambiando volto: da un sistema
di comunicazione radicato in ambiente accademico stava per
divenire un medium globale.
30 Aprile 1995 - La NSF chiuse definitivamente il
finanziamento della rete che venne ceduta ad un gestore
privato.
Mentre molte multinazionali delle telecomunicazioni vendono
connettività Internet, il controllo tecnico della rete rimaneva
in mano alla Internet Society, organizzazione no profit
fondata nel 1992 da cui dipendevano IAB (Internet
Architecture Board) e IETF.
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WWW: l’architettura, protocolli e linguaggi
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World Wide Web: l’architettura
Il Web era destinato a una comunità di utenti limitata, non
particolarmente preoccupata degli aspetti qualitativi e
stilistici nella presentazione dell'informazione, per cui, nello
sviluppo dell'architettura Web, furono perseguiti obiettivi di
semplicità di implementazione e di utilizzazione.
Caratteristiche che hanno contribuito al successo del Web.
Però, nel corso degli anni, il World Wide Web è diventato un
vero e proprio ambiente di editoria distribuita e di fornitura
di servizi avanzati; questo ha comportato una serie di
revisioni e di innovazioni degli standard tecnologici originari.
Un aspetto ha riguardato il potenziamento della capacità di
gestione e controllo dei contenuti multimediali pubblicati su
Web, e dunque dei linguaggi utilizzati per la loro creazione.
Inizialmente un ruolo importante in questo processo fu
assunto dalle grandi aziende produttrici di browser.
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World Wide Web: l’architettura
Questa corsa all'innovazione ha migliorato l'aspetto e la
fruibilità delle pagine pubblicate su Web ma ha rischiato di
inficiare la portabilità e accessibilità dei contenuti on-line. E’
questo il motivo per cui Barner volle il W3C.
Il lavoro del W3C si articola per commissioni e gruppi
operativi, che producono:
proposte sotto forma di bozze di lavoro (working drafts).
Ogni proposta viene poi sottoposta a un processo di verifica
e di revisione, finché non viene approvata dal consiglio
generale e diventa:
una 'raccomandazione' (recommendation), alla quale è
possibile far riferimento per sviluppare software.
Tutti i materiali prodotti dal W3C, standard ufficiali su
Internet, sono di pubblico dominio e vengono pubblicati sul
suo sito Web.
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World Wide Web: l’architettura
Un secondo aspetto del processo evolutivo del Web e della
sua architettura ha riguardato la capacità di fornire
applicazioni e servizi avanzati on-line.
Primo passo: sviluppo di sistemi per la distribuzione di
contenuti dinamici e interattivi.
Dopo: trasformazione del Web in una piattaforma su cui
basare lo sviluppo di applicazioni distribuite, denominate
Web application services. Sono necessari linguaggi di
programmazione, piattaforme di sviluppo, interfacce per
l'interoperabilità di processi, dati e sistemi in rete (non
bastano linguaggi per descrivere contenuti).
Le ricadute economiche di queste tecnologie potrebbero
essere enormi, è ben noto agli attori del settore I&CT (da
Microsoft, IBM, Sun e Oracle in giù) che hanno investito in
questa direzione.
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World Wide Web: l’architettura
Infine, un cenno a quella che potrebbe essere la prossima
rivoluzione del Web: il Web Semantico, ancora un'idea di
Tim Berners-Lee.
L'idea di fondo è dotare i sistemi di gestione delle
informazioni in rete della capacità di analizzare il significato
di tali informazioni, e dunque di selezionarle o confrontarle
in modo semantico o di inferirne conseguenze non
esplicitate. Dotare il Web di facoltà 'intelligenti' è lo scopo
più ambizioso del progetto Web Semantico.
Questo progetto richiederà il contributo diffuso dell'intera
comunità della rete, in quanto l'informazione dovrà essere
inserita in rete non più in maniera 'grezza', ma
accompagnata da metainformazioni per classificarla dal
punto di vista semantico, in maniera accurata e consistente.
Vedremo se questa sfida avrà o meno successo!!
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World Wide Web: l’architettura
Poiché il Web può essere definito come un ipertesto
multimediale distribuito, i concetti di ipertesto e di
multimedia ne delineano la cornice generale nella quale esso
e tutte le tecnologie sottostanti si inseriscono.
Con multimedialità intendiamo la possibilità di utilizzare
contemporaneamente,
in
uno
stesso
messaggio
comunicativo, più media e/o più linguaggi.
La prima formulazione moderna dell'idea di ipertesto si trova
in un articolo del tecnologo americano Vannevar Bush, As
We May Think (1945), dove viene descritta una complicata
macchina immaginaria, il Memex (contrazione di Memory
extension).
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World Wide Web: l’architettura
Ted Nelson ha coniato il termine 'ipertesto' agli inizi degli
anni '60. Nel suo scritto Literary Machines - un vero e
proprio manifesto dell'ipertestualità - questo geniale guru
dell'informatica descrive un potente sistema ipertestuale
Xanadu. Il progetto Xanadu non è mai stato realizzato
concretamente, nonostante i molti tentativi cui Nelson ha
dato vita. Ma le sue idee sono confluite anni dopo nella
concezione di World Wide Web.
Dal punto di vista logico
un ipertesto è un sistema
di organizzazione delle
informazioni (testuali, ma
non solo) in una struttura
non sequenziale, bensì
reticolare.
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World Wide Web: l’architettura
Un ipertesto si basa su un'organizzazione reticolare
dell'informazione, ed è costituito da un insieme di unità
informative (i nodi) e da un insieme di collegamenti (detti
nel gergo tecnico link) che da un nodo permettono di
passare a uno o più altri nodi.
Se le informazioni collegate rete non sono solo documenti
testuali, ma informazioni veicolate da media differenti
(testi, immagini, suoni, video), l'ipertesto diventa
multimediale e viene definito ipermedia.
Il lettore (l'iper-lettore) non è vincolato dalla sequenza
lineare dei contenuti di un certo documento, ma può
muoversi da una unità testuale a un'altra (o a un blocco di
informazioni veicolato da un altro medium) costruendosi
ogni volta un proprio percorso di lettura.
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World Wide Web: l’architettura
I vari collegamenti devono essere collocati in punti in cui il
riferimento ad altre informazioni sia semanticamente
rilevante: per un approfondimento, per riferimento tematico,
per contiguità analogica altrimenti si rischia di rendere
inconsistente l'intera base informativa.
Un aspetto che rende l'ipertesto elettronico uno strumento
comunicativo con enormi potenzialità è l’interattività che
consente al fruitore di indirizzare il suo atto di lettura.
L'incontro tra ipertesto,
rappresenta
la
nuova
comunicative.
multimedialità e interattività
frontiera
delle
tecnologie
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Il World Wide Web: l’architettura
Un ipertesto digitale si presenta come un documento
elettronico in cui alcune porzioni di testo o immagini
presenti sullo schermo, evidenziate attraverso artifici
grafici (icone, colore, tipo e stile del carattere),
rappresentano i diversi collegamenti disponibili nella
pagina, dei pulsanti che attivano il collegamento e
consentono di passare, sullo schermo, al documento di
destinazione.
Il pulsante viene 'premuto' attraverso un dispositivo di
input, generalmente il mouse, una combinazioni di tasti, o
un tocco su uno schermo touch-screen.
Le tecnologie informatiche consentono per la prima volta di
portare almeno in parte in superficie questo universo pretestuale e post-testuale, per farlo diventare una vera e
propria forma del discorso e dell'informazione
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Il World Wide Web: l’architettura
L'altro aspetto che fa dell'ipertesto elettronico uno strumento
comunicativo dalle enormi potenzialità è la interattività che
esso consente al fruitore, non più relegato nella posizione di
destinatario più o meno passivo del messaggio, ma capace di
guidare e indirizzare consapevolmente il suo atto di lettura.
L'incontro tra ipertesto, multimedialità e interattività
rappresenta dunque la nuova frontiera delle tecnologie
comunicative.
Il problema della comprensione teorica e del pieno
sfruttamento delle enormi potenzialità di tali strumenti,
specialmente in campo didattico, pedagogico e divulgativo
(così come in quello dell'intrattenimento e del gioco), è
naturalmente ancora in gran parte aperto: si tratta di un
settore nel quale vi sono state negli ultimi anni - ed è
legittimo aspettarsi negli anni a venire - innovazioni di
notevole portata.
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Il World Wide Web: protocolli
Se associamo un aspetto del WWW ad un ipertesto,
utilizzando il web permette di effettuare una sorta di
navigazione in uno spazio informativo astratto, comunemente
definito cyberspazio.
L'architettura informatica del WWWb non differisce in modo
sostanziale da quella delle altre applicazioni Internet. Anche
in questo caso, infatti, ci troviamo di fronte a un sistema
basato su una interazione client-server, dove le funzioni
elaborative sono distribuite in modo da ottimizzare l'efficienza
complessiva.
Ma cosa significa la parola “protocollo” ?
Un protocollo è un contratto: due o più parti si
accordano per rispettare un insieme formale di regole
di comportamento allo scopodi raggiungere un
obiettivo di interesse comune.
Nel nostro caso lo scopo è comunicare e comprendersi.
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Il World Wide Web: protocolli
Il protocollo di comunicazione tra client e server Web si
chiama HyperText Transfer Protocol (HTTP).
Si tratta di un protocollo applicativo che a sua volta utilizza
come base gli stack TCP/IP per inviare i dati attraverso la
rete. La prima versione di HTTP è stata sviluppata da Tim
Berners-Lee e ha continuato a far funzionare il Web per molti
anni prima fino alla versione 1.1, caratterizzata da una serie
di migliorie sul piano dell'efficienza.
Infatti HTTP 1.1 utilizza una sola connessione TCP per
trasmettere dati e definisce delle regole per il funzionamento
della cache sul lato client e della sicurezza delle transazioni.
Tuttavia, il Web definisce anche dei formati o linguaggi
specifici per i tipi di dati che possono essere inviati dal server
al client. Tra essi ve ne è uno che assume un ruolo prioritario
nel definire struttura, contenuto e aspetto di una pagina
Web: attualmente si tratta del linguaggio HyperText
Markup Language (HTML).
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Il World Wide Web: protocolli
Un client Web costituisce lo strumento di interfaccia tra
l'utente e il sistema Web; le funzioni principali che esso deve
svolgere sono:
ricevere ed eseguire i comandi dell'utente
richiedere a un server i documenti
interpretare la codifica degli oggetti di ogni documento
e presentarli all'utente su un dispositivo di output del
computer ove risiede (di norma il monitor).
I client Web vengono comunemente chiamati browser,
dall'inglese to browse, scorrere, sfogliare, poiché essi
permettono appunto di scorrere le pagine visualizzate.
Poiché tuttavia la fruizione di una pagina Web non è riducibile
formalmente alla sola visualizzazione, nei documenti tecnici si
preferisce la formula user agent, che cattura in modo più
astratto il ruolo funzionale svolto dal client.
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Il World Wide Web: protocolli
Un server Web, o più precisamente server HTTP, per contro,
si occupa della gestione, del reperimento e dell'invio dei
documenti (ovvero dei vari oggetti digitali che li costituiscono)
richiesti dai client.
Nel momento in cui l'utente attiva un collegamento - agendo
su un link - o specifica esplicitamente l'indirizzo di un
documento, il client invia una richiesta HTTP (HTTP request)
a un determinato server con l'indicazione del documento che
deve ricevere. Questa richiesta viene interpretata dal server,
che a sua volta invia gli oggetti che compongono il documento
richiesto corredati da una speciale intestazione HTTP che ne
specifica il tipo.
Tale specificazione si basa sui codici di tipo definiti dalla
codifica MIME (o MIME type), nata per la posta elettronica.
Se necessario, il server prima di inviare i dati può effettuare
delle procedure di autenticazione, in modo da limitare l'accesso
a un documento a utenti autorizzati e in possesso di password.
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Il World Wide Web: protocolli
Nella figura si puo’ vedere lo schema di una transazione HTTP
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Il World Wide Web: protocolli
Un server HTTP può agire in due modi, a seconda che il
documento richiesto dal client sia generato in modo statico o
dinamico.
Un documento Web statico è costituito da una serie di oggetti
digitali memorizzati in file, che vengono prodotti una volta per
tutte e messi in linea a disposizione degli utenti, fino a quando
il gestore di sistema non decide di modificarli. Quando il server
riceve una richiesta che si riferisce a un documento statico non
deve far altro che individuare sulle proprie memorie di massa i
vari file di cui si compone e inviarne delle copie al client.
Nel documento Web dinamico, i componenti vengono
elaborati e composti sul lato server solo nel momento in cui
arriva una richiesta esplicita. Questo tipo di architettura Web,
viene utilizzata, ad esempio per aggiornare automaticamente i
valori contenuti in una tabella numerica o per inviare, inseriti
in un opportuno contesto, i risultati di una ricerca su un
database.
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Il World Wide Web: protocolli
Naturalmente il server Web in quanto tale non è un grado di
effettuare queste elaborazioni dinamiche.Per farlo si deve
appoggiare a programmi esterni o a librerie di funzioni
utilizzate in modo dinamico.
Molteplici tecnologie sono state sviluppate nel corso degli anni
a tale fine. La più 'rudimentale' si basa sulla cosiddetta
Common Gateway Interface (CGI).
Si tratta di un insieme di comandi e di variabili di memoria
attraverso cui il server Web può comunicare con altre
applicazioni e programmi autonomi. Tali programmi ricevono
dal server un messaggio in cui viene richiesta una data
elaborazione, la effettuano, e restituiscono l'output a un altro
programma che lo codifica in un formato legale sul Web, il
quale viene a sua volta restituito al server HTTP che infine
provvede a inviarlo al client. L'architettura CGI insomma è un
'collante'
a
bassa
integrazione
tra
applicazioni
sostanzialmente autonome.
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Il World Wide Web: protocolli
Con lo sviluppo del Web, tuttavia, sono state predisposte
soluzioni più evolute e soprattutto più efficienti per generare
contenuti dinamici. Queste tecnologie si basano sul
potenziamento della capacità di elaborazione autonome del
server HTTP - mediante l'uso di linguaggi di programmazione e
di scripting server-side come ASP e PHP - e/o sulla
integrazione tra lo stesso server Web, server applicativi e
database management system esterni. Da questa linea di
sviluppo nasce il concetto di Web application service.
Un'altra tipica funzione svolta dal server è la gestione di
transazioni economiche, quali la registrazione di un acquisto
fatto con carta di credito. Dal punto di vista tecnico questa
operazione non differisce molto dalla normale consultazione o
aggiornamento di un database. Ma ovviamente i problemi di
affidabilità e di sicurezza in questo caso sono molto più
rilevanti: per questo sono stati sviluppati dei server HTTP
specializzati nella gestione di transazioni economiche sicure
attraverso complesse tecnologie di cifratura di dati.
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Il World Wide Web: linguaggi
A differenza di altre applicazioni Internet, World Wide Web,
oltre ai protocolli applicativi, definisce anche dei formati
specifici per codificare i documenti che vi vengono immessi e
distribuiti.
I documenti che costituiscono la rete ipertestuale del Web sono
principalmente documenti testuali, ai quali possono essere
associati oggetti grafici (fissi o animati) e in taluni casi moduli
software. In generale, comunque, struttura, contenuti e
aspetto di una pagina Web visualizzata da un dato user agent
sono definiti interamente nel documento testuale che ne
costituisce l'oggetto principale.
Tale definizione attualmente si basa su uno speciale linguaggio
di rappresentazione dei documenti in formato elettronico,
appartenente alla classe dei markup language (linguaggi di
marcatura), denominato HyperText Markup Language
(HTML).
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Il World Wide Web: linguaggi
La formalizzazione di HTML, effettuata da uno dei gruppi di
lavoro del W3C, è oggi completamente stabilizzata e tutti i
browser disponibili sono in grado di interpretarne la sintassi e
di rappresentare opportunamente i documenti in base ad essa
codificati.
Tuttavia, per ovviare ai numerosi limiti di HTML, lo stesso W3C
ha sviluppato un (meta)linguaggio più potente e versatile per
la creazione di documenti da distribuire su Web, denominato
Extensible Markup Language (XML).
Accanto a questo nuovo linguaggio sono stati formalizzati o
sono in via di formalizzazione una serie di altri linguaggi che
complessivamente trasformeranno l'intera architettura del
Web, aumentandone capacità e versatilità.
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Il World Wide Web: linguaggi
L'espressione markup deriva dall'analogia tra questi linguaggi
e le annotazioni inserite da autori, curatori editoriali e
correttori nei manoscritti e nelle bozze di stampa di un testo al
fine di indicare correzioni e trattamenti editoriali, chiamate in
inglese mark-up. In modo simile, i linguaggi di marcatura sono
costituiti da un insieme di istruzioni, dette tag (marcatori), che
servono a descrivere la struttura, la composizione e
l'impaginazione del documento. I marcatori sono sequenze di
normali caratteri e vengono introdotti, secondo una
determinata sintassi, all'interno del documento, accanto alla
porzione di testo cui si riferiscono.
Nel corso degli anni si sono delineate due diverse modalità di
utilizzare e considerare il mark-up, che consentono di
suddividere i linguaggi di markup in due tipologie:
linguaggi di markup procedurali;
linguaggi di markup dichiarativi o descrittivi.
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Il World Wide Web: linguaggi
Sono procedurali quei linguaggi che istruiscono un dato
programma circa le procedure di trattamento cui deve
sottoporre
la
sequenza
di
caratteri
nel
momento
dell'elaborazione.
Sono dichiarativi quei linguaggi in cui i marcatori sono
utilizzati per assegnare ogni porzione di testo a una certa
classe di caratteristiche testuali; permettono di descrivere la
struttura astratta di un testo e le funzioni logiche dei suoi
componenti. Così, il mark-up viene reso indipendente da ogni
particolare applicazione ed elaborazione del documento.
Il concetto di mark-up dichiarativo è stato introdotto per la
prima volta con lo sviluppo dello Standard Generalized
Markup Language (SGML).
Ideato da Charles Goldfarb negli anni '70, SGML è divenuto nel
1986 lo standard ufficiale ISO per la creazione e l'interscambio
di documenti elettronici, ed è stato adottato da istituzioni ed
aziende per la gestione di grandi basi dati documentali.
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Il World Wide Web: linguaggi
Lo SGML è un metalinguaggio, precursore di HTML e XML.
La costituzione del W3C ha permesso di standardizzare in
modo definitivo il linguaggio, che è ormai finalmente
stabilizzato. Nel dicembre del 1999, infatti, è stata rilasciata
ufficialmente l'ultima versione, denominata HTML 4.01
(specifiche formali disponibili: http://www.w3.org/TR/html4/).
Il progetto XML, invece, ha avuto inizio alla fine del 1996,
nell'ambito della SGML Activity del W3C, ma l'interesse che
ha attirato sin dall'inizio ha portato il W3C a creare un apposito
gruppo di lavoro (XML Working Group), composto da oltre
ottanta esperti mondiali, e una commissione (XML Editorial
Review Board) deputata alla redazione delle specifiche. Nel
febbraio del 1998 le specifiche sono divenute una
raccomandazione ufficiale, con il titolo Extensible Markup
Language (XML) 1.0, di cui è stata rilasciata una revisione nel
2000. Attualmente è in approvazione la versione 1.1, che
introduce dei cambiamenti di aspetto esclusivamente tecnico.
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Il World Wide Web: linguaggi
Sulla base delle standardizzazioni di questi linguaggi è stato
introdotto il concetto di foglio di stile che nasce nell'ambito
delle tecnologie di word processing e desktop publishing.
L'idea è quella di separare il contenuto testuale di un
documento elettronico dalle istruzioni che ne governano
l'impaginazione, le caratteristiche grafiche e la formattazione.
Per fare questo è necessario suddividere il testo in blocchi
etichettati e associare poi a ogni blocco uno specifico stile, che
determina il modo in cui quella particolare porzione del testo
viene impaginata sul video o stampata su carta.
Il W3C ha poi elaborato entrambi i linguaggi attualmente
utilizzati per definire fogli di stile sul Web. Il primo, sviluppato
inizialmente per essere utilizzato con documenti HTML e
successivamente esteso a XML, si chiama Cascading Style
Sheet. Ideato originariamente da Håkon Lie alla fine del 1994,
ha avuto una prima formalizzazione nel dicembre 1996. Nel
maggio del 1998 è stata rilasciata la seconda versione.
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Il World Wide Web: linguaggi
La seconda tecnologia di fogli stile proposta dal W3C è stata
sviluppata nell'ambito delle attività correlate alla definizione di
XML.
Si tratta dei linguaggi della famiglia Extensible Stylesheet
Language:
þXSL-Transformation (XSLT),
þXpath,
þXSL - Formatting Object (XSL-FO).
Del primo è stata rilasciata la prima versione nel novembre del
1999 (http://www.w3.org/TR/xslt/) ed è in corso di definizione
la seconda (http://www.w3.org/TR/xslt20/).
Lo stesso vale per XPath, che è in realtà un componente
condiviso da altre specifiche XML.
Il terzo è stato definito in versione 1 nell'ottobre del 2001
(http://www.w3.org/TR/xsl/).
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Il World Wide Web: linguaggi
Esistono diversi client che hanno implementato SMIL (alcuni dei
quali scritti in Java), ma senza dubbio il più importante è
RealOne Player, il più diffuso software per la riproduzione di
streaming video e audio su Internet.
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Il World Wide Web: linguaggi
L'introduzione di Java da parte della Sun ha rappresentato una
delle maggiori innovazioni nel settore dei sistemi e linguaggi per
lo sviluppo di software, soprattutto per la stretta relazione di
questo linguaggio con le tecnologie Web.
Le origini del linguaggio (inizialmente battezzato Oak) sono molto
singolari: fu ideato intorno al 1990 da James Gosling per essere
incorporato nei microchip che governano gli apparecchi elettronici
di consumo. Per molti anni è rimasto un semplice prototipo,
finché intorno al 1995 la Sun ha deciso di farlo evolvere, per
proporlo come linguaggio di programmazione per Internet.
Le caratteristiche che fanno di Java un linguaggio di sviluppo
molto interessante sono diverse. In primo luogo esso adotta il
paradigma della programmazione orientata agli oggetti (object
oriented).
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Il World Wide Web: linguaggi
In secondo luogo, Java è un linguaggio di programmazione che
gode di una notevole portabilità. Questa sua caratteristica deriva
dalla modalità in cui un programma viene tradotto in linguaggio
macchina ed eseguito. Infatti Java adotta una strategia di
'semicompilazione' in un formato binario (bytecode) indipendente
dalla piattaforma. Il programma semicompilato viene tradotto nel
linguaggio macchina specifico di una singola piattaforma (sistema
operativo/processore), in fase di esecuzione da un particolare
genere di interprete, detto 'macchina virtuale'.
La Java Virtual Machine (JVM) fornisce una rappresentazione
astratta di un computer che il programma utilizza per effettuare
tutte le operazioni di input e output. È poi la JVM che si preoccupa
di tradurre tali operazioni in istruzioni macchina per il computer
sul quale è installata, comunicando con il sistema operativo o
direttamente con il processore. Così, un programma scritto in
Java può essere eseguito indifferentemente su ogni piattaforma
per cui esista una JVM, senza subire modifiche.
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Il World Wide Web: linguaggi
Un’ulteriore caratteristica di Java è il fatto di essere stato
progettato appositamente per lo sviluppo di applicazioni
distribuite, specialmente con l'uscita delle estensioni JavaBean.
Un'applicazione Java può essere costituita da più moduli,
residenti su diversi computer, in grado di interoperare attraverso
una rete telematica.
Il sistema di sviluppo Java, completo di compilatore, macchina
virtuale e librerie, viene distribuito gratuitamente dalla Sun per
numerose piattaforme (Windows, Mac OS, Linux, Solaris).
L'ultima versione del linguaggio e del relativo sistema di sviluppo
(battezzato Java 2 Standard Edition) è la 1.4.1. Naturalmente
esistono altre implementazioni di JVM, alcune delle quali open
source, e recentemente Java è entrato anche nel settore per il
quale era stato originariamente concepito, quello dei piccoli
elettrodomestici di consumo: applicazioni Java sono così
utilizzabili, ad esempio, su un numero crescente di telefonini
cellulari, inclusi quelli di terza generazione (UMTS).
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Il World Wide Web: linguaggi
Tuttavia sin dalla sua introduzione Java è stato utilizzato anche
per la creazione di applicazioni e componenti software da
eseguire sul lato client, i cosiddetti applet Java.
Nella figura si vede un
esempio di applet Java
eseguito in una finestra di
Internet Explorer: si tratta
di un programma che
simula il funzionamento di
una 'macchina di Turing'
trovato al seguente URL
http://www.igs.net/~tril/tm
/tm.html.
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Verso il Futuro: ?
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
“WEB Semantico”, termine coniato nel maggio 2001 da Tim
Berners-Lee, James Hendler, Ora Lassila in un articolo
pubblicato su Scientific American. Citando testualmente:
the Semantic Web is an extension of the current Web in
which information is given well-defined meaning, better
enabling computers and people to work in cooperation
L'idea del Web Semantico consiste nell'associare alle risorse
informative disponibili in varie forme sul Web una descrizione
formale del loro significato, cosicché un programma elaborando
tale informazione, facendosi guidare dalla sua semantica (cioè
tenendo conto di che cosa essa significhi), deduce
conseguenze, e genera automaticamente nuove informazioni.
Le applicazioni sono numerose, dalla creazione di motori di
ricerca semantici alla individuazione di risposte a problemi e
domande, dalla interazione multilinguistica uomo-macchina e
macchina-macchina alla creazione di applicazioni Web
'intelligenti'.
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
Le componenti che dovranno contribuire alla costruzione del
Web Semantico sono numerose, le principali sono le seguenti:
URI;
RDF;
ontologie formali (e relativi linguaggi);
motori inferenziali, deduttivi ed euristici.
Le URI sono le formule che consentono di identificare le risorse
sulla rete. Ogni risorsa deve avere un suo identificativo URI,
affinché possa essere univocamente individuata nello spazio
informativo costituito dal Web.
Una volta che una risorsa può essere identificata, saremo in
grado di esprimere su di essa asserzioni che ne descrivano il
contenuto, o che esprimano ciò che noi pensiamo su tale
contenuto, e in generale che ne specifichino proprietà da vari
punti di vista. Queste asserzioni sono informazioni che si
riferiscono ad altre informazioni, ovvero metadati.
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
Con il termine metadati (dati sui dati) si indica un insieme
strutturato di informazioni che descrivono una o più risorse
informative sotto un certo punto di vista.
I metadati hanno una funzione importante nell'individuazione,
nel reperimento e nel trattamento delle informazioni.
Un esempio sono i riferimenti bibliografici di una pubblicazione.
In primo luogo identificano una pubblicazione e in secondo
luogo sono necessari al reperimento del testo nel 'sistema
informativo' biblioteca.
Affinché i metadati siano utilizzabili non solo dagli esseri umani
ma anche dai computer, è necessario che siano espressi in un
linguaggio che sia comprensibile alla macchine, sia dal punto di
vista sintattico sia da quello semantico.
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
È questo il fine del Resource Description Framework (RDF).
Si tratta di un metalinguaggio dichiarativo basato sulla sintassi
XML, ma sono state sviluppate altre notazioni come Notation 3,
che permette di rappresentare formalmente i metadati associati
a una risorsa Web (dal singolo oggetto costituente una pagina a
interi siti) sotto forma di asserzioni soggetto-predicato-oggetto,
dove i predicati possono esprimere formalmente proprietà di/e
relazioni tra risorse.
L'architettura prevista da RDF si divide in due parti:
la prima, denominata Resource Description Framework
(RDF) Model and Syntax Specification - le cui specifiche
sono state rilasciate come raccomandazioni definitive nel
febbraio 1999 - definisce la sintassi per descrivere i metadati
associati a una risorsa in una RDF Description. Quest'ultima è
un documento XML, costituito da una serie di dichiarazioni che
associano dei valori alle proprietà che vogliamo attribuire alla
risorsa (ad es. la proprietà 'titolo', la proprietà 'autore', etc.).
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
Tuttavia RDF non fa alcuna assunzione circa il vocabolario
specifico delle proprietà che si possono attribuire e delle
relazioni tra tali proprietà. Anzi, essa è progettata
esplicitamente affinché siano gli stessi utilizzatori a definire
formalmente uno schema logico di tale vocabolario, in modo
tale da non imporre alcuna limitazione a priori al tipo di
asserzioni esprimibili.
A tale fine occorre definire un RDF Schema, la seconda parte
dell'architettura RDF, in base alla sintassi formale definita nel
documento RDF Vocabulary Description Language 1.0:
RDF Schema (attualmente allo stato di 'Working Draft'). Una
volta che uno schema è stato definito formalmente e
pubblicato, chiunque può adottarlo e utilizzarlo per costruire
descrizioni RDF dei propri documenti.
Le ontologie formali sono un sistema ideato per definire
formalmente domini concettuali e indicare in che modo essi
sono espressi da schemi logici e nomenclature differenti.
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Verso il Futuro: il “WEB Semantico”
Esistono numerosi linguaggi formali per specificare ontologie.
In particolare nel contesto del Web Semantico si segnalano:
il DARPA Agent Markup Language (DAML+OIL), un
linguaggio stabile e relativamente utilizzato;
il Web Ontology Language (OWL) in corso di sviluppo
presso il W3C sulla base dello stesso DAML e di RDF;
entrambi adottano come sintassi standard XML.
Una volta che un insieme di risorse sia stato descritto mediante
asserti RDF, e che un apparato di ontologie formalizzate abbia
specificato le relazioni concettuali soggiacenti a tali descrizioni,
è possibile usare dei sistemi di deduzione logica automatica o di
euristiche (i motori inferenziali) per elaborare tale informazione
semantica, trarne conseguenze, e risolvere problemi. E dunque
un agente software dotato di queste capacità inferenziali
potrebbe finalmente mostrare parte di quei comportamenti
'intelligenti' cui ci hanno abituato i romanzi cyberpunk.
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Verso il Futuro: ?
Esistono due grandi programmi di ricerca che riguardano in
futuro di Internet: Internet2 e Next Generation Internet.
Internet2 è un progetto cooperativo che coinvolge
attualmente oltre 150 istituzioni accademiche raccolte nella
University Corporation for Advanced Internet Development
(UCAID), diverse grandi aziende del settore informatico e delle
telecomunicazioni e istituzioni federali (in particolare la NSF).
Next Generation Internet invece è un programma finanziato
direttamente dal governo federale e gestito dalle grandi
agenzie di ricerca federali come DARPA, NSF, NASA,
Department of Energy e National Institute of Standards and
Technology, che a loro volta collaborano con diversi centri di
ricerca accademici.
Si tratta di due programmi complementari che hanno molteplici
punti di contatto e di interscambio sia sul piano della ricerca sia
su quello del finanziamento. Soprattutto, entrambi condividono
le medesime finalità.
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Verso il Futuro: ?
Obiettivo generale di entrambi i progetti è lo sviluppo delle
tecnologie hardware e software della rete al fine di rendere
possibile la sperimentazione di servizi di rete avanzati (come le
biblioteche digitali, il lavoro collaborativo, la telemedicina, il
video on demand, la telepresenza e gli ambienti VR condivisi).
Dal punto di vista delle infrastrutture sono stati avviati due
progetti di reti a banda larghissima in fibra ottica: una è il Very
High Bandwidth Network Service (VBNS), finanziato dalla
NSF e realizzato dalla MCI/Worldcom che in un certo senso
eredita il ruolo di NSFnet. L'altra è la rete del progetto Abilane,
sviluppato dalla UCAID nel contesto di Internet2 e
parzialmente finanziato dalla stessa NSF.
Entrambi i progetti hanno sottolineato come per lo sviluppo di
servizi avanzati non sia sufficiente il solo potenziamento delle
linee e delle strutture hardware della rete, ma serva anche una
profonda ristrutturazione nell'architettura dei protocolli. In
quest’ambito sono stati individuati diversi settori di intervento.
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Verso il Futuro: ?
Il primo riguarda la messa a punto operativa della nuova
versione del protocollo IP, battezzata IP version 6 (Ipv6).
Standardizzato nella RFC 1883 del dicembre 1995.
IPv6 risolve il problema del limitato spazio di indirizzamento del
vecchio IPv4 (a 32 bit) usando uno schema a 128 bit.
Questa innovazione garantirà un impressionante incremento
della disponibilità di indirizzi IP: secondo un calcolo
approssimativo, si avranno a disposizione 665x1024 indirizzi
per ogni metro quadrato della superficie del nostro pianeta!
Ma per rendere effettivamente funzionante IPv6 saranno
necessari notevoli cambiamenti nei sistemi di instradamento
dei dati e nei software di gestione dei router, che dovranno
essere in grado di aggiornarsi automaticamente.
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Verso il Futuro: ?
Il secondo importante obiettivo è indicato dalla sigla QoS
(Quality of Service). Si tratta di sviluppare una serie di
protocolli per allocare in modo dinamico e intelligente la banda
passante disponibile, in modo tale da gestire diversi livelli di
servizio. In base a questi standard o a quelli che necessitano di
un contatto costante (come il video in tempo reale) sarà
riservata automaticamente dal sistema una quota di banda tale
da garantirne il funzionamento ottimale, mentre agli altri
servizi verrà allocata la banda rimanente.
Legata allo sviluppo di servizi multimediali interattivi come il
traffico vocale, le videoconferenze, il 'video on demand', è la
sperimentazione di nuove tecniche di trasmissione in
multicasting. A differenza delle attuali modalità di
funzionamento del protocollo di trasferimento dati, (puntopunto), il multicasting permetterebbe di stabilire connessioni
uno-molti, rendendo assai più efficiente l'occupazione della
banda passante.
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Grid Computing
Il Grid computing è un nuovo modello computazionale che
porterebbe
Internet
dall'essere
una
piattaforma
di
comunicazione ad una di lavoro.
Questo modello rappresenta un nuovo passo avanti nella
strada della progressiva condivisione delle risorse, si è
cominciato col condividere i computer con l'introduzione delle
reti, in seguito si è arrivati alla condivisione dei documenti
(per esempio con il WWW) ed infine si è arrivati a condividere
le applicazioni mediante SOAP e i Web Services, etc.
L'ultimo passo è condividere tutto il resto cioè unire una serie
di risorse eterogenee (server, storage, applicazioni, ecc.) per
fornire agli utenti un unico sistema computazionale virtuale
sul quale utilizzare qualsiasi tipo di applicazione.
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Grid Computing
L'idea del Grid computing è scaturita dalla constatazione che
in media l'utilizzo delle risorse informatiche di un'azienda è
pari al 5% della reale potenzialità. Le risorse necessarie
sarebbero messe a disposizione da varie entità in modo da
creare un’organizzazione virtuale con a disposizione
un'infrastruttura migliore di quella che la singola entità
potrebbe sostenere.
La storia del Grid computing si può suddividere in tre fasi:
Nei primi anni ’90 negli Stati Uniti erano in corso dei progetti
col fine di collegare i vari centri dotati di supercomputer in
modo da sommare la potenza di elaborazione per le
applicazioni che lo richiedevano. In questa fase si affrontarono
problemi comuni ai vari approcci come la gestione delle
risorse e la creazione di protocolli di comunicazione adatti allo
scopo.
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Grid Computing
Intorno al 1998, alla luce delle esperienze effettuate
precedentemente, si è giunti all'individuazione di una base
teorica definendo una serie di caratteristiche distintive del grid
computing di seconda generazione ed uno schema a livelli
dell'architettura Grid.
Sono, inoltre, partiti dei progetti finalizzati a produrre un sw
che fornisca le funzionalità di base per il grid computing e
svincoli da questi compiti le applicazioni di più alto livello.
Nel 2001 si è giunti alla definizione di un nuovo livello di
architettura, l'Open Grid Services Architecture.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
Internet è uno strumento di comunicazione, tra computer e
tra gli utenti che li usano. Il primo problema in ogni processo
di comunicazione è naturalmente la definizione di un
linguaggio che sia condiviso tra i diversi attori che
comunicano: il protocollo.
L'insieme di protocolli che permettono il funzionamento di
questo complesso e multiforme sistema di comunicazione
telematico, viene comunemente indicato con la sigla TCP/IP,
che
è
un
acronimo
per
Transmission
Control
Protocol/Internet Protocol.
In realtà si tratta di un insieme di protocolli e TCP/IP sono
solo due dei maggiori protocolli che lo costituiscono
Possiamo affermare che una delle ragioni del successo di
Internet risiede proprio nelle caratteristiche del suo protocollo
di comunicazione.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
In primo luogo, il TCP/IP è indipendente dal modo in cui la
rete è fisicamente realizzata: una rete TCP/IP può appoggiarsi
indifferentemente su una rete locale Ethernet, su una linea
telefonica, su un cavo in fibra ottica, su una rete di
trasmissione satellitare... e così via. È anzi progettata
esplicitamente per integrare facilmente diverse tecnologie
hardware in un'unica struttura logica di comunicazione.
In secondo luogo il TCP/IP è un protocollo di comunicazione
che risolve i problemi tecnici di una rete geografica
eterogenea come è Internet:
sfrutta al meglio le risorse di comunicazione disponibili;
permette un indirizzamento efficiente dei computer collegati
garantisce il buon fine della comunicazione;
permette lo sviluppo di risorse e servizi di rete evoluti e
facilmente utilizzabili dall'utente ed è open-standard.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
L'architettura TCP/IP si basa su un modello a quattro livelli:
livello delle applicazioni, che gestisce i servizi di rete per
l'utente e dunque è la fonte e la destinazione finale di ogni
transazione di rete;
livello di trasporto, che gestisce l'organizzazione dei dati ai
fini della trasmissione e ha il compito di controllare che la
comunicazione di un certo blocco di dati sia andata a buon fine,
e di ritrasmettere quello che eventualmente è andato perso;
livello di rete, che gestisce l'indirizzamento dei computer e
l'instradamento dei dati;
livello fisico e di collegamento dati, che gestisce l'uso dei
cavi e l'invio dei segnali fisici sulla rete (ma non fa
propriamente parte di TCP/IP).
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
Nell'architettura TCP/IP a ogni livello corrispondono uno o più
protocolli. Durante lo svolgimento di una transazione, alla
sequenza dei vari livelli corrisponde una sequenza di operazioni
necessarie per la trasmissione dei dati.
In fase di invio i dati partono dal livello delle applicazioni, e
passano in sequenza attraverso la pila di strati; ogni protocollo
riceve i dati dal livello superiore, aggiunge le informazioni di
gestione che gli competono in una intestazione (header), e poi
passa il tutto al livello inferiore, fino al livello che invia il
segnale lungo il canale.
In fase di ricezione avviene naturalmente il processo inverso. I
dati arrivati mediante il livello fisico e il livello di rete passano al
livello di trasporto che legge l'intestazione a lui destinata,
ricompone il messaggio, e poi passa il tutto al livello
applicativo.
Naturalmente nella realtà le cose sono molto più complicate,
ma questa descrizione rende l'idea.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
Schema della comunicazione tra i protocolli nei vari livelli di
servizio visti in un solo computer.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
Schema della
comunicazione tra
i protocolli nei vari
livelli di servizio
visti in una interrelazione tra due
host.
Si puo’ qui notare
l’uguaglianza dei
pacchetti
trasmessi e
ricevuti.
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
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Un Linguaggio Comune: TCP/IP
Come si vede dalle precedenti illustrazioni il TCP/IP, può essere
visto come una sorta di servizio di recapito basato su un
meccanismo a scatole cinesi: al momento della spedizione i dati
sono 'avvolti' in una scatola (che riporterà all'esterno alcune
indicazioni sul contenuto), questa scatola viene inserita in
un'altra scatola (con all'esterno un altro tipo di indicazioni), e
così via. Al momento della ricezione le scatole vengono 'aperte'
una dopo l'altra, ricavando da ognuna le informazioni su di essa
riportate. Ogni interazione tra due computer della rete è
costituita dalla confezione e dall'invio di una serie di scatole.
Esistono una serie di specifiche che descrivono in che modo ogni
singola architettura fisica di rete possa interfacciarsi con il
TCP/IP: ad esempio per la rete Ethernet, ci sono l'Address
Resolution Protocol (ARP) e lo Standard for the
Transmission of IP Datagrams over Ethernet Networks. Le
implementazioni software dei protocolli TCP/IP normalmente
integrano queste tecnologie, e dunque permettono di creare reti
Internet/Intranet su qualsiasi tipo di cavo. Attualmente lo116
Università degli
Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
standard
è IPV4.
Internet: rete di reti (Internet, Intranet, Extranet)
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Internet: la rete delle reti
Internet - o 'the Net', 'la rete' - è una sorta di meta-rete
costituita da molte reti telematiche connesse tra loro.
Non ha importanza quale sia la tecnologia che le unisce: cavi,
fibre ottiche, ponti radio, satelliti, o altro.
Non è neanche rilevante di che tipo siano i computer connessi:
dal personal computer al mainframe.
Punto di forza di Internet, e motivo del suo velocissimo
espandersi, è la sua capacità di 'parlare' un linguaggio
universale, adatto alla quasi totalità degli elaboratori esistenti.
Secondo stime recenti, si calcola che Internet colleghi più di
160 milioni di host, mentre gli utenti finali si stima che siano
più di 600 milioni.
Le linee di comunicazione più importanti fra quelle che
compongono la rete, ossia le principali arterie attraverso cui
transita il flusso di dati, sono dette 'backbone' (dorsali).
Ad esempio Backbone sono le linee portanti delle imponenti reti
accademiche americane NSFnet (National Science Foundation
Network) e CSnet (Computer Science Network).
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Internet, Intranet, Extranet
Internet si basa su una struttura portante di linee dedicate
(attive 24 ore su 24) ad alta velocità. Ma il mondo Internet non
è riservato alle istituzioni accademiche o alle aziende che si
possono permettere costose linee dedicate ad ampia banda:
anzi, moltissimi utenti della rete accedono al patrimonio
informativo comune tramite le normali reti telefoniche (anche
l'innovativo servizio ADSL si basa in buona parte sulle
infrastrutture telefoniche tradizionali), e si stanno diffondendo
servizi a basso costo anche nel campo dei collegamenti wireless
e - grazie alla cablatura avviata in alcune città - perfino di quelli
a fibra ottica. Internet oggi ha una diffusione globale, ed è il
medium che si è diffuso più velocemente nella storia delle
comunicazioni di massa.
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Internet, Intranet, Extranet
Uno dei fattori che ha fatto la fortuna di Internet è la capacità
di connettere computer e sistemi telematici diversi. I computer
della rete parlano tutti la stessa lingua. Questa koiné è il
protocollo di trasferimento dati TCP/IP. Gli sviluppatori del
protocollo - Bob Khan e Vinton Cerf - non solo crearono un
prodotto valido ed estremamente versatile, ma decisero di
regalarlo all'umanità, non vincolando il software a nessuna
forma di copyright. TCP/IP permette di far parlare fra loro
milioni di computer in tutto il mondo, ma anche di connettere
efficientemente le poche macchine di una rete locale. Grazie
alle sue caratteristiche di economicità e versatilità, infatti,
molte aziende utilizzano ormai TCP/IP anche per le proprie reti
interne. Queste reti, per lo più aziendali, vengono ormai
comunemente indicate con il nome di Intranet. Una rete
Intranet, vista l'intrinseca necessità di sicurezza di una rete
aziendale, è normalmente inaccessibile al comune utente
Internet. Al contrario, da una Intranet si ha in genere la
possibilità di navigare sulla rete delle reti.
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Internet, Intranet, Extranet
Se una rete Intranet è paragonabile a un ambiente con delle
porte capaci di aprirsi solo dall'interno, le Extranet sono delle
reti con tecnologia TCP/IP il cui scopo è connettere fra loro reti
locali di diverse aziende. Anche le reti Extranet non sono di
solito liberamente raggiungibili da tutti gli utenti Internet: la
tecnologia usata è la stessa, ma lo scambio di informazioni
riguarda i soli utenti autorizzati.
Per la trasmissione privata su linee pubbliche, come quelle di
Internet, sono ormai disponibili protocolli TCP/IP compatibili,
che garantiscono trasferimenti di dati ragionevolmente sicuri
per le aziende o istituzioni che li utilizzano e completamente
invisibili per il resto degli utenti. In questo caso la tecnica di
connessione prende il nome di 'tunneling’ (i principali protocolli
dedicati alle trasmissioni tunneling sono sostanzialmente due:
il Layer Two Tunneling Protocol (in sigla L2TP) che a sua volta
si appoggia su un protocollo gerarchicamente superiore, l'IPSec
(Internet Protocol Security), e il PPTP (Point-to-Point Tunneling
Protocol) della Microsoft).
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Sicurezza e Privacy
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Sicurezza e Privacy: generalità
La sicurezza del transito dei dati su Internet è un problema
che riguarda sia la grande utenza (le reti locali o su territorio
che si connettono a Internet) sia la moltitudine di navigatori
che si collegano alla rete attraverso le normali linee telefoniche
o attraverso collegamenti ADSL.
La distinzione tra queste due macro-categorie ci permette di
identificare problematiche parzialmente distinte: l'utente medio
avrà principalmente l'esigenza di garantire la propria privacy, e
di evitare di 'contrarre' in rete virus pericolosi per l'integrità
dei propri dati; un amministratore di sistema o di una rete
locale dovrà invece tipicamente proteggersi da intrusioni
esterne, e mantenere la distinzione fra la parte 'pubblica' e la
parte 'privata' del proprio network.
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Sicurezza e Privacy: rimedi
Per quanto riguarda l'utente privato, è bene ribadire che la
corrispondenza non crittografata che viaggia via
Internet è potenzialmente insicura, nel senso che i
gestori dei sistemi attraverso i quali transita la nostra posta
possono, volendo, leggerne e modificarne il contenuto. A
parziale limitazione di questa intrinseca mancanza di
sicurezza, va detto che la mole immensa di posta elettronica
che circola su Internet costituisce da sola una forte garanzia
di privacy.
In ogni caso, una soluzione efficace al problema esiste, ed è
rappresentata proprio dai software di crittografazione: dato
che la lettera viaggia in forma binaria (e quindi come una
lunga catena di zero e uno), applicarvi algoritmi di cifratura è
assai semplice.
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Sicurezza e Privacy: virus
Quanto ai virus, è bene dire subito che, a patto di usare un
minimo di prudenza e un programma antivirus aggiornato,
'contrarre' virus attraverso Internet non è così facile come
vorrebbero i periodici allarmi diffusi al riguardo.
I file di testo e i file di immagini vengono solo 'letti' da altri
programmi, e non eseguiti: non possono dunque trasmettere
alcun virus.
Virus potrebbero invece essere contenuti (sotto forma di
insiemi di macro-istruzioni) in documenti generati da
programmi complessi, come Microsoft Word, Powerpoint ed
Excel.
Anche particolari pagine Web possono contenere virus, sotto
forma di codice 'maligno': un antivirus aggiornato è tuttavia
in grado di bloccare senza troppe difficoltà questo tipo di
minacce.
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Sicurezza e Privacy: virus
Quanto ai file eseguibili prelevati via Web o via FTP, la
garanzia migliore viene dal sito di provenienza: in genere li
preleveremo infatti direttamente dai computer della casa
produttrice, o da biblioteche shareware pubbliche e molto
controllate. In ogni caso, una verifica antivirus prima di
eseguire il file resta una buona pratica. I rischi aumentano,
naturalmente, se andiamo a prelevare programmi nei
newsgroup dedicati allo scambio di software o se
eseguiamo
senza
controllo
programmi
ricevuti
in
attachment con messaggi di posta elettronica.
La posta elettronica è diventata di fatto negli ultimi anni il
principale meccanismo di diffusione dei virus informatici:
molti virus sono in grado, una volta infettato il computer di
un utente, di 'riprodursi' inviando in maniera automatica
una e-mail - completa di replica del virus stesso - a tutti gli
indirizzi di posta elettronica trovati nell'indirizzario
dell'utente colpito.
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Sicurezza e Privacy: virus
Talvolta un virus può arrivarci - a nostra insaputa - anche da un
nostro corrispondente abituale, il cui computer sia stato a sua
volta infettato. Occorre dunque sempre usare estrema cautela
nell'eseguire attachment ricevuti via posta elettronica.
I file eseguibili in ambiente Windows non sono solo quelli
caratterizzati dalle abituali estensioni '.exe' o 'com', ma anche
programmi con estensioni più arcane, come '.pif' o '.scr‘.
Molti virus hanno la cattiva abitudine di 'simulare'
un'estensione legittima (ad esempio .doc o .jpg) all'interno del
nome del file, facendola seguire dall'estensione reale,
corrispondente a una di quelle sopra ricordate.
Così, ad esempio, potremmo trovare in allegato a uno strano
messaggio proveniente da un nostro conoscente un file che si
chiama 'fotografia.jpg.scr'.
L'allegato in questione potrà non contenere una fotografia in
formato jpg, ma un file eseguibile dagli effetti del tutto ignoti.
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127
Sicurezza e Privacy: antivirus
Fortunatamente, la stessa Internet è anche una formidabile
risorsa per procurarsi - e tenere aggiornati - programmi
antivirus. E in generale nessun utente che utilizzi un computer
e la rete può fare a meno di un programma antivirus
aggiornato: soprattutto se il sistema operativo utilizzato
appartiene alla famiglia Windows. Molte case produttrici
distribuiscono programmi antivirus attraverso la rete; le più
famose sono probabilmente la Network Associates/McAfee
(http://www.mcafee.com)
e
la
Symantec
(http://www.symantec.com).
Gli antivirus vanno sempre tenuti aggiornati È buona norma
aggiornare con una certa frequenza anche le applicazioni
utilizzate per la gestione della posta elettronica e la
navigazione su Web: molti virus, infatti, si basano su
'debolezze' di questi programmi, debolezze che le case
produttrici si affrettano a eliminare appena individuate.
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Sicurezza e Privacy
Potenzialmente a rischio sono poi le 'applicazioni
distribuite', come gli applet Java o i controlli ActiveX.
Tuttavia, i browser in grado di visualizzarle incorporano una
serie di controlli molto stretti, e il fatto che queste applicazioni
girino sempre su macchine virtuali (e quindi non siano in
contatto diretto con il sistema operativo) rende più facile
controllarne gli effetti.
Inoltre, molti degli applet che incontreremo durante la nostra
navigazione sono messi in rete da siti noti, che sono
evidentemente responsabili della 'regolarità' del codice. In
ogni caso, il consiglio - se non si è utenti esperti - è quello di
non ridurre mai le opzioni di sicurezza sulla gestione di applet
Java preconfigurate all'interno del browser.
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Sicurezza e Privacy
A minacciare la sicurezza del nostro computer non sono
tuttavia solo i virus. Quando siamo collegati alla rete, infatti,
un malintenzionato potrebbe cercare di utilizzare le 'porte'
aperte sul computer (canali logici per lo scambio di
informazioni con l'esterno) per visualizzare ed eventualmente
modificare i nostri file.
Un compito che diviene più facile se, come accade in molte
reti locali, abbiamo scelto di condividere in rete alcune delle
nostre risorse (ad esempio una cartella di documenti), o se
abbiamo installato sul nostro computer moduli server relativi a
uno o più servizi di rete (ad esempio un server FTP o un
server Web).
I collegamenti permanenti attraverso ADSL sono quelli più a
rischio da questo punto di vista, giacché un utente ADSL
dispone spesso di un indirizzo IP fisso, e lascia comunque il
proprio PC connesso alla rete per lunghi periodi di tempo.
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Sicurezza e Privacy
Per dare un idea di quanto può accadere se si trascurano le
opportune misure di protezione basti dire che esistono dei
programmi (come Net Bus e Back Orifice), che una volta
attivati rendono completamente visibili, cancellabili e modificabili
tutti i file e le risorse del nostro computer:
programmi
e
applicazioni
possono
indipendentemente dalla nostra volontà;
essere
avviati
istante per istante potrebbe essere controllato tutto ciò che
scriviamo;
il nostro browser potrebbe essere guidato su un sito scelto da un
malintenzionato nascosto nei meandri della rete.
Una fondamentale norma di comportamento che aiuta a evitare
queste spiacevoli situazioni è quella di non installare mai software
di cui non si conosca esattamente la provenienza.
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Sicurezza e Privacy
Un livello maggiore di sicurezza si ottiene installando, oltre
normale antivirus, anche un software che sia in grado
proteggere il nostro PC dai possibili accessi esterni (e
bloccare gli accessi non autorizzati verso l'esterno da parte
eventuali programmi 'maligni' installati sul nostro computer).
al
di
di
di
I software di questo tipo si chiamano firewall, e ne sono
disponibili versioni 'personal' che - pur non offrendo i livelli di
sicurezza richiesti a un provider Internet, a un grande server
aziendale o governativo o a una banca - sono sufficienti a far
dormire sonni più che tranquilli all'utente medio della rete.
Esistono numerosi Personal Firewall che possono essere
acquistati ma ne esistono anche di gratuiti o di pubblico
dominio: un discreto firewall gratuito, facile da installare e
accompagnato da spiegazioni d'uso assai chiare è la versione
'light'
di
Zone
Alarm,
reperibile
sul
sito
http://www.zonelabs.com.
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Sicurezza e Privacy
Assai più complesso è il discorso sulla sicurezza di grossi
sistemi e di reti locali connesse a Internet. In questo caso la
protezione delle risorse informatiche è un compito
professionale che va affidato a personale specializzato: di
norma si può trattare dell'amministratore di rete, ma nei
sistemi più complessi le figure responsabili possono anche
essere molteplici.
Per coloro che si trovassero a gestire sistemi medio-piccoli,
ricordiamo comunque che è sempre buona norma disabilitare
gli account 'standard' o di prova che diverse versioni dei
sistemi operativi Unix e Windows creano automaticamente (e
che costituiscono una facile porta di accesso per curiosi o
malintenzionati).
133
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Sicurezza e Privacy
Altrettanto importante è l'acquisizione, in merito ai problemi di
sicurezza, di informazioni aggiornate, dettagliate e mirate alla
specifica configurazione del proprio sistema (al riguardo la rete
è una ottima fonte).
È inoltre opportuno installare gli aggiornamenti o patch
rilasciati periodicamente dai produttori dei sistemi operativi:
con il tempo, infatti, vengono scoperti e corretti errori nel
software che lasciano margine a possibili effrazioni.
In generale è sempre preferibile la separazione logica dei
computer 'aperti' a Internet e di quelli nei quali sono
contenuti dati interni delicati o riservati. A tale fine possono
essere utilizzati dei sistemi di firewall professionali.
In ogni caso, la separazione fisica dei computer in rete e di
quelli contenenti dati riservati è ovviamente il metodo che
garantisce la massima sicurezza.
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Sicurezza e Privacy: protezione
L'affermarsi dell'abitudine di effettuare acquisti e transazioni
on-line, anche da parte degli utenti italiani: sono diverse
migliaia gli esercizi commerciali made in italy in rete, e la
maggior parte delle banche italiane offre ormai sistemi di home
banking via Internet, ha posto il problema di scambiare
informazioni su Web in maniera sicura e garantita.
Fra le tecnologie di protezione dei dati legate in primo luogo al
mondo del commercio e delle transazioni on-line, tre hanno
assunto il ruolo di standard principali:
il protocollo SET (Secure Electronic Transaction)
le transazioni sicure SSL (Secure Socket Layer)
le transazioni sicure TLS (Transport Layer Security).
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Sicurezza e Privacy: protezione
Il più efficiente è senza dubbio il protocollo SET, sviluppato
congiuntamente da Visa e Master Card con lo specifico obiettivo
di garantire la riservatezza delle transazioni con carta di credito
su Internet. Esso è basato su un algoritmo di cifratura RSA a
1.024 bit.
RSA, dal nome degli sviluppatori Rivest-Shamir-Adleman, è un
algoritmo crittografico e di autenticazione specifico per la rete
sviluppato a partire dal 1977.
RSA è un sistema di cifratura a doppia chiave basato su calcoli
eseguiti usando come base dei prodotti di numeri primi.
Impiegando numeri primi sufficientemente complessi (con molte
cifre) la scomposizione risulta assai difficile.
Più sono lunghi i numeri primi generati e più è alto il livello si
sicurezza. Nel caso del SET viene utilizzato un RSA a 1.024 bit
in grado di garantire un ottimo livello di sicurezza. Per ulteriori
approfondimenti rimandiamo al sito http://www.rsa.com/.
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Sicurezza e Privacy: protezione
Ma all'efficienza si affianca un certa complessità
implementazione, che ne ha limitato molto la diffusione.
di
Infatti SET richiede il rilascio a ogni utente di un certificato da
parte di una banca. Questa operazione avviene mediante la
consegna di un software plug-in strettamente personale,
rilasciato in singola copia, in grado di aggiungere funzionalità di
borsellino elettronico ai comuni browser della rete.
Quando si effettua un pagamento il plug-in interagisce in
tempo reale con il server del rivenditore che a sua volta
contatta una Certification Authority, cioè una società abilitata
a certificare che l'utente sia possessore di carta di credito (una
delle più note è la VeriSign, http://www.verisign.com/).
In caso di conferma, la richiesta di pagamento viene inoltrata
alla banca. Il meccanismo funziona anche nel senso inverso:
SET garantisce, infatti, anche l'identità del rivenditore al cliente,
che ha così la conferma che il suo acquisto sia effettivamente
avvenuto.
137
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Sicurezza e Privacy: protezione
L'architettura SET non ha riscosso un grosso successo fra gli
utenti e i rivenditori della rete soprattutto per l'obbligo da
parte dell'utente finale di installare un software che va ritirato
di persona presso un istituto bancario.
Il sistema attualmente più utilizzato per gli acquisti on-line è
invece il dispositivo per effettuare transazioni HTTP sicure
denominato Secure Socket Layer (SSL) e la sua recente
evoluzione Transport Layer Security (TLS).
Sviluppato originariamente presso i laboratori di ricerca della
Netscape Communications, SSL è praticamente divenuto uno
standard per le transazioni commerciali in rete ed è utilizzato
anche per altri servizi che richiedono un elevato tasso di
sicurezza, come l'home banking, i servizi per la compravendita
on-line di titoli e azioni, o le reti Extranet.
Attualmente l'SSL sta gradualmente cedendo il passo al più
moderno TLS già supportato dai browser Internet più
aggiornati.
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Sicurezza e Privacy: protezione
Sia SSL sia TLS rappresentano estensioni del protocollo http,
e permettono di scomporre i dati inviati durante una
transazione in una serie di pacchetti cifrati con un sistema a
doppia chiave RSA.
I pacchetti viaggiano 'sciolti' per la rete per poi venire
ricomposti, decifrati ed elaborati dal computer remoto. A questa
base, che ovvia alla prima grande lacuna di sicurezza del Web
(il fatto cioè che il protocollo HTTP faccia circolare i dati in
chiaro), SSL aggiunge un sistema di certificazione, anch'esso
controllato da un servizio di Certification Authority capace di
garantire all'utente l'identità del server remoto.
Poiché SSL e TLS vengono implementati in modo nativo dai
browser, la loro utilizzazione è per l'utente completamente
trasparente. Quando ci si connette a un server Web che utilizza
SSL/TLS, il browser automaticamente imposta la comunicazione
cifrata e avverte l'utente del fatto che ci si trova in una area
'protetta'. A questo punto tutti i dati che vanno dal client al
139
server e viceversa saranno cifrati.
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Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Pretty Good Privacy (PGP) è un programma, sviluppato da
Paul Zimmermann e distribuito gratuitamente in rete, con cui è
possibile cifrare praticamente tutti i tipi di file, anche se questi
non fossero destinati a essere inviati tramite una rete telematica:
la sua area di applicazione più comune è la cifratura della posta
elettronica.
PGP usa un algoritmo di cifratura 'a doppia chiave‘: una volta
avviato genera due lunghe stringhe di caratteri:
• una è la nostra chiave privata;
• l'altra è la nostra chiave pubblica.
PGP usa la chiave pubblica per crittografare il messaggio, ma
attenzione: le chiavi sono legate in modo tale che un messaggio
crittografato con una chiave pubblica può essere decifrato solo
disponendo della corrispondente chiave privata! Ciò significa che
lo stesso mittente non potrà più decifrare il messaggio che PGP
ha codificato per lui. Potrà però spedircelo in tutta sicurezza: solo
noi, che disponiamo della chiave privata, potremo leggerlo.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Il meccanismo è un po’ complicato. E se la teoria non è
semplice, fino a qualche tempo fa, anche l'utilizzo e la
configurazione dei software deputati alla cifratura con
l'algoritmo realizzato da Zimmerman, non era affatto
intuitiva.
In passato esisteva un solo software di criptazione, la
versione DOS di Pretty Good Privacy, sulla quale si basavano
una gran quantità di programmi per Windows che
svolgevano la sola funzione di interfaccia facilitando così
l'utilizzo del programma.
Oggi la situazione è migliorata e l'uso di PGP è diventato
assai più amichevole, grazie allo sviluppo di interfacce
grafiche sofisticate che si integrano direttamente con i
programmi di videoscrittura e i principali client mail.
L'implementazione più recente di PGP è la versione 8.0 di
PGP Personal Privacy, che può essere scaricata dal sito della
PGP Corporation, (http://www.pgp.com/)
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Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Esiste un consorzio, il World Wide Web Consortium che si
è posto l'obiettivo di limitare le possibili violazioni della
privacy. I siti commerciali utilizzano varie tecniche per carpire
informazioni sulle abitudini e i gusti dei navigatori.
Più di una volta sono stati messi sotto accusa i famosi
'cookies', i biscottini della rete, piccoli file di testo posti sugli
hard disk dei navigatori, che vengono letti e modificati dai web
server.
Attraverso i cookies, chi pubblica pagine web può riconoscere
se un utente è già passato dal suo sito, da quanto tempo non
si connette, quali pagine ha visualizzato, e altre informazioni
similari.
Certi tipi di utilizzo dei cookies possono senz'altro
rappresentare forme di violazione della privacy. Va considerato
però che il più delle volte quest'uso è solo funzionale al
riconoscimento dell'utente per l'offerta di servizi interattivi da
142
parte del sito.
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Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Per porre comunque un limite a rischi simili e offrire
maggiore sicurezza ai naviganti, il W3C sta studiando un
nuovo standard:
il Platform for Privacy Preferences (P3P)
che dovrebbe permettere agli utenti della rete di essere
consapevoli quando ci sono effettivi rischi di violazione della
privacy e offrire la possibilità di personalizzare il livello di
sicurezza. Per quanti siano interessati ad approfondire
questo
argomento,
il
sito
di
riferimento
è
http://www.w3.org/P3P/.
143
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Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Più fastidiosi dei cookies sono i cosiddetti programmi
'spyware': non si tratta di veri e propri virus, ma di programmi
che si installano di norma sul nostro computer - spesso senza
farcelo sapere o chiederci alcuna autorizzazione - nel momento in
cui procediamo all'installazione di un qualche programma
gratuito.
In questi casi, abbiamo a che fare con un programma che non
costa nulla in termini economici, ma che arriva accompagnato da
'fratellini' indesiderati, spesso non dichiarati, che monitorano la
nostra attività e inviano informazioni (più o meno dettagliate) al
riguardo al sito del loro produttore, che a sua volta
presumibilmente potrà rivenderle a servizi commerciali di rete.
Per rilevare e rimuovere programmi 'spyware' un ottimo
strumento è rappresentato da Ad-Aware: un programma che
esiste sia in versione gratuita (più che sufficiente per la maggior
parte degli utenti) sia in versione a pagamento, e può essere
scaricato dal sito della sua casa produttrice, la Lavasoft
144
(http://www.lavasoftusa.com/).
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Sicurezza e Privacy: PGP e P3P
Un altro tipo di intrusi non desiderati è rappresentato dai
cosiddetti programmi dialer, che sostituiscono al numero
telefonico del nostro provider abituale quello di un servizio a
pagamento, di norma tutt'altro che economico.
Spesso, l'ignaro utente si accorge della sostituzione solo al
momento di ricevere una salatissima bolletta telefonica (la
truffa può costare anche diverse centinaia e addirittura migliaia
di euro!).
Talvolta i dialer dichiarano, in forma piuttosto criptica, la
propria natura, e chiedono un'autorizzazione che l'utente
ingenuo può dare in buona fede. Talvolta sono invece del tutto
fraudolenti, e camuffano la richiesta di autorizzazione in forme
capaci di trarre in inganno anche utenti abbastanza esperti. Per
fortuna, esistono anche in questo caso ottime contromisure: ad
esempio il programmino gratuito StopDialers, scaricabile alla
pagina http://www.akapulce.net/socket2000/stopdialer.asp.
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Sicurezza e Privacy: posta elettronica
Se PGP ha rappresentato a lungo, e rappresenta tuttora, un
ottimo sistema per cifrare la posta elettronica, bisogna dire che
i più recenti client di posta forniscono degli strumenti di
cifratura interni piuttosto efficienti e versatili.
Grazie ad essi programmi come Outlook, Outlook Express e il
modulo mail di Netscape 7.0 sono in grado sia di cifrare il
contenuto dei messaggi sia di certificare la provenienza di un
messaggio (confermando inequivocabilmente l'identità del
mittente).
La possibilità di certificare l'identità del mittente attualmente
viene utilizzata per evitare che il nome di un utente venga
speso sulla rete a sua insaputa (è infatti estremamente
semplice mandare una e-mail a nome di un'altra persona: basta
impostare adeguatamente le preferenze del client di posta
elettronica). Ma nel prossimo futuro essa potrà trovare
applicazione sia nel contesto del commercio elettronico sia nei
rapporti con la pubblica amministrazione.
146
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Sicurezza e Privacy: posta elettronica
L'Italia ha recentemente elaborato una legislazione sulla firma
digitale che è tra le più avanzate del mondo e che permette di
attribuire valore legale ai documenti digitali.
Per quanto riguarda la cifratura, essa può essere utile in tutte
quelle occasioni in cui è necessario far viaggiare in rete
informazioni riservate (a questo proposito ricordiamo che le email viaggiano da un mail server all'altro in chiaro).
Lo standard su cui si basano gli strumenti crittografici interni
dei software di posta elettronica si chiama S/MIME da Secure
Multi-Purpose Internet Mail Extensions.
Anch'esso adotta il più volte menzionato algoritmo di cifratura
a doppia chiave RSA. Tuttavia, poiché i numeri primi generati
sono limitati a cifre di 40 bit, il livello di sicurezza ottenibile non
è elevatissimo.
In alternativa alcuni software utilizzano protocolli diversi come
PGP/MIME, o OpenPGP.
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147
Sicurezza e Privacy: posta elettronica
La prima cosa da fare per utilizzare questi strumenti è
ottenere da una Certification Authority un certificato
personale o 'ID digitale' che contiene, opportunamente
codificate, le nostre chiavi pubblica e privata.
Si tratta di una operazione che viene gestita direttamente
dal programma. Una volta ottenuto il certificato, il software
è in grado di utilizzarlo in modo automatico per firmare e
cifrare le nostre e-mail e per gestire le mail cifrate o firmate
dai nostri corrispondenti.
Anche queste operazioni sono completamente trasparenti
per l'utente, che dovrà limitarsi a indicare se vuole firmare
o cifrare un dato messaggio.
La più nota Certification Authority è la già citata VeriSign
(http://www.verisign.com/).
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Sicurezza e Privacy: posta elettronica
Per ottenere un ID occorre effettuare una procedura di
registrazione che coinvolge sia il client di posta elettronica
sia il browser Web.
Poiché durante questa procedura si ha una forte
interazione fra i due software, è necessario impostare
opportunamente il browser predefinito del sistema: se si
utilizza un programma e-mail Microsoft è necessario avere
come browser predefinito Explorer; lo stesso vale per il
modulo mail di Netscape che va utilizzato necessariamente
insieme a Netscape 7.0.
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Sicurezza e Privacy: PICS
Uno dei problemi relativi a Internet che sembrano
maggiormente appassionare la pubblicistica è il controllo
dell'accesso ai siti Web in base al loro contenuto.
La ragione per cui questo controllo viene da più parti evocato
è il pericolo che soggetti a rischio (bambini o comunque minori)
possano accedere a pagine Web che potrebbero arrecare
turbamento, come siti contenenti materiali pornografici o
violenti. Nonostante le periodiche campagne di stampa al
riguardo, l'incidenza percentuale di questi materiali rispetto al
totale delle risorse disponibili su Web è piuttosto bassa.
Tuttavia è innegabile che molti siti pornografici siano
facilmente raggiungibili, anche a causa dei numerosi
'trucchetti' da essi utilizzati per ottenere visibilità nei principali
motori di ricerca. Ma esigenze di controllo simili sono state
espresse anche da zelanti manager, che intendono limitare le
occasioni di 'distrazione telematica' dei loro dipendenti.
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Sicurezza e Privacy: PICS
La soluzione al problema proposta con maggiore frequenza è
l'introduzione di sistemi di controllo di tipo legislativo sui
contenuti della rete.
Indipendentemente dalla posizione ideologica che si può
assumere nei confronti della censura - pratica che gli autori di
questo manuale comunque disapprovano - l'idea di un controllo
autoritario sui contenuti della rete si scontra con la sua struttura
tecnica, che permette di superare qualsiasi sistema di controllo
o impedimento esterno.
Ad esempio non è facile bloccare l'arrivo di informazioni da
paesi che non applicano restrizioni legali, a meno di impedire
del tutto l'accesso alla rete (come purtroppo avviene talvolta in
paesi controllati da regimi autoritari).
Una soluzione alternativa alla censura delle fonti è l'uso di
sistemi di filtri che agiscano sul lato client, impedendo l'accesso
a determinati contenuti da parte di soggetti non autorizzati.
151
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
Come è noto, nel mondo dell'informatica uno dei problemi
più difficili da risolvere è l'interpretazione semantica dei
contenuti da parte degli elaboratori.
Alcuni studi sono stati fatti basandosi sul riconoscimento
delle immagini: sono stati implementati software che, in
base a studi statistici sui materiali pubblicati su pagine Web
con contenuti pornografici, inibiscono la visualizzazione di
immagini con determinati pattern di colori e forme.
Altri esperimenti sono stati fatti in alcuni ambienti chat.
La tecnica era quella di inibire automaticamente la
pubblicazione di parole poste all'indice, arrivando a
paradossi come quello di vietare conversazioni che
utilizzano parole come "seno" che potrebbero, per esempio,
essere intese nell'accezione scientifico/matematica (seno e
coseno)!
152
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
Per ovviare ai limiti 'cognitivi' degli attuali computer,
dunque, e implementare un sistema di valutazione del
contenuto dei siti Web, l'unica strada percorribile è quella
del vaglio dei materiali pubblicati da parte di operatori
umani.
Su questo principio si basa la
Platform for Internet Content Selection (PICS)
sviluppata dal W3 Consortium,
recommendation alla fine del 1996.
e
rilasciata
come
Sul sito del W3C, all'indirizzo http://www.w3.org/PICS/
sono disponibili le specifiche ufficiali e altre informazioni su
questa tecnologia.
PICS è un sistema che permette di associare etichette
valutative alle pagine Web.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
Normalmente le etichette PICS sono inserite all'interno di un
file HTML. Tuttavia è possibile anche usare un servizio di
etichettatura, label bureau, dinamico, che invia etichette su
richiesta. Questo facilita la gestione del sistema di
classificazione e aumenta le garanzie rispetto a possibili
manomissioni delle etichette, rese comunque difficili dalla
presenza di firme digitali cifrate.
L'idea che sta alla base di questa proposta è simile a quella del
famoso 'V-chip', introdotto negli Stati Uniti per controllare
l'accesso dei bambini alla televisione. Ogni trasmissione
televisiva trasporta anche delle informazioni sulla natura del
contenuto trasmesso. Il V-chip, può bloccare la ricezione di
determinate categorie di programmi. Si è tuttavia rilevato che
con tutta probabilità saranno i figli ad insegnare ai genitori
come programmare il V-chip!
154
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
Nel PICS ogni etichetta, mediante una sintassi
formalizzata, fornisce una valutazione (rating) del
contenuto della pagina in base a una determinata
classificazione, ed è univocamente associata alla pagina
per la quale è stata rilasciata, questo significa che ogni
minima variazione della pagina invalida l'etichetta.
Le etichette PICS possono essere usate da apposite
applicazioni o direttamente dai browser per filtrare le
informazioni in arrivo dalla rete. Tali applicazioni sono in
grado di confrontare l'etichetta del documento in arrivo con
un insieme di criteri di valutazione indicati dall'utente: se la
valutazione indicata risponde ai criteri prescelti, la ricezione
della pagina viene autorizzata; in caso contrario, l'accesso
alla pagina viene impedito.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
L'aspetto positivo di questa tecnologia è che non esiste una
autorità centrale che censura o approva il contenuto di un
sito su World Wide Web. Il sistema si basa interamente
sull'autocontrollo e sulla responsabilizzazione dei gestori di
siti, degli autori di pagine Web e degli utenti. Le etichette
PICS, infatti, possono essere assegnate in due modi:
 con il self-rating, chi pubblica
autonomamente i marcatori PICS;
un
sito
applica
 con il third-party rating, i marcatori vengono apposti da
specifiche agenzie indipendenti abilitate a svolgere questa
funzione (Rating Agency) su esplicita richiesta dei
responsabili dei singoli siti.
Un importante servizio di rating è quello dell'Internet
Content Rating Association (ICRA), un osservatorio
indipendente finanziato da un gruppo di aziende tra cui lo
stesso W3C, la Microsoft, IBM, AOL e Yahoo!. Per avere
informazioni, si può visitare il sito Web http://www.rsac.org/.
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
156
Sicurezza e Privacy: PICS
Le etichette PICS, come detto, possono essere utilizzate sia
da appositi software che si interpongono tra il client Web e il
pacchetto di accesso alla rete, sia direttamente dai browser.
Tanto Internet Explorer quanto Netscape hanno la capacità
di riconoscere i marcatori PICS e, a seconda delle
impostazioni dell'utente, controllare l'accesso ai siti durante
la navigazione.
L'amministrazione delle restrizioni di accesso con il browser
Microsoft si effettua mediante la scheda 'Contenuto' nella
finestra di configurazione delle 'Opzioni Internet'. Il pulsante
'Attiva' mette in funzione il sistema di controllo; il pulsante
'Impostazioni' invece ne consente la configurazione.
Sia l'attivazione sia l'impostazione delle restrizioni sono
protette da una password. Quando la restrizione è attiva, il
browser impedisce l'accesso a ogni pagina priva di etichette
PICS.
157
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Sicurezza e Privacy: PICS
Le pagine etichettate vengono invece confrontate con il
sistema di classificazione del servizio RSACi
La scala RSACI (Recreational Software Advisory
Council Internet) è stata creata in modo da offrire una
selezione tra i siti secondo una serie di dettagliati
parametri che suddividono i possibili contenuti scabrosi
in quattro categorie:

linguaggio

scene di nudo

sesso

violenza
158
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La Dimensione Sociale ed economica di
Internet
159
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La Dimensione Sociale: Comunità Virtuali
Il concetto di comunità nel senso moderno del termine è stato
introdotto nella riflessione sociologica da Ferdinand Tönnies, alla
fine dell'800, in un libro intitolato Gemeinschaft und Gesellschaft.
Il sociologo tedesco intendeva descrivere con i due termini
rispettivamente la comunità tradizionale premoderna e la
formazione sociale moderna e industriale, e analizzare la
trasformazione in corso dall'una all'altra.
Da allora la fortuna del termine è stata notevole e la sua
estensione semantica si è progressivamente dilatata, fino a
comprendere collettività sociali di natura diversa. Tutti questi usi
del termine hanno in comune l'idea che una comunità sia un
gruppo di persone unite da solidarietà e riconoscimento reciproco,
rapporti interpersonali, valori, interessi a lungo termine, e azioni
condivise. I fattori che favoriscono l'emergere di una comunità
sarebbero la prossimità spazio-temporale e la condivisione di un
territorio che renda possibile la conoscenza e le relazioni
personali, la comunicazione tra i membri. Quale terreno più fertile
di Internet per lo sviluppo delle cosiddette “Comunità Virtuali” ?160
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Liste e Conferenze
Si ipotizzi di condividere con un gruppo di altre persone,
collegate ad Internet, un interesse comune e di voler tenere una
corrispondenza assidua con loro. Se si volesse compiere questa
operazione in modo sistematico, ci si troverebbe in difficoltà,
specialmente qualora i destinatari siano centinaia e più. Per
questo tipo di comunicazione fra gruppi di utenti accomunati da
stessi interessi, esistono: le liste di discussione e le conferenze
(newsgroup).
Entrambi consentono a migliaia di persone di scambiarsi
messaggi creando delle vere e proprie comunità intellettuali, ma
differiscono fra loro per alcuni aspetti di cui uno fondamentale:
• le liste possono essere accomunate a circoli privati, in cui è
necessario prima iscriversi per poi partecipare alle discussioni.
Esse vengono utilizzate da comunità abbastanza ristrette e
selezionate, ad es. gli studiosi o gli appassionati di una materia;
• le conferenze sono una sorta di piazza del paese, in cui si
formano spontaneamente e liberamente capannelli che discutono
161
di ogni argomento, serio e faceto.
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Liste di Discussione
Le liste di discussione sono un’applicazione evoluta della
normale posta elettronica. I messaggi che i partecipanti ad un
lista si scambiano passano per le rispettive caselle di posta, e
tutto ruota intorno ad un programma detto list-server che, ha
un proprio indirizzo di posta.
Il list-server è una sorta d’infaticabile segretario comune a
tutti i partecipanti alla lista, che annota in un elenco gli indirizzi
e-mail di ciascuno di essi. La lista, a sua volta, è dotata di un
indirizzo di posta elettronica: quando uno dei membri della lista
vuole spedire un messaggio a tutti gli altri, non deve far altro
che spedirlo all’indirizzo della lista.
Anche per entrare nel gruppo degli iscritti ad una lista entra in
gioco il list-server: per iscriversi, infatti, bisogna inviare una
richiesta, che consiste in un messaggio di posta elettronica
inviato all’indirizzo del list-server.
Nel messaggio dovranno essere inseriti solo dei comandi che
il programma è in grado di interpretare.
162
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Conferenze Elettroniche (Newsgroup)
Uno dei principali momenti di aggregazione promossi da Internet
è rappresentato dalle cosiddette conferenze in rete. Sono, in
genere, oasi di libero e pubblico dibattito dedicate a persone
accomunate da interessi particolari cui si offre uno spazio in cui
scrivere messaggi.
I messaggi inviati al Newsgroup non hanno un vero e proprio
destinatario: sono semplicemente “affissi” su una bacheca
virtuale. Chiunque può leggerli, commentarli, rispondere. Per
consultare la bacheca è necessario conoscerne il nome e poi
fornirlo ad un programma capace di andare a recuperare, in rete,
la lista dei messaggi che vi sono contenuti.
I progenitori dei newsgroup sono le conferenze locali, offerte per
la maggior parte da molti sistemi amatoriali. Poiché un buon
numero di questi ultimi sono diventati nel tempo veri e propri
provider Internet (es. Mc-link, Galactica, ecc.), e poiché molti fra i
nuovi provider offrono ai propri utenti alcune aree di conferenza,
tanti navigatori dispongono, quasi sempre ignorandolo, anche di
un certo numero di conferenze locali. Spesso hanno la struttura di163
UniversitàNewsgroup
degli Studi di NapoliInternet,
"Parthenope" - S.I.C.S.I.
autentici
però inaccessibili dall’esterno.
Conferenze Elettroniche (Newsgroup)
Elevatissima è la rilevanza delle conferenze locali dal punto di
vista informativo e di marketing.
Essendo di norma raggruppati “a riccio” attorno a un singolo
sistema, i “conferenzieri” presentano una omogeneità di interessi
straordinaria che i newsgroup su Internet raramente raggiungono.
Ma le conferenze Internet per antonomasia rimangono i
newsgroup pubblici. Poiché inizialmente si sono sviluppati in una
sottorete di Internet denominata Usenix Network, i newsgroup
sono spesso chiamati gruppi Usenet, o conferenze Usenet.
Come nel caso delle conferenze locali, i newsgroup su Internet
sono essenzialmente bacheche elettroniche dedicate ciascuna a
uno specifico argomento.
Gli argomenti e le tematiche di discussione (topics) sono così
numerosi che se ne stimano ormai diverse decine di migliaia. Si
consultano collegandosi via Internet a un “news server” e
scegliendo poi la conferenza di maggior interesse.
164
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Conferenze Elettroniche (Newsgroup)
Fra le categorie principali si possono citare:
“alt”, per i newsgroup appartenenti alla gerarchia “alternative”,
dedicati a modi originali e creativi di pensare e vivere la vita:
“comp” per l’informatica e i computer;
“news” per le notizie;
“rec” per le attività ricreative;
“sci” per il mondo della scienza;
“soc” per le tematiche sociali;
“talk” per i fanatici del dibattito “a ogni costo”, su vari argomenti;
“misc” onnicomprensivo;
“us” per i gruppi riguardanti gli Stati Uniti;
“fr” per i gruppi che riguardano la Francia;
“it” per i gruppi italiani;
e moltissimi altri, riguardanti un vasto “stock” di argomenti mirati.
165
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Conferenze Elettroniche (Newsgroup)
È opportuno infine ricordare le principali conferenze a livello
internazionale e nazionale, per fornire un primo orientamento
su questo fondamentale strumento della comunicazione via
Internet:
news.lists, un newsgroup che fornisce informazioni sulle
nuove liste che appaiono quasi quotidianamente su Internet;
news.announce. Newsgroups, che fornisce informazioni sui
nuovi newsgroup;
news.announce.newusers, per gli ‘internauti’ alle prime
armi;
soc.culture.italian., conferenza internazionale “ufficiale”
sull’Italia;
it.news.gruppi, con la discussione su tutto quanto riguarda i
newsgroup italiani.
166
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Comunicare in Tempo Reale
Esistono su Internet forme di comunicazione e interazione in
cui lo scambio informativo avviene in “tempo reale”, senza
pause significative fra un messaggio e la sua ricezione.
Gli strumenti tipici di questo tipo di comunicazione si
possono raggruppare in due principali categorie:
chat testuali, in cui due o più persone parlano in appositi
ambienti della rete (sia pubblici sia privati) usando la
scrittura;
audio/video conferenze, fondate sulla comunicazione
verbale e visiva diretta.
Queste forme di comunicazione devono avvalersi di
tecnologie ad hoc (sono in commercio numerosi software
specifici) e di punti d’incontro capillarmente distribuiti nel
tessuto della rete.
167
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Chat Testuali
L’esempio più diffuso di sistema di chat testuale è Internet
Relay Chat (IRC). Le chat testuali sono di solito utilizzate a fini
più propriamente ricreativi e personali, ma hanno anche una
grande funzione pratica: diventano strumento lavorativo
strategico nel caso di aziende o enti pubblici con gruppi di
personale dislocati in diverse aree geografiche.
Le chat testuali, infatti, consentono non solo di azzerare in
modo economico distanze anche intercontinentali, ma
soprattutto di condividere strumenti utili per riunioni di lavoro e
meeting accademici (lavagne interattive, scambio di file, ecc).
Il funzionamento di IRC si basa sulla presenza di un server
che svolge la funzione di “ripetitore” dei messaggi scambiati fra
i partecipanti alla discussione. Su ogni singolo server possono
essere ospitate anche diverse conversazioni in spazi virtuali
chiamati “canali”. Il server tiene traccia di tutti gli utenti
connessi ai vari canali, cosicché, quando uno di essi scrive
qualcosa, il messaggio viene automaticamente inviato in tempo
reale a tutti gli altri.
168
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Chat Testuali
Esistono anche delle affiliazioni fra gruppi di server IRC, i
cosiddetti “talk city”: connettendosi a un server affiliato ad
una talk city (di solito quello geograficamente più vicino al
provider dell’utente) si può interagire con tutti gli utenti al
momento connessi anche agli altri server.
I principali talk cityson: Efnet, Undernet, DALnet, 3Dnet,
IRCnet.
Tra i principali software client per le chat testuali ricordiamo:
mIRC,
sistemi di “instant messaging” (realizzati per informare
automaticamente gli utenti della “presenza” in rete dei loro
corrispondenti) come ICQ (AOL) e MSN Messenger
(Microsoft).
169
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Audio/Video Conferenze
Parlare via Internet è al momento una possibilità poco sfruttata
dal popolo della rete, soprattutto per un’ancora insufficiente
velocità nella trasmissione dei dati. La telefonia via Internet
(voice on IP) non è molto utilizzata, ma le prospettive di
mercato segnalano una sicura espansione del fenomeno nei
prossimi anni. Per le audio conferenze i software più utilizzati
sono:
BuddyPhone e Internet Phone, uno dei primissimi software
per audio/video conferenze apparso in rete.
Le video conferenze sono utilizzate principalmente a scopi
lavorativi. Costituiscono un ideale canale di comunicazione fra
gruppi lavorativi distanti che, per ottimizzare tempi e risorse
economiche, decidono di munirsi di un software che permette
vere e proprie riunioni di lavoro virtuali.
Oltre al software (CU-SeeMe, Netmeeting) e a strumenti di
connessione alla rete (LAN, modem, etc.), è necessario
acquistare una telecamerina Webcam da connettere al PC.
170
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Newsletter
La newsletter telematica è uno dei primi strumenti di
comunicazione nati sul Web.
Si tratta di una pubblicazione mirata su determinati
argomenti inviata a una mailing-list di lettori interessati.
La newsletter è uno strumento che ha preso piede in modo
massiccio anche presso le Pubbliche Amministrazioni.
Si può dire che ormai nessun ente pubblico manchi di una o
più newsletter dedicate a vari argomenti: Università, Centri di
Ricerca, Ministeri, Amministrazioni regionali, provinciali e
comunali affidano spesso a questo strumento il compito di
diffondere informazioni e creare comunità virtuali.
171
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La Dimensione Economica
Grossissimo impatto e sviluppo hanno avuto, negli ultimi 10
anni, i flussi di transazioni economiche veicolate sulla “RETE”.
Per capire la ragione di questo sviluppo occorre per prima cosa
avere ben chiara la caratteristica fondamentale di una rete
telematica:
quella
di
rappresentare
uno
strumento
estremamente efficiente (in termini di costi, accessibilità,
velocità, semplicità d'uso) per la trasmissione e la condivisione
a distanza di grandi quantità di informazione.
Ora, qualunque transazione economica - dalla vendita di un
bene alla stipula di un contratto, dalla concessione di un
finanziamento all'acquisto di strumenti di investimento, dal
versamento su conto corrente all'emissione di un bonifico - è
anche una transazione informativa e presuppone l'acquisizione e
lo scambio di informazioni.
Il fatto che queste informazioni tendano spesso a 'fissarsi' su
un supporto materiale può far talvolta dimenticare la
componente informativa dell'operazione svolta.
172
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La Dimensione Economica
Le transazioni economiche e commerciali possono dividersi a
grandi linee in due categorie:
quelle che possono integralmente risolversi in uno scambio di
informazioni,
senza
che
quest'ultimo
debba
essere
necessariamente affiancato dal passaggio di mano di oggetti
fisici,
quelle che richiedono sia uno scambio di informazioni, sia un
passaggio di mano di oggetti fisici.
Nel primo caso, Internet e - più in generale - gli strumenti
informatici e telematici possono costituire il vero e proprio
spazio della transazione.
È quanto avviene ad esempio nel caso dell'Internet banking o
del trading on-line: se desidero consultare un estratto conto,
effettuare un bonifico, acquistare un'azione, posso farlo
'spostando' solo informazione, senza bisogno di spostare oggetti
fisici.
173
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La Dimensione Economica: B2B e B2C
Abbiamo distinto fra transazioni esclusivamente informative,
e transazioni costituite da una componente fisica e una
componente informativa. Per comprendere meglio le
caratteristiche proprie della rete Internet come strumento per
lo svolgimento di transazioni economiche e commerciali
occorre tuttavia introdurre un'altra differenziazione: B2B e
B2C.
La sigla B2B abbrevia l'espressione 'Business to Business'.
Appartengono alla sfera del B2B tutte le transazioni che
coinvolgono solo le imprese e non l'utente finale: ad esempio
l'acquisto di materie prime indispensabili alla produzione,
l'acquisto di servizi indirizzati al mondo dell'impresa, il
commercio all'ingrosso, e così via.
Con la sigla B2C, ‘Business to Consumer’ si indicano
invece le vendite dall'azienda all'utente finale: commercio al
dettaglio, vendita di beni e servizi indirizzati ai singoli utenti.
174
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
La Dimensione Economica: B2B e B2C
Il numero di portali e servizi B2B offerti sul Web è cresciuto
negli ultimi anni a un tasso accelerato. E nel periodo di maggiore
crisi della new economy le aziende impegnate nel settore del
B2B e in particolare dell‘ e-procurement (l'uso della rete da
parte delle grandi aziende per lo svolgimento delle aste e gare
d'appalto relative a forniture, servizi in outsourcing, ecc.) hanno
subito perdite in media proporzionalmente assai inferiori a quelle
lamentate dai servizi di vendita diretta ai consumatori.
Ricordiamo che una transazione B2B in rete ha in genere tre
protagonisti:
l'azienda che compra,
l'azienda che vende
il servizio o portale che le mette in contatto.
I primi due protagonisti hanno ovviamente interesse a pagare i
costi di intermediazione più bassi possibile e ciò spiega parte del
successo verificatosi.
175
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri...
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... J. C. R. Licklider
J. C. R. Licklider
Di formazione psicologo, Lick passò ben presto a occuparsi di
computer nei laboratori del MIT di Boston. Il suo interesse si
rivolse subito al problema delle interfacce uomo/computer e
al ruolo che le macchine di calcolo avrebbero potuto avere
per lo sviluppo delle facoltà cognitive e comunicative
dell'uomo (ben trenta anni prima che questi concetti
divenissero centrali nel settore informatico).
177
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri: J. C. R. Licklider
Idee esposte in un articolo del
1960
intitolato
Man-Computer
Symbiosis, che lo rese famoso.
Appena giunto all'ARPA, iniziò a
creare una rete di collegamenti tra
i
maggiori
centri
di
ricerca
universitari nel settore informatico,
raccogliendo
un
gruppo
di
collaboratori che battezzò secondo
il
suo
stile
anticonformista
'Intergalactic Computer Network'.
Tra i progetti che promosse vi
furono lo sviluppo dei primi sistemi
informatici basati sul time-sharing
e sulla elaborazione interattiva. In
uno dei suoi memorandum apparve
anche per la prima volta l'idea di
una rete mondiale di computer.
178
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri… Paul Baran
Paul Baran
Un promettente ingegnere al soldo della Rand Corporation,
che fondo` il concetto stesso di delocalizzazione, ovvero
che il neonato mezzo di comunicazione non avrebbe dovuto
avere un centro, ma tanti punti intelligenti: perché questo
avvenisse era assolutamente necessario che tutti i nodi
fossero indipendenti, avessero una pari gerarchia e fossero
capaci di originare, passare e ricevere i messaggi.
179
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri… Davies Donald
Donald Watts Davies, un fisico del British
National Physical Laboratory, sviluppa a
Londra delle teorie sul networking molto
simili a quelle di Baran. Dopo aver
macinato le sue idee per alcuni mesi,
nella primavera del 1966 Davies dà una
pubblica lettura del suo lavoro, nel quale
si parla di una rete distribuita analoga a
quella concepita da Baran. Davies
descrive l'inoltro di messaggi, suddivisi in
tanti "pacchetti", all'interno di una rete
digitale.
Alla fine della conferenza viene avvicinato da un funzionario del
ministero della difesa Usa, che gli segnala gli studi effettuati
dalla Rand Corporation, di cui Davies non aveva mai sentito
parlare.
180
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri… Davies Donald
Baran e Davies avevano raggiunto le stesse conclusioni a un
continente di distanza, arrivando a coincidere perfino sulla
dimensione dei pacchetti, sulla velocità di trasmissione e
sull'utilizzo di una regola d'instradamento (routing), che fosse
adattiva, così da inviare i pacchetti all'interno della rete
tenendo conto istante per istante della situazione dei nodi
adiacenti e della congestione dei collegamenti.
La scelta del termine Packet Switching per battezzare questa
tecnologia di trasmissione dati si deve a Davies, mentre
Baran aveva descritto le stesse cose con un più prolisso
distributed
adaptative
message
block
switching
(commutazione distribuita adattiva a blocchi).
181
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Robert Taylor
Robert Taylor
Bob Taylor si era brillantemente
laureato in psicologia e matematica,
e aveva fatto una tesi di dottorato in
psicoacustica.
Aveva
conosciuto
Licklider nel 1963, facendo una
ottima
impressione
sul
grande
scienziato, e stabilendo con lui una
relazione di amicizia e di stima
reciproca.
Per queste ragioni il successore di Lick all'Ufficio Tecniche di
Elaborazione dell'Informazione (IPTO) dell'ARPA, Ivan
Sutherland (padre della computer graphic), lo chiamò come
collaboratore nel 1965. Pochi mesi dopo anche Sutherland si
dimise e Taylor, a 34 anni, ne assunse il posto.
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
182
I pionieri... Larry Roberts
Si fa riferimento a Larry Roberts come al
padre di ARPANET, in quanto coordinatore
del team di ingegneri che crearono
ARPANET. Roberts fu il principale architetto
della rete ARPANET. Quando nel 1966,
Robert Taylor assunse la direzione
dell’Information Processing Techniques
Office (IPTO) dell’ARPA, scelse Larry
Roberts per la gestione del progetto di
networking dell’ARPA che nel frattempo
stava
lavorando
al
MIT's
Lincoln
Laboratory. Roberts aveva esperienza in
network computing, cosa rara!
183
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Frank Heart
Frank Heart era direttore della divisione
informatica della
Bolt Beranek and
Newman (BBN) all’epoca dell’attribuzione
della gara d’appalto per la realizzazione
degli IMP (il cuore della rete).
A quella gara d’appalto parteciparono grossi colossi
dell’informatica
del
tempo,
e
comunque
venne
sorprendentemente aggiudicata alla BBN con sede a
Cambridge, cittadina nei pressi di Boston dove sorgevano i
due istituti più importanti del paese Harvard e MIT. Heart,
oltre ad essere un valente scienziato, era anche un ottimo
manager. Assunse in prima persona la responsabilità del
progetto degli IMP, creando un gruppo di collaboratori di
altissimo livello tra cui Bob Kahn.
184
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Wesley Clark
Wesley Clark, un altro dei partecipanti agli
incontri organizzati da Roberts, dà un
contributo importante alla realizzazione di
Arpanet:
propone
di
non
collegare
direttamente i calcolatori tra loro essendo i
modelli di computer in circolazione all'epoca
talmente tanti che anche calcolatori della
stessa
ditta
richiedono
sforzi
di
programmazione e modifiche all'hardware
per comunicare l'un l'altro.
Clark suggerisce di utilizzare una sottorete di computer tutti
uguali e compatibili, dedicati esclusivamente alle funzioni di
trasmissione e ricezione dei dati. In questo modo i computer
della sottorete avrebbero parlato tutti lo stesso "linguaggio",
senza problemi di compatibilità, e ogni nodo della rete avrebbe
dovuto imparare solamente il linguaggio della sottorete anzichè
quello di tutti gli altri nodi a cui sarebbe stato connesso.
185
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Robert Kahn
E’ co-designer del protocollo TCP/IP. Nel
1964 ottiene un PHD dalla Princeton
University, lavora per un pò ai AT&T Bell
Laboratories, e poi diventa Assistente di
Ingegneria Elettrica al MIT.
Successivamente lavora a Bolt Beranek and
Newman, e contribuisce alla costruzione
degli Interface Message Processor.
Nel 1972, Kahn lavorò all’IPTO sulle tecnologie di rete, in
Ottobre fece una dimostrazione di ARPANET connettendo 40
computers all’International Computer Communication
Conference.
Le esperienze fatte all’IPTO, lo convinsero della necessità di
sviluppare un modello di architettura aperta di rete, in cui
ciascuna
rete
può
comunicare
con
un’altra
indipendentemente
dalla
cofigurazione
hardware
e
software.
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
186
I pionieri... Robert Kahn
Egli individuò quattro elementi di ciò che sarà il TCP:
Network connectivity. Qualsiasi rete si può connettere ad
un’altra attraverso un gateway.
Distribution Non ci dovrebbe essere controllo o amministrazione
di rete centralizzato.
Error recovery. I pacchetti persi vanno rispediti.
Black box design. Nessun cambiamento interno ad una rete deve
seere fatto per connettersi alle altre reti.
Nel 1973, Cerf e Kahn cominciarono le ricerche per lo sviluppo del
TCP. TCP fornì comunicazioni estremamente affidabili. Fu
successivamente suddiviso in due protocolli TCP/IP: TCP gestisce i
servizi di alto livello come la ritrasmissione dei pacchetti e IP
gestisce l’indirizzamento e la trasmissione dei pacchetti.
Kahn è ora Presidente della Corporation for National Research
Initiatives (CNRI), un’organizzazione di ricerca no-profit.
Insieme a Cerf e Roberts condivise nel 2001 il Charles Stark Draper
Prize per il loro lavoro su ARPANET e Internet.
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187
I pionieri... Vinton Cerf
Come studente laureato, Vint Cerf
fu coinvolto alla UCLA agli albori
della progettazione di ARPANET. Fu
presente quando il primo IMP fu
consegnato alla UCLA. E’ detto ”il
padre di Internet" come co-autore
del protocollo TCP/IP che consente
la connessione tra ARPA e le varie
reti independenti per formare una
larga rete di reti: Internet.
Cerf crebbe a Los Angeles, spiccata attitudine per matematica,
indossava spesso giacca e cravatta, stile inconsueto per uno
studente. Cerf è ancora noto per il suo stile impeccabile.
Laureò a Stanford nel 1965, cominciò in IBM come systems
engineer, ma presto preferì tornare a studiare: la tesi di PHD
all’UCLA's computer science department fu basata su un
progetto "Snuper Computer” di un computer progettato per
osservare l’esecuzione dei programmi remotamente.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Tim Barner Lee
Laureato alla Oxford University, England, Tim
è Founders della 3Com al Laboratory for
Computer Science and Artificial Intelligence
Lab al Massachusetts Institute of Technology.
Egli dirige il World Wide Web Consortium,
open forum di aziende e organizzazioni con
la missione di portare il web al suo massimo
potenziale.
Con un background di progettazione di sistemi di
communicazione in real-time e di sviluppo di software di text
processing, nel 1989 inventò il World Wide Web, un
hypermedia basato su internet per la condivisione globale delle
informazioni, lavorando al CERN. Egli scrisse il primo client web
(browser-editor) e server in 1990.
Prima di arrivare al CERN, Tim lavorò con Image Computer
Systems, di Ferndown, Dorset, England e prima come engineer
con Plessey Telecommunications, in Poole, England.
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I pionieri... Steve Crocker
Steve Crocker è un esperto di computer security. E’ CEO
della Steve Crocker Associates, azienda di consulenza e di
R&D, specializzata nelle tecnologie di commercio elettronico
su Internet. Steve Crocker era uno dei fondatori e
responsabile tecnologico della CyberCash, Inc., la principale
azienda di pagamenti su Internet. All’inizio degli anni ‘70,
Crocker fece parte del gruppo di sviluppo dei protocolli per
Arpanet e pose le fondamenta per l’Internet odierna.
190
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Steve Crocker
Inoltre, Crocker organizzò il Network Working Group, che fu
il precursore dell’attuale Internet Engineering Task Force e
iniziò la serie delle Request for Comment (RFC) attraverso
cui la progettazione dei protocolli è documentata e condivisa.
Crocker è stato program manager all’Advanced Research
Projects Agency (ARPA), un senior researcher all’
Information Sciences Institute del USC, founder e direttore
del Computer Science Laboratory di Aerospace Corporation e
vice presidente alla Trusted Information Systems prima di
giungere in CyberCash. Crocker fu direttore dell’area
sicurezza dell’Internet Engineering Task Force per quattro
anni e membro dell’Internet Architecture Board per due anni.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Ray Tomlinson
Fu giusto trent'anni fa che un certo Ray
Tomlinson, un ingegnere che lavorava
sulla rete Arpanet, inviò il primo
messaggio di posta elettronica. Nell'ormai
lontano 1971 Tomlinson non immaginava
minimamente che il suo nome sarebbe
entrato a far parte della storia. Oggi,
all'età di 63 anni, il brillante ingegnere
non ricorda più cosa ci fosse scritto in
quella mail e commenta:
«Avevo inviato un certo numero di messaggi a me stesso da una
macchina all'altra. Il testo preciso non l’ho più in mente, ma
l'unica cosa di cui sono certo è che era tutto in lettere
maiuscole: molto probabilmente doveva trattarsi di una frase
come QWERTYUIOP!». Tomlinson mise a punto il programma
che consentiva di scambiare messaggi di posta elettronica tra
tutti coloro collegati ad Arpanet.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
I pionieri... Ray Tomlinson
Tomlinson lavorava alla Bbn (Bolt Beranek and Newman),
azienda per cui continua a lavorare.
Grazie a Tomlinson fu subito possibile spedire messaggi tra
computer appartenenti a reti diverse da quella locale, purché
collegati tra di loro da Arpanet. Ma l'ingegnere non fu solo
l'inventore del primo client e-mail: fu anche colui che perfezionò
la sua creazione escogitando, all'inizio del '72, un particolare
modo di spedire i messaggi da una rete all'altra.
Così nacquero gli indirizzi e-mail che usiamo ogni giorno,
strutturati con nome e cognome@dominio. In una parola,
l'ingegnere utilizzò la "@" commerciale per comporre l'indirizzo
del destinatario.
La "@" era uno dei pochi simboli della tastiera non utilizzati per
scrivere i nomi e ben rendeva il significato di "at", ossia "presso"
la specifica rete di computer indicata dopo la chiocciola. È con
questo stesso aspetto che si presenta più di mezzo miliardo di
indirizzi e-mail oggi.
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I pionieri... Danny Cohen
Danny Cohen ha un PhD all’Università Harvard.
Cohen guidò progetti pilota su applicazioni
interattive realtime su ARPAnet e Internet,
come visual flight simulation, packet-voice
(aka Voice over IP) e packet-video. Dopo la
facoltà di informatica ad Harvard (1969-1973)
si unì al USC/ISI (1973-1993) dove avviò molti
progetti riguardanti le reti, incluso Packet-Voice, Packet-Video,
Internet Concepts, MOSIS, FastXchange (e-Commerce), Digital
Library, e ATOMIC che fu il precursore del Myrinet. Nel 1993
cominciò a lavorare su Simulazione interattiva distribuita
(Distributed Interactive Simulation) attraverso molti progetti
fondati da DoD. Nel 1994 fu fondò Myricom insieme a Chuck
Seitz ed altri che commercializzò Myrinet, un sistema di rete ad
alte prestazioni. Nel 2001 si unì alla Sun e sta lavorando
sull’interconnessione ottica. Cohen ha fatto parte per 5 anni
della Scientific Advisory Board dell’Aeronautica. E’ un fidato
membro della Flat Earth Society.
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I pionieri... Leonard Kleinrock
Leonard Kleinrock creò i principi base del
packet switching, la tecnologia sottostante
Internet, come studente lauretao al MIT. Tutto
ciò accadeva la decade antecedente la nascita
di Internet quando il suo host alla UCLA
divenne il primo nodo di Internet nel
Settembre 1969. Sull'argomento egli scrisse e
pubblicò il primo libro; inoltre, diresse la prima transmissione
del primo messaggio da trasmettere su Internet. Fu incluso dal
Los Angeles Times nel 1999 tra i "50 People Who Most
Influenced Business This Century". Kleinrock ebbe il Ph.D. dal
MIT nel 1963 ed è stato professore di informatica all'Università
della California (Los Angeles). Ha ricevuto il BEE degree dal
CCNY nel 1957 (e un Honorary Doctor of Science dal CCNY nel
1997 e un altro dall'Università del Massachusetts, Amherst in
2000).
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I pionieri... Leonard Kleinrock
Ha pubblicato più di 240 scritti ed è stato autore di sei libri su
vari argomenti quali: packet switching networks, packet radio
networks, local area networks, broadband networks, gigabit
networks and nomadic computing.
Kleinrock è membro della American Academy of Arts and
Sciences, della National Academy of Engineering, an IEEE
fellow, an ACM fellow e un membro fondatore della Computer
Science and Telecommunications Board of the National Research
Council.
Tra vari onori, ha ricevuto la CCNY Townsend Harris Medal,
CCNY Electrical Engineering Award, Marconi Award, L.M.
Ericsson Prize, NAE Charles Stark Draper Prize, Okawa Prize,
IEEE Internet Millennium Award, UCLA Outstanding Teacher
Award, Lanchester Prize, ACM SIGCOMM Award, Sigma Xi Monie
Ferst Award, INFORMS Presidents Award, IEEE Harry Goode
Award.
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I pionieri: altri
Metcalfe, Bob; inventore di Ethernet; agli inizi degli anni ‘70
svolse “pioneering work” a Xerox PARC per sviluppare la
tecnologia per le reti locali; coinvolto nei primi esperimenti su
ARPANET come studente laureato, iscritto a Harvard, ma
lavorando al MIT.
Mockapetris, Paul; co-inventore del Domain Name System
(DNS) nel 1983; lavorò al USC's Information Sciences
Institute.
Partridge, Craig; co-inventore del Domain Name System
(DNS); programmatore al BBN.
Postel, Jon; co-inventore del Domain Name System (DNS);
ingegnere; editore and archivista delle Request For Comments
(RFCs) dagli inizi degli anni ‘70 ad oggi; come studente
laureato alla UCLA fu coinvolto nell’installazione e testing del
primo IMP nel 1969; membero del MsgGroup.
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Glossario
Account Chiave di accesso ad un servizio Internet, composto da un nome (username o
ID) e da un codice segreto (password).
ActiveX Tecnologia usata per inserire funzionalità interattive avanzate nelle pagine
Web e per creare applicazioni Internet.
ADSL Asimmetrical Digital Subscriber Line. Tecnologia digitale per trasmissione dati su
normali linee telefoniche, che permette uno scambio di dati a velocità teoriche sino a 9
Mbps in ricezione e a 640 Kbps in trasmissione. Il collegamento a Internet attraverso
linee ADSL è più veloce di quello attraverso linee analogiche o ISDN, ma più costoso.
Agenti Programmi 'intelligenti' in grado di svolgere con una certa autonomia compiti
quali la ricerca di informazioni in rete, ecc.
Allegato in inglese attachment, file di qualsiasi tipo associato ad un messaggio di
posta elettronica.
applet Programmino Java inserito in una pagina web ed interpretato dal browser.
Archie Strumento per la ricerca dei file contenuti all'interno dei server FTP su Internet.
Arpanet Rete telematica realizzata nel 1969 dall'Advanced Projects Research Agency
(ARPA), una agenzia del Dipartimento della Difesa del governo USA. È stata la
progenitrice di Internet.
ASCII American Standard Code for Information Interchange. Codice diffusissimo usato
per visualizzare i caratteri numerici ed alfabetici.
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Glossario
backbone
Rete ad alta velocità che raccoglie e veicola il traffico di numerose sottoreti di
Internet.
BBS
Bulletin Board System. Sistema che rappresenta una sorta di bacheca elettronica.
Bitnet
Rete utilizzata in ambiente accademico, con servizi di posta elettronica e di
trasferimento file.
bookmark
Indirizzo conservato, su nostra richiesta, dal browser per permettere di tornare a
siti di particolare interesse. I bookmark (chiamati 'Preferiti' da Internet Explorer)
sono spesso organizzati in categorie personalizzabili.
bps
In inglese, bit per secondo, b/s. Unità di misura della velocità di trasmissione
dati.
browser
Programma per la interpretazione e la seguente visualizzazione dei documenti
multimediali che costituiscono il World Wide Web. I due browser più diffusi sono
Microsoft
Internet
Explorer
Netscape- S.I.C.S.I.
Navigator.
Università
degli Studi
di Napoli e
"Parthenope"
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Glossario
canale
gruppo di dialogo o di siti dedicato ad un unico argomento o tema.
chat
Sistema di comunicazione in tempo reale che permette a più utenti di scambiarsi
messaggi scritti, tipo una chiacchierata.
client
Programma (browser) che interagendo con un server permette ad un utente di
accedere a servizi e risorse distribuite sulla rete.
CSS
Cascading Style Sheets. Linguaggio per la specifica di fogli stile usati in pagine
web.
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Glossario
DNS
Domain Name System. Sistema che consente di assegnare dei nomi agli indirizzi
IP anziché dei numeri
dominio
Parte della rete Internet identificata da un nome che costituisce l'indirizzo di un
computer.
download
Il prelievo di un file qualsiasi da un computer remoto.
e-commerce
Commercio elettronico. Vendita di beni o servizi tramite siti specializzati.
e-mail
Electronic mail, posta elettronica. Il più diffuso servizio Internet che consente agli
utenti lo scambio di messaggi con eventuali file allegati.
emoticons
faccine (o smiley) ottenute con i caratteri della tastiera ed usate per esprimere gli
stati d'animo nei messaggi.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Glossario
FAQ
Frequently Asked Questions. Elenco delle più frequenti domande e relative
risposte su un determinato argomento, molto diffuso in Internet.
firma digitale
Codifica di un file attraverso cifratura che consente di identificare in maniera
univoca e sicura il mittente.
flame
Serie di messaggi polemici scambiati tra utenti di gruppi non moderati.
fogli di stile
Elenco di direttive che determinano le modalità di visualizzazione di un
documento Web da parte del browser.
freeware
Software distribuito in modo gratuito, utilizzabile senza nessun vincolo di
pagamento.
FTP
File Transfer Protocol. Protocollo per il trasferimento dei file che consente agli
utenti Internet di prelevare o depositare file da o su computer remoti.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Glossario
GIF
Graphic Interchange Format. Formato grafico compresso molto diffuso su
Internet per immagini statiche od animate, che utilizza un massimo di 256 colori.
gopher
Sistema per l'organizzazione e la distribuzione delle informazioni.
hacker
persona che ama esplorare i codici dei sistemi di programmazione; generalmente
è inteso come pirata informatico
host
Computer connesso alla rete in modo permanente, che ne diventa nodo
integrante
HTML
HyperText Markup Language. Il linguaggio di programmazione che consente di
inserire file grafici, sonori, video nonché ipertesti e oggetti interattivi nelle pagine
web
HTTP
HyperText Transfer Protocol. Protocollo alla base del World Wide Web, che regola
l'interazione tra i client (browser) e i server che custodiscono i documenti.
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Glossario
indirizzo e-mail indirizzo di posta elettronica così composto: [email protected]
indirizzo internet indirizzo che conduce ad un sito od una pagina web.
indirizzo IP Identificativo numerico associato a ogni singolo computer connesso ad Internet.
indirizzo IP dinamico Un indirizzo IP dinamico è un identificativo assegnato
temporaneamente ad un computer nel momento della connessione; quando questi si scollega
lo stesso indirizzo viene attribuito ad un altro utente.
instant messaging Sistema che permette di essere informati della eventuale connessione in
rete di nostri corrispondenti, ed intergire con loro in tempo reale, scambiare file.
Internet Insieme di reti locali e remote che comprende e coinvolge tutto il mondo, con la
finalità di condividere informazioni e comunicare.
Intranet Rete locale, anche aziendale, che fa uso di tecnologie Internet.
Ipertesto Sistema di organizzazione di informazioni testuali e non basato su una struttura
non sequenziale in cui una informazione può essere collegata ad altre mediante uno o più link.
IRC Internet Relay Chat. Strumento per la realizzazione di chat attraverso Internet. IRC è
suddiviso in numerosissimi canali tematici, detti anche 'stanze'.
ISDN Integrated Services Digital Network - standard di comunicazione utilizzato per la
trasmissione digitale attraverso linee telefoniche. Un collegamento ISDN offre in genere due
linee utilizzabili indipendentemente (per voce o dati), capaci di trasferire dati ciascuna alla
velocità di 64Kbps, eventualmente accoppiabili per raggiungere una velocità di 128Kbps.
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Glossario
Java
Linguaggio di programmazione usato per applicazioni distribuite in rete.
Jini
Linguaggio di programmazione derivato da Java che facilita l'integrazione fra computer
e periferiche (stampanti, scanner, modem, etc.). Le sue potenzialità potrebbero
facilitare lo sviluppo di elettrodomestici intelligenti capaci di essere controllati tramite
Internet.
JPG o JPEG
Formato grafico molto diffuso su Internet. Riduce l'occupazione di spazio delle immagini
mediante una compressione regolabile. Può visualizzare fino a 16 milioni di colori, ma
ad alti tassi di compressione riduce la qualità dell'immagine.
LAN
Local Area Network. Rete di computer per trasmissione dati realizzata per coprire
un'area ristretta, anche aziendale. L'estensione limitata consente di ottenere velocità di
trasmissione fino a 100Mb/s.
link
Collegamento ipertestuale.
login
Procedura di accesso a computer od a servizi informatici.
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Glossario
mailbox
Casella postale di un utente, ospitata dal server del provider che gli fornisce il servizio.
La mailbox ospita temporaneamente i messaggi di posta elettronica, in attesa che essi
vengano scaricati con un apposito programma.
mailing-list
Lista di utenti interessati a ricevere informazioni su un determinato argomento, tramite
la posta elettronica. Ogni messaggio spedito alla lista viene distribuito
automaticamente a tutti gli utenti che ne fanno parte. La lista è gestita da un listserver.
modem
Dispositivo che permette ad un computer di comunicare attraverso linee di trasmissione
analogiche o digitali mediante un processo di modulazione e demodulazione del
segnale.
Mosaic Il primo browser per il WWW creato nel 1992.
motore di ricerca
Programma che indicizza informazioni e fa compiere ricerche agli utenti sui propri
database.
MP3
MPEG Audio Layer 3. Standard di compressione dati audio in grado di offrire una qualità
paragonabile a quella dei normali CD pur riducendo a circa un dodicesimo di quella
originale la dimensione dei relativi file.
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Glossario
netiquette
Net-etiquette. Serie di norme di comportamento (galateo) da seguire in Internet.
network
Nel settore internet significa rete di computer.
network computer
Computer costruito per la rete, con caratteristiche di hard disk e software
limitate, ma in grado di utilizzare egregiamente una rete ed i suoi programmi.
Newbie
Termine che indica i "novellini", coloro che usano Internet da poco.
newsgroup
Gruppo di discussione a tema accessibile attraverso Internet. La partecipazione è
aperta a tutti e avviene attraverso appositi programmi o portali.
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Glossario
PDF
Portable Document Format. I documenti in questo formato permettono di conservare
una impaginazione professionale e costante, indipendentemente dalla piattaforma su
cui il documento viene letto. Per la lettura occorre il programma gratuito Acrobat
Reader Adobe.
PICS
Platform for Internet Content Selection. Tecnologia utilizzata per associare a una pagina
o a un sito etichette che ne descrivono il contenuto. Possono essere usate da un
browser opportunamente configurato per inibire l'accesso a determinate tipologie di
documenti in rete (ad esempio, siti pornografici).
plug-in
Specifici moduli software che integrano le funzioni dei browser o del computer,
permettendo la gestione di formati di file non standard.
POP
Point Of Presence. Numero telefonico che rappresenta in un'area locale, il punto di
accesso a Internet tramite un determinato provider
POP3 Post Office Protocol. Protocollo per la gestione della posta elettronica che
consente a un client e-mail di prelevare i messaggi dalla mailbox dell'utente.
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Glossario
portale
Sito Internet che offre una porta d'ingresso alla rete ricca di servizi per gli utenti: link,
notizie di attualità, strumenti di ricerca, guide, canali
PPP
Point to Point Protocol. Protocollo avanzato per il collegamento a Internet su linea
commutata, usato comunemente dalla utenza domestica di Internet.
prompt
Il carattere (o l'insieme di caratteri) che indica che il computer è pronto a eseguire un
comando.
protocollo Regole e formati che due computer devono seguire per poter comunicare
fra loro
provider
Azienda od Ente che fornisce l'accesso a Internet.
rete insieme di computer collegati fra loro ed in grado di condividere informazioni
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Glossario
server
Programma che gestisce, elabora e fornisce dati ai client. Anche computer che ospita
risorse e servizi di rete.
shareware
Software che può essere prelevato e provato gratuitamente ma che prevede, dopo un
certo periodo di tempo di prova, un pagamento per continuarne l'uso.
shockwave
Tecnologia per aggiungere alle pagine Web effetti di animazione e oggetti multimediali.
Per la visualizzazione di queste pagine, è necessario un apposito plug-in.
sito Gruppo di pagine web che costituiscono un dominio.
SMTP
Simple Mail Transfer Protocol. Protocollo che controlla l'invio di messaggi di posta
elettronica su Internet.
spamming
Consiste nell'invio non richiesto di una stessa e-mail, di solito pubblicitaria, a migliaia di
persone, sfruttando la posta elettronica gratuita. Fare spam viola la netiquette e la
legge italiana. Il termine deriva da Spam, marca statunitense di carne in scatola.
SSL
Secure Socket Layer, standard per la trasmissione cifrata usato in Internet per
garantire
glidegli
acquisti
fatti
con"Parthenope"
carta di credito.
Università
Studi di
Napoli
- S.I.C.S.I.
210
Glossario
tag
comando HTML che definisce regole o formati di impaginazione
TCP/IP
Transmission Control Protocol/Internet Protocol. Protocolli che consentono lo scambio di
dati tra i computer in rete.
Unix
Sistema operativo sviluppato per server URL Universal Resource Locator. Sistema che
indirizza i browser ad una determinata risorsa in rete: l'URL del sito Internet della Fase
Web è http://www.faseweb.it.
username
nome (reale od inventato) che identifica un utente Internet.
virus
Programma in grado di danneggiare più o meno gravemente dati e programmi in un
computer.
VRML
Virtual Reality Modelling Language. Linguaggio di programmazione usato per la creazione
di oggetti e ambienti tridimensionali in Internet.
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211
Glossario
Web TV
Dispositivi che permettono di navigare in Internet con l'ausilio di un televisore
Whois Programma Internet che consente agli utenti di avere varie informazioni inerenti
i domini, gli IP ed altro ancora.
WWW
Worl Wide Web. Enorme e multiforme collezione di documenti multimediali organizzata
in una struttura ipertestuale Internet.
XML
Extensible Mark-up Language. Un linguaggio sviluppato appositamente per la
distribuzione di documenti su Web.
ZIP
Formato compreso di file, la cui compressione o decompressione avviene attraverso un
apposito programma, come PkZip o Winzip.
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Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Bibliografia & Riferimenti
213
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - S.I.C.S.I.
Scarica

la storia di internet e delle reti - Parthenope