I PRODOTTI CHIMICI E LA CASA INFORMAZIONI DI BASE SUL PERICOLO PER L’UOMO • 1 – Introduzione Problemi riscontrati nelle attività domestiche La casa: chi non ha mai avuto a che fare, anche fuori della normale attività lavorativa, con attività domestiche? • Chiunque si dedica alla quotidiana gestione della casa, cioè ordine, pulizia, preparazione dei pasti, ecc. , o agli hobbies preferiti, o alla manutenzione del cortile o del giardino di casa, ha la necessità di venire a contatto con prodotti chimici che hanno lo scopo di aiutare a rendere più efficaci le nostre azioni. • Secondo alcuni la casa è il principale luogo di lavoro nel mondo, ed anche qui, come in tutti i luoghi di lavoro, il processo di razionalizzazione ed automazione è ai nostri giorni incessante. L’impiego di prodotti chimici è cresciuto fortemente negli ultimi trent’anni, sia per la tendenza ad una maggior pulizia, sia per la rincorsa a volte nevrotica a risultati di maggior effetto. A questo contribuisce la spinta pubblicitaria, molto forte in questo mercato caratterizzato da grande concorrenza. • Alcuni prodotti, anche lungamente commercializzati, e quindi alla portata di tutti, si possono rivelare veri e propri veleni per chi ne fa uso improprio, e ne sono prova i frequenti incidenti che si verificano all’interno delle mura domestiche. Ogni anno in Italia si verificano ben 2. 700. 000 infortuni in casa, di cui 8. 500 mortali, lo stesso numero di morti che avvengono per incidenti stradali. Più della metà degli incidenti è subito dalle donne, il 14% da bambini piccoli. In particolare sono al terzo posto, con circa 11. 000 casi ogni anno, le intossicazioni provocate da ingestione, inalazione e contatto di prodotti usati comunemente. Spesso tali prodotti non contengono le necessarie informazioni di sicurezza, anche se molto è stato fatto in questi anni per una corretta informazione dell’utente. Le principali cause di incidenti sono infatti : • mancata custodia di prodotti nocivi in luoghi protetti • insufficiente etichettatura • contenitori inadeguati per una completa sicurezza • insufficiente conoscenza dei prodotti • scambio con prodotti commestibili Un altro problema è che alcuni prodotti dannosi sono vietati solo in alcuni paesi, e non in altri, oltre al fatto che le direttive EU che impongono alcune restrizioni vengono recepite ed attuate non da tutti i paesi europei. Ma, anche non tenendo conto delle intossicazioni accidentali, bisogna tenere conto che un’intera categoria , cioè le donne che lavorano in casa, è esposta quotidianamente a sostanze più o meno nocive manipolate durante l’attività lavorativa, la convivenza e confidenza con le quali porta spesso ad un uso incurante dei rischi, nonostante l’esistenza di prodotti sempre più energici . Le casalinghe sono infatti le più affette da dermatiti sia come irritazioni che come allergie, provenienti dal migliaio di prodotti per l’uso domestico. • Da una statistica effettuata su donne, i casi di affezione bronchiale sono il doppio tra le casalinghe che tra le donne impiegate fuori casa. Lo stesso si può dire per le intossicazioni e gli avvelenamenti. • Bisogna sapere inoltre che, sebbene il nostro organismo sia dotato di meccanismi di disintossicazione, in condizioni di sovraccarico tali meccanismi non funzionano adeguatamente, e le sostanze estranee si accumulano, provocando intossicazione dopo un tempo più o meno lungo. • Questa è la ragione per cui gli effetti non sono così facilmente attribuibili alle cause. • La natura funziona allo stesso modo, riuscendo a smaltire ma solo in tempi lunghi le sostanze dannose. • Molto raramente si tiene nel dovuto conto l’impatto ambientale che deriva dall’uso indiscriminato di prodotti nocivi, con danneggiamento delle nostre risorse naturali. L’obiettivo del corso è: • Dare un contributo alla migliore conoscenza dei prodotti chimici che usiamo in casa, allo scopo di rendere più sicuro il loro uso • Cercare di far capire come sia possibile ridurli, ed in alcuni casi di sostituirli con prodotti di simile efficacia, e meno nocivi all’uomo ed all’ambiente. • La scommessa sta allora nell’individuare con esattezza i veri pericoli, senza creare eccessivi allarmismi, e senza creare un facile "business" alternativo. • Da parte del consumatore si chiede buon senso, volontà di dosare e possibilmente ridurre con consapevolezza i consumi, unendo al rispetto per la propria salute quello per la natura. prenderemo in esame tre tipi principali di attività: • cura della casa, • cura e manutenzione dell’esterno (orto, giardino, cortile), • attività del tempo libero. • 2 - Tipi di attività 2. 1 - In casa 2. 1. 1 - Pulizia e trattamento di tessuti e pelli 2. 1. 2 - Pulizia e trattamento di superfici 2. 1. 3 - Insetticidi, disinfettanti e deodoranti 2. 1. 4 - Cosmesi e farmaci 2. 2 - In giardino 2. 2. 1 - Fertilizzanti 2. 2. 2 - Pesticidi 2. 3 - Nel tempo libero 2. 3. 1 - Prodotti vernicianti In casa-Pulizia e trattamento di tessuti e pelli Detersivi generali per tessuti • I detersivi naturali, cioè i saponi, sono stati progressivamente soppiantati, per il lavaggio dei tessuti, dai detersivi sintetici, in particolare dagli anni ‘50. Questi prodotti, pur continuando ad esistere come saponi di toeletta, sono stati sostituiti dai detersivi sintetici a causa del fatto che in presenza di acque dure i saponi tendono a formare precipitati, cioè composti insolubili, e quindi a non fare la caratteristica schiuma. • I detersivi per tessuti contengono, oltre ai tensioattivi (media 15%), attivi nella rimozione dello sporco, altre sostanze che hanno vari scopi, tra cui quello di mantenere efficiente l’azione dei tensioattivi. Tali prodotti sono: i cosiddetti "builders", che hanno in particolare lo scopo di addolcire l’acqua e disperdere lo sporco. I BUILDERS (1) Essi sono costituiti essenzialmente da: • Tripolifosfati (media 10%), che sequestrano i metalli, impedendo la precipitazione di sali insolubili. Il loro effetto è accresciuto dalla contemporanea presenza di silicati. I BUILDERS (2) Sbiancanti, che possono essere: • candeggianti, come il perborato di sodio (media 25%), che a caldo (60-70°C) libera perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che ha effetto sbiancante. Purtroppo, sopra gli 80°C il perborato si decompone troppo velocemente danneggiando i tessuti, e sotto i 60°C non agisce, necessitando di attivatori e stabilizzanti, che sono sali di calcio che agiscono in presenza di alta percentuale di polifosfati. • Insieme o al posto dei candeggianti chimici si introducono spesso particolari enzimi (circa 1%), che hanno azione a bassa temperatura, cioè sotto i 60°C. I BUILDERS (3) • Azzurranti ottici, che danno solo un maggiore effetto visuale al bianco dei tessuti, ma senza effetto candeggiante: poiché la luce contiene anche delle radiazioni non percepibili dai nostri occhi( radiazioni ultraviolette), questi composti le trasformano in radiazioni visibili, così la luce che proviene dal bucato lavato con azzurranti è più intensa e a noi sembra di vedere più bianco) additivi ( dal 20% in su), che si aggiungono spesso solo per aumentare il peso del prodotto. • Questi composti sono sali (generalmente solfati) che danno al bucato maggiore ruvidezza, inoltre lasciano una massa vischiosa e poco solubile intasando i pozzi neri. I BUILDERS (4) • Ammorbidenti, usati per togliere la ruvidezza ai tessuti; sono costituiti da tensioattivi cationici (5-15%) e alcoli, che si attaccano alle fibre dando al bucato una maggiore morbidezza. Indice di pericoloTensioattivi anionici • I tensioattivi anionici possono entrare a contatto per inalazione delle polveri, per contatto o per ingestione. Provocano o rinforzano le allergie, attaccano la parte grassa e protettiva della pelle, tolgono lo strato di grasso e la corrodono, producendo dermatiti. • Per ingestione provocano vomito, nausea, diarrea, dolori allo stomaco e all’addome. Risulta pericolosa l’ingestione di dosi superiori a 1 g per kg di peso corporeo, per i tensioattivi anionici, mentre i non ionici sono meno tossici. Indice di pericoloTensioattivi anionici (2) • I saponi invece sono considerati non tossici, anche se anch’essi hanno effetto irritante sulle mucose digestive. E’ da tenere presente anche il rischio di inalazione della schiuma nei polmoni, con possibilità di soffocamento. • In particolare i detersivi per lavastoviglie hanno una tossicità molto maggiore di quella dei detersivi a mano, anche per la forte alcalinità. Se viene ingerita anche una piccola quantità di prodotto possono aversi danni seri, come gravi lesioni emorragiche, mentre anche per contatto con la cute si possono avere lesioni gravi. Tensioattivi cationici: il rischio Il più importante, il benzalconio cloruro, presenta un certo grado di tossicità. Si ritiene che concentrazioni tra 0,1 e 0,5% siano in grado di dare irritazione delle mucose oculari, mentre a livello cutaneo sono irritanti concentrazioni di 10%. A più gravi casi determina collasso, paralisi muscolari, alterazioni epatiche e renali. Enzimi: il rischio per l’uomo Purtroppo anche questi non sono innocui. Per la loro capacità di attaccare lo sporco di natura proteica, possono attaccare anche la pelle o penetrare nei polmoni. Gli enzimi impediscono una rapida guarigione della pelle screpolata e possono creare allergie. Ammorbidenti: il rischio • Oltre che alla presenza dei tensioattivi cationici, di cui si è già parlato, questi prodotti contengono anche alcol, in particolare alcol isopropilico (5%). • Questo alcol è più tossico dell’alcol etilico, ma la sua pericolosità si osserva per ingestione di almeno 200 ml in un bambino e 2 litri nell’adulto, cosa abbastanza improbabile. • Ha comunque un effetto irritante sulla mucosa dello stomaco e maggiore effetto depressivo sul SNC dell’alcol etilico. Candeggianti commerciali • Sono prodotti per smacchiare e candeggiare i tessuti. Possono contenere sodio ipoclorito, perborato, acido cloridrico. • La candeggina commerciale ad esempio contiene, oltre al sodio ipoclorito, anche perborato e acido cloridrico al 15%. Questi prodotti vengono usati anche per la pulizia delle superfici. • L’ipoclorito di sodio, la comune varechina, è molto usato. Agisce come ossidante sulle macchie colorate trasformandole in sostanze incolori. Si trova nei prodotti sbiancanti in concentrazione dal 3 al 7 % . I candeggianti: rischi per l’uomo • Nel caso del perborato sodico, in caso di ingestione il boro viene rapidamente assorbito, e anche se non è ancora ben noto il meccanismo di azione, si sa che vengono colpiti l’apparato digerente, con vomito e diarrea, il SNC con cefalea, agitazione , il rene con nefropatia, la cute con lesioni ed eritemi. Nel bambino la dose tossica dell’acido borico è di 0,2 g per kg di peso corporeo, quella letale di 0,4 g per kg. I candeggianti: rischi per l’uomo (2) • Ipoclorito di sodio :è irritante per contatto, la sua dose letale per ingestione è per un bambino di pochi ml. Attualmente è ancora più pericoloso perché i prodotti commerciali in cui si trova contengono sostanze profumate, per togliere lo sgradevole odore. Così manca un elemento utile di allarme, con maggiore rischio per contatto o inalazione accidentale. • Al contatto dell’ipoclorito con sostanze acide si sviluppa gas cloro, che è uno dei più potenti tossici. Il cloro è una delle sostanze più pericolose per la facilità con cui distrugge il tessuto polmonare portando ad edema. Il suo odore acuto può essere percepito anche a basse concentrazioni, con bruciore agli occhi, al naso. Per maggiori concentrazioni si ha sensazione di soffocamento, secrezioni anche emorragiche, fino allo spasmo e alla morte per edema polmonare. E nelle case le sostanze acide sono molto frequenti. Al contatto dell’ipoclorito con ammoniaca si può sviluppare clorammina, gas molto irritante, che in alte concentrazioni può portare dalla faringite alla polmonite chimica. Smacchiatori • Gli smacchiatori liquidi sono miscele di solventi organici, efficaci soprattutto per le macchie di grasso. • Quelli in pasta sono un impasto di solventi con adsorbenti in polvere tipo magnesia, cellulosa. I principali solventi sono: tricloroetilene, tricloroetano, cloroformio, tetracloroetilene. Pulizia delle pelli • I prodotti spray contengono propellente e sostanze impregnanti al silicone. • Per le calzature si usano cere sciolte in trementina ed emulsioni oleose contenenti cere in benzina ed acqua. • Gli autolucidanti contengono polimeri sciolti in glicole; gli impermeabilizzanti sigillano le fibre del cuoio senza però chiudere i pori. Pulizia e trattamento delle superfici Detersivi multiuso e abrasivi per superfici La differenza tra detersivi multiuso e abrasivi sta nell’azione più efficace per questi ultimi nel togliere lo sporco per strofinio. • Gli abrasivi in polvere o liquidi contengono soprattutto granelli di quarzo o marmo, poco tensioattivo (3%), ed alcuni contengono anche candeggianti, costituiti da 1-2% di dicloroisocianurato di sodio, prodotto che libera cloro. • I detersivi multiuso contengono invece molto più tensioattivo (10-14%), fosfati (5%), urea (5%) e disinfettanti a base di prodotti di condensazione ammina - aldeide. Detersivi per stoviglie • E’ accertato che in un anno una persona ingerisce mediamente da 0,1 a 1 g di tensioattivi, che rimangono sui piatti appena lavati. In alcuni paesi c’è anche l’usanza di lavare i piatti e riporli senza risciacquo. Detersivi per piatti a lavaggio manuale Sono meno aggressivi di quelli per lavastoviglie. • Essi contengono 10-20% di tensioattivo, e per il resto fosfati, essenze profumate, alcol, coloranti, e alcuni contengono sostanze protettive per la pelle. • Alcuni contengono anche tensioattivi cationici che hanno l’effetto di dare lucidità alle stoviglie, eliminando l’effetto provocato dalle macchie che lascia l’evaporazione dell’acqua. • Quelli in polvere contengono sali anche per il 50-80%, come carbonato, silicato, solfato, citrato di sodio. Detersivi per lavastoviglie • • • • Fanno una pulizia più profonda, a temperatura più alta (50-60°C) ed hanno azione igienizzante. Sono in genere molto alcalini perché contengono soda caustica, fosfati (6%) e sostanze cloranti come il dicloroisocianurato di sodio (2%) che distrugge i batteri. Le macchine lavastoviglie contengono anche resine scambiatrici per addolcire l’acqua e prevenire le incrostazioni calcaree che a lungo andare rovinano i meccanismi. Le resine necessitano di sale da cucina alla fine per essere ripristinate. Ai detersivi per lavastoviglie viene sommata poi l’azione dei "brillantanti", che contengono un alto contenuto di tensioattivi non ionici (20-50%) allo scopo di evitare la formazione di ombre calcaree dovute all’evaporazione delle gocce d’acqua sui piatti. Contengono inoltre alcol isopropilico (20%) e acidi come l’acido citrico (20%) per annullare l’effetto alcalino dei detersivi. Detersivi speciali per altre superfici I detersivi per forni Contengono, spesso in forma spray, soda caustica (15%) assieme a tensioattivi e solventi organici (10%). Questi prodotti servono a togliere le incrostazioni sulle pareti dei forni. L’uso di questi prodotti provoca tosse ed infiammazione della pelle e delle mucose. I detersivi per vetri e specchi • Contengono tensioattivi anionici con solventi organici come glicoletere o isopropanolo (10%). • Il tensioattivo ha lo scopo di facilitare la bagnabilità del vetro per l’attacco allo sporco, il solvente quello di sciogliere lo sporco. • Il glicoletere è molto usato anche per la sua alta velocità di evaporazione. Purtroppo questa sostanza contiene quasi sempre piccole quantità del glicol corrispondente (glicol etilenico o glicol butilenico) che ne fanno aumentare la pericolosità. • Attualmente sono molto in uso i prodotti multiuso, cioè adatti a qualsiasi tipo di superficie. Possono contenere anche ammoniaca e fosfati. I detergenti per metalli • Hanno il compito di asportare il sottile strato di ossido o di solfuro nel caso dell’argento, che si forma sul metallo rendendolo opaco. • Il trattamento per l’argento è diverso da quello di altri metalli o leghe. Per asportare lo strato di solfuro si usano creme a base di tensioattivi, tiourea e acido cloridrico, che, togliendo lo strato di solfuro, asportano anche un sottile strato di metallo . • Per gli altri metalli si usa un preparato di tensioattivi (15%), terra argillosa e benzina (35%). Spesso si usa anche acido fosforico concentrato (3-40%). Rischi per l’uomo • I detergenti per metalli, specie per l’argento, oltre a tensioattivi, contengono tiourea e acido cloridrico, che, togliendo lo strato di solfuro, asportano anche un sottile strato di metallo . Queste creme sono tossiche. La tiourea è valutata sospetta di cancerogeneità. I derugginanti • Contengono acido fosforico concentrato (40%), acido cloridrico, alcoli e fosfati di zinco ed alluminio. Detersivi per lavabi e WC I detersivi per disgorgo lavabi • • • • Sono tra i prodotti più tossici. Contengono soda caustica(70 - 100 %) che ha il compito di saponificare i residui grassi e mandare in soluzione prodotti cheratinosi come i capelli. Contengono anche granuli di alluminio o zinco (2%),che in ambiente alcalino sviluppano idrogeno. Per evitare una possibile esplosione si aggiunge nitrato di sodio (15%) che con idrogeno forma ammoniaca. I gas favoriscono la rimozione degli ingorghi. Questo prodotto sviluppa molto calore, ed è molto aggressivo. Se il prodotto è allo stato liquido, può contenere anche ipoclorito di sodio, che sviluppa meno calore. I disincrostanti per calcare ed acidi urici nel WC Sono prodotti acidi o alcalini. • Quelli acidi in polvere contengono bisolfato di sodio (87%) e acido solfammico, oppure se liquidi contengono acido cloridrico e fosforico (20-30%), solforico, formico, oltre a tensioattivi (7%). • Quelli alcalini contengono, oltre al tensioattivo (4%) , ipoclorito di sodio (67%), assieme a formaldeide, fenoli o clorofenoli. Detersivi e lucidanti per pavimenti I detersivi autolucidanti per pavimenti Contengono, oltre a cera, polimeri acrilici ricavati per sintesi da prodotti del petrolio, sciolti in solventi idrosolubili come glicoletere. • Essi formano sul pavimento una pellicola di plastica, che dà l’effetto di lucidità: il guaio è che per eliminarla bisogna usare detersivi e prodotti molto aggressivi, come ammoniaca e solventi. • Inoltre dalla loro evaporazione dal pavimento escono i vapori che vengono inalati. • Infatti questi prodotti non richiedono risciacquo, e le sostanze chimiche rimangono sul pavimento. Le cere sintetiche per pavimenti Sono polimeri dal petrolio, come copolimeri stirolo-acrilato in concentrazione maggiore ed emanano un odore che non è salutare. • Per i mobili in legno vengono usati prodotti lucidanti di sintesi, che contengono solventi organici come xilolo, toluolo, tricloroetilene. • Alcuni detersivi per pavimenti contengono anche solventi organici per eliminare possibili residui di cera. Insetticidi, disinfettanti, deodoranti Insetticidi Gli insetticidi per la casa sono simili nella composizione ai pesticidi. • Si trovano sotto forma di bombolette spray, polveri, strisce, vaporizzatori elettrici. • Contengono, per la maggior parte, piretro, insetticida naturale proveniente dai fiori di crisantemo, per mosche e zanzare, oppure naftalina, canfora, p-diclorobenzene, come prodotti antitarme. Disinfettanti La pulizia sistematica della casa rende inutile questi prodotti, e necessario solo in caso di presenza di persone con malattie contagiose. • La maggior parte dei batteri naturali è assolutamente innocua!!! • I disinfettanti contengono, oltre ad altri componenti, spesso non meno dannosi, sali di ammonio quaternario come il benzalconio cloruro (vedi tensioattivi cationici), e la formaldeide. I disinfettanti: il rischio • Citiamo ancora, tra i più usati, la formaldeide: è un gas con un caratteristico odore pungente, ed irritante per le mucose; agisce in modo subdolo, liberandosi rapidamente all’inizio, poi lentamente e a lungo. • Ha un tempo di dimezzamento di 6 anni( la sua concentrazione dimezza dopo 6 anni). • La formaldeide, come è stato accertato, è sospetta cancerogena ed allergogena, provoca asma ed eczemi cutanei. Se inalata provoca già a concentrazioni molto basse (0,5-0,9 ppm) irritazione agli occhi, se si superano i 10 ppm si manifestano tosse insistente e difficoltà respiratoria, a valori di 50 ppm insorgono gravi lesioni polmonari. • Essendo usata anche come conservante nei prodotti cosmetici, sono state fissate le percentuali massime ammissibili, dallo 0,1 al 0,2% nei prodotti a contatto della pelle, e del 5% nelle lacche per le unghie. La formaldeide viene liberata anche dal fumo di sigaretta: in una stanza di medie dimensioni con 4-5 fumatori si trova una quantità di formaldeide superiore al limite di legge. Tra gli altri componenti dei disinfettanti i fenoli e clorofenoli che sono i disinfettanti più velenosi, sospetti di cancerogeneità. Deodoranti Anche i deodoranti per casa, oltre ad essere in gran parte inutili, possono essere dannosi. • Sono di tre tipi: spray, gel, solidi. • Gli spray sono i più pericolosi per l’uomo e l’ambiente, • I gel liberano profumo, possono contenere formaldeide. • I solidi possono contenere pdiclorobenzene . Cosmetici e farmaci Cosmetici In questo campo la varietà di prodotti è talmente grande, che è impossibile trattare estesamente le caratteristiche di tutti. • Possiamo qui evidenziare solo alcuni prodotti, il cui uso può portare a inconvenienti nel campo della salute. • Un problema riguardante i cosmetici è che, al contrario dei farmaci, non in tutti i paesi è obbligatorio dichiararne la composizione sull’etichetta, come invece prescrive una direttiva EU, anche se in molti cosmetici vengono impiegate sostanze il cui abuso può essere dannoso. • Per fare un esempio, troviamo spesso la formaldeide, con funzione di conservante, una tra le poche decine di sostanze più importanti e diffuse anche in questo campo. Tinture per capelli Il componente principale è l’anilina, spesso sostituita da sostanze simili nella struttura, appartenente al gruppo dei composti aromatici. • Il trattamento è quasi sempre preceduto da una applicazione di ammoniaca. • Un trattamento naturale è quello che usa la pianta dell’henné, le cui foglie danno al capello una colorazione rossa. Il componente principale è spesso l’anilina, sostanza sospettata di provocare il cancro. In Italia non è permessa, al suo posto è usata una sostanza simile, la benzenammina, classificata come allergogena. Vengono anche usati coloranti all’antrachinone, azoderivati della benzidina, tutti sospetti cancerogeni. Particolarmente pericoloso è il pretrattamento con ammoniaca, corrosiva per pelle e mucose. Solo la pianta dell’henné , le cui foglie danno al capello una colorazione rossa, si può per il momento considerare innocua. Lacche per capelli Contengono in soluzione in genere alcolica filmogeni come le resine formaldeidiche, insieme a profumi e conservanti. Sono in genere tutte confezioni spray, anche se attualmente si usano in alternativa propano, butano, anidride carbonica. • Contengono in soluzione in genere alcolica filmogeni come le resine formaldeidiche, insieme a profumi e conservanti, nocivi per il sistema respiratorio, occhi, orecchi, pelle. Inoltre essendo in genere tutte confezioni spray, e contenendo CFC, sono nocive per l’ozono, anche se attualmente si usano in alternativa propano, butano, anidride carbonica. Prodotti per make up: ciprie, rossetti, ombretti, mascara, matite per occhi I metalli pesanti sono i maggiormente presenti: piombo e arsenico nei rossetti , e, oltre a questi, anche mercurio e cadmio nei make up per occhi, ferro e titanio nelle ciprie, che contengono per il 75% talco. Il bianco titanio (biossido di titanio) intensifica il tono di un colore ed ha potere coprente. Viene usato anche un colorante di sintesi, il violetto-benzile, vietato in America, mentre è permesso in molti paesi europei. • I metalli pesanti sono i maggiormente presenti: piombo e arsenico nei rossetti , in aggiunta cadmio e mercurio nei make up per occhi: è stata dimostrata la cancerogeneità per tutti. Un’ ordinanza EU del 1978 fissa un limite di 20mg Pb e 5 mg As ogni kg di prodotto - il cadmio deve essere assente. Ma da diverse prove eseguite anche dopo questa data si sono spesso riscontrate quantità molto superiore al permesso. Nelle ciprie è spesso presente bianco titanio, anch’esso tossico. Farmaci • • • • • I farmaci sono i maggiori responsabili delle intossicazioni che si verificano nelle abitazioni, e a farne le spese sono quasi sempre i bambini. Ciò è dovuto all’estrema facilità con cui entrano nelle case ed al fatto che spesso non vengono conservati con la cura necessaria né negli appositi armadietti sotto chiave. Spesso inoltre i medicinali si presentano sotto forma di allettanti e colorate pastiglie, che assomigliano a dolci caramelle. Tra i medicinali più comuni che si trovano in una casa in media prevalgono gli analgesici, barbiturici, psicofarmaci. Ricordiamo che assumendo 10 volte la dose di barbiturici consigliata si ha perdita dei riflessi, danni all’apparato circolatorio con tachicardia, e infine coma. IN GIARDINO I prodotti chimici più spesso usati nei giardini sono i fertilizzanti e le sostanze per la difesa delle piante. Sebbene i fertilizzanti abbiano un impatto ambientale meno pesante dei disinfestanti, tuttavia è sempre bene tenere presente criteri ben precisi per il loro uso. Mentre nell’agricoltura non è del tutto possibile evitare l’uso massiccio di prodotti chimici (ancora oggi nel mondo milioni di persone soffrono la fame, 1/3 dei raccolti va perduto a causa dei parassiti, milioni di persone muoiono a causa di malattie trasmesse dai parassiti), nel piccolo giardinaggio ciò è possibile . Fertilizzanti • Il fertilizzante di base è sempre organico, e per il dosaggio è determinante il contenuto in azoto, perché la sua concentrazione nel terreno varia più rapidamente degli altri elementi. Le composizioni dei fertilizzanti si conoscono da quattro numeri caratteristici, che indicano nell’ordine la quantità di azoto (N), fosforo (come P2O5), potassio (come K2O), magnesio (come MgO). I fertilizzanti artificiali azotati contengono azoto sotto forma di nitrato ammonico, nitrati, cianammide, urea. Pesticidi • Anche nella cura dei balconi e giardini di casa si fa uso sempre più di pesticidi di sintesi, che hanno quasi completamente soppiantato i pesticidi naturali come il piretro. I prodotti , classificati genericamente come pesticidi, si suddividono in: • insetticidi (vari prodotti contro acari, vermi, topi, lumache) • erbicidi, contro infestanti vegetali • fungicidi, contro funghi parassiti. • Così come per i fertilizzanti, anche per i pesticidi si è creata una catena perversa, che porta all’uso sempre più grande di questi prodotti, di cui sembra non sia più possibile fare a meno. • Infatti, soprattutto nelle monoculture, il parassita tipico di una pianta si trova nella condizione ideale per nutrirsi e riprodursi, non entrando in competizione con altri parassiti. • Da un insetto si producono in un anno 1 miliardo di altri insetti, di cui almeno uno riuscirà a sopravvivere al pesticida, e produrrà altri insetti, ormai insensibili a quel pesticida, così non finisce più la catena di prodotti dannosi. • Possiamo parlare perciò ormai di natura ‘drogata’. La crescita dell’industria dei pesticidi è stata spettacolare, specialmente negli anni ’60. La crescita maggiore si è registrata negli erbicidi (30% insetticidi, 65% erbicidi, 5% fungicidi). • Vi sono moltissime marche di insetticidi contrassegnate dall’agente attivo, dal tipo di infestante, dal tipo di utilizzo, da annotazioni riguardanti la tossicità. • E’ dunque importante conoscere i diversi tipi di parassiti, per scegliere il prodotto più adatto, ad azione specifica. Gli erbicidi vengono in genere usati in combinazione con un fertilizzante. Nel tempo libero • L’aumentato uso di hobbistica fa ricorso a molte sostanze che si spruzzano attraverso solventi organici. Sono stati misurati in abitazioni in media 100m g/dm3 di toluene e 10m g/dm3 di benzene, e composti alogenati come cloroetani. • In eguale quantità e in alcuni casi fino a 100 volte tanto i valori di oli eterei in forma di essenze odorose (es. limonene) che vengono usati come richiamo per l’usatore, in cosmetica e mezzi di pulizia. • Alcuni esperimenti su animali hanno dimostrato in parte l’effetto cancerogeno di queste sostanze. Vernici e coloranti • Il consumo annuo in Italia di vernici e pitture è circa 1 milione di tonnellate. E’ una quantità che è rapidamente salita dal secolo scorso. • Da ogni tonnellata evaporano circa 400 kg di solventi, in genere dannosi alla salute e all’ambiente: infatti partecipano alla formazione dello ‘smog fotochimico ’ unendosi al biossido d’azoto dei motori delle auto, oltre che all’inquinamento delle acque quando vengono scaricati. • Le vernici attuali, sintetiche, sono ben diverse dalle vernici naturali a base di resine (coppali e gommalacca) e olio di lino. Esse sono più resistenti e protettive. • . Le vernici sintetiche sono costituite da resine o polimeri, addizionate di coloranti e solventi, organici o acqua. I solventi costituiscono la parte prevalente in peso (60-70%) del prodotto. La resina, dopo l’evaporazione del solvente, lascia un film sottile e resistente sulla superficie su cui è applicata. • Alcuni esempi di resine sintetiche: resine amminoplastiche, acriliche , poliesteri, poliuretani. I solventi organici più usati sono idrocarburi alifatici ed aromatici, alcoli, chetoni, acetati e glicoli: la loro caratteristica è un’alta volatilità. Per le pitture ed inchiostri si usano in prevalenza i chetoni; per adesivi e colle il nesano;per vernici toluene, xilene, glicoli. • Una componente importante delle vernici sono i pigmenti, che sono a base di metalli pesanti come piombo, titanio, arsenico, zinco, cromo. Il rischio per l’uomo • La pericolosità di questi prodotti è dovuta soprattutto alla loro alta volatilità, che provoca un’alta concentrazione di vapori nell’ambiente. A ciò si aggiungono i danni provenienti anche da ingestione e da contatto. • Si può osservare che le esposizioni agli inquinanti all’interno sono più elevate di quelle all’esterno. I soggetti più sensibili agli effetti degli inquinanti gassosi sono i bambini, in quanto le loro vie aeree hanno diametri minori rispetto a quelli dell’adulto, e ciò può dar luogo a ostruzione delle vie respiratorie. • Inoltre i bambini, avendo maggiore bisogno di ossigeno, respirano più rapidamente e perciò inalano più inquinanti. Tra questi, gli aromatici e i cloroidrocarburi sono i più pericolosi perché alcuni sono cancerogeni, anche se in basse concentrazioni. Alcune caratteristiche dei più importanti solventi: • Olio di trementina: è un solvente distillato da materie prime naturali, e in teoria abbastanza innocuo: durante la distillazione si può formare del toluene, che non sempre viene eliminato, perciò anche questo prodotto non si può considerare del tutto accettabile • Trementina sintetica: contiene benzina, toluene, xilene. E’ cancerogeno, oltre ad avere i soliti effetti di irritazione, danni al SNC e ai polmoni. • Petrolio: per inalazione provoca vomito, soffocamento. Gli avvelenamenti acuti portano ad allucinazioni, distruzione dei tessuti del SNC e dei polmoni, coma. • Alcoli: I vapori provocano emicrania, irritazione della cute, mucose, vie respiratorie. Una prolungata inalazione provoca disturbi respiratori, inoltre l’alcol metilico porta ad avvelenamento, cecità, fino alla morte. Al precedente paragrafo si è anche parlato dell’alcol isopropilico, usato negli ammorbidenti • Glicoli : La loro pericolosità è legata anche al loro sapore dolciastro che può facilitare l’ingestione accidentale di quantità rilevanti , specie nel caso di bambini. La tossicità dei glicoli si manifesta a livello del SNC, del fegato e dei reni. Per il glicole etilenico si considera tossica una dose di 0,3 g per kg di peso corporeo, oltre la quale si può avere dose mortale, che significa, per una soluzione al 10%, l’ingestione da parte di un bambino di 10 kg una quantità di 100ml. Sembra inoltre che tali sostanze provochino malformazione nell’embrione e disturbi sanguigni. • Idrocarburi aromatici: tra essi citiamo il benzene, il toluene, lo xilene. L’esposizione prolungata ad essi, anche a bassi livelli, provoca disturbi a livello del SNC, con euforia, vertigini, cefalea, nausea, mentre concentrazioni più alte provocano alterazioni nel midollo osseo. Per contatto cutaneo provocano irritazioni e dermatiti. Il benzene è anche sicuramente cancerogeno . Tra soggetti esposti a benzene è stato confermato un incremento dei casi di leucemia. Per questo è stato proibito nelle formulazioni di prodotti solventi, se non come impurezza. Idrocarburi clorurati: • Danneggiano il sistema nervoso centrale; • Cloroformio: è un fluido molto volatile, di effetto narcotizzante, a dosi elevate provoca paralisi cerebrale, respiratoria e cardiaca; è anche cancerogeno e danneggia fegato e reni. Anche per contatto provoca infiammazione della cute. Nelle acque di scarico è fortemente inquinante per l’ambiente. • I più pericolosi sono i solventi classificati come VOC ( volatile organic compounds) dall’OMS, anche perché non è possibile individuare un unico colpevole, essendo l’uso di questi composti indiscriminato ( se ne sono rilevati fino a 300 VOC differenti, in un unico ambiente): così gli effetti si fanno sentire anche se ogni componente è in concentrazione bassa. C’è anche da osservare che l’organismo si adatta al prolungarsi dell’esposizione, per un meccanismo per il quale cerca di annullare le situazioni sgradevoli. Questo pone l’organismo in una situazione di stress ambientale che porta all’insorgenza della cefalea. • L’esposizione a vari solventi provoca irritazione agli occhi, naso e gola, emicrania, nausea, vertigini. Essendo lipofili, interagiscono con la struttura del SNC e periferico con effetto depressivo, provocando lesioni a volte irreversibili. La sintomatologia è a due fasi: prima si ha ebbrezza, poi una fase di depressione, con sonnolenza, narcosi, fino al coma. A livello epatico si hanno alterazioni causate sia dalla loro tossicità, sia dalla a volte maggiore tossicità dei composti che si formano durante il metabolismo. A livello cardiaco si hanno effetti di aritmie cardiache. • Sono stati definiti dei livelli di esposizione cui correlare l’insorgenza di sintomi (Mohlave):sotto il limite inferiore non ci si aspetta alcun effetto. sopra il limite superiore c’è qualche effetto . tra questi due valori sta il ‘range multifattoriale di esposizione’, nel quale gli effetti possono evidenziarsi a seconda dell’interazione con altri fattori ambientali. Casi di ingestione: la dose tossica della trielina è di 0,2 ml/kg di peso corporeo, quella mortale di 3-5 ml per kg, che corrisponde all’ingestione di 30 ml per un bambino di 10kg. Sembra inoltre che tali sostanze costituiscano la principale causa della cosiddetta ‘sindrome del Palazzo Malato’, Sick Building Syndrome descritta dall’OMS, con secchezza alle mucose, eritema e arrossamento di cute e occhi, raucedine ed asma, nausea e vertigini, irritabilità, facilità ad infezioni alle vie respiratorie. VERNICI: il rischio • Essendo composte in gran parte di solventi, la loro tossicità è strettamente legata alla tossicità di questi ultimi. Influiscono negativamente sull’organismo, sul SNC e l’apparato respiratorio. Ricordiamo anche il pentaclorofenolo (PCP), usato per la protezione del legno da funghi parassiti. Può causare cirrosi epatica, atrofia del midollo osseo e disturbi al SNC. In alcuni paesi è proibito, ma in altri è anche negli imballaggi per alimenti. PIGMENTI: il rischio • I più pericolosi sono il piombo ed il cromo usati in genere come ossidi. Il piombo si accumula nelle ossa e nei denti, provocando danni alla composizione sanguigna e al sistema immunitario. Il cromo è cancerogeno, e le polveri sono pericolose per i polmoni, se inalate. Anche il biossido di titanio è molto usato come pigmento bianco: è sospetto cancerogeno.