Lo spettro stellare
Nello spettro di una stella appaiono righe in assorbimento dovute ai
composti chimici presenti nell’atmosfera stellare, questi composti
cambiano a seconda delle condizioni fisiche sulla stella, in particolare
della temperatura.
A fine 1800 venne proposta presso l’osservarvatorio di
Hardvard una classificazione spettrale delle stelle.
•Stelle O – calde 40000 °K presentano righe dell’idrogeno eccitato sottili perché la maggior parte dell’idrogeno e degli
elementi è ionizzata dalla temperatura troppo elevata
•Stelle B – calde 20000 °K la temperatura + bassa fa aumentare gli atomi di idrogeno neutri e anche lo spessore delle righe
•Stelle A – calde 10000 °K si è alla temperatura giusta per avere la massima intensità delle righe dell’idrogeno
•Stelle F – calde 7000 °K la temperatura è troppo bassa e l’idrogeno non si eccita più, no riesce ad assorbire i fotoni e le righe
si riducono, in compenso si eccitano gli atomi di elio che mostrano le loro righe nello spettro
•Stelle G – calde 6000 °K Le temperature più basse permettono l’esistenza di altri elementi parzialmente ionizzati che
appaiono nello spettro
•Stelle K – calde 4500 °K a così basse temperature si formano molecole nell’atmosfera stellare che mostrano la loro impronta
marcata
•Stelle M – calde 3000 °K le temperature sono così basse da permettere la formazione di molecole complesse come TiO e
MgH , le bande sono ben evidenti e l’energia e la temperatura non è sufficiente per rompere i legami molecolari.
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Gli spettri stellari