Visione drammatica
della natura
Natura sublime
Van Gogh “Campo di
grano con corvi
Natura
serena
Visione
simbolica
della natura
Constable
“Carro di fieno”
Paul Klee
Paesaggio
nel tramonto
Friedrich
Viandante sul mare
di nebbia
• Con il pittore olandese Van Gogh la rappresentazione della
natura passa dal realismo ad un intenso espressionismo. A
Van Gogh non importava offrire una riproduzione esatta
della realtà; egli usava forme e colori per esprimere ciò che egli
stesso provava nell’osservare le cose. Scaturiscono da questo
modo di rapportarsi al mondo esterno tre fondamentali
caratteristiche della sua pittura: la deformazione degli
oggetti, l’uso di colori forti e densi, l’attenzione alle cose
semplici e quotidiane: siepi, campi di grano ecc.
“Il campo di grano con corvi”
•
•
E’ un quadro esemplare dello stile
del pittore Olandese, Van Gogh,
delle tensioni interiori che lo
portarono al suicidio e del suo modo
di proiettarle nella rappresentazione
della natura. Il soggetto è un campo
di grano giallo solcato da un volo di
uccelli neri. Il quadro è diviso in due
parti da una linea orizzontale che
segna il confine fra la terra e il cielo
tratteggiato con colori cupi.
Tre sentieri divergenti catturano lo
sguardo dello spettatore
impedendogli di fissarsi
sull'orizzonte.
“Il campo di grano con corvi”
• Essi scompaiono nel campo di grano o escono dal
quadro, con la conseguenza di un capovolgimento
della prospettiva tradizionale. Mentre infatti di
solito le forme e le linee di un quadro sono disposte in
modo da guidare l’occhio verso un punto interno alla
rappresentazione , qui invece esse convergono
dall’orizzonte verso il primo piano e sembrano quasi
catapultarsi sull’osservatore, così come gli uccelli neri
che, volando a zig zag sul campo di grano, sembrano
dirigersi verso chi guarda, comunicando l’idea di una
sventura inarrestabile. Al centro dello sfondo una
macchia chiara richiama la forma del vortice, un
motivo assai frequente nella pittura di Van Gogh. I
colori sono pochi e intensi: il giallo, assai caro
all’artista, che con esso simboleggiava la luce solare,
il blu cupo del cielo che grava minaccioso sulla terra, il
nero e il verde. Le pennellate, corpose e affannose,
esprimono il senso di solitudine e di angoscia che in
quel momento attanagliava l’artista
“Il Carro di fieno “di John Constable
L’occhio dell’osservatore ,a mio parere, è portato a indugiare sui
particolari di questo quadro, a seguire il corso del fiume, a passare dal
carro al mulino, agli alberi, alle macchie di sole, esplorando un paesaggio
che comunica sensazioni di quiete, di purezza e soprattutto di
ARMONIA fra l’uomo e la Natura.
Il carro di fieno
E’ Questa l’opera più famosa di Constable, il pittore inglese
che fece dello studio costante e approfondito della natura il
fondamento della sua arte. In questo quadro egli non ha
rappresentato una natura generica e idealizzata, com’era
nella consuetudine dei paesaggisti alla moda, ma un luogo
preciso, un paesaggio visto in una determinata stagione, in
una data ora del giorno, in determinate condizioni di luce e
d’atmosfera. Proprio per questo andava spesso in campagna a
fare schizzi dal vero che elaborava poi a t5avolino e tornava
più volte negli stessi luoghi per osservare i mutamenti a
seconda delle ore del giorno. “IL Carrro di Fieno”, che fu
esposto a Parigi nel 1824, ci presenta una semplice scena
rustica: un carro di fieno che attraversa un fiume. Constable
coglie la vivacità delle macchie di luce sui prati dello sfondo e
la contrappone all’ombra, rende in modo semplice e rustico il
mulino, dipinge le nuvole in modo che non sia possibile
individuarne l’inizio e la fine: esse anzi sembrano proseguire
oltre i limiti del foglio e muoversi in modo rapido e
imprevedibile in tutte le direzioni, in uno spazio che si fa
infinito e pieno di libertà.
Paesaggio nel tramonto
di Paul Klee
Con questo autore il soggetto non ha più alcuna
importanza: il pittore non dipinge qualcosa che
vede, al contrario sono le forme che a poco a poco
crea a suggerire alla sua immaginazione un
soggetto fantastico. In questa opera nessun
elemento richiama direttamente la realtà, a parte
forse la sfera arancione al centro che potrebbe
suggerire l’immagine del sole. Delle linee sottili
delimitano le forme che, si aprono e sembrano
sfociare l’una nell’altra, creando un movimento
ondulato e quasi labirintico. I colori, vari e vivaci,
vanno dal verde tenero all’azzurrino, al giallo,
all’arancio per scendere a poco a poco verso toni
sempre più notturni. L’insieme rende, come
suggerisce il titolo, l’atmosfera velata del
crepuscolo, quel momento di passaggio tra giorno e
notte in cui la luce si affievolisce e sembra che le
cose si immergano in un’atmosfera di sogno.
Dopo aver analizzato la poesia
di
Charles
Baudelaire
“Corrispondenze”
l’abbiamo
associata al quadro di Friedrich
“Viandante sul mare di nebbia”
perché guardando il dipinto
sembra di vedere il poeta che
dall’alto osserva la natura a lui
chiara mentre noi, gente
comune, la vediamo offuscata.
IL MONACO IN RIVA AL
MARE di Friedrich
IL QUADRO SI DIVIDE IN TRE
ZONE,CHE
RAFFIGURANO
RISPETTIVAMENTE IL CIELO, IL
MARE AGITATO E LA SPIAGGIA
BIANCA
SULLA
QUALE
SI
DISTINGUE APPENA LA PICCOLA
FIGURA DEL MONACO.
TUTTE
E
TRE
LE
ZONE
COMUNICANO
LA
STESSA
IMPRESSIONE DI DESOLAZIONE:
LE
SUPERFICI
SONO
COSI’
PIATTE
E
OMOGENEE
CHE
L'OCCHIO
NON
TROVA
UN
OGGETTO SU CUI SOFFERMARSI.
LA PRESENZA DELLA FIGURA
UMANA ACCRESCE ANCORA DI
PIU’ IL VUOTO E LA SOLITUDINE
PERCHE’ RENDE PIU’ AVVERTIBILI
LA PICCOLEZZA DELL’UOMO E IL
SENSO DEL MISTERO DINANZI
AL QUALE L’INDIVIDUO NON HA
PIU’ ALCUN POTERE .
Il naufragio della speranza di Caspar
David Friedrich
Il dipinto trae spunto da un
fatto realmente accaduto: il
naufragio di una nave
partecipante alla spedizione
artica di William Parry del
1819_20. Nulla rimane
dell’equipaggio della nave che
sembra essere stata stritolata
dai ghiacci, a dimostrare il
predominio della natura
sull’uomo. Si intravedono
solo pochi resti del delitto tra
le lastre ghiacciate che
formano un’orrenda piramide
innalzata verso il cielo
plumbeo. Dominano la
composizione i margini duri e
frastagliati dei blocchi
rappresentati in modo così
fedele da trasmettere una
sensazione di gelo. I colori
sono smorti e freddi e i toni
del grigio si accentuano man
mano che si passa dal primo
piano allo sfondo
“IL
NAUFRAGIO DELLA SPERANZA”
E' interessante confrontare questo
dipinto con il
Bastimento nella
tempesta di Turner (nella foto
accanto) per osservare come il
medesimo soggetto sia trattato in
modi
diversi
da
due
artisti
appartenenti alla stessa corrente
culturale, il Romanticismo.
Notiamo infatti che
mentre il
pittore inglese tende a sfumare i
colori e a rendere l'impressione di
una natura in movimento, la pittura
di Friedrich è più statica, gelida e
acuminata nelle linee e nei volumi. Il
primo rappresenta una tempesta nel
momento in cui sta accadendo e ci dà
l'idea di una lotta sia pure impari tra
l'uomo e le forze della natura, il
secondo rende con colori freddi la
terribile calma dopo il naufragio e
comunica l'impressione della morte
già avvenuta.
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