ARCIDIOCESI DI REGGIO CALABRIA – BOVA
CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI
COMMISSIONE PER I PROBLEMI DEL LAVORO
FLESSIBILITA’ E PRECARIATO
NELLA DIOCESI DI
REGGIO CALABRIA- BOVA
Ass. Cooperatori Salesiani, Azione Cattolica, Conferenza San
Vincenzo, CVX , Equipe Notre Dame, Legio Mariae, MEIC,
Movimento Tra Noi, Movimento dei Focolari, Movimento della
Speranza, Rinascita Cristiana, Rinnovamento nello Spirito
L’esigenza principale emersa dai lavori del nostro gruppo è stata
quella di mettere al centro dell’attenzione l’uomo, creato da Dio per
il cielo, ma destinato ad operare sulla terra per realizzare il progetto
che Dio ha pensato per lui.
Il lavoro rende migliore la qualità della vita, consente la
realizzazione della persona, conferma l’identità sociale e dà al
cristiano la possibilità di essere testimone del Vangelo,
mettendosi al servizio per il bene comune.
Nella nostra diocesi il lavoro è sovente un diritto negato.
Nella realtà calabrese la condizione di fragilità e di
scoramento, viene strumentalizzata dalla mala politica e
dalla criminalità organizzata.
Flessibilità
Da un lato leggi dello
stato che servono a
dare più facilmente
accesso al mondo del
lavoro.
Precariato
Dall’altro un uso spesso
distorto di queste leggi
che vengono usate per
creare insicurezza,
instabilità.
Disoccupazione
In mezzo l’atavica disoccupazione che affligge la nostra
diocesi.
Le percentuali altissime di lavoro nero, sfruttato e
sottopagato.
L’uso che i politici e la criminalità organizzata fanno di
questa situazione in termini di ricatto clientelare e di
arruolamento di manovalanza.
Noi singoli cristiani, comunità cosa facciamo per dare
risposta alle tante richieste di un segno di speranza?
Noi Chiesa Reggina-Bovense cosa possiamo dire a
giovani e meno giovani che hanno perso la speranza?
Che via possiamo indicare ?
Noi Istituti di Suore, Parrocchie, Parroci, Associazioni
che abbiamo un’attività lavorativa, che sia scuola,
sanità, ristorazione, infanzia, servizi vari, ecc … come
possiamo essere di esempio per il mondo che ci
guarda? Che stile dobbiamo tenere?
Noi imprenditori, datori di lavoro e lavoratori dipendenti o
in proprio cristiani, quale luce dobbiamo mettere sopra il
moggio per indicare la strada?
Da queste domande
che, innanzitutto, ci siamo posti noi
della commissione
che abbiamo posto ai nostri gruppi
che ora poniamo a tutti voi e alle
vostre comunità parrocchiali
sono emerse alcune proposte.
Innanzitutto vogliamo sottolineare che è
necessario riprendere il discorso fatto da
don Nino Pangallo al Convegno Diocesano
sulle fragilità e in particolare su “fragilità
e lavoro negato”.
Meditarlo attentamente e cercare di
mettere in pratica le parole dette.
Sono emerse alcune richieste/esigenze
In primo luogo si sente l’esigenza di ricercare luoghi
(parrocchie, associazioni e movimenti) per avviare una
riflessione comune sul tema lavoro con capacità di
denuncia delle negatività esistenti nel mercato del
lavoro.
Emerge, inoltre, l’urgenza di premere sulle istituzioni
pubbliche affinchè svolgano adeguatamente la loro
azione a favore della collettività; di promuovere nei
lavoratori cristiani gesti concreti di coerenza e di
solidarietà (rifiuto del lavoro eccedente, del doppio
lavoro, tutela dei diritti dei collaboratori domestici,
ecc.); di sensibilizzare, anche attraverso i normali
percorsi formativi e le omelie, gli imprenditori cristiani,
perché rispettino i diritti dei dipendenti, riconoscano la
dignità del lavoratore e non cerchino facili guadagni.
Sono emerse alcune richieste/esigenze
Solo in un processo formativo globale è possibile
veicolare l’ importanza di mettere al centro della
propria esistenza dimensioni altre rispetto a quelle
del successo mondano e della ricchezza, oggi molto
suggestive e presenti come modelli. Siamo chiamati a
prestare aiuto ai fedeli laici, formandoli, perchè
sappiano portare “la tuta di lavoro in chiesa e la
veste battesimale nei luoghi di lavoro” (don Tonino
Bello).
La speranza nel Risorto pone al centro il giorno del Signore.
Occorre porsi il problema della cura spirituale e religiosa
di quanti la domenica non possono partecipare alla
celebrazione eucaristica: vanno studiati orari e modalità
nuove.
Ciò significa saper essere attenti, come parrocchie,
ad un “tempo” diverso da dedicare a quanti lavorano
e non possono seguire i ritmi tradizionali
esprimere con rinnovata sensibilità vicinanza alle “donne ed
agli uomini del lavoro” spesso assorbiti fino all’inverosimile,
stritolati da turni sfibranti che mettono a repentaglio
l’equilibrio personale e familiare .
Il ritornello è sempre lo stesso. Le analisi sono facili
da fare, le determinazioni sono facili da dire, e nel
metterle in pratica
che si materializzano le difficoltà.
Nel documento di questo anno: Flessibilità e precariato
(allegati 1 e 2) e anche in quello distribuito l’anno
scorso: Il lavoro nella diocesi di RC-Bova (allegato 2)
abbiamo presentato delle esperienze su come si può
vivere una Economia di Comunione.
Vi invitiamo a dare un’occhiata a questi documenti e a
cercare di capire che cosa c’è di diverso in quel modo di
fare impresa. Il rapporto lavorativo tra Marco e Sara o
viceversa , tra lavoratore e datore di lavoro e
viceversa, perché non può essere il mio rapporto di
lavoro che sia io lavoratore dipendente, datore di
lavoro o imprenditore, che lavori nel pubblico o nel
privato?
Già nel primo documento e ancor di più nel secondo
vogliamo sottolineare l’impegno della Chiesa Italiana a
dare speranza ai giovani in cerca di lavoro.
Il PROGETTO POLICORO è dato come segno di
speranza e possibilità di inventarsi il lavoro, come una
via alternativa alla ricerca del posto fisso, come un
percorso per rendere reali i sogni, come uno start per
avviare un circolo virtuoso, come un’ occasione per
evangelizzare il mondo del lavoro.
Vi invitiamo a conoscere meglio questo
strumento e vi accenniamo in grandi linee cos’è.
Progetto Policoro
E’ il progetto di evangelizzazione attraverso cui la CEI
(pastorale del lavoro, pastorale giovanile e caritas)
interviene in 7 regioni italiane del Sud (Sicilia e
Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo
Molise, Campania) per aiutare i giovani disoccupati o
con lavori precari a trovare la dignità di un lavoro
anche attraverso la forma cooperativa e la piccola
imprenditorialità.
La figura pastorale che ne emerge è quella
dell’ animatore di comunità: un giovane o un adulto che
fa da operatore collegando i diversi uffici e le
associazioni di formazione e di evangelizzazione, le
risorse del territorio e i giovani.
Gesti concreti nati nella nostra
Diocesi dal Progetto Policoro:
Demetra coop. Arl (agricoltura-turismo-artigianato)
Dolmen coop. Sociale arl (restauro opere d’arte)
Graphilab snc (grafica pubblicitaria-assistenza hardware
e software)
Il Sorriso coop. Sociale arl (servizi ambientali)
Gesti concreti nati nella nostra
Diocesi dal Progetto Policoro:
Meridian srl (turismo)
PC Grafica (grafica)
Roberta Catizzone Ditta individuale (mosaici)
Rose Blu coop. Sociale arl onlus (assistenza e
animazione per disabili)
Infine vorremmo enunciarvi alcune proposte di sviluppo
nella nostra terra:
Denunciare le negatività del mercato del lavoro a livello
capillare in tutte le parrocchie, le associazioni e i
movimenti.
Promuovere iniziative concrete, come già si fa con il
progetto “Policoro”.
Promuovere una Giornata diocesana di solidarietà con
l’obbiettivo di sensibilizzare la comunità civile ed ecclesiale
sui problemi sociali e del lavoro esistenti sul proprio
territorio.
Sollecitare le istituzioni pubbliche a svolgere adeguatamente
la loro missione.
Invitare i lavoratori credenti a gesti concreti di coerenza
( rifiuto del doppio lavoro e del lavoro da parte dei pensionati,
tutela degli stranieri ) e di solidarietà.
Sensibilizzare gli imprenditori credenti a non
sfruttare i loro dipendenti, a dare dignità al
lavoro proprio e altrui, a non cercare
scorciatoie per il facile guadagno.
Rendere pubbliche le esperienze di quegli imprenditori
che hanno scelto di mettere Dio “al primo posto”
nella propria azienda, per dimostrare che
un’ economia di comunione è possibile.
Costituire un osservatorio diocesano
sulle tematiche sociali e del lavoro.
Un’altra iniziativa potrebbe essere
riunire gli istituti religiosi, le
associazioni, i movimenti, le parrocchie
o i singoli parroci e laici che, portando
il nome della Chiesa, erogano servizi e
lavoro, e chiedere loro di condividere
il modo di operare nel loro concreto
mondo del lavoro.
In questi mesi nella commissione lavoro
sono emerse delle proposte di sviluppo del
nostro territorio che in allegato vogliamo
sottoporre a voi personalmente e a tutta la
comunità, non sono esaustive delle
possibilità di evoluzione ma sono solo uno
stimolo a cercare nuove vie da percorrere.
Incentivazione del turismo
1) Creazione di scuole alberghiere;
2) Incentivi all’imprenditoria nel settore;
3) Riqualificazione della provincia, con particolare riferimento
alle sue coste ed ai piccoli borghi d’interesse storico;
4) Inserimento, nelle scuole della città, di numerosi viaggi
culturali locali, alla riscoperta dei colori, dei sapori e
della storia della propria terra.
5) Impulso delle attività delle Apt, con sviluppo d’itinerari
culturali e gastronomici e servizio all’utenza (Qualche
giorno il telefono dell’ufficio informazioni dell’aeroporto di
Reggio Calabria, a seguito del passaggio di competenza dalla
Regione alla Provincia, è stato tagliato!!!!!!!)
Riscoperta dell’agricoltura
Olivicoltura, bergamotto, alimenti della tradizione,
come forma di produzione di prodotti di qualità,
caratterizzati dalla tipicità e dall’origine.
Sviluppo delle industrie di trasformazione dei
prodotti agricoli, come mezzo di amplificazione dei
guadagni concernente la vendita di un prodotto
finito e non di una semplice materia prima e,
soprattutto, come creazione di lavoro in loco.
Riscoperta dell’artigianato
1) Scuole di formazione;
2) Incentivi all’imprenditoria;
3) Divulgazione nelle scuole elementari
e medie di tali tradizioni.
Siamo alla fine del percorso vogliamo soffermaci
ora sull’esame di coscienza personale e
comunitario riguardo al mondo del lavoro.
Vogliamo proporre nell’allegato 3
una griglia per la riflessione personale
e nell’allegato 4
una per la riflessione in parrocchia.
Per la riflessione personale
- Perché lavori o cerchi lavoro ?
- Cos’è la dignità per un lavoratore ?
- Perché il rapporto tra domanda e offerta di lavoro nella nostra
provincia resta sempre fortemente sbilanciato verso la prima?
- Che rapporto vedi tra lavoro negato e criminalità ?
- Useresti la “mafiosità” per trovare un posto di lavoro ?
- La scuola, l’università quanto aiutano a trovare lavoro?
- Ti senti vittima “senza via d’uscita” per il lavoro che non c’è ?
- Il lavoro si può costruire o bisogna aspettarlo?
Per la riflessione personale
- La speranza cristiana è uno slogan ?
- Credi più nella Provvidenza o nella raccomandazione?
- C’è solidarietà tra chi ha tanto lavoro e chi non ne ha?
- Il tuo atteggiamento è uguale con chi svolge lavori
precari e chi lavori di prestigio?
- Sei pronto a realizzare quello in cui credi rischiando di
persona ?
-Come si possono conciliare: lavoro, famiglia, comunità ?
- E’ giusto responsabilizzare i giovani e non giustificarli in
ogni occasione ?
Per la riflessione personale
- La mentalità clientelare che talvolta si riscontra nei giovani
può essere frutto del retaggio della ricerca del posto fisso
vissuto dai genitori?
- Cerchi per i tuoi figli solo un posto, spesso improduttivo,
negli enti pubblici o punti sulla loro formazione artigianale e
professionale che gli consenta di crearsi lavoro?
- Cerchi lavoro o uno stipendio?
- Credi possibile e utile in una organizzazione del lavoro
passare da una struttura piramidale (comando) ad una
orizzontale (fraternità) ?
- Ti comporti con lealtà, verso il tuo datore di lavoro, pubblico
o privato?
Per la riflessione personale
- Se sei datore di lavoro, operi sul mercato con correttezza e
giustizia?
- Paghi le tasse, anche quando le consideri ingiuste ?
- Alla politica chiedi favori personali o servizi alla collettività?
- Le somme ingenti riversate in Calabria e spese in maniera
impropria o non spese affatto sono cose che ti riguardano?
- Gli incontri, le celebrazioni tengono conto degli orari dello
studio e del lavoro?
-E’ giusto che qualche volta venga confuso il volontariato col
lavoro ?
- La pastorale, tocca questi problemi?
Questionario per le parrocchie
Cos’è la dignità per un lavoratore?
Che rapporto c’è tra lavoro negato e criminalità?
Nella ricerca di un lavoro ci si affida più alla Provvidenza o
alla raccomandazione?
Le somme ingenti riversate in Calabria e spese in maniera
impropria o non spese affatto sono cose che ci
riguardano ? Cosa può fare una comunità?
Sei pronto a realizzare quello in cui credi rischiando di
persona ?
Come si possono conciliare: famiglia, lavoro, comunità?
La pastorale parrocchiale è attenta a questi problemi?
L’idea è quella di spingere le nostre parrocchie, tutti i
cristiani della nostra diocesi a riflettere sull’argomento
e a cercare una via comune alla santità tra le gioie e i
dolori del nostro tempo prendendo sulle proprie spalle il
giogo anche quando sembra molto pesante.
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