SALVIAMO IL SALVABILE PROGETTO DI SCIENZE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE CLASSI IV WWF A DIFESA DEGLI ANIMALI Negli ultimi mesi abbiamo deciso, insieme con la nostra ins. di scienze, di approfondire la nostra conoscenza sugli animali che popolano il nostro pianeta e che rischiano di sparire per cause spesso e per lo più dovute all’intervento umano sulla natura. Il nostro punto di partenza è stato “saperne di più”sul WWF e sulla sua lotta a difesa degli animali in via di estinzione. Ma…..andiamo per gradi e cerchiamo di chiarirci meglio le idee su questo problema che riguarda tutta l’umanità….Se segui il nostro percorso ci riuscirai! IL NOSTRO PERCORSO DIDATTICO • ESTINZIONE • CAUSE • SOLUZIONI POSSIBILI Estinzione In biologia, la scomparsa definitiva di una specie; può essere dovuta a una o più cause concomitanti, quali l’incapacità di adattarsi alle modificazioni ambientali, epidemie, drastiche modificazioni climatiche, predazione eccessiva, fattori antropici come la caccia, la distruzione dell’ambiente naturale, l’introduzione in un habitat di specie che entrano in competizione con quelle autoctone. Il termine viene applicato anche alla scomparsa di categorie tassonomiche superiori, come famiglie o ordini. Sebbene il termine in genere evochi eclatanti episodi di estinzione di massa avvenuti in ere geologiche passate, non va dimenticato che la scomparsa di specie è un fenomeno che si verifica continuamente, anche ai nostri giorni. Oltre alla perdita del suo patrimonio biologico e alla diminuzione della biodiversità, la scomparsa di una specie comporta un’alterazione della catena alimentare di cui essa costituisce un “anello” e, quindi, ha ripercussioni negative anche su altri organismi. CONTINUA La maggior parte delle estinzioni avvenute nel corso delle ere geologiche è stata provocata da cambiamenti climatici e ambientali, come le glaciazioni, o dalla comparsa di specie nuove (speciazione), meglio adattate alle condizioni ambientali di quelle preesistenti e capaci di occuparne la nicchia ecologica; le specie preesistenti, dunque, per effetto della selezione naturale hanno dovuto soccombere ed estinguersi. In tempi geologicamente recenti, numerosi fenomeni di estinzioni si sono verificati in isole oceaniche come le Hawaii, dove le specie sono vissute per centinaia di anni in assenza di nemici naturali. I predatori, i competitori o le malattie introdotte dall’uomo, provenienti dalle aree continentali, sono responsabili di molte di queste estinzioni, che spesso hanno colpito animali o piante endemiche, cioè originarie di queste aree. LE CAUSE PRINCIPALI DELL’ESTINZIONE SONO LE SEGUENTI: • DISBOSCAMENTO/DEFORESTAZIONE • INQUINAMENTO • CACCIA ILLEGALE Soluzioni possibili • MA NOI CHE COSA POSSIAMO FARE? Nonostante tutti questi problemi, i provvedimenti volti alla conservazione hanno salvato alcuni animali. Un tempo la balena grigia sembrava destinata all’estinzione, ma un bando sulla caccia emesso dalla Commissione internazionale per il controllo della caccia alle balene ha fatto sì che il numero di esemplari nell’Oceano Pacifico risalisse fino a 20.000. I condor della California, grandi rapaci, erano scomparsi nei luoghi naturali, ma la riproduzione di questi uccelli in cattività ha consentito ad alcuni esemplari di essere reinseriti nel loro ambiente naturale. Molti esperti di conservazione sono d’accordo sul fatto che il miglior modo per salvare gli animali è proteggere i posti in cui vivono, cioè i loro habitat. Essi stanno studiando come sviluppare al meglio le riserve naturali in aree come le foreste pluviali e le zone paludose. Alcuni animali, però, hanno bisogno di un’area molto vasta in cui vivere e trovare cibo, e una riserva può non essere abbastanza grande. Una risposta a questa difficoltà è lo sviluppo di corridoi naturali: strette strisce di terra che collegano diverse riserve, attraverso le quali gli animali riescono a spostarsi pur attraversando zone antropizzate, cioè in cui sono presenti l’uomo e le sue costruzioni. Inquinamento Esistono vari tipi d’ inquinamento : • INQUINAMENTO “IDRICO” • INQUINAMENTO DEL SUOLO • INQUINAMENTO ATMOSFERICO La deforestazione, o disboscamento, consiste nell'abbattimento d'alberi per motivi commerciali o per ottenere nuovi terreni da destinare all'agricoltura e all'espansione urbana. Questo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali dove è usato il metodo taglia e brucia: dapprima si abbattono gli alberi e poi s'incendia il sottobosco rimanente. Una volta terminato l'incendio, si sarà depositata sul terreno una cenere che può essere usata, per poco tempo, come fertilizzante. Il taglio della vegetazione causa numerosi effetti negativi negli equilibri della natura. In primo luogo, l'acqua piovana trascina materiali in direzione dei corsi d'acqua; l'accumulo dei detriti hanno effetti negativi sugli ecosistemi acquatici. Dove il clima è più secco, la deforestazione può innescare il processo di desertificazione. Le piante tendono a mantenere stabile la concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera; la deforestazione, quindi,è anche una delle cause dell’effetto serra, dei cambiamenti climatici, dell’estinzione di flora e fauna necessari alla catena alimentare e, di conseguenza, alla VITA. Una delle zone del nostro pianeta colpito dalla deforestazione è l’ AMAZZONIA Molti animali vengono catturati e uccisi dagli uomini, a volte per ottenere alimenti, ma più spesso per ricavarne pellicce, corna e altri parti (che sono molto richieste ad esempio per realizzare preparazioni medicinali), oppure semplicemente per collezionare trofei di caccia. Alcuni animali predatori sono cacciati per proteggere gli animali domestici, altri rimangono uccisi accidentalmente. È il caso di delfini e focene che muoiono intrappolati nelle reti da pesca, e dei lamantini che vengono uccisi dalle eliche dei motoscafi. La caccia è comunque regolamentata da leggi nazionali e da leggi internazionali che, ad esempio, vietano il commercio di parti del corpo di alcune specie animali. Esiste però il fenomeno del bracconaggio: alcune specie vengono cacciate illegalmente, allo scopo di rivenderne a caro prezzo le parti più pregiate. Alcune specie non vengono uccise, ma catturate vive (illegalmente) nel loro ambiente naturale, per essere rivendute in altri paesi e mantenute in cattività. Ciò accade ad esempio a pappagalli e tartarughe, e anche ad animali pericolosi e certo difficili da tenere “in casa” come serpenti, ragni e insetti, e molti altri. Il destino di questi animali è purtroppo spesso la morte. Per dirvi ciò che abbiamo imparato a conoscere dell’Amazzonia, durante le nostre ricerche, abbiamo deciso di utilizzare un articolo che abbiamo trovato su Internet: a noi è piaciuto molto… Il più grande polmone verde del mondo Da molti anni la conquista dell'Amazzonia, il più grande polmone verde del mondo, precede senza sosta. L'ingordigia del uomo come un grosso mastino, ha azzannato da ogni parte il gigante. Grandi proprietari terrieri senza scrupoli si fanno assegnare dal governo enormi fette di foresta. in questi territori sconfinati, mandano allo sbaraglio migliaia di contadini affamati, che per acquistarsi un pezzo di terra da coltivare, incendiano o abbattono gli alberi. Dopo il primo raccolto vengono cacciati dalle guardie private dei proprietari e, spinti dalla disperazione, cercano un nuovo pezzo di foresta da incendiare. Questi poveretti non sanno che quel pezzo di terreno appartiene già ai grandi proprietari che anche li saranno scacciati. CONTINUA Il giro finirà quando gli ultimi alberi saranno incendiati. La tragedia dell'Amazzonia continua e milioni di ettari di foreste vengono distrutti. Anche i cercatori d'oro bruciano con furore la foresta: hanno fretta di chiedere allo Stato, in concessione, un quadrato di terra per setacciare il suolo in cerca di qualche pepita. A volte non sembra sufficiente l'opera dei contadini ed allora si procede a disboscare in maniera industrializzata, come ad esempio a S. Felix ed Araguaia nel Mato Grosso, dove per distruggere la foresta si usano grandi bulldozer. Uniti tra loro da una grossa catena lunga 140 metri e pesante 11 tonnellate, due grandi bulldozer avanzano paralleli nella foresta. La catena funziona come una scopa possente. Man mano che i due bulldozer vanno avanti tutto ciò che incontrano viene spazzato via. Alberi centenari, alti come un palazzo cadono come birilli. Nel mare verde della foresta amazzonica si apre improvvisamente uno squarcio e appare la terra nuda. Una terra di color rosso fuoco che dopo migliaia di anni viene colpita per la prima volta dai raggi del sole. CONTINUA Dall'alto sembra una ferita sanguinante. Sopra i bulldozer, incuranti del rumore infernale, volteggiano centinaia di falchi e di <<urrubu>> gli avvoltoi brasiliani per i quali si prospetta un banchetto eccezionale: serpenti a sonagli, serpenti boa, armadilli e altri piccoli animali lasciati improvvisamente allo scoperto. Abituati da millenni a vivere protetti dal buio della foresta, questi animali si trovano da un momento all'altro a dover combattere i rapaci dell'aria contro cui la natura non li ha abituati a combattere. Si comincia così ad uccidere l'Amazzonia, il più grande bacini dell'acqua e di alberi della Terra che scopre l'intero Nord del Brasile e degli Stati confinanti. Una regione grande quanto un continente che costituisce l'ultimo grande <<polmone verde>> del mondo e nella qual scorre più di un terzo delle acque dolci dell'intero pianeta. Le sostanze che inquinano l’atmosfera sono veramente tante. Nell’aria delle aree urbane sono presenti anche altre sostanze come il monossido di carbonio, gli ossidi d’azoto e gli idrocarburi incombustibili. Inoltre nell’atmosfera sono presenti anche altre sostanze pericolose, ma al tempo stesso, più pesanti tra cui il piombo, il cloro, il cromo e alcune particelle d’amianto. Le condizioni meteorologiche possono influenzare in modo inverso l’inquinamento atmosferico. Ad esempio, quando nell’aria vengono immesse le sostanze inquinanti e c’è il vento forte, queste s’incontrano con i gas di scarico e salgono in alta quota. Quando il vento è debole, i gas di scarico restano sopra le città e si accumulano nei bassi strati.Questo fenomeno viene chiamato inversione termica. L’inquinamento dell’aria dà vita anche ad altri fenomeni tra cui le piogge acide. Queste contengono appunto l’acido proveniente da questo tipo d’inquinamento. Queste piogge acide, anche se sembrano normalissime provocano seri danni. Se l’acido emanato dai tubi di scappamento sale fino al cielo velocemente, la pioggia diviene dannosa per animali e piante. Inoltre, queste piogge possono addirittura corrodere il marmo, il cemento e la pietra rovinando o a volte distruggendo monumenti, edifici e statue… CONTINUA A questi tipi d’inquinamento subentrano altri problemi, come ad esempio l’effetto serra e il buco nell’ozono. L’ozono è un gas presente nell’atmosfera e si forma durante le piogge o i temporali. L’ozono, gioca un ruolo importante con i raggi ultravioletti del sole. Infatti, questo li imprigiona. Se mancasse questo filtro, le radiazioni potrebbero giungere sulla superficie terrestre provocando danni addirittura irreparabili. Purtroppo, da alcuni anni a questa parte, l’ozono presente nella stratosfera sta diminuendo anche in modo preoccupante. La presenza di tanti gas sulla terra provoca l’intrappolamento del calore (l’effetto serra). L’accumularsi di questo calore porta all’aumento della temperatura, provocando notevoli variazioni all’ecosistema terrestre. I gas causa di quest’allarmante situazione sono: - l’anidride carbonica prodotta dall’abbattimento sconsiderato di vaste aree di alberi e dagli incendi che distruggono molti ettari di bosco. -i gas prodotti dalle bombolette spray e dai condizionatori d’aria; - i gas di scarico di auto e industrie.Il buco nell’ozono, così come l’effetto serra, porta anche altre preoccupazioni: i raggi del sole, arrivando con tutto il loro calore sulla terra, sciolgono i due Poli. Inoltre c’è un altro problema, e cioè che le acque degli oceani, piano piano, si stanno riscaldando. Unendo questi due problemi si è arrivati ad una conclusione disastrosa: la terra, piano, piano, si trasformerà in un pianeta simile a Venere, con un’aria rovente e priva di forme di vita. Ogni giorno, nei fiumi vengono scaricate tonnellate di sostanze chimiche e biologiche attraverso scarichi industriali e scarichi delle reti fognarie non depurate. In questo il mare subisce gravi violenze, soprattutto con naufragi e collisioni di petroliere che rovesciano nelle acque migliaia di tonnellate di petrolio, che portano a conseguenze drammatiche: 1 morte della fauna ittica; 2 inquinamento del plancton, l’alimento principale degli animali marini. Per mezzo degli scarichi industriali ci può essere anche un’altra conseguenza: quella dell’eutrofizzazione. Scaricando nel mare sali minerali, la quantità d’alghe e piante acquatiche aumenta notevolmente. L’eccessiva presenza di queste piante provoca danni all’ambiente, con la morte dei pesci per mancanza d’ossigeno. L’inquinamento delle acque è anche dovuto allo scarico di residui organici, detersivi ed altri rifiuti. I detersivi delle lavatrici vanno nelle fogne e successivamente si spostano nei fiumi e nei mari. La loro schiuma è come un velo sottilissimo che si sparge nelle acque e impedisce la diffusione dell’ossigeno, perciò, la vita delle alghe distrugge la vegetazione costiera. alcune volte ci sono delle petroliere che vanno in mare aperto per lavare le cisterne. Altre volte, invece, succede che queste petroliere hanno alcuni incidenti e di conseguenza tutto il petrolio che trasportano cade in mare, inquinandolo. L’inquinamento del suolo avviene quasi sempre per mezzo dell’utilizzo di diserbanti usati in agricoltura o con la dispersione dei rifiuti. Da molti anni, in tutto il mondo, vengono prodotti milioni di tonnellate di rifiuti. Nei paesi industrializzati si usano mezzi atti a provvedere al riciclaggio dei rifiuti in depositi dove avviene la distruzione o l’interramento. Per molti paesi la dispersione abusiva è ancora un grave problema d’inquinamento. Oltre al riciclaggio, dal 2 marzo 1997, è entrata in vigore una legge che prevede la raccolta differenziata. Essa consiste nella raccolta di materiali uguali che possono essere sempre riutilizzati, mentre se questi materiali fossero smaltiti insieme inquinerebbero gravemente l’ambiente. Tutto ciò però deve essere compito dell’uomo che con piccoli sforzi quotidiani può dare il suo contributo. In agricoltura per avere raccolti sempre più abbondanti, vengono utilizzati pesticidi, concimi, diserbanti che oltre ad aiutare l’uomo nella sua produzione agricola, danneggia gravemente l’ambiente e non solo. Infatti, usando pesticidi e antiparassiti contro gli insetti si danneggia anche la catena alimentare, di cui fa parte l’uomo. L’uso dei diserbanti usati nel terreno, non danneggia solo il suolo, ma anche le falde acquifere, infatti, i diserbanti filtrando nel terreno arrivano fino ad esse. INFORMAZIONI BIOLOGICHE • Nel caso della balena è impossibile CONTINUA fornire dati generici. Le sue dimensioni vanno dal capodoglio pigmeo (4,5 m) alla balena azzurra (23-30) m). Insieme a delfini e focene rientra nella famiglia dei Cetacei. È un mammifero completamente acquatico e non ha legami con la terra neanche che per riprodursi. Si è così adattata all'ambiente in cui vive che, all'aspetto, sembra un pesce, fatta eccezione per la coda che è orizzontale invece che verticale. Le balene con i denti comprendono i Capodogli e le balene dal muso a rostro. La balena bianca e il monodonte hanno il muso arrotondato e sono prive di pinna dorsale. I Misticeti, invece, non hanno denti, ma si nutrono di plancton. A questo gruppo appartengono la balena grigia e la balena dalla pinna dorsale che sono tra le più grandi del mondo, la balena azzurra, la balena bianca e la megattera. HABITAT • Le balene abitano gli oceani. Molte specie sembrano preferire le fredde acque delle regioni artiche sia a nord che a sud, la costa settentrionale dell' Atlantico e del Pacifico e le aree intorno a Capo Rom e al Capo Buona Speranza. Questo non significa che non attraversino anche acque più calde, perché si tratta per la maggior parte di animali migratori e coprono migliaia di chilometri ogni anno. CONTINUA CARATTERISTICHE • Le balene sono creature socievoli e comunicative che viaggiano in gruppo o in branchi. Le megattere cacciano in gruppi come i lupi e hanno sviluppato una strategia per fare breccia nella difesa dei pesci: Una megattera rimane in profondità e quando il branco di pesci scende pei sfuggire alle altre che sono rimaste in superficie, salta fuori. I pesci, allora, invertono la marcia e le altre megattere continuano a guidarli verso l'alto. Una volta arrivati ad una certa distanza dalla superficie, il branco di megattere forma un cerchio intorno e leggermente al disotto della preda. Quindi provocano una cortina di bolle per costringere i pesci nell'aria, dove non hanno speranze contro i predatori. Alcune razze di balena sono state studiate meglio perché passano parte del loro tempo vicino alla riva. Altre, come la balena azzurra, vivono tanto in profondità e in mare così aperto che se ne sa molto poco. Una delle caratteristiche più affascinanti della balena è il suo canto. Perfino quando viaggia da sola, si mantiene in contatto con i propri simili attraverso richiami e canti. Ognuna ha il proprio fischio distintivo che le permette di farsi riconoscere. Il suono viaggia effettivamente per chilometri sott' acqua e ci si è chiesti se molti di questi "assoli" non siano una forma di ecolocazione. Nonostante alcune balene, come la megattera, siano efficienti cacciatori, sono anche genitori protettivi e premurosi. La femmina di solito partorisce un solo piccolo che tiene con sé per diversi anni. Come tutti gli altri mammiferi, anche i piccoli della balena prendono il latte materno, ma sono così adattati al loro ambiente che riescono a farlo rimanendo sott'acqua. Di solito i piccoli nascono in una certa parte del mondo e, a poche settimane di vita, devono essere pronti a nuotare per migliaia di chilometri per raggiungere i territori invernali. INFORMAZIONI BIOLOGICHE • • • • http://www.ilmondodeidelfini.it/ CONTINUA Il corpo di un delfino, o di un qualsiasi altro Cetaceo, si presenta estremamente idrodinamico, in modo da consentirgli di nuotare agilmente. La pelle, estremamente liscia e senza peli, contribuisce a ridurre la resistenza dell'acqua. La coda rappresenta una delle caratteristiche anatomiche peculiari dei Cetacei, in quanto si differenzia da quelle dei pesci poiché si è sviluppata in senso orizzontale. Il cranio è "telescopico", cioè spinto all'indietro a partire dalla fronte, ha occhi indipendenti e posizionati in modo tale da consentire una vista frontale (cosa che non accade nelle balene), ha molti denti sottili e appuntiti(il numero varia a seconda delle specie considerate: ad esempio il delfino comune ne ha circa 200), infine sulla sommità, leggermente spostato a sinistra ha lo sfiatatoio: l'unica narice chiusa da un lembo di pelle. I muscoli della loro coda sono dieci volte più potenti di quanto non lo siano quelli degli altri mammiferi. Senza utilizzare la forza muscolare i delfini sono abilissimi a cavalcare le onde sfruttando i flussi prodotti dal vento o dalla prua delle navi, ma è "pinneggiando" con vigore e girandosi su un fianco che riescono a raggiungere le loro incomparabili velocità. I delfini sono, inoltre, animali a sangue caldo e devono quindi essere in grado di conservare il calore del corpo. Per questo motivo hanno dimensioni maggiori rispetto agli animali a sangue freddo (i delfini oceanici sono lunghi mediamente 220 cm, mentre quelli di fiume 215 cm). Il calore è prodotto all'interno dell'animale, e si disperde attraverso l'epidermide: essi creano più calore di quanto in realtà ne perdano rimanendo così caldi. Inoltre lo spesso strato di grasso sotto la loro pelle (adipe) isola il corpo e ne conserva il calore. Generalmente la loro alimentazione varia dal pesce (aringhe, capelin) ai calamari sino ai crostacei, a seconda delle diverse specie e della disponibilità. I molti denti dei delfini, piccoli, taglienti ed appuntiti, non servono per masticare il cibo, che viene inghiottito intero, ma semplicemente ad afferrare il pesce viscido. L'alimentazione fa comunque parte di un comportamento sociale perchè, sebbene siano in grado, quando il cibo è più abbondante, di alimentarsi da soli, solitamente formano colonie di 6-20 individui per organizzare vere e proprie battute di caccia. Ancora più numerosi sono i gruppi che formano i delfini che vivono in pieno oceano dove possono arrivare ad unirsi centinaia di individui . HABITAT • Il delfino comune è presente in Mediterraneo ma è raro avvistarlo. Forma branchi di poche decine di individui e nuota sia vicinoalla costa che al largo. Spesso si ritrova spiaggiato lungo lecoste italiane e altrettanto spesso cade vittima dellereti delle tonnare. Il santuario dei cetacei, quell'area di mare compresa tra imperia, montecarlo e la corsica, è un buon luogo di osservazione per questi cetacei. altri luoghi d'osservazione idonei sono le isole a sud d'italia (ventotene, ustica) e le coste croate dell'Adriatico. CONTINUA CARATTERISTICHE • E' noto come i delfini possiedano un linguaggio • altamente sviluppato che diventa una necessità nel momento in cui si vengono a formare complessi rapporti sociali con legami molto intensi tra gli individui. E' quindi in funzione del linguaggio che l'acustica dei Cetacei si è evoluta tanto da raggiungere una raffinatissima specializzazione. Esistono miriadi di vocalizzazioni diversi per la durata, l'intensità la frequenza, la complessità, ma tra quelle più note ci sono sicuramente i fischi. Ogni specie sembra possedere un caratteristico "fischio firma", che non cambia nel tempo e lo rende ben identificabile. Possono essere uditi anche a decine di miglia di distanza grazie all'evoluzione del loro apparato acustico che gli permette di percepire sia infrasuoni che ultrasuoni. Rappresentano un vero canale comunicativo consentendo agli individui di un branco di rimanere uniti anche se lontani: un modo efficace per riuscire a sentirli è quello di immergere un idrofono in acqua. Un’ultima curiosità: i delfini dormono galleggiando in superficie e una metà del loro cervello rimane intenta a vigilare. IL WWF ATTRAVERSO LE PAROLE DEL SUO PAPA’ FULCO PRATESI La più grande associazione ambientalista del mondo. Ti racconto tutto di noi Eravamo una decina di naturalisti appassionati, in gran parte non professionisti, quando un anno ci venne in mente di fondare in Italia una sezione di quel WWF, che dal 1961 aveva iniziato ad operare in vari paesi del mondo. Ognuno di noi donò 20.000 lire, il mio studio di architetto era la nostra sede: la voglia di fare era tanta e l'entusiasmo era la nostra forza. Così ebbe iniziò la nostra avventura! Nessuno poteva immaginare che il WWF, World Wide Fund for Nature, sarebbe diventata la più grande organizzazione mondiale dedicata alla conservazione della natura e che grazie al supporto di quasi 5 milioni di persone, avrebbe lavorato incisivamente in quasi 100 paesi. I successi raggiunti sono molti: grazie al sostegno di 300.000 soci e 400.000 sostenitori dagli anni '60 abbiamo messo al sicuro, nel nostro paese, più di 30.000 ettari di natura: le Oasi, le prime ad essere rientrate nella lista delle zone umide di importanza internazionale! CONTINUA Oggi animali un tempo cacciabili o considerati pericolosi come il lupo, sono legalmente protetti e molte specie considerate estinte, come la lince e la cicogna, sono tornate a frequentare i nostri ambienti. Migliaia di coppie di fenicotteri oggi nidificano in Sardegna, la pesca subacquea con respiratore è vietata, delfini e tartarughe vengono tutelati e protetti. In tutto il mondo sono migliaia i progetti sul campo, a fianco delle comunità locali, che vedono impegnate centinaia di persone tra esperti biologi, ricercatori, zoologi, medici veterinari, tecnici, a cui si aggiunge il supporto di migliaia di volontari. Ma non basta. Nuovi impegni e nuove sfide ci aspettano: diffondere la conoscenza sul valore della Biodiversità e sul legame tra il benessere degli ecosistemi ed il benessere dell'uomo; portare l'attenzione sui Cambiamenti Climatici ed il riscaldamento globale, che minacciano interi ecosistemi, a causa dell'aumento dell'intensità e della frequenza dei cosiddetti "eventi climatici estremi" (uragani, alluvioni, ondate di caldo, ecc.) Far conoscere meglio il sistema energetico e creare una nuova generazione di cittadini attivi, consapevoli ed "efficienti per natura". Mi auguro che questo sia solo l'inizio di una grande amicizia tra te e il WWF: diventare Socio, può aiutarci a fare molto di più. Spero di poterti dare presto il mio benvenuto! ECCO DOVE TROVI IL MATERIALE CHE ABBIAMO USATO PER IL NOSTRO PROGETTO • http://www.tethys.org/ • http://dakota.altervista.org/estinzione/estinzione.htm • http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761570369/Esti • • • • nzione.html http://www.bibliolab.it/iperscuola/polmone.htm http://skuola.tiscali.it/biologia/l-inquinamento.html http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo5d_04/Antartide/ balene.htm http://www.mondodelfino.com/