LA CLASSE 2ªN
DELLA SCUOLA
VIRGILIO
PRESENTA:
 LA PIRATERIA NEL MEDITERRANEO
 TORRE DEL FICODINDIA
 TORRE VERGINE MARIA
 TORRE TONNARA DI MONDELLO
 IL SISTEMA DI COMUNICAZIONE
DEI FANI
SITO
È ubicata all’interno dell’Hotel “La Torre”, a Mondello.
DESCRIZIONE
È di forma cilindrica, edificata con pietrame informe sul
piano di roccia precedentemente spianato e si eleva a 25 m
s.l.m.
Il piano terra è in parte occupato da una cisterna per la
raccolta dell’acqua piovana.
La prima elevazione è costituita da un unico ampio vano
circolare. Da lì si diparte una scala semicircolare che
conduce al terrazzo (Astracu).
L’unico ingresso della torre era costituito da una piccola
apertura al 1° piano raggiungibile per mezzo di una scala di
corda o di legno.
NOTIZIE STORICHE
La torre venne edificata nel 1445, per volere del Senato di Palermo, in seguito al
perdurare degli attacchi pirateschi portati al villaggio di Mondello ed all’entroterra del
piano di Gallo.
Dopo un accurato studio topografico da parte degli strateghi del tempo, la scelta
dell’edificazione cadde su un modesto promontorio e dominio della Fossa del Gallo e del
Golfo di Mondello, sino a giungere alla punta di Celesi.
·
Utilizzazione – originaria
Avvistamento e difesa della Marina.
·
Utilizzazione attuale
Usata in appoggio balneare all’Hotel La Torre.
·
Rapporto con il paesaggio
Scoglio calcareo alto circa 25 m s.l.m.
È inserita all’interno di un complesso alberghiero.
È circondata dalla residua macchia mediterranea costituita da:
euforbie, olivastri, qualche palma nana e alcune piante esotiche, come l’agave e
l’eucalipto.
Si trova in località Vergine Maria lungo la
litoranea che congiunge Palermo con la località
Addaura
La prima menzione che si ha della torre della
tonnara, che si erge a guardia della marina di
Vergine Maria, risale al 1578 allorquando si ebbe
scambio di corrispondenza tra i Torrari preposti
alla guardia ed il senato di Palermo, per
effettuare i necessari restauri al manufatto
attaccato dalla salsedine e dai forti venti di
maestrale.
Edificata sul versante orientale a protezione di un’antica tonnara, oggi in
totale abbandono, difendeva i tonnarati e gli abitanti del piccolo borgo di
pescatori dai frequenti attacchi dei pirati. Di forma troncoconica
leggermente scarpata, aveva corrispondenza di segnalazione del Rotolo e
del Castellammare di Palermo, posto all’imboccatura della Cala. La torre
sorge in prossimità in una spiaggetta e si presenta ai visitatori in discreto
stato di conservazione ma con alcuni elementi posticci quali un balcone,
l’apertura di tre finestre ed alcune residue feritoie in cemento armato
dell’ultimo conflitto mondiale. La forte torre di guardia è ricordata anche
dal marchese di Villabianca nel libro “Torri di guardia per li fani” e
successivamente anche dal D’Amico nel 1816, che ci ha lasciato una
dettagliata trattazione architettonica dell’edificio.
SITO, NOTIZIE STORICHE E
DESCRIZIONE
La torre della tonnara di Mondello è stata
costruita nel 1455 ed era posta a difesa
della tonnara oggi non più esistente. Nel
XVII secolo essa era di pertinenza della
casa Gerbino, dei baroni della Gulfotta. Fu
edificata nel XV secolo per conto del senato
di Palermo, aveva una scarsa importanza
sul piano difensivo generale. E’ situata al
centro del paese, assediata da costruzioni e
ristoranti è in corrispondenza della torre del
Ficondindia.
La torre è in buon stato di conservazione, ha una pianta circolare con
paramento esterno privo di intonaco e finestre molto piccole. Il suo
perimetro di base è libero solo per un terzo per il resto è occupato da
casette, pensiline e manufatti che ne deturpano l’aspetto. La torre
misura 18,50 metri tutt’intorno al muretto di un metro si aprono
numerose feritoie anticamente usate per le armi da fuoco, il diametro
interno è di 7,40 metri.
UTILIZZAZIONE
La torre si rese necessaria per difendere le maestranze artigiane, le
abitazioni dei tonnaroti, il complesso dei magazzini, le imbarcazioni,
le attrezzature e quanto potesse servire all’impianto della tonnara,
attorno alla torre poi si sviluppò il villaggio dei pescatori.oggi data
l’ubicazione felice al centro del paese, se ne suggerisce il recupero al
servizio pubblico come sede della proloco, da utilizzare per mostre,
esposizioni e piccole manifestazioni a carattere culturale.
RAPPORTO CON IL PAESAGGIO
La torre è situata a pochi metri dalla costa e può essere ammirata
anche dal mare. Oggi è soffocata e imbruttita dalle costruzioni che
sono sorte in epoca recente.
I Fani
Le torri costiere per svolgere il loro compito di difesa delle tonnare, delle
saline, delle sorgenti d’acqua, dei villaggi avevano bisogno di
comunicare fra di loro per segnalare l’arrivo delle navi nemiche. Per
questo scopo fu adoperato un sistema di comunicazione visiva a
distanza: I FANI.
il funzionamento dei fani
In ciascuna postazione è stata sistemata una batteria di otto grosse
fiaccole antivento, realizzate con cera e paraffina, posta ad una distanza
di m.25 una dall’altra, per un fronte totale di 200 metri, in modo che in
lontananza si vedesse una fila di luci. Le luci esterne (a destra e a
sinistra) rimanevano sempre accese per delimitare il campo di lettura. Le
fiaccole interne, numerate da 1 a 6, rappresentavano il codice inviato;
ogni codice composto dalle sei luci rappresentava una lettera
dell’alfabeto, secondo un criterio binario di segnalazione: 1 luce spenta
=0
Come si producevano i fuochi
I fani erano regolati dai guardiani della torre secondo un codice: il
numero dei fani associati a fuochi fermi comunicava il numero delle navi
nemiche e la direzione della rotta di avvicinamento. Per esempio: 10 fani
indicavano 10 navi con rotta di mezzogiorno; 3 fani e 1 fuoco fermo
stavano per più di 10 navi (fino a venti) sempre con rotta di
mezzogiorno; 5 fani e 2 fuochi fermi segnalavano fino a 10 navi con
rotta di tramontana.
Posizione delle torri
Le torri erano sorte “con proporzionata distanza, in maniera che una
guardi l’altra; onde nell’accostarsi navi o nemiche o di corsali, o amiche,
le persone destinate alla custodia di queste torri siano in obbligo la notte
di avvisare la città vicina con tanti fuochi quante sono le navi nemiche
vedute nel giorno.
La torre poi che le succede vicina corrisponde con altrettanti
fuochi, e questa avvisa la seguente, e così di mano in mano
una avvisava l’altra; sicché in meno di un’ora resta tutta la
Sicilia avvisata, e si mette in guardia”.
Intorno alla metà del xv°secolo nel Mediterraneo si sviluppò la pirateria
da parte dei Turchi,degli Algerini e dei Tunisini che minacciavano le
coste siciliane e sbarcavano nella nostra isola per derubare i contadini,per
assalire le tonnare e per rifornirsi di acqua potabile e di sale.
Catturavano uomini,donne e bambini che venivano poi venduti nel nordAfrica.
Le principali città della costa erano difese da alte e spesse mura ma per
difendere i vari centri abitati lungo le coste si pensò di costruire un
sistema di torri,poste sui punti più alti dei monti, per dare il segnale di
allarme in modo da organizzare la fuga delle popolazioni costiere e le
necessarie difese.
Le torri furono predisposte in modo da creare tra loro una fitta ragnatela
intercomunicante.
Nel secolo 16° in pochi anni furono costruite una serie di torri che nell’area
palermitana sorsero su tre rilievi strategici: Monte Gallo, Pellegrino e
Billiemi. I “torrari” dovevano trasmettere messaggi di allarme, per mezzo
dei Fani, cioè fuochi di notte o fumi di giorno, a tutte le torri in visione
ottica e poi in attesa dell’arrivo dei soldati organizzare la resistenza. I
messaggi rimbalzavano di torre in torre e permettevano alle popolazioni
delle campagne di fuggire e trovare un rifugio. Esistevano delle torri che
ricevevano o trasmettevano per prime il messaggio cioè erano torri per “le
comunicazioni” primarie principali. Una di queste era la torre “Mazzone di
Gallo” che poteva comunicare sia da un lato con S.Vito lo Capo sia con la
citondaritadina di Cefalù. Nel palermitano addette alle “comunicazioni
sece” erano le torri del “Fico d’India”,di “Isola di Fuori”, del “Rotolo”, la
torre “Addaura” e della “Tonnara di Vergine Maria”; esse rilanciavano il
messaggio lungo la costa,da postazione a postazione, sino a raggiungere la
fortezza di Castellamare alla Cala di Palermo. Da lì partivano i “cavallari
armati”per organizzare la difesa contro i pirati.
Realizzato da:
•Filippo Elici;
•Gloria Giacoletti;
•Noemi Guercio.
Con la collaborazione:
•della Prof.ssa Elvira Muratore;
•del Prof.re Giuseppe Tabone;
•della Prof.ssa Rosaria Maccarrone.
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Le torri del versante ovest della