Alle origini del cinema
Le immagini in movimento
Laboratorio di Tecnologia
Insegnante: Silvia Mari
Tra gli antenati della proiezione cinematografica, alle origini del cinema, troviamo la
lanterna magica
Era un apparecchio la cui più antica descrizione risale al Seicento. Utilizzava immagini
dipinte su vetro che venivano proiettate su una parete. La luce proveniva da una candela.
L’immagine usciva da un foro dove era posizionata una lente. Il procedimento era del tutto
simile a quello dei moderni proiettori di diapositive
La diffusione della lanterna magica fu rapida ed ebbe due principali applicazioni: una
didattica e una fantastica, di intrattenimento.
Nel primo caso si poteva istruire mostrando luoghi, monumenti, oggetti, piante, animali che
nessuno aveva mai visto;
nell'altro si potevano proiettare immagini fantastiche, che servivano a creare suggestioni e
colpire la fantasia delle persone.
Esisteva inoltre il teatro di ombre che nacque in Cina circa duemila anni fa
Negli spettacoli antichi, come in quelli di oggi, le figure o gli
attori non si vedono direttamente ma, come dice il nome
stesso, appaiono solo le loro ombre. Lo spettatore si pone
davanti a uno schermo bianco semi-trasparente, dietro il
quale gli attori manovrano le figure e recitano le varie parti.
Una potente fonte di luce proietta le ombre direttamente
sullo schermo con l’effetto di ingigantirle.
luce
attori
schermo
spettatore
Il teatro di ombre utilizza la silhouette
delle figure e cioè solo il loro contorno.
Le figure appaiono viste in controluce
La persistenza dell’immagine sulla retina
Gli studi di fisica ottocenteschi portarono alla luce il principio della
persistenza retinica.
l’occhio umano funziona esattamente come la camera oscura. La luce riflessa
dall’ambiente esterno, passando per il cristallino, si focalizza sulla retina.
Ma la retina ha una caratteristica particolare:
la luce che la colpisce vi resta impressa per un periodo più lungo di
quanto non sia l’impulso luminoso vero e proprio.
Una specie di memoria temporanea che registra l’immagine luminosa.
Ci si accorse così che facendo scorrere davanti ai nostri occhi due immagini diverse, superando
una certa velocità, le due figure si sovrappongono,vengono fuse insieme, facendo credere al
nostro cervello che stia ricevendo un flusso luminoso continuo senza buchi neri.
Se ci facciamo caso, è quello che succede quando sbattiamo gli occhi: per un attimo ci dovremmo
trovare al buio, invece continuiamo a vedere senza interruzione
Giocando con questa caratteristica nella prima metà dell’Ottocento nacquero numerosi
giochini ottici, come ad esempio il
TAUMATROPIO
Consiste nel disegnare sulle due
facciate di un dischetto di
cartoncino due immagini diverse.
Facendolo ruotare velocemente
(con l’aiuto di due cordicelle)
vediamo le due figure
sovrapporsi anche se in realtà
non lo sono
Le esperienze che sfruttarono questa scoperta furono molte. Per esempio si capì che realizzando
una sequenza di disegni che differiscono lievemente tra di loro, si riesce a rappresentare
il movimento se la frequenza con cui si mostrano scende al di sotto del quindicesimo di secondo.
Dopo il taumatropio ci furono così altre invenzioni:
LO ZOOTROPIO
IL FENACHISTOSCOPIO
fessura
Un disco con disegnate
una serie di figure che
differiscono leggermente
tra di loro, separate da
una fessura. Facendolo
ruotare rivolto verso uno
specchio e guardando
attraverso le fessure si
ottiene una semplice
animazione.
Come il precedente ma di forma cilindrica
IL PRASSINOSCOPIO
Con questi strumenti era però possibile utilizzare
solo un numero limitato di immagini.
Che utilizza degli specchi all’interno del cilindro.
Nel 1868 Linnet inventò il Flip book
Il flipbook potrebbe essere considerato il prototipo del cartone animato.
Letteralmente significa libro che scorre.
E’ composto da una serie di disegni realizzati su cartoncini rettangolari. Le immagini sono
disegnate in successione, riprendendo cioè in sequenza.
Facendo scorrere il piccolo libricino tra le dita, i disegni, grazie alla velocità,
appaiono in movimento.
Si ottiene così lo stesso effetto che si aveva con i dischi degli strumenti che abbiamo visto
precedentemente
Non possiamo però ancora parlare di cinema, perché erano necessarie altre fondamentali
scoperte nel campo della nascente fotografia
Un dubbio fece compiere un importante esperimento
Un cavallo al galoppo si muove così velocemente che è difficile capire la posizione che
assumono via via le quattro zampe.
Nei quadri ottocenteschi i pittori rappresentavano i cavalli in corsa come nelle immagini
qui sotto e cioè con tutte e quattro le zampe alzate, quasi volassero.
A. Crossfield The hunt
T. Gericault Derby di Epsom 1821
Eadweard Muybridge, un fotografo inglese, fece una scommessa con i suoi amici per capire
se un cavallo slanciava le zampe veramente in quel modo
L’idea di Muybridge fu di utilizzare 24 fotocamere, sistemate in successione lungo un tracciato per
le corse dei cavalli. Ogni singola macchina veniva azionata da un filo colpito dagli zoccoli del
cavallo stesso.
La sequenza di fotografie che ne conseguì, chiamata The horse in motion mostrò come gli
zoccoli si sollevassero dal terreno contemporaneamente, ma non nella posizione di completa
estensione come era comunemente raffigurato. Fu possibile così rendersi conto degli errori in cui
erano incorsi fino allora pittori e scultori.
Da quel momento i pittori usarono sempre di più la fotografia come strumento di indagine e
conoscenza della realtà e vennero fatti molti altri esperimenti anche sul corpo umano.
A questo punto bastava tornare ai giochini di animazione che abbiamo visto prima, sostituire
i disegni con una sequenza fotografica e…il gioco è fatto.
Possiamo dire che era nato il cinema, almeno come principio.
Mancavano ancora però degli strumenti fondamentali e cioè la cinepresa e il proiettore.
Ecco le invenzioni decisive:
Nel 1887 Marey costruì la prima cinepresa, formata da una cassetta di legno con due bobine
per la pellicola, completa di otturatore e meccanismo di avanzamento
Nel 1891 T. Edison costruì una cinepresa che usava la pellicola
35 mm perforata per l’esatto allineamento dei fotogrammi.
L’ apparecchio usava le prime pellicole con supporto in celluloide
inventate da George Eastman per le fotocamere a cassetta Kodak.
Edison tagliò le pellicole e vi praticò quattro perforazioni sul bordo del
fotogramma. L’attuale pellicola cinematografica era stata inventata. Le
immagini riprese con l’apparecchiatura di Edison vennero mostrate al
pubblico nel 1893 con macchine a gettoni. Attraverso una lente si
potevano vedere le sequenze di immagini.
Era nato il cinetoscopio.
cinetoscopio
Il film poteva essere visto da uno spettatore per volta facendolo girare
con una manovella, attraverso un oculare collocato in cima a una cassetta di legno.
Nel 1895 i fratelli Lumiere costruirono una cinepresa perfezionata e una macchina che
proiettava le immagini direttamente sullo schermo.
E’ con loro che storicamente ha origine il cinema.
La prima proiezione con pubblico pagante fu
tenuta nel dicembre del 1895 a Parigi nel sotterraneo del Gran Caffè.
I 35 spettatori poterono assistere ad uno spettacolo formato
da 5 documentari di circa un minuto l’uno. Erano solo dei
documentari, ma fu un grande successo.
Tra questi c’era Il famosissimo arrivo del treno alla stazione.
Quando gli spettatori vedevano la locomotiva venire verso di
loro qualche signore, preso dal panico, cercava di
guadagnare l’uscita, qualche signora addirittura sveniva.
Naturalmente il cinema nacque muto e in bianco e nero.
L’accompagnamento musicale era eseguito nella sala dal vivo.
Nel 1927 ci fu il primo film sonoro
Nel 1935 fu inventata la pellicola a colori
E questo fu solo l’inizio di una grande
avventura che fece definire il cinema
La settima arte
Conosci i grandi registi italiani degli anni del dopoguerra?
Luchino Visconti
Federico Fellini
Vittorio De Sica
Roberto Rossellini
Michelangelo Antonioni
Pier Paolo Pasolini
Scarica

Le immagini in movimento