“Credo in Gesù Cristo,
Unico Figlio di Dio.”
(CCC, cap. 2)
prof. Antonio Izzo
Docente e Catecheta
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Cristianesimo: crede
In un Dio
• Uno
• Personale
• Trascendente
• Che si rivela all’uomo
Di Gesù di Nazaret
In Gesù di Nazaret
Come
PADRE
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Di tutti gli uomini
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Gesù di Nazaret
(Identità storica)
Lo testimoniano
Fonti ebraiche
Talmud
La letteratura giudaica:
Flavio Giuseppe
Lo riconoscono
Fonti Musulmane
Il Corano
Lo documentano
Fonti Romane
Tacito
Plinio il Giovane
Svetonio
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► Il Talmud: in ebraico significa “studio”, “dottrina”.
E’ la raccolta di insegnamenti orali derivati dalla
continua ricerca sul senso della Scrittura.
Esistono
due
versioni:
il
Talmud
di
Gerusalemme ( III-IV sec d.C. ) e il Talmud
Babilonese ( V sec d.C. ).
► La letteratura Giudaica: lo storiografo ebreo
Flavio Giuseppe ( 37-104 d.C. ) in un testo della
sua opera “Antichità giudaiche” rende
testimonianza non solo all’esistenza storica di
Gesù, ma anche alla sua messianicità,
riconoscendolo come il Cristo
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► Le Toledoth Jeshu ( Le storie di Gesù ): storie,
leggende e documenti della tradizione
medievale ebraica. Queste storie riconoscono
certamente l’esistenza storica di Gesù di
Nazaret, ma mirano a presentarlo come un non
ebreo, così da evitare “semplicisticamente” il
problema se fosse o meno il Messia.
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►Tacito ( 55-125 d.C. )
“...Nerone dichiarò colpevoli dell’incendio di Roma e
condannò ai tormenti, più raffinati coloro che
vengono chiamati cristiani...Essi prendevano il
nome da Cristo, che era stato suppliziato ad opera
del procuratore Ponzio Pilato sotto l’impero di
Tiberio...”
(Annales, 15, 44,2-5, scritti sotto l’imperatore
Traiano tra il 98-117 d.C. )
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►Plinio il Giovane ( 61-113 d.C. )
“...ecco come mi sono comportato con coloro che mi sono stati
deferiti come cristiani. domandai a loro stessi se fossero
cristiani. a quelli che rispondevano affermativamente ripetei
due o tre volte la domanda, minacciando il supplizio: quelli
che perseveravano li ho fatti uccidere....coloro che negavano
di essere cristiani o di esserlo stati, se invocavano gli dèi
secondo la formula che io avevo imposta e se inoltre
maledicevano Cristo, tutte cose che, mi dicono, è impossibile
ottenere da coloro che sono veramente cristiani, io ho
ritenuto che dovessero essere rilasciati...” ( Epistularum libri
10, 96: lettera a Traiano, scritta tra il 111-113 d.C. ).
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► Svetonio ( 69-140 d. C. )
“... I giudei che tumultuavano continuamente per
istigazione di un certo Cristo, egli (l’imperatore
Claudio ), li scacciò da Roma...”
( Vita Claudii, 25, 3-4, scritta verso il 120 d.C.
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► Il Corano, scritto tra il VI-VII sec. d.C. racconta
alcuni episodi della vita del “Cristo Gesù, figlio di
Maria” ( Sura IV, 171 ) “sua madre santa” ( Sura V,
75 ).
Il Corano non dubita dell’esistenza storica di Gesù,
anzi lo riconosce il Messaggero di Dio, il Profeta che
annuncia la venuta di Maometto e colui che, inviato
da Dio, opera miracoli. Nonostante tutte queste
qualità Gesù è ritenuto una Creatura e non figlio di
Dio: ripugna alla monoteistica mentalità islamica
che Dio abbia un figlio
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Fonti cristiane non bibliche
► Apocrifi: termine che nell’ebraismo e nel cristianesimo
indica quei libri che non appartengono al canone biblico
perchè non sono ritenuti ispirati da Dio.
► Agrapha: termine greco che significa “parole non scritte”.
Sono indicate le parole di Gesù non registrate nei vangeli
canonici e tramandate dalla tradizione. Gli agrapha sono
considerati autentici in base a vari criteri: qualità della
trasmissione, assenza di invenzione tendenziosa, non
alterazione delle parole canoniche. L’agrafon più noto è
quello riferito da Paolo in Atti 20,35: “Vi è più gioia nel
dare che nel ricevere”
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Fonti cristiane
►Le
prime fonti da considerare sono
certamente
quelle
più
vicine
al
personaggio, quindi i Vangeli scritti da
uomini che hanno vissuto con Gesù di
Nazaret (come Matteo e Giovanni ) o
immediatamente hanno raccolto la
testimonianza degli apostoli (Marco e
Luca ).
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I Vangeli
Per comprendere la natura di questi testi
e necessario sapere:
Come e quando nascono e con quale
finalità.
I fatti narrati nel vangelo sono storici?
Che cosa ci fa dire che i vangeli dicono la
verità? E soprattutto come facciamo a
sapere che il testo del NT, così come lo
leggiamo oggi, sia il testo autentico?
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I Vangeli
I Vangeli sono stati scritti all’incirca tra il
65 e il 90 d.C., ma non sono stati usati
immediatamente dalle prime comunità, le
quali si fondavano sull’insegnamento
orale degli apostoli. Per i primi cristiani, i
riferimenti fondamentali erano la raccolta
di testi sacri chiamata la Legge e i Profeti
(AT) e il Signore.
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I Vangeli
Con l’espressione il Signore veniva
designato, allo stesso tempo:
L’insegnamento di Gesù impartito prima della
morte
L’insegnamento di Gesù che si esprimeva
attraverso il canale degli Apostoli, cioè di coloro
che erano stati testimoni diretti.
Ma mentre la Legge e i Profeti erano testi scritti,
le parole del Signore e la predicazione degli
Apostoli furono conservati oralmente per anni.
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I Vangeli
Nelle prime comunità cristiane venivano lette le Lettere
di Paolo (redatte tra il 51 e il 67 d.C.), mentre il
contenuto dei Vangeli veniva trasmesso oralmente.
Solo nella seconda metà del II secolo comparvero
testimonianze relative all’esistenza di una raccolta di
Vangeli e all’autorità che le fu progressivamente
riconosciuta.
A partire dal 150 d.C. Giustino segnala che i cristiani
leggono i quattro Vangeli nelle assemblee domenicali,
che li considerano come opere degli Apostoli, e li usano
attribuendo loro un’autorità analoga a quella dell’AT
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La Finalità
Dalla vita di Gesù alla redazione dei Vangeli possiamo
distinguere alcune tappe:
• La predicazione di Gesù e gli eventi connessi alla sua
vita
• La predicazione orale su Gesù
• La predicazione scritta su Gesù
Gli evangelisti ordinarono le notizie con un intento
teologico e di fede preciso: proclamare che Gesù è il
figlio di Dio, il Messia atteso, che ha fatto conoscere
all’uomo l’amore di dio, testimoniandolo radicalmente
con la sua vita, morte e resurrezione
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La Finalità
I Vangeli dunque non sono relazioni storiche,
né cronache del passato e nemmeno biografie.
Essi sono libri storici in quanto riportano
testimonianze attendibili su un fatto storico, la
vita e la predicazione di Gesù, ma la loro finalità
è quella espressa da Giovanni. “Ma questi fatti
sono stati scritti perché crediate che Gesù è il
Messia, il figlio di Dio e perché egli vi dia la vita
e credete in Lui” (Gv 20,31)
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La storicità
Abbiamo detto che i Vangeli vogliono esprimere verità
di fede. Ciò non toglie che essi facciano riferimento a
eventi storici realmente accaduti. I fatti narrati sono
confrontabili con la storia civile (il censimento, la morte
di Erode…), e i nomi dei personaggi storici, sia romani
che palestinesi (Cesare augusto, Erode, Tiberio, Ponzio
Pilato…) sono quelli che troviamo anche nelle fonti
pagane. Le città e i monumenti citati (Cafarnao,
Betsaida, la piscina dei cinque portici) sono stati
rimvenuti con le scoperte archeologiche
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I contenuti dei Vangeli sono autentici
Per affermare che un dato evangelico è
autentico, vengono seguiti alcuni criteri:
• Criterio dell’attestazione multipla
• Criterio di discontinuità
• Criterio di continuità (o coerenza)
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Criterio dell’attestazione multipla
Può essere considerato attendibile un
evangelico quando è attestato da tutte o
maggior parte delle fonti evangeliche e
altri scritti del NT. La certezza in questo
riposa nella convergenza delle fonti.
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dato
dalla
dagli
caso
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Criterio d discontinuità
Si può essere considerato autentico un dato
evangelico se contrasta con gli interessi
dell’Ebraismo del tempo (es. critica della Legge)
e del Cristianesimo primitivo (es. particolari che
non fanno onore agli Apostoli, come la disputa
tra loro per stabilire chi fosse il più importante, o
Gesù che chiama Pietro “satana”).
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Criterio di continuità
Si possono considerare autentici tutti quei dati
evangelici che sono conformi con l’ambiente
(linguistico, sociale, politico, religioso) e l’epoca
di Gesù, e coerenti con il suo insegnamento
fondamentale, ossia la venuta e l’instaurazione
del Regno.
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Il testo dei Vangeli è autentico
Come facciamo a sapere che il testo dei Vangeli, così
come lo conosciamo, è lo stesso scritto dagli Evangelisti
se, come per tutti i testi antichi, non ci è possibile
attingere all’originale?
Le più antiche versioni complete della Bibbia sono nel
Codex Vaticanus e nel Codex Sinaiticus.
I manoscritti più antichi sono invece frammenti di versi o
di capitoli dei libri biblici. A molti di essi è stato attribuito
un nome, ma altri sono stati semplicemente numerati da
P1 (papiro numero 1) a P5300.
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Il testo dei Vangeli è autentico
Il Papiro di Rylands è uno dei più antichi frammenti di
papiro del NT, è in forma di codice (scritto da ambo i
lati) e contiene Giovanni 18, 31-33, 37-38. e’ stato
ritrovato in Egitto ed è stato datato intorno al 125 d.C.
(dunque è quasi contemporaneo all’originale).
Il Papiro di Bodmer (P66, P72-75) è una collezione
costituita da circa 50 manoscritti in greco datati intorno
al 200 d.C.. Il Papiro P75 (Vangeli di Luca e Giovanni)
appare virtualmente identico al Codex Vaticanus.
Il confronto critico tra i testi dei Vangeli e i manoscritti, ci
dà la certezza dell’autenticità: i Vangeli sono
sostanzialmente gli stessi scritti duemila anni fa.
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Il testo dei Vangeli è autentico
Il Codex Sinaiticus è datato intorno alla metà
del quarto secolo, conteneva i origine sia il
Nuovo che l’Antico Testamento, scritti in
greco. Ritrovato nella biblioteca del monastero
di Santa Caterina, sul Sinai, nel 1844 fu portato
a San Pietroburgo. Nel 1933 fu venduto al
British Museum di Londra dove attualmente è
conservato.
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Il testo dei Vangeli è autentico
Il Codex Vaticanus, codice del quarto secolo contenente
l’Antico e Nuovo testamento. Fu portato in Vaticano da
Costantinopoli come dono per il Papa, fra il 1475 e il
1481. Del Nuovo Testamento contiene tutto eccetto
Ebrei 9,14, la prima e seconda lettera a Timoteo,
l’epistola a Tito e l’Apocalisse, L’originale è
conservato in Vaticano, Né il Sinaiticus né il Vaticanus
contengono gli ultimi dodici versi di Marco 16, 9-20.
Questi sono i soli due manoscritti in greco, su un totale
di 620 contenenti il Vangelo di Marco, che omettono
questi versi
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Chi è Gesù di Nazaret?
Il discorso che Gesù tiene nella Sinagoga del
suo villaggio (Lc 4, 16-21) si fonda sul passo di
Isaia 61, 1-2, che quel sabato si leggeva, e che
Gesù applica a se stesso, anche se riguarda la
consacrazione del profeta.
Gesù parla di se come:
Messia/Cristo
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Titoli cristologici
SERVO
FIGLIO
DELL’UOMO
FIGLIO DI DIO
CRISTO
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►Gesù. E’ il nome proprio personale. Contiene in sé l'idea di
salute ed è composto con l'abbreviazione di "Jahvè (Dio)
salva".
►Cristo. In ebraico dire "Messia", Unto, Consacrato.
Nell'Antico Testamento era all'inizio usato per indicare i Re
consacrati con l'unzione religiosa; più tardi venne riservato
eslcusivamente all'Unto per eccellenza, l'atteso Salvatore.
Gli scrittori del Nuovo Testamento se ne servono per indicare
che Gesù è il Messia che Dio ha promesso di inviare
► Servo sofferente. Gesù stesso ha spiegato questo titolo,
che riprende le idee contenute nei libri di Isaia dove si parla
di un uomo giusto che soffre per il bene del suo popolo. Il
termine esprime molto bene la missione di sofferenza e di
morte per gli altri del Salvatore.
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► Figlio di Davide. E una variante del titolo di Messia e si
riferisce all'origine del Cristo. Gesù non ha mai rifiutato
questa
denominazione,
ma
ha
sempre
respinto
energicamente l'idea che essa avesse un significato politico.
Il suo regno, infatti, "non è di questo mondo"
► Figlio dell'uomo. E’ l'unico titolo che Gesù abbia applicato
a se stesso: lo troviamo nei Vangeli secondo Marco e Luca.
Gesù non si è mai definito Messia ma, intenzionalmente, ha
sostituito questo titolo con quello di Figlio dell'uomo. Lo ha
fatto per esprimere sia il suo abbassarsi ed entrare a far
parte dell'umanità peccatrice, sia per ricollegarsi al testo del
profeta Daniele (7, 32) dove si parla del “Figlio dell'uomo che
viene sulle nubi del cielo» e gli viene dato un dominio che
dura in eterno: in questo caso il "titolo" evoca la sua
dimensione "divina".
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►Parola. E’ un titolo usato in pochi passi degli scritti
di San Giovanni evangelista. Sottolinea il fatto che
Gesù è la parola definitiva e insuperabile di Dio per
l'umanità. In Lui, cioè, Dio manifesta se stesso e i
suoi progetti sulla storia. La potenza della Parola di
Dio (quella con la quale fu creato il mondo, vedi la
pagina della Genesi) è tutta in Gesù. Anzi: Egli è
quella stessa parola incarnata, visibile.In questo
modo si dice, dunque, che Gesù è da sempre
presso il Padre e partecipe delle sue azioni.
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►Signore.
Con questo titolo i primi cristiani
proclamavano che Gesù era entrato nella gloria di
Dio. Ciò significa che Egli non appartiene soltanto al
passato della storia della salvezza e non è soltanto
l'oggetto dell’attesa futura: è una realtà vivente nel
presente. E vivo, intercede per gli uomini, può
entrare in rapporto con loro, lo si può pregare. Egli
domina la storia come Dio.
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►Figlio
di Dio. Questa
denominazione fa
riferimento alla divinità di Gesù, alla sua unità
con Dio. Nello stesso tempo mette in
evidenza la sua umiltà e la sua obbedienza al
Padre.
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Morte in Croce di Gesù di Nazaret
Tomba Vuota
IPOTESI
FRODE
ILLUSIONE
MORTE APPARENTE
MITO
REALTA’
TESTIMONIANZE
LINGUAGGIO
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CORPOREITA’ DEL RISORTO
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