L’attesa vigilante e gioiosa, che caratterizza l’Avvento, è l’atteggiamento congeniale per accostarsi al mistero di Dio e di Cristo: è la disposizione interiore che meglio permette di guardare a Colui che deve venire Il Dio dell’alleanza, che si è rivelato al popolo d’Israele, è il Dio della promessa, “della perseveranza e della consolazione” (Rm 15,5) che in Gesù manifesta la sua fedeltà all’uomo, assumendo la sua carne (cf. 2 Cor 1,20) Cristo, infatti, “è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri” (Rm 15,8). Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio, giustizia e pace regneranno sulla terra … Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi (Is 11,6-8) Il profeta della grande speranza Il precursore La serva del Signore Il padre terreno di Gesù “Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate le vie del Signore, come dice il profeta Isaia” (Gv 1,23) Giovanni Battista, in ebraico Iehôhānān, in greco Ioannes Prodromos, in latino Ioannes Baptista, è venerato da tutte le chiese cristiane, è santo per tutte quelle che ammettono il culto dei Santi. E’ una delle personalità più importanti dei Vangeli, la sua vita e la sua predicazione sono costantemente intrecciate con l'opera di Gesù Le informazioni circa la figura del Battista provengono dai Vangeli, dagli Atti degli Apostoli e dalle Antiquitates judaicae di Giuseppe Flavio, che parla di Giovanni come uomo di pietà e di virtù. I tre sinottici parlano della sua predicazione, della sua attività battesimale, mentre il Vangelo di Giovanni evidenzia la missione cristologica del Battista “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali” (Mc 1,7) Luca afferma che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta, cugina di Maria, e come Isacco, figlio di Abramo, fu generato quando i genitori erano in tarda età Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni (Lc 1,8-13) La sua nascita fu annunciata a Maria, la Vergine di Nazareth, dall’Arcangelo Gabriele: “Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,36-37) Quando Maria visitò Elisabetta, il nascituro balzò di gioia nel ventre della madre “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo” (Lc 1,41) Giovanni è ricordato come “il più grande dei profeti” “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Mt 11,11) Luca colloca il Battista in un quadro storico preciso: “Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” (Lc 3,1-2) Chiamato da Dio, Giovanni andò a vivere nel deserto, conducendo una vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato (consacrato a Dio): "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico" (Mc 1,6) Probabilmente apparteneva alla comunità giudaica degli Esseni, che vivevano in comunità monastiche nel deserto, aspettando l'avvento del Messia e praticando il battesimo come rito di purificazione. La novità del battesimo di Giovanni consiste nell’impegno di conversione “Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia” (Lc 3,3-4) Giovanni Battista sulle rive del Giordano “vedendo Gesù venire verso di lui disse: Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29) Il Battista morì prima di Gesù a causa della sua predicazione. Avendo condannato pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, fu arrestato. Poi per compiacere Salomè, Erode lo fece decapitare “Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista” (Mt 14,6-8) “In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile". “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Mt 3,3). La voce di Giovanni Battista che grida nel deserto della Giudea, chiamando tutti alla conversione, oggi più che mai risuona nel deserto del nostro tempo Terra arida e senz’acqua appare questo nostro mondo preda di un individualismo esasperato, di conflitti e interessi di parte che impediscono al seme della pace, quella sociale e quella dell’anima, di germogliare La corsa affannosa per ricoprire i primi posti, la smania di avere tutto e subito a danno degli altri, la bramosia di futili piaceri, il vuoto etico e culturale di una generazione manipolata e indotta a giudicare secondo le apparenze stanno impedendo all’uomo di imboccare il sentiero della felicità Sepolcri imbiancati, come i farisei e i sadducei dell’epoca, sono molti i falsi profeti dalle vesti eleganti, dal viso imbellettato, che sbandierano il miraggio di una felicità raggiungibile solo con la logica del possesso, abbandonando a se stessi gli ultimi della terra “Razza di vipere!”… Fate dunque frutti degni di conversione” (Mt 3,7-8), direbbe loro il Battista, “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto” (Lc 3,11) Vestito di peli di cammello e cibandosi di cavallette, Giovanni invitava a purificarsi da una fede professata con le labbra, ma non con il cuore Inneggiava alla logica dell’essenziale, perché tutto ciò che è superfluo appesantisce l’anima e rallenta il cammino verso la felicità, quella vera La felicità di un mondo pacificato dove ogni uomo, ritrovata la sua dignità creaturale, sarà pronto a ricevere lo Spirito Santo, “spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore” (Is 11,2) Usciamo, allora, dal deserto di questo nostro tempo e invertiamo la rotta per arrivare altrove. Lontani dal rumore del mondo, facciamo deserto nel nostro cuore per riscoprire nell’essenza della vita, nella condivisione e nella solidarietà il segreto della felicità “Convertitevi, - gridava il Battista – perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 3, 2), vicino non solo nel tempo, ma nello spazio. E’ vicino perché è dentro di noi e da adesso, tra il già e il non ancora, nell’attesa del Signore che viene, possiamo avvertire la gioia del regno se raddriziamo i sentieri e ci lasciamo guidare alla scoperta della meta dalla luce del Vangelo, dalla logica dell’amore e della giustizia Solo allora “un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” (Is 11,1)