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SAN MARTINO IN RIO
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Narrativa italiana e straniera
Fondare biblioteche è come
costruire ancora granai
pubblici, ammassare riserve
contro l'inverno dello spirito
che da molti indizi, mio
malgrado, vedo venire.
M. Yourcenar
© salvioli luca, biblioteca s.martino in rio
Susanna Tamaro, Per sempre, Giunti, 2011
Nora se ne è andata da quindici anni e Matteo, ogni giorno da allora, chiede a se stesso quale sia la
strada da percorrere. Un viaggio intriso di amore e dolore, di ricordi che riaffiorano dal passato, di
luoghi in cui la natura amplifica con la sua bellezza e la sua forza i pensieri e le domande del
protagonista. Vivendo ormai da anni immerso nella natura che circonda la sua casa in mezzo ai
boschi, Matteo si confronta con la propria coscienza sul filo dei ricordi di un passato che riaffiora e si
alterna al presente delineando i protagonisti, passati e presenti, della sua vita. "Perché, quando
succede qualcosa di irreparabile, non si fa che pensare a quello che si poteva evitare?" Cercando la
risposta a infinite domande, Matteo racconta la sua storia forte e dolorosa, poetica e profonda: una
storia d'amore così intensa da obbligare il lettore a confrontarsi con il racconto di una vita che, alla
fine, non riguarderà più soltanto il protagonista ma tutti coloro che la leggeranno. "Per sempre" è la
storia di un amore. Che permane e resiste e che è, soprattutto, un amore impossibile.
Andrea Camilleri [et. al]…, Giudici, Einaudi, 2011
Il giudice Efisio Surra è catapultato da Torino a Montelusa, e con il suo candore e la sua tenacia vince la
prima battaglia dell'Italia unita contro la Fratellanza, non ancora "Maffia". Un giudice ragazzina si trova
di colpo ridotta in clandestinità, nel bel mezzo di una guerra senza esclusione di colpi, alla fine degli
anni Settanta. Un procuratore duella da una vita con il molto spregiudicato sindaco di Novere, e da una
vita perde: fino a quando non capisce che il duello non era ad armi pari. Tre grandi scrittori di oggi
mettono al centro della loro osservazione la figura, carica di conflitti e tensioni, di chi ha scelto nella vita
di amministrare la giustizia, per conto di tutti noi. E si collegano a una tradizione che va da Manzoni a
Sciascia, da Dostoevskij a Kafka
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Danielle Steel, Una donna libera, Sperling & Kupfer , 2011
A diciotto anni, Annabelle Worthington ha tutto quello che si potrebbe desiderare. Giovane ereditiera
dell'alta società newyorkese, è cresciuta in un ambiente dorato, circondata dall'affetto di una famiglia
unita. Ma, nell'aprile del 1912, un drammatico incidente distrugge per sempre il mondo che ama: suo
padre e suo fratello muoiono nel naufragio del Titanic. Disperata, la ragazza trova la forza di reagire,
dedicandosi al volontariato e scoprendo una passione per la medicina che la accompagnerà per tutta
la vita. Quando poi sposa il suo migliore amico, Annabelle spera che il destino le stia offrendo una
seconda occasione per essere felice. Ma anche questo matrimonio in apparenza idilliaco le porta solo
dolore, a causa dei terribili segreti che l'uomo nasconde. Travolta senza colpa da uno scandalo più
grande di lei, Annabelle fugge verso il Sud della Francia dove, tra le macerie della Prima Guerra
Mondiale, riesce finalmente a realizzare il suo sogno di diventare medico. Al termine del conflitto,
decide di ricominciare da capo, a Parigi. Ma, all'improvviso, l'incontro con una persona speciale la
induce a riaprire il cuore a tutto ciò che ha così faticosamente tentato di lasciarsi alle spalle...
Jeffery Deaver, L’addestratore, Rizzoli, 2011
Ryan Kessler, un poliziotto frustrato con un'eccessiva propensione all'alcol e il grilletto facile. Joanna,
sua moglie, una donna anonima e fin troppo riservata. Maree, la sorella di quest'ultima, affascinante e
instabile, irresistibilmente attratta da uomini e situazioni a rischio. Come nel più crudele dei reality, i tre si
ritrovano rinchiusi in un luogo inaccessibile e segreto, mentre un cacciatore di informazioni
professionista, l'efferato e implacabile Henry Loving, tenta con ogni mezzo di rintracciarli per estorcere
loro i dati riservati richiesti da una misteriosa "Fonte". Ben presto, però, nella struttura sorvegliata che
dovrebbe garantire la protezione dei tre innocenti - o presunti tali - si risvegliano vecchi rancori e verità
inattese cominciano ad affiorare. Chi è davvero la Fonte? Un prete sospetto che usa i risparmi dei suoi
sprovveduti fedeli per finanziare il terrorismo islamico? Un senatore repubblicano in corsa per le
prossime presidenziali? O un pericoloso psicopatico già amante di Maree? E ancora, che cosa sa
Amanda, la figlia diciassettenne del poliziotto Ryan? È possibile che sia lei il vero obiettivo di Loving?
Corte, l'agente federale incaricato di gestire il programma di protezione, che con Loving ha in sospeso
una partita personale, per Incastrarlo si affida alle sofisticate risorse tecnologiche di un'agenzia di
sicurezza governativa. E parallelamente, da appassionato di giochi di logica e di intelligenza, studia con
puntiglio le mosse del suo avversario. .
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Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Feltrinelli, 2011
A dieci anni l'età si scrive per la prima volta con due cifre. È un salto in alto, in lungo e in largo, ma il
corpo resta scarso di statura mentre la testa si precipita avanti. D'estate si concentra una fretta di
crescere. Un uomo, cinquant'anni dopo, torna coi pensieri su una spiaggia dove gli accadde il
necessario e pure l'abbondante. Le sue mani di allora, capaci di nuoto e non di difesa, imparano lo
stupore del verbo mantenere, che è tenere per mano.
Vanessa Diffenbaugh, Il linguaggio segreto dei fiori, Garzanti, 2011
Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha
paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella
pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato
lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È
attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la
diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una
vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino
all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la
donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico
dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori
sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato
il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico
capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare
quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue
radici invisibili
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Pete Dexter, Amore fraterno, Einaudi, 2011
Quando all'improvviso una macchina va fuori controllo e investe la sorellina, per Peter Flood, che ha
otto anni, tutto cambia istantaneamente. Suo padre, che è un uomo di potere, un boss del sindacato di
Filadelfia legato alla mafia locale, nulla può contro il dolore sconfinato della perdita e il parossismo di
violenza familiare che finirà per lasciare Peter orfano. Cresciuto dallo zio, Peter cercherà per tutta la
vita di tenersi alla larga dalla brutalità degli affari di famiglia, gravitando invece nel mondo pulito dello
sport. Ma trascinato da suo "fratello" Michael, il violento e odiato cugino, finirà per soccombere anche
lui alla logica delle intimidazioni e della corruzione.
Chitra Banerjee Divakaruni, Raccontami una storia speciale, Einaudi, 2011
Abbiamo tutti una storia da raccontare. "Non credo che nessuno possa trascorrere la vita senza che gli
capiti almeno una cosa speciale", dice Urna ai suoi compagni di viaggio. Ma è un viaggio da fermi quello
che la ragazza e altre otto persone sono costrette a compiere. Si sono incontrati per caso solo poche
ore prima, in una sala d'attesa nell'ufficio consolare di una città americana: a parte il funzionario e la sua
segretaria, sono tutti lì per ottenere un visto per l'India. Devono partire quando all'improvviso il terremoto
scuote l'edificio facendolo crollare: "fu come se un gigante avesse appoggiato le labbra sulle
fondamenta e si fosse messo a urlare". Così quelli che dovevano essere viaggiatori per l'Oriente si
ritrovano intrappolati tra le pericolanti mura di uno stanzino, con il rischio che il soffitto crolli da un
momento all'altro, l'acqua invada i locali o una fuga di gas faccia esplodere tutto. Una nonna cinese che
ha vissuto tanti anni in India e la sua nipotina punk e occidentalizzata, una coppia di bianchi unita più
dalle reciproche debolezze che dall'amore, un giovane musulmano in cerca di risposte e un veterano
ancora ossessionato dalle domande, due colleghi infedeli e Urna, una studentessa universitaria che sta
preparando un esame sui Racconti di Canterbury... E proprio Urna ha un'idea: perché ognuno non
racconta la propria storia, anzi la storia di una cosa speciale che è accaduta nella loro vita?
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Kim Edwards, Un giorno mi troverai, Garzanti, 2011
Mi chiamo Lucy Jarrett. Prima di sapere della ragazza della finestra, prima di tornare a casa e
imbattermi nei frammenti della sua storia e ricostruirla, vivevo in un villaggio sul mare in Giappone".
Regione dei Finger Lakes, stato di New York. È una notte di luna piena. Lucy Jarrett è di fronte alle
acque del lago. Le sembra ancora di vedere il padre nella sua ultima notte di vita, seduto nel giardino
di casa, pochi istanti prima di salire su quella barca che l'avrebbe portato alla morte. Sono passati anni
da allora, anni in cui Lucy ha cercato di dimenticare, senza mai riuscirci. Ma adesso, forse, è venuto il
momento di scoprire la verità. Lucy è tornata a casa, dopo un lungo periodo all'estero. Nella grande
tenuta in riva al lago tutto è come allora, i fiori di melo pallidi come le stelle e le stanze buie, rimaste
sempre chiuse da quella notte sconvolgente. In casa, tra le vecchie cose di famiglia dimenticate da
tutti, Lucy ritrova alcune lettere risalenti ai primi anni del secolo e un lenzuolo da bambino, con un
ricamo di lune e fiori. Un motivo identico a quello delle preziose vetrate della chiesa del paese dove
compare sempre una donna misteriosa, con in mano un mazzo di iris della stessa varietà che cresce
nel giardino di Lucy. Chi è questa donna? E chi è Rose, colei che firma le lettere misteriose? Lucy
deve scoprirlo a tutti i costi. È convinta che lì, nei frammenti della vita dimenticata delle due donne, e
forse in quella di una bambina abbandonata, si nasconda un segreto terribile.
Christian Frascella, La sfuriata di Bet, Einaudi, 2011
Bet non è bella ma fa tipo. È appassionata, grintosa e ha una lingua corrosiva. Ripete il terzo anno di
liceo e abita in Barriera di Milano, un posto che si chiama cosi anche se si trova a Torino. Bet ce l'ha
con il mondo. Con il padre, ex operaio ed ex sindacalista, che si è trasferito nella capitale. Con la
madre, che non riesce a tenerle testa per quanto si sforzi, e con il passivo compagno di lei, Leonardo.
Con il Guardone del palazzo, che la spia da dietro le tende. Con la scuola, che tenta di irreggimentarla.
Con la gente, che ha perso la voglia di ribellarsi. E persino con se stessa. Perché si incolpa della
tragedia che ha distrutto la sua famiglia. Bet non ce la fa proprio a frenare la lingua e a non dire quello
che pensa. In modo ingenuo, a volte goffo, ma obbedendo a un istinto incontrollabile, perché vuole
cambiare le cose. Prima si oppone allo sfratto di un'anziana signora, finendo in caserma. Poi cerca di
aiutare Viola, una ventiduenne incinta dalla risata esplosiva, ma riesce a ficcarsi in un altro guaio. Infine,
insieme al suo amico Andrea, organizza uno sciopero nella fabbrica dove la madre rischia il
licenziamento. Ma la delusione e la rabbia per i soprusi subiti la spingono a un gesto impulsivo e
lucidissimo, dagli effetti inarrestabili. Il ritratto di un'intera generazione precaria, incatenata e muta, che
però non sa smettere di sognare.
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Vasilij Grossman, Vita e destino, Adelphi, 2011
«Ho appena terminato un grande romanzo a cui ho lavorato per quasi dieci anni...» scriveva nel 1960
Vasilij Grossman, scrittore noto in patria sin dagli anni Trenta (e fra i primi corrispondenti di guerra a
entrare, al seguito dell'Armata Rossa, nell'inferno di Treblinka). Non sapeva, Grossman, che in quel
momento il manoscritto della sua immensa epopea (che aveva la dichiarata ambizione di essere il
Guerra e pace del Novecento) era già all'esame del Comitato centrale. Tant'è che nel febbraio del
1961 due agenti del KGB confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le
minute, e perfino i nastri della macchina per scrivere: del «grande romanzo» non deve rimanere
traccia. Gli occhiuti burocrati sovietici hanno intuito subito quanto fosse temibile per il regime un libro
come Vita e destino: forse più ancora del Dottor živago. Quello che può sembrare solo un vasto,
appassionante affresco storico si rivela infatti, ben presto, per ciò che è: una bruciante riflessione sul
male. Del male (attraverso le vicende di un gran numero di personaggi in un modo o nell'altro collegati
fra loro, e in mezzo ai quali incontriamo vittime e carnefici, eroi e traditori, idealisti e leccapiedi – fino ai
due massimi protagonisti storici, Hitler e Stalin) Vasilij Grossman svela con implacabile acutezza la
natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di
ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni
bassezza, e che induce a piegare il capo davanti alle sue sublimi esigenze. «Libri come Vita e
destino» ha scritto George Steiner «eclissano quasi tutti i romanzi che oggi, in Occidente, vengono
presi sul serio».
Joe E. Lansdale, Cielo di sabbia, Einaudi, 2011
Oklahoma, anni Trenta. Jack ha appena finito di seppellire entrambi i genitori e si aggira tra le rovine
della sua casa, distrutta da una delle tempeste di sabbia che sconvolgono lo Stato, quando vede
arrivare Jane e suo fratello Tony. Anche loro hanno perso tutto quello che avevano, e vagano in un
mondo senza vita, nel quale tutto, dalle piante al cibo, è sommerso sotto uno strato di polvere rossa. Ai
tre ragazzi non rimane che rubare una macchina (il cui padrone è morto anche lui nella tempesta) e
partire alla volta del Texas orientale, nella speranza di trovare pace e un'occasione per ricominciare a
vivere. Ma la strada fino in Texas, tra rapinatori e vagabondi, cavallette e alligatori, deliziose vedove e
spietati sfruttatori, si rivelerà lunga e tortuosa, e costringerà i tre ragazzi a crescere e a confrontarsi con
quel misto inestricabile di malvagità e solidarietà che alberga in ogni essere umano.
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Erica Bauermeister, La casa dei destini incrociati, Garzanti, 2011
La luce del tramonto colora di rosso la siepe intorno alla veranda. I piatti sul tavolo di ferro battuto sono
quasi vuoti, e tutt'intorno aleggia ancora un profumo denso di enchiladas, pollo arrosto e pomodori
grigliati. Kate inala ricordi e si guarda intorno. Oggi è un giorno speciale, la fine di un anno difficile e
pieno di dolore, e le sue amiche sono lì, riunite accanto a lei per festeggiare la sua forza e il suo
coraggio. Tutte loro nascondono un regalo inaspettato. Una sorpresa e una sfida. Una settimana di
rafting in una profondissima gola del Grand Canyon. Kate è molto impaurita, ma accetta. A un patto,
però. Ognuna delle sue amiche, nel corso dell'anno a venire, dovrà fare qualcosa che la terrorizza o
che non vorrebbe mai affrontare. Qualcosa di difficile, forse impossibile, ma che le può aiutare a
ritrovare la strada per il sogno, anche se sembra perduta. Come Caroline, una libraia che non riesce a
disfarsi dei libri dell'ex marito; o Daria, che deve inventare una nuova ricetta per il pane e per la sua
vita; Sara, che decide di perdersi tra le calli di Venezia per ricordare com'è il gusto dell'avventura;
Hadley, che prendendosi cura del suo giardino deve scoprire la pianta giusta per curare la sua anima.
Tutte quante devono mettersi in gioco e superare sé stesse. Una storia sulla forza dell'amicizia, la
voglia di ricominciare e la speranza.
William S. Borroughs, Jack Kerouac, E gli ippopotami si sono lessati nelle loro
vasche, Adelphi, 2011
13 agosto 1944: il giovane Lucien Carr, per difendersi dalle avances dell'amico David Kammerer, lo
ammazza e ne getta il corpo nelle acque dello Hudson. Due altri suoi amici, William Burroughs e Jack
Kerouac, vengono arrestati per non aver denunciato l'omicidio. Forse anche per elaborare a modo loro
l'accaduto, i due scrittori ne tracciano in seguito un resoconto a quattro mani iperrealistico e visionario,
dissepolto solo in anni recenti. Raccontando a capitoli alternati, Burroughs e Kerouac assumono il punto
di vista di due personaggi-narratori: Burroughs quello di Will Dennison, barista originario del Nevada,
sempre preceduto dalla sua "ombra di un metro e novanta", Kerouac quello del marinaio Mike Ryko, "un
finlandese diciannovenne dai capelli rossi". Attraverso il loro sguardo e intorno ai protagonisti del tragico
fatto di cronaca vediamo così delinearsi una folta compagnia anarco-utopista e sgangherata, euforica e
malinconica, che trascorre giorni e notti bevendo e fumando in pub luminescenti, leggendo Faulkner e
sognando di raggiungere Parigi. Sullo sfondo, una New York caotica, atterrita e aggressiva, una
metropoli di fine guerra in cui il caos visivo è tutt'uno con quello acustico, con le radio che trasmettono le
note della Prima Sinfonia di Brahms o il reportage concitato di un giornalista su un circo in fiamme dove
"gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche".
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Jo Nesbo, Il leopardo, Einaudi, 2011
Le prime vittime sono due donne. Ritrovate con ventiquattro ferite identiche in bocca. Morte soffocate
nel loro sangue, dopo una agonia atroce. Omicidi studiati, efferati, che seguono un rituale. La polizia
criminale di Oslo sa di avere un solo uomo che può risolvere il caso. Harry Hole, alcolista, uomo rude
e solitario, inviso a molti. Ma Hole si è rintanato a Hong Kong, tra le fumerie d'oppio, per lavare via i
ricordi. Sa fin troppo bene che, per risolvere l'ultimo caso, ha messo in pericolo di vita l'unica donna
che ha mai davvero amato. E solo quando lo informano che il padre è moribondo in ospedale, Harry
Hole decide di tornare a Oslo. Tra le vittime non c'è in apparenza alcun legame, ma Hole subito ne
trova uno. Tutte quante hanno trascorso una notte in un isolato rifugio di montagna. E qualcuno,
qualcuno capace di un odio lucido e selvaggio, adesso sta braccando gli ospiti di quella notte, uno per
uno...
Georges Simenon, Maigret e l’uomo solitario, Adelphi, 2011
L'afa di agosto può essere insopportabile, soprattutto se associata a una vischiosa routine. Non stupisce
allora che Maigret affronti quasi con sollievo il caso del "morto senza nome" - cioè il clochard che
qualcuno ha freddato con tre colpi di pistola al petto in un edificio abbandonato nei pressi delle Halles,
fra cumuli di oggetti inutili e inverosimili raccattati nei cassonetti. Il problema, appunto, è che l'uomo non
ha documenti addosso, e che per di più non sembra un vero barbone: i lunghi capelli argentei, così
come i baffi e la barbetta alla Richelieu, rivelano le cure sapienti di un barbiere, e le mani sono
impeccabili. Lo si direbbe piuttosto un vecchio, nobile attore che reciti la parte di un barbone. Non solo:
il Marchese - così veniva chiamato nel quartiere - non si degnava di rivolgere la parola a nessuno, e
neppure beveva. Davvero strano. Il commissario detesta non capire, e questa volta veramente non
capisce. Il che lo rende nervoso e intrattabile. Ma l'irritazione si trasformerà in ansia non appena
scoprirà che il Marchese, vent'anni prima, era un restauratore di mobili antichi con bottega in rue Lepic,
e che aveva una moglie e una figlia. Che cosa può spingere un bell'uomo in gamba, stimato e amato, a
sparire nel nulla due giorni prima di Natale senza lasciare neppure un biglietto di addio? Che cosa può
provocare un così radicale passage de la ligne? Chiunque sia l'assassino non ha fatto i conti con
Maigret, e con il suo ossessivo accanimento
...
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Andy McNab, Forza bruta, Longanesi, 2011
1987, porto di Tripoli. Nick Stone porta a compimento, con il coordinamento di Lynn, una delicata
operazione sul cargo Bahiti, carico di armi ed esplosivi che il governo di Gheddafi sta consegnando ai
terroristi irlandesi, eliminando il suo obiettivo, Benjamin Lesser, membro dell'IRA. Vent'anni dopo, una
vacanza di Natale in Irlanda insieme alla moglie e alla figlia del suo amico Pete si trasforma in un
incubo per l'eroico ex SAS. Stone scopre un ordigno esplosivo piazzato sotto la sua auto e poco
tempo dopo viene a sapere che un uomo legato alla missione Bahiti è stato torturato e ucciso con un
trapano, metodica tipica dell'IRA, marchio di fabbrica proprio di Benjamin Lesser. E il prossimo della
lista è chiaramente lo stesso Stone. Chi sta compiendo questa terribile vendetta e perché? Per venire
a capo del mistero e salvare la pelle, Stone dovrà affrontare la sua missione più dura, compiendo un
viaggio nei misteri del suo passato per salvare se stesso e coloro che più ama...
Catherine Dunne, Tutto per amore, Guanda, 2011
Julia Seymour è una donna brillante, affidabile, concreta; ha una vita piena e molti affetti, e non ha mai
smesso di amare la propria professione di medico. Perché, allora, una mattina di fine ottobre lascia tutto
- casa, figlia, compagno - senza una parola, come se non si aspettasse di tornare? Una fuga, quella di
Julia, pianificata fin nei minimi dettagli. A ogni tappa un'amica fidata, che le offre riparo e sostegno
senza fare troppe domande, mentre dal passato condiviso affiorano esperienze, ricordi, e forse anche la
chiave per capire le vere ragioni del suo gesto, assai più generoso e altruista di quanto potrebbe
sembrare. In parallelo, il tenace inseguimento di William, che stava per chiederle di sposarlo e non si dà
pace, pronto a cogliere gli indizi che ne è sempre più convinto - Julia ha intenzionalmente disseminato
per lui, affermato autore di thriller, lungo il cammino. La sua ricerca lo porterà a compiere un viaggio
nello spazio - da Dublino a Londra alla lontana e misteriosa India, dove tutte le tracce sembrano portare
- e soprattutto nel tempo, in quel passato di Julia segnato in maniera indelebile da una scelta dolorosa.
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Anne Rice, Angel, Longanesi, 2011
Forse nemmeno lui ricorda più il suo vero nome, l'ha perso tanti anni fa insieme all'innocenza. Ora si
fa chiamare Lucky the Fox, e il suo mestiere è assassinare su commissione. Un enorme dolore nel suo
passato l'ha spinto su questa strada di disperazione, e uccidere è la sua sola missione. Ma in fondo al
suo cuore è rimasto qualcosa del ragazzo che suonava divinamente il liuto e amava leggere Tommaso
d'Aquino. E proprio il ricordo di quel che è stato e che avrebbe potuto essere manda in crisi Lucky the
Fox, e lo spinge al suicidio. Ma proprio quando tutto sembra perduto, entra in scena Malachia, il suo
angelo custode, che gli offre una seconda possibilità: viaggiare nel tempo e salvare un'esistenza
perduta del passato...
Mario Vargas Llosa, Il sogno del celta, Einaudi, 2011
La vita vera di Roger Casement è materia da romanzo. Irlandese, nato nel 1864, si trovò a indagare
sugli orrori del colonialismo, seguendo la scia di sangue e denaro proveniente dall'affare planetario tra
Otto e Novecento, la raccolta del lattice per la produzione del caucciù. Il Congo belga di Leopoldo II e la
foresta amazzonica tra Perù, Colombia e Brasile sono i due scenari in cui Casement esercita il suo
ruolo di osservatore, su incarico del governo inglese, e le condizioni d'incredibile sfruttamento in cui
vede costrette le popolazioni indigene lo convincono della necessità di una lotta senza quartiere contro i
massacri dei colonialisti, contro le prevaricazioni dell'uomo sull'uomo. L'esperienza di quello che fu il
primo olocausto della storia moderna inciderà sulla coscienza del protagonista, contribuendo al
radicalizzarsi della sua passione per la terra d'origine, l'Irlanda, nella lotta contro l'Inghilterra. Mentre
tentava di trovare il sostegno della Germania in chiave anti-inglese per gli insorti irlandesi, sarà arrestato
nel 1916 e, sfruttando le fantasticherie omosessuali scritte nei suoi Black Diaries, sarà oggetto di una
campagna di discredito che lo condurrà al patibolo, malgrado fossero dalla sua parte Arthur ConanDoyle, William Butler Yeats e Gorge Bernard Shaw. Ha detto Mario Vargas Llosa: "Gli eroi non sono
statue, non sono esseri perfetti". E il personaggio Casement è certo un eroe ma è altresì uomo di
contraddizioni.
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Don Winslow, Le belve, Einaudi, 2011
Ben e Chon sono amici per la pelle: un genio delle economie di scala e un prodigio di forza fisica e
addestramento militare. Diversi, complementari, accomunati dalla stessa filosofia - vivi e lascia vivere condividono tutto, inclusa Ophelia, la ragazza dei loro sogni. In California hanno creato un piccolo
regno coltivando e smerciando un prodotto speciale: la miglior marijuana degli Stati Uniti. Ora, però, la
loro remunerativa attività è finita nel mirino dei cartelli messicani. Che hanno un modo tutto loro di
comunicare le proprie intenzioni: spedire un video nel quale mostrano la sorte riservata a chiunque
non si conformi alla loro volontà. A Ben e Chon non restano che due alternative: incassare i dividendi
e ritirarsi in buon ordine o accettare la sfida in campo aperto e prepararsi a una battaglia senza
esclusione di colpi, nella quale a essere in gioco non sarà solamente la loro impresa commerciale, ma
la loro stessa vita. Ben e Chon, due personaggi avvolti da un insolito, accattivante alone di
romanticismo. Loro due soli contro i grandi cartelli della droga. Una storia dal ritmo implacabile, piena
di azione e colpi di scena. Un nuovo tassello della saga di confine inaugurata da "Il potere del cane".
P. G. Wodehouse, Qualcosa di nuovo, Guanda, 2011
Un filo sottile unisce il numero 7/a di Arundell Street, Leicester Square, zona "depressa e fatiscente" di
Londra, al sontuoso castello di Blandings. L'aria frizzante della primavera è infatti foriera di
cambiamenti: per Ashe Marson, annoiato scrittore di gialli, ma anche per la sua vicina, Joan Valentine,
che è stufa di tirare a campare fra le catapecchie del 7/a. I due si ritroveranno a partecipare,
nell'improbabile ruolo di investigatori, al ricevimento indetto da Lord Emsworth nel castello di Blandings
per festeggiare le nozze imminenti fra il suo figlio cadetto, l'onorevole Freddie Threepwood, e la bella
Aline Peters, figlia di un milionario americano. I futuri consuoceri non potrebbero essere più diversi. Lord
Emsworth è lo stereotipo di una certa nobiltà britannica: imperturbabile e svagato, ha come unico
interesse i fiori e le piante della sua tenuta, affidata alle cure maniacali del segretario, l'efficiente Baxter.
Il signor Peters è invece un uomo d'affari che, costretto da una fastidiosa dispepsia a rallentare i ritmi, si
rilassa solo quando parla della sua collezione di scarabei. E proprio la scomparsa del pezzo forte della
serie, il prezioso Cheope della Quarta Dinastia, mette a repentaglio la pace del castello. Mentre Ashe e
Joan cercano di recuperare l'oggetto tra loro nasce del tenero, e al tempo stesso l'idillio tra Freddie e
Aline è insidiato dallo spudorato corteggiamento di George Emerson, poliziotto di servizio a Hong Kong
invaghito della promessa sposa.
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Marcela Serrano, Dieci donne, Feltrinelli, 2011
Nove donne più una. Nove donne radunate nello studio della loro psicoterapeuta raccontano la propria
storia e le ragioni per le quali sono andate in terapia. Lupe, adolescente lesbica, alla ricerca della
propria identità tra feste, sesso, droghe e passioni non proprio convenzionali; Luisa, vedova di un
desaparecido, che per trent'anni aspetta il ritorno del suo unico amore; Andrea, giornalista di successo
che si rifugia nella solitudine di Atacama, il deserto più arido del pianeta, sono alcune delle
protagoniste di questo vivace romanzo che parla di donne e di sentimenti. Seppur profondamente
diverse per età, estrazione sociale e ideologia politica, scopriamo che le loro esperienze si richiamano
e che la vera protagonista del romanzo è la femminilità. Dall'autrice di "Noi che ci vogliamo così bene",
un caleidoscopio dell'universo femminile in tutta la sua sfaccettata bellezza.
Magda Szabo, Il vecchio pozzo, Einaudi, 2011
In un angolo del cortile della casa di Debrecen in cui Magda Szabó visse per molti anni, c'era un
vecchio pozzo ricoperto ormai da lungo tempo. Era un luogo al quale la bambina non poteva avvicinarsi
e che per questo esercitava un fascino particolare. Le alterne vicende della vita e della Storia
condussero poi la scrittrice lontano dalla città natia, nella casa andarono a vivere altri inquilini, il cortile
fu frequentato da gente sconosciuta. Ma non per questo l'incanto di quel posto si fece meno intenso: il
vecchio pozzo non era più una minaccia, anzi, le sue misteriose profondità custodivano vivi e intatti i
frammenti dell'infanzia che la donna ormai adulta e famosa poteva richiamare alla memoria a ogni
nuova visita. Appaiono così i genitori, due "scrittori mancati" che tuttavia non rimpiansero mai di non
avere consacrato tutta la vita all'arte e diedero alla figlioletta un'educazione particolare tutta intrisa di
solidi valori e antichissima cultura; emerge Debrecen, la città in cui il vento era più autentico, l'acqua più
buona, le stelle più luminose, fanno capolino il Natale, gli animali, il paesaggio, gli antenati, la scuola, i
giochi dell'infanzia. Accostandosi, come un novella Alice, a quel pozzo, che è allo stesso tempo cifra
dell'infanzia e del suo mondo interiore, capitolo dopo capitolo Magda Szabó ci svela l'origine di
un'esistenza artistica fuori dal comune.
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Joseph O’Connor, Il comico, Guanda, 2011
È il 1975 a Glasthule, un villaggio vicino a Dublino. I Bay City Rollers dominano le classifiche
discografiche mentre in tv imperversano i telefilm di Starsky e Hutch. Delle bombe che esplodono
nell'Irlanda del Nord e della crisi economica arriva solo un'eco molto vaga nella vita di Paddy. Perché
lui ha sette anni e, anche se ancora non lo sa, questo è l'anno che cambierà per sempre la storia della
sua famiglia: un padre che si guadagna da vivere consegnando il pane, ma coltiva il sogno di fare il
comico, perché ha il dono di far divertire la gente; una madre sempre più delusa e distante; i litigi
frequenti, la sera, mentre i bambini sono a letto; l'amicizia con una vecchia signora che diventa per
loro quasi un angelo custode. E mentre Paddy si trova troppo presto di fronte alla fine dell'infanzia, è la
scoperta di suo padre, della sua umanità fatta di coraggio e debolezze, ad aiutarlo a crescere e a
insegnargli a ridere della follia del mondo.
Valeria Parrella, Lettera di dimissioni, Einaudi, 2011
Manhattan, tre di notte. Un vagone della metropolitana semivuoto corre sotto la città. A bordo, Jack
Reacher, l'eroe solitario che ha scelto una vita da vagabondo per le strade d'America, munito solo di un
passaporto e di uno spazzolino da denti, un uomo che cerca di sfuggire i guai tanto quanto i guai
cercano di raggiungere lui. Mentre cerca di ammazzare la noia del viaggio, Reacher nota qualcosa di
strano nel comportamento di una delle passeggere. Tutto in lei sembra corrispondere alle caratteristiche
elencate in un documento segreto stilato dai servizi segreti israeliani per individuare un terrorista
suicida. Avvicinatosi alla presunta terrorista, Reacher si qualifica, mentendo, come poliziotto e le chiede
di togliere lentamente la mano dalla borsa che tiene in grembo, ma invece del pulsante detonatore, la
donna estrae una pistola e si suicida. Questa morte assurda e inspiegabile, l'intervento immediato di
uomini del dipartimento di Stato e dell'FBI, nonché la rivelazione che la donna, Susan Mak, era
un'impiegata del Pentagono, spingono Reacher, come sempre solo contro tutti, a voler vederci chiaro...
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Aprilynne Pike, Spells, Sperling & Kupfer, 2011
È iniziata l'estate, ma la vita di Laurel non è più la stessa. Ora che sa di essere una fata, non può certo
certo ignorare le sue responsabilità nei confronti del regno di Avalon. Ecco perché, quando viene
convocata dall'Accademia delle fate per un corso intensivo di magia, decide subito di partire. Ad
Avalon, Laurel potrà finalmente essere se stessa. Imparerà gli incantesimi che le permetteranno di
difendere le porte segrete del regno dal temibile Jeremiah Barnes, realizzando cosi il suo destino. Ma
tornare ad Avalon significa molto di più. Significa rimettere in discussione tutto e ferire la persona che
più ama al mondo, il suo dolcissimo fidanzato umano, David. Perché lì rivedrà Tamani. Sono passati
molti mesi dal loro ultimo incontro, e Laurel crede di averlo dimenticato. Però, quando lui la stringe di
nuovo tra le braccia, professandole amore eterno, dentro di lei si risvegliano emozioni inebrianti,
emozioni molto diverse da quelle che prova con David. Ancora una volta contesa tra due mondi, e tra
due ragazzi tanto differenti quanto irresistibili, Laurel dovrà compiere una scelta dolorosissima, che
forse le spezzerà il cuore per sempre. Ma la salvezza di Avalon è appesa a un filo e per Laurel è
giunto il momento di decidere: qual è davvero il suo posto, tra gli umani o tra le fate? E con chi sarà il
suo futuro, con il tenero David o con l'affascinante Tamani? Età di lettura: da 14 anni.
Richard Powell, Vacanze matte, Einaudi, 2011
I Kwimper, una famiglia di sfaticati che vive di sussidi per la disoccupazione, composta da padre, tre figli
e una baby-sitter, durante un viaggio in auto prendono per sbaglio una strada in costruzione e si
ritrovano, senza benzina, nel cuore del nulla americano. Una terra di nessuno che non figura nemmeno
sulle carte geografiche, e che dunque può essere colonizzata, reclamandone la proprietà. La situazione
ideale per cominciare da capo, come veri pionieri, e costruirsi un nuovo mondo: peccato che la terra
promessa vada difesa dalle pretese di due funzionari del governo fin troppo zelanti, e di una banda di
gangster da strapazzo... Pubblicato nel 1959, salutato da un clamoroso successo di pubblico, "Vacanze
matte" mantiene intatta la sua carica comica e dirompente. La guerra che i Kwimper, balordi di
irresistibile testardaggine, ingaggiano con le autorità e il crimine organizzato, la loro disarmante
ingenuità rischiano di diventare il simbolo vincente di una resistenza al conformismo dominante che mai
come oggi appare necessaria.
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Biblioteca San Martino in rio
Orari di apertura VALIDO TUTTO L’ANNO
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Lunedì……14.30 – 19.00
Martedì…..14.40 – 19.00
Mercoledì..9.00 -13.00
Giovedì…..14.30 – 19.00
Venerdì…..9.00 – 13.00
Sabato……9.00 - 12.30
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Giudici, Einaudi, 2011