ISTITUTO COMPRENSIVO DI MOZZANICA Riflessioni degli alunni della classe 2^A dopo l’incontro con la volontaria Piloni Danila (AMICI DEL BRASILE) E’ bello sapere che in questo nostro mondo esistono persone che hanno la forza di aiutare il prossimo, mettendosi a loro disposizione. Eva, Cristina, Maira, Vivian, Elisa e Michela La gioia di Danila è stata messa a dura prova dalla visione di una bambina tra la spazzatura. Il desiderio di questa infelice è quello di essere in un domani prossimo: una persona. Sentito dire da una bambina di nove anni è davvero triste e.... commovente.... Elisa e Michela Ciò che stupisce di questa gente è la forza di volontà, la voglia di andare oltre, di garantire un futuro migliore ai figli. Lo dimostra la donna che ha perso al fiume uno dei suoi sei figli e che dopo pochissimo tempo è tornata al lavoro. Siham, Eva, Cristina Ascoltando la testimonianza di Danila abbiamo capito che in Brasile ci sono moltissime persone che soffrono e vivono in ambienti poco salubri. Maira, Elisa e Michela Sono quasi sempre le donne a contribuire all'economia affinché tutto prosegua per il meglio, non manca mai il loro aiuto nei lavori per la collettività. Eva, Cristina I bambini brasiliani hanno la capacità di non arrendersi, ma di continuare a lottare contro i problemi quotidiani. Non hanno il timore di mostrare le loro emozioni. Maira, Vivian, Elisa e Michela Danila ci ha raccontato un fatto che sembra di poca importanza, ma se lo si analizza è molto grave. Per le popolazioni del Brasile l’ acqua sotto terra è molto salata, andando verso l’oceano le falde acquifere sono di acqua dolce perché essa viene filtrata dalla sabbia. Per poter recuperare un po’ d’ acqua i Brasiliani devono percorrere almeno 7 km. Se sono fortunati e piove, le taniche che hanno vicino alle loro abitazioni si riempiono di acqua. Marcello e Marco Mi ha stupito il fatto che in Brasile ci siano persone che non si sentono tali, perché vengono loro negati i diritti più elementari. Alessandro R. Mi è spiaciuto molto sapere che vi è una povertà così grande e che vi siano situazioni di così ampio degrado sociale. Anche se sono poveri si autotassano per dare una mano, lavorano gratuitamente pur di dare una istruzione ai loro figli. Giorgio e Alessandro D. Grazie all’intervista fatta a Danila ho capito che aiutare dà soddisfazione. Anna Ciò che mi ha colpito di più è sapere che per avere un po’ d’ acqua molti devono percorrere almeno 7 km a piedi. Noi sprechiamo l’acqua…a loro manca. Sharol I bambini se hanno una matita la conservano, cercano di non romperla. Noi abbiamo tutto a nostra disposizione e non ce ne curiamo. Daiana I bambini hanno un grande senso della famiglia, dividono ogni cosa con i loro fratelli, noi litighiamo spesso per futili motivi. Eleonora e Siham Nel volto dei bambini brasiliani c’è sempre il sorriso che indica una costante nel loro comportamento: l’ allegria, nonostante vi siano presupposti per non essere felici. Rebecca, Chiara e Sara Grazie Danila per averci resi partecipi di una realtà a noi sconosciuta, ma che grazie a te manterremo nei nostri cuori iniziando con i nostri amici lontani una corrispondenza. E’ il nome dell’Associazione nata il 31 maggio 1984 con lo scopo prioritario di assicurare ai bambini una buona alimentazione, un’adeguata istruzione e un’opportunità di sviluppo alle famiglie e alla comunità. Padre fondatore è don Arnaldo Peternazzi che, con alcuni amici, si è messo a disposizione dei più deboli, facendo proprio l’invito del papa Giovanni Paolo II: “Non si sceglie di lavorare con i poveri o per i poveri, ma di stare dalla parte dei poveri”. L’Associazione opera nel Nord Est del Brasile, una zona assai povera, soggetta alle intemperie e alla siccità. Vivere qui non è certo facile, i disagi per la popolazione sono innumerevoli, grave è la mancanza di cibo e acqua, i diritti primari sono totalmente negati. Questa è la terra della fame, come la chiama don Arnaldo, i latifondisti tolgono i terreni ai posseiros che, così, si trovano di sfamare la propria famiglia. Anche l’abbattimento senza la possibilità incontrollato della foresta amazzonica, oltre ad essere un disastro ecologico, influisce negativamente sulle condizioni climatiche. Molti volontari cercano di porre rimedio o di arginare questa situazione, di rendere più accettabili le condizioni di vita dei bambini che, vengono istruiti nelle scuole gestite dall’Associazione e trovano in questo modo, un luogo sicuro, un pasto caldo e spesso è l’unico della giornata. I bambini stessi diventano insegnanti dei genitori che, non potendo pagare i pasti, spesso offrono il loro lavoro quale modo per poter ricambiare l’ospitalità offerta ai loro figli. In una situazione così problematica, risulta “fuori luogo” o per lo meno alquanto strano, il fatto di spendere una fortuna per organizzare il carnevale, l’evento colorato più famoso in tutto il mondo. Per un intero giorno, il Brasile “dimentica” la sua povertà e con colori vivaci affronta la vita ballando a suon di samba. Ma è solo una delle due facce della medaglia, per 364 giorni l’anno purtroppo, la dura realtà prevale sull’atmosfera festosa del carnevale. Danila Piloni è la volontaria di Mozzanica che ha chiesto un periodo di aspettativa per poter lavorare nel Nord-Est del Brasile. Ha fatto parte di più associazioni come l’ AVIS e la CROCE ROSSA. E’ stata per la prima volta in Brasile nel 1998, un anno cruciale per la sua vita, perché, in quel tempo ha capito di avere la vocazione al volontariato e di dover svolgere un compito veramente importante. Dalla sua testimonianza di vita traspare la gioia nel vedere i bambini che a braccia aperte le corrono incontro, quasi fosse un’ amica di lunga data. Diversi sono i ricordi che affiorano alla mente di Danila quando col pensiero “corre” in Brasile ed è difficile scegliere di quale parlare a noi alunni. Solo dopo molteplici insistenze decide di renderci partecipi di una esperienza unica vissuta quando tra l’ immondizia ha visto una dolce bambina di nove anni che, frugava alla ricerca di cibo. Questa alla domanda “Ma tu da grande, cosa vorresti diventare?” ella molto timidamente rispose: “ una persona”. E’ senz'altro una risposta che sottintende una maturità e una consapevolezza che difficilmente sono riscontrabili nella tenera età, ma che testimoniano quanto in Brasile si cresce velocemente e quanto ci si renda presto conto dei diritti negati. Continuare ad aiutare è per lei una missione di vita, sembra quasi ci sia un disegno ben più grande coordinato da un buon ingegnere che abilmente tesse le fila di questo progetto di vita.