LE RADIOCOMUNICAZIONI ALLA PORTATA DI TUTTI Prof. Alessandro Iscra, docente di elettronica e telecomunicazioni Prof. Maria Teresa Quaglini, docente tecnico pratico IIS Maserati, Via Mussini 22, 27058 Voghera (PV) Tel: 0383-43644, Fax: 0383-62862, e-mail: [email protected] Lettura testi: Prof. Fabrizia Rolla Luglio 2003 Una lampadina nello spazio Una lampadina ed un’antenna Una trasmissione nello spazio Collegamenti terrestri… Un collegamento di 9 km… Questo lavoro trae spunto dal progetto “I sistemi di radiocomunicazione fissi e mobili ed il loro impatto ambientale”, svolto presso il nostro istituto. Il progetto, originariamente destinato agli alunni delle classi quinte dell’indirizzo tecnico industriale con specializzazione in Elettronica e Telecomunicazioni, ha suscitato interesse anche sugli alunni del nostro Liceo Scientifico e Tecnologico e di molte altre scuole in occasione della “Giornata per la Scienza”, svoltasi a Pavia il 24 maggio 2003. E’ quindi emerso come, in seguito all’enorme diffusione dei telefoni cellulari, dei sistemi televisivi satellitari e delle reti di telecomunicazioni wireless, il mondo delle radiocomunicazioni coinvolge sempre più da vicino i giovani. Questa presentazione non vuole solo costituire la sintesi di un lavoro svolto all’interno del nostro istituto, ma anche dimostrare come il mondo delle radiocomunicazioni possa essere alla portata di tutti, se introdotto in modo semplice, ad esempio paragonando il comportamento di un’antenna a quello di una lampadina. Si consiglia di seguire la presentazione seguendo il percorso proposto e di attivare la riproduzione dei suoni, per ascoltare le voci che accompagnano i testi. Misuriamo l’elettrosmog Trasmissioni radio e ambiente Un telefonino in trasmissione Interpretazione dei risultati Un collegamento di 55 km… Una lampadina nello spazio Accendiamo una lampadina che irradia uniformemente una potenza P = 10 watt nello spazio. Costruiamo una sfera, di raggio R = 100 metri, avente come centro la lampadina. L’area della superficie sferica vale A = 4pR2 = 125600 m2. Nello spazio vuoto, la potenza irradiata si disperde, senza essere assorbita. Se ci poniamo a grande distanza dalla lampadina, questa ci appare come un punto e può essere considerata una sorgente di potenza puntiforme. La lampadina approssima una sorgente puntiforme e isotropica (cioè che irradia in modo uniforme in tutte le direzioni). R = 100 m A = 125600 m2 S = 79.6 mW/m2 Ogni punto della superficie sferica è attraversato da una densità di potenza S = P/A = 10 W / 125600 m2 = 79.6 mW/m2. Abbiamo così introdotto il concetto di densità di potenza, definita come: S = P/A. P è la potenza che incide normalmente su una superficie, A è l’area della superficie. Una lampadina ed un’antenna Quale forma di energia irradia nello spazio una lampadina? Una lampadina emette radiazioni luminose, cioè onde elettromagnetiche ad altissima frequenza. Esistono altri modi per irradiare energia elettromagnetica nello spazio? Si, ad esempio applicando una forza elettromotrice alternata ad alta frequenza ai capi di un’antenna. Quali differenze incontriamo fra le onde irradiate da una lampadina e quelle irradiate da un’antenna? l ~~ Le frequenze della luce emessa dalla lampadina sono altissime (1014 Hz) e coprono un vasto spettro. La radiazione emessa da un’antenna è molto concentrata intorno ad un’unica frequenza appartenente alla banda delle onde radio (104..1011 Hz) ed è coerente (come la luce laser). La lunghezza d’onda vale: E l = c/f (c = velocità d. luce). La radiazione emessa da un’antenna è polarizzata: i H campi elettrici e magnetici vibrano lungo direzioni ben definite. Un’antenna non è un radiatore isotropico, ma irradia maggiormente verso alcune direzioni. Una trasmissione nello spazio Poniamoci ora in un punto ad una distanza R da un’antenna trasmittente che irradia una potenza P. Se l’antenna fosse un radiatore isotropico, nel punto considerato si avrebbe ancora una densità di potenza S = P/(4pR2). Poiché in realtà l’antenna non irradia uniformemente in tutte le direzioni, la formula è modificata da un fattore moltiplicativo G, detto guadagno dell’antenna: S = PG/(4pR2). Molte volte interessa il valore di G nella direzione di massima radiazione dell’antenna. R Come si comporta un’antenna ricevente? Un’antenna ricevente “cattura” una parte della potenza transitante intorno al punto in cui è collocata e la invia sotto forma di segnale elettrico al radioricevitore. Il meccanismo di “cattura” è particolarmente intuitivo nelle antenne a riflettore parabolico: se AR è l’area della sezione del paraboloide, S = PG/(4pR2) la potenza ricevuta vale: PR = AR S. Ogni antenna ha una propria area di cattura, inoltre ogni antenna trasmittente può PR = AR S essere usata come ricevente. L’area di cattura ed il AR = l2GR/(4p) guadagno sono legati dalla formula: AR = l2GR/(4p). Collegamenti terrestri (e satellitari) Un collegamento radio terrestre è influenzato dalla presenza di eventuali ostacoli che si interpongono fra l’antenna trasmittente e quella ricevente, da fenomeni di rifrazione ed assorbimento delle onde elettromagnetiche da parte dell’atmosfera e da fenomeni di riflessione da parte di ostacoli che non intercettano la congiungente le due antenne. Tali anomalie hanno effetti trascurabili (a meno dell’assorbimento dovuto alla pioggia) se la congiungente le due antenne è notevolmente libera da ostacoli, come nei collegamenti “a” e “b”. I collegamenti “a” e “b” si trovano in condizioni di visibilità e di spazio libero. a d b verso aeromobile o c satellite Il collegamento “c”,destinato a raggiungere un’abitazione di un paese o di una città, potrebbe non trovarsi né in condizioni di visibilità, né in quelle di spazio libero: la potenza ricevuta è molto minore di quella stimata con le formule viste per lo spazio libero. Il collegamento “d” si trova ancora in condizioni di visibilità, ma, forse, non più di spazio libero: il profilo montuoso che precede la sommità retrostante potrebbe perturbare il calcolo della potenza ricevuta. Un collegamento di 9 km in visibilità ed in spazio libero E’ stato sperimentato un collegamento radio fra l’Istituto Maserati di Voghera (PV), con l’antenna ubicata sul tetto, a quota di 114 m sul livello del mare ed un punto in collina nei pressi di Salice IIS Maserati Terme (PV), località Cà Mori, a 255 m sul livello del 114 mslm mare. La distanza fra le due antenne vale R = 9 km. La frequenza impiegata è stata f = 433.3 MHz, a cui corrisponde una lunghezza d’onda pari a l = c/f = 0.69 m. Le antenne, identiche, hanno ciascuna un guadagno pari a G = GR = 14.5. L’area di cattura dell’antenna ricevente vale: AR = GRl2/(4p) = 14.50.692/(4p) = 0.55 m2. Il trasmettitore, a Cà Mori, erogava una potenza pari a 4.2 W, di cui solo 2.25 W erano irradiati dall’antenna in seguito alle perdite del cavo di collegamento, quindi P = 2.25 W. La densità di potenza calcolata sul tetto dell’IIS Maserati vale: S = PG/(4pR2) = 2.2514.5/(4p90002) = 32.110-9 W/m2. La stima della potenza ricevuta è PR = ARS = 0.5532.110-9 = 17.6 nW, di cui solo 9.44 nW dovrebbero essere misurati, per le perdite del cavo. La potenza misurata valeva PR,MIS= 10.5 nW, valore molto vicino a quello stimato. S=32.1 nW/m2 PR=9.44 nW PR,MIS=10.5 nW R = 9 km Cà Mori 255 mslm P=2.25W Un collegamento di 55 km in visibilità, ma non in spazio libero E’ stato realizzato un altro collegamento radio fra l’IIS Maserati di Voghera, con ancora l’antenna ubicata sul tetto (questa volta 111 mslm) ed un punto nel comune di Castelrocchero (AT), a 405 m sul livello del mare. La distanza fra le due antenne vale R = 55 km. Anche in questo caso f = 433.3 MHz e l = c/f = 0.69 m. Le antenne hanno ancora G = GR = 14.5, quindi AR = 0.55 m2. Con una potenza irradiata da Castelrocchero P = 2.25 W, la densità di potenza stimata sul tetto dell’IIS Maserati vale: S = PG/(4pR2) = 2.2514.5/(4p550002) = 85910-12 W/m2. R = 55 km P=2.25W Castelrocchero 405 mslm IIS Maserati 111 mslm S=859 pW/m2 PR=253 pW PR,MIS=28.1 pW La stima della potenza ricevuta è: PR = ARS = 0.5585910-12 = 472 pW, di cui solo 253 pW dovrebbero essere misurati, per le perdite del cavo che collega l’antenna ricevente al misuratore di potenza. La potenza misurata valeva: PR,MIS= 28.1 pW, valore nove volte inferiore rispetto a quello stimato. Nota: un valore che risulta nove volte inferiore rispetto al previsto potrebbe risultare, a prima vista privo di senso. Nell’ambito delle misure radioelettriche, discrepanze che interessano anche diversi ordini di grandezza sono normali e molte volte prevedibili. Interpretazione dei risultati Il profilo altimetrico relativo al collegamento Castelrocchero – Voghera mostra ancora la retta libera (condizioni di visibilità), ma in prossimità dell’IIS Maserati è molto vicina al suolo (ed alle costruzioni): le condizioni di spazio libero non sono più verificate. 300 Cà Mori 250 200 y [m] IIS Maserati 150 100 Profilo altimetrico 50 -6 -4 -2 2 4 6 Terra d-R/2 [km] (livello del mare) 400 Castelrocchero 300 200 y [m] Il collegamento Salice Terme – Voghera è in buone condizioni di visibilità e spazio libero, come visibile dal profilo altimetrico, ottenuto da una carta topografica: la retta congiungente i due siti è marcatamente libera da ostacoli. IIS Maserati 100 Profilo altimetrico -30 -20 -10 10 20 30 Terra d - R/2 [km] (livello del mare) Esistono criteri quantitativi per stabilire se siamo in condizioni di spazio libero? Si, ma la loro trattazione non trova spazio in questa presentazione. I bassissimi valori della potenza ricevuta consentirebbero la ricezione del segnale? In molti casi si: un telefonino riceve bene con 0.1 pW; un’autoradio in FM con qualche pW. Un telefonino in trasmissione Con quanta potenza deve trasmettere un telefonino? Dipende da molti fattori, fra cui: -la frequenza (900 o 1800 MHz); -la distanza dalla stazione radio base; -gli ostacoli presenti. L’antenna di un telefonino ha un guadagno circa unitario. L’antenna della stazione radio base ha GR 20, e può ricevere bene con PR = 1 pW. P=? Pertanto, alla frequenza di 1800 MHz (l = 0.17 m), ad una distanza R = 500 m ed in spazio libero sarebbe sufficiente una potenza P = PR (4pR/l)2/(GGR) = 68.2 mW, valore bassissimo! In seguito alla presenza di ostacoli, e di interferenze alla stazione radio base, si richiedono potenze decisamente superiori: da qualche decina di milliwatt fino a qualche watt, controllate dalla stazione radio base. Trasmissioni radio e ambiente L’energia elettromagnetica irradiata da un’antenna investe anche il corpo umano, con quali effetti? Valori di densità di potenza molto elevati (telefonino vicino all’orecchio) producono effetti termici e, probabilmente, biologici. Valori di densità di potenza minori possono produrre effetti biologici, ancora in fase di studio. La normativa italiana prevede un valore massimo di densità di potenza a cui esporsi pari a 1 W/m2, per frequenze comprese fra 3 MHz e 3 GHz, da ridurre 0.1 W/m2 in abitazioni abitualmente frequentate. Misuriamo l’elettrosmog Le onde elettromagnetiche sono composte da un campo elettrico E (che si misura in volt/metro) e da un campo magnetico H (che si misura in ampere/metro) che, a grande distanza dall’antenna trasmittente, vibrano lungo direzioni ortogonali. Nel vuoto e, con ottima approssimazione, nell’aria, i moduli dei due vettori sono legati dalla semplice relazione: E = HR0 dove R0 = 377 V/A = 377 W. E [V/m] S [W/m2] Direzione e verso di propagazione H [A/m] Inoltre, S = EH = E2/ R0 = H2R0 , da cui si ricava: E = (S R0). Al limite di 1 W/m2, corrispondono: E = 20 V/m, H = 0.05 A/m. Al limite di 0.1 W/m2, corrispondono: E = 6 V/m, H = 0.016 A/m. Combinando queste formule, con quella che ci permette di ricavare il valore di S, siamo in grado di calcolare i valori di E e di H a grande distanza r da un’antenna trasmittente: r E = ?, H = ? S = PG/(4pr2), E = (1/r)[PGR0/(4p)] , H = E/R0 Il prodotto PG è denominato EIRP (Equivalent Isotropic Radiated Power), cioè potenza equivalente irradiata da un’antenna isotropica.