Il giorno 9 Aprile 2014 noi alunni di I D
siamo andati in gita a Sermoneta.
La mattina ci siamo recati al castello
Caetani e il pomeriggio ai giardini di
Ninfa .
Abbiamo visitato la parte interna ed
esterna del castello.
Sermoneta è un borgo
medioevale in provincia
di Latina. Il castello
venne costruito per
volere della famiglia
degli Annibaldi, agli
inizi del Duecento. Il
castello nacque più
come fortezza militare,
in un punto strategico
del territorio tra Roma e
Napoli, che come
residenza nobiliare.
Fanno parte del castello
anche tre torri: Maschio,
Maschietto e
Femminuccia.
Dopo aver visitato il castello
Caetani, abbiamo pranzato in un
grande giardino e da lì siamo
ripartiti per andare a visitare i
giardini di Ninfa. Abbiamo
osservato piante e fiori di ogni
colore, forma e specie. Ci sono
fiori che vengono da paesi diversi
e che riescono a sopravvivere
grazie alla vicinanza del mare e
della montagna e alla presenza di
fiume e laghi. Il giardino di Ninfa
è stato dichiarato Monumento
Naturale dalla Regione Lazio nel
2000 al fine di tutelare il giardino
storico di fama internazionale.
Le origini del castello Caetani, situato
nel borgo medievale di Sermoneta,
risalgono al XIII secolo quando la Santa
Sede affidò alla famiglia baronale degli
Annibaldi le città di Sermoneta,
Bassiano, San Donato e altri territori
annessi. Gli Annibaldi si trovavano in
difficili condizioni economiche, non fu
quindi difficile per il Caetani
impossessarsi di quei territori che
avevano un’importanza strategica: alle
porte di Roma, vicini al mar Tirreno e
attraversati dalla via Appia e dalla via
Pedemontana, al tempo unico
collegamento percorribile per coloro
che si recavano al sud.
I Caetani dimorarono
stabilmente presso il
castello solo a partire
dal Quattrocento,
quando Giacomo II
ottenne i diritti di
vicariato generale. Nel
1499 l’ascesa dei
Caetani fu interrotta da
Alessandro VI Borgia
che li scomunicò con
una bolla pontificia,
togliendo loro beni,
privilegi e diritti.
Alla morte di Alessandro VI,
Giulio II nel 1504 riconfermò i
Caetani Signori di Sermoneta.
Nel Seicento Sermoneta non
aveva più l’importanza strategica
di un tempo, così i Caetani si
trasferirono altrove: iniziò il lento
abbandono del castello. Nel
Settecento subì devastazioni e
saccheggi da parte di militari
spagnoli e francesi, durante
l’Ottocento era in tali cattive
condizioni che venne dato in
affitto come magazzino militare e
per derrate alimentari. Solo alla
fine dell’Ottocento i Caetani
tornarono ad occuparsene
avviando imponenti lavori di
restauro e trasformandolo in
centro sociale e educativo.
Oggi la Fondazione Roffredo
Caetani lo tutela e conserva,
cercando di perpetuare l’opera
iniziata dal plurisecolare Casato.
Le pareti esterne del castello sono spesse oltre
tre metri e tutta la struttura è protetta da una cinta
muraria che poggia sulla roccia viva. Di questa
prima costruzione restano solo il maschio e una
contro torre detta "maschietto“.
La famiglia Annibaldi cedette nel 1297 i territori di
Sermoneta , Bassiano e San Donato al nipote di
Papa Bonifacio VIII, Pietro Caetani per la
somma di 140 mila fiorini d'oro. I Caetani non
risparmiarono nulla per rendere la Rocca degli
Annibaldi una vera e propria fortezza militare.
Sotto il dominio di Onorato III Caetani , alla metà del
XVI secolo, Sermoneta conobbe il momento di maggior
splendore: Onorato era un uomo attivo, energico, un
vero e proprio comandante nato, come dimostrò
partecipando alla battaglia di Lepanto.
Segnale importante del pericolo per la famiglia Caetani
fu l'agguato di cui si ritrovò vittima lo stesso Onorato,
ordito forse dai temibili Borgia. Appena eletto, papa
Alessandro VI Borgia (1499) scomunicò
immediatamente i Caetani e nel 1500 confiscò tutti i
loro feudi, affidandoli ai figli Cesare e Lucrezia Borgia.
Nella casa del Cardinale, unico edificio ad
uso abitazione costruito durante l’epoca
borgiana, oltre a quadri e ad eleganti
arredi propri del castello, ci sono degli
affreschi provenienti da Ninfa.
Questa è la stanza da letto nobiliare del
castello, molto ricca e sfarzosa, ma che
abbiamo ammirato a distanza perché non vi è
possibile l’accesso.
Nelle camere da letto della servitù, dette
anche «Camere dei Pinti», vi erano degli
affreschi che appartenevano alla seconda
metà del quattrocento, sono gli unici del
castello ad essere sopravvissuti nella loro
quasi totale integrità.
In caso di invasione, la gente di Sermoneta attraversava
un passaggio segreto. Il corridoio viene chiamato ‘Lunga
batteria’ e porta al secondo ponte levatoio ed infine a
Piazza D’Armi.
CUCINA
La cucina aveva un soffitto a forma di
camino, così il fumo passava più
velocemente; aveva un piccolo forno dove
poter cuocere il pane e uno più grande per
cucinare gli animali più grandi. Aveva,
inoltre, un lavabo dove poter lavare gli
animali prima di essere cucinati.
Il pavimento era come quello delle stalle, in pendenza per
lavare e spazzare più velocemente. Le serve per portare il cibo
ai padroni non avevano un passaggio coperto che le portasse
fino alla sala dove poter mangiare, quindi facevano il giro per
il cortile del castello.
Quest'ultimo complesso è composto da
tre stanze per gli ospiti, di cui due sono
affrescate da un autore sconosciuto, che
viene fatto risalire alla scuola del
Pinturicchio con immagini che
rappresentano figure mitologiche e le
virtù teologali.
18/12/2015
L’ interno delle torri
All'interno del Maschio, la torre principale del castello, è ancora perfettamente conservato il
letto a baldacchino originale del signore. Sui muri di una delle sale del castello venivano
ospitate le firme dei cittadini illustri in visita e su una di queste pareti è ancora
perfettamente conservato un pentagramma, inciso, del musicista compositore Roffredo
Caetani. La sala del Cardinale ospita la Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Stefano e
Giovannino dipinto nel 1541 da Girolamo Siciolante detto Il Sermoneta
18/12/2015
Il maschio
Architettura: il nucleo principale del castello è composto dal
maschio (o mastio) che ospitava le stanze da letto del
signore e che fungeva da ultimo rifugio di sicurezza in caso
d'invasione nemica. La struttura del maschio era
completamente indipendente dal resto del castello ed era
collegata alle strutture adiacenti solo da due ponti levatoi
in legno che potevano essere sollevati all'occorrenza. il
personale e la servitù si sarebbero rifugiati al suo interno
qualora tutto il complesso fosse caduto in mani nemiche .
Nei pressi del maschio sorge la seconda torre, molto più
piccola, detta maschietto.
18/12/2015
Il nome Ninfa deriva da un tempio di
epoca romana ,dedicato alle ninfe
Naiadi , divinità delle acque
sorgive ,che fu costruito nei pressi
dell’attuale giardino.
Nel 1382 Ninfa fu distrutta da parte
di Onorato Caetani sostenitore di
Clemente VI.
La città non fu più ricostruita, anche
a causa della malaria che infestava
la pianura pontina.
 Il bambù è
l’elemento
principale dei
panda , ed è
costituito per il 90%
di acqua . Però dei
bambù , e
commestibile solo il
germoglio e può
arrivare fino a 40
metri di altezza.
 All’interno del giardino di
Ninfa si incontrano diciannove
varietà di magnolia decidua,
betulle, iris acquatici e una
sensazionale varietà di aceri
giapponesi, inoltre a primavera
i ciliegi ornamentali fioriscono
in maniera spettacolare.
Fra le 1300 specie che è
possibile ammirare negli otto
ettari di giardino ricordiamo il
viburno, il caprifoglio, il
ceanothus , l’agrifoglio, le
clematidi, i cornioli, i meli
ornamentali e l’albero dei
tulipani. Vi sono anche molti
arbusti piantati non solo per la
loro bellezza ma anche perché
habitat adatto all’avifauna,
oltre cento le specie registrate,
e agli insetti.
La Flora Del
Giardino
Il lavoro è stato svolto da:
Brasiello Ginevra
Capasso Martina
Caputo Sossio
Cavassi Emanuela
Chiacchio Rosa
Conte Daniele
Cristiano Giada
Cristiano Simone
D’Angelo Francesco Pio
D’Angelo Teresa
D’Aponte Samuele
Di Donato Maria
Di Giacomo Amalia
Dirasco Raffaella
Gervasio Laura
Giordano Teresa
Gozzi Aniello Ennio
Oliva Rosalba
Provenzano Annaclaudia
Puca Rossana
Riggieri Noemy
Saviano Antonia
Simonetti Raffaele
Timpani Alessandro
Vilardo Maria
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GITA A SERMONETA