I genitori nella scuola: realtà, opportunità, prospettive Gli Organismi di Partecipazione nella scuola A cura di Cinzia Olivieri in collaborazione con Genitori in Movimento San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 1 Premessa Parlare di “Genitori nella scuola” ci riporta alle analisi sulla “partecipazione” Collegialità e partecipazione che avevano ispirato la riforma del ’74 erano considerate “conquiste” “per salvare la scuola … dal centralismo e dall'autoreferenzialità”. Gli OO.CC. rappresentavano il mezzo per realizzare “la partecipazione nella … scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisca con il territorio” e servono solo “se bene usati”. Infatti se sono stati certo offerti strumenti ai genitori per partecipare occorre in primo luogo riconoscersi ed essere riconosciuti come “parte” e per “usare bene” questi strumenti bisogna conoscerli, perché “Non conoscenza e disinteresse si rinforzano a vicenda”. (corsivo: audizione UCIIM 2004). San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 2 Realtà Gli Organi Collegiali che prevedono il coinvolgimento dei genitori si distinguono in: Organi Collegiali di Circolo o di Istituto e Organi Collegiali Territoriali San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 3 Realtà Nell’attuale sistema la partecipazione dei genitori e la presenza dei genitori nella scuola si realizza e legittima tanto all’interno degli organi collegiali Consiglio di intersezione, di interclasse e di classe (art. 5 D.L.vo 297/94) Consiglio di circolo o di istituto e giunta esecutiva (art. 9 D. L.vo 297/94) Che negli altri organismi di partecipazione: assemblee (art. 15 D.L.vo 297/94) comitati genitori (art 15 comma 2 D.L.vo 297/94) La concreta attività dei quali è rimessa alla libera iniziativa dei genitori San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 4 Realtà La crisi partecipativa ha fornito opportunità e pretesto per l’esautoramento degli ormai dimenticati organi collegiali territoriali. Le problematiche connesse al loro funzionamento erano note. Ne sono state analizzate le ragioni e proposte soluzioni. Eppure le azioni intraprese sono state dirette solo verso una graduale ma costante riduzione di funzioni e poteri, già scarsi e vaghi, spoglio delle modeste risorse economiche ed umane, fino allo stato di attuale agonia. Gli Organi Collegiali Territoriali sono: Consiglio Scolastico Distrettuale (artt. 16-19 D.Lvo 297/94) Consiglio Scolastico Provinciale (artt. 20-22 D.Lvo 297/94) Al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (artt. 2325 D.L.vo 297/94) non partecipano i genitori San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 5 Realtà Altri organismi Lo scarso valore riconosciuto al ruolo di rappresentanza è confermato dalla circostanza che a livello ministeriale si registra una "cesura“ rilevando diversi criteri di rappresentatività. Infatti le opportunità di “ascolto” sono state attribuite dal DM 14/02 alle Associazioni dei Genitori maggiormente rappresentative che ha istituito il loro Forum Nazionale (FoNAGS). Il DPR 301/05 ne ha previste le diramazioni regionali (FoRAGS), ed ove istituita anche un’articolazione provinciale (FoPAGS), attualmente ancora non uniformemente istituiti. Tuttavia nonostante la realizzazione in talune regioni e province di positive iniziative da parte di questi, all’accreditamento ministeriale non è corrisposto eguale riconoscimento proprio da parte dei genitori nella scuola che sono chiamati a rappresentare. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 6 Realtà Le occasioni mancate … Non è esistito un movimento da parte dei genitori che abbia affermato le proprie istanze di partecipazione. Pertanto agli studenti sono riconosciuti strumenti non previsti per i genitori e cioè: le Consulte Provinciali (DPR 567/96 e successive modifiche), organismi elettivi ora organizzati territorialmente anche a livello nazionale e divenute organo consultivo stabile del MIUR e Lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria (D.P.R. 249/98 modificato dal D.P.R. 235/07) che disciplina i loro doveri e garantisce l’esercizio dei loro diritti San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 7 Realtà La realtà scolastica è sempre più complessa. Basta pensare all’estrema difficoltà nel “leggere” i conti consuntivi o i programmi annuali realizzati sulla base di una progettualità che deve tenere conto in primo luogo delle esigenze contabili. Per realizzare una vera partecipazione democratica se non si mette i genitori in condizione di esercitarla qualificando le rappresentanze Un genitore che voglia impegnarsi nella scuola dovrebbe infatti conoscere almeno le principali norme in materia che non sono poche ed hanno altresì una caratteristica peculiare di prevedere pochissimi obblighi e senza sanzione in caso di inadempimento. Un caso frequente è quello del mancato rispetto dei termini di preavviso per le riunioni degli organi collegiali o della norma che dispone si svolgano in orario tale da agevolare la partecipazione San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 8 Realtà Le principali norme che ogni genitore dovrebbe conoscere sono: D.L.vo 297/94 (che ha modificato il D.P.R. 416/74) Decreto Interministeriale 28 maggio 1975 C.M. 105/75 (regolamento tipo) Art. 21 L 59/97 D.P.R. 275/99 (regolamento dell’autonomia) Decreto Interministeriale 44/01 O.M. 215/91 elezione OO.CC. di istituto O.M. 216/91 elezione del Consiglio Scolastico Distrettuale O.M. 217/91 elezione del Consiglio Scolastico Provinciale San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 9 Realtà I regolamenti Per tutto quanto non previsto dalle norme attualmente sono i regolamenti interni delle istituzioni scolastiche che disciplinano l’attività ed il funzionamento degli Organi Collegiali e devono, fra l'altro, stabilire le modalità per il funzionamento della biblioteca e per l'uso delle attrezzature culturali, didattiche e sportive, per la vigilanza degli alunni durante l'ingresso, la permanenza e l'uscita dalla scuola, per la partecipazione del pubblico alle sedute del consiglio L’Art. 40 del D.L.vo 297/04 prevede che in mancanza dei regolamenti d’istituto, gli Organi Collegiali operano sulla base di regolamenti tipo predisposti dal Ministero della pubblica istruzione (C.M. 105/75) Sicché le proposte di legge attualmente in discussione in VII^ Commissione prospettano una potenziale realtà futura in cui l’intera disciplina relativa a costituzione, composizione e funzionamento degli organi collegiali sarà rimessa ai regolamenti/statuti delle istituzioni con un marginale e minima regolamentazione normativa. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 10 Realtà Breve analisi “Lettera a una professoressa” di don Milani si apre con queste parole: ”Questo libro non è scritto per gli insegnanti, ma per i genitori. È un invito ad organizzarsi”. Dopo 40 anni sicuramente questo invito non è stato raccolto. Difficile organizzarsi in assenza di un collegamento. Nonostante le innovazioni tecnologiche, le reti di scuole previste dall’art. 9 del DPR 275/99 si sono rivelate soprattutto reti di Dirigenti. Il Ministero ha collegato telematicamente i docenti, ma non esiste alcuna banca dati delle rappresentanze dei genitori. L’IRRSAE (l’Istituto di Ricerca Regionale …) del Veneto negli anni 1998-2000 ha svolto un’indagine sulla partecipazione dei genitori rilevando che l’80% dei rappresentanti di classe è costituito da donne prevalentemente casalinghe o che svolgono attività lavorative compatibili. Dunque il criterio selettivo della partecipazione genitoriale appare determinato dal tempo libero. L’attività poi sembra limitarsi alla raccolta di fondi per acquisto regali o materiali, l’accompagnamento a visite guidate, la mera partecipazione alle riunioni dei consigli di classe, interclasse e intersezione con attenzione concentrata sul proprio figlio … è per questo che nella “Lettera a una professoressa” si legge: … le mamme non vedono al di là del proprio uscio?!. Ma la questione della disaffezione per la partecipazione attiene anche all’ambito delle “motivazioni”, perché se è senza dubbio indispensabile un “programma di ‘professionalizzazione’ relativa alla partecipazione” per migliorarne la qualità, è pur vero che “nessun organismo di rappresentanza prevede la competenza”. Insomma, la formazione va accompagnata anche da adeguati stimoli alla partecipazione.* Consideriamo tra l’altro che gli incarichi di rappresentanza collegiale per i genitori non hanno alcun reale riconoscimento né compensativo né di fatto, neanche attraverso la possibilità di permessi retribuiti … *L. Corradini “Significati e prospettive dei Distretti Scolastici” – Atti della 1° Conferenza dei Distretti Scolastici della Lombardia promossa dall’Assessorato Regionale all’Istruzione dall’IRRSAE Lombardia San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 11 Le opportunità dell’autonomia Il Piano dell’Offerta Formativa Il DPR 275/99, il regolamento dell’autonomia, ha introdotto il POF, il Piano dell'offerta formativa che ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue componenti Il POF rappresenta la carta di identità della scuola ed è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto Il POF è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 12 Le opportunità dell’autonomia Il Piano dell’Offerta Formativa Quale corrispettivo ad una realtà deludente, il POF (Piano Offerta Formativa) dovrebbe rappresentare il vero progetto formativo condiviso anche sotto l’aspetto territoriale. Più spesso invece si presenta come una sommatoria di attività e progetti, anche interessanti, frutto di elaborazione raramente collegiale, non pensati tenendo presenti le esigenze delle famiglie e del territorio. In quante occasioni i POF hanno recepito progetti proposti dai genitori? Non solo la maggior parte di questi non conosce tale opportunità ma soprattutto nessuno spiega come fare per esercitarla ed in ogni caso risulta sostanzialmente una profonda interferenza… Conseguentemente i genitori, come gli studenti, si sentono poco “responsabili” delle scelte dell’istituzione. Essi non vengono considerati come delle “risorse” e ciò rende ovviamente più difficile la concreta realizzazione di “alleanze”. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 13 Le opportunità dell’autonomia Il Patto educativo di corresponsabilità Il DPR 235/07 ha introdotto il Patto educativo di corresponsabilità sottoscritto contestualmente all'iscrizione alla singola istituzione scolastica dai genitori e dagli studenti e finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie. I singoli regolamenti di istituto disciplinano le procedure di sottoscrizione nonché di elaborazione e revisione condivisa. Nell'ambito delle prime due settimane di inizio delle attività didattiche, ciascuna istituzione scolastica pone in essere le iniziative più idonee per le opportune attività di accoglienza dei nuovi studenti, per la presentazione e la condivisione dello statuto delle studentesse e degli studenti, del piano dell'offerta formativa, dei regolamenti di istituto e del patto educativo di corresponsabilità Nonostante le norme ed in particolare la nota esplicativa del 31 luglio 2008 ne definiscano chiaramente le modalità di elaborazione e sottoscrizione solo raramente esso è stato frutto di una reale condivisione ma molto più spesso una semplice prassi di sottoscrizione di un documento da parte di genitori e studenti San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 14 Le opportunità dell’autonomia Le procedure di valutazione L’ultima parte del comma 9 dell’art. 21 della L 59/97 prevede l'obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi. Una scuola autoreferenziale è quella che non si lascia valutare. Autonomia è responsabilità e la scuola quindi non solo deve “rendere conto” delle proprie scelte e della efficacia della propria azione operativa ma anche garantire un certo livello di qualità del servizio erogato. In termini tecnici una “valutazione di sistema” deve valutare l’“efficienza” (l’attività svolta) e l’“efficacia” (i risultati) La valutazione è finalizzata al miglioramento del servizio e del prodotto perciò è necessario che essa sia aperta anche ai valutatori esterni, come genitori e studenti, che, senza ottica di rivalsa, assumano un atteggiamento cooperativo Una scuola di qualità riesce a condurre alla fine del percorso formativo tutti i suoi studenti, non fa primeggiare solo l’eccellenza e sa dialogare con le sue componenti per migliorare se stessa. Questo presuppone l’analisi dei bisogni. Perciò è fondamentale recuperare il rapporto tra i docenti, responsabili del progetto educativo, e le famiglie che sui propri figli hanno un analogo progetto. La sfida è riuscire a realizzare all’interno di ogni istituzione scolastica quel “patto educativo tra insegnanti studenti e genitori”. Si legge in “Lettera a una Professoressa”: La scuola ha un solo problema: i ragazzi che perde. La scuola continua a perdere i suoi ragazzi perché non sa leggere i loro bisogni, per lo più non progetta tenendo conto di essi, non li legge in chiave territoriale, non li condivide con le famiglie. Essa fatica a realizzare un “progetto educativo” individualizzato ed a “potenziare le capacità” dell’alunno. Basti pensare alle problematiche connesse alla diversa abilità ed in quante occasioni in relazione ad esse la scuola riesca a realizzare una fattiva collaborazione con le famiglie. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 15 Proposte Allo scopo di “sortirne insieme”* sono state formulate le seguenti proposte: Formazione delle rappresentanze Piena applicazione, difesa e valorizzazione della collegialità rafforzando la cogenza delle norme; Riconoscimento normativo dei Comitati Genitori, per le funzioni di stimolo alla partecipazione; Attuazione cogente delle procedure di autovalutazione con il coinvolgimento del collegio dei docenti aperto ai rappresentanti di classe e/o al comitato genitori; Sottoscrizione del “patto educativo di corresponsabilità” elaborato e condiviso da commissioni miste che preveda e garantisca gli standard massimi e minimi di apprendimento; Creazione di una banca dati delle rappresentanze con particolare riguardo ai presidenti per favorire il collegamento; Istituzione dello Statuto e delle Consulte dei genitori come per gli studenti. Rinnovo degli organi collegiali territoriali per la indiscussa centralità del territorio, che non può realizzarsi con la semplice previsione della partecipazione di rappresentanti degli Enti Locali all’interno dei consigli di circolo o di istituto, ed istituzione di Forum permanenti della formazione e informazione, all’interno degli stessi ambiti, auspicabilmente coincidenti con quelli del lavoro, aperti a tutte le componenti della scuola ed alla partecipazione consultiva di agenzie ed associazioni quale sviluppo di un Osservatorio dei Bisogni Formativi per assicurare un’azione di collegamento-coordinamento attraverso incontri, attività di formazione e informazione e favorire quel dialogo che al momento manca. * da: “lettera a una professoressa” San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 16 Prospettive Dopo anni di analisi ci si sarebbe attesi che si intervenisse per rimuovere le cause che hanno determinato una caduta di interesse determinati anche dalla circostanza che nelle scuole dove il rapporto con la scuola è positivo, propositivo, di dialogo e condivisione c’è conseguentemente maggiore partecipazione. Invece tutto ciò costituisce attualmente l’alibi per giustificare la soppressione degli spazi di partecipazione inutilizzati o mal gestiti per l’inadeguatezza ad usare questi strumenti. Abbiamo un precedente nelle sorti degli organi collegiali territoriali. Nonostante le riflessioni e le molteplici proposte, le azioni intraprese, nel corso di oltre un ventennio, sono state dirette solo verso una graduale ma costante riduzione di funzioni e poteri, già scarsi e vaghi, spoglio delle modeste risorse economiche ed umane, fino allo stato di attuale agonia. In mancanza di alcuna consapevolezza in merito al futuro le prospettive future rappresentate dalle proposte di legge in discussione in VII^ commissione ci presentano una scuola che ritorna accentrata sul dirigente e sugli eventuali “partners” ed in cui la partecipazione diventa eventuale e rimessa interamente agli statuti delle scuole. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 17 Prospettive Breve sintesi delle proposte di legge Si propone: Distinzione tra funzioni di indirizzo e di programmazione attribuite agli organi di governo ed i compiti di gestione e di coordinamento di esclusiva competenza del dirigente scolastico (PdL 953, 1199, 1262, 1468). Possibilità per le scuole di costituirsi in fondazioni (PDL 953). Trasformazione del Consiglio di istituto in “Consiglio di Amministrazione” (PDL 953 - 808), con composizione ridotta rispetto all’attuale, aperta ai partners esterni ed a rappresentati dell’ente locale e potenzialmente contenuta anche in una sola unità per i genitori; ovvero in Consiglio dell’Istituzione Scolastica (PdL 1262-1468) la cui modalità di costituzione, composizione e funzionamento è interamente rimessa allo statuto dell’istituzione. Molto probabilmente la presidenza del consiglio non sarà più riservata ad un genitore ma al dirigente. I regolamenti deliberati dai consigli uscenti possono essere modificati subito dopo l’insediamento dei nuovi organismi (PdL 953, 1199, 808), il che rende i primi del tutto superflui. .Abolizione della Giunta Esecutiva (prevista solo potenzialmente dai PdL 1262-1468) Cancellazione dei consigli di classe (previsti solo nelle PDL 808 - 1262/1468). Riconfermata l’importanza (PDL 953 Aprea - 1262/1468) del Piano dell’offerta formativa, formulato con la partecipazione di tutte le componenti ai sensi del DPR 275/99. Sarebbe importante prevedere la costituzione di apposite Commissioni POF aperte alla partecipazione dei genitori. Organi di valutazione della qualità del servizio dell’istituzione scolastica (PDL 953 - 1199 - 808) composti di fatto da docenti scelti. Interessante appare la previsione di un’autovalutazione partecipata (PDL 1262/1468) Previsione solo potenziale di “altri” organismi di partecipazione integralmente affidata ai regolamenti ovvero agli statuti dell’istituzione. Positiva ma non soddisfacente la sola generica garanzia di applicazione anche ai genitori di quanto previsto per gli studenti dall’art. 2 comma 9,10 DPR 249/98 (PDL 953 - 1199). La PDL 808 individua un potenziale consiglio dei genitori e degli studenti. Scompare invece il comitato (genitori e studentesco), evidentemente come inevitabile conseguenza della cancellazione del consiglio di classe e quindi del “rappresentante”. Le PDL 893 – 1199 non prevedono organi territoriali. Riconfermato incredibilmente l’assetto attuale dalla PDL 808. Interessante l’indicazione delle “Consulte” (PDL 1262/1468) per quanto il termine possa determinare una certa confusione con gli organismi previsti per gli studenti. Positiva la previsione, forse un po’ generica quanto alla sua composizione, del Consiglio scolastico territoriale (PDL 1262/1468) con la presenza di diritto all’interno dei presidenti dei consigli dell’istituzione che realizzano una rete di scuole quindi anche “rete di presidenti”. San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 18 Conclusione Le prospettive non devono vederci rassegnati. È giunto il momento che chi ha consapevolezza di questo dimostri la volontà di un cambiamento attraverso uno sforzo diretto appunto a “sortirne insieme”. In merito a tali prospettive il Movimento Educatori Milaniani ha formulato una proposta ed ha richiesto di essere audito per presentarla in VII^ Commissione … San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 19 I genitori nella scuola: realtà, opportunità, prospettive Gli Organismi di Partecipazione nella scuola Grazie per l’attenzione Cinzia Olivieri [email protected] Sportello Genitori Studenti e Scuola http://www.edscuola.it/archivio/famiglie/famsportello.html San Bonifacio (VR) 16 maggio 2009 20